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SETTIMA SERIE

AVVERTENZA

1. Questo volume, terzo della serie VII, abbraccia H periodo compreso tra il 23 febbraio 19'24 e il 14 maggio 1925: data, quest'ultima, dell'assunzione al Sottosegretariato agli Esteri da parte dell'on. Dino Grandi.

Il volume, più ancora del precedente, è !basato soprattutto sulla documentazione conservata nell'Archivio storico de>! Ministero degli Affari Esteri, per le cui singole serie si rimanda alla Avvertenza del volume precedente. Qui ci si limita ad osservare che l'Archivio di Gabinetto presenta una documentazione notevolmente più ricca che per il periodo precedente, e che, fra i documenti. conservati nell'Archivio della Cifra, soprattutto con il 1925' vanno aumentando di quantità, accanto ai tradizionali te,legrammi per filo, i telegrammi per corriere (confusi talora con i telespressi}. I volumi di telegrammi consultati sono, per la parte di Gabinetto, grande regist11azione e piccokt registrazione, i nn. 553, 554, 555, 573, 5·74 (in arrivo), 55,6, 557, 5·77, 578, 580 (in partenza); per la parte ordinaria i nn. 541, 542, 543, 544, 5·45, <546, 5•47, 558, 559, 560 (in arrivo), 548, 549, 550, 55<1, 552, 566, 5,57, 56·8 (in partenza).

Per quanto riguarda i rapporti tra Mussolini e D'Annunzio, con attinenza alla politica estera, ci si è valsi della documentazione conservata nell'Archivio Centrale dello Stato, Segreteria Particolare del Duce, Carteggio Riservato. Nello stesso Archivio si conservano gli originali delle Lettere di D'Annunzio a Mussolini, solo in parte edite dal Mondadori nel 1941 (1). L'Archivio della Segreteria di Mussolini ha fornito altresì qualche notizia relativa alle pressioni fasciste per l'allontanamento da Palazzo Chigi del personale tradizionale.

Le Memorie inedite del conte Alessandro De Bosdari, già utilizzate nel volume precedente, hanno consentito di integrare in più punti del presente volume la documentazione diplomatica.

Non stupisca ·l'ampio spazio dedicato a problemi che hanno la loro origine e la loro ragion d'essere nella politica interna: in primo luogo la crisi provocata dal delitto Matteotti, le cui ripercussioni sui rapporti diplomatici dell'Italia sono fra gli ar,gomenti fondamentali del presente volume. Del resto, il rimpasto mini.steriale provocato dalla crisi Matteotti toccò, anche formalmente, la politica estera; la cui direzione, fino allora interinale, venne assunta stabilmente, con

r. decreto 17 giugno 192.4, da Mussolini.

2. Anche per questo volume ho potuto valermi dei consigli di taluni protagonisti dell'azione diplomatica del periodo, tra cui mi piace ricordare il cav. Giovanni Giuriati e l'on. prof. Alberto :De Stefani.

Per le ricerche e il coordinamento dei documenti mi sono valso della preziosa .collaborazione del dott. prof. Giampiero Carocci, a cui va iJ. mio particolare ringraziamento. Con lui desidero ringraziare la signora Luciana Corvo Scaramella e il dott. Remo Mainetti per l'attenta correzione delle .bozze e la compilazione degli indici.

RUGGERO MoSCATI

(l) Le lettere cui si fa riferimento nel corso del volume sono inedite.

IX

" E Provenienza Mittente

~ =


DOCUMENTI
1

IL GOVERNATORE DEL CARNARO, GIARDINO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 385/1863. Fiume, 23 febbraio 1924, ore 11j30 (per. ore 14).

Urgenza improrogabile risoil.vere tailune questioni di capitale int&esse per avvenire nazionaLe di: Fiume mi oblbligano proporre a V. E. che SliaDJO alquanto ritardati decreti annessione ,con:ooguente proclamazione che produl'l"ebbero notevoLe mutamento siituazfone giuridilca Fiume e importanté movimento dii interessi fiumami e nazionail.i. Mi r~I"V'o notiificare a!l più presto .previsione concreta cilrca momento opportuno. Conseguen~mente anehe deslidera,tJa e atteiSa visita di

S. M. dovrebbe ·essere alquanto ritardata. Segue ~·le•gramma. 1864.

2

IL GOVERNATORE DEL CARNARO, GIARDINO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. R. P. 386/186~ Fiume, 23 febbraio 1924, ore 12,20 (per. ore 15).

Rispondo telegramma V. E. 142 (1).

Telegrafo proposta uffidaae rinvio. Mia proposta esseTe teliegratfìcamente chilamarto a Roma :rnilrava non solo 11isol'Vere prontamente questioni ma anidre creare :llatto taDJgibiJe necessità rinviare proclama:ziooe per assenza governaitore. Nuilll:a d~ megHo se questioni possono risolversi senza mia venuta. È necessario però per mantenere accesa la fiamma fiumana che ritardo sià tangibile e protfìcuamente giustificato. Perciò pregherei risoluzione relativa mio programma due cor~ente ·comunilcandomi decisioni d'i mano in mano durarute pe11iodo del rinvio affinchè io possa notificarle qui a concreta giustificazione del lavoro in corso per FUume. Quanto creazione e funzionamento cap1tai1e nei ll"'igoordi commercio e industrila mi è ·ocmati mdtispen:sabile avere qui persona di ail.ta C'Olll!petenza del mondo bamcario e commercialie per ave~e consigli silcuri llllella p!I"'tezi:one degLti mteressli italiani.

Pregherei ,telegmfarmi ail. più presto formulla :rinvio da pubbliJcare a firre di sospendere ,prep3il"azioni e orientall"'e opinione pubblica. Se si r~sotvono questioni non avrò alcuna necessità muovermi da Friume neppure dopo annessione. A!Ssi1curo però 'che sttuazione è pertfettamente tranquillla e credo assoLutamente sicura.

(l) Cfr. serie 7•, Il, n. 663.

3

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA

T. GAB. S. RR. P. PRECEDENZA ASSOLUTA 143. Roma, 23 febbraio 1924, ore 14.

Decifri Ella tstessa.

Da quanto Ella mi espone col suo telegramma Gab. n. 168 (1), traggo la conferma ·che •codesto Governo ·continua a regolarsi iin modv poco corretto nel suo atteggi:amento ver:so l'Italia e >che V. E. continua ad essere mo1to poco ben ttXIéllttato e da Mac Donald e dal Foreign Offi.ce.

È evidente ·che V. E. è tstato indotto a non parlare della questione del Jubaland e a ritardare di esporl'e efficacemente il punto vista italiano per permettere a•gli uffici di or:ient<live i:l nuovo primo ministro i!n un ardine di !Ì'dee non1 favorevoli alla tesi itali:ana, ed è grave che questo or:ientamento sia stato reso -pubblico con formaLi dLchiar:azioni in parlamento prima che alcuno .stcambio di idee fosse avvenuto con V. E.

Non posso nasconder1e La mia sorpresa come dopo il mio telegramma dii. Gab. n. 127 in data del 17 febbraio (2) V. E. non abbia ttrovato fino ad oggi modo di avere una convevsazione con Mac Dona]d in cui tuttéll la questicone genetrale dei rapporti italo~inglesi venisse prontamente chÌarita.

Debbo anche aggiungerle che dal Suo telegramma Gab. segreto n. 163 (3) non apparisce che l'E. V. siasi reso perfettamente conto del mio pensiero. A me preme anzi tutto far risu~tare che se una qua·LsiaJsi >comp1icazitone si produrrà ne>i rapporti fra i due paesi, questa è causata esc]UIStvamente dall'<litteggiamento ,inglese, perchè mentre da parte del Governo ·italiano non vi è stata aLcuna manchevolezza, il signor Mac DonaLd si è regol-ato malie e ,continua a regolarsi maLe. DesLdero che da V. E. •oiò tsia chiarito, nei dovuti termini, urgentemente e dii:rettamente in modo che resti hen definita la responsahilità di quanto potrebbe accadere.

Occorre quindi che E.I!La trovi modo di vedere JSenz'altro ti:ndugio H pr<imo ministro inglese non per impetrarne benevoli atteggiamenti, ma per dirgli formaLmente che io ho necessità di conoscere hl suo pensiero ,sulle >possibiLità dei vapporti italo-.ingLesi di ·fronte alLa gmve si:tuazi:on•e esistente nell'Europa centrale e nei riguardi alle questioni pendenti fra i due paesi, fa.cendogli intendere come certi suoi atteggiamenti: ,fini!l1anno per pvovocare una rivolta delJ.'opinione pubbl~ca italiana di cui 'egli avrà l'esclusiva respO.IlJsabilttà. È a>sso]utamenile inconcepibile come dopo un mese >che Mac Donald ha .assunto il Governo de1il.!a Gran Bretagna io debba essere >costretto a >cevcatve di >indovinare i suoi in1Jendimenti verso l'Italia dai rari accenni che appariscono sui giornali e possono ritenersi di intonazione ufficiosa. Se il signor Ma·c Donald ha le sue responsabilità io ho le mie, e non posso ammettere che si prolunghi indefinitamente questa situazione. Ho voluto dare Le più ampi:e prove deUa mia prudenza, fPel" dimostrare la consistenza dei miei buoni tintendimenut, ma non posso trascurare Ja difesa degli interessi d'Itall:ia a me affidata per fare esclusivamente il comodo e

l'opportunità deHa politica .ilngliese, ,i:spiJra,ta come sempre a particolaristici sentimenti egoistid. Cir·ca H prolb1ema dellla Ruhr debbo osservare che mentre giorrna1mente mi •Capita di dave ~slwuzi<mi nel senso di procedere d'a,ccordo con f.il. Goveii"no ,inglese, questo continua neJila sua. condotta poco editfican;te. Mentre annun~ia pubblicamente di vo1eT daire :luogo ad una decisa aztone di pres~S]one suli1a FraJncia, per .tentall"e di gliun•geli"e ad un II"ilsitabilimento di una &tuaiZiiorue normale nell'Europa 'centrale, oelde di sotto mano per proteggerre i propri dnteressi economici alla tesi francese, e tenta poi di far ricadere in pubblico con evidente maJ:afede la responsabilità deH'·illiCongruenza delle sue dirett>ive sulila condotta deH'ltalia.

Sopportai più di una volita perr evita.re maggior danno inesatte definlizion.i della polittca italiian:a nelLa questlione della Ruhr e deHe ripa,razioni, ~certo non in assoluta buona rede, contenute anche in dichi:avazionù dii cod;esto Governo. Ma oggi poi in regime di Governo llaiburista che ,sente la netces~Sità di giustificare H mutamento della tSUa politica vel1SIO Ia Francia da quehla preannunziata rue~ programm.i elettorali ·si rico:rrre a nuov,i meltodli, fatcendo tstarmparre dai gli.'OTnali pi:ù prossimi al Governo del[e noti'zie' tendenmose 1tnventate dJ sa:na pianta: di mie proposte ,per una ·coliliaborazione poldti:ca ,ttalo-francese, in materia di ripa~ raz~oni e nel Meditell"ràneo. Pel1fettamente conv:into deHa: bonrtà deiHa politica che oerco di attuare, non ho alcuna inte:ncZione di S•egu.ire il Gove·mo inglere in ,tali metodi·, e sono pronto a continuare a conservare il siltenzi:o sul passatto per non ,rendere più dliffictili le rel:ae;ioni italo-ingLesi; ma qua,lora pod ques1t1 rapporti fossero già turbati per fa;tto altrui, mi sa.rebbe molto utile per dimostr·are la coerenza deLla politica del mio Governo far noti i metodi e i sistemi dehla politica 'ingliese.

Quanto al JubalaJnd e al Dodeca.neso è bene che Ella 'Chia~isca dn modo da non 'la,sciar dlubbio ali nuovo ;primo ministro che: l) L'opinione pubbLica itaUana cons;ildera una turllllpinatura, la fetta· diel Jubaland ooduta aH'Ita1ia nei te["llli.Jlù, diel!l'acaOII"do MHner-SICialoja;

2) L'opini:one pubblitca ita1liian.a riHene ad ogni modo u:n. atttto poco amichevole il r~tardo frapposto cJiaH'Inghiltena nehl'adempiere un impegno rappr-esentante un magdssimo ·compen~S<o alli ~sacdfid sopportati da'lil'ItaJ&a !Per la guel'ra;

3) L'opinione pubbLica dtailii:ana 'constdlererebbe ,come un atto di ostilità da parte dell'Inghilterra La sua odiema intromissione :n.elila sistemazione delile isole del Dodecaneso che son costate all'Italia sangue e danaro e all'Inghiltema nul!la.

Quando Ella avrrà ~spiegato 1aiò chiaramente al signor Mac Donatld egli da parte sua potrà regolar.sti •Come Cil'ede, ma avendo l:a pi·e:na ·Cosdenza deHe eonseguenze diii ogni suo atto nei rapporti fra d. due paesi. Al punto in cui siamo, a me è ~completamente indifferente che avvenga oppur no la consegna del Jubaland al!l'Itatli:a, e quanto al Doderc:affletso ,considero la questione come chiusa ne!i riguavdi del Governo .inglese.

Per cragioni d'indol1e generale, mt sareti forse 1Jitenuto tobblti'ga,to a eonsiderazioni di forma e di ·cOII"tesia, ili fronte ad un atteggiamento molto ami,chevole del Governo britannico, ma al contrario la condotta dell'Italia è molto facile e chiaramente tracciata di fronte all'ostinazione nella tesi della connessione delle due questioni.

Non ho infine difficoltà a twocedere ad una ,comunicazione scl'li>tta a codesto Governo su questi argomenti da rendersi di .pubbUca ragione per influenzare l'opinione pubbl1c:a i:nglese, ma debbo :lìar presente a V. E. che tale pubblica.zione accendooebbe magg,iormente l'opinione pubblica itaLiana. Dato quanto sopra ho esposto, e cioè che oramai l'importa:n:?Ja maggiore deUa questiO!I1Je è quehla ['1guardia.nte i ,suoi 11iflessi sul popolo itald:ano, per la grarve ICI'Ii·sti. che ne verrebbe nei .sentimenti \'le['SO l'Inghilitenra, giudico utile .che a queste definJitive pubbliche comunicazioni si debba a['rivare sol!tan:to dopo .che V. E. abbia chiwamente esposto i termini della que.sUone .a Mac Dona1d e ne :a1bbia avuto esp:I:1c•1ta rtsposta. D'aLtronde pokhè queste dli•chiarazioni dovrebbero ba:Siains.i .sui precisi termind con •cui :si chiusero 1e sue conv·e11sa21i:oni con Curzon, V. E. potrebbe i:n:ta:nto te1egrafurrni qualie a suo giudizio dovrebbe essere lo ·schema delil:a dichiarazione.

Attendo di ,oonoscere d'urgenza l'esito de11a, ooa conversazione oon Mac Dona1d.

(l) -Cfr. serie 7•, II, n. 660. (2) -Cfr. serie 7•, Il, n. 653. (3) -Spedito il 20 febbraio alle ore 2,20 e per. alle 9,50, non pubblicato.
4

L'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. RR. P. 392/179. Londra, 23 febbraio 1924, ore 23,50 (per. ore 18,25 del 24) (1).

Deciil'li Ella stessa.

Mio telegramma Gab. n. 163 (2).

Dopo assiduo lavoro d1 ·chiarimenti e di ,indagLni: compiuto soprattutto presso ·Foreign Office ho dovuto •convincermi che ciò che resta a superare per il raggiungimento dei fini dall'E. V. prospettati è un vivo risentimento personale di Miac Donald per Ile 1cose dette in ItaLia contro ·1ui al: momento dell'1ncidente circa Russia. Accertato che tale •risentimento contmuava ad esercitare una sfavol'evole influenZJa ho creduto essere giunto ormai momento di 1avere •col 'P['imo mhtistro una :franca spiegazione.

Prendendo occasione dal contenuto del telegramma di V. E. 138 (3) ho chiesto vedere Mac Donald. Mi fece cordiale accoglienza. Posi subito ·conve!!'sazione suil:la questione riparazioni, accennai alla recente nota tedesca (4), al prossLmo rapporto degLi esperti. Parlai poscia dell!a passata •Cohlaborazione anglo-italiana che aveva daJto così buoni frutti ed ~~ccennai all'oppol'tun1tà di ripl'endere in questa nuova fase che è forse la dec1siva un ·pi:ù stvetto contatto fra i .due Governi. Ho soggÌJunto •che dò corrispondeva 1anche al pensLero ed ai desideri di V. E.

Primo miillstro ha convenuto pienamente sulla utilità che era ri!sultata m passato dalla -co111aboraz1one italo-ing1ese ed ha ammes:so p~enamente che d:a una ripresa di essa si sarebbero potuti avere nuovi utilissimi risultati. Se non che eg1i doveva .confiden21ialmente e personalmente esprimere suoi dubbi .slllila

possibilità che si stabilisse una collaborazione veramente utile. Gli sembrava difatti che questa potesse diffioilmeillte il"aggi.ungensi: quando a ;piroposito incidente per 'la RUJss.i'a era stata messa iJn. dubbio da parte di V. E. buona fede diit liui; dubbio •che l'aveva profioodlamen.te offeso. Sono .stato qruindi obbligato a ri.parlaxe dell':inddente per Russia illlsti.s1:en~do :sui damù e suUe difficoltà che erano deriwte ad Governo ita1i'a~no nelle trattatilve con Mosca per il f1atto del Gove:rno b:riltanni!co, ma primo mimilstro nel rephlcarmi, pur cel!'cando di dimo~ strare di non avere 1aVUJto neSSIUJ11 illltereiSSe di gtungere al :formale riconosc1mento delila Russia pdma dehl'Ita[(Jia (mi ha accennato al progil'amma el,ettoraJe li!lbolll.1i!sta, agH ilmpegJlii presi iJn. "'onnessiOille oolJ.a T·erza, Interna,zi!onale ecc.) ha irusi:stito rep1ilcatamente 1che :n1.llhla pot•eva giustificare i dubbi espressi suna sua buona fede. Ma1c Don'aJ:d mOISitrava vivo ram.marilco per essere stato col;ptto in .ciò che gli è mconosciUito a ~granldle merilto anche da·g'lti 1avversM1i. Ho osservato che mi era ben.noto iJ. gi:ustifi,cato 1d!isa;ppunto e rilsentimento di V. E. cilroa Russia però i!n merito a quanto egLi mti. diJceva con rtanto •accoramento nei ri~ardi dellila di lui stessa persona dubitavo che le informazioni pervenutegli fossero corrispondenti o interpretassero adeguatamente pensiero di V. E. Ciò stante desideravo invitarlo nell'interesse superiore dei due Paesi a procedere senz'altro ad una proficua collaborazione.

Dopo replilca e controreplica MiaJc D<mailid ha finito col dichiararmi che g1i interessi dei dUJe Paesi e dell'Europa erano superiori a consideT~azi.oni personali e che pevciò ·eg1d prendev,a atto ed accoglieva ,fav>orevolmente hl mio invito ~ colla:bovare alla questione delle riparazioni. Ha anzi aggiunto, che non appena l'ultima nota tedesca fosse stata tradotta e convenientemente esaminata dai suoi tecnici e da 1fui stesso noi avremmo potuto iniz.ilare subito scambio di idee ·e vedute. A questo punto conversazione ave~ndo ,preso un carattere più intimo ho creduto mio dovere di •cercare in qua·lche modo perehè ;potesse venire elimilnaPa anche l!a freddezza idei rapporti pexsonalii fra i due Capi; di Governo. Mac Dona1d venendomi incontro di buon grado mi ha a.ccenna.to che Graham è sempre in attesa di una risposta di V. E. a sue dloma~nde di ch1a:rimen.ti circa mcidente russo.

Ma ho cveduto comprendere che risposta cui primo minilstro eS1senzirumenJ1:e tiene ·e ~che sarebbe sufficiente .come chiarimento definitivo è quella che possa toglievgli dubbio di un sospetto nutrito verso sua buona fede.

Da tutta la lunga conversazione mi sono 1reso ben conto che Mac Doruùd comprende e condivide pelliStero ed .uthlità dii una ~collaborazione i:ta•lio-mitannica, anzi iLa desidera nelil'interesse 'dei diUe pélleSi e nell'iinteresse gen.ercille, che la. differenza ·di origine fra i due Governi non costituiiSce affatto neSJSUDa pregiudizia,le

o impedilmento a tale 1coo.ù:aboraztone. Ciò dertto mi corre tuttaVJi.a l'oibbli!go di. riJferire a V. E. che non parmi possa giungeTSii ad una effettiva intima collaiborazjjone tra V. E. •e Mruc Donal!d se !IlJOill s•eguirà un qualche chiarimento circa, accUJsa di mala :liede per la, qu•ade pJ.1ilmo miJnistro è taJssai accora1to e contro cui personalmente protesta. Non conoscendo quanto ·effettivamente abbia qui ritferito Graham 1sui cohloqui ~con V. E. sono neHi'i.mpossilbillirt;à di giudicare fondJa~ mento o meno deLle lagna!IlZe deJ: primo miln1stvo e quanto poSISa eventua!lmente esse11e fatto per di:ssipare suo :risenrtli:mento. V. E. è solio in grado giudicare; da parte mia •continuo ,agi.re con ogni mezro e con ogni impegno.

(l) -La data del testo conservato nell'archivio del ministero è evidentemente errata poichè il telegramma risulta spedito il 24 febbraio 1924 alle ore 23,50 e pervenuto alle 18 2S dello stesso giorno. Si è seguito perciò il testo conservato nell'archivio de!l'ambasci~ta di Londra, dal quale il telegramma risulta spedito il giorno 23. (2) -Cfr. p. 2 nota 3. (3) -Numero errato. Si tratta del t. gab. 133, per il quale cfr. serie 7•, II, n. 655. (4) -Cfr. serie 7•, II, n. 655.
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IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, AL MINISTRO A PRAGA, CHIARAMONTE BORDONARO

T. 588. Roma, 24 febbraio 1924, ore 2,30.

Suoi te1egrammi nn. 42 e 44.

Dopo laV'ere a ,stento ottenuto da R. md.niJstero finanze ,sua adesione 1ad una

formul!a con,ailtativa per beni ~cedUiti non avevo !creduto dar col.'lso a tale de'Li

berazione per ~considerazroni po1tt~che in re1azione .aJ.l':atteggtamento as!SUnto dal

sig. Benès e da ~certa stampa aecosliovacca. iMa poichè io non avevo aLtro inten

dimento che di: rconv.incere am1chevolmente i] rsli!g. Benès Klellre dannorse con~>

guenze del suo errore, V'1sto quan,to la S. V. mi telegrafu. vol:enrtreri m'mduoo

a niprendere in 'esame La formula di 'aui 'a,Ha prima parte del mio .telegramma

n. 507 (l) sulla quale ella vol.'lrà dchiamare :l'attenzione del &g. Benès.

Sono persua:so che talie formu]a conci!Ii ,i 'reali bisogni dei due paesli. in rapporto aUe questi!oni pendenti e che perciò si potrà lin base a.d essa rea'l!izZlar1e un .aJCCOI'dO.

Ciò fo tanto più volentiel'!i per permetteve 'che ·1ntanto pos~Sa andare avanti il prestito ungherese senza dar luogo ad una discussione fra noi e la Cecoslovacchia dinnranzi a terzi.

6

IL GOVERNATORE DEL CARNARO, GIARDINO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. RR. P. 390/1888. Fiume, 24 febbraio 1924, ore 11,25 (per. o1·e 17).

Decifri Ella ,stessa.

Appvendo dal giornale locale testo decreto 22 febbmio n. 213. Con' 1Ja stessa devota fedeltà ·con la quale credo aver servito compio mio dovere esprimere a V. E. mio avviso che mi proponevo esporre verbalmente a Roma e che avrei inviato .scritto e illustrato di mia iniiZJiativa se avessi pensato che dirsposizioni potessero precedere annessione formale. Mia convinzione è che dopo eccezionale vicenda passata per JJa vesurrezione moral'e 'Sociale econom1ca di Fiume e per farne stcuro ovgano ital,tano nelle competiZJioni economkhe internazdonalJ. che qui si urteranno (anche a prescirnJdere dalla deLicata .situazione di confine) ,siano indispensa~bi1i poteri mezZJi e ·tempo, Pieni poteri ~con dipendenza ·esclusiva da presidente del cons1gli!o. Mezzi pronti e !<arghi 1come si: iflece .per provincie iredenite e sciolti da troppi vincoli burocratici. Tempo: 1924-1925. Se ... (2) comprende tutto ciò è ass,ai Jiontano dal decreto aJttUJale. E senza tutto ciò lio penso che :nessuno possa onerstamente assumere !impegno di rLUisiCire. N è to uè aiLtri. In ogni caso sarebbe necessaria una 'capaoirtà che non \Saprei indicare ma che io debbo sinceramente d1chtarare di non possedere. D'aLtra paJrte è ilindirspensrabile 'che chi rìntraprenderà nuova fase lavoro abbia sicurezza di condurlo persona,lmente dal

principio :a11a fine su programma preciso e 'con .De:sponsahiilità 'Pel'1Sorua1e complerta. Prego vivamente voler prendere in :consiide,I1a.ZJione qu:IDtlo prec'ede detta;tomi da ·cosciente sicurezza, ida devozicme reail,e, dia esperienza 'e da studli.o d.i clinque mesi. Fi:no a diverso ordine ronrtinuo usatre qui pieni poter] fino ad om: arvuti.

(l) -Cfr. serie 7•, II, n. 652. (2) -Gruppo indecifrato.
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L'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. RR. 394/181. Londra, 24 febbraio 1924, ore 13 (per. ore 7,15 del 25).

De!Cilfri Ella ·stessa. Telegramma di V. E. Gab. n. 143 (1).

V. E. avrà ricevuto e letto i miei telegrammi di Gatb. 168 (2) e 179 (3). Mac Donald ha dichiarato di non avere ancora esaminato questione del Giubaland e che risposta Ponsonby riassumeva solamente lo stato della questione quale considerata dal passato governo. Da parte mia ho già esposto diffusamente e convenientemente a Mac Donald la tesi italiana e Times, Observer e Sunday Times l'hanno già ·ac,colta e fatta propria. Circa Ruhr Mac Donald condivide pensiero che collaborazione italo-inglese è stata e sempre riuscirà assai utile ai due paesi ed all'Europa. Si è dichiarato disposto a riprenderla. Ha dichiarato anzi di volerla iniziare a proposito ultima nota tedesca e soprattutto quando si avranno i rapporti delle due Commilssioni di ~espertil: primo milni:stro ha sollevato inoltre una questione di risentimento personale, non fa,cendlone tuttavia ·condlizione per la ooliaboraziune dliplomatica fra i diue paeisi. Questo 'lo tSta:to deLl-e cose. Tutto ciò però non rappresenta ehe un 1lia:to de1la situazione. L'aLtro :Lato è rappresentato dlal :llaltto ,che fra Governo inglese e :lirancese ,siJ va 1StabHendo una atmosfera di buon~a volontà e di :cooperazione dovuta ai molteplic.i motivi: a V. E. noti. Ora questa cill'lcostanza, a somiglianza .di quanto è 'costantemente avvenuto per il passato ,s,mdnui:sce Vlalore deHa 'co-1Labora,zione iltalo-in!§lese. Faedo tesoro delle nuove deluc.i!dazioni forni:temi da V. E. ed a,girò in conseguenza. Ma, non paTmi io possa ,intrattenere nuovamente Ma1c Dona~d prima che non avrò ricevuto da

V. E. sua impressione dtDaa mi'O uLtimo ·corLoqu1o con primo mini:stro, collioquio che ha portarto rmpUdtamente un quaLche chi:a,r:ilmento nelLa situazione qualie era veduta da V. E. prima delle mie due su citate ·comunicazioni.

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L'AMBASCIATORE A PARIGI, ROMANO AVEZZANA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 396/239. Parigi, 24 febbraio 1924, ore 21,10 (per. ore 2,55 del 25).

Ho avuto runa conve!'lsazione ,col mill!rstro della g~UJSt:izJia al qua11e ho detto che pur non volendo dare un 1Ca1rattere po:lit.itco al l'ece:nte attentato che tiene

ancora in pericolo di vita fidudario del :fìascio •a Pari<gi, non potevo iar,e a !fieno dii 11tchiamal'e la sua attenzione sUillla :IIi:sta ormai ltroppo nrumel'osa delle vioil.enze commesse da ~comunisti o an.archtci 'contro ,componen~i dlel :fìascio le quali avevano già causato la morte di due egregi giovani e procurato lesioni a vari altri. Il fascio di Parigi era sempre stato as,einp~are nelila 1sua 'condotta 'e non gU s'i poteva ascrivere ne1s:sun altto di violenza o di pvovocaz~one. Esso aveva ,radici nel ,sentimento deUa maggioranZJa delLa ,co1Jonia iJtaiLLana 1che poteva legtttimamente domandm-,si ,ÌJ motivil 'della indi:fierenza del Governo :francese dì fronte ad una serie di atii che evidentemente ,costituivano l'esecumone di un piano pveordina,to.

Ho 'chiesto al Guavda,sigillii quale ,sarebbe stata 'attitudine 'deiL Governo fran~ cese :se una simhlie situaZJione si verificasse in IrtlaHa. Esso aVlrebbe 'ragione di mera-viglia;r.si se nessun:a specile di provvedimento venisse a dimostrare l'interesse del Governo italiano a rimuoverne le cause. Io mi valevo dei rapporti personali che avevo ,con ,l.Jui (GuardlasigtlH) 'che era inoLtre il p:dlmo in grado tra i ministri dorpo il PI'esidente del Consiglii<o pe;r attilra;re ~'<JJ1ltenzione del Governo francese sul1la neoessttà di usdre daÙil!a sua apatia troppo rtempo durata malgrado i miei fr,equenti. avv~ertimenti.

Signor Colrat mi ha promesso ~che avrebbe fatto presente al mÌ!n!istro dEill'interno iLa situazione a:ffinJchè egLi usasse più léwgamente del dìrd,'tto di ISO.TVlegd.~anza e dii espul:si!one verso gli ana11chici e •comunisti i1Ja.1iani IColil.egaiti: a quelili fra'll!cesi, renden:dosi anche conto dell'interesse 1comune dei ,dJue GoVIerni a pl'Oteggensi daHe mene sovversive. Inolltre ~egli: aVll"ebbe :iiaUo presente a,hl,a, proou;ra gen&ale !'opportunità di non considerare attentato contro Bonservizi come un caso isolato ma di collegarlo alle uccisioni ed ai ferimenti e percosse anteriormente inflitte agli a~tri fascisti per·cer~car~e di rimonbre a11e ~aa,use genere].] ed arndiare in fondo aJ1a quest~one. Avrebbe pure !fatto presentire il giudice :ilstruttore per permettere al nostro ,commissado di polizia di vcisitare iJI. Bonomind pe;r H caso che dal suo intenogatorio .potesse :scaturire unla maggior lluoe.

Terrò al ~corrente V. E. dei risultati che sarà per avere H ministro della giustizia, come pure deLl'~eslto dei passil fatti da me p;resso Poincaré.

(l) -Cfr. n. 3. (2) -Cfr. serie 7•, II, n. 660, relativo alla risposta del Ponsonby, so.ttosegretario parlamentare agli esteri, ad una interrogazione sulla questione del Giubaland. (3) -Cfr. n. 4.
9

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA

T. GAB. 145. Roma, 24 febbraio 1924, ore 24.

Di fronte rinnov;aii1si notizie di'ca prossima eventualità di convocazione di una conferenza intwnazional~e stimo oppo11tuno ripet&e mio punto di vista 3il. riguardo, da me sempre sostenuto, e indilooto da uLtimo mio ,telegramma 133 di Gab. (1). Governo italiano -l'imane sempre favorevole alla riunione di una Conferenza internazionale, però il,itiene che oociocchè essa possa essere utile e riuscine a concreti risul't<J.Jti, è indilspensahHe che sia p;rooeduta d'a nn'intesa SU!Lle questinni ~tecniche, intesa perlettamente raggtungibrle per le normaLi vie· diplomatiche (2).

(l) -Cfr. serie 7•, II, n. 655. (2) -li telegramma fu ritrasmesso a Parigi col n. 146, in pari data.
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L'AMBASCIATORE A MOSCA, MANZONI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 399/67. Mosca, 25 febbraio 1924, ore 9,55 (per. ore 14).

Decifri El1a 1stessa.

Mio teleg!l"amma Gab. n. 66 (1).

Litvinoff disse ·che orma1i decisi1one per J.!a ratifica tmttato era neLle manli di V. E ..per.chè egli ha certezza che V. E. vede chia!l"o nella nuova situazione rtliSSia mentre dubita •che turtte alit!l"e persone che pa!l"tlecipavono negoziati la realizzino. Spera perciò in diretto risolutivo intervento di V. E. per addivenire rapidamente firma testo definitivo che appena qui trasmesso sarebbe ratificato da presidente Unione. Conveniente modo per noi per sottrarci asserite pressioni inglesi sui l'Ussi appare quello di una nostra rapida decisione con contemporanea clausola o generale o limitata punti oggi discussi assicumnte Italia estensione ipso facto eventuali concessioni ·Inghilterra. Così anzi ritorceremmo a eventuale vantaggio nostro esigenze e d facilitiamo eventuale accettazione più importanti obiezioni russe.

11

L'AMBASCIATORE A MOSCA, MANZONI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 402/69. Mosca, 25 febbraio 1924, ore 20,50 (per. ore 21,45).

Decirfri Ella stessa.

Mio telegramma Gab. 66 (1).

Litvinoff mi ha annunziato che V. E. ha acrol.to !l"ichileste :russe e che già procedesi Roma fuma nuovo testo da mandare Mosca per ratirfi.che.

12

L'AMBASCIATORE A MOSCA, MANZONI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 404/68. Mosca, 25 febbraio 1924, ore 20,53 (per. ore 21,50).

Colloquio privato susseguente presentazione lettere •credenziali Lowkalin (2) moLto cordiale; Cice.I1in fungeva inte11prete. Presidente ha ri1evaillo grande predominanza interessi 'economilci ne'Ile relazioni ita·1o-russe; non coLlisione bens:ì completamento economie dei due paesi: convenienza ·comune ·sviluppo relazioni economiche. Ha •cMesto quale pensiero ;predomini V. E. in I·tal:ia; ho risposto Governo e popolo avevano vedute identkhe quelle da lui enunciatemi. Itailiiani. pronti :stringere •con !l"Ussi 1e maggi:ori re]azi<oni come affare se li traverranno ..... (3) ricostruire effettivamente corrispondente loro iniziative.

(l) -T. gab. s. 385/66, del 22 febbraio, non pubblicato. (2) -Sic! per Kalinin. (3) -Gruppo indecifrato.
13

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, ALL'AMBASCIATORE A MOSCA, MANZONI

T. GAB. s. 151. Roma, 25 febbra,io 1924, ·ore 22. Decilfri ElLa rstessa. Ho c~eduto di t:roncare ogni dirscurss1one accettando s€nz.'aJJtro tutti gli emendamenti agli arcc&di economki testè concltusi che ~codesto GoveTno mi ha :fatto proporre da Jordanski e che corrispondono a quelli telegrafatimi da V. E. Ciò in considerazione dell'assicurazione formale datami che con l'accettazione integrale rdei detti emendamenti sarebbe ass~CIUrarta Ila 1rartifica di codesto Governo e La contemp~anea approvazione con~atto transilto nel: termine stabilito e probabilmente anche prima. Stasera al:fuiamo qruilndi pl'ocediuto aHa firma dei nuovi testi ,con la data del 7 febbraiio e secondo i,l convenuto distrutto g'li ant~chi. Modifica segnalata da V. E. nel teLegramma n. 66 non ha par:tkolare importanza, ma molto a malincuore ho dovuto accettare modifieazioni documento riservato interpretativo artkoli 19 Trattato CommeTICÌO e 10 Convenzione doganale, ;pe,r effetto della quaLe: l) Turchia rpo~à essere rcompresa tra paesi ai quali Rus.s~~ potrebbe concedere srpecialii ~avori non esten1s~bil1 ,all'Itafllia; 2) È rooppressa ;per sete ed agrumi eccezione fatta alila :fiacoltà che Russia ha volurto riservarsi ,di concedere 'ai paesi limitrofi deH'Als~ favori doganali non estensibili all'Itaiira:. Prego V. E. di voler mettere in va:lore mia arrendevolezza e procurare di ottenere da Litvinoff impegno che interessi italiani non saranno pregiudicati e che governo russo qualrora fosse rcoSitretto far uso predette facoltà, vorrà li:ntendel1si amtchevolmen:te ~con noi rcilrca il modo di evitwrci ogni pl'egiudizio. Ho fiducia che codesto Governo per ,corrispondere al mio atteggiamento vonà sotllecitare rper quanto è possibile le ,pratiche nece~ssarie per giungere aHa ratifica

degl:i accordi. Attendo notizie telegrafiche.

14

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, AL PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE PARITETICA PER FIUME, QUARTIERI

T. GAB. P. 153. Roma, 25 febbraio 1924, ore 22,30. Decirfri Ella ste1ssa. Le segnalo confidenzia,lmente ~convenienza che ope['azioni di delimitazione

e 'consegna non vengano cummentarte e descritte nelle corrirspondenze giomaliist1che da costà in termini esage['ati e con detta,g~i rsrproporzionati aJ.ila entità dei teridtori ,ceduti capaci di dar ~1uogo ad impres1sioni e commenti ine1sa:tti nel pubblico '1taliano e st:raniero.

V. S. _.può se orede :intendersi con S. E. Giardino per azLone am1chevole presso cordspondenti girornali.

lO

15

IL PREFETTO DI TRIESTE, CRISPO MONCADA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 408/069/908. Trieste, 26 febbraio 1924, ore 11,20 (per. ore 15).

Per notizia comuntco seguente ~te.l,egramma spedito i:ell'i da Zanella a Ma1c Donald e a Poincaré: « Gouvernement Fiume issu Constituente élue par légale votation plébiscitaire proteste solennellement contre accord italo-yougoslave qui arbitrairement décrète suppre·ssion et répartition état libre Fiume qui après traité RapalLo régistré Société Nations exh;te de jure non de fado et fut allllSSi reconnu ipar France moyennant diverses dépèches de S. E. Millerand Président RépubHque et S. E. Président Ministres Briand octobre 1920. Gouvernement Fiume, rappelant conditions Fiume comme du jadis corpus separatum partie indépendente Couronne Hongroise à laquelle fut reconnu droit auto décision, se rappele aussi artide 52 Traité Trianon et article 4 Traité Rapallo, soutient que teHe suppression état déjà existant constitue grave violation droit international et que 1suivant a['ltiole 19 pacte Société Na:tions compétente examiner déoider si avttcJe 4 TraHé Rapa1rlio ISOit a,ppHcable et par ,conséquence éta1t Fiume supprimible.

Avec sentiments droit et justice de V. E. 1prie vouloir collJSidérer ·avec bien-veiJ,1ance ~cette protestation élevée à tute.Lle dro~t ~peuples et dll'oit Fi'Ume à 1ibell'té indépendence. Avec profond respect. Zanella » (1).

16

L'AMBASCIATORE A MOSCA, MANZONI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 413/73. Mosca, 26 febbraio 1924, ore 20 (per. ore 21).

Ra~Pporti dei propri agenti (suppongo partLcolarmente quelilo di Varsama,) hanno segnatlato a questo Governo atteggi~ame1nt.o e interesse pre1so alla coruferenza bailitic1a Varsavia dai RR. ~rappresentanti presso Stati baltici pa~rticolarmente Maioni 'come favorevolii aLle mh':e egemontche polacche. Qui si è molto se~nsibHi a tale ·riguardo ed in g.enera[e per qualìsiasi attività poJ,itka delila Polonia. A titolo personale ho rLsposto ·a Litvinoff 'Che ~a:vevo motivo rttenere inesatta relazione agenti russi ed i·ntel!ligelllte attività dei nostri rappresentanti siasli 1Jmj_tata informare andamento :risu[tato conferenza.

17

L'AMBASCIATORE A MOSCA, MANZONI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 410/72. Mosca, 26 febbraio 1924, ore 20,20 (per. ore 20,40).

Secondo 11e notizie giunte a questo Governo IIl!on IÌilltti i rappresentanti all'estero avrebbero mutatto loro a:tteggù:amento verso i rappresentanti l'ussi conformatndosi ai nuovi rapporti tra .i due Governi. Satrei -grato 'farmi conoscere se

V. E. ha datto dils,posizioni .iJn tal senso.

(l) Il telegramma fu ritrasmesso a Parigi, Londra e alla delegazione italiana alla Società delle Nazioni a Ginevra con tel. gab. n. 157.

18

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA

T. GAB. s. 155. Roma, 26 febbraio 1924, ore 21.

Decilfri ElLa stessa.

Suoi telegrammi nn. 181, 179 (1~, 173 (2).

La prego di dleggere ·con attenzione tutta :La corriJSpondenza teilegrafìca scambiata oon V. E. dalll'avvento ali. port&e di Mac Donald ad oggi, non potendo aggiungere altre rconsi!derazion:i e istruzioni a quelle già invi<lltele e non sembrandomi che la situazione sta fin qui mol!to mutata, tantto nei (particoilari ri~ guardi delle relazioni anglo-.italiane, quan.to per la possiibillHà di <Stabilire direttive s1oure e chiare nei r1~rdi de·lila politica generale.

Desideravo un •completo chiarimento della reciproca situazione con il govemo inglese per trarne opportuna •norma :neli1e direttive deUa nostra politica estera e accioochè dalle rconve11saZJ.i.oni r1su.ltasse nettamente a chi spettarsse Ja responsabilità di quanto era .accaduto e ancor più di quanto potesse accadere.

Ora per il Giubaland e tl Dodecaneso rima,niamo ancora nell'attesa di dover conoscere in proposito il pensiero di Mac Donald nè sarebbe perciò conveniente far pubbliche dkhiarazi'oni fìnchè tale pensiero non ci sia noto. Debbo però ricordare che da un momento aill'altro può aver liuogo la discussione alla Camera dei Comuni per la ratifica del Trattarto di Losarillll:a. Sarebbe assai grave e irreparabile ·Che dovessimo conoscere opinione di Mac Donald non interamente favorevole a!hla tesi itailiana ISU quesrte due quesrtioni d:alJ.e sue :formali dichiarazioni in Parlamento ]n quelila occasi!one.

Quanto all'incidente passato mi .spiego «l'accoramento» di Mac Donald ma mi! sorprende che parli di risentimento quando da parte mia non vi è stata aJJcuna manchevolezza ed ho rusarto per rigua11do ad irnteressi! superiori Ja più assoluta prudenza, tanto è vero che avrei voluto 1n Ulll primo tempo ;per mia soddisfazione pubblicare tutti i documeruti (~arme quamQ dfer.ivasi ail. re Giorgio) ma ho poi dec.ilso di non far11lo COiliSilderando l'incildente come chiuoo. Il mio giudizio su di esso è quello esposto nel mio telegramma Gab. n. 100 (3). L'avrei mutato se mi fossero stati dati chiarimenti sui motivi per cui dopo la richiesta fattami da Mac Donald si sia telegrafato a Mosca il riconoscimento del Governo inglese senza informarmene almeno contemporaneamente. La lettera di Crowe circa questo punto, il più importante, dice « per varie ragioni che non occorre di precisare».

A Graham furono rpoi: fatte dichiarazioni .ident1che a querhle telegrafaJte a

V. E. All'ultimo ISUO passo fu risposto anaii.JOgamente a quelle contenurte neil.! mio precitato telegramma di Gab. n. 100. Non mi spiego quindi come ·Costà si aspettasse una ulteriore mia risposta a lut. Ho infatti chiamato Graham ed egJ.i ha

convenuto che la risposta: eragli stata data e ha aggiunto anzi che L'aveva trasmessa per lettera. Quanto alle ·cose dette qui in Italia, di cui sembra lamentarsi primo ministro, posso assicurMle d'aver spiegata og~ni possibhl.e aztone ,suJla stampa per impedire

o mitigare le polemiche e nessuna notizta di quanto occorse venne qui data ad ai1CUJllo. Le notizie e i commenti apparvero in alcuni giornali per corri'spondeil!le provenienti da Londra.

Quando tutto ciò sia ben chiélll'o non ho difficoltà ad osservare che ,l'argomento delLa buona o malia fede venne sollevato dal Governo .inlglese e non da me. Io llOIIl ho mai affenmato 1che Ma:c Dona.ld aveSJSe a:gilto dn malia fede nè infaltt1 credo che vi fosse da parte sua un piano architettato in precedenza. È il modo con cui si sono svollti .i futrt:i e il n~on aver osservato •certe norme ind1speruSialbili di procedUJra ·che hanno •creato l'incliidente ·e •che hanno generalmente dato •l'impressione che Mac Don:ald avesse voLuto affrettatamente procedere al ri:conoscimento in forma inconsueta per prevenirmi.

Io non vedo inconvenienti ·che tut.to ciò V. E. dichiari al primo ministro perchè rispondente alla verità, aggiungendo essere io a1DJCOr più di lui convinto :che gli inte!'essi dei diue paesi e delil'Europa sono di .gran J.uruga !Superiori a considerazioni d'ordine personale iPer quanto è assollllltamente esCÙJUSQ che J.'inddente riguardi J.1e nostre due .persone, trattandosi in ogni •caso di rapporti e di giudiz.il sulila nostra aziOtll€ •come ministri degli affari esteri.

Sono assolutamente persuaso che quanto è •occorso apparirebbe a Mac Donald neLle reali 1sue proporzioni se V. E. saprà renderlo edotto di quale sia liil. fondo dell'animo mio e dei miei intendimenlti che m'inducono sempre ad eSSJere pronto a qualunque •saJcrificio della mia pel"S''lla: rper ill 'bene e :nell'interesse del paese. Ch'egli si renda con atti concreti persona grata al popolo italiano e troverà in me un collaboratore •tenace rper tutte Le questioni ·che interessano i dlue Paesli e la (pace del mondo.

(l) -Cfr. nn. 7 e 4. (2) -Tel. gab. 380/173, spedito il giorno 22 alle ore 22,15, per. alle 6,30 del 23 non pubblicato: opportunità o meno che il Governo italiano faccia una pubblica dichiar~zione in merito alla risposta data da Ponsoby alla interrogazione sulla questione del Giubaland. (3) -Cfr. serie 7•, II, n. 626.
19

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, ALL'AMBASCIATORE A MOSCA, MANZONI

T. GAB. 156. Roma, 26 febbraio 1924, ore 21. Decirfri Ella stessa. Suo telegramma Gab. n. 67 (l) incrociatosi con comunicazioni telegrafiche invilatele circa accettazione emendamenti ;pr01postilmi e •conseguente fixma nuovo testo. P.er quanto riguarda eventuale concessione all'Inghilterra clausole stipulate d danno assoluta tutela giuridica circa uguaglianza trattamento. Non sarà male

tuttavia che V. E. rinnovi costi al coiiliirissariato degli esteri 1e raccomandazioni che qui sono state fatte a Janson.

(l) Cfr. n. 10.

20

IL GOVERNATORE DEL CARNARO, GIARDINO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. RR. P. 417/1941. Fiume, 26 febbraio 1924, ore 21 (per. ore 24).

Giunto qui oggi il Direttore Generale delle dogane recando decreto estensione tariffa doganale a Fiume. Questo decreto che faceva parte della serie annunciata per sabato prossimo secondo mio telegramma 1926 (l) giunge primo e solo per essere appHcato isolatamente domani. Questo solo fatto è tale da sconsigliare esecuzione per impressione che farà su popolazione. Ma per quanto riguarda generi alimentari e di prima necessità costituisce vera iattura per la popolazione come ho avvertito con mio dispaccio 2 e con miei telegrammi 1916 e 1926 e mio dispaccio 1891 24 corrente (2). Ho proposto al Direttore Generale di valersi dell'art. 7 per adottare necessari temperamenti circa generi anzidetti sospendendo loro tassazione da fare poi gradatamente e mantenendo intanto breve diaframma doganale ... (3) a tutela sicura delle finanze italiane e provvedendo di mia autorità al sequestro stok di generi coloniali se fosse ritenuto necessario.

Direttore Generale non crede essere a ciò autorizzato. Ma io devo considerare che inasprimento della vita oltre inumano e insostenibile sarebbe pessima conclusione politica di tutti gli sforzi fatti per riconquistare animi di Fiume e io soltanto ho la ·responsabilità di mantenere Fiume nelle dovute condizio~1i in questo momento politico specie in vista della visita di S. M. Personalmente poi non 1io, che per missione dell'E. V. ho portato a que.sta città convinzione amore dell<a Patria e ne ho ottenuto tutto il possibile ricambio, non io posso applicare in questo modo misura così esiziale alla città senza mancare sostanzialmente di fede. Prendo su di me di ,sospendere pubblicacZione ed appHcazione decreto. Chiedo autorizzazione telegrafica fare eccezione per generi dianzi indicati.

Resto in attesa delle decisioni di V. E.

21

L'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. R. 414/192. Londra, 26 febbraio 1924, ore 22,15 (per. ore 6,30 del 27).

Mi riferisco al telegramma di V. E. 145 (4).

Nel mio UJltimo colloquio con Mac DonaJd toccai anche questione eventurule rLunione di una ·Con1lerenza internazionale. Primo ministro 'eondiv1de pienamente concetto 'che una tale 'conferenza [per da.re utild risultati dovrebbe essere preceduta da i:nte.sru .sulLe questioni •te.c:ntche. Egli mi ha anzi detto, che al momento opportuno sarebbe stato assai lieto di procedere a tale intesa .col Governo italiano. A titolo informazione debbo però aggiungere che a quanto mi è stato dato

di ,ri,Jevare da informazioni traccolte al Foreign Oftke tutto l'esame delle questioni tecnkhe e :fome di quelle politiche che vi sono conneSiSe nei riguardi della Ruhr e delle ri,pal!"azioni verrà fatto aJ,Ja commissione delle ripa.Taziorni alt momento in 'cui questa dowà esamina~re ,e pronnnciarsi ISiUl rapporto deiliLe due commissioni di esperti. 11 Governo secondo ;pensiero del Foret~ Office dowebbe intervenire sol1o in caso di disacc011do in seno aJl.'la· ,commissione delil.e riparazJonj. Secondo qualche mormazione imdttretlta sarei anzi pOII"tarto a supporre che alJa Com.rnilssione delle r,ipara.zioni :tlra delegarto francese ,ed iln!glese cortrere'bbeTo gìà scambi di vedute iln relaJZione ai rimll.tati ed ai Lavori d!eil.le Commission.1 di esperti. V. E. vorrà ricordatre a queSito proposito gJi intimi conta,tti già stabilitisi. fra Bradbury e Barthou aJIJJ'.epoca stessa in oui fiurono decisi programmi di liavOtri dei due 'comitati e si 'convennero anzi ~le i'Illtese segrete <Circa un ;più ampio tacito manidato ~che hl primo dei due 'comitati av,rebbe potuto eSiplicare (teLegramma di Gab. 1077 del 28 novembre e 1116 del 10 dicembre scorso) (1).

(l) -Non pubblicato. (2) -Non pubblicati. (3) -Gruppo indecifrato. (4) -Cfr. n. 9.
22

IL MINISTRO A PRAGA, CHIARAMONTE BORDONARO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. 1292/51. Praga, 27 febbraio 1924, ore 18,10 (per. ore 20,,45).

Secondo Jrurenev, cui ho restitwto og,gi la vrsita, aLcuni circoli politici localli 'considererebbero con apprensione La pOISISLbilità ,che l'ltalia, dopo hl trattato stipulato con J.a Jugoslavia e con la Russia, si faccia mediatrice di un tristabilimento di nOtrmaJi rapporti diploma:ti.JCi tra Belgrado e Mosc'a dilminuendo con ciò iJ prestigio e la com,pattezza delLa Pilccola I'lllte..~ ed assumendo una posizione influente sulla politica panslavista. Jurenev ha ,già ·ricevuto le credenziali e prurtiJrà neLla settimana prossima direttamenlte per Roma.

23

IL REGGENTE LA LEGAZIONE AD ATENE, DE FACENDIS, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. 1303/80. Atene, 27 febbraio 1924, ore 22,.50 (per. ore 5 del 28). Telegramma di questa legazione n. 77 (2). Questa stampa continna ad ooouparsi con intenzione moderata delJa questione del Dodecaneso inattesamente ravvivata dalile dtchiarazioni aJ[a camera dei Comuni. Si ringrazia l'Ingh1~terra ma si in:s~ste a dire che Grecia nel wo destderio instaurare trapporti amtchevo1i particolarmente con vidne grandi Potenze meditel'lranee vuoil.e con esse i[))tendersi direttamente. A quanto qui risulta né Governo Venizelos, né Governo Kafandaris nell'intento riannodare anzitutto relaJZiorri di amkizia 'Con noi hanno mostrato impazienza per questione

Dodecaneso. La quale .invece è stata or'a. riso.hlevata da Londra a quanto pare non senza verosimiJJi speciaili fìnaliità. Sta di .fatto che .ripresa, normale ra.ppoll"t.i

2 - Documenti diplomatici -Serie VII · Vol. III.

fra Italia e Grecia dopo non ,lontana grave tensione !fra i due paesi ed in ~>Te

senza <~~ccordo ttalo-jugoslarvo, rprodrusse qui soddilsfazione forse anche maggiore

di queiLla determinata da ripresa relazioni diplomarti-che con In,ghilite'!Ta. Ciò

non è sfuggito a questi ~circoli inglesi che non hanno dissimulata loro appren

sione di fronte atteggiamento amichevole verso noi da parte di Venizelos c

sfere governative eLleniche. Si ha qui sensazione che il Governo britannico

attraverso sue chiare preoccupazioni Mediterraneo intenda ad ogni. costo man

tenere infeudata a sé Grecia contrastando influenza da parte potenze che

potrebbero se non altro ~attenuare predominio britannico in questo paese.

Finora Inghilterra ha cercato scal~are qui posizione della Francia, ora

essa si rivolge anche contro attività italiana che mostra nuova vitalità e

capacità di affermazione. Sintomatiche sono state curiose preoccupazioni de

~tate specialmente questi ambienti inglesi da ritardata partenza Montagna

che ha fatto pensare persino alla possibile gestione [sic] di speciale accordo

italo-greco.

Tutto eiò potrebbe indurre ad intravvedere speciali moventi di Londra nell'acuire in questo momento questione Dodecaneso.

(l) -Il telegramma fu ritrasmesso a Parigi in data 29 febbraio con tel. gab. n. 172. (2) -Tel. n. 1204/77, trasmesso il 23 febbraio alle ore 22 e per. il 24 alle 2,45, non pubblicato, col quale Montagna dava notizia dei commenti della stampa greca alle dichiarazioni fatte alla Camera dei Comuni, per cui cfr. serie 7•, II, n. 660.
24

L'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. s. RR. 427/195. Londra, 28 febbraio 1924, ore 3,10 (per. ore 13). Decifri Ella stessa.

Ho avUJto nuovo colloquio con primo ministro. Mio parlare è stato franco e fermo e strettamente consono al tono ed al contenuto delle istruz~oni di

V. E. Ho cercato specialmente rendere perfettamente edotto Mac Donald del preciso pensiero e del reale intendimento di V. E. Mia opera non è stata vana. Primo min~stro mi ha se~ito cordialmente 1nelile mie considerazioni in guisa che il 'chiarimento suJ.l'incidente personal,e si è potuto effettuare senza difficoltà e quasi na:turalirnente. E sono ,~Leto di ~riferire a V. E. 'che primo ministro mi ha pregato di dkhiararle suo virvo iPiacere per avvenuto definitivo chiarimen,to e per definitiva chiusura dell'incidente stesso. Creatasi così una migliore atmosfera ho rpreso a parlare della ~situazLone poli:tica generale riprendenido la conversazione iniziata nell'ultimo mio colloquio. Ho richiamato nuovamente tutta l'attenzione del primo mintstro su1l!a necessità e ['edproca utiLità di esaminare con ogni fraiillchezza tutte le questioni pendenti e la politka dei due Governi onde determtnare punti di ~contatto per una proficua 'collaborazione. Mi s:ono riferito ancora una volta alle passate relazioni itala-inglesi, all'utilità che ne era risultata. Ho [amentato scarsezza di comunicazioni: fra i due Governi e fartto rilevare penosa impressione nostra opinione pubblica per mancato riferimento aH'Ita1ia nelle di 11ui varie belllchè 'succinte di•chiara'Zioni politiche. Délille IC<>.se dettemi dal primo mtnistJ:"o ho tratto skura impreSISion,e che quanto era da me lamentato trovava in gran parte origine nel 1suo stato d'animo nei nostri riJguardi, stato d'animo ormai sol'passato; ed infatti Mac Donald non ha mancato ·di far comprendere che ahla prima occasione :favorevole avrebbe !frutto opportuno richiamo all'azione dell'ItaHa ed alla politica italiana.

Per quanto riguardava riparazioni e Ruhr primo ministro mi ha afieTmarto che non poteva dire gran che perchè sua politica finora non aveva mirato a creélll"e aLcun fatto, aocordo, od intesa speciale. Politica del Govemo !abouri!Srta mirava a 1creare pel momeruto u.na atmosfera di buon volere e ad eliminare ogni imlutile causa di attrito colla Francia.

Egli quindi 'si era proposto e si prOIPo:neva di lascia1re J.1avorare le Commissioni di esperti per discultere poi ilie iloro conclusioni. Questo speciaìle atteggiamento spiega anche in parte ila mancanza di a;>articolari 'comrun.ieazionl a

V. E. Primo ministro mi ha ,c0111fermato sua intenzione di procedere a scambio di idee 'Col Governo italiano non appena se ne determinerà opportunità. Ho portato qui.lnidi la conversazione ISUl GiubaJ.and. ~armi superfluo qui ripetere a

V. E. quanto io ho detto a rtale ri.guardo. Ho fatrto ~rilevare ancora una voLta con ogni chiarezza ed effi.'Cacia nostro punto di vista e nostre argomentazioni. Mac Donald mi ha r~o che sta personailimente studiando questione Giubalarul e queNa de!l Dodecaneso qru.aJ.i risulitano da voluminoso incarlamento e senz'alcuna pregiudiziale, partito preso o fine politico recondito. Mi ha detto che presto mi chiederà un colloquio per d'armi conoscere a quale conclusione il suo studio oggettivo l'avrà portato.

Mentre attendo questo :nuOIVo coLloquio <Continuo ad agire con trutrti i mezzi di cui di~SI>ongo neìl •senso indicato da V. E.

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IL REGGENTE LA LEGAZIONE AD ATENE, DE FACENDIS, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. 1315/81. Atene, 28 jebbraio 1924, ore 21,20 (per. ore 24). Mio telegramma n. 80 (1). Dichiarazioni Ma·c Donald circa Dodecaneso dopo quelle di Ponsonby non potevano non produrre qui soddisfazione ed emozione. Stampa greca evi.ta qualsiasi lÌI!lguaggio di Tisentimento verso Italia ma è naturalmente portarta ad inneggiare all'Inghilterra che fa sua questione Dodecaneso dicendosi protettrice di diritti nazionali delila Grecia. Ne'l momento in cui giunge nuovo ministro britannico in Atene, fa certamente buon gioco ·che egli prenda proprio oggi contatto col Governo greco fra una ondata di ovazioni alla poìlitka filoe11enica 'del Govemo in~ese e al suo

intendimento di xiJSolvere atrtraverso e per invadenza Londra questione .Dodecaneso.

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L'AMBASCIATORE A PARIGI, ROMANO AVEZZANA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. 1331/267. Parigi, 28 febbraio 1924, ore 21,30 (per. ore 4 del 29).

Sono Ìlnforma1to che in questi ultimi giorni vi è stato uno scambio di [ettere personali :lira Poincaré .e Macdonald i 'cui rapporti sembrano informarti a:l!la mag·

giore cordialità allo scopo di venire con mutue 'concessioni ad un accordo anche per questione dellie riparazioni come hanno raggiunito quello per la questione del Palatinato e del controllo militare.

Un membro dei1 Governo mi assicurava ~che President·e del ConsiJglio si sarebbe mostrato .più .accomodante di quanto generalmente si rit1eneva. Ho osservato che anche l'ItaUa 'Confidava in una soluzione ,che avesse aTmonizzato gli interessi di tutti gli Stati e che io non diubitavo vi 1si sarebbe arrivati essendo troppo grave la ·s~tuazione che soprattutto per la Francia la Germania e ['In~ ghHiterra avrebbe potuto derivare, qualora non si fosse approfittato della favorevole occasione fomiJta daLl'inchiesta e da:hle conc~UJSioni degli esperti. Lo iSrte·sso personaggio mi assicurava che le tdiJsposizioni delil'Inghil:terra eraJllo molto concilianti. Egli le attribuiva a1la situazione interna della Gran Bretagna che era assai più grave di quanto non si credesse. Mi è grato poi attirare l'attenzione di

V. E. sull'opera del signor Pirelli ·che è universalmente apprezzato e lodato. Egli gode presso suoi ICOLleghl di ogni nazionalità d:i grandissimo prestigio e si considera sia quello ·che abbia più di ogni altro contribuito al conseguire pratici risultati.

Ho tenuto con Jui stretti ·contatti e condivido completamente le sue proposte dirette a semplificare il problema delle riparazioni basandolo su pochi cespiti di largo rendimento e di facile controllo.

Ma su di ciò egli ha già lliargamente rifurito a V. E.

(l) Cfr. n. 23.

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IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA

T. GAB. 167. Roma, 29 febbraio 1924, ore l.

Telegramma n. 189 dell'E. V. (l) conferma notizie giornali che nelle dichiarazioni circa il Giubaland e Dodecaneso, Mac Donald si è limitato ad un breve riassunto storico delle questioni rise.rvando di esprimere la sua opinione dopo avere studiato l'argomento.

Debbo però richiamare ['attenzione di V. E. sull'accenno fatto dali primo ministro aLl'elemento etnico della questione. A questo proposito ;rite.rrei conveniente che V. E. trovasse opportuna occasione per far presente a Mac Donald Le gravi 'conseguenze derivanti da runa pubbHca polemLca su tale argomentazione non potendosi evitare il raffronto odio.so per certe situazioni della Gran Bl'etagna in 'Contrasto con la tesi ~che sarebbe da essa sostenuta contro i diritti dell'Italia.

(l) Tel. n. 1278/189, trasmesso il 26 febbraio alle ore 4,35 e per. alle 19,15 dello stesso giorno, non pubblicato, col quale il Della Torretta dava notizia della risposta data da Mac Donald alla Camera dei Comuni ad una interrogazione relativa alle questioni del Giubaland e del Dodecaneso.

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IL MINISTRO A DURAZZO, DURAZZO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. 1341/29. Durazzo, 29 febbraio 1924, or'e 14 (per. ore 17).

Da una decina di ·g,iorni corrono per i giornali e mi furono ripetwtamente segnalate a Tirana da ·deputati e uomini ;politici più in vi'sta notizie che noiili cessano di preoccupare l'opinione pubblica albanese. Tali notizie tendono tutte a :lìacr ritenere 1che J.a J,ugoslavia si appresti ,aJd occupacre Scutari e che l'ItaJiia,, dopo il recente accordo, lasc1erà fare. In aillcune di tali notizie si parlava anche di torbidi a Scutari e di una commissione di scutarini recatisi a Belgrado per invocare intervento. Notizi,e consimili sono 'state puJbblic<1te da giornali di BelgraJdo e di: Zagabria, riprodotte da giornalli austriaci e nostri di Tries:t:e, teilegrafate a giornali svizzeri. Nehla seld!uta di ieri è stata data 1e.ttura aJil'assemb'1ea di Tirana di una petizione fìmnata da1 capi SIC!Utarini che dopo avere smentito categoricamente i pretesi torbidi di Scutari ed invio di una [commissione] a Belgrado, invitò l'assemhlea a prendere inizi:artiva presso il Governo albanese perchè questo ottenga dal Governo italiano di fare smentire categoricamente sulla stampa italiana dette tendenziose notizie per ciò che riguarda intesa itala-jugoslava a danno di Sc:utari. Assembllea ap(provò ta proposta aLl'unanimità.

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IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, AL MINISTRO A BELGRADO, BODRERO

T. GAB. 169. Roma, 1 marzo 1924, ore 4.

Pregola rkhiamare molto rerliamenrte l'a:ttenzione di codesto Governo sru continui incidenti ·Che si sussegu01no con nn 1crescendo di gravità iimp:res:sionante.

Oacorre assolutamente impeldire che si ilnizi nel1'alDitico temtorio fiumano una nuova era di violenze e colpi di spillo che il GOIVerno equanime ed energico del generale Giardino aveva saputo :lìare ·Cessare. Non deve essere impossiibdle alle autorità di Sussak e ad altre autorità jugoslave tenere a freno una popolazione rurale non numerosa quando la intera cittadinanza fiumana dopo le eccezionali sovraeccitazioni degli anni scorsi viene così fermamente mantenuta disc'~plinata anche nei suoi e}ementi più turbo1eruti.

Voglia esprimel'si lLn termini cfffi'llli con Nindch pregandolo vivamente da parte mia di provvedere eneTgLcamente per evitare 'che per iJ. solo fa:tto del1a iiJJc.apacità di quakhe funzionario locaJe, s:i possa far Cl'eidere che i rapporti amilchevoli stabiliti restino lettera moota IIlei riguardi di Fiume (1).

(l) Il telegramma fu motivatn da un telegramma di Giardino che dava conto a Mussolini di incidenti con elementi croati a Fiume. Cfr. anche ciò che, in relazione ad un analogo telegramma di Giardino, Mussolini aveva già telegrafato. a Bodrero il 28 febbraio: c Vogliaattirare l'attenzione di Nincich su questi incidenti che non corrispondono alle assicurazioni datele e soprattutto mal corrisPQndono all'ordine ed alla perfetta correttezza riconosciuta anche da Pasich, assicurata da parte nostra in condìzioni ben più difficili grazie alla energia nostre autorità •.

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IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, AL GOVERNATORE DEL CARNARO, GIARDINO

T. GAB. u. 173. Roma, l marzo 1924.

Rispondo Suo telegramma n. 2000 in data di ieri (1).

Ho parlato con ministro finanze il quale accetta decreto V. E. circa riduzione ed esenzione dazi su taluni generi prima necessità. Per conto mio associomi ministro finanze anche per ciò che riguarda esclusione caffè che non ritengo genere indispensabile di consumo. Bisogna però stabilire sin da questo momento che decreto ha carattere di assoluta temporaneità e cioè dura sino al 1° aprile anno ·COil"l'ente. V. E. comprende che non è ammissibile nell'interno dello stesso Stato l'esistenza di due frontiere doganali. Prego V. E. anche evitare emanazione decreti ordine finanziario che potrebbero avere ripercussioni nel resto del Regno e creare una assai pericolosa duplicità di legislazione in materia.

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IL MINISTRO A PRAGA, CHIARAMONTE BORDANARO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. 1355/54. Praga, l marzo 1924, ore 19,30 (per. ore 24).

Mio telegramma n. 53 (1).

Benès mi ha detto che per iniziare subito le conversazioni circa l'accordo per i beni ceduti sarebbe disposto recarsi a Roma subito dopo Ginevra cioè tra il 15 e il 20 corrente e mi ha chiesto di domandare se V. E. avesse nulla in contrario, a tale ·sua progettata visita.

Da allusioni fattemi da Benès 1stesso e da qualche collega, credo che lo scopo della visita a Roma, oltre a quello confessato, sarebbe quello di tastare il terreno per un trattato con l'Italia .sul ,genere di quello stipulato con la Francia

o per una adesione della Cecoslovacchia al patto di amkizia italo-jugoslavo.

Resto in attesa di istruzioni per la risposta da dare a Benès e per mia no.rma di linguaggio.

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IL GOVERNATORE DEL CARNARO, GIARDINO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. RR. P. 449/2049. Fiume, 3 ma·rzo 1924, ore 4,20 (per. ore 0,25 del 4).

Decifri Ella stessa.

Sciolgo riserva mio 2027 in risposta suo tel. n. 173 (2).

Ho scrupolosamente riesaminato tutta la complessa questione dell'i:ndiilri.zzo

e del sistema che ritengo indispensabile ooguive nel nuovo periodo di lavoro

t. -Mussolini 173.

per Fiume. Quanto al programma non posso che ricond:ermare mio 1888 di ieri (l) in massima accettato col n. 148 (2) di V. E. assumendo come limite di tempo l luglio anzichè termine 1925 come già indicato nel mio 1916 (3) e riservandomi determinazione singola applicazione leggi dello Stato e vincoli burocratici e specialmente gravami man mano situazione locale, considerata nella sua influenza SUJgli interessi •generaJ.i, ·consentirà. Quanto ad 31PPhlicazloine doganale non posso e non in1Jenido più permettermi alC!Una idi!scussione dlqpo ila decisiODie di V. E. (suo tel. 173). Soltanto mi è necessario invocare benevolo apprezzamento di

V. E. su mia posizione personale divenuta d<eli{!atissima. Non vedo come potred. mantenere governo Fiume se termini artiJColo mio decreto n. 1820 del 29 feb~ braio (4) fossero ridotti al primo prossimo aprile. Sono sempre più convinto che decreto citato n. 1820 rappresenti minima attenuazione necessaria quando sia opportrmo dila,zione. Ho te1egrarfato anche applicéi!Zione altre imposte. Comunque mi 1permetito pregare V. E. cOOllSiderare che ilo non mi troverei in grado es:se·re autorevole esecutore di indirizz-i diversi come ho detto nel mio 1941 del 29 febbraio (5). Tanto più difficoltà mia posizione non dipende da impegno da promesse che ao abbia mai fatte ad ailicuno ma da mia linea di condotta fin qui tenuta. Non ho mai dato ad alcuno ciò che non fosse imposto da necessttà e a nessuna classe di cittadini ho risparmiato il peso di un'inflessibile disciplina. Ma tutti hanno acqui.stato la convinzione che ogni loro diri'tto poteva rimettersi sdlenziosamente alla severa ma giusta tutela del .governatore. E ne hanno dato, e ne danno per la ·cessione di Porto Baros, come per sopportazione di provocazioni già segnalate a V. E. continua prova. Ora, Eccellenza, io non posso deludere questa gente nè mancare a.Ua tacita ma appunto perciò ferma fede. E V. E. per primo mi ·condannerebbe se altrimenti operassi. Con tutta fedeltà e con tutta devozione prego dunque V. E. mettere il mio nome al coperto da una jnvolontaria menomazione. Benchè vecchio potrò forse servire un'altra volta e magari in questa stessa Fiume. La missione affidatami in settembre è compiuta e sarà in ogni caso perfetta dopo la visita di Sua Maestà. Un'altra missione comincia ancOtra più grande e più decisiva. Ma è missione nuova di carattere diverso e può .con piena naturalezza essere affidata ad altri mentre non è ancora pubblicato decreto reale per me. E quanto ad indole della prima è forse un vincolo

nocivo alla condotta della. seconda.

Voglia V. E. essere ancora benevolo ed accogliere la mia invocazione. Io mi adopererei ,fin da ora ad avviare cautamente opinione pubblica Fiume al cambiamento ·che avvenendo nella circostanza della proclamazione avrebbe ila sua sede più naturale.

(l) -Non pubblicato. (2) -Il t. gab. 173 è pubblicato al n. 30. Con t. gab. 442/2027, trasmesso il 2 marzo alle 13,10 e per. alle 15,35, non pubblicato, Giardino si riservava di rispondere per lettera al (l) -Cfr. n. 6. in realtà del 24 febbraio. (2) -Sic, ma si tratta del t. gab. P. 149, trasmesso il 24 febbraio, non pubblicato. (3) -T. gab. r. P. 400/1916, trasmesso il 25 febbraio alle 12,30, per. alle 16, non pubblicato, relativo ai problemi di carattere finanziario legati all'annessione di Fiume. (4) -Il decreto, pubblicato a Fiume il l• marzo, regolava l'estensione doganale italiana a Fiume. (5) -Cfr. n. 20 trasmesso in realtà il 26 febbraio.
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IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA

T. PRECEDENZA ASSOLUTA 704. Roma, 3 marzo 1924, ore 12,50.

GiornaJ:i recano ·che camera Lords ha ratificato trattato Looanna. Vo~ia comunkarmi se :lìuvvi discussione e 1se :liu menzionata questione Dodecanneso nonchè se ratifka camera comuni sarà imminente (1).

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L'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 452/206. Londra, 3 marzo 1924, ore 22,05 (per. ore 9,10 del li).

Decifri Ella stessa.

Ho avuto occasione di parlare r:nuovamente a Male Dona,Ld del GiubaJand. Gli ho confermato ancora una vdlta nostro punto di vista ed ho insistito nuovamente nel ribadire punti 2 e 3 del telegramma 143 (2). Primo ministro mi ha confermato a sua volta che esaminava la questione portando nello studio Ja nota amicizia e desiderio vivissùno Idi giJungere rapidamente 1ad una soluzione. Ha fatto accenno al Dodecaneso, ed ha protestato contro .la SUipposizione che egli pensi esercitare pressioni sull'Italia, e valersi della questione del Giubaland per imporre una soluzione per Dodecaneso. Mi ha detto che egli intende ispirarsi esclusivamente a principi di equità e di giustizia, sapendo del resto •benissimo che una grande e fiera nazione come PHalia non tollererebbe nessuna pressione. Ha e!Wresso speranza che il R. Governo gli veng~a incontro con ,lo stesso spirito di amicizia e con lo stesso desiderio di ll"isolvere presto ed in modo definitivo le questioni pendenti. Nel .corso della. •conversazione ho dovuto ·constatare che il primo ministro ignorava quasi •compLetamente 1e trattative 1circa Giubaland e Dodecaneso quali si erano svolte recentemente fra Curzon e me. Mi ha infatti insistentemente pregato dt fargli avere un memomndum su quelle trattative. Ho avuto arnzi JJ'impressione •che hl rprimo mtnistro aspetti tale memoratlldum per precisare con altro memorandum sua definitiva politica su Giubaland e Doàecaneso.

In seguito quest'ultimo .colloquio •col primo ministro ho intensificato mio J.avoro d'indagine per conoscere in qual·e direzione ·si orientava il suo pensie:ro ora che ha trovato tempo di oc•CIUIPaii1si d'elila questione, e che la studia direttamente dagli incartamenti e che ha perfetta conoscenza del pru:nto di: vista italiano, punto di vista •che posso 1asshmra:re V. E . .gli è tsm.to ifatto rconosJcere efficacemente e al momento opportuno. Ec•co quale è iJ. rhmltato tlel,le mie indagini: Ma.c Donald vedrebbe possibilità di accogliere ·tesi italiana di scindere doè la questione del Gtubarland da quel!l.a. ·deL Dodecaneso 'e di procedere •alla consegna immediata del Giubaland nei termini dell'accordo Milner-SciaJ.oja. Ciò non si

gn~ficherebbe però diiSinteressamento ailla sistemazione definitiva del Dode,caneso. Primo ministro però !Penserebbe avel'e diritto partectpare a questa si:Sitema.ziooe (oltrechè per ragioni d'ordine politico) in base a tutti gli atti diplomatici esistenti in proposito dall'arrmistizio in [pOi:. La sua. convinzione sarebbe· così profOIIlda che in caso di disa.ccol'do colll'Italia egli per risolvere definitivamente la questione penserelbbe, sempre animato dallo SJPir1to :pi:ù amichev01le, sottoporre la divergenza di vedute fra l'Italia ed Inghilterra ad un Tribunale internazionale sicur·o di ottenere il trionfo deLla sua tesi. La divergenza però fra Italia e Inghilterra e la conseguente necessità di ricorrere ad un tribunale internazionale verrebbe secondo pensiero del primo ministro ad infirmare tutto ll'oocomodamento Milner-Scialoja giacchè seconldo ilJui contropM'tita di questo COIIDPl"Omesso oca siiStema.zione di •comune ac.cordo di tutte le questioni !POste alla Conferenza della pace. Conseguentemente per H pagamento del debito che il primo ministro riconosce essere dovuto all'I,talia in base all'articolo 13 del patto di Londra ed all'infuori di ogni altra questione, si dovrebbe ritornare aille prime tratta<tLve di Pwigi ed intendersi per 'la stretta applicazione dell'articolo 13 del patto di Londra e doè per la 'cessione di run tem-itorio di più modeste proporzioni. Il presente telegramma continua.

(l) -La minuta è di pugno di Mussolini. (2) -Cfr. n. 3.
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L'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. s. 453/207. Lcm,dra, 3 marzo 1924, ore 22,05 (per. ore 10,15 del 4). Il presente 'telegramma fa seguito al precedente. Da tutto quanto precede risulterebbe che selbbene partendo da altro concetto e da diverso intendimento le rdue questioni pendenti tfu-a l'Itallia e 1'lnghllterr-ra Giubailand e Dodecaneso ISi presentano sostanzialmente nella mente di tutti gli uomini di stato brita.rmici nello stesso modo le cioè: l) nessun governo brdtannico si •chsinteresserà mai della sor:te definitiva del Dodecaneso. Non ilo fec.e irufatti il Governo di Lloyd George, non lo fece queLlo di Bonar Law e Baldwin, non lo 'farà quello .1aburtsta idi Mac DonatLd; 2) il Girubaland pattuito (Milnex-Scialoja) r31PPresmllta il .massimo cumpenso colonia,],e ~che l'Inghilltenra potrà dare e sempre in relazione alla sistemazione de:finitiva del Dodecaneso; 3) ciò stante, anche nel .caso in .cui l'Italia irinnnziasse al comipenso •colonia:le o ne pattuisse uno inferiore a quello Milner-Scialoja il ·governo britannico non dichiarerebbe mai suo disinteressamento al Dode.caneso neUa si•curezza di ottenere ragione da un tribunale internazionale. Conseguentemente in questa nuova :lìase della questione per non giungere ad runa rottura, occorrerà soprattutto vedere se di:sposizioni di Ma:c Donald .pOISsono concretarsi in una pronta manifestazione di amtcizia (cessione immeldi:a,ta del Giubaland; tel. di V. E. Gab. 41) (l) da consentire una amichevole discus

sione .per la restituzione alla Grecia di quelle isole del Dodecaneso che non interessano l'Italia.

Debbo a:gg1ung.ere che da quéÙJChe infOO'Inazione per quanto vaga tdi 'CUi sono in possesso, ho l'impressione che il GiJUbaland potrebbe essel'ci immediatamente coosegnato dietro una riservata assicurazi'one di questa ambasciata che in trattative dirette italo-greche da farsi in avvenire alcune isole del Dodecaneso (da precisare però sin d'ora) sarebbero cedute alla Grecia allo scopo di iniziare con essa una politica di cordiale amicizia. Compreso della gravità deLla si:tuazione cui ISi [potrebbe andare incontro sia col ~iaa'e trascinare le due questiooi sia col ,giungere ad una rottura ·sarò grato a V. E. se vorrà falrffii conoscere d'urgenza se invece di ,procedere aUa presentazione dél memorandum richiesto insistentemente da Mac Donald (l) io possa cercare di combinare le ultime dichiarazioni fatte a Curzon colle disposizioni di Mac Donald e le altre informazioni di cui sono in possesso, per tentare un qualche compromesso. Ln tal caso V. E. dovrebbe compiacersi indicarmi che cosa intende per sistemazione di Rodi oltre beninteso Lero e Cos (tel. di V. E. Gab. 41). Attendo risposta urgente sembrando imminente discussione dichiarazione di Mac Donald circa Dodecaneso.

(l) Cfr. serie 7•, II, n. 580.

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L'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 454/209. Londra, 3 marzo 1924, ore 22,05.

Già col mio telegramma 161 del 19 febbraio iillformai V. E. che primo ministro sembrava orientarsi ·SU via media (2). E cioè che pareva disposto a cedere sul1e questioni minori per ·Cre<lJI'e una ,atmosfera favorevole e per dimostrnre uno spirito di cooperazione mentre restava fer:mo sulle direttive principali costretto in ciò dal programma del ,suo partito e non meno da quello del ,suo predecessore. Seconda lettera di Mac Donald a Poincaré conferma oggi in ogni punto tale giudizio. Uguale ~conferma riceV'e dichia~azione fatta dal primo ministro e da me riferita a V. E. col tel. 195 (3). Tutta la lettera è ispirata alle considerazioni da me esposte; e cioè: l) che primo ministro e Foreign Office cerchino adesso accaparrare opinione pubblica francese in vista delle prossime elezioni in Francia, e che cel'lchino a tale 'scopo evitare ogni discussione o ,precisazione sui punti essenziali; 2) concetto integrale europeo della possibile soluzione e non già quindi una soluzione che sia in dipendenza di un circoscritto interesse anglo-francese; 3) necessità di modificare in tutti i modi note preV'enzioni francesi contro labouristi ritenuti e fatti ritenere specialmente dai conservatori durante la campagna elettorale come in stretta e diretta opposizione non tanto a Poincaré quanto al complesso della politica francese del dopo guerra.

Da tutto quanto precede risulta infine che la lettera Mac Donald Poincaré

non ha fatto fare tl benchè mirr~mo passo innanzi al problema tecnico delle

riparazioni. Essa dunque sembra dovere essere considerata esclrusivamente come tm gesto e forse come un .gesto più politico che dtplomatico. In tale giudizio coilJCOro~rebbe questa stessa ambasciata di Francia; e vi concorda pure opinione media britannica. Noto infine che lettera sembra essere stata redatta da Tynrel. Cedamente essa contiene hl. nocciolo di runa .conversazione che egli ~bbe meco tre settimane or ·sono. T~rreil. si è recato a Parigi e credo vi si trovi tuttora.

(l) -E che poi gli fu consegnato da Della Torretta, cfr. p. 47 nota 1. (2) -Nella questione della Ruhr e dei rapporti con la Francia in genere. II testo del tel. riservato 161, conservato nell'archivio dell'Ambasciata a Londra, non è stato rinvenuto nell'archivio del Ministero. (3) -Cfr. n. 24.
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IL MINISTRO A BELGRADO, BODRERO, AL PRESIDENTE DEL CONSLGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. s. 451/125. Belgrado, 3 marzo 1924, ore 22,30 (per. ore 2 del 4).

Decifri Ella stessa.

Stamane ho presentato rcol consueto cerimoniale le credenziali a S.. M. H re Alessandro rche mi ha intrattenuto lungamente. Irl sovrano si è mostmto moLto soddisfatto del modo come si :so111o svoltri i passaggi di frontiera a Fiume e mi ha detto di ringraziarne V. E. Mi ha ~poi ri[Jetuto come egli teme che le incurrsion.i dei comitagi macedoni 'in territorio serbo possano condurre a complicazioni colla

. Bulgaria. Ha aggiunto che egli ed il suo Governo desiderano la pace ma occorre che il Governo bulgaro comprenda che non è possibile continuare in queste continue provocazioni. Il tono del suo linguaggio mi è sembrato molto deciso. Ho risposto secondo istruzioni datemi da V. E. che il Governo italiano avrebbe influito a Sofia perchè non venga turbata la pace facendo comprendere che la responsabilità delle conseguenze delle incursioni macedoni in territorio sevbo cadrebbe sulla Bulgaria qualora dette incursioni non venissero con tutti i mezzi irmpedite. Ho pregato ii sovrano a voler parlare coi ministri competenti perchè sia impressa ma.ggior attività e spirito conciliativo nelle trattative commerciali ed egli mi ha promesso di farlo non solo ma ha soggiunto che era suo des~derio che il trattato di commercio fosse condotto a buon termine aJ. più presto. So a proposito che il sovrano ha già chiamato Todorovkh. Infine re ALessandro ha insistito ·sulla necessità e :sul desiderio di conferire con V. E.; mi ha detto che è disposto a recarsi a Bled non lungi dal confine in modo che possa essere facile a V. E. di incontrarlo senza pubblicità (1).

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IL DELEGATO DEL PARTITO NAZIONALE FASCISTA A VIENNA, TAMARO, AL SEGRETARIO GENERALE AGLI ESTERI, CONTARINI

L. P. Vienna, 3 marzo 1924.

Prego l'E. V. dt gradire tl.'espressione. dehle più rsincere feLicitazioni per l'ail.ta distinzione con cui S. E. iJ Presidente ha voluto arttestare ld'i.nnam.JZi all'Italia H valore della collaborazione, che V. E. ha dato aHa sua opera (2). Ricordo l'azione appassionata, .con •cui V. E. ha rcercato di arrivare, in ogni modo, all'annessLone

in parte, cominciando dalle parole: • Mi ha poi ripetuto... •, a Sofia in data 6 marzo con tel. gab. r. P. "· 188.

di Fiume e penso .che V. E. avrà un profondo senso d'orgoglio il giorno che quest'annessione sarà proclamata.

Qui per il momento poche novità. Nei circoli v~cini a Ra:dich si vocifera che i croati vogliono tenwe di far délle dimostrazioni nazionali croate a Fiume il giomo che la Maestà de!l re s1 troveTà nella città. Non so quanto siano attendibilli queste minacc.ie. Più vera e più pericolosa è la minacc'ia d'un conflitto serbo-bulgaro, poichè i ·circoli panserbisti di Be.lgrado --sempre decisivi nelila politica di quel paese -vogliono realmente apProfittare della :situazione per riwlvere la partita ma•oodone con la Builga.ria, o con ,le armi o con un'um.i1iazione politica dell'avversario. Aggiunga che ila speculazione serba hai messo gli occhi sulle miniere carbonifere, che sono a Petrich e a est di Tsaribood e vorrebbe prenderle. Di più, dopo ila ·conclusione del trattato di Roma, c'è una forte e decisa voltata della politica estera serba verso l'Oriente con l'intenzione di assicurarsi il predominio nei Balcani. Petrich (carboni) e Salonicco (sbocco Egeo) sono ,gli obiettivi primi di questa tendenza.

L'Austria attraversa una profonda crisi, di cui certo l'E. V. sarà informata: ne scriverò a lungo in questi giorni a S. E. il presidente, perchè credo si avvicini il momento per un'azione fecon:da. Nell'Ungheria lia crisi è anche maggime. Pen:so che, se potelSISirn.o di$orre di 200-300 milioni da offrire all'Ungheria come ant.~cipo pel prestito internaziona!le, che ormai e purtroppo sembra ass}cu.rato, faremmo una forte affermazione politica in quello stato e in genere nell'Europa centrale.

Colgo l'occasione per scrivere all'E. V. anche della mia persona, perchè non so nu.lla ancora, se ci sia o no una soluzilone della mia situazione personale. Quello che avrei ambito fare in questi tempi, non oso nemmeno dirlo a V. E., perchè mi accuserebbe di presunzione, benchè io sa~p~pia di non deslrdera~re se non oneri, per i quali le mte spahle sono preparate. Ma purtroppo non so nu11a nemmeno circa l'assetto finamziario 1dellla mia odiema situazione. Mi furono chieste tempo fa due firme, dicendo 'che si tmttava di a1ccreditamni ·alla Banca d'Italia: ma .poi non ho saputo più nulla e, anzi: ora, a forza di attendere, mi trovo sprovveduto di mezzi. Onde prego l'E. V. 'di voler a·iutarmi a usc.ir da que!ste condizioni.

Si di1ce che il console Zannoni non J"itornerà .più o dtornerà per poco a Vienna. Spero che non s~a vero, a~endo grande stima deillo Zannoni, vecchio, esperto e d1stintissimo patriotta. Ma, se il suo pensionamento fosse deciso, mi permetto di mettere in v1st.a dell'E. V. per la sostituzione ill cav. Francesco Idone, ora console a Graz e qui sostituto dello Zannoni, molto pratico delle cose austriache, dotato di attitudini allo studio delle questioni economkhe e finaJnziarie:, molto apprezzato daLle colonie e dal :fascio d1 Vienna, nonchè il1 magg.iore Enrko Calma, valorosissimo .combattente, dottore in scienze economico-sociali, da tempo addetto alla mi1ssione militare di Vienna e o11a aspirante al posto di ·Console fuori ruolo.

Sono dolente di non veder ancora r1solta la questione Cast1glioni. S. E. il presndente fu allora così esplicito, che non vi ha a1Lcun dubbio che egli darà al Castiglioni quanto gli ha promesso. Ora che l'affare della Steweag è definito, sarebbe il momento ;per quel jpÌCColo ,gesto, che renderà mol1tissimo. Io lo attendo, perchè vorrei poi ottenere dal Castigliani, mediante il fascio locale, i mezzi

per istittuire una scuola elementare italiana per i 300-400 bambini italiani, che quì si maturano. Prego l'E. V. di prendere dn considerazLone la mia posizione e di gradire una volta ancora le più vive felidtazioni.

(l) Annotazione di pugno di Mussolini: • dopo le elezioni •· Il telegramma fu ritrasmesso

(2) Contarini era stato nominato Ministro di stato il 24 febbraio 1924.

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L'AMBASCIATORE A BERLINO, DE BOSDARI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. PER CORRIERE S. N. Berlino, ....... (per il 4 marzo 1924).

Deciiiri Ella stessa.

Generale Cappello (l) mi ha giornalmente tenuto informato di quanto è .giunto a sua conoscenza. Ha visto molte persone e tra le più notevoli Mackensen, Krammon, Principe Oscar, Hergt, Westarp, Helfferich e von Seeckt, questo ultimo, come anche gli altri, a senso direttive datemi da V. E., non per mezzo mio, ma propri diretti. Von Seeckt ha confermato a Cappello essere pronto contentare nostra richiesta mandare Roma ufficiale e propriamente fiduciario per scambio idee con Governo italiano su ogni futura eventualità.

Confermo essere questa a .mia opinione unica via che, volendo venire a tale scambio di idee, si debba seguire, scartando invece tutte l·e altre numerose :richieste di colloqui con V. E. che Cappello mi dice pervenirgli da ogni parte. Le impressioni derivate al Generale Cappello da tutti questi colloqui sono le seguenti: l) Grande desiderio anzi ferma speranza prossima •guerra rivincita verso la Francia. 2) Persuasione che l'Italia abbia interesse a secondare Germania tale scopo specialmente col prestarsi nel·la prima fase del conflitto fornire Germania armamenti necessari che Cappello ha trovato autorità competenti disposte precisare. 3) Deliberato proposito opporsi anche colla forza ad ogni forma controllo militare il ·che conferma quanto ho più volte riferito all'E. V. e da ultimo con mio telegramma 22 corr. 4) Perfetto accordo elementi politici nazionali con General·e von Seeckt piena deferenza e fiducia verso di questi e proposito di non ·creargli imbarazzi con azione prematura ed imprudente. 5) Previsione per futura Camera di forte aumento per partiti nazionalisti tale da dare lmo preponderanza da poter integrare programma nazionale. Risoluzione quindi in caso necessità di dare man forte a Generale von Seeckt per un colpo di Stato. 6) Notizia positiva di frequenti riunioni associazioni segrete militari e nazionali per preparare avvenimenti futuri. Importantiss·ima fra tutte quella del cinque febbraio a Monaco di Baviera indetta da Krammon cui partecipammo Kar, Losta, Erard, un agente di ..... (2) ecc. allo scopo partecipare possibile appoggio italiano ad un Governo di destra. Da ricerche da me fatte risulterebbe che tale supposizione si baserebbe su discorsi fatti Monaco di Baviera da italiani recativisi in questi ultimi mesi e qualificatisi per mandatari partito fascista. Cappello intende partire domenica 2 corrente fermandosi brevemente Monaco Baviera. Sarà Roma 6, 7 corrente.

(ll Cfr. p. 30 nota l. (2ì Gruppo indecifrato.

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IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, AL GOVERNATORE DEL CARNARO, GIARDINO

T. GAB. P. R. 182. Roma, 4 marzo 1924, ore 19.

Telegramma di V. E. n. 2049 (1). Fra il 20 e il 30 corrente V. S. verrà a Roma e tutte questioni di ,cui suoi ultimi telegrammi saranno esaminate e risolte.

41

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA

T. GAB. S. 185. Roma, 4 marzo 1924, ore 22.

Decilfri Ella 'stessa.

Dai suoi telegrammi 206 e 207 (2) rilevo che per considerazioni diverse e partendo da differenti premesse Mac Donald giunge nelle questioni pendenti con l'Italia alle stesse conclusioni del suo predecessore. Rendendomi conto della gravità della situaz~one cile dovremo probabilmente affrontare mi riservo inviarLe adeguate istruzioni dopo aver riesaminato nel suo complesso il problema delle nostre relazioni con ~a Gran Bretagna, pur confermandoLe subito che non mi è poss1bhle modificare il mio punto d1 vista fondamentale dellla questione.

D'aLtra parte, poilchè Mac Donald le ha chiesto insistentemente un memoranidlunn sulle trattative recentemente svolte fra Curzon e V. E. g]udko non esser possibile non 'con:segna~rlo e nei terllllini più precisi, dovendosi evitare che Curzon quando avven~se una discussione avesse ragione di rettificarli. Non mi sembra d'all.tronde, al punto 'i:n cui stanno le 'Cose che il Governo i:taliJano abbia interesse di nascondere quale sia stato i1 suo atteggiamento su tutta la questione.

V. E. vorrà quindi rimettere a Mac Donald con la possibile sollecitudine il memorandum rkhiestole riassumendo nel modo più fedele le ultime conve,rsazioni avute 'con Curzon sui due noti argomenti.

Credo altresì molto utile che V. E. fuccia amichevolmente far considerare a Mac Donald come sia dannoso N dar es<ca con pubbliche dichiarazli:oni a !POlemiche di stampa su questiJ delicati argomenti :pdma ancora di a,ver accertata l'impossibilità di giungere ad un accordo fu-a i due Govemi.

42

L'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. S. 459/213. Londra, 4 marzo 1924, ore 22 (per. ore 5,30 del 5).

Ho avuto oggi colloquio con signor Ponsonby sottosegretario di stato politico al Foreign Office. Gli ho chiesto chiarimenti sullo scambio di lettere avvenuto fra Mac Dona1d e Poincaré. Egli mi ha detto che questa nuova corrispon

de~a fra i due primi ministri rappresentava lo svolginlento di quella azione intrapresa da Mac Donald fin dal suo arrivo al potere tendente a mettere in un primo tempo i rapporti anglo-francesi sopra un piede di normalità, a creare poi fra i due Governi .un'atmosfera di amicizia e di buon volere in cui avrebbe dovuto svolgersi fra poco la discussione delle conclusioni degli esperti circa Ruhr e riparazioni.

Nel corso della conversazione ho detto a Ponsonby che mentre da una parte non potevo 'che ralilegra.rnni dei mi~iora.ti raworti anglo-francesi, dall'altra non potevo n'ascondere un certo .senso di creseente inquietudine nelil.'OiPinione pub-blica italiana per il fatto che tutta l'attività del Governo britannico sembra essere rivolta esclusivamente verso Parigi. Dovevo ricordarg1!L che per 'gtungere a: soddisfacente soluzione per questione Ruhr ·e ri:parazioni era egualmente necessaria cooperazione italiana e necessità quindi di accattivarsi opinione pubblica italiana per facilitare opera R. Governo che era desideroso collaborare con Govemo ·di Londra.. Ho soggiunto che se Governo britannico avesse continuato su questa via si sareobbe potuto arrivare aJ. deplorevole risultato che Inghilterra avrebbe potuto perdere nei r1guardi dell'Italia quello che guadagnava nei riguai'di della Fr!mcia. Ho concluso eStprimendo fiducia che Governo britannli.co compreso di quanto io aveva esposto già a più rrjprese, nell'interesse dlei d!ue paesi ed in quello generale provveda adeguatamente. Ponsonby mi ha risposto che avre]:}be immediatamente riferito nostra conversazione al primo ministro suggerendo di cogliere una favorevole OCICasione per provvedere a quanto io gli a,vevo ra.ppresentato. Nel<lo stesso tempo però egli ha tenuto a dimostrarnni che g!li inconvenienti da me già additati al primo ministro ed ora a lui ripetuti a proposito del recente scambio di lettere tra Mac Donald e Poincaré, si sarebbero, se mai, verificati all'infuori della volontà del governo britannico. Ponsonby mi ha detto che prirrno ministro nei suoi discomi dentro e fuori del parlamento non aveva mai fatto ,dltchia:razion'i: di politica generale ma si era limitato a parlare esclusivamente di quei paesi 'coi quali 11 Governo br1ta!Ilnico si trovava in cattivi e non amichevoli rapporti, allo scopo di operare un riavvicinamento e creare una situazione normale. Primo ministro infatti si era esclusivamente occupato della Francia e della Russia.

Non aveva mai fatto alcun accenno aill'ltalia per.chè fortunatamente rapporti fra i due paesi sono normali ed 1mprontati a sincera amicizia e non vi è quindi nessuna azione di riavvtc1na:mento e di chiarimento da farsi. Mi ha fatto anche rilevare .che il primo ministro rnon ha mai pa11lato neanche dell'America e dello stesso Belgio. Ho concluso replicando che da parte mi'a di tutto ciò ero perfettamente persuaso, ma ·che dovevo insistere perchè venisse al più presto possibile una chiara manilfestazione da parte Governo britannico atta a calmare opinione pubblica italiana ed a chiarire i)uhblicamente quale fosse reale portata degli amichevoli rapporti tra Italia e Gran Bretagna. Sottosegretario di stato mi ha ripetuto che avr~bbe riferito al primo ministro (1).

(l) -Cfr. n. 32. (2) -Cfr. nn. 34 e 35.

(l) Il telegramma fu ritrasmesso a Parigi in data 6 marzo con tel. gab. s. n. 191.

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L'AMBASCIATORE A BERLINO, DE BOSDARI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

L. P. Berlino, 4 marzo 1924.

Il generale von Seeckt mi ha fatto chiedere perchè il generale Cappello (l) si era presen1Ja.to a 1ui dLetro r1chies.ta del generale von Krammon e non mia1. Gli ho fa.tto rispondere ·che il generale Cappello essendosi recato qui ·come persona privata e non in missione del R. Governo, io non volevo, ~chiedendo un'udienza per 1ui, avere nemmeno l'apparenza di assumere responsabiLità alcuna per ciò che egH arvrelbbe detto.

Von Seeckt mi ha altresì fatto dare notizia di una visita ·che nel mese di gennaio scorso, mentre io ero in Italia, egli ricevette dal senatore Bianchi, il quale glt 'chiese l'autorizzazione per l'impianto in ItaHa di una filiale di una fabbrica tedesca rper i .ga:s velenosi. li1 ,senatore Bianchi disse espressamente al generale von Seeckt ,che non desiderava in questa ,sua comunicazione dii valersi dell'intermediario della R. Ambaosdata.

Von Seeckt era a:l corrente delle varie conversazioni che hl. generale Ca,p~ pelllo ha arvuto nei giorni passati con uomini ,politici e con militari fuori di servizio. Mi ha fatto esplicitamente dichiarare che egli non era in nessun modo solidaile di quei signori e che .tutto quello che essi potevano aver detto al generale Cappello circa l'azione ·che esso von Seeckt prepara, non ha nessun valore e nessuna autorità. Ha r1petuto esser pronto forni.re a:l R. Governo ogni utile informazione, ma per mezzo deLla R. Ambasciata o di ufficiali dii sua fiducia.

Finalmente mi ha fatto ripetere nel modo più assoluto e formale, personalmente a me con la preghiera di personalmente riferi.rlo a V. E., che egùi si I'l1fìuterà a qualsiasi •genere di r1presa di 'Controllo militare, nonostante qualsiasi impegno che il governo germanico ,possa ,prendere e nonostante qualsLa<>i ordine che da questo gùi possa pervenire. E dò soprattutto dqpo avere avuto piena co

• Agli ultimi di febbraio ricevetti un telegramma del Presidente Mussolini che mi informava dovere fra poco giungere a Berlino il generale Cappello e che io avrei dovuto secondario nella sua azione. Difatti ai primi del mese di marzo il generale si presentò a me e mi disse che era venuto per avere conversazioni confidenziali con alcuni elementi militari e nazionalisti i quali avevano dimostrato il desiderio di tenersi a contatto con il Governo Italiano pereventuali svolgimenti della politica dei due paesi. Dissi al generale che avevo istruzioni di secondario e che egli poteva contare su di me in ciò che potessi. Che però mi permettevodi raccornandargli somma prudenza poichè quegli elementi, a quanto mi erano noti, non erano sempre nè competenti nè discreti, cosicchè da una parte non si poteva accordare piena fiducia a quanto essi dicevano e dall'altra non si poteva contare sopra una assoluta segretezza di quanto si dicesse.

Alla presenza del comandante Denti esposi al gen. Cappello una parte almeno degli scambi confidenziali di idee che, come ho esposto qui sopra, avevano avuto luogo fra esso Comandante ed il generale von Seeckt e sostenni che se il R. Govemo voleva giungere a pratiche conclusioni l'unica via da seguire era quella proposta dal gen. von Seeckt e da me esposta al Presidente Mussolini nel mio recente viaggio a Roma, che cioè si parlasse unicamente col gen. von Seeckt o con persona di sua fiducia che egli ripetutamente si era dichiarato pronto a mandare a Roma. E quanto sopra feci oggetto di telegramma personale a Mussolini nel quale aggiunsi che il gen. Cappello mi aveva esposto il desiderio di mettersi in relazione col gen. von Seeckt, ma che io non credevo di potermi fwe intermediario di questo colloquio senza prima conoscere in proposito le idee di Mussolini. Questi in data del 20 febbraio mi rispose che approvava i miei consigli di prudenza dati al gen. Cappello, che questi non rappresentava in nessun modo il Governo Italiano e che era quindi necessario che io restassi estraneo ad ogni sua azione !imitandomi ad esigere di essere tenuto al corrente perchè eglidesse ascolto ai consigli ed alle indicazioni che io giudicassi conveniente di dargli ».

noscenza deJile .convenz1oni 'corse tra la Francia e la Cecoslovacchia di cui egli mi ha comunicato [a tradluzione tedes,c·a del testo aJUtenti,co, 'che qui unita trasmetto all'E. V. (1).

GI'Iadirò ricevuta della presente comunicazione, che debbo ad ,informazioni del com. Denti (2).

(l) Sulla m1ss1one Cappello in Germania, cfr. il seguente passo delle Memorie (cit. nel vol. precedente) del De Bosdari:

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L'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. s. 460/216. Londru, 5 marzo 1924, ore 2,45 (per. ore 8).

Ho chiesto oggi a Ponsonby se era in grado di farmi qualche precisione drca pensiero del primo mintstro per Giubaland. Sottosegretario di 1stato mi ha risposto affermativamente. Egli mi ha detto .che primo mtntstro è ansioso di risolvere 'al .più presto questioni l'Pendenti fm ItaHa e Inghilterra spinto dal desiderio di elhninare ogni ,causa di frizione tra i 1due l'Paesi e premuto daLla opinione pubblica britannica che reclama la definizione delle due questioni Giubaland e Dodecaneso.

Ha soggiunto che primo ministro è diSIPosto a separare la questione del Giubaland da quella del Dodecaneso se l'Italia lo desidera. In questo caso bisognerebbe convenire il compenso coloniale in stretta relazione all'art. 13 del trattato di Londra, cioè un compenso di minore portata di quello convenuto da Milner e Scialoja il quale era dipendente dalla sistemazione di tutte le questioni sorte alla Conferenza delLa Pace. Questo everntuaJ1e accocrdo non •significava però l'ammissione della tesi italiana ·circa chiusucr:a della discussione per il Dodecaneso gia,cchè Governo britanni,co •crede di aver diritto di poterla sollevare separatamente.

Se H Governo italiano preferisce invece trattare contemporaneamente Giubaland e Dodeoaneso, Governo britanni1co è rpronto a cedere il Giubaland pattuito da Scialoja e ,cel'lca,re contemporaneamente un accomodamento per il DOide·caneso. Tralascio di riferire le mie osservazioni a Ponsonby perchè questi mentre mi ripeteva punto .di vista di Mac DonaJ1d s;i il"ifiutava di disoutere si'a per ~gnQIranza della questione, sia perchè questione, giusta quanto egli dichiarava, era riservata al !Primo ministro.

Sta,sera [poi Ma1c Dona~d (sotto forne preSISione 1di aJ.tre intel"ll'ogazioni al parlamento) riferendosi nostro ultimo colloquio mi ha fatto pregare di riassumergli al più presto per iscritto punto di vista italiano circa Gi:ubaland e Dodecaneso e ciò come un primo passo per la riassunzione di una generale discussione per .la ·sistemazione delle diue questioni pendenti tra il'Italia e l'Inghiilterra. Tale disposizione di Mac Donald è in armonia con ll;'ultima. parte d'ella risposta dia 'lui data iersera ai Comuni éJJd una inte11pel]anza sul Giubaland e di cui è oggetto mio telegramma n. 214 (3).

.3 --Documenti diplomcttici -Serie VII -Vol. III.

In tale situazione devo riJlevare a V. E. <che <Comunicazione scritta richiestalmi ormai .così insistentemente dia Mac Donald (e ~che ;paTe sia diventata per lui un caposaJdo per lo svolgimento del,le trattative) non potrebbe consi'stere che nell'ultima mia dichiarazione fatta a Curzon (telegramma di V. E. Gab. n. 41) (1). Ma poichè V. E. ,ritiene che ·Convenga evitare una dichiarazione scritta gtac.chè essa •Ci potr:ebbe essere preg1udizie'vole in determinate eventua:lità, mi asten.go fino a contrarie istruzioni di significnre alcunchè per iscritto. V. E. vorrà pertanto inviarmi d'ul'genza sue istruzioni ed eventualmente precisare termini della .comunicazione scritta tenendo presente ~che anche nel ca1so ,che V. E. voglia prescrivermi di riassumere le ·conversazioni orali, [)rimo ministro potrebbe insistere per avere in modo formale ed ufficia1le i precisi termini del nostro ;punto di vista.

(l) -Non pubblicata. (2) -Come dice il De Bosdari nelle sue Memorie, Mussolini non risppse a questa lettera Cfr. anche n. 85. (3) -Te!. 1428/214, trasmesso il 4 marzo alle ore 22 e per. alle 24 dello stesso giorno, non pubblicato, col quale Della Torretta comunicava a Mussolini la risposta negativadata da Mac Donald alla domanda se l'Inghilterra avesse promesso all'Italia col trattato di Londra la cessione del Giubaland.
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IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI. AL MINISTRO A BUCAREST, ALOISI

T. GAB. 186. Roma, 5 ma1'ZO 1924, m·e 22.

Telegrammi S. V. nn. 121 e 122 (2).

Non possiamo qpporci a che hl principe Stirbei o per,sona di sua fiducia inizi, se <crede, trattati'Ve private e dirette <con i vari detentori ,itailiani di buoni del tesoro per cercare di tad1Jaiili. Ma a questa iniziativa che sarebbe stato pi'Ù conveniente di non comunicarci, il R. Gcwerno deve restare assolutamente estraneo, anche perchè, nel caso che detentori protestassero per una diversità di trattamento o si rivoLgessero al Governo itaJ.i!ano per la tutela dei loro diritti, esso non potrebbe che riaffermare rforma1lmente l'obbligo inderogalbile della Romania di fare onore integramente agli impegni .assunti aill'atto dell'emissione dei buoni del tesoro.

Questione buoni deil tesoro iillsieme a quella dei crediti dei commercianti italiani in valuta forte ed all'altra dell'es;prO[>riazione delle terre appartenenti a nostri connazionali appassionano vivamente l'opinione pubblica italiana. Fu a suo tempo esplidtamente dichiarato aJ. signor Duca ed al signm Vintila Bratianu, in oc·casione delle loro visite a Roma, nonchè ripetutamente confermato a questo miniJStro di Romania che per poter corrispondere al desiderio di più intimi rapporti politici che ci veniva manifestato da parte 'fomena occorreva assolutamente sbarazzare il terreno da tali questioni d'ordine finanziario con una soluzione equa ·e soddisfacente; e ciò per distruggere l'impressione che a a poco a poco si è venuta formando nel pubblico italiano che il Governo romeno tratti l'Italia peggio di altri stati. Malgrado tali esplicite dichiarazioni e la evidente ·Constatazione di tale sentimento del pubblico italiano nessuna proposta concre·ta d è stata .fatta finora al riguardo. Non posso tacere che questa indifferenza sorprende in quanto che l'amicizia dell'Italia risponde ad un vitale interesse della Romania.

Sempre confermando ·che per giungere a!!Jlo stabilimento di relazioni amichevoli tra i due paesi hrsogna assolutamente sbarazzare il terreno da tali incre

sciose questioni, ritengo anche mio dovere di far presente in modo formale al Governo romeno la mia grave preoc,cupa,zione pei:chè il viaggio dei :reali di Romania verrebbe a compiersi mentre sussiste nno stato d'animo del pubblico italiano d'el quale si sono già avute incresciose manifestazioni neilJla staiilliPa, malgrado l'energico intervento del Governo, di guisa 'che riterrei più conveniente rinviélll"e il viaggio se non è pos,sibile addiveniTe ad una immediata sistemazione delle questioni.

Prego esporre chiéllramente quanto precede al signor Duca telegrafandomi la sua risposta.

(l) -Cfr. serie 7•, II, n. 580. (2) -Tell. gab. s. 438 bis/121 e 438 bis/122, trasmessi il 29 febbraio alle ore 21,30 e per. alle 24 dello stesso giorno, non p:ubblicati, relativi alla questione dei Buoni del Tesoro romeni.
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IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, AL MINISTRO A PRAGA, CHIARAMONTE BORDONARO

T. 724. Roma, 6 marzo 1924, ore 1.

Telegramma di V. S. n. 54 (1).

Prego far conoscere al signor Benès che ritengo molto utile di conferire con 1ui ma che dati i molti e sal1tuari impegni di questo periodo elettorale tornerebbe vantaggiOISo agli stessi effetti della visita che la sua venuta !Si effettuasse dopo le nostre elezioni politiche e più preciJSalmente dal dodici al venti aprile.

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IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, AL MINISTRO A BELGRADO, BODRERO

T. GAB. 192. Roma, 6 marzo 1924, ore 21.

Decifri Ella stessa.

Suo telegramma Gab. n. 125 (2).

Condivido pienamente il desiderio di S. M. re Alessandro ritenendo effettivamente assai utile un abboccamento con lui. Sono costretto ad osservare però che i1 convegno potrebbe assai più facilmente aver luogo dOJPO trascorso 'l'attuale periodo elettorale.

Prego intanto V. S. cogliere questa occasione per indagare col dOVl\lto tatto se delfuo ritenere sfumata ogni .possibilità attuazione v~sita ufficiale a Roma d'i codesti sovrani.

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L'AMBASCIATORE A PARIGI, ROMANO AVEZZANA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. 1474/290. Parigi, 6 marzo 1924, ore 21,30 (per. ore 3 del 7).

Sebbene nei drcoH politici amid del Governo si ·Cerchi di ,considerare come un SUJcce,sso per Poincaré lo scambio tdi lettere da lui avuto col primo ministro inglese, in realtà la pubbHcazione di esse ha prodotto una generale delusione

perchè ne è dsultato quanto si:ano sempre diverse le concezioni dei due uomini di stato in relazione ai problemi dehle riparazioni ·e della r~costituzione dell'Europa. Si ·rileva anzi che se la lettera del primo ministro inglese contiene attraverso le sue idee .generali qualche punto pratico non può dinsli lo stesso della lettera del Pres~dente del Consiglio francese. La stampa finanz.iaria che in questo momento è più seria, ha accolto molto freddamente i due documenti e nessun miglioramento ne è venuto nei riguardi della valuta francese. Ieri in una conversazione ·che ho avuto •con Poincaré questi non mi ha nascosto •che malgrado ·Cordialità e •Sincerità dei sentimenti di Mac Donald all'atto pratico e• quando si fosse scesi a dettagli potevano sorgere ancora gravissime difficoltà. Il Presidente del Consiglio al quale ho ·chiesto pure ·come egli credeva di poter conciliare la ri!chiesta .germanica di riavere la Libera amministrazione della Ruhr e la proposta di dare •come 1pegno :le ferrovie teldesche a .condizione di ricostituire l'unità delle medesime, mi ha risposto che a questo riguardo la Gemnania a.vrebbe potuto for:se mutare avviso avendo già .fatto cenno della autonomia delle ferrovie bavaresi per cui un .sistema autonomo interalleato o •coll'inclusione di neutri .poteva anche essere preso in •considerazione nei riguardi dei territori in questione. D'altra parte avendo egli dkhiarato ·che non sgombererebbe la Ruhr prima ·Che fosse pagato ed essendo dedso a mantenere questo punto di vista e<gli non •poteova esporre le guarnigioni ad essere tagG,iate nelle loro comuni>cazion:i! ciò •che •certamente sarebbe potuto avvenire qualora non si fosse potuto avere un qualche controllo delle ferrovie. Tuttavia Poincaré non mi è parso sicuro su questo punto come pure ho [pOtuto notare che egli non ha fatto ·cenno aJ manltenimento di atltre misure di carattere amministrativo. Ciò •che lo preooCiìllpa è ora la questione della skurezza. Egli ritiene che la pace dell'Europa stessa dipende da una serie di garanzie che distolgano la Germania dall'idea di una nuova guerra e consLdera il problema della si>curezza francese collegato so·rte pace dell'Europa. Relativamente alla questione delle riparazioni ho discusso anche con Seydoux facendogli osservare che avevo impressione che i suoi esperti non dessero suffidente peso alle riparazroni in natura rle quali secondo H ·concetto del Governo italiano dO'Vevano ad ogni modo •Continuare anche durante la moratoria e ho rilevato •che era: interesse •comune di non lasciarsi sfuggi.re questa parte concreta e tangibile di [pagamento non essendo ben s<icuro di ciò che si sarebbe ottenuto ano spirare della moratoria stessa. Gli ho detto che mi pareva ·che gli esperti avrebbero potuto sUJggerire sia il metodo adottato dalla Commissione di CobJenza: che ha impdsto agli! industriali una tassa generale sugli affari per formare un fondo destinato pagamenti in territori rpores.taz1oni in natura o un altro sistema per esempio .come quello adottato da Inghilterra nella riduzione del « recovery ad » in vi'rtù del quale gli industriali tedeschi sono rimborsa•ti della differenza in <buoni del Governo ge11manko. Seydoux ha a,c,coil.to molto favorevolmente il mio suggerimento e mi ha detto che ne avrebbe tenuto parola ai suoi esperti affinchè si 'concerta,ssero con quelli italiani, belgi e cer

cassero di ottenere l'adesione di quelli americani, essendo perfettamente d'accordo sulla necessità di [non] rinunziare alle riparazioni in natura come le sole sulle quali si poteva in ultimo contare (1).

(l) -Cfr. n. 31. (2) -Cfr. n. 37.

(l) Il telegramma fu ritrasmesso a Londra e Bruxelles con tel. n. 795.

49

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, AL MINISTRO A BELGRADO, BODRERO

T. GAB. RR. 193. Roma, 6 marzo 1924, ore 22,30.

Mio telegramma odierno n. 195 (1).

Questo ministro di BuLgaria mi ha rilmesso ieri nota verbale in cui si mette in rilievo imlportanza dei provvedimenti adottati dal Go,verno buil:garo allo ,SJCOIPO di prevenire incidenti ~che possano turbare relazioni ~con Jugoslavia, e segnatamente l'avvenuto ,arl"esto da parte delle autorità buLgare di circa 200 a~~tatO!ri politici. A detto documento è alJ.egata 'copia delila nota presentata dal ministro bulgaro a Belgrado al Governo jugoslavo e di 'CUi al mio truegramma n. 171 Gab. in data l marzo (2). lvi si insiste diffusamente sulle intenzioni paòfiche della Bulgaria e si invoca la collaborazione della Jugoslavia per prevenire incidenti tra i due Paesi.

Ministro di Bulgaria mi ha aggìunto la cond:erma che suo Governo è totalmente ·estraneo a qua,Lsiasi movimento osti'le alla Jugoslavia, e che esso Governo considererebbe un turbamento deLla pace •Come la maggiore deLle ·cailamità.

Egli mi ha inoltre espresoo vivissima preoceupazione del suo Go,verno cir,ca i:ntendimenti della Jugoslavia verso la Bulgada. Governo di Sofia· sarebbe partkolarmente 'impressionato dallo ,sp~rito di sospetto e di a1ggressività che si manife,sta in vari .circoli jugoslavi'; 11 Governo di Be,l:grado tenta a torto di giustificare tale stato d'animo ,con la necessità di parare IP'ericolo di incursioni di bande macedoni.

Ministro di Bulgaida mi ha chiesto in modo forma,le ma assolutamente ,confidenziale e dichiarando essere s~curo della nostra sincerità se mi risultasse essere intendimento del Governo jugoslavo di !Procedere ad una azione ·contro Bulgaria .sfruttando attuale situazione di ,cose alla frontiera serbo-bulgara.

Gili ho risposto ehe, dalle conve!'lsazioni recentemente avute col presidente del Consigl:io e 'col ministro degli affari este,ri jugoslavo e secondo tutte le informazi'oni in mio pot.ere, mi risulta che 1le intenzioni deWattuale Governo drl. BeLgrado sono assolutamente paiCifiche, .semprechè ,sia assicurato il rispetto dei Trattati e non si verifichino atti di provocazione da ;parte del Governo bulgaro. Gli ho quindi dato i maggtori consigli di moderazione, fa,cendogli osservare che evidentemente si spiegava la tendenza di elementi r>art.icolarmente intetressati a creare una atmosfera di .sospetto ·redproco tra i due Governi e che conviene assolutamente al Governo bulgaro porre ogni i:rnpegno nel dissipare ogni fondatezza di tali sospetti.

Prego V. S. teilegrafarmi qua,le ÌlniPressione abbia destato costi ila nota bul,gara sopra am~ennata, e quanto .le 1risuJ.ti cir·ca i reali intendimenti di codesto Governo e la linea di coddotta ,che esso si dispone a seguire (3).

(l) -Tel. gab. n. 195, non pubblicato, col quale Mussolini ritrasmetteva un telegramma del ministro a Sofia, relativo alle rassicuranti dichiarazioni fatte dal ministro di Bulgaria a Belgrado sulle relazioni serbo-bulgare. (2) -Tel. gab. n. 171, non pubblicato relativo alla tensione nei rapporti serbo-bulgari. (3) -Il telegramma fu ritrasmesso a Sofia con tel. gab. n. 194.
50

IL MINISTRO A SOFIA, RINELLA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 487/48. Sofia, 6 marzo 1924, ore 23 (per. o1·e 12 del 7).

Mi riferisco al telegramma di Gabinetto n. 188 (1).

Assicuro V. E. che non mancai di dare a questo ministro affari esteri miei amichevoli .consigli di ·evitare ogni ra.gione di complkaz.i.OtiJ.e e twrbamento della pace.

Mi ·ri:sulta ·che i miei .colleghi di Francia e Inghilterra hanno tenuto identico lingua,ggio.

51

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, AL MINISTRO A DURAZZO, DURAZZO

T. 760. Roma, 7 marzo 1924, ore 3.

Suo telegramma n. 29 (2·).

SlliPerfluo innél1Il21i tutto che io lfaiCICia rilevare a V. S. inanità e tendenziosità notizia sparsa artatamente anche 'costi <Circa preteso corusenso dato dall'Italia ana Jugoslavia per la ooou;pazi{)ne d'i Scutari.

Ancora in questi giorni fu da questo ministero smentita presso corrÌISpOildente della Chicago Tribune analoga notizia pulJblicata rda quel giornale, e non si mancherà di agire neLlo stesso modo ogni volta che se ne abbia diretta occasione.

Nella fatUspecie segnallata da V. S. col citato telegramma tuttavia osservo che non essendovi alcuna espHcita domanda di codesto Governo in tal senso, non sembra opportuno richdamare attenzione pubblica con una smentita generica di nostra iniziativa.

In conversazione avuta presso questo ministero da incaricato d'aff1m"i albanese e Giafer bey Villa essi hanno entrambi incidentalmente accennando alle voci di cui sopra dichiarato considerarle così fantastiche da non ritenerle nemmeno degne di smentita.

52

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, ALL'AMBASCIATORE A MADRID, PAULUCCI DE' CALBOLI

T. GAB. RR. PRECEDENZA ASSOLUTA 197. Roma, 7 marzo 1924, ore 13,20.

Decifri Ella stessa.

Annuncio deportazione Unamuno nonchè lettera De Rivera giornale EL Liberal hanno sollevato viva emozione in molti ambienti intellettuali e politici anche vicini al fascismo. Mi "risulta ·che in F,rancia sotto impulsi elementi sini

stra si sta inscenando una grande campagna con referendum fra ·letterati tut.ta Europa per solidarietà con Unaillluno. Io non voglio entrare merito provvedimento emanato Direttorio, ma ritengo urgente •compiere un gesto che annienti la grande speculazione che si sta inscenando e ·che potrelbbe condurre ad una specie di penoso e •perkoloso ~solamento moréllle della Spa,gna. Al punto a.ttuale cose mi •sembra •Che solo il Re possa compiere il gesto generoso di revoca del decreto di deportazione per Unamuno o quanto meno annunciarlo. Brego V. E. chiedere udienza pel'lsonale al Re e sottopol'gli queste mie considerazioni pregandolo vivamente di accoglierle in quanto sono dettate da visione ordine gen'eraile nonchè sincero spirito amicizia. Ad ogni modo lascio V. E. arbitro fare

o non fare tale passo a 1seconda suo giudizio sulla situazione e SUJ1 possibile risultato. Dopo colloquio V. E. potrà informare Derivera esponendogli considerazioni in questo dispaccio contenute. Git'adirò notizie {1).

(l) -Non pubblicato, in quanto ritrasmetteva parte del tel. pubblicato al n. 37. (2) -Cfr. n. 28.
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L'AMBASCIATORE A MOSCA, MANZONI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 491/89. Mosca, 7 marzo 1924, ore 22,111 (per. ore 4 dell'B).

Stamane Litvinoff mi ha chiesto con evidente vivo interesse se esatta notizia •conclusione di uno speciale accordo nostro con Romania analogo a quello con Jugoslavia·. Ho risposto che noti:zlla mi merarv~gliava e ritenevo che notizia possa riferirsi a sem,plici negoziati commerciali. Non escludo ·scopo interrogazione sia stato essenztalmente quello di .lasciare ·comprendere ·che in vkinanza ed occasione prossimo convegno Vienna esiste speciaJ.e sensibilità russa al riguardo atteggramento che noi terremo per Romania.

54

L'INCARICATO D'AFFARI A BUCAREST, SAVONA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. s. 492/136. Bucarest, 7 marzo 1924, ore 22,30 (per. ore 2,45 deLL'B).

Decifri Ella stessa.

«In risposta alla comunicazione che Ella mi ha fatto da parte di S. E. l'onorevole MU9solini Le comunko che S. M. il re ha ["inunziato alla visita a Roma. Quando questo inverno noi abbiamo conosciuto l'invito deil Governo italiano di affrettare la data di ques.ta visita noi non abbiamo potuto prevedere che una tale manifestazione di amicizia fra i sovrani e gli stati sarebbe messa in relazione con il regolamento di certe questioni finanziarie pendenti fra i sudditi italiani e lo Stato romeno » (2).

Ho fatto notare a Duca ·che la ICOilJJ.essione tra il viaggio dei Sovrani romeni e la definizione delle note questioni più che volute [sic] i:atenzionalmente da V. E. le erano state imposte dalla situazione di fatto dettrminata dalla passività a nostro r1guardo del Governo romeno, passività che costituiva l'oggetto deUa preocC'UJ)azione di V. E. Il sig. Duca che stamane mi si è mostrato molto più: tranquillo, mi ha detto 1che sig. Lahovary iè :stato incaricato di fare identica informazione (sic).

(l) -La minuta è di pugno di Mussolini. (2) -È la risposta di Duca alla comunicazione di Mussolini di cui al n. 45. Savona aveva fatto a Duca questa comunicazione la sera del giorno 6.
55

L'INCARICATO D'AFFARI A BUCAREST, SAVONA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. s. 492/137. Bucarest!, 7 marzo 1924, ore 22,30 (per. ore 2,45 dell'B).

Decifri Ella stessa. (Seguito tel. precedente).

Ho già avuto occasione di vedere due volte questo Ministro della Real Casa .signor MLshu e due voJte parimenti il Princ~pe Stirbey ai quali ho esposto lungamente ·le considerazioni di V. E. Mi sono adoperato data la suscettibile mentalità romena, ,per attenuare l'impressione da loro ricevuta ·che si trattasse di un atto di nervosità italiana o di un ultimatum come nel corso della conversazione si è lasciato cadere il signor Mishu [sic]. Avendo ·chiesto al Principe Stirbey se sua iniziativa (l) fosse ancora in piedi dopo la comunicazione di V. E. e dopo la risposta di Duca egli mi ha risposto affermativamente a condizione però che ciò non fosse portato a conoscenza del Governo rumeno. Avendogli allora fatto presente la mia situazione nel caso Duca mi avesse..... [manca] chiesto della proposta Stirbey ..... (2), egli allora ha modificato la sua risposta nel senso che la sua iniziativa era ancora viva ma a ·condizione che il suo Governo non vi si opponesse formalmente. st:rbey mi ha soggiunto inoltre •che si aspettava che in ogni modo ·COnversazione prosegua. (Il presente tel. continua).

56

L'INCARICATO D'AFFARI A BUCAREST, SAVONA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. s. 494/138. Bucarest, 7 marzo 1924, ore 22,30 (per. ore 2105 dell'B).

Decifri Ella stessa.

Mia iJUa)ressione è che Re Ferdinando sia estremamente seccato deLla cosa

in sè e più della .posizione nella quale è stato messo dal .suo Governo.

Non posso fare previsioni per il momento suill'attitudine difensiva di questo

governo quando l'opinione pubblica romena saprà della mancata vi•.sita a Roma

determinata dalla xenofobia acuta, come qui la chiamano, del signor Vintila

Bratianu e quali ripercussioni arvrà sulla politica interna del Paese come ali

mento che ne verrà per i partiti di OIJiposizione.

Parimenti non posso attualmente intuire conseguenze che decisione di non

visita a Roma potrà avere sui Gabinetti Parigi, Bruxelles e Londra, che, come

è noto all'E. V. sono ugualmente scontenti di questa politica finanziaria.

(l) -Cfr. n. 45. (2) -Gruppo indecifrato.
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L'AMBASCIATORE A PARIGI, ROMANO AVEZZANA, AL SEGRETARIO GENERALE AGLI ESTERI, CONTARINI

T. GAB. RR. 299. Parigi, 7 marzo 1924, ore 23,25 (per. ore 2,15 delL'B).

Decifri Ella stessa.

Ho parlato in linea generale con Poincaré della Convenzione per Tunisi. Presidente del Consiglio mi ha chiesto se preferivamo di ttl'attarla a Roma o a Parigi. Pre!gO di telegrafarmi per mia norma (1).

Nello stesso incartamento si conserva la seguente minuta di tel. gab. s. diretto a Romano Avezzana (senza data, ma posteriore al 19 febbraio 1924) che peraltro non risulta spedito:

• Suoi telegrammi ..... Avendo il R. Governo proceduto ad un maturo e completo esame della questione di Tunisi che è stata anche sottoposta allo studio del Consiglio del Contenzioso Diplomatico, le cui conclusioni furono portate a conoscenza di V. E., ritengo ora possibile autorizzare V. E. a riprendere con codesto Governo sull'argomento le conversazioni o queisondaggi preliminari al momento più propizio e nelle foljme che Ella giudicherà più opportune. In sostanza le linee generali di tali conversazioni dovrebbero essere le seguenti:

Ci rendiamo pienamente conto della grandissima importanza che ha per la Francia la questione tunisina come dobbiamo ritenere che il Governo francese si renda a sua volta conto dell'importanza non minore che la questione stessa ha per l'Italia. Ciò stante è logico che l'ottenere una soluzione più o meno soddisfacente di essa è in relazione proporzionaledei rispettivi più o meno cospicui che saremo in grado di offrire in questo momento alla Fl'ancia. Come V. E. ha accennato nel suo telegramma n. .... non vi ha dubbio che ove fossimo disposti ad offrire al Governo francese in una qualsiasi forma una sicura ed ampiagaranzia relativamente al nostro atteggiamento di fronte alla politica francese nei riguardi della Germania, questo sarebbe il solo mezzo di ottenere una stabile e soddisfacente sistemazione llei nostri interessi in Tunisia. Ma sarebbe certo molto grave impegnare l'azione politica del R. Governo in momenti così difficili come gli attuali ed una tale eventualità non può essere almeno per ora contemplata nelle conversazioni con codesto Governo. V. E. però potrà cominciare con opportuni e prudenti assaggi a cercare di rendersi conto. se offrendo qualche corrispettivo di minore importanza sarebbe possibile ottenere una qualche soluzione più conforme ai nostri interessi tunisini ad esempio una rinno.vazione delle convenzioni del 1896 sia pure per un periodo parecchio inferiore a quello da noi già richiesto. Una tale sia pur breve rinnovazione avendo per noi il vantaggio di lasciare impregiudicata la situazione attuale con la speranza di riprendere le trattative in un'epoca migliore, ci permetterebbedi dare alla Francia qualche compenso di notevole importanza in questioni continentali minori ma non certo di poco momento come ad es. quella della navigazione del Reno nella quale l'atteggiamento del nostro delegato sarà decisivo in favore degli interessi francesi o di quellitedeschi.

D'altra parte, se il Governo francese consentisse a sgombrare il terreno politico per un periodo abbastanza lungo dalla questione tunisina mediante il rinnovo sia pure per pochi

anni delle convenzioni del '96, questo risultato avendo favorevoli ripercussioni nell'opinione

pubblica italiana chiarirebbe l'atmosfera politica dei rapporti itala-francesi e permetterebbeal R. Governo di addivenire ad una qualche manifestazione del genere di quella che sembra vivamente desiderata da Poincaré (tel. di V. E. n. 144) dopo la conclusione degli accordi italajugoslavi. Lascio quindi a V. E. di sondare in proposito codesto Governo senza però in alcun modo prospettare queste soluzioni come già state prese in considerazione dal R. Governo, poiché nel caso ci riuscisse impossibile accettare quelle proposte che ci venissero eventualmente fatte dalla Francia, ne risulterebbe più difficile il proseguimento dei negoziati perridurci ad ottenere quel minimo assoluto di cui possiamo accontentarci e che si concreta nella soluzione già prospettata da V. E. ed ora consigliata dal Consiglio del Contenzioso diplomaticocioè il riconoscimento da parte del Governo francese che la legge del 12 dicembre 1923 non avrà mai effetto retroattfvo per gli italiani che si trovano in Tunisia qualora cessassero di aver vigore le convenzioni del 1896.

Prima quindi di autorizzarla ad iniziare negoziati diretti a raggiungere tale ultima soluzione, aspetterò che l'E. V. mi riferisca sulla possibilità di attenerne qualche altra migliore e segnatamente il rinnovamento per un periodo più o meno lungo delle convenzioni del 1896 in cambio dei corrispettivi sopra accennati.

Ove ciò risultasse assolutamente impossibile occorrerebbe tuttavia, prima di prospettare la tesi della non retroattività adoperarsi ad ingenerare nel Governo francese la convinzione assoluta che essa da una parte rappresenta il minimo di cui l'Italia può accontentarsi per la tutela dei suoi legittimi e tanto considerevoli interessi, mentre dall'altra, appunto perchécostituisce un minimo, non può essere subordinata a corrispettivi d'ordine politico e relativi ad altre questioni internazionali. Il R. Governo non crede che una tale soluzione possa compromettere definitivamente la questione tunisina giacché dato il crescente sviluppo del nostro paese in cui occorre aver ferma fede, non mancheranno certo negli anni che trascorreranno

(l) Cfr. la seguente minuta di tel. p, senza data diretto a Romano Avezzana: • Suo tel. 299. Sembrarmi piu conveniente che trattative continuino a svolgersi costi sia perché codesta ambasciata è molto più al corrente di quel che non sia questa ambasciata di Francia di tutti i dettagli delle questioni tunisine e sia anche perché a noi conviene maggiormente negoziare direttamente con codesto Governo pel tramite di V. E. piuttosto che nostri punti di vista siano esposti a Poincaré per il tramite di una terza persona quale sarebbe questo ambasciatore di Francia. Spero poter sottoporre al più presto al Presidente istruzioni da inviare a V. E. per la riassunzione delle trattative •.

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APPUNTO DEL DIRETTORE GENERALE DEGLI AFFARI POLITICI COMMERCIALI E PRIVATI DI EUROPA E LEVANTE, ARLOTTA

Roma, 7 marzo 1924.

Al corso di un colloquio aVillto giorni or sono •col si!gnor Charles-Roux, nell'assenza dell'ambasciatore Barrère, S. E. il segretario generale di questo ministero ebbe occasione di far rilevare all'incaricato d'affari di Francia come trasparisse da va~rie fonti di stampa, sia nazionale che estera, un •certo senso di sorpresa perchè la •corri!spondenza intel.'ceduta di recente tra il signor Mac Donald e il signor Poincaré cil'ca gli importanti problemi politici •Connessi con. quello delle riparazioni, si fosse svolta senza partecipazione dell'Italia e senza alcun accenno a quest'ultima, e come ciò generava inoltre nell'opinione pubblica italiana la sfavorevole impressione che l'Italia avesse quasi potuto essere tenuta volontariamente in disparte.

Il Sig. Charles-Roux ha oggi confidenzialmente informato questo Ministero di avere attirato, come di .propria iniziativa, l'attenzione di Parigi su quanto precede, ed ha a.gg1unto di iaver ricevuto in !Proposito dal si.gnor Poincaré un telegramma del quale (pur dichiarando di non avere istruzioni di darne comunicazione) ha riassunto vel'lbalmente il contenuto, che si riproduce presso a poco, a memoria, sul foglio qui annesso.

ALLEGATO

Poincaré télégraphie:

• Vous avez eu raison de dire que l'impression dont vous me faites part n'est pas justifiée.

Je me suis borné à répondre aux deux lettres qui m'ont été adressées personnellement par Mr. Mac Donald, comme je répondrais à toute lettre que Mr. Mussolini m'adresserait dans les memes conditions.

. Je n'ai pas l'intention de prononcer de discours sur la politique extérieure ces jours-ci, et ne pourrai donc prendre l'initiative de réagir contre l'impression laissée en Italie par la correspondance du Premier Anglais avec moi, mais il n'est jamais entré dans mon esprit de mettre l'Italie à l'écart d'aucune conversation intéralliée sur la question des réparations ou sur toute autre question posée par l'application des traités, et vous pouvez rassurer à cet égard Mr. Mussolini •.

prima dell'applicazione della legge francese sulla cittadinanza agli italiani in Tunisia momenti propizi per modificare in modo più favorevole l'accordo cui ora addiverremmo. Ma molto probabilmente quest'ultimo susciterebbe ora delle gravi critiche nell'opinione pubblica italiana e potrebbe anche apparir insoddisfacente agli occhi del grosso pubblico o di coloro cui gli interessi particolari, in questo caso veramente legittimi, fanno velo ad un sereno e profondo esame dei problemi politici generali. Il R. Governo dovrà dunque con ogni probabilità eser-· citare tutta la propria influenza sull'opinione pubblica per farle comprendere l'interesse generale specifico di accettare una simile soluzione.

E solo al presente Governo nazionale, in cui tutta la nazione ha riposta la sua stabile e incondizionata fiducia, sarà possibile di ottenere il consenso dell'opinione pubblica in una questione che a Governi meno forti sarebbe impossibile di affrontare e con altrettanto coraggiosa e real"rstica visione della situazione. Ma appunto per questo è superfluo ripetere che oltre i limiti prospettati non è possibile assolutamente di andare, e sarà compito di V. E. di rendere di ciò cosciente il Governo francese».

Per il tel. 144, cfr. serie 7•, II, n. 611.

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L'AMBASCIATORE A MADRID, PAULUCCI DE' CALBOLI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. s. 495/54/32. Madrid, 8 marzo 1924, ore 3,30 (per. ore 12).

Telegramma di V. E. Gab. 197 (1). Nel suo teleg11amma sono giJUnti 'indecifrabili i .grupp1i da « o quanto meno :. fino alle parole « Prego V. E. :. e da « spirito amicizia » fino alle parole «lascio

V. E. ». Prego teleg~arfare d'urgenza tald pUIIlti essendo essenzialissimi. Circa passo presso S. M. di cui V. E. m'i lascia arbitro, ·credo m'io dovere informarla che il provvedimento ·contro Unamuno fu preso per <iniziativa Re Alfonso. Dopo cor~este regie usate antLco avversario mona!'chia, cont,egno ostiJIDssimo dell'Unamuno pareva al sowano atto ingratitudine. Nella situazione presente m~o mtervento in materia sarebbe certo sgra:dlito e non avrebbe a mio avviso esito favorevole. Avendo avuto ~orni or rsono occasiooe parla~e dell'Unamuno con il generale De Rivera sono convinto che anche dal lato del Presidente troverei seria resistenza nella ~evoca provvedimento (2).

60

IL MINISTRO A DURAZZO, DURAZZO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. RR. P. 503/39. Durazzo, 8 marzo 1924, ore 18 (per. ore 0,30 del 9).

Decifri Ella stessa.

Circa un mese fa questo ministro degli affari esteri mi aveva confidato che questo mini:stro d'I:nghd:lterra aveva or non è molto vasrsdcurato governo albanese oirea attitudine che avrebbe tenuto· in seno alla Conferenza degU Ambasciatori ambasciatore inglese a Parigi nella proSISima discussione sui punti ancora contestati della frontiera al!banese e sopratutto San Naum.

Parlando ieri con uno dei membri del nuovo Gabinetto que&ti mi comunicò aella più stretta confidenza che nella prima visita fattatgli da ministro britannico, questi gli aveva fatto C·ompi<endere che tale favorevole ·contegno del suo governo si basava sul presupposto che Albania avrebbe 1inststi!to su integr.i,tà di tutte le sue frontiere. Mio interlocutore vide in ciò non dubbia allusione a Saseno.

Non sarebbe la prima volta che questo mini,s,tro d'Inghilterra e suo Governo tentano rimettere in questione nostra occupazione di Saseno. Qui già si sa o si comprende che su Saseno siamo intrans1ge111ti; ma mossa Lng1ese potrebbe sempre ottenere tscopo di far rkatdere su noi dli fronte al>banesi responsabilità nuove variazioni a danno Alban;ia delle frootiere del 1913.

Sulla questione, cfr. anche la lettera di D'Annunzio a Mussolini, in data Vittoriale 11 marzo 1924, a difesa dell'atteggiamento preso dallo stesso D'Annunzio in favore di Unamuno

(A C S, Lettere di D'Annunzio a Mussolinil.

(l) -Cfr. n. 52. (2) -Con t. gab. rr. 211, trasmesso il 10 marzo alle 23 (minu~a parzialmente autografa), Mussolini comunicava che, data la situazione prospettata dal Paulucci, non riteneva più il caso, almeno per i1 momento, di fare il passo in questione.
61

IL MINISTRO A DURAZZO, DURAZZO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. 1529/40. Durazzo, 8 marzo 1924, ore 18,10 (per. ore 24).

Telegramma di V. E. n. 760 (1).

Mi risuLta che questo ministro degli affari esteri telegrafò il 5 corr. all'incaricato d'affari albanese a Roma dandoglii; istruzioni di adopera.rsi pe.rchè le ultime notizie tendenziose c~ca i rapportli .iltalo-j,ugos1avi-albanesi siano ca,tegoricamente smentite dal R. Governo.

Feci ,rHevaxe a questo milnistro degli affari •esteri, che, fin da un mese fa, io avevo dato al suo ;pvedecessore ·ed all'ex Presidente del Consiglio, in base alle istruziOni, e precisi ·chiarimenti :llornitimi da V. E., esplicite assLcurazioni in proposito e che analoghe assicurazioni erano state date a Roma ai delegati albane.si che ·si trovavano a Roma per .negoz1a·re il trattato italo-albane1se.

Posso aggiungere che del contenuto dei telegrammi di V. E. nn. 76 (2) e 77 (3) di Gabinetto feci largo uso in molte ·conversazioni con questi uomini politici e ne feci anzi riprodurre alcune parti essenziali su vari giornali albanesi sotto forma di corrispondenze da Roma.

Ilia.s bey V11ioni, •col quale tJenni il d:iscol'lso .su rifer1to iJn presenza del nuovo Pre!Sidente del Consiglio, mi rispose ·che 11 Governo albanese e["a bensì perfettamente persuaso della loealtà degli in:tend!imenti della poldtka i.taliana verso l'A1bania ma che la smentita ufficial•e e .categorica delle recent1i notizie sarebbe ,stata il miglior mezzo per troncare simile .tendenziosa campagna e calmare gli ,spiriti agitati ,predominanti nell'Assemblea CoSitituente albanese. Aggiunse che la .sment-ita anche da part•e nostra' sa!l'ebbe stata tanto più o:ppmtuna in quanto venne .già fatta publblicare da parte del Governo jugoslavo.

ProdU:sSiero dntanto ottimi effetti a Tirana le •impressioni riportate da Gi.afer Villa rientrat.o pochi giorni fa da Roma.

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IL MINISTRO A BELGRADO, BODRERO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. S. RR. 505/134. Belgrado, 8 marzo 1924, ore 21,30 (per. ore 5 del 9).

Decifri Ella stessa.

Mio telegramma n. 131 (4).

Ieri sera ho potuto parlare un mom.ento con S. M. il Re. Alessandro. Ho fatto presente quanto V. E. mi telegrafa ieri con n. 193 (5) e non ho mancato di sondare quali fossero gLi int.endimentJi del Sovr1ano e del Governo S.H.S.. Re Alessandro mi ba pregato anzitutto di ringraziare V. E. per avere nella sua risposta al ministro di Bulgaria interpretato esattamente la situazione, mi ha

incaricato di assicurare formalmente V. E. delle intenzioni pacifiche del Governo di Belgrado. Ha ,sogg,iunto che la Serbia ha as,soluto bisogno di tre;nquillità e che il turbamento in ·cui l:a .gettano i f!'equenm 1nddenti alla front1era: ma.c,edone tengono il suo paese in uno stato di nervos:itià noeli:vo allo svhluppo ec:onomko e creatno ·imbarazzi alla politka 'iJnter'l1a del Governo e lo obbli.gano a tenere in movimento truppe con disagi e gmvi spese. Cir.c,a .il passo del governo bul.garo egli ha iJnsiJstito sul fatto ·che fra glii a~restati non è compcr:e,so alcrm noto agita:t~e ma .invece vi sono diei nemici di Alexandroff facenti parte è v·e.ro di comitagi ma il cui .arvest:o :iJn fondo si rtisolve lin un aliuto allo SlteSiso Alexandroff. Questi è irreperibile. Ad ogni modo ogni pericolo di complicazione sembra per ora .scongiurato mercè l'opera svolta specialmente da V. E. Il presente telegramma continua con numero successivo (1).

(l) -Cfr. n. 51. (2) -Cfr. serie 7•, II, n. 601. (3) -Non pubblicato. (4) -T. gab. s. rr. 493/131 del 7 marzo, non pubblicato, relativo all'atteggiamento jugoslavo verso la Bulgaria ed i comitagi macedonl. (5) -Cfr. n. 49.
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IL MINISTRO A BELGRADO, BODRERO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. s. 506/135. Be~grado, 8 marzo 1924, ore 21,30 (per. ore 5 del 9).

Decifl'i Ella stessa.

S. M. mi ha intrattenuto 1SU altlri oggetti e mi ha pregato di riJferiJrne a

V. E. Egli ha detto ohe l'.rtalia dovrebbe mettersi alla testa della Piccola Intesa e dirigerne la politica. Il SovTarno è sdtcuro che tanto la Romania quanto la Cecoslov,acchia seguirebbero tale orientamento ed io ho l'impress1one che quei due Governi sono stati da lui... (2) ti. Ha soggi!unto che la politica dell'Italia come quella della Piccola Intesa dovrebbero gravitare verso mezzogiorno d'Europa e che è ma di finirla col sistema attuale in cui FranciJa e InghH1te11ra si servono delle aLtre potenze .i:n questioni ·che, in fondo non dn:t,eressano d:a vicino. Non ha manc,ato dii farmi rilevare quale !importanza e lfol1Za avrebbe nuovo bloc·co. Mi ha detto ,infine ·che av:rehbe :subito parlato con Nincich c:i:I'ca il vtiaggio a Roma che dovrebbe aver luogo nella seconda decade di maggio. Mi riservo eH 11iferiJre su ques,to argomento appena avrò nomzd:e sicure in proposito.

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IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA

T. RR. s. N. Roma, 8 marzo 1924, ore 21,40.

Non è .improbabile .che alcuni ·element:i tsov,ve:nsivi vogliano coglier•e oc·casione del periodo delLe e1eziond per r~entrare, nel .r·egno e t1enta·re di promuovervi agitazioni ·e disordini. Raccomando quindi g11ande •oculatezza nella ·concessione dei certificati: ·elettorali o documetn:tti equipolLenti ·che non dovl'anno essere

conceslSli se non quando l'uffi-cio che rilascia sia si.cUJro della condotta morale e politica dei Tiichiedenti. Di:sertori amnistiati essendo privati diritti elettomli non possono ottenere documenti faJCilitazioni ferroV!iari1e.

(l) -Il telegramma fu ritrasmesso a Sofia in data 10 marzo con tel. gab. n. 210. (2) -Gruppo indecifr1ato.
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IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, ALL'AMBASCIATORE A MOSCA, MANZONI

T. GAB. R. 207. Roma, 9 'I'!Ulrzo 1924, ore 14.

Suo telegramma Gab. n. 89 (1).

V. E. può smentire recisamente che sia in corso trattato o accordo di qualsiasi genere colla Roman:i!a. ElLa potrà anzi farr :intendere con IJ[Udenza che situazione att1uaLe nostri réljpporti colla Roman:ia in relazione questioni finanziarie pendenti non è del tutto soddisfacente.

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IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, ALL'AMBASCIATORE A PARIGI, ROMANO AVEZZANA

T. R. 790. Roma, 9 marzo 1924, ore 17,30.

Telegramma di V. E. n. 28:8 (.2).

V. E. vorrà esplicare azione lfìavooevole alla tesi jugos.lava nella questione di San Naum, nei limiti in cui ciò sia compatibile con linea di ·condotta da noi finora tenUJta.

Confido nel tatto e nella prudenza di V. E. che sa,prà certamente astenersi dall'impegnarsi a fondo anche per non umtare di fronte Governo e pubbHca opinione aLbanesi che sono sensi!bili:ssimi nella questione di cui trattasi.

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L'AMBASCIATORE A PARIGI, ROMANO AVEZZANA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 521/310. Parigi, 11 marzo 1924, ore 17,10 (per. ore 19,45).

In questa ultima settimana sono div.enute più persi:stenti le voci di rma possibile ·crisi m:inisteria!e che il Senato, dove Poinca.ré è effettivamente in minoranza, vorrebbe provocatre prendendo occruSiione dei provvedi!menti finanziari e sopratutto dei decl'etL lie.g,ge senza dei quali d'altra parlte la riforma non sarebbe praticamente realizzabile.

Ho informato già con mio telegramma 261 (3) che il presidente della Repubblica pur essendo in disaccordo con Poincaré ed in parte condividendo opinione di coloro che !'1i!tengono gliunto pe'r questo ultimo il momento di abbandonare

11 potere è ·Con lui •solidaLe neUa questione cons·ideraiil'dola giustamente come di cara1ttere supe.dore e di massima rurgen~a. Miller:allld porterà quindi il peso della sua autorità nel Senato pel'lchè esiSo sanz-ioni :i .prowed1menti votatil dalla Cametra dei Deputati.

Se per una parte sembra poco v.erosimHe che Ja cri:si mini:slt€riale avvenga in questi giorni, non può esse:ve esclUSia. ,pokhè nei regimi parlamentari in decadenza ]le pa,siS•ioni di patr!te prev:J.lgono spesso sugli i:nteresiSi del paese. Intanto da .par.te degli eventuali suc,cessori mi è ·stato fatto indirettamente sapere che La caduta di Po~ncaré non muj;erebbe l·a politica della Francia a riguardo all'Italia e ·che anz.i ver.reb'be accentuata quella dtspostz.ione a ·consolildare i buoni ropporti .con :noli che l'attuaLe presidente del Consiglio dei Ministri collrdivideva ma che per la 11igidiltà e la :poca p1eghevolezza del suo carattere non ha che ,parzial!ment,e attuato ·commettendo anche qualche inutile errore come quello di Tangeri.

Come V. E. può .immaginare ho ac·coilto queste comunicazionli che r~ecchiano anche il pens1iero degli ambienU della Pre1si1denza della Repubblica con molta deferenza ma anche con molte riserve.

(l) -Cfr. n. 53. (2) -Tel. 1455/288, trasmesso il 6 marzo. alle ore 13,20 e pervenuto alle 17 dello stesso giorno, non pubblicato, col quale Romano Avezzana chiedeva l'autorizzazione ad appoggiare la tesi jugoslava in merito alla questione di San Naum. (3) -Tel. 1329/261, trasmesso il 28 febbraio alle ore 21,30 e pervenuto alle 4 del 29, non pubblicato.
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IL MINISTRO A SOFIA, RINELLA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. S. RR. 522/60. Sofia, 11 marzo 1924, ore 21,30 (per. ore 3,30 del 12). Decifri Ella stessa. Re Boris mi ha trattenuto in Lungo colloquio mostrandomi situazione creiDtasi nelle relazioni con la Jugoslavia e ·chiedendo mio avviso in proposito. Gli ho risposto che secondo mie informazioni a Belgrado Sii avevano intenzioni assolutament·e pacifiche .scevre da qualsiasù dils1egno creare ptretesti e compl1. cazioni ma che er,a neoe,ssaliio Gove['flO bulga'Do si rupplka:sse ser~amente e-liminare ogni motivo di inquietudine. S. M. ha dichiarato che tenendo esclusivamente presente .sorte BuLgaria potev!ll asiSkurarmi nel modo più formale che Sovrano, popolo e dirigenti erano fermi su questa decisa astensione da ogni atto che potesse esser.e .considera,to come contrar1o agH inteTes1si jugoslavi. Ha rilevato ·che Le misu11e adottate, per la prima voLta con deciso co~aggio contro i Macedoni erano taLi da eLidei"€ libetrtà v,i1tali soffocando ogni velleiltà di minaccia. Arresti saranno continuati con energia ma chi conosce quanto sia delicata nel complesso tale questione ,saprà apprezz,are deliberaZJion~ prese e comprendere opportunità concedere ragionevole spazio di tempo per ·controllare esatta portata dei provvedimenti in corso. Inoltre ha riconosciuto ·che se si nota miglioramento dò si deve « alla saggia azione svolta con preveggente chiarezza da V. E. sicchè in Bulgar,i,a non vi è persona sens~rta ·che non ne provi ammiTazione e riconoscenza». Ha ·confermato che s1arà fatto il po:ssd.bile pe;r .uscil'e dalle ciil'costanze delicate de1 momento esprimendo ·convinzione che graz!Le pure ponderaz~one del Re Al•e.ssandi1o sarà :scongiurnto pertcolo perturlbamento pace che

sarebbe •cataJstrofe irl'eparabiLe per la Bulgaria e grave ~i·schio per i Balcand. se non per l'Europa (1).

(l) Il telegramma fu ritrasmesso a Belgrado in data 12 marzo con tel. gab. n. 213.

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L'AMBASCIATORE A PARIGI, ROMANO AVEZZANA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. 1609/318. Parigi, 12 marzo 1924, ore 14,10 (per. ore 17,30).

La 1Stampa rranc:e1s1e dopo aver osservato per ordine superiore un ce~r1to riserbo, ha più lilber~amen1te lin quest:i ultimi tempi espresso il suo malumore per le manovre della ,squadl'\a inglese alle BaLeari. Esse ,sono con,sidera,te una prova della conti;nUiruzione della pol,i,Uca in:gl,es:e malìgrado l'a!VVent:o del Governo laburjsta il quale non ha .areduto di r'evoca1re tali manovr~e dedse dal ptrecedente Gabinetto, come non ha desi1stito dall'ordinare la costl1U:Zione di nuove unità navali e riabilitaZJione programma di un·a poderosa flotta aerew, ma C'iò che preoccupa principalmente i circoli navali, e la diplomazia fuance:se è l'ev;e:rutua,liità ·Che H GoVierno br:itwnnico, preval,endosi della pressione 1polit1ca finanziaria e militare che va indubbiamente eserdtando 'sulla Franc:ia per rkondurla ru queHo che esso Governo •COilJSiidera urua ragi,onevo1e amicizia, non voglia pretendeTe la 11iunion:e di una nuova ·con:f\erentza per la. l'imLtatzione del naViigHo :sottomarino e delle flotte aeree. Qui ,si .spera mo1t,o che ,s,e questo avveni1S1s:e, :mtalilia si unirebbe alla Francia per resistere alle pretese inglesi. Il voto contrario che l'Italia ha dwto nella Confel'enza di Roma alLa 11khiesta ,spagnuola relativa al grosso tonnellaggio è .stato consLdem,to negli am'bienti del,la marirnJa come una prova della inesistenza di un accordo naval:e i:talo-spagnuolo a danno della Franda.

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IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, ALL'INCARICATO D'AFFARI A BUCAREST, SAVONA

T. GAB. 214. Roma, 14 marzo 1924, ore 5.

Telegramma n. 143 (l) e precedenti (2). Proposte di Sti.I1bey appaiono ,seinip,~e più ambLgue. È opportuno quindi che V. S. lasci ·cadere qualunque ·conv·e~sazione con. lui al rigua:rdo anche pe:rchè

R. Governo, 'come già chiaramente detto nel telegramma ministeriaJe Gab. 186 (3), intende rimanere estraneo a qualunque proposta transattiva di privati e-mantenere di fronte al Governo romeno il principio ·che è suo impegno d'onore far fronte integralmente agli obblighi assunti all'emissione dei Buoni del Tesoro.

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IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, AL MINISTRO A SOFIA, RINELLA

T. RR. 861. Roma, 14 marzo 1924, ore 5.

Telegramma di V. S. Gab. n. 57 (4). In velazione aLlo .stato dii ·cotse .Siegnalato da V. S. ho ifattto ~chiamare questo ministro di Bulgaria al quale ho posto in rilie,vo come az,iorne conciliatrice

spiJegata dal R. Gov<er:no a Belgr:ado sia Vialsa a tranquiUizmre aiLquanto la giustificata apprensilone di codestli ambiienti. Ho inoltre invilitato il sigiliOr Radeff a riohilamare turt;tla l'.att.e:nmi:cme del suo GoV&IIllo sul ,periJColo di un atteggi..am.Emoo che non l1L!WOndesse esa,ttamoote alle rformaLi assd.curazionli replicatamerute date di provvedel"e ·con liai maggio11e energ:La. alla e:ffiettliva repressione di ogni velleità di ag~tazione da ,pax1le dlelle o11ganizzaz:ioni macedoni. Glli. ho ripe•tuto che senza di dò ogni responsabilità per le g'ra!Vilss:ime c<m&eguenze ·Che a.vrebibe un possibile tuoclbamento dlella pace 11icawebbe Sllllla Bulgada.

Radeff, vis1bilmentle impressilonaJto, ha dichilarato che avrel:)be subi•to telegmfato oppootummente a Sofia.

Prego V. S. :seguire attentamente situazione continuando ad esplica.11e aZiione per quan.to pos:silbiLe pacifica·trke e tenendomii. dettaglii:atamente ail col'!I'Iente dell'atteggiamento dei suoi colleghi di Francia, d'Inghilterra e degli Stati della Piccola Intesa.

(l) -Tel. gab. s. 526/143, trasmesso il 12 marzo alle ore 22 e pervenuto alle 4,15 del 13, non pubblicato, velativo alla questione dei Buoni del Tesoro romeni. (2) -Tell. gab. s. 524/141 e 524/142 del 12 marzo, non pubblicati, relativi alla questi&ne dei Buoni del Tesoro. (3) -Cfr. n. 45. (4) -Tel. gab. rr. s. 514.}57, trasmesso il 10 marzo alle ore 21,30 e pervenuto alle 2,215 dell'll, non pubblicato, relativo all'attività delle orga.nizzazioni macedoni in Bulgaria.
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IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, AGLI AMBASCIATORI A PARIGI, ROMANO AVEZZANA, E A LONDRA, DELLA TORRETTA

T. RR. 862. Roma, 14 marzo 1924, ore 5.

È .noto a V. E. come i :vappol'lti bu:Lgaro-jugoslavi attraversino una fase dii peri·colosa tensione .a causa dell'agi•tazi0111le delle organ.izzamoni macedond. sopratutto verso la frontiera comlme tra i due Stati.

GoVIerno di Sofia accusa quello di BeLgrado di voler esagemre· portata ed effetti di piccoli consueti movimenti sporadici per procurarsi pretesto di invadere Bulga['lia; Governo jugoolavo impUita a quello bulgaro dii prestare il suo segreto appoggio alle organizzazioni macedoni, o almeno di non combatterne con sufficiente energia azkme emilllentemen,te antdiseTiba.

Non ho mancato e non manco di •eserci<tare tanto a Belgrado che a SQdta assidua •QPera moderatri·ce e concilia.trtce. Temo tuttavia che non possa escludersi l'evenJtualità che attuale nervosa tensione tra i paesJi possa de,genm-axe in aperto conflitto, del quale nOil:l Sii potrebbero .fin d'ora mislurare le conseguenre.

Pre.go V. E. intrattenere cooodenziahnente codesto Gove,rno sulla slituaz1one bulgaro-jugoslava, r.iferendomi teJ.egrnficamente c.tvca il pensiero d1 esso e 1:a linea di ·condotta che V. E. ritiene codesto Governo si proponga di seguire.

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L'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. S. 537/250. Londra, 14 marzo 1924, ore 22 (per. ore 7,50 del 15).

Mio telegramma Gab. n. 233 (1). Da quando ho ·comunicato a Ma,c Donald rta,ssunto delJ.e ultime conversazioni con Curzon ho cercato ·e cerco tuttora influire su suoi più vicini consi

4 --Dowmenti diplomatici -Serie VII -Vol. III.

glieri per seml)re meglio chiarire ~ragioni che giustificano nostro punto di vista e mi gjlorzo soprattutto di :liar coJlljpi"e11idere come esame e soluzlione deille due questioni pendenti devono essere poste in diretta rel•azi0111e ·coilla politica .generaLe e rapporti fra l'Italia e l'Inghilterra. Ho parlato con Ponsonby, Crowe, Tyrrel ed anche con pe11sonalità politiche sila del pa:rrtiJto Labou11ima che •conservatore.

Mi viJene con:flermalto da tutte l!e parti che Mac Domlld desidera .gLun@e.re ad una soluzione delle questioni pendenti fra i due paesi animato da sentimento di viva amicizia per l'Ltalia. Mi è stato anche ·conferma1to che primo minilstro giunto al potere si è proposto ris~1VIere l,e varie questioni pendenti :Lra Inghilterra e altri paesi in modo separato e indipendente e così ha prima di tutto .sistemato .l'apporti co:n Russila, ,poi ha .intrapTieSio un lavoro di riavv.icilnamento con la Francia ed ora si occupa della questione con l'Italia. In queste mie diverse conversazioni ho avuto cura di fare rilevare inoppol'tunità di accenno da parte britannica all'elemento etnico della questione del Dodecaneso (telegramma di

V. E. Gab. 167) (1), e parlando con lo stesso Mac Donald ho insistito sulla necessità di evitare in questa fase delle trattative pubbliche dichiarazioni (ultima parte del telegramma di V. E. 185 Gab.) (2). Dalle mie osservazioni al Forei•gn Office ho .potuto tr:atrre impressione che Mac Donald giustiJficherà suo di!I'.itto ad irrterv·enke nella sistemazione defiruitiv;a del Dodecaneso 'basandosi sopmtutto sopra conversazione che Curzon avrebbe avuto a Losanna con V. E. In tale conversazione sarebbe stato ben stabilito che malgrado stipulazione del trattato in elaborazione circa trasferimento delle isole aH'Italia, Governo italiano era tuttavia impegnato a concertare in seguito col Governo britannico circa sistemazione definitiva delle isole stesse. Ho dovuto notare altresì, specie nelle mie conversazioni con Tyrrel, che Mac Donald annette speciale interesse a sapere adesso quali sono le isole ritenute dal R. Governo di suo assoluto interesse permanente e che Primo Ministro considera come cosa essenziale conos·cere precisi intendimenti di V. E. in proposito per procedere oltre nelle trattative ed avviarle possibilmente ad una soluzione favorevole. Al Foreign Office ho saputo intanto che mia lettera al Primo Ministro circa ultime trattative con Curzon è allo studio.

(l) Tel. gab. 502/233, trasmesso 1'8 marzo alle ore 21,20 e pervenuto alle 2,45 del 9, non pubblicato, con cui Della Torretta dava notizia di aver inviato a Mac Donald il memorandum relativo alle conversazioni con Curzon sul Giubaland e sul .Dodecaneso.

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IL DELEGATO DEL PARTITO NAZIONALE FASCISTA A VIENNA, TAMARO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

L. Vienna, 14 marzo 1924.

Appena in questi ultimi tempi mi è riuscito di ristabilire tutte le relazioni, che av>evo qui prima della pubbllicazi.one del tra!tt:a.to Ltalo-jugoslavo. Così ho potuto avere delle nott:zJiJe, specialmente sulla Ma.cedoniJa, che trasmetto all'E. V.

Invio all'E.V. anche la relazione (3) sull'Austria, sulla sua situazione rispetto all'eventua]ità e alla po,SISibilità d'un:a politica di penertrazion.e italilan,a. Avevo già reda~tto una memoria molto pilù estesa. La trattenni, prima, causa la contilnua mutevolezza delle condizioni locali; poi pensai che era troppo vasta e che

l'E. V. avrebbe gradito uno scx:itto ,più r.ia,SSIUnotivo, quale è questo, clae mi onoro di sottoporre all'esame d!i V. E.

Mi permetto di mettere in guardia l'E. V. contro il ministro austriaco di Roma, dott. Egger. Ho saputo che ha scritto a un suo amico viennese, di essere lieto perchè V. E. ha iniziato con lui « eindringliche Gesprache » per un'azione che egli definisce « Einbeziehung Osterreichs in die mitteleuropaisch PoHtik Italiens ». Il dott. Egger è molto legato ai socialisti di qui e è certo che informerebbe Bauer o Renner d'ogni proposito comunicatogli da V. E. Di più egli è intimo ami'co di Benes; persona, che lo conosce bene, mi disse giorni sono che, se H ,~ov'erno italllano voleva :far ,sapere qualche cosa a P,ra:ga, non a:veva che da par1ame aJ. dott. Egger.

A Pmga si .c:lons~dera il trattato ·commerciale italo-.cecoslovaJCoo come una disfatta per la Cecoslovacchia: del che po11go vivilssime felici:tazioni all'E. V.

(l) -Cfr. n. 27. (2) -Cfr. n. 41. (3) -Non pubblicata.
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IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA

T. GAB. 219. Roma, 15 marzo 1924, ore 22,30.

Dal suo telegramma Gab. n. 250 (l) rilevo come V. E. abbia tratto impressione dalle sue conversazioni al Foreign Office che Mac Donald giustificherà il suo diritto ad interveJ:lliJie IIJieilaJ slisterrr11a:tione detfindttiva dìel Dodecaneoo tn base sopratutto ad una conve11sazwne che Curzon avrebbe ·avuta a Losanna con me.

Debbo sullito rich!ilamare 1a sua arttenzione ·che in qu~sta irase si tOil'Ilerebbe a ,parla11e di un « .d~itto » dii ,cui è OOI'!pr'endente sent:tre ancora metillriona;re l'esistenza. Con la mia nota del 3 novembre 1922 (2) fu chiaramente esposta la posizione di fatto e di dlilrlitto dell'Italia nel Dodoc<m'e!SO iln relazLO!Il.e con l'assetto del Mediterraneo orientale ed il GoveTtnO inglese non fece alcuna obbtezione al contenuto della predetta nota. Ripeto ad abundantiam che da essa rtsulta :PI"ovato:

l) che l'Italia aveva dato alla questione delle isol1e una soluzi:o:rue diversa da quella a cui aveva assoluto dtilrirtto per sua spontanea volontà, gillocl.ka:ndo favorevoLe ai suoi 'inter<essi inlquadrarla nelLa più aJmpta sisUernaiZiilonte deil: Mediterr-aneo Oliieilltale; 2) ~che venendo a miancaoo i c'or-rispettivi derivanti all'ItaHa da tale concordata s:isterrnazione 'generale veniva a matnea:re la ragione per ·cui essa ·in v1sta di que~ corri5pettilvti aveva oolllSe,ntito a rr110difica,re i SIUOi diritti iSUl Dodecaneso.

Consentivo tuttavia, anzi sollecitavo, un riesame preventivo tra gli alleati della :sistemazione ortentale pier chtaritre la ·possi'bilità di g,aranme proporzi01111alli dei loro rectpr<oci ~intereSISli, cxmrisponden,ti in Ulna nuova sistemazi:one· a quelle precedentemente concordate. In questo rie.same si ~sarebbe dovurto cerliamente parlare della ,ststema:zione del Dodecaneso, se da parte degli allleati si fosse assLcUI1ato aWitaltila niella nuova :sistema·z1Òne una posd.zione pl'\Oporzionalie cor

rispondente a qwe1la che essa aveva ottenuto col Tmtta.to di Sèvres e col Trilpairtito.

Nelle oonver.sazioni dii Losarrma insistet1li., ·come V. E. sa, su tali Pl'~OOtle, ma al Tliesame non si vo11e :mad. a.ddivenirne, le riclli1este iiitali.Jane non sono mai state B.{)co1te ed il Trattato di Losaruna hJa ormaù saDJZionato la nuow silstem~i.orue diell'Orfente in oui :praticamente l'Ita.Iri:a IliOn ha conse~to alcUJn vantag~o. È quindi fuor dii posto di plair1llll"e di illnipegrn die.I:l'Ltal:ila che avrebber.o avuto soltanto 11agron d'·essene nel caso che il ll"iesame :fOSJSe avvenuto e che co:r:r:ispeiltivti. adeguati cì foSSell"o 1stati accordati. Ogrui « dirilttlo:. diell'LillghHteil'm ad ilntenneni.l'e :nella ,sistemazione del Dodeca:neso è quindi rilnoon:si<S1lente, ma è anzi l'l<tal:1a che vanta un dìrc1tto di •Cil'ledii:to 1n base al1'·a:rrtJilco1o 9 dlel Patto di Londil'a per i compensi or.tentali formalmente pil'Om!essille e non ricevuti.

Ciò malgrado peli' u.s~e un 1a1:Jto dd co~tes1a Veil'SO la Gran Bretagna consentimmo ad averre una de<fìnri.tiva spliegazi.one amiJchevole in rprro,positro con Loro. Curzon che si è chiusa con le dichiarazioni, di cui al mio telegramma Gab.

n. 41 (l) che interamente confermo. E poichè da allora nessun fatto nuovo è intervenuto, non esiste ragione alcuna per cui io debba dare delle maggiori indicazioni su quanto l'Italia ritenesse eventualmente in seguito opportuno di fare nei riguardi del Dodecaneso.

Rd:tengo sa11elbbe moLto utile ·che V. E. torni d'urgJenza ,a ch.ta!l'ire u1terriormente questi dati indiscutibili del punto di vista italiano prima che le pervenga una .comunicazione .scritta di Mac Donarld, allo scopo di evitare che la questione sila da lui messa su rbasi 1Jarllme:nt1e divergenti dalle nostre da cnndurre ad una s:ttuazione diffi·cHe.

(l) -Cfr. n. 73. (2) -Cfr. serie 7•, I, n. 70, allegato.
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L'INCARICATO D'AFFARI DI FRANCIA A ROMA, CHARLES-ROUX, AL DIRETTORE DEGLI AFFARI POLITICI COMMERCIALI E PRIVATI DI EUROPA E LEVANTE, ARLOTTA

L. P. Roma, 15 marzo 1924.

Vous avez bien voulu me faire savoir que des instructions avaient été données à la presse aJfin d'évirter qu'elle <pousse, IJ.)ar ses publications, à la ori:se du frane, .qui est du !11estle en bonne vo1e d:e rSOI.u1Thon.

p,ermettez-moi .de VOUIS: rsignaler qU:e 1e rton dres journra!UX en général n'a guère été, ces jours-d, en r:apport aVlec :nos oommuns désd.rs, :ru~ meme avec l'amélioration notarble rd:es cours et avrec 1es m~esrfinarncières furt ÌIIlpOirtanrtes droillt l'.app!Lcatilon en FTa:nce :ne pewt pJ.us désoirmaù.s farilre doute. J e vous traiJISmets ci-joiiiJit nne ·coupure du Corriere Italiano, qui montre l'resprit dans lequel ce jou:rnal, pourtan't fasciste, présentle à ses lecteurs .ses iruformations de l'étil"ange!l' .

•Te me permets de douter que ce sommaire et les renrseignements qu'il résume ,sous une forme si :Jmappam~te soient ·emiJii'eints d'une grBJnde objectiviJté. En towt cas, l'eX!IJérlienoe ren:Seigne que 1a F~a:nce est ll1ll par)"s qui a du !'lessol'lt ·contre !es maladies et qui en sort le :plus souvent; et c'est là une considération qu'on peut, je crois, mettll'e en relief sa.ns Cl'la.inte de démenti.

Je crois devoir vous ·si~aler nota.mmerrut que ,cer,taJ:i.n.es CIOI'.I'eiS\POndlooces italiennes venues de Londres ne répondent pas aux sentiments que j'ai été si heureux de c<mStalter au P31lad:s Chl~i.; elles :relèvent arvec eompla.isa:nce les passages qui peuvent nous etre défavorables dans la presse ang1aise. Peut-etre estimerez-vous possihlie de dema.nder à votre Ambassade à LoncLres de .conseiller aux représentants des journaux italiens toute l'objectivité que les circonstances recommand€1Ilit, alfim de ne .pas détermilner dialliS Le gros P'Uh1ic dies coura.nts pessimi\Stes qui ne 100nt péliS just:ilfiés et qui :ne peuve.nt avoilr qu'nne réperoussion :fàcheuse sur les cours des marchés (1).

(l) Cfr. serie 7•, II, n. 580.

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IL SEGRETARIO D'AMBASCIATA DI FRANCIA A ROMA, ROGER, A [DESTINATARIO IGNOTO] (2)

L. P. Roma, 15 marzo 1924.

M. Cha.rles-Roux me pil1Ì'e de vou:s tr.ansmettre l'aide-mémo1re officieux cijoint: il ·s'excuse de n'~tre PéliS venu vous l'apporter lui meme, ayan.t été retenu à l'Ambassade cet après-midi.

ALLEGATO

AIDE-MEMOIRE

0FFICIEUX.

Au cours d'une réunion électorale qui a eu lieu à Turin le 2 Mars, un des orateurs, M. Pedrazzi a prononcé un discours que les organes fascistes ont qualifìé de discours officiel de la journée. Dans ce discours, M. Pedrazzi a dit que l'Italie victorieuse et forte tournait maintenant les yeux vers les terres qu'elle considère comme siennes et qui sont encore aux mains des étrangers et • qu'aux Français qui lui barrent la route, elle reclame N ice et la Corse •.

Ces paroles qui furent longuement applaudies ont été prononcées en présence du Préfet de Turin et de nombreuses personnalités politiques, par un candidat de la liste gouvernementale.

Il est à peine besoin de signaler la pénible impression que ne peut manquer de causer en France le discours de M. Pedrazzi candidat favorable au Gouvernement dans une réunion à laquelle la présence du Préfet donnait un caractère presque officiel.

Il serait donc hautement désirable, dans l'intéret de la bonne harmonie entre les opinions publiques de France et d'ltalie, d'éviter la répétition de semblables faits.

78

IL MINISTRO A DURAZZO, DURAZZO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. 1738/48. Durazzo, 16 marzo 1924, ore 11 (per. ore 15,30).

Approssimandosi il momento in ·cui la Conferenza degli AmbéliSciatori sarà chiamata a pronunciarsi circa la domanda jugoslava di modifìcazioni al tracciato

Risposto telefonicamente a Charles-Roux facendogli osservare come miglior prova fiducia la abbiano data gli Italiani acquistando 500 milioni di franchi in questi giorni. Stampa italiana ha unanimemente segnalato il rialzo. Deve la Francia agire a Londra donde partono notizie allarmistiche. Charles-Roux si è dichiarato assai soddisfatto. Arlotta •·

della frontiera .già stabilita dalla stessa Conferenza nelle zone di S. Naum e Vermosh, Governo albanese ed opinione pubblica danno segno di grande nervosità. Giorni scorsi ebbero luogo a Coritza, Scutari ed altre città albanesi meetings invocanti mantenimento delle decisioni già prese dalla Conferenza degli Ambasciatori. Non posso parlare con alcuno dei membri del Governo senza che mi venga chiesto ansiosamente quale sarà la nostra attitudine in proposito. Rispondo sempre confwmemente a quanto indicatomi nei telegrammi di Gab. nn. 76 e 77 (l) ma si sperava qui una assicurazione più esplicita da parte nostra. Anche Giafer Villa malgrado ot.tima impressione riportata da Roma disse a Tirana che su questo punto non gli riuscì avere a palazzo Chigi akun ,sicuro affidamento. Qui si pensa e si dice che questa sarà la prova del fuoco delle immutate direttive della politica italiana in Albania dopo il recente accordo. È mio dovere far presente a V. E. ,che qualora la nostra attitudine 'in ,tale prossima decisione fosse più o meno apertamente diversa da quella sino ad ora tenuta riguardo al riesame delle decisioni già prese, sarà impossibile evitare o contrariare qui l'impressione che dopo il recente accordo italo-jugoslavo, Pltalia non voglia o non possa più assicurare le necessarie garanzie della indipendenza ed integrità albanese. Di conseguenza verrebbe di nuovo a prevalere molto probabilmente in Albania senso di sfiducia, di sospetto se non anche di ostilità nei nostri riguardi e ciò potrebbe influire seriamente in nostro sfavwe anche nella lotta di concorrenza per concessioni economiche. Vengo assicurato da buona fonte che affidamento inglese di attitudine favorevole verso l'Albania nella suaccennata questione delle frontiere, sarebbe inspirata più ·che altro dal desiderio di assicurare buone disposizioni del Governo albanese verso la Società pet~rolifera Anglo-persiana.

(l) Nota marginale di pugno di Arlotta: • 16 marzo 1924. Mostrata a S. E. Contadni ed a Paulucci.

(2) Il biglietto è privo di destinatario. Esso comincia con le parole: • Mon cher CoUègue • : si tratta quasi certamente di Paulucci de' Calboli Barone.

79

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA

T. GAB. 220. Roma, 16 marzo 1924, O'l"e 16.

RiceV'O testo Sua comunicazione iSICritlta a Mac Donald ch·ca GiulbaJJand Dodecaneso. Trovo utile farle .subito conos,cere che l'approvo giudicandola esattamente rispondente alle ,ist;ruZIÌ!nni da me date.

Confermale convenienza manifestatale con il telegramma di ieri n. 219 (2) che V. E. cerchi di ribadire ancora d'urgenza nostri punti fondamentali su cui non è possibile recedere.

80

IL MINISTRO A BELGRADO, BODRERO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. S. 545/146. Belgrado, 16 marzo 1924, ore 16,50 (per. ore 19,10).

Decifui E11a stessa. Avuto .colloqruilo iens~a oon S. M. A proposii:to s:irtuaziOI!le in Grec1a mi ha detto e scl"irs.si sotto sua dettatura quanto segue:

« Silluazi.one in Grecila ÒIOiPO parlenm V,enirzelos aru:lJrà di maJ.e :im. peggio; e.S!Sa provoc:her:à 'appetitti n:eli. v:tciini quÌind\iJ noi (ltallil. e Jugoslavia) non pOiSISiiruno rimanere indifferenti. Io desidererei conoscere le idee intime di S. E. Mussolini su questa nuova ,Si\tuatzione per:chè S!ono dilsposto a .se~irle. Qual'lliillqrue Govemo vi sia in Jugoslavia S. E. Mussolini può contare che responsabile deLla politica est.era del mio Paese Sì()[[ljO d10 che des.iide:ro rilm!liiler.e in conttatto c,on lui».

Questo mim.ilstro Inghiltle111ra avendO ch\iiesto chta:rWme:nt~ cilrca ~Locazione truppe serbe verso :llrloniliem lbu1garr-a, 11 Sovrram.'O gl1i ha fa~tto I'lisp0111dere che se Inghilterra avesse potUJ1Jo gruram.tirre dalle inc:ursion'i delle ba:n:de macedoni il terriJtor.io 1serbo, 'iil Goverm10 S.H.S. av:rebbe 'SielliZa altro provvedutJO ail. rilthl-o delle trruppe dalLa Mac·ediorrlliJa.

Il anWsilro d'iLnghiltlerrrta ha rd.sposto a nome del S'UIO. Govemo che non conosceva ra1tr:o mezzo per prevenire :Le incurslioni che rinlforzar:e le ~all"'!Ililgiloni di frontilera.

S. M. mi ha anche intrattenuto su altri importanti argomenti sui quali dovrei conferire con V. E. Poichè per qualche giorno situazione interna rimarrà stazionaria ed il Sovrano mi telegraferà a Roma se vi :fossero novità, partirei domani ,sera ,s1alvo ordini corutra~ri pier dell'trare immedillartamem te a Belgrado dopo colloqui.o con V. E.

(l) -Per il primo cfr. serie 7•, II, n. 601. n secondo non è stato pubblicato. (2) -Cfr. n. 75.
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IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, ALL'AMBASCIATORE A MOSCA, MANZONI

T. 904. Roma, 17 marzo 1924, ore 4.

Suo telegramma Gab. n. 96 (1).

È stato effettivamefllte conchiuso prestito 400 milioni al Gov,erno polacco da Banca Commerci'aile. Prestito all'estero aU'inCIWca per somma iJndi.ca'ta entrava da tempo nel noto programma risanamento finanziario del ministero Grabsky e sua aSISUnzione da paT-te ~g1n1:ppo finanz.i:a1.rLo i<taJ!iam.o è avvenuta per 'pu.nl. .imiziativa rp11ivata del gruppo steSS'O. Prestito ,saTebbe stat10 al1lrlimenti certam.ente acoaparrra.to da gxtuppo francese.

R. Govemo ha creduto assume!Te atteg~iamento favor:evrole prwchè, tn connessit0111e al prestito, monopolio Tabac·chi ·po1aeco si è obbli,ga~t'O ,a.cqud:stare in ItaHa maggior ,pa.rte sUJo farbbi.sogno tahac,chi ·esteri il che assicUilla islboc~oo assalÌ. i.mportan:te per nostrla prodUJZitone agricola ta:bacchii che si va lm;gamem.te ,svtiluppando e in cui vtene Lmpte:gata molta mano d'opera.

Natura ,pr:esti1to è qui:ndi esCILusivamente fina!ll:Zia~i'a ed economd,ca. Ci:rca sue conseguenze polittche V. E. osseJTVerà ch'esSio of'fcre ItaLia pdù ampia. po,siSiibilità influir.e in ,senso moder:ato11e ,s:ulla Polonia, con:tr.i.buendo cosi ,effica.c,emerute mantenimento pace ,in modo coDJsono anche i.ntell"essi Russia. In tal senso ~sembra

ovvio che notizia non possa [non] essere favorevolmente accolta da codesto Governo e pubblica opinione.

Analoghe dichiarazioni, ancora più diffuse, sono state fatte qui a Jureneff che ha mostrato molta ,sodcHsdiaz;Lone nel riceverl:e e che ha chl.chiaiDa1lo di trasmetterl·e subito al suo GoverJlio.

(l) Tel. gab. 529/96, trasmesso il 13 marzo alle ore 23,47 e pervenuto alle 2,15 del 14, non pubblicato, col quale Manzoni chiedeva la conferma a una notizia di stampa relativa ad un accordo economico italo-polacco. L'accordo era stato stipulato a Roma il 10 :marzo. Il prestito era garantito dal MonopoHo dei tabacchi polacco.

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L'AMBASCIATORE A COSTANTINOPOLI, MONTAGNA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. 1772/143. CostantinopoHi, 17 marzo 1924, ore 20 (per. ore 5,30 del18).

Come V. E. a.vxà potuto rilevrare dia! car:atterle predomintante (attr.ilti e proteste) dei miei 11apporti ed ,accenni nei mirei rtelewammi, ho trova,to uno S'tatto di cose deplorevole per quanto concerne l'atteggiamento del Governo ed autorità turehe ed opiJIDon:e pulbbl!iiCa :m ~eneraJ.e vemo di noi. Male è in V'ero apparentemente .comune con •i n~ostri alleati, ma diana la d!ifferente natura ed mtea-essi. in g1uooo, tale situazione è meno ,graiV'osa per quellii che per noi:, ·Che dobbiamo combattere contro la presente follia nazionale ed anti-turca [sic], peli' proteggere sopra tUJtto l'esistenza stessa .de~ nucl:eli ·co1onila1i niUmeriJCiamente tanto p1cco1i che grandi, ma tutti .deboli e però meno 11esisten1li ai colpi della ~enodlobia qui imperante. Non senza qualche sOII':presa ho notato ·s!Uhito dopo c·o!l"c:Liale benvenuto offertomi all'arrivo, daUa stampa e dall'opinione pubblica locale, una campagna acre, vasta e nutrita di quella stampa contro l'Italia, che, già sospetta, si è andata apertamente accusando di recondite e pericolose mire di penetrazione politica e di colllqu:iste ai danni della TUJrchiia. Ha dato eLi recen:te motivo a simille as1sarLto La malev>Oil'a lintevplJetazilone dre si è voluta qui dare .all'accenno da V. E. fatto all'Oriente nel Consiglio dei Ministri del 21 febbraio scorso (1). D'altra parte mi risulta da var:ie attendJilbili .fondate notizte che an,c:he ad An:gora gLi animi si sono •eccitati ·nelilo stesso senso. Del :resto l'Qdto ha ,trovéilto r~scon1ll'lo nel contegnlo din genena1e pQCo ·conctli:ante c:Lelle autorirbà 'turche nei <riJguaa::di delle cose :nostre ed addirittU!I'a 'ostile assunto dalle medesilme a allusi10ne che, nello stato d'animo dei turchi, è il nostro tallone di Achille [sic].

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IL MINISTRO A BELGRADO, BODRERO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. S. 551/153. Belgrado, 18 marzo 1924, ore 15,30 (per. ore 19,30).

Decirfd Ella stessa..

Questo telegramma fa seguito al telegramma 152 (2).

Commenti al disoo11so N~ndch. Dtchia:razioni Ministro Esteri sebbene non

abbilano mai assunto ,tono grave .n:è tanto meno minaccioso stanno a mostrraoo

che Governo S.H.8. sicuro della nostra alleanza, è deciso a garantire gli interessi

della Serlbia su otascuna delle ime frontiere. La maggi01re benevoLenza delle dichiarazioni nei riguardi A!lhania celano desiderio di una politica che assicuri la neutralità albanese in caso di conflitto con Bulgaria o di complicazioni in Grecia. Allo sviluppo di tale politica si oppone però la mancanza di un Governo :llorte .e qui!IlJdi irrl giìado dt assumeTe im;pegno .polLtico. È oer,to pe.rò che se Albania., approfittaii1d:O debolezza Gxeda, te1ntasse un colpo di mano 'ÌJn mptro, Governo S.H.S. rimetterebbe sul tappeto questione Scutari. Accenna a ... (l) attegg1amento dei vicini, iSie r.ilferito Bulgaria., sembra ~o.Non vedo indlalttil quale a·zione potil"ebbe Bulgaria tentare su Salonicco con minaccia serba alle spalle. Complicandosi affari di Grecia una eventuale discesa jugoslava su Salonicco !Salrelbbe i<nVIecte ,spte~abile all'opmilonle pubb11ca mo<ndlìale c'O!llle 1ntesa a garanttre la città da un tentativo bulga•11o. Per ciò che rigu;aTdia Bulg,rurja dtchiaraztollli Niindch ~uomo dii govlemo •ctosì ;p!l"udente e mtsurato) t€stl1mondanl0 feTIDa pratica del governo inter.ven:ill"le ,con energtche mi•sure militari Jail: di a illrontiera qualora laJZione •CIOmitagi m M!llcedoma: sd: fa,cda più ·im.>tenoo. A .tal!e azione .si farebbe il nome della ll'epr.ession.e ma il su1o ·Call"'attleTie e .portata potrebbe avere con5ejguienze .grarvtssime. Ri:levo .im.fine come Ninci:ch silatSi eSjpoosso nei punti più importanti nel 1suo discorso (nel quale· è stato certo pdiù lfeHce· di quaruLo dirfese a'CJCOII'do d:i ROIIlla) coo :tirasi lide!Illtiche a qu.eile· pl'!OIIlUiliCiiatJe con me da

S. M. il Re e che telegrafai a V. E. il 16 corrente con telegramma 146 (2). Il Re ha i!Illfatti: rilv·eduto e corretto il discors'o Nlinctch. Qualunque possa essere soluzione della ·imminente crisi parlamentare, qualsiasi risultato possano avere elezion~i ·che doV'11a~IJJno per lfor~a dii •cos:e a!V'er lLuogo proSJSimamente in Sel'bia (il Re me ne ha accennato ieri) la politica jugoslava è oramai orientata verso l'Italia e nOilll .cambierà 'c<m mutare di govemw. Re AleSISI<llldil"o :rJJe è il più fedele garante ed io posso assicurare V. E., come mi ha più volte ripetuto, non permetterà aLcun passo senZa prima essersi 'consultato coo V. E. Come V. E. egLi ha v;oluto e sent~to l'acoorido COII1 l'Itall.ia ed ogn,il su.a a:d~ne è intesa a perfezionarlo ed a legare più intimamente il suo al nostro Paese.

(l) -Cfr. nella stampa del 22 febbraio, il comunicato relativo alla riunione del Consiglio dei Ministri. (2) -Tel. n. 1777/152, trasmesso il 18 marzo alle ore 2,50 e pervenuto alle 11 dello stesso giorno, non pubblicato, relativo alle relazioni serbo-bulgare.
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IL REGGENTE LA LEGAZIONE AD ATENE, DE FACENDIS, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. 1790/100. Atene, 18 marzo 1924, ore 19,45 (per. ore 21). Telegramma di V. E. n. 916 (3). Ho ·fatto stamane visita a Papanastasiu. Presidente del Consiglio ha tenuto a dichiararmi subito che egli intende pro~>egu:ire !Sincierr:amente litnle:a di ·condotta .iJntrrapres·a dai due Governi precedenti verso l'Italia, con la quale egli ritiene necessario il"ag.giungere il miglior accordo e stabifue 11apporti di .cord:ilal'e am~c:izi,a.

Avendogli :llaitto .r;ileva11e ·che J.e 1buone intenzionli del Governo dovrebbero anzitutto e.spl:iaarsi 'nell'Lspira~e cl:iveTsamente opinione pubbUc:a e La ,stampa

a nostro rJguacr"do, Papaii1élS1Jals•iu mi ha aocelllllato ,che se dtiffiden~ vd sono state, queste ,erano determinate dall'iimpressi:one che arzione italiana pex un cexto tempo avesse carattere parttgiano negli affari interni della Grecia favorendo partito realista. Ho creduto opportuno di assicurare Presidente del Consiglio che i'l R. Governo pur prendtendo interE!!Sse ,agli avven&rnenrtli. che sr ISV>O],gono dlll un Paese vtcino, non ha intleso e non i'ntende aiS!oolutarrru:mte di immischiarsi nelle vicende interne di esso.

P,a,panastasi.u mi' hia espnesso qutindi tspeTaTIJZa di vedere regoJ.<~~ta quanto prima unica questione esistente con l'Italia: quella del Dodecaneso, aggiungendo essere sicuro che ove ciò si realizzasse, il popolo greco saprebbe tornare a quei sentimenti di entusiasmo e fratellanza che hanno tradizionalmente Legato la Grecia all'Itt,aJ.ia.. Mi ha ac•cennato che Minilstro Carapanos raggiungerebbe Roma ail !Più pxesto.

Mi :sono aJst:Jenuto dia quaJ.siasi considtenazilone su tal,e aTig1oiJ:nento.

Parliando della questione• •inTeirnia, Pap:anastasiru mi ha detto che non gli sembra impossibile ragg1i:ungere accordo con patl"ltito avvel'SJar~o, e che a tal uopo ha autor:izzato Meta~as dii vendre ad A~·.

Oonversazionre si: è s'V'Otlltia i[}) tono mol•to amkhevole fra ripetute a.sstaurazioni da pa:nte Presildente del Consiglio di v,oler fal'e quanto è possilbile peT darci prova delle sue migliori disposizioni a nostro riguardo.

(l) -Gruppo indecifrato. (2) -Cfr. n. 80. (3) -Tel. n. 916 del 18 marzo, non pubblicato, con cui Mussolini autorizzava De Facendis a far visita a Papanastasiu.
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L'AMBASCIATORE A BERLINO, DE BOSDARI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

L. P. Berlino, 18 marzo 1924.

Nella mia convermzione eli ,i;el!"i iJ. sLg. Stresematnn md ha d~scretamente ac·cennato a discorsi che sono stati fatti in seno del partito nazionalista circa ad eve!!1tuaii :appoggi ·che l'Itìaliia saJrebbe ctiS±Jost,a ad a'Ccorda•re alle aspirazioni di quel partito, ed a proposte che dall'Italia sarebbero qui ,giunte in questo senso. Membri ilndìuentil dii qutel ,pamtito avrebbero ri.mp:roverarto a St!resemann di ess·er'si mostr:ato ~HUJtltrurute dtail',aJOOoglre:re arperture, che egli nOIIl dlovrebbe del tutto ignorare. Non ho voluto con soverchie interrogazioni scoprirmi in nessun modo, ma ho •creduto ·eomprendiere. che il min1stro degli a:ffar.i esrte:r'i accennasse al generale Cappello, al senatore Bianchi ed a quegli altri italiani che sembra si si•an·o recaJti! 'iln questi ultmi tetmp~ in. BavrLera ed abbLano tcoJà :parlato C/O!Il certe persone (vedi mio telegramma personale intorno a viaggio del generale Cappello pair. 6) (1).

Ho detto a Stmesemann che nron rs:apevo nulla di :tutto ei:ò, e >C:hie le sole coSie di cui ero ,responsa~bUe e di ,cui constidera!Vo ~resrponsabilte il R. Gove•I'I1o erano le pochissime da me lievemente accennatele nel settembre scorso (2). Consideravo •sorpas•Starta la situazione politica che mi sugg•erì quei l'ievi accenni;

tanto è V'ffi'O ·che 1!llon •er.o mai .più stato ilnviltato dal R. Gov·enn:o a CJOOtinU:M"ld. ed

a svo1g~e:r'l:i.

Riferis.co quanto sopra a V. E. affinchè Ella consideri se l'invio di a,genti ufficLOSii ·m Germania, finchè aJmeno resta al!Pote.r,e questo Governo ape~tarrnerute nemico e s~tooilssimo delle mene illazlionaihlste, JS!ia •C'Oillsigl:iahile o l!ll0111 debba iinvece, quantunque cimCIOIIl;d:ruto di ogrr~ 1possilbile cautela, tC'Oill!S'iderta<rsi oome pooo prudente e C'Ome rtale dia dimiTIIUL:rle la fidiuc:i:a che 11 Governo a1ttuale h:a sempre ri.postlo nel rapp11esentante uffia~ale d!1 S. M. 1il qua[e, ,cr.edlo, sila attualmente m gradlo rrregl'io di ·og1Illi :ailit!l"'o di p,arr:l:al1e, !Sie• nec<eSSiélll"'io, ·con perletta iS'iccurezza, di ogni ar.gromento jll più riiSie:rvarbo e c1ontfiden,zi:aJe.

Sarò grato a V. E. di accusarmi ricevuta di questa lettera come pure di quella del marzo (l) che tuttora non mi consta essere pervenuta nelle mani dell'E. V. (2).

(l) -Cfr. n. 39. (2) -Cfr. serie 7•, II, n. 405 e nota.
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L'AMBASCIATORE A MADRID, PAULUCCI DE' CALBOLI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 559/69/41. Madrid, 19 marzo 1924, ore 21 (per. ore 2,25 del 20).

Decidiri Ella stessa.

Sulle d!iffiooLtà insorte nelLe .reJaziOIIlli ita•lo-romene stampa spagnuola fa supposizioni e commenti più o meno fanta.stici parlando di dimostrazione antibritannica e filosovietista ed insistendo principalmente su rottura combinazione matrimonio fra le due Corti. Di questo progetto di nozze mi hanno parlato pure pochi giiorni or sono i SOIV!I1ani con un mal,ce:Lato ·i·nteresse ed 'ilo credetti! pote1r smentire assolutamentie qU'el~ voce.

Su questo colloquio con Stresemann. cfr. anche ciò che scrive De Bosdari nelle Memorie cit.:

• Il giorno 17 di marzo, dopo molto tempo che a cagione dei lavori parlamentari non avevo visitato lo Stresemann, mi recai da lui ad assumere informazioni sulla situazione politica interna ed esterna, dopo aver parlato di argomenti generici e dopo che lo Stresemann

ebbe molto insistito sulla avversione che gli dimostravano gli elementi (nazisti) nazionalisti, fino a minacciarlo di morte, il mio interlocutor!e pose la conversazione sulla singolare dichiarazione che il von Kahr aveva fatto pochi giorni prima al processo di Monaco circa le felicitazioni che per la sua iniziativa gli sarebbero state presentate dal Console Gen. d'Italia in quella residenza. Gli dissi che ne avevo avuto conoscenza dai _giornali ma che quellanotizia incredibile era già stata ufficialmente smentita dal nostro Consolato Generale e che la ritenevo assolutamente inveTOsimile. Stresemann mi disse allora che essa si ricollegava a tutto un lavorio dei nazio·nalisti che tendeva a far ritenere l'Italia solidale con loro e che a questo proposito egli doveva dirmi che il vago discorso da me fattogli nel settembre intorno a pericoli di conflitti dell'Italia con la Jugoslavia con possibile intervento della Francia ed all'interesse che in tal caso avrebbe eccitato presso di noi la possibile attitudine della Germania era stato conosciuto negli elementi nazionalisti che in una riunione tenuta con esso Stresemann lo avevano accusato di avere rifiutato • un'alleanza militare propostagli dall'Italia». Feci come •si suol dire lo gnorri, ed espressi a Stresemann la mia meraviglia che simili straordinarie supposizioni si potessero fare da uomini seri al solo scopo di opposizione parlamentare, ma ricordai a me stesso che solo due giorni dopo quel discorso il giornalista De Benedetti venne a dire al prof. Chiusaro che la baronessa Trautberg (concui sembra lo Stresemann sia in relazioiili di grande intimità) [diceva] che io avevo proposto allo Stresemann tale alleanza. Fu ciò che l'ultima volta che parlai con Mussolini mi costrinse a dire che io dello Stresemal}.n non mi fidavo per nulla che non me la sentivo finchè egli rimaneva di parlare di argomenti cosi confidenziali con il governo tedesco. Nel riferire di ciò a Mussolini con mia lettera privata del 18 marzo mi tenni in molta riserba e non precisai 'le circostanze. Cercai solo di insinuare nuovamente che meno discorsi si facevano meglio era e di ripetere la mia convinzione che l'unica persona di cui si potesse alla eventualità in qualche modo fidare era il ogen. Seeckt ».

Sui nostri rappOII'ti attuali colla Romania, sono stato interrogato da giornalisti ai quali mi sono limitato rispondere che mancavo di recenti notizie suLl'ultima fase diei ·neclìarni da ~noi p!I"eseilltati giJà d!a vrurio temp:o a; BUJCares:t.

Sarebbe fol'ISe utile che, ·col:l.a scorta di esaltte noti:zi€, i:o potessi Ine'trt:exe qui in buona ·luce nostra a1JtirtJudine in quesrllo incidente.

(l) -Cfr. n. 43. (2) -Annotazione marginale di pugno di Mussolini: c Si -non ne andranno PlU. M.•.
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IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, AL REGGENTE LA LEGAZIONE AD ADDIS ABEBA, BOVA

T. 944. Roma, 19 marzo 1924, ore 24. Suo telegramma n. 54 (1). Questo rninistevo diede subito 1ni:zio passi nece,S!SarL petr .11endiexe possJbilie

imbareo RatS Tadlari su «.AqudJ:eja. » aUa data da luL diesidemlta, ma è om accertato spese per cambiamento orario viaggio e trasporto Ras Talfari e seguito superare milione. Unica giustificazione così forte spesa sarebbe .stata di produrre eff·ettlo sul ,pubbl:Lc·o facendo v.erure SIU piJroreadlo iitaiLiam.o Ras in ItaliJa, pil".ima. che negli stati europei. Mia non risulta ,dJai tele~mmi di codesta <LegaziJone che ove il Ras ·Si fosse dmlbarcato :Sull'« Aqui'leja » pTiima v1siJta iSiél!OObbe stata Italia e d'altra parte dopo matura. Titlessilone è appa111so peor ovvie l'llllg'ÌIOill:i più conveniente per trattazione a:ff'aT'iJ ipOlL1lici d:11e visita Roma avvenga dopo Parigi e prima dii Lond!ra dò ·Che ooiinc:ide appu:nto oon l'ord:ine ,dJt prrecedienza degli irn.v1ti cui il Ra.s .risulta voLersi ~attenere. In tali 'condi:z'ioni non vi sarebbe speciaJe interesse rper affrontare forte spesa indicata. Poichè Ras rinunzia sponte imbarca~rsi ,su « AquHeja », ri'ten,go co:nvenienrt:e comu~nicargH soH:.a:ruto che avremmo volluito soddisfame suo desildierio ma n1on è 1stato poSISibil'e a~neOII'Ia supe.I'Ia~re difficoltà spostamento orario viaggio piroscafo. Se malgrado anticipo partenza Ras Tafari resta immutato p~rogramma già stabilito, occorrerebbe però ·Chiarire data arrivo Italia per farla corrispondere agli impegni di S. M. il Re il quale partirà 24 maggio per Londra tornerà 31 maggio, ripartirà per Madrid al 5 giugno e sarà di ritorno verso 15 •giugno.

-Ln ogni ca.so codesta lega'ZIÌOille dleve adopera~rsi per,chè ·come già stabilito viJs1ta Roma sia iruteJ.'Ical:ata fra quella Paxtgil e quella Londra.

88

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, AL MINISTRO A DURAZZO, DURAZZO

T. RR. 945. Roma, 19 marzo 1924, ore 24.

Telegramma di V. S. n. 48 (2). Stimo ·ormaJi ·superfluo .iinstistere su11a 1ne,sd,stenza di qualsiJasi accordio tr:a Italia e Jugos~avia che 1importi una moditficadone della nostra polittca V!erso

codesto paese, se non quella di polJe:IIe espJ.;iJCa<re destando nrl!ruori s~tti un'aziooe generale più efficace a sostle!gno ,deJ ~rispetto delJ'imdipendenza ed

inte~i.tà teiTiltoriali albanJesi!.

Rilevo :hwece 1COD l1ammadoo dlrulla mctonaZ~Oille gene:mle del telegramma di V. S. che ISi ,continua ·costi a dare ascolto ad insinuazioni interessate che cercano di impostare in modo totalmente errato il problema delle relazioni

i:tal!o-albal!lesi.

Quesl;a azilone malefica deve e può eSISere effid3JCementte conrtJroba'lrtluta d3Jll'azione assidua e persuasiva d!ella S. V.

Non è fuori luogo far presente il danno che l'Albania risente dalla sua stessa az~onle s~ettosa dii pai'ec.chi antnti :ruel lottare ,con o~mezzo pe~r impedire ahl'lta1i:a dt con:serva~ve UIIlla :siituaziO\Ilie prevalente dlt ·diritti chie la: mettesse in condilzilone di 'IDtler'V'em:ire effic:acemenrVe iJn suo favore. È col!l!Segt.Lenm di taJ.e azione svol.tta prilnc'iipalmente dal1a SJteSISia Al'bani~ ,che ci tlvoviaJmo or>a [)Jei suoi rìgua:rdi, dal pnnto di vis,ta gilu:l'idiico 'inltemaZJilooal!e, sullo ,stesso piano del:le altre po~enJZJe; l'ALbania IliOI1 può q<UJilndi s1luJpinsii né d!olemi se ~non ,siamo in tale situazione di di<ritto da poter parlare per essa con autorità effettivamente prevaLente.

MaJigr:ado l'esperte[JJZa del pa.ssruto :gJ:t allbairuesi to11Illerebbea."o a fare il giooo dei lOII'Io arvversa:ri ·che Wnita:nJo :mettlerli ma1'e colli l'Ltalia, po:tenza sJn,ceramenJte interesslalta ad assicu:rare l'in;d1plendenza e io ~svhlJuppo dell'ALbania, in base a voci ed ilnsinU!aJZiloni che oon ·hamro 'CiOIIllsilistenza.

Se ~tutto dò gli albiooesi Il!()[}, am-,ÌJVano a cOJiliPireildere, daranno ragione agli avversar& che Ii COillSidelrano come iiilll:lllaitluri per ooncejpilre ullla COIIlldotJta ;poliltica realiistica che ass:Lcud :La Loro vita nazi\()llla]Je, e si acc'orgerannQ trOjppo tardi sol!o di fronJte al:lJe difficoltà v1tali ,c;bJe d\Owann.o ,incontrare dell'eTrore dii :non 'aveo:e avuto :fede de:H:a sinlcerM degli ilntendilme:niti de!ll'ltaHa.

Le due questioni (l) che appassionano al di là di ogni misura l'opinione pubblica albanese, ed a quanto ella telegralla anche codesto Governo, sono questioni dlL dettaglio non oonnesse a veri; ilntereSIS:i stra1legkt, verso ile quali non è pos,s,ib1le per 'UJD giovane pa'ese oonve11gere tUJtt:a J'altten,ziotne sen~a perdletre dii milra .interessi vitaJ:i e fondamentali.

li Gov;emo iltaliaJno non hia neSSIUn:a ilnrtlenzione d!i mutaa.-e i:l :sruo rutteggila'mento nei .riguardi ,d:i talli qruestiQ[)Ji, ma è oertam~te cOiSitretlto per tutto quanto ·SOpra abbiamo detto a ·tener /conto delLe opi1Il'i1oni. degli ,a1tJr:i. Sarebbe waltti da parte nostra un grave errore se, a proposito di questioni secondarte, forzas

simo, senza un'a reail.e n,ecessirtà, 'con d1crua:rarz;ioni :iJrutempes1ive e attegg~a:rru:m:t.i 1nconsulti, ta:l:men.te :La :si'tlua:ziollle d:a costd1:!ui11e un. :prece:dleiDltJe di s-va:liutazione del patto itala-jugoslavo nei riguardi dell'Albania; precedente che la Jugoslavia avrebbe il dirìtto d!i inV'oca,r~e qua~ncto più trurdi iJn oc,castone dr questioni gravi lo volessimo far valere per spiegare un'azione moderatrice verso la Jugoslavia ri!tenend'o che gli interessi' della ·iJncliip€[)Jdenza ed integdtà a,1banies'e co1:1ilmilno con que!ll!i dell'Itailta.

(l) -T. 1748/541 a firma Bova, trasmesso dall'Asmara il 16 marzo alle 16, per. alle 10,35 del 17, non pubblicato: Ras Tafari, non avendo avuto risposta alla sua richiesta, rinuncia a compiere il viaggio sul piroscafo Aquileia. (2) -Tel. n. 1738/48, trasme.sso il 16 marzo alle ore 11 e pervenuto alle 15,30 dello stesso giorno, non pubblicato, relativo all'atteggiamento italiano nei confronti dell'Albania nella questione della definizione delle frontiere.

(l) Della delimitazione della frontiera con la Jugoslavia nella zona di San Naum e in quella di Vermosh.

89

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLr ESTERI, MUSSOLINI, ALL'INCARICATO D'AFFARI A BUCAREST, SAVONA

T. GAB. 223. Roma, 20 marzo 1924, ore 15,30.

Questo minJiJStvo di Romarua T!Jon mi ha fino['a !fa1tto la comu:ni:caztone preannunciatami da V. S. (1). Egli si è limitato ad iniformarmi che per incarico del Re dii Romamilla aveva .1Jrasanes1Slo a S. M. :per me!WO del co<Illte Matt1o1i ili. rincrescimento Sovrano per il rinvio della visita ed il desiderio che questa potesse aver -luogo IP!'oss1mam€1IlJ1:ie.

A v evo atteso a ms:pondlere alla dichiall'azione testuale fruttale dal stgnor Duca, nel dubbio che la comunicazione del signor L•ahovary fosse pe:r porta:re qualche nuovo elemento nella questione, ma :reputo ormai necessa:rio che la S. V. faccia ve11balmente ,aJ. ,stgll!or Duoru la ·seguente 'bestuale oomullltcazdo:rue in risposta alla sua:

<< Il Gove:rno italiano non ha mai pensato di mettere in :relazione una ma•Il!iJfes1Ja:z1oll!e di arrnidzia, quale la vis.ilta dei Rea~·i eli Romania, .con hl regola~ mento dJi que,stioni fi:ruanz1a~ie p'ellldienlti ibrn i Sllidd'iti Ìltialiani ed il GoV'elmtO romeno, anche perchè ·le pel'SO!le dei So~ani debbono ·rimarnere al di sopra dii sifrruttle contilnge112)e. Ne è prova la domanda avanzata, da parte .iltaliana di fi:ssa11e la data d'el vila,ggio gi<à dieciJs10 per la necessità di •coordlina:rla con aLtri impegnd. ·che il llJOStro Sovralllo doveva per motiVi diversi a!S!Sillimere. D'altronde molto tempo prima che la visita reale ci fosse annunziata, quando i signori Duca, Vill1Jti1a Bratianu e ConstaJntiJneSICu vennero in Roma, fu loro detto ripetrutame:ru~e in modo molto chi:atro che o•ccorreva sbruraziZare il .terJ:'elllio delLe questioni finanziarie pendenti, se si voleva giungere alla realizzazione di accordi fra i due Paesi. Malgrado le nostre esplicite insistenti dichiarazioni nessuna proposta meritevole di considerazione ed alla pari del trattamento usato ad altre potenze estere ci ,fu mai fatta dal Governo romeno. Questo atteggiamento aveva accreditato nel popolo italiano l'opinione che il Governo romeno usasse all'Italia un trattamento peggiore che ad altri Stati. Di guisa che ii!. governo italiaJDJO diD froll!te 'ad alcune in~eresciose maniJfestaziorni di stampa ha. creduto opportuno di richiamare l'attenzione del Governo romeno sulle sfavorevoli condizioni di ambiente 1n cui .oOil per,sd,Sitere dell'atteg,gLamen:to romeno Sii Sllllrebbe compiuto il viaggio dei Reali di Romania, sciupando una propizia occasione per stringere i ~apporti tra i due Paesi.

A togliJere infine qu:a,Lsias1 possibilità di equivoco il GoveTlllo tltelllle da parte sua a faJr :ruoto che solo perehè erta in co:rso lil vtiaggio dei Reali :IlJOil ha preso immediatamente un atteggiamento deciso quale comportava la risposta data alla cortese nota indirizzata dal barone Aloisi il 4 dicembre u. s. (2) al signor Vintila Bratianu per tentare di iniziare le conversazioni per giungere ad un accordo circa la questione dei Buoni del Tesoro».

PregoLa fare questa comunicazione immediatamente (3).

(l) -Cfr. n. 54. (2) -Non pubblicata. (3) -La comunicazione fu trasmessa anche a Parigi, Londra e Madrid in data 21 marzo con tel. gab. n. 224.
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L'AMBASCIATORE A PARIGI, ROMANO AVEZZANA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 570/363. Parigi, 21 marzo 1924, ore 21,30 (per. ore 2,30 del 22).

Marchese Salvago Raggi mi ha fatto parte delle .sue preoccupazioni che il rapporto degli esperti (l) e la sua eventuale adozione da pa,rte della Commissione delle RipaTaz~oni pongan10 i gOIVer:ni iln posiiUII'a sfavorevole per ottenere dal1Tnghil1lewa la ca~c:ehl'az~one dedi ISIUOi Cll'eldliiti vemo gl.Ji ail!eatù. in controocambiio del>la loro attitudiinìe conci'lmte verso la Germ:an.i:a ed ha €1SfPI"'OSO i:l parere (da lui sottome&so a V. E. col suo telegramma personale del 20 corr.ente) (2) che savebbe opportuno 'Uil paJSSO a LOII1idJra per cer,c:rure diii ottenere dal Govexruo britalrmiJcio nn qUlalche 1mpegnJO a ll~guardio prj,ffia che aJVVen:tsse la pl"eSSeeiltaa:done del rapporto suddetto. Ho creduto utile sondare il modo di pensare del Governo francese e come mia opinione personale ho pregato Peretti di sottomettere al Presidente del Consiglio il caso in questione per conoscerne l'opinione. POO.ncaré mi ha fatto sapere che allo stato delle cose e prima che fossero concordati e ufficialmente comunicati i termini della relazione non gli pareva conveniente una azione a Londra la quale, ·secondo ogni probabilità, non avrebbe avuto alcun effetto. Prevedeva che Mac Donald non si sarebbe pronunciato prima di conoscere ufficialmente le proposte degli esperti e si sarebbe riferito alle dichiarazioni da lui già fatte nella sua lettera a Poincaré. Era certo nel marchese Salvago Raggi H dubbio che i francesi nascondessero negoziati confidenziali tra la Francia Inghilterra così sulla questione dei debiti che su quella della sicurezza. Nulla mi risulta in proposito per quanto non posso assolutamente escluderlo (3).

91

L'INCARICATO D'AFFARI A BUCAREST, SAVONA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. s. 573/162. Bucarest, 21 marzo 1924, ore 23 (per. ore 5 del 22).

Decifrlt EHa stessa.

Riferimento t'elegramma di V. E. Gab. n. 223 (4).

Ho lfatto al s~g. Duca l:a comunkazione di cui al surrù;fell'i1to telegramm:a dicendogli preventiJv;a:mente che dl s~g1110r Lahovalry non a'veva fatto all:a E. V. comun:icaz1~one ania1oga 1a quella da ,lui anniUn:z:iJata. Il stg. Ducru md, ha :risposto essersi trattato di un equivoco da parte mia non essendovi nessuna ragione perchè dl stg. Lahovrury lforn~s:se a V. E. iidlell1't~ca I'l~SiiJiOSUa dt qlllella da me tra,smessa. Ho ,gentilmente :flatt,o 'preiSIEIDte ,al si.g. Dru1ca che avevo nettJi!SISimo ;hl. rocordo dielle pa,r;o1e dia Lud :dlette. Pe!T V. E. aggiungo che dato che il 'Siig. Ducla non mi ~avesse detto che Lahovary aV'I"ebbe fa~lto a V.E. comund,caz~one analoga alla mia, nulla egli mi avrebbe detto di quanto il ministro di Romania a Roma

avrebbe fatto, awndomi egLi taciuto che Lahovacy si sa~rebbe presentato a S. E. il conte Mattioli Pa:squalini per trasmette;re a S. M. il Re il rinm-escimento del Re Ferdii!nJando ,per iLa !l"i:nn.mzia •ail.l:a vilsdlta.

Nell <COI'SO delLa oonverrsa.ziione ho ,posci:a riferito a Duc,a. la d'ichfua!"aziolne di V. E. leggendogliene alla fine il testo in italiano. Il sig. Duca mi ha promesso che mi avrebbe fatto chiamare per darmi la sua risposta.

(l) Cfr. Commission des Réparations, XIV, Documents rel.atijs à t'app!ication du P!an du Comité des Experts, Paris, s. a., pp. 11 sgg.

(2) -Tel. gab. p. 568/1595, trasmesso il 20 marzo alle ore 20,45 e pervenuto alle 1,30 del 21, non pubblicato. (3) -Il telegramma fu ritrasmesso a Londra in data 23 marzo con tel. gab. n. 230. (4) -Cfr. n. 89.
92

L'INCARICATO D'AFFARI A BUCAREST, SAVONA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. s. 580/171. Bucarest, 22 marzo 1924, ore 16,30 (per. ore 22,40).

Decilfri Ella stessa.

Per evidenti ragioni trnJsmetto <Cl<mtlenutlo seguente comunicazione col c.ir

:frario P. 2 :fiuoo:li uso.

Riferimento al mio telegramma 162 (1).

S~gnor Duca mi ha fatto chiilama:re e mi ha dato seguente risposta alla

comunicazione di ·cui al telegramma di V. E. Gab. Segr. n. 222 (2):

« Ringrtaz1amo ,signor Mwssrol:IDi per la' ,SIUa comunticaJZtone con la quale ci annUiliZia che GoViel'no iltaildan10 non <ha .inteso Sltabillliire un:a cQ/l'relaZii'On.e fra la vi.si:ta dei nostlrii Sowani e ·certe qruestiond finanziarre peru:llenti fra l'ltalli'a e la Romania. Per quanto concerne lettera del signor Vintila Bratianu al barone Aloilsi è gilusto col1!Stat:all"e 1che 1ulnigi dial voler essa mettere un, ·t&mine ati pourpatrlei1S rela·tivi w l"e~olaimento dlell~ questione dei: buoni del TesOII'Io, éliV'eva sopra<tutto !Per scopo ev.ilta!l"e dei mal:inites;i m una questione la sol'U!ZJi!Qille della quaJLe è viivamente desi:dera·ta dal GOIVerno romeno».

Dopo di avermi fatto :La comuni·cacdoiille dii cUJi lSIOprn si.g,nor Druca ha tenuto a leggermi passaggio della sua dichiarazione alla Camera riguardo all'Italia trasmesso a V. E. con mio telegramma 165 (3). Ho ~ringraziato Signor Duca della sua comWJJi.caztone la qruaJe a mio avviso sembrm aprire la possiJbillità di futull':i

negoziati a differenza della risposta di Vintila Bratianu di cui al telegramma del barone Aloisi n. 38'5 del 21 dicembre scorso (4).

93

L'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. 1909/276. Londra, 22 marzo 1924, ore 22 (per. ore 13,30 del 23).

Telegramma di V. E. n. 980 (5). Mentre mi adopero per procurarmi informazioni richieste da V. E. (e dovrò atte.ndel"e fino a 1UJnedì) La ÌlnfO!l"mm ·che rSJtamane Manchester Guardian e Daily

Mail pubblicano che in risposta ad un invito del Governo italiano, Governo britallliÙCo ha deciJSo inv>ia~e due rappresenrtanti pe<r ~ossime elezilOn:i in Italia, allo scopo studiarvi sistema elettorale italiano e di formarsi un proprio giudizio sulle critiche che sono state formulate sul metodo fascista di condurre le elezioni stesse. Furono nominati dleprutati W<dlhead e Snell; ma avendo Tradle Unions espresso desidertio perehè foose ,pUJre inviato un loro iProprio dlelegaJto, è rimasto stabilito che vi si recherebbe qtrest'ultimo rappresentante ed il soiLo deputato Snell. Aggiungo che mi adopero egualmente di appurare che cosa abbia potuto dalre origine alla notizia quale Vliene oggi rirerita dai drue giornali ilng1esi.

(l) -Cfr. n. 91. (2) -Sic! ma deve t11attarsi del tel. gab. 223, pubblicato al n. 89, che tratta appuntodell'argomento in questione. (3) -Tel. n. 1873/165, trasmesso il 21 marzo alle ore 23 e pervenuto alle 6,50 del 22, non pubblicato. (4) -Non pubblicato. (5) -Tel. n. 980 del 21 marzo, non pubblicato, relativo alla notizia, .pubblicata dal giornalesocialista belga Peup!e, secondo la quale una delegazione del partito laburista inglese si sarebbe recata in Italia in occasione della campagna elettorale.
94

L'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. s. 581/277. Londra, 22 marzo 1924, ore 22 (per. ore 14,45 del 23). Le mie ultime informazioni ed opportune indagini circa definitiva tendenza di Mac Donald nei riguardi della questione del Giubaland e Dodecaneso mi lasciano l'impressione: l) Primo ministro è assai imrpressiloruato ~ i:l. nJOstro costan.te fermo atteggiamento ed anche per lie rijpetu·te dichiarr'a:zlioni: dia me faltteglJi che QpimJ.one pubbliJCa iltalian:a considtera poco amichevoLe atteggilamento iruglese circa due questiorui pendJenti; 2) Che eglii: sta per,tanto a'lliSi·ommente cercando un:a argomentaz1one che valga a controbattere nostra tesi e a giustificare sue prime conclusioni e proposte di cui al mio telegramma Gabinetto n. 216 (l); 3) Che prtmcipali argomenti oggi dla lui Con:Slid.enl·ti sarebbero i seguenti: a) preteso impegno ![l['€!5!0 a Losanna da pal'lte ilta:liana di giruln.gere ad una definitiva sistemazione del Dodecaneso d'accordo con Gran Bretagna, indipendentemente da quanto veniva stipulato nel nuovo trattato di pace colla Turchia, oltre che dla oOlliVetriSazione i.rutlervenuta fra CuTZOn e V. E., r.i.srultereiblbe anche da dichiarr:aZiioni dìatte e~a.J.mente a Losanl!l!a da S. E. Garroni e da Monta,gn,a; b) .si penserebbe altlre.si aH a iPO.S.Sibùlità irmsilstere sostenere teSii che non esilste « ritardo lbr.iltanl!l!ico » alla consegna del Giu.baland all'I-talia, gilacchè non esisterebbe un « Giubaland già concordato » cioè non esisterebbe ritardo alla

consegna del Giruhallal!l!d perchè il pro~etto d'i accordo proposto dal Foreign Offioe n'el 1921 e di cui al tclesp'l"e&sso dri questa Ambarscia1ta 29 dicembre 1921

n. 1642 fu ~.if1utato e rimase sel12Ja r.irsposta del Gov~o 1t:aJ.Ii.ano fino al luglio 1922. Si vorrebbe così sostenere che solo a questa ultima data Governo italiano riprese convemazioni, ma. ooiLo per chiedere nlLOIVa deH.mitaziooe che poi n.eil fatto non fu mai concordata. Parmi superfluo riferire Ie ovvie repliche a questo complicato argomento. Ma ho creduto necessario riferire tutto quanto precede a V. E. per sua opportuna ed utile notizia.

5 - Documenti diplomatici • Serie VII • Vol. III.

(l) Cfr. n. 44.

95

RELAZIONE PER IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI (l)

[Roma], 22 marzo 1924.

Nell'ambiente dell'ambasciata francese si afferma che la venuta del maresciallo Foch in Roma, ove egl,i rimarrà alcunJ .g~orni, ·pil"lirrnJa d'i recarsi a Capri, è collegata al ·continuo dissidio fm il Baii'rèT'e ed il .governo fran:c·ese. 1l Batr.rère da lungo tempo invia •C<mtinui l"léJJpporti al ,suo Gov:erno, affinchè le .rela:ziloni franco-italiane vengano rafforzate, oggi specialmente che la poliUca del governo laburista inglese non è troppo favorevole aUe direttive del Quai d'Orsay. II Barrère dinnanzi <alla politica del ,sig. PoiDJCaré aJVeva una volta ancora invia,to un rapporto, nel quale insisteva per le sue dimissioni, ma il governo francese, dinnanzi all'insistem:a del Barrère ha inv<tato a Roma il matrescLallo Foch appunto per ,persuadere il Bar:rlère a non albbandonaTie i[ suo posto, specie oggi: che la Francia attraversa una crisi politico-finanziaria non indifferente e che si trova in un periodo di iloolamento pe~r la SU/a' politilca nei riguocd'i dcllia Gell"'ffilinlia.

Ma il ma.rescilallo Foch non, è venJUto solo per convincere il ISUO amico personaJ:e Barrère a r,imanere dm.. Roma, ma anche per studiaxe oon lui una nuova tattica ed indurre il Governo italiano ad una politica più affiancata alle direttive rnancesi nella spi:rlo$ questione della RuhT.

Nell'entourage delll'amlba.sciata si parla dehle nuove dliT'ettive dehla Francia verso l'ItalLa, come di: un antico progetto dello stesso Bam.re, il quale fin dal pri:mo momento deEI:'aJVv<ento al potere dei labUJI"isti i:ng:lesd, ha previlsto 1'i<>ol:aimento della FI'a:ncia e l'oSitlH'ità velata, ma tenace del Gov<erno mgles~ ve~so iil goverr-no del sig. PoilnOOII'é.

Il maresciallo Foch sarebbe venuto in Italia appunto per aiutare il Barrère in questo progetto, an:zJt la visita del maresctallo Foch satrebbe srt:a.ta motivata dal fatto ·che hl. Ba:rrè11e avrebbe scritto· aJ. genm~ale Foch invitamdolo a venke a Roma, non riuscendo il Barrère stesso a convincere Poincaré della necessità di fare una politica .più :colllsona per :il momento a.ttuaJ.e nei rig;uatrdi dell'Italiia.

Il Barrère aVil'e:bbe ptrO!geutato al Governo cfr!anc.ese la necessità di string•ere accordi militari :c.on hl. .governo italiano ed una coJ:I.Iabo:raz:ione p1iù inJtima :n:eil caso che la F:ran:cia si trovi di ruuorvo aJl•e !PTeiSie c:o.n. la GeTrnml:Ì!a, e questi accordi militari, il Barrère li auspica anche perchè il Governo italiano ha più volte espresso il suo punto di vista nei riguardi della Germania. Ma è sopratutto nel Mediterraneo ~che •l'astuto Bar:rère de.side:ra avere un'1nrteSia c&diale e militare c.on l'Italia, ogg~ ·Che l'Inghilterra ha traSifell'ito la, SJUa flo1;1ba a Malta. Le rivelazioni de•l Berliner TagebLatt SJUll.'ac:cordo franco-.cz1ecosilorva:cco che i due governi si sono affrettati a smentire e l'accenno a:ll'Italia, a palazzo Farnese sono state :giud!iiCate come una manovra per neutraliz:za·re il progetto del Ba.rl'!ère (d!eòsameiilite Ja visita del maresdaiLLo Foch in !:talla em conos:eiuta dai tedeschi), e così hanno lanciato il loro proiettile con le rivelazioni sull'ac·cor

do czeco-francese e all'ambasciata francese si è rimasti sorpresi e seccati di questa manovra.

Il ma~escialìlo Foch nel pomeTiilggio di iexi si è recato all'ambascia•ba dorve ha avuto nn Lunglo colloquio al quale hanruo parlecilpato gli addetti mhlbta'l.'.i. francesi. Il maresciallo Foch ha ricevuto anche il giornalista Jean Carrère il quaLe è sempre l'€mi:nJenza grigia del Ba11'11ère.

(l) Si tratta, evidentemente, della relazione di un informatore presso l'ambasciata di Francia a Roma.

96

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA

T. 1008. Roma, 24 marzo 1924, ore 14,30.

A Suo n. 276 (1).

Ho smentito notizia con odierno comunicato Stefani (2) sul quale richiamo sua speciale aiUen.zli\OIIlle affinchè V. E. se ne valga· nel m.iJgli.or modo preSISIO oodesti ambienti polilitici e 'gior[]JalistiJCi aJIJJo \'SCOIPO di srventlaire Ìll'IUoco inroen.aJt.o da avversa:ri del :lia:scismo.

97

L'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. 1950/283. Londra, 24 marzo 1924, ore 21,20 (per. o1·e 5,40 del 25).

Mio telegramma n. 218 (3).

Da precise informazioni mi risulta che notizia dell'invito del Governo italiano a quello britannico per l'invio di due rappll'esentanU del labour party per osservare elezioni rpolitiche italiane circolava negli ambienti laburisti venerdì scorso. Notizia fu raccolta dai redattori competenti dei due giornali e pubblicata m buona fede.

Mi è stato confermato che Deputati laburisti Wallhead e Snell sono stati

scelti dal .partito per recarsi in Italia e mi viene asskurato che essi effettivamente

intendono espletare loro mandato.

Continuo indagini.

98

L'AMBASCIATORE A MOSCA, MANZONI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 586/101. Mosca, 24 marzo 1924, ore 23,18 (per. ore 3,40 del 25).

Litvinoff crede sapere Romania eserciti Roma attiva azione per ottenere ratifica italiana trattato Bes:sarabia ed osserva che specialmente in questo momento ratifica produrrebbe Mosca penosa impressione. Litvinoff ha ripetuto Unione assolutamente intransigente questione Bessarabia.

(l) -Cfr. n. 93. . (2) -Trasmesso a Londra con t. 3082 del giorno 24, ore 15,35, a firma Arone, capo dell'ufficio stampa del Ministero. (3) -Sic! ma si tratta evidentemente di una svista: Della Torretta intende far riferimento al telegramma di cui al n. 93.
99

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, AL DIRETTORE GENERALE DELLA PUBBLICA SICUREZZA, DE BONO

T. 3117. Roma, 25 marzo 1924, ore 12.

Vienemi confermato da Londra che partito laJbUTista avrebbe delegato signori WaUead e Snell a presenziare controllare elezioni fasciste. Ordino che siano respinti frontiera e se entrati, siano espulsi. Italia non è un dominion britannico (1).

100

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA

T. 3116. Roma, 25 marzo 1924, ore 13,50.

Faccia immediatamente comprendere signor Mac Donald che è anche leader partito laburista che intervento signori Wallead e Snell per controllare ufficialmente elezioni italiane sarà da me considerato gesto non amichevole.

Prego V. E. segnalarmi eventuale partenza predetti signori (1).

101

IL MINISTRO A PRAGA, PIGNATTI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. 2680/113 Praga, 25 marzo 1924 (per. ore 18).

Benes mi ha detto che sua visita V. E. è fissata per il 16 maggio. Egli attende una risposta di Kybal circa materia discussione. Ha fatto allusione ad accordi politici. Mi sono mantenuto ~riservato conforme atteggiamento predecessore analoga occasione e non conoscendo pensiero di V. E. al riguardo. Per quan1o concerne trattative politiche ritengo opportuno segnalare, perchè sia tenuto eventualmente presente, questione tassa imposte statali provinciali e comunali sul palazzo Legazione. Converrà anche discutere vertenza concernente espropa:iazione proprietà cittadini italiani in Cecoslovacchia esigendo caso per caso equo componimento oppure rinvio negoziati per proprietà stesse al 1925. Seconda alternativa sarebbe preferibile. Su due ultime questioni iriferirò con rapporto.

102

L'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. 1978/286. Londra, 25 marzo 1924, ore 21,30 (per. ore l del 26).

Telegramma di V. E. n. 1008 (2).

Ufficio stampa Manchester Guardian mi ha espresso rincrescimento per erronea informazione pubbHcata suo giornale !Sabato scorso. Nel rparteciparmi poscia che domani giornale pubbikherà opPOrtuna rettifica aggiJUnge che invito al partito laburista ;provenne direttamente dal partito socialista italiano.

(l) -La minuta è di pugno di Mussolini. (2) -Cfr. n. 96.
103

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA

T. R. 1028. Roma, 26 marzo 1924, ore 15. Reggente R. consolato Corfù telegrafa che è annunziato per <fine mese arrivo in quell'isola di nove incrociatori inglesi. Egli aggiunge anche che :lira popolazione isola corre voce di intenzioni che si attribuirebbero all'Inghilterra di rivendicare, in seguito avvento regime repubblicano in Grecia, isole Jonie già da essa cedute in considerazione dinastia finora regnante.

Gradirò conoscere quanto a V. E. eventua!lmente risultasse costà circa origine voce segnalatami.

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L'INCARICATO D'AFFARI A VIENNA, AURITI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. 1983/180. Vienna, 26 marzo 1924, ore 16 (per. ore 18,15). Cardinale di Vienna ha detto che tanto Sua Santità quanto Cardinale Gasparri sono favorevoli rpolitica di V. E. e desidererebbero che partito popolarre sostenesse V. E. mentre si considera come indipendente dal Vaticano e intende

mantenere sua opposizione. Vaticano date sue difficoltà con Russia e Jugoslavia non sarebbe molto contento nostri recenti accordi con quei due Governi.

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IL MINISTRO A DURAZZO, DURAZZO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. 1994 (1). Durazzo, 26 marzo 1924, ore 19,45 (per. ore 1,30 deL 27). Solleva qui molta opposizione prima parte dell'articolo 10 del recente trattato di 'commercio italo-a~banese. Sta il fatto ehe detta clausola presa aila lettera può dar luogo a inteq>retazione che Gove:rno albanese si vincoli a non accordare alcuna concessione economica senza la compartecipazione di italiani: e per

ciò che r~guarda in modo speciale le coil1Jcessioni in regime di monopolio, queste resterebbero aperte per gli italiani ma chiuse per tutti gli altri. Da elementi ostili

-o interessati contro la ratifica del trattato si insinua che con ciò abbiamo voluto evidentemente assicurarci situazione di privilegio a detrimento di tutti gli altri e vincolare libertà d'azione del Governo albanese in modo che esso non possa fare più nulla nel ·campo economico senza di noi. Questo ministro d'Inghilterra avrebbe già fatto intendere ritenere da parte sua tale articolo inaC!cettabile ed ha certamente incoraggiato se non anche in parte provocato tale opposizione. Non furono ancora chieste in via ufficiale spiegazioni sulla.portata di tale clausola, ma prevedo che ciò avverrà quanto prima perchè ne :liu discusso in lU1l

recente consiglio di Ministri con esito incerto. Sarebbe del resto preferibile che io prevenissi tale passo indicando spontaneamente quale sia la vera interpretazione da darsi all'articolo in questione. A chi me ne ha sino ad ora parlato in via amichevolè ho detto che pur non essendo stato presente a Roma quando tale articolo fu di·scusso ed approvato, ritenevo a titolo personale che spirito ed intenzione di tale clausola da parte nostra erano semplicemente difensivi e non offensivi; che concretamente essa dovrebbe •costituire una garanzia per ·gli italiani in Albania, •come del resto anche per gli albanesi in Italia, di poter concorrere a parità di condizioni con tutti gli altri alle concessioni comprese quelle che Governo albanese ritenesse indispensabile dare in monopolio come per esempio tabacchi, certi rami: di servizi pubblici, ecc.; che in tal senso e solo in tal senso abbiamo voluto assicurarci che i nostri connazionali non fossero esclusi dal concorrere su basi di equa parità e di eguale possibilità insieme coi sudditi di altre potenze o cogli stessi albanesi. Ho a.ggiunto che si trattava di un accordo già concluso fra i due Governi e firmato dal delegato albanese regolarmente autorizzato e ·che quindi non era 'Più il caso di fare eccessive diflkOiltà per la ISIUa approvazione parlamentare e ratifica, anche !)erchè ciò avrebbe potuto produrre serie conseguenze in linea politica come un atto poco riguardoso dell'Albania per Italia. Per troncare manovra di ostili o interessati owositod, prego autorizzarrnd a ripetere, anche a nome di V. E., tali delucidazioni inter:pretative della clausola in questione che potrebbe poi, se necessario, formare oggetto di uno scambio di note. Prego pure inviarmi d'Uil1genza proceSiSO verbale delle sedute delle delegazioni italiana e albanèse già da me chiesto con telegrarrnm.a posta del 26 gennaio u. s. n. 148 (1).

(l) -Manca il numero di protocollo particolare.
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IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, ALL'AMBASCIATORE A COSTANTINOPOLI, MONTAGNA

T. GAB. 235. Roma, 27 rmarzo 1924, ore 3.

Suo telegramma n. 154 (2).

Sono sovpreso della leggerezza con la quale Ismet pascià ha fatto seria menzione nel suo discorso di due insinuazioni a scapito della politica italiana che erano state decisamente smentite ad abundantiam e alle quali non era certo il caso di attribuire alcun credito per la loro stessa assurdità. Superfluo insistere sul fatto che non è mai esistito nessun invito nè uffi.ctale nè ufficioso all'ex Califfo. Anzi domanda rivolta a Guisi dall'ex Califfo di ottenere per lui dal

R. Governo permesso temporaneo soggiorno in Italia cJlu lasciata senza risposta. Ancor più superfluo ripetere quanto dichiarai a Suad bey ·che il significato attribuito in mala fede alla frase da me pronunziata in Consiglio dei Ministri (3) era assolutamente fantastico. È quindi incomprensibile e poco riguardoso il modo col quale Ismet ha prospettato in pubblico la questione.

Trovo indÌISpensabile che V. E. :faccia presente a codesto Governo la penosa impressione che hanno qui destato le dichiarazioni di Ismet pascià, e ciò dopo che l'Italia aveva dato una nuova prova dei suoi sentimenti e intendimenti amichevoli verso la Turchia procedendo per la prima senza condizioni nè riserve alla ratifica del trattato di Losanna.

(l) -Non pubblicato. (2) -Tel. n. 1956/154, trasmesso il 24 marzo alle ore 14 e pervenuto alle 7 del 25, non pubblicato, relativo a dichiarazioni fatte da Ismet pascià all'Assemblea Nazionale turca sui rapporti italo-turchi. (3) -Del 21 febbraio.
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L'AMBASCIATORE A MADRID, PAULUCCI DE' CALBOLI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 603/81/46. Madrid, 27 marzo 1924, ore 14 (per. ore 19,45).

So che cireola fra gli intellettuali: un indirizzo al D'Annunzio con l'invito a v,enire in Spagna per tenervi una conferenza di carattere letterario. La sottoscriz1one per le spese ha ,già 1iatto una forte somma. Natm:almente ,tale geStO, dato telegramma del poeta per Unamuno (1), rivestirebbe carattere dimostrazione personale Presidente. Aggiungo che posizione generale Primo De Rhrera è fO['temente scossa anche per di,ssensi intervenuti in seno a,l direttodo e critiche che generali influentissimi come Cavalcanti non si peritano di fare apertamente contro di lui per la sua mania di tutto accentrare esclusivamente nel'le sue mani.

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L'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 1746/292 (2). Londra, 27 marzo 1924, ore 21,45 (per ore 4,30 det 28).

Suo telegramma n. 3116 {3).

Ho dichiarato a Tyr:rel di non nutrire alcun dubbio che Mac Donald come capo del partito laburista avrebbe immediatamente impiegato tutta la sua autorità ed influenza presso la direzione del loro partito perchè non abbia esecuzione pratica adesione all'invito del partito socialista italiano d'inviare rappresentanti per ,controllo nostre elezioni. Ho insistito sulle gravi e spia,cevoH conseguenze che potrebbero derivare se Governo inglese non riuscisse ad impedire partenza dei deputati. Tyrrel se ne è reso perfettamente conto e mi ha detto che avrebbe informato immediatamente Mac Donald del mio passo. Dal corso della conversazione ho avuto precisa impressione che Tyrrel è sicuro che Mac Donald farà possibile per impedire partenza dei deputati britannici e che questi pertanto quasi certamente non partiranno. Foreign Office, per tener fermo principio che Mac Donald, adesso capo del governo, non può nè deve assumere responsabilità inerenti aU'azione del direttorio del partito laburista non farà una comunicazione esplicita in proposito pur adoperandosi efficacemente nel senso da noi desiderato. Tornato al Foreign Office ho ricevuto altra informazione circa origine dell'invito

diretto a Londra. Quest'ultimo non verrebbe dalla direzione del partito socialista italiano ma dal congresso internazionale socialista adunatosi recentemente in Svizzera ed al quale un deputato italiano non avrebbe potuto partecipare per difficoltà di passaporto. I due giornali che a suo tempo pubblicarono notizia dell'invito da parte Governo italiano hanno rettificato loro informazione (1).

(l) -Inviato il 6 marzo agli scrittori francesi che gli avevano chiesto la sua solidarietà. (2) -Questo documento non è conservato nel registro dei telegrammi in arrivo. (3) -Cfr. n. 100.
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L'AMBASCIATORE D'INGHILTERRA A ROMA, GRAHAM, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

L. u. Roma, 27 marzo 1924.

I did not fail to report at once by telegraph to my GO'Vernment the substance of the conversation which I had with Your Excellency on the 2,5th instant relative to the report that two British Labour Members of Parliament were intending to come to Italy to supervise the forthcoming elections.

I bave this morning received a reply from Mr. Mac Donald instructing me to inform Your Excellency forthwith that this is the first that he has heard of the projected visit and His Majesty's Government bave not been consulted on the matter; had he himself known of it he would have stated the propooal was impossible. Mr. Mac Donald adds that he has received no communication on the subject from the Royal Italian Ambassador in London.

I am of course entirely at Your Excellency's dtsposal for any further steps you might desire me to take in the matter, but, since Your Excellency rece1ved the report from the Royal Italian Ambassador in London, you may deem it desirable to ask Marquis della Tonretta to enter into touch with the Foreign Offi.ce on the subject.

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IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, ALL'AMBASCIATORE A PARIGI, ROMANO AVEZZANA

T. 1083. Roma, 28 marzo 1924, ore 18,05.

Autorizzo Sua venuta ma pregherei Suo soggiorno Italia sia il più breve possibile. Mi propongo in tale occasione avere con V. E. un definitivo scambio di vedute circa la questione di Tunisi per riprendere subito dopo conversazioni col Governo francese e giungere r31Pidamente alla conclusione in questo momento politico che sembrerebbe particolarmente favor-evole.

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L'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. 2056/296. Londra, 28 marzo 1924, ore 21,50 (per. ore 4 del 29).

Mac Donald iersera ai Comuni dopo aver risposto ad Asquith circa riparazioni, ha colto occasione di trovarsi in tema di politica estera per parlare dell'Italia e delle due questioni pendenti del Giubaland e Dodecaneso.

Col mio telegramma n. 297 (l) trasmetto in chiaro la parte delle dichiarazioni del Primo Ministro che si riferiscono all'Italia quali risultano dal resoconto parlamentare della Morning Post che sembra essere il più completo. Mentre aspetto il resoconto ufficiale del discorso di Mac Donald avverto che altri giornali lo riportano con qualche variante. Dal discorso del Primo Ministro si deve intanto rilevare:

l) L'intonazione amichevole nei riguardi dell'Italia unita al sincero desideTio di Mac Donald di rimuovere ogni causa di dissenso tra ll'Italia e l'Inghilterra attribuendo grande importanza all'amicizia italo-ibritannica.

2) Deplorazione dei metodi usati dai passati governi che hanno complicato i:l. negoziato, ritardando la soluzione della controversia e resi difficili i rapporti tra i due paesi.

3) Intenzione di riesaminare questione dalle sue origini per giungere ad una sollecita soluzione senza che pur tuttavia direttive che Primo Ministro si pr<l!Pone di seguire siJano state chiarite.

(l) Nota marginale di pugno di Arlotta: c Mostrato al marchese Paulucci il quale mi informa averne preso direttamente visione S. E. il Presidente. Arlotta •. Cfr. anche n. 102.

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IL REGGENTE LA LEGAZIONE AD ADDIS ABEBA, BOVA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. 2083/58. Addis Abeba, 29 marzo 1924, ore 11 (per. ore 13 del 30).

Telegramma di codesto ministero n. 944 (2).

Ras Tafari ringrazia V. E. per l'interessamento preso a proposito « Aquileja ». Gli ho spiegato difficoltà dovuta spostamento orario viaggi che ci ha impedito di soddisfare suo desiderio. Egli partirà probabilmente da Gibuti il 20 aprile col piroscafo «Portos ». In tal caso, in base al programma fatto, sarebbe a Parigi verso il 15 o 16 maggio. Sarebbe disposto ad attendere in Francia il ritorno di S. M. da Londra arrivando a Roma i'l l gi,ugno. In questo ca.so egli interessa V. E. a voler esaminare la possibi'lità di rpregare S. M. il Re ;pert:hè rinvii sua partenza per Madrid al 7 o 8 giugno in modo che egli possa restare suo osrpite a Roma 7 giorni in forma uffi.ciale. Se questa ,~oluzione non .fO!SSe possibile Ras Tafari dichiara non potrebbe attendere fino al 15 giugno e cio€ quasi un mese in attesa del ritorno di S. M. il Re da Madrid, senza fare prima la visita a Londra. Non è possibile che Ras Tafari possa essere a Roma prima del 24 maggio -giorno della partenza di S. M. il Re per Londra -perchè egli deve recarsi a Gerusalemme per la Pasqua abissina e sostare qualche giorno in Egitto. D'altra parte anche in base al primitivo programma comunicato col telegramma di questa legazione n. 43 (3) Ras Tafari sarebbe arrivato a Roma il 10 giugno precisamente mentre S. M. il Re si troverà a Madrid. Qualora egli parta il 20 aprile prego V. E. volere prendere in considerazione sua preghiera. È però probabile che non trovando po.sto la missione sul « Portos », la partenza venga rinviata al 4 maggio (Piroscafo francese «Amazone »). In tal caso Ras

Tafari sarebbe a Roma dopo il ritorno di S. M. il Re da Madrid e beninteso subito dopo la visita a Parigi. Mi riservo comunicare giorno ufficiale partenza ma prego intanto V. E. telegrafarmi se nella prima eventualità viaggio di S. M. il Re per Madrid potrebbe essere ritardato di 2 giorni (1).

(l) -Non pubblicato. (2) -Cfr. n. 87. (3) -T. 1284/43, trasmesso da Macchioro il 26 febbraio alle 13, per. alle 11 del 27, non pubblicato.
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IL MINISTRO A BUCAREST, ALOISI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. S. 613/188. Bucarest, 30 marzo 1924, ore 19,30 (per. ore 1 deL 31).

Decifri Ella stessa.

Questo ministro Spagna mi ha informato a titolo strettamente confidenziale

e personale avere in questo momento comunicato Duca da parte suo governo

viaggio Sovrani romeni a MadTid doveva rinviarsi. Comunkazione fatta dal

Duca di Amalfi è nei seguenti termini precisi: « Circostanze attuali non sem

brano propi:zie acchè visita Sovrani Romania in Spagna &i faccia in questo

momento, opinione pubblica essendo piuttosto atti:rata verso prossima .visita che

Re ·e Regina d'Italia faranno in Spagna. Sarebbe per conseguenza più vantag

gioso di aggiornare visita Sovrani Romeni in autunno. Nello stesso tempo opi

nione pubblica spagnola non è propensa attualmente visita Sovrani il"omeni

a causa c·ampagna stampa diretta ultimamente Romania contro Spagna». Duca,

secondo quanto mi ha detto mio co.llega, è rimasto i:rritatissimo della comuni

cazione ricevuta e gli ha dichiarato che quantunque la rinviata visita dei Sovrani

in Italia fosse un affronto, pure ciò rpoteva spiegarsi date difficoltà finanziarie

esistenti fra l'Italia Romania (2).

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IL MINISTRO A BUCAREST, ALOISI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. s. 613/189. Bucarest, 30 marzo 1924, ore 19,30 (per. ore l deL 31).

Ma (3) che rinvio della visita era un affronto che da parte nostra veniva fatto alla persona del Sovrano romeno. Perciò egli in qualità di Ministro degli affari esteri avrebbe proposto al Re di rinunziM"e definitivamente a tale visita. Inoltre tra gli scatt± del suo carattere focoso mise in rilievo al Duca di Amalfi che questo incidente trova [sic] la solidarietà tra il Governo italiano e la Spagna (4). Informo d'altra parte V. E. essere in questi ultimi tempi comparsi articoli oltraggiosi contro generale Primo De Rivera (2).

l'affermazione.

(l) -Annotazione di pugno di Mussolini: • Date viaggi Londra-Madrid non possono essere spostate. M.•. (2) -Il telegramma fu ritrasmesso per conoscenza a Madrid con tel. gab. n. 247. (3) -Il tel. fa seguito a quello pubblicato al n. precedente. (4) -Anche il giornale Adeveru! affermò che il passo spagnuolo era da mettersi in relazione alla tensione itala-romena Il 2 aprile Aloisi telegrafò suggerendo di smentire ufficial!;nente
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IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI (1), ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA

T. GAB. 245. Roma, 31 marzo 1924, ore 9,30.

Suoi telegrammi 296 (2) e 297 (3).

Ho letto con molto interesse dichiarazioni di Mac Donald. A pade le opinioni molto vaghe da lui eSPresse in merito alle questioni del Giubaland e del Dodecaneso, che lasciano certamente immutata la situazione, ritengo tuttavia assai conveniente che V. E. si renda interprete presso il primo ministro britannico del mio vivo compiacimento per l'esplicita manifestazione dei suoi• amichevoli intendimenti nei riguardi dell'Italia e del:le cordiali relazioni fra i due paesi. V. E. vorrà assicurare Mac Donald che i suoi propositi trovano in me piena e sincera rispondenza e [potrà dargli la sensazione che qualsiasi atto o g·esto amichevole da sua parte vers:o L'Italia troverà profonda eco nel mio governo e nell'opinione pubblica italiana.

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L'AMBASCIATORE A PARIGI, ROMANO AVEZZANA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 616/414. Parigi, 31 marzo 1924, ore 22,20 (per. ore 24).

Loucheur, attuale ministro del commercio, mi ha fatto sapere da Ballerini di avere intenzione di recarsi egli stesso a Milano in rappresentanza Governo francese per inaugurazione fiera se, come egli ritiene, Parlamento sarà chiuso per quell'epoca. Situazione politica interna e imminenti elezioni permetteranno Loucheur di disporre di un solo giorno ma egli desidererebbe tuttavia compiere viaggio oltre che per partecipare inaugurazione fiera, soprattutto per conferire con V. E. Data personalità Loucheur e sua politica di •accordo che ci interessa su molti aspetti ho creduto opportuno comunicare desiderio del ministro francese malgrado comprenda che V. E. tavrà nel giorno indicato il tempo eccessivamente limitato.

Prego V. E. comunicare risposta al più presto possibile (4).

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IL MINISTRO A BELGRADO, BODRERO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. s. 621/177. Belgrado, 1 aprile 1924, ore 3 (per. ore :J).

Decifri Ella stessa.

S. M. il re Alessandro a proposito convegno ·COn V. E. che ritiene sarà utilissimo è d'accordo tenerlo subito dOIPO nostre elezioni. Prego, pertanto V. E.

farmi sapere, per mia norma di lingua,ggio, data precisa che converrebbe a V. E. per tale incontro che potrebbe aver luogo a Bled.

Circa visita ai nostri Sovrani in Roma mi ha ,confermato che potrebbe aver luogo subito dopo suo viaggio Parigi accompagnato da S. M. la Regina..... (l) giugno. Voglio su istruzioni di V. E. fissarne data precisa.

(l) -Il tel. reca la firma di Mussolini sebbene questi si trovasse a Milano dal giorno 29. (2) -Cfr. n. 111. (3) -Tel. n. 2041/297, trasmesso il 28 marzo alle ore 9,40 e pervenuto alle 24 dello stesso giorno, non pubblicato, relativo alle dichiarazioni di Mac Donald circa il Giubaland e il Dodecaneso. (4) -n telegramma fu trasmesso anche a Milano dove si trovava Mussolini il quale, sulla copia in suo possesso, appose di suo pugno la seguente nota marginale: • Lo vedrei volentieri a Roma, non si tratta che di 48 ore in più. M. •. Peraltro Lojacono comunicava, il 9 aprile, a Paulucci de' Calboli Bar<Ml.e a Milano, che Loucheur non poteva recarsi a Roma.
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IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, AL REGGENTE LA LEGAZIONE AD ADDIS ABEBA, BOVA

T. 1120. Roma, l aprile 1924, ore 20,30.

Suoi telegrammi nn. 58 (2) e 60 (3).

Prego comunicare Ras Tafari che maLgrado più vivo desiderio fargJi cosa gradita non è assolutamente possibile cambiare anche di un giomo data partenza S. M. il Re per Spéllgna poichè essa è in relazione con tutto un programma di via,ggio dettagliatamente stabilito dopo 'laboriose conversazioni tra i due Gove<rni ed anzi tali date vennero già una volta spostate per coordinarle al primitiVo programma del Ras. In tali condizioni prego sott~orre Ras Tafarti possibilità protrarre di quaJche giomo sua residenza in Francia arrivando in Italia verso 6 o 7 gtugno. Egli potrebbe impiegare sette od otto giorni nel gko delle varie importanti città Italia ,settentrionale: Torino, Milano, Venezia come egli ne espresse desiderio recandosi in forma ufficiale a Roma metà giu,gno.

Conte Colli che doveva partire subito per costi, vista iJlliPossibilità materiale trovarsi Addis Abeba prima della partenza del Ras, lo attenderà in Europa e si metterà a sua disposizione per accompagnarlo durante tutto il suo viaggio in Italia tanto in forma ufficiosa che ufficiaLe.

Prego teLegrafarmi se questo programma conviene a Ras Trufari.

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L'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. 2133/308. Londra, l aprile 1924, ore 21 (per. 01·e 4,30 del 2).

In questi circoli politici il nuovo ministero francese ( 4) è stato accolto freddamente e con diffidenza. Si giudica che a Parigi è sempre in auge la politica di forza nella Ruhr e vengono messe in rilievo le note dLchiarazioni di Millerand a conferma dello spirito intransigente tuttora dominante in Francia. L'assunzione al potere di Loucheur e di Jouvenel è stata differentemente giudicata. Mentre alcuni le attribuiscono un valore intemazionale (e cioè politica di compromesso con la Germania, intesa con l'Inghilterra, valorizzazione della Società delle Nazioni) altri, e forse i più, gli danno un valore esdusivamente di politica interna e cioè che le due nomine siano destinate ad influenzare opportunamente le opi

nioni pubbliche in Francia e in Germania in vista delle pross1me elezioni nei due paesi.

Le dkhiarazioni fatte ai Comuni da Mac Donald circa Ruhr, riparazioni e sicurezza non sono state in generale qui accolte favorevolmente, sia perchè fatte mentre H Ministero francese era appena in formazione e la situazione non chiarita, sia per·chè giudicate troppo vrughe in alcune parti e troppo prec1ise in altre.

Viene anche rilevato che discorso ·del Primo Ministro non è in armonia con quella poliUca di formale détente da lui intraa>I"esa allo 'SCOIPO principale d:i modificare l'atteggiamento del grosso dell'opinLone pubbHca francese in vista delle prossime elezioni. I primi commenti che qui si fanno sulle dichiarazioni di ieri di Poincaré in Parlamento, ribadiscono gli apprezzamenti già fatti per la costituzione del suo nuovo Ministero. Anzi è forse da notare oggi un senso di maggiore diffidenza. La situazione giudicata da Londra aware nuovamente confusa e ciò in seguito sia alla composizione del nuovo governo francese, che ai discorsi di Mac Donald e di Poincaré. Mi è stato dato anche rilevare che questa Ambasciata di Francia appare alquanto disorientata di fronte a talle situazione.

(l) -Gruppo indecifrato. (2) -Cfr. n. 112. (3) -Tel. n. 2098/60, trasmesso il 29 marzo. alle ore 18 e pervenuto alle 13,15 del 31, non pubblicato, col quale Bova comunicava che la partenza di Ras Tafari era stata fissata per il 20 aprile. (4) -Poincaré.
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IL MINISTRO A BUCAREST, ALOISI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. s. 627/192. Bucarest, 1 apriLe 1924, ore 21,30 (per. ore 3,20 del 2). Decifri Ella stessa. Conversazione privata e confidenziale avuta con questo ministro della Real Casa, questi ha tenuto a farmi sapere, senza che io ne avessi mostrato il desiderio, che S. M. il Re era stato vivamente colpito !dalla prima comunicazione fatta Savona (telegr. di V. E. Gab. n. 186) (l) e che aveva deciso non solo aggiornare, ma di dnunziare alla visita a Roma. Tengo a, lfar subito rilevare che tale notizia egli mi ha data in via strettamente rpersona'le e amichevole, e non come informazione ufficiale. Il sign. Mishu che è nel partito liberale, mi ha fatto intenzionalmente e con tutta ia cortesia possLbile tale comunLcazione, rper ma!'lcarmi probabilmente il risentimento dei fratelli Bratianu ai quali è strettamente legato. Ha aggiunto però che col tempo la situazione :potrà essere modificata se io potrò opportunamente influire. Il dsentimento dei fratelli Bratianu è comprensibile in quanto la nostra pressione ha messo pubblicamente in luce l'errata politica economica che il ministro deUe finanze ha fatto fin'ora verso di noi e la noncuranza del Presidente del Consiglio e del ministro affari ested a correggere una situazione che fatalmente doveva condurre ad una •crisi. E oosl. sul primo tanto la stampa quanto

l'opinione pubblLca hanno subito percepito l'esatta situazione scagliandosi sul Governo liberale.

(l) Cfr. n. 45.

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IL MINISTRO A BUCAREST, ALOISI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. s. 627/193. Bucarest, l aprile 1924, ore 21,30 (per. ore 3,20 del 2).

La lettura fatta alla Camera dal sig. Lupu della mia lettera del 4 dicembre (l) al sig. Vintila Bratianu (che da indagini da me subito fatte mi risulta essere stata da lui letta nell'incartamento dei buoni del tesoro giacente presso ministero delle finanze) ha fatto enorme impressione perchè rivelava i successivi tentativi ed avvertimenti dati appositamente per evitare appunto la presente crisi; senonchè il Governo Liberale, sentendosi in fallo, è corso ai ripari facendo giocare la corda della suscettibilità nazionale e dando ad interpreta~re la nostra azione quasi come un affronto fatto alla persona del Re.

Questa manovra, facilitata anche dalla propaganda francese già aveva messo precedentemente in rilievo la mancanza di rat.Mìca italiana per la Bessarabia quando Parlamento francese dava invece una prova di amicizia alla Romania, ha dato i suoi risultati ed è visibile il cambiamento deJl'opinione pubblica avvenuto in pochi giorni ai nostri r1guardi.

Non sono in grado di riferire ancora esattamente fino a quale punto e in quale misura il malumore attuale possa dare delle conseguenze durature ai nostri rig;uardi: poichè vi sono delle reazioni e delle pei"ISOnalità, come il generale Averesco, che lavorano potentemente in nostro !farvore.

È mio parere però che <IIPpena sorpassato il. momento critioo, ed appena regolate le pendenze attuali, si possa riportare l'opinione pubblica alla giusta comprensione degli avvenimenti che si sono svolti.

Credo che per H momento sia opportuno io mi astenga da qualsiasi pressione sulla stampa attendendo che gli avvenimenti che possono prodursi prossimamente possano consigliarmi le proposte che non mancherò di fare a V. E. (2).

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IL PRIMO MINISTRO E SEGRETARIO DI STATO AGLI ESTERI INGLESE, MAC DONALD, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

L. P. Londra, l aprile 1924.

One of my first tasks, now that I have been given some respite from the incessant business which has occupied me since assuming office, has been to exarnine the present condition olf Anglo-italian relations, and to consider by what means these relations can be improved and consolidated. The discussions

• Per indiscrezioni dell'Ufficio cifra presso questo Ministero degli Affari Esteri, sono venuto a conoscenza che questo Governo ha richiesto circa tre mesi fa il mio richiamo. D'altra parte, a conferma di ciò, sono pure informato che il Lahovary, si è vantato e si vanta, di aver ottenuto presso di te ' la mia testa ', (secondo la sua stessa espressione), che sarebbe stata tmre questione della scelta del mio successore.

Tralasciando l'intempestività del Ministro romeno a Roma, credo mio dovere, a garanzia del nostro prestigio ed anche della mia persona, di fissare la situazione onde Tu possa giudicarla in conoscenza di causa.

È indubbio che questo Governo ha proceduto al mio richiamo in seguito alla mia azione tenace e svolta giornalmente senza debolezze per soluzionare le aspre questioni finanziarie italo-romene; è possibile, ed anzi è certo, che questa mia azione per forza di cose

on certain outstanding questions which have on more than one occasion been entered into between our two governments have not led to any satisfactory conclusion; and I note with regret that their cour:se has itended rather to move our •countries more apart than to bring them ttogether. I shouid be giad if that ·could now end, and that between us we could bring our countries in that cordia:l relation which ties of traditional assodatton and mutuai interests render naturaJ. to them. I believe that Your Excellency wiLI share this destre and that I can count upon your whoiehearted ·Co-operaALon in such a task.

As an earnest therefore of my sincere desire to remove, in so far as lies within my power, ali causes of misunderstanding between us, I recapitulate :in this note the position as I find ~t. In ·COUI'ISe of t1me and negociation two matters which occupied the attention of our governments simuitaneousiy have become united -Jubaiand and the Dodecanese. The view of the British government has been thwt for the sake of a generai settlement that would put both our countries in friendiy reiationships we shouid fuifill our obltgations under the treaty of London and that the Italian government shouid as part of the settiement agree to a Dodecanese arrangement 'that would satimy conditions thrut it has repeatediy accepted. The view of the Italian government seems to be that the two should be separated. I suggest that we shouid meet each other's view and that, without making the settlement of the one depend on the other, we should come to an understanding on both concurrently. For my !Part I assure you that I am anxious immediately to execute the promises which we have made to you in regard to Jubaiand. The method by which the agreement reached between Lord Milner and Monsieur Sdaioja can most speediiy be rendered effective, and the detailed IProviiSLons to be inserted in the convention for controlling the migrations of the nomadic tribes, are matters which must be discussed between our experts. I see no reason why these di.scussions need to be unduiy proionged and I am willing to begin them at once. If you on your part wouid inform me of your intentions regarding the Dodecanese, I should be wiJ.Iing to stwdy them with a sincere desire to settie the whoie matter apart from this offer of mine and on its own merits.

I trust that Your Excellency will accept this proposal as a way of satisfying the rpublic opinion of our countries and of ending an unfortunate impasse.

è andata contro lo svoJgilnento del piano xenofobo economico di questo Governo obbligandolo a piegare; ma escludo assolutamente che per salvaguardare gli interessi italiani io mi sia intromesso negli affari interni di questo Paese come da vari indizii mi consta il Governo romeno (o meglio Vintila Bratianu) abbia voluta motivare tale richiamo.

Nè d'altra parte può essermi in alcuna maniera imputato il passo che ha causato il rinvio della visita dei Sovrani a Roma che ha generato una certa tensione, ormai superata, nei rapporti fra i due paesi allorché, per un caso famigliare doloroso, partii da Bucarest, lasciai la situazione estremamente favorevole e fu in mia assenza che tali avvenimenti ebbero luogo. Che anzi in tale occasione fu esaminata costà tutta la mia opera e constatata l'opportunità specialmente della mia lettera del 4 dicembre al signor Vintila Bratianu, che posso dire è stata la chiave di volta che ha risolta la situazione malgrado tutti gli incidenti successivi. Soltanto mi si fece osservare che sarebbe stato forse meglio non accettare la rispostache a quella lettera mi dette Vintila Bratianu: malgrado io mi permetta di persistere nel concetto che la protesta verbale che feci al Signor Duca in seguito a tale risposta fosse sufficiente, per non sollevare un incidente diplomatico del quale il signor Vintila Bratianu si sarebbe valso per rovesciare completamente la situazione a suo vantaggio, tale osservazione va appunto ad appoggiare la mia tesi quella cioè di aver cercato di non inasprire mai le relazioni fra i due paesi.

La verità è che in seguito alla nostra azione energica il Governo romeno, non solo ha dovuto capitolare verso di noi, ma anche verso gli altri Governi che hanno approfittato del contegno da noi assunto per cercare di risolvere le loro questioni •.

Concetti analoghi erano già stati comunicati da Aloisi con t. gab. s. n., trasmesso il 21 aprile, ore 21,30 e per. il 22 alle 5. ·

(l) -Non pubblicata. (2) -Cfr. anche ciò che scriveva Aloisi a Contarini con l. confidenziale del 9 luglio 1924:
123

L'INCARICATO D'AFFARI A MADRID, MACARIO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. S. R. 631/85/49. Madrid, 2 aprile 1924, ore 20,45 (per. ore 23). Questa mattina si è a me presentato ex Sultano Marocco Mulay Afìd il qua:le mi ha detto riJServatamente di aver deciso recal'si Angora al più presto. Ex Sultano vorrebbe imbarcarsi a Barcellona su piroscafo nazionale in partenza per Genova ove attenderebbe altro piroscafo nazionale per proseguire suo viaggio. Egli mi ha pregato vol.ergli procurare autorizzazione R. Governo per entrare nel Regno e permanere Genova tempo necessario per attesa piroscafo. Tale autorizzazione dovrebbe estendersi anche per suo ristretto seguito. Mulay Afid mi ha dichiarato che se V. E. avesse interesse vederlo egli san-ebbe diSIPO:StO recarsi Roma per mettere a disposi.zione R. Governo sua personale influenza. Ex Sultano è spl'OVVisto di qualsiasi documento identidìcazione non avendo voluto richiedere passaporto spagnuolo nè francese. Credo opportuno far presente ad ogni buon fine che Mulay Afid risiede da molto tempo in Spagna e che egli tl'lovasi in condizioni finanziarie difficili a causa cessazione 'Vistosa pensione che gli corri;spondevia Francia e che dalia data suo allontanamento dal Marocco sua influenza in quella regione è andata progl'essivamente scemando. Prego V. E.

voler impartire istruzioni telegrafiche per risposta che darò verbalmente all'interessato.

124

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, AL MINISTRO A BELGRADO, BODRERO

T. GAB. s. 249. Roma, 2 aprile 1924, ore 21. Suo telegramma n. 177 (1). Pl'ego esprimere S. M. Re Alessandro miei vivissimi ringraziamenti per accoglimento proposta convegno che sta bene per Bled e ·che potrebbe aver lruogo tra 22 e 25 aprile. Se ciò conviene a S. M. potremo determinare giorno preciso dell'incontro. Circa viaggio Sovrani a Roma poichè gLà convegno di Bled assicura s·camb1o immediato e diretto vedute politiche e poichè precedenti impegni ormai inderogabili obbligano rmvio visita oltre 20 giugno, si è tornato a considerare se la stagione troppo inoltrata per Roma garantisca a fine giugno quel concorso di pubblico e di pel'sonalità che darebbero alle manifestazioni quell'atmosfera di generale consenso assolutamente desiderato dal punto di vista politico. E si ritiene che per tali ragioni sarebbe preferibile effettuare la visita in autunno_ L'intervallo fra le conversazioni di Bled e quelle che potrebbero aver luogo a Roma gioverebbe anche nel senso di predisporre nuovi futuri contatti, acciocchè

si possa tener conto delle eventuali sopravvenute nuove circostanze. Attendo risposta definitiva.

(l) Cfr. n. 117.

125

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, ALL'INCARICATO D'AFFARI A MADRID, MACARIO

T. GAB. 251. Roma, 4 aprile 1924, ore 23.

Suo telegramma n. 85 (1).

V. E. farà comprendere in modo opportuno a Mulai Afid che R. Governo non potrebbe avere difficoltà suo transito Italia qualora sua partenza dalla Spaigna e viaggio in Turchia avesse luogo in forma palese. Sarebbe perciò conveniente accertarsi prev·entiivaJmente delle disposizioni del Governo turco nei riguardi della .sua gita ad Angora.

Quanto precede per •sua conoscenza ed eventuale norma di linguaggio nel caso le fossero chiesti chiarimenti in proposito da codesto Governo (2).

126

L'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. R. 637/318. Londm, 5 aprile 1924, ore 21 (pe1·. ore 1,30 del 6).

Telegramma di V. E. Gab. n. 237 (3).

Da tutta precedente corrispondenza in argomento risulta che pensiero di Mac Donald si è ormai defin~tilvamente orientato nel senso che solo la comunicazione del rapporto degli esperti alla Commissione delle Riparazioni ed ai governi interessati debba o possa aprire una conversazione fra di essi governi aLlo scopo stabilire una oomune politi•ca circa questione trattata nel rapporto stesso (mio telespresso del 30 marzo n. 315) (4). Ricordo egualmente che le aperture fatte recentemente dal Governo :tirancese per aprire una discussione col Governo britannico circa riparazioni e questioni ad essa connesse sono state recisamente declinate dal Primo Ministrp. Appare infine evidente che Mac Donald ha adottato tale procedura per ottenere dagli Alleati e specialmente dalla Francia adesione al rapporto degli esperti riservando per ulttmo e forse come mezzo di pressione per un accomodamento generale questioni sicurezza e debiti interalleati.

In tale stato di cose ho giudkato che mie aperture anche non formali presso questo Governo per un immediato inizio di scambi di vedute da parte di tecnici, provocato da una riservata intesa dei due governi, potevano andare incontro ad un aprioristico rifiuto solo perchè premature. Malgrado questa mia convinzione ho voluto opportunamente sondare terreno al Foreign Office ove mentre ho .potuto constatare la disposiz]one a collaborare sulla questione delle riparazioni e problemi ·Connessi, mi sono dovuto però anche rendere conto eh~

6 -Documenti diplomatici • Serie VII · Vol. III.

attegg.Lamento del governo britannko è ,fermo nel punto di vista ·che ogni ditscussione deve essere generale e da iniziare dopo che r<l!Ppresentanti aUa Commissione delle riparazioni abbiano riferito in proposito ai rispettivi Governi. Quindi a mio avviso e salvo istruzioni contrarie di V. E. rimetterei a momento più opportuno ogni ulteriore passo. Nel frattempo resta prezioso ogni ulteriore contatto fra Pirelli e Bradbury il quale è la voce preponderante nelle decisioni del ,governo hr1tannko anche se tali •Contatti saranno per essere dii natu~a solo personale. Ciò stante mentre mantengo ed intensifko SIOJiti contatti Foreign Office circa riparazioni avrò cura di cogliere momento opportuno per giungere all'attuazione delle direttive da V. E. indicate (1).

(l) -Cfr. n. 123. (2) -Il telegramma fu trasmesso per conoscenza anche a Parigi e Costantinopoli. (3) -Tel. gab. u. 237 del 27 marzo, non pubblicato, relativo alle conclusioni degli esperti in merito alle questioni delle riparazioni e dei debiti interalleati ed alla opportunità di sollecitare un incontro fra i Governi interessati. (4) -Non pubblicato.
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IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, AL MINISTRO A BUCAREST, ALOISI

T. GAB. 255. Roma, 8 aprile 1924, ore l ,30.

Telegrammi nn. 1,90, 191 e 194 (2).

L'affermazione del sig. Duca che il Governo romeno si è sempre imposto il dovere di rispettare i suoi impegni non trova pratico riscontro nei documenti esistenti drca l'atteggiamento seguito nei riguardi de11e question~ finanzarie pendenti con l'Italia. Per tali questioni infatti il Governo romeno, come risulta dalla corrispondenza d~ •codesta legazione, ha adottato ripieghi dilatori o poco persuasivi (che hann_o finito per ·creare un giust1ficato malcontento negli interessati) ~senza affrontare la possibilità di qualche soluzione soddisfacente. E ciò maLgrado ·che da due anni il Governo italiano abbia insistito in ogni maniera per mezzo di codesta legazione ed anche direttamente con i vari ministri romeni venuti a Roma. L'ultima fase della questione è ancora più sintomatica. Alla lettera dopo mesi di premura diretta il 4 dicembre da V. S. al signor Vintila Bratianu per esporre nella forma più cortese i termini della questione dei Buoni del Tesoro allo scopo di tentare di iniziare .finalmente una conJVersazione, non è stata data ,fi:I'ora risposta scritta in merito e si è lasciata sussistere agli atti una preliminare risposta formale di Bratianu redatta in termini poco cortesi. Dal sig. Duca le fu soltanto verbalmente dichiarato il 21 dicembre u.s. che in definitiva per la questione dei Buoni del Tesoro non vi era altro da sperare che la concessione at detentori itatliani del solo interesse :.iel i % ·~ nulla più. Tale decisione rende Ia •condotta del Governo romeno ingiustificabile di fronte a qualsiasi opinione pubblica. Il Buono del Tesoro è un impegno d'onore e solo un Governo in stato di fallimento OiSerebbe negarne il rimborso. Non procedendo a tatl·e rimborso non vi è dubbio poi, ·Che corre l'obb'Hgo di ,continuare a corrispondere ·almeno gli interessi nella misura fissata mentre normalmente essi dovrebbero esser·e aumentati. È ovvia l'imposs~bilità per gli italiani di accettare un interesse del 4 % su questi Buoni che oggi appariscono insolvibili,

quando lo Stato itailiano .corriSJPonde ·coi propri Buoni a premio l'interesse del 5 %. È poi molto grave ed irritante 'per iJ. pubbli·co che i:l bilanci~ romeno si chiude in ·pareggio. Questi daU di fatto non possono •essere smentiti ed è molto dannoso ·che il Governo romeno continui a dare o a far dare al pubblico notizie inesatte o false.

Il Governo ital!ia;n,o si è fin'ora astenuto di documentare pubbHcamente J.'a,tteggiamento del Governo romeno per non peggiorare la situazione, ma dovrà ricorrervi qualora il Govemo romeno vi persiiStesse ed è certo che dalla pubblicazione-deCdocumeD.ti risu:lterà evidente non solo che il Governo romeno si è condotto malamente nel merito della questione ma anche ·con metodo ed espedienti dilatori poco confacenti a quelle regole che devono usarsi fra Governi am~ci. È supel'lfiuo osservare che l'invio di un delegato per trattare la questione dei Buoni de'l Tesoro non •congiunto ad una nuova determinazione in merito da parte del Governo :romeno non rappresenta una pl"oposta seria e probabilmente non servirà ad altro che ad aumentare l'irritazione •come ora è avvenuto per i credi·ti commerciali in valuta forte avendo J.a delegazione testé inviata ripresentato le condizioni .già in antecedenza dichiarate inaccettabili.

Prego esporre quanto precede al sig. Duca in modo chiaro e preciso, acciocchè non gJ:i rlm.an.ga al1cun dubbio sui termini della questione e sul pensiero del Governo .iltaliano in proposito.

Ritengo poi utile che la S. V. agisca opportunamente sulla stampa per i11uminare l'opinione pubbltca romena sul vero stato delle ·Cose e sui danni del prolungarsi di questa situazione.

(l) -Il telegramma fu ritrasmesso a Parigi in data 6 aprile con tel. gab. n. 253. (2) -Tel. gab. s. 618/190 e tel. gab. s. 619/191 del 31 marzo, tel. gab. s. 628/194 del l aprile, non pubblicati, relativi alla progettata nomina di un delegato rumeno da inviare in Italia per discutervi la questione dei Buoni del Tesoro, nella persona di Oscar Kiriacescu, direttore della Banca Nazionale di Romania.
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IL MINISTRO A PRAGA, PIGNATTI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. R. 2274/92. Praga, 8 aprile 1924, ore 19,30 (per. ore 23,145).

Mio telegrnmma n. 87 (1).

Presidente della repubblica partirà per la Sicilia fra il 20 e il 22 corrente. Si imbal'cherà a Genova per Palermo e poi andrà probabilmente a Ta<ltl'mina. Per il ritorno è previsto lo stesso itinerario per Genova.

Benès intenderebbe approfittare della presenza di Masaryk in ItaJ.ia per far visita a V. E. e quindi: recal'si in Sichlia a conferire. Il ministro deg~,i affarL esteri essendo impegnato qui .fino a tutto il 4 maggio potrebbe partire solo verso· il 10 di quel mese. Benès intratterrà anche V. E. de1la visita ufficiale a Roma del Presidente della Repubblica prevista per l'ottobre prossimo.

(l) Tel. n. 2142/87, trasmesso il 2 aprile alle ore 15,30 e pervenuto. alle 18,40 dello stesso l'(iorno, non pubblicato, relativo alla progettata visita ufficiale di Masaryk a Roma per il mese di ottobre.

129

IL MINISTRO A PRAGA, PIGNATTI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. 2277/91. Praga, 8 aprile 1924, ore 19,40 (per. ore 23). Nostre elezioni hanno fornito pretesto a questa stampa per attaccare fascismo e Governo nazionale, distinguendosi in dò, a prescindere dai quotidiani comunisti, Cesko-SLovo e Cesko-SLovenska RepubHc organi del Governo. Ho cercato d'influire direttamente <SUJl primo di questi rgiornali ma inutilmente. Ne ho parlato stamane a Benès manifestandogli mio stupore nel constatare anche in giornali in stretti rapporti .con le sfere uffi·ciali così colossale incomprensione delle cose italiane insieme a malafede. Ministro affari esteri si è impegnato attenual'e mi-e impressioni e diminuire importanza fatti osservando ·che anche stampa liigi!a al Governo difetta di responsabilità. Ai miei richiami sulle ripercussioni che poteva avere in Italia atteg.giamento

giJornaJi ufficiosi, mi ha promesso che interverrà per moderarne lingua:ggio. Ho parlato a Benès pacatamente, ma ·con rferunezza.

130

L'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. 2288/331. Londra, 8 aprile 1924, ore 22 (per. ore 3,30 deL 9). Questa stampa riferisce quasi unanime che elezioni italiane si sono svolte nella massima calma se si eccettua qualche incidente di poco conto. Rileva percentuale votanti è stata superiore a quella verificatasi due precedenti elezioni.

Constata importanza votazione ra·ccolta dalla lista nazionale e vittoria riportata dal Governo e dal partito fascista.

131

L'INCARICATO D'AFFARI A BUENOS AYRES, QUARONI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. 2311/34. Buenos Ayres, 9 aprile 1924, ore 1,30 (per. ore 5 deL 10). Risultato elezioni ha prodotto ottima impressione, tanto più che stampa

locale preannunziava :scarso colliCorso elettori. Questo ministro affari esteri mi ha pregato trasmettere a V. E. sue personali vivilssime congratulazioni.

132

IL REGGENTE LA LEGAZIONE AD ADDIS ABEBA, BOVA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. 2339/84. Addis Abeba, 9 aprile 1924, ore 10 (per. ore 12 cieL 10). Telegramma di V. E. n. 1120 (1).

Ho fatto a Ras 'Tafari la comunicazione prescrittami da V. E. Si è di:scusso al Ghebi durante due giorni ed ho dovuto sostenere una vivacissima lotta contro

i francesi allo scopo di diffidare Bellefonds, ·consigliere del Governo etiopico, il quale, sostenendo l'impossibilità di mutare programma [ed avanzando tesi] .che Ras Tafari non potesse fare visita ufficiosa prima di aver fatto le ufficiali, intendeva assolutamente che il Ras vis~ta!SSte Londra prima di Roma. Di fronte alle mie insistenze ·ed al mio deciso contegno di non cedere contro l'azione francese, Ras Tafari ha affermato [?] completamente il programma del via.ggio che resta così fissato: imbarco a Gibuti il 20 aprile. Arrivo a Gerusalemme il 25 aprile. Arrivo al Cairo il 1° maggio. Arrivo a Parigi il 15 maggio. A Brusselle 'il 23 maggio; sosta in Francia e ne·l Belgio 1ed arrivo a Roma il 17 giugno. P·ermanenza a Roma 8 giorni in forma ufficiale e probabilJmente 8 in :forma privata; arrivo a Londra il 1° lUJglio. La v:tsita nel Belgio a·vrebbe dovuto avvenire dopo quella in Italia, ma Ras TafaTi mi ha fatto comprendere .che non potava, dopo la visita a Parigi attendere un mese prima di veni!re a Roma. Non credo che V. E. farà difficoltà a queste variazioni del programma iniziale. Ras Tafari mi ha detto che lo spostamento della visita in Italia ha rinfocolato (?) la necessità di ·cambiare la data della vistta rper tutte le capitali, ma lo ha fatto volentieri per aderire al de:>iderio di V. E. Egli ringii'azia vivamente V. E. per aver disposto che il Conte Colli lo attenda e lo accompagni durante tutto il suo sog.giorno in Italia. Ras Tafari ha espresso la ferma. intenzione di recars~ anche in America ma non credo che all'ultimo momento attuerà ta,le progetto che lo costringerebbe ad una assenza troppo prolungata dal Paese. È partito oggi per Gerusalemme Sahale Sadalou, segretario generale degli affari esteri, che [preeede?] il Ras nelle varie capitali. Lo ho munito di una lettera di presentazione per codesto ministero. Per quanto concerne ·la sua figura parlamentare morale e politica mi riferisco a quanto segnalato a V. E. col mio rapporto n. 196 spedito in data 25 marzo (1).

(l) Cfr. n. 118.

133

IL MINISTRO AL CAIRO, CACOIA DOMINIONI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. 2307/113. Il Cairo, 9 aprile 1924, ore 21 (per. ore 21,30).

Questa stampa commenta •Con molto favore e simpatia successo lista nazionale che ha avuto mass~mo consenso fra questa colonia italiana.

134

IL MINISTRO A BELGRADO, BODRERO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. 2816/191. BeLgrado, 9 aprile 1924, ore 22 (per. ore 2,15 del 10). Stamane il stgnor Nindch mi ha pregato di trasmettere a V. E. le sue più cordiaH felicitazioni per il successo dehle elezioni in Italia.

Mi è gradito soggiungere ·che tutta la ~stampa di Belgrado acclama il grande successo della E. V.

S3

Il Vreme e la Politika pubbHcano anche un ritratto di V. E. e tùtti gli altri giornali danno dettagliate informazioni sulla giorna.ta. elettoraJe soffermandosi soprattutto sul d'atto che nessun diJSordine è a:vveiliUto e che tutti i1 partiti hanno potuto lìberamente votare.

Prego V. E. gradire 1e mie personali congratulazioni.

(l) Non pubblicato.

135

IL MINISTRO A BELGRADO, BODRERO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. s. 657/197. Belgrado, 10 apribe 1924, ore 21 (per. ore 1,30 dell'll). Decifri Ella stessa. Suo telegramma segreto n. 249 (1). A causa .crisi ministeriale che potvebbe :prdlungarsi per qua:lche giorno S. M. il Re Alessandro teme essere obbligato a rimanere a Belgrado e non potersi tro

vare tra il 22 e il 25 corrente a Bled per l'incontro con V. E. per quanto egli lo desideri ardentemente ed insiste .suUa importanza di una scambio di idee con

V. E. Egli mi ha pregato ier sera di telegrabr.Le .in questo senso. Circa !Visita a Roma S. M. si rende ·perfetto conto di quanto V. E. ;gU ha fatto conoscere.

S. M. mi ha anche detto che appunto rper non rimandare a giugno inoltrato il viaggio e per il desiderio vivissimo di incontrarsi al più presto possibile col nostvo Sovrano •egli arveva già ottenuto dal ,governo fraii!CeSe di anticipare all 25 maggio il suo viaggio a Parigi tal·chè potrebbe pel prim:O o 2 giugno trovarsi a Roma. Dato il nuovo programma ~che r~manderetibe ottobre la sua visita a.i sovrani d'Italia, S. M. ha espresso l'intenzione al ritorno da Parigi di trattenersi incognito per qual·che giorno a Venezia che S. M. la Regina Maria non •conosce ancora. Tale occasione sembragli molto rpropizia per l'incontro oon V. E.

Mentre resto in attesa ·conoscere qualle r:ÌISPosta io possa da·re a S. M. circa il convegno a Venez1a all1'epoca sQPra indtcata, prego anche V. E. di telegrarfarmi d'ur:genza se visto l'ant1cipato viaggio •a Par1gi non potrebbe aver luogo, intercalata ·con gli impegni dei nostri Sovrani, il primo e due giugno la visita a Roma, ovvero rimandare senz'al!tro questa v~sita all'autunno.

136

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, AL MINISTRO A BELGRADO, BODRERO

T. GAB. P. 258. Roma, 10 apribe 1924, ore 21,15. Decifri Ella stessa. Attdbuisco suo ritardo nel rispondere mio telegramma di Gab. n. 249 (l) al fatto che condizioni politiche interne codesto paese possano rendere esitante Sovrano nel fissare data progettato convegno.

Sono d'aLtra parte io st,esso molto assorbito dopo periodo elettorale dalla preparazione lavori parlamentari. È anche da considemre che data situazione

internazionale, e specialmente tensione per Bessarabia, incontro potrebbe in questo momento dar luogo eccessive inesatte interpretazioni che è comune interesse evital"e. Ciò premesso, prima che un pa1sso analogo sia fatto da codesto Sovrano, ritengo sia meglio che Ella, nella forma che riterrà migliore, e con il dovuto tatto, gli prospetti opportunità ritardare convegno.

(l) Cfr. n. 124.

137

L'INCARICATO D'AFFARI A MADRID, MACARIO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. 2351/98. Madrid, 11 aprile 1924, ore 14 (per. ore 21). Giornali Sol e Libertad pubblicano oggi tendenziose notizie circa elezioni sotto forma radio-telegramma proveniente da Londra e che sarebbero state raccol!te e trasmesse da gilornaJtsti inglesi dalla vi·cinanza frontiera italiana. Radiotelegramma affel"ma non essersi presentati alle urne che il 30 per cento vo,. tanti e che, dltr·e irregolarità .computo voti, grandi violenze sarebbero state

commesse da milizia tfia,scista. Termina r1produ·oendo frase Sturzo che elezioni sarebbero state simulazione gigantesca (1).

138

L'INCARICATO D'AFFARI A PARIGI, VANNUTELLI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. u. 2355/448. Parigi, 11 aprile 1924, ore 18 (per. ore 21). Non ho mancato di dchiamare l'a,ttenzione del capo dell'ufficio stampa del Quai d'Orsay sulla intonazione di •critica tendenziosa dell'artkolo editoriale pubbHcato dal Temps ci'Dca risultati eleztoni. Capo dell'ufficio stampa mi ha detto che articolo non era di ispirazione ufficiosa e si è con me lamentato dell'at

teggiamento indipendente che il Temps ha assunto da qualche tempo di fronte al Governo francese.

139

IL MINISTRO A VIENNA, ORSINI BARONI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. R. 660/214. Vienna, 11 aprile 1924, ore 19 (per. ore 22). Questo ministro affari esteri mi ha detto che per usare atto cortesia Reali di Romania aveva inviato all!a frontiera suo capo di gabinetto •che a!Veva via,ggiato con loro fino Villaco. Capo di gabinetto gli aveva riferito che aveva trovato tanto Sovrani quanto seguito aS'Sai depressii per avel"\e dovuto rinunziare visita Roma Bruxelles Madrid; a Bru~elles per ragioni analoghe a quelle che

hanno fatto ritenere non indicata visita in Italia, a Madrid per movimento anti-romeno nella opinione spagnuola. Dopo Londra Sovrani si recheranno a

riposa11si a Cannes ove è cOilfVocata da Duca delegazione romena della fallita conferenza russo-romena. Questo ministro affari esteri attirava in pari tempo mia attenzione su notizie da Parigi di un'alleanza franco-romena come indizio della difficile posizione nella quale si trova governo romeno sotto la pressione della Francia ed isolato in mezzo a gravi difficoltà. Questo ministro affari esteri criticava anche visita B11atianu a Kichinew dove cerimonia e feste risuonano come provocazione anti-russa (1).

(l) Annotazione di pugno di Mussolini: • Smentire. M. •·

140

IL MINISTRO A SOFIA, RINELLA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. R. 664/79. Sofia, 11 apriLe 1924, ore 21,30 (per. ore 23,25).

Ministro affari esteri mi ha espresso sue vive feUcitazioni per la votazione plebiscitallia italiana ·che è solenne consenso della Nazione alla poderosa opera patriottka di V. E. Mi onoro farmi interprete con commosso orgoglio di tale sentimento che unitamente a quello manifestato dal ministro del tesoro dai Circoli dirigenti e dall'opinione pubbllica rconfermano ammirazione che V. E. dscuote in questo paese. Ciò concorda col fatto indi·scutibile che l'Ita'lia ha raggiunto primo posto in Bulgaria sul terreno politico e su ·quello economico.

141

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, AL MINISTRO A BERNA, GARBASSO

T. 1213. Roma, 11 apriLe 1924.

Nostre autorità dehla frontiera italo-svizzera informano che il giorno 8 corrente ail1e ore 14, mentre un reparto dell'eser.cito sviz:?Jero costituito da battaglioni 95 e 96 inqua<kati da ufficiali del 30° reggimento fanteria da montagna erano in marcia d'esercitazione sulla strada di frontiera :lira Ponte Tresa e Cremenig:a, furono dirette da militari del detto reparto, all'uscita dal Comune di Ponte Tresa, a ,persone che si trovavano in territorio italiano, e dalle qua~i nessuna provocazione era partita, grida ostili all'ItaUa, a/l capo del suo Governo e al Fascismo.

Tali ,grida furono ripetute dallo stesso reparto verso le ore 18 del medesimo giorno in località Madonna di Pino del Comune di Cregiio.

Superfluo io additi a V. E. come 1a gravità del fatto appaia di tanto più eccezionale in quanto grida ostili, che feriscono sentimenti così solennemente manifestati proprio in questi giorni dal popolo italiano, sono state emesse da militari dell'esercito svizzero regolarmente inquadrati ed in marcia ilungo il confine italiano.

Superfluo altresì •che aggiunga quale profonda impressione la notizia non appena risaputa abb~a prodotto ne]l'opinione pubblica del nostro Paese. Si è do

vuto prontamente ed energicamente agire per prevenire azioni rappresaglia nuclei fascisti zona frontiera invitando que,sti ad attendere fiduciosi risultato azione del R. Governo.

La S. V. vogHa ciò stante richiamare d'urgenza, colle più vive protes1te del caso, tutta l'attenzione del Governo Federale sul d'atto, sulle circostanze e sull'impressione che ho ,segnalato, chiedendo 1per le ostili manifestazioni fatte alla nostra frontiera da elementi dell'esel'cito svizz.ero quelle riparazioni che poosano esseve ritenute proporzionate alla gravità delle stesse ed al:la soddi,sfazione che siamo in diritto di attenderci da uno Stato confinante ed amico.

Attendo pronta assicurazione telegrafica.

(l) Il telegramma fu ritrasmesso a Bucarest e Bruxelles in data 15 aprile con tel. gab. n, 260.

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L'AMBASCIATORE A BERLINO, DE BOSDARI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 669/131. Berlino, 13 aprile 1924, ore 12,50 (per. ore 16,35).

Decifri: Ella stessa.

Sottosegretario di stato per gli affari esteri mi ha detto confidenzialmente che era riuscito indurre Stresemann restare Berlino od in German1i:a in questi giorni ed a rimettere ad altro tempo suo viaggio in Italia. Verrebbe così dilazionata visita Stresemann a V. E. Glli: ho ll"ipetuto che Ella non mi aveva mali! fatto menoma comunicazione al dguardo. Ne dovevo dedurre che quantunque pronto a ricevere Stresemann V. E. non ne a~esse straordinaria premura, e che visilta avrebbe potuto egualmente ben farsi più tardi.

Come nella precedente occasione del gennaio s·corso così in questa sottosegretario di stato per gli affari esteri non mi ha nascosto che egli personalmente è poco favorevole incontro Stresemann con V. E. Egli mi disse forse con ciò si evita ragione ·Che 1e rela>zioni fra l'I,talia e la Germania sono tutto;ra di na.tura talmente deUcata e che 'loro irrdiscutibile miglioramento si produce in mezzo a tant•e difficoltà che ogni manifestazione trOI[)po accentuata e soprattutto destinata av.ere qualche eco pulbbJi.ca potrebbe fare più male che bene.

143

L'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB.RR.P. 670/349. Londra, 13 aprile 1924, ore 18,30 (per. ore 3,40 del14).

Decifl'i Ella stessa. A seguito delle informazioni fornitemi dal Forei.gn Offi·ce .e da me riferirte a

V. E. col mio telegramma n. 344 (l) informo V. E. aver ricevuto ieri sera lettera privata di Mac Donald che riproduco qui appresso: «Debbo ringxaziare V. E. della lettera del 4 corr. con la quale cortesemente mi comunicavate apprezza

menti del sig. Mussolini per quanto io fui ben felice di dire dell'Italia nelle mie recenti dichiarazioni ai Comuni.

Mi sono sinora astenuto dal rispondere alle vostre lettere del 6 e 17 marzo scorso poichè mi sorge dubbio che tali metodi di ·corrispondenza ci espongano al pericolo di moltiplicare piuttosto che diminuire il rischio di malintesi. Osservo per esempio che il riassunto che mi !fornite delle vostre conversazioni col mio predecessore differiscono in alcuni .punti essenziali dagLi appunti di Curzon di tali convel"sazioni, e dal suo pe11sonale •ricordo.

Per dissipare tali divergenze occorrerebbe entl'lare di nuovo in uJ.teri10ri discussioni circa ·tutti gli argomenti che furono oggetto de1le conversazioni suddette ed io dubito che un tale riesame possa in alcun modo avvicinare soluzione dei probLemi sorti fra noi. Ho pensa.to pertanto che fosse preferibiloe di rivolgermi direttamente sig. Mussolini e gli ho diretto una lettera particolare (l) nella quale mentre espongo francamente mio punto di vista lo prego di informarmi delle sue intenzioni».

Non mi ·pare neppure il caso che io riaffermi e conlfermi a V. E. •punto per punto quanto ho riassunto nella mia lettera a Mac Donald circa ultimi miei negoziati con Curzon. Ciò premesso rtpeto a V. E. quanto appare dalla mia ul1tima corrispondenza (punto due mio telegramma Gab. n. 277) (2) e cioè che primo Ministro e Foreign Office di fronte i'ermezza mio atteggiamento ed agli argomenti a sostegno della nostra tesi si trovano nel più grande imbarazzo e nella più assillante difficoLtà per controbaUere mie dichiarazioni senza troppo •scostarsi dal loro punto di vista. Primo Mintstro quindi ha •cercato evidentemente una vi:a d'uscita col modificare ordinarie naturali procedure deLle già iniziate trattative rivoLgendosi direttamente a V. E. In dò Mac Dona,ld è stato determinato anche da Stila stessa procli!vità ad affrontare spinose questioni rivolgendosi direttamente ai Governanti dei paesi interessati come ha •fatto già •con Poincaré nella questione riparazioni. Debbo anche aggiungere •che in tale decisione Primo Ministro è sta1to pur indotto da informazioni e da speranze riferite e manifestate da Graham circa possibilità trovare più facilmente soluzione pel Dodecaneso avvicinantesi al punto di vista britannico agendo direttamente a Roma. I dubbi di Mac Donald sulla esattezza dei miei ricordi circa negoziati condotti con Curzon sono pèrciò da attribuirsi con ogni probabilità alla ansiosa ricerca di un qualche appiglio per sottrarsi ad una decisa risposta al mio esposto, passando senz'altro a nuova proposta e sottoponendola direttamente a V. E. In tal modo Primo Ministro cerca anche realizzare concetto già esposto ai Comuni che questioni Giubaland e Dodecaneso si erano andate così intricando da rendere oggi necessario di cercare soluzione con nuovi metodi e su nuova base.

Ad ogni buon fine riferisco che non mi erano sfuggiti scaltri tentativi di

Crowe di mostrarsi sorpreso delle propos•te di Curzon durante i negoziati e

da me voluti ricordargli. Intanto Foreign Office continua affermare che lettera

di Ma·c Donald a V. E. ·lascia ogni migliore speranza per sistemazione que

stioni Dodecaneso e Giubaland e mostra anzi di avere grande fiducia in un

esito felice. Allo stato delle cose mi proporrei rispondere a Mac Donald che mentre aspetto di conoscere il pensiero di V. E. sulla di lui lettera particolare, da parte mia mi vedo nella necessità di confermargli subito, punto per punto, quanto ebbi a riferir.gli nella mia lettera del 6 marzo scorso circa mie conversazioni .col suo predecessore. Ma non conoscendo il contenuto della lettera di Mac Donald, l'accoglienza che l'E. V. farà ad essa e soprattutto se V. E. intenda seguirlo nel concetto di riprendere trattative ex novo, mi astengo da qualsiasi comunicazione in attesa delle istruzioni di V. E. (1).

(l) Tel. gab. r. 662/344, trasmesso il 12 aprile alle ore 2,18 e pervenuto alle 4,10 dello stesso giorno, non pubblicato, relativo alle questioni del Giubaland e del Dodecaneso.

(l) -Cfr. n. 122. (2) -Cfr. n. 94.
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IL MINISTRO A VIENNA, ORSINI BARONI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

R. R. Vienna, 1.3 aprile 1924.

Il canceLliere, avendo saputo del mio ritormo in Vienna, mi ha invi:ta,to ad andarlo a visitare. Mi son recato stamane alla cancelleria. Nonostante la insanabile malattia, le serie apprensioni (come egli dicevami) dei giorni passati (cioè la minaccia di serii scioperi, fra i quali quello dei funzionari, ecc.) il ,gran !lavoro che pesa su lui, monsignor Seipel non tradisce stanchezza. Con l'abitua,le sua calma e senza perdere il naturale ottimis·mo, egH muove, con pugno fermo, il timone di questa barca abbas,tanza .avariata, in UJn mare molto agitato.

Egli ha di-etro di sè una maggioranza non fort·e, ma sulla quale egli ha un sicuro personale ascendente ad anche il partito tedesco-nazionale, che in molte questioni, per esempio in quella delle richieste dei funzionari dello Stato, fl\vrebbe da guadagnare piuttosto non seguendo che seguendo mons~gnor Seipel, finisce con l'esser da questi dominato. Cosicchè non è possibile fin da oggi parlare come fa il commiiSsario della Lega dell'inevitabile avvento di un governo di coalizione socialista il giorno in cui n 'ControLlo diretto del dott. Zimmermann verrà a mancare. Certo alcuni dei .capi del partito socialista anelano quel momento, ma non sono ,tutti ·concordi, ·e fra le fila del !Partito se11peggi.a lo spirito di concorrenza politica. E mentre quella eventualità non è da escludere, per il momento, l'affermarla troppo insistentemente e troppo chia~ramente può anche apparire una arma dellla quale il dott. Zimmermann si serve, ad uso dell'estero, per ce!'care di prolungare la sua permanenza a Vienna.

Dopo essersi informato dei miei piani ed avere espresso ancora una volta il suo rammarico di vedermi partire da Vienna, egli si è vivamente interessa,t:o del risulta.to deLle elezioni generali in tltalia, ,esprimendosi 'COn pa,role di viva ammirazione per ,}a riconoscente e completa prova di fiduda che il popolo italiano ha dato a V. E. Egli incidentaLmente ha lamenta·to che qualche atto di violenza sia stato compiuto contro alicuni elementi tedeschi dell'Alto Adige, non tanto per i fatti in sè stessi, •che attribuisce a rivalità ed a contrasti di elementi locali, quanto perchè da quegli eocessi hanno preso occasione alcune personaHtà di Innsbruck per ricominciare la campagna anti italiana, domandandogli peTsino

il richiamo del ministro Egger da Roma. Fra i più eccitati protestanti era il capitano provinciale, il dott. Stumpf. Al cancelliere è riuscito tranquillizzarlo ed a richiamare aHa •calma i signori di Innsbruck.

Il ·cancelliere, dopo aver di nuovo spiegato la ragione delLa rinuncia del ministro Schiirff al viaggio a Milano, ha detto che Jil capo sezinne Slchiilller, dO(po Milano si recherà a Roma per vedere di condurre a termine il negoziato per l'accordo Contarini. Oramai i punti di contrasto fra i desiderata dei due Governi sono ridotti di molto. In questi giorni egli riunirà una commissione ìnterministeriale per rivede,:rli e dare al sig. Schiiller definitive istruzioni, le quali varranno, come egli spera, a far raggiungere l'accordo. Il sig. Schiiller è pure incaricato di mettere a giorno tanto V. E., o la persona da Lei incarica,ta, quanto il senatore Pantaleoni del lavoro in corso per preparare la revisione delle cifre fissate a suo tempo per il pareggio statale dalla Commissione preparatoria della Lega delle Nazioni nel 1922. È stato qui di passaggio nei giorni scorsi il sig. Strakosch. Ho avuto vari colLoqui con lui e col ministro delle finanze. È stato per lui raccolto molto ma,teriale di studio che venne già iqviato a Londra. Il si!gnor Strakosch sta lavorando intorno al medesimo ed è probabile che nel corso del maggio ·egli, ·con uno o due dei signori del comitato economko, torni a Vienna per complletare sul posto le indagini. Di modo :che a giugno a Ginevra il comi:ta.to economico della lega potrà avere della situazione economico-finarnziaria dello Stato austriaco un quadro ·perfetto, 'che il miniJStro federale dell.e finanze dottor Kienbock personalmente illustrerà e .giustificherà. H capo sezione Schiiller avrà incarico di pa·rlare a Roma di tutto <Ciò e'Ci anche, se bene ho compreso i!l senso delle parole velate del cancelliere, di cominciare a prendere qualche contatto per la fine della missione del dott. Zimmermann e per quel!lo che sarà il controllo suille entrate austriache assegnate al servizio del prestito internazionale. Mi risulta essere desiderio del cancelliere di cercare a suo tempo ed in via preliminar·e !l'accordo su dò con V. E.

Passando a parlare della situazione internazionale, il cancelliere dicevami che i punti che in lui destano preoccupazione sono le elezioni in Germania, l'azione del partito socialista in Inghilterra, e, nei Balcani, i1l conflibto fra l.a Russia e la Romania per Ila Bessarabia, questione che da un momento all'altro può diventare acuta e •Che nel ,frattempo serve opportunamente come fermento per il partito militarista specie in Francia, dove di nuovo si stanno macchinando convenzioni tali da non contribuire alla pacificazione degli animi.

È qui per ragioni di ·congedo il ,sig. Pohl, ministro di Austria a Mosca, dove, per il suo passato di politico bolscevizzante, ha una buona• .posizione. Egli ha riferito esser difficille ·cap:ire quel che si sta preparando in Russia. Rykoff è ~ Lipsia o Berlino; Trotsky nel Caucaso. La questione della Bessarabia divide i circoli governativi e l'opinione pubbli·ca in due campi. Il più numeroso è quello che vorrebbe valersi della prima occasione che si presenti ,localmente per rientrare sul vecchio territorio russo; il campo più ristretto ma più influente osserva che uno o due anni di attesa non :pregiudicano eerto la questione dellla Bessarabia, la quale inevitabilmente dovrà tornare alla Russia, mentre oggi il gettarsi :in una guerra nella quale la Russia si troverebbe contro la PoJonia :costituirebbe un rischio per un regime in piena trasformazione come l'attuale in Mosca.

Circa la novità odierna, ·le dimissioni del presidente dei ministri Pasic, il cancelliere pensa ·trattarsi di uno dei soliti espedienti del vecchio parlamentare per tener testa a.lle opposizioni che vanno .sempre più consolidandosi fra J.oro. Era corsa la voce ·che Radic volesse convocare a Vienna i rappresentanti dei vari partiti di opposizione dellla Jugoslavia. La voce non è confermata. Ciò nonostante il ·cancel!liere federale ha fatto indirettamente pervenire al sig. Rad:Ic il consiglio di moderare, fino a ·che si trovi in Austri'a, l'opera sua di oppositore al Governo di Belgrado e di non inscenare riunioni del genere suddetto.

Ll cancelliere ha chiuso con ciò .La liunga conversazione. Egli non pensa a muoversi dul'ante la settimana pasqua•le. Saobato .gi ritirerà nel conv·ento di Heiligenkreutz nei dintorni di Vienna e vi rimarrà fino al !lunedì dopo Pasqua.

(l) Annotazione marginale di pugno di Mussolini: «astenersi dal controbattere sino a nuovo ordine. M. •·

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L'INCARICATO D'AFFARI A MADRID, MACARIO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAR s. 673/103/5~ Madrid, 14 aprile 1924, ore 21 (per. ore 15,,50 del15).

Questo addetto militare ricevuto stamane in udienza da S. M. il Re mi riJferisce che Sovrano parlandogli del mancato viaggio dei Reali romeni in Spagna ha espresso sua impressione che ta~e via1ggio sarebbe stato provocato dalla Francia per diminuire importanza viaggio nostri augusti sovrani. S. M. il Re Alfonso ha a•ggiunto •che la .gua impressione era anche avva.lorata dal fatto che data viaggio in Spagna Sovrani romeni era stata fissata soltanto dopo che venne a loro -conoscenza data viaggio nostri Sovrani. Nel suo colloquio S. M. il re Alfonso si è mostrato molto dolente degli attacchi di stampa contro Direttorio e popolo spagnolo esprimendo viva .speranza ·che tali atta.cchi non si. ripetano in grazia intervento di V. E.

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L'AMBASCIATORE A BERLINO, DE BOSDARI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. 2460/142. Berlino, 15 aprite 1924, ore 18,15 (per. ore 20,50).

Nella •conversazione di questa mattina ministro degli affari esteri mi ha detto aver vicevuto da Roma una notizia che lo preocclJIPava assai e cioè che

V. E. voleva sottoporre esecuzione progetto periti alla condizione che si trattasse ·Contemporaneamente questione debiti interalleati. Egli temeva •che questa pregiudiziale avrebbe •potuto intralciare regolamento questione :rliparazioni tedesche a cui esso ministro degli affari esteri è ormai desideroso di giungere. Gli ho risposto •che non avevo avuto da V. E. special:i comunicazioni al I1iguardo ma che mi era ben noto come del resto era noto a tutti che le due questioni nel pensiero di V. E. dovevano restare unite e inseparabili.

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IL MINISTRO A VARSAVIA, MAJONI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. 2468/67. Varsavia, 15 aprile 1924, ore 23,45 (per. ore 2 del 16).

Arcivescovo Cieplak testè liberato da Governo russo, è venuto a vedermi pregandomi di d'ar pervenire al R. Governo sua gratitudine per interessamento presso Governo dei Soviets. In pari tempo mi ha detto che arcipre.te cattoilico a Mosca Zieliuski è ·stato arrestato e sarebbe gmto se anche per lui R. Go!Verno volesse interporre il suo interessamento.

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IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA

T. GAB. 261. Roma, 16 aprile 1924, or·e 14.

Suo telegramma Gab. n. 349 (1).

Ho ricevuto pel tramite di Graham lettera personale di Mac Donald (2) che Le trasmetterò per corriere. Sembrami opportuno e finchè Ma:c Donald non riceva la mia risposta che V. E. evliti discussioni polemiche col Foreign Office. Per non lasciar tuttavia impressione che Ella riconosca esatta contestazione fattale Ella potrebbe accusar ricevuta a Mac Donald della lettera da questi a Lei diretta, limitandosi semplicemente ad accennare con una opportuna frase che V. E. non •può che confermare Iii contenuto del.la precedente lettera de!l 6 marzo circa le conversazioni avute con Curzon.

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L'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 676/359. Londra, 16 aprile 1924, ore 16,40 (per. ore 23,20).

Mio telegramma n. 357 (3).

Civca poi debiti interaHeati Mac Donald, malgraào mia cura ottenere maggiore precisazione al riguardo, si è limitato tuttavia ripetermi che la soluzione Ji tale questione resta sempre condizionata ad una sistemazione dell'intero problema generale e subordinata alla fissazione definitiva dell'ammontaJ."e delle riparazioni tedesche. Ho chiesto quindi al primo ministro quale fosse il suo pensiero circa l'occupazione militare della Ruhr nel caso che gli alleati decidessero immediata applicazione delle proposte degli esperti mettendo da parte pel momento la discussione e la soluzione delle diverse altre questioni di cui avevamo parlato poco innanzi. Ho aggiunto che tale mia domanda era pure in relazione alla circostanza che il rapporto degli esperti conteneva a tale ri

\2) Cfr. n. 122.

guardo affermazioni piuttosto di principio. Primo Ministro mi ha detto eh€ egli riteneva poter giungere ad evacuazione totale della Ruhr coll'avvalersi opportunamente di quanto è dichiaTato formalmente nel rapporto degLi esperti circa assoluta necessità ristabilimento sovranità economica della Germania. Mac Donald mi ha quindi confidato che egli si proporrebbe ottenere ritiro delle truppe franco-belghe basandosi preci•samente sulla parte 3a del rapporto degli eSJperti. A maggior chiarimento del suo piano egli mi ha portato come esempio la questione delle ferrovie facendomi osservare che in tale questione non potrebbe coesistere concetto della sovranità economica della Germania che comporta assoluta disponibilità delle ferrovie con le esigenze militari di una occupazione « anche invisibile » ìe quali comportano egualmente una assoluta disponibilità delle ferrovie stesse. Essendo così risultato nella conversazione che Mac Donald si pone ora, sebbene suo malgrado, ipotesi di trovarsi obbligato ad accettare apertura negoziati interalleati per risolvere contemporaneamente alla me•s•sa in pratica delle proposte esperti pure le importanti questioni di cui innanzi è parola, e tenendo io ben presente il contenuto e le istruzioni del telegramma di V. E. Gab. 237 (1), ho creduto essere ormai giunto il momento di ricordare al primo ministro la passata ·collaborazione ·~taio-inglese nella questione delle riparazioni e gli utili risultati ra.ggiuntL Ho quindi accennato opportunamente alla utilità dr riprendere stretto contatto ·con opportuno scambio di vedute in terreno tecnico. Primo ministro venendo incontro alle mie aperture, dopo •aver accennato con soddisfazione allla cordiale ed efficace cooperazione dei delegati itaHani: ·ed inglesi nel Comi•tato degli esperti ed alle recenti iruformazioni di Graham circa adesione di V. E. al punto di vista britannico, quale da ilui esposto oggi stesso ai Comuni, mi ha detto che qualora V. E. fosse anche Lei (sic) disposta a riprendere tale cooperazione egli ne sarebbe assai lieto ed avrebbe anzi dato istru~ioni a Bradbury di mettersi in confidenziale stretto contatto con suo collega italiano presso Commi•ssione delle Riparazioni. Avendo io assentito, primo ministro mi ha detto awebbe telegrafato subito in tal senso a Bradbury. Ho creduto allora fare accenno ad accordo Pirelli Niemeyer. Primo ministro mi ha detto che ne aveva conoscenza e che l'eventuale svolgimento di esso restava adesso naturalmente in relazione alla situ.azione ·che si sarebbe andata formando. Atteggiamento dunque di Mac Donald è che anche egli desidera tenersi in contatto con noi soprattutto per eventualità che non possa ottenersi l'andata in vigore delle proposte esperti senza contemporanea soluzione delle questioni non trattate nel rapporto e che per quanto concerne invece possibili intese dirette italo-inglesi loro svolgimento deve necessariamente dipendere dalla piega che prenderanno eventuali discussioni interalleate. Egli ha pure accennato a tale riguardo che gli accordi di massima già raggiunti fra Pirelli e Niemeyer costituiscono già buona base. Devo segnalare a V. E. infine che tutta la lunga conversazione si è •svolta 'in atmosfera di cordialità e fiducia e che Mac Donald ha avuto in varie riprese simpatici riferimenti persona di V. E. e all'atteggiamento da Lei preso ultimamente circa punto di vista britannico relativo rapporto esperii.

(l) -Cfr. n. 143. (3) -T. gab. s. 675/357 dello stesso giorno 16, non pubblicato: punto di vista di Mac Donald in merito ai negoziati relativi al progetto de.e:li esperti.

(l) Tel. gab. u. n. 237 del 27 marzo, non pubblicato, relativo alle conclusionj degli esperti in merito alle questioni delle riparazioni e dei debiti interalleati.

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IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, DELLA TORRETTA, A PARIGI, ROMANO AVEZZANA, A BRUXELLES, RUSPOLI (1), A WASHINGTON, CAETANI, E A BERLINO, DE BOSDARI

T. 1258. Roma, 17 aprile 1924, ore 3.

Il Governo italiano ha esaminato col massimo interesse il rapporto degli esperti non soltanto nelle parti contenenti le proposte ed i suggerimenti concreti, ma anche in quelle ·che espongono i principi generali che hanno guidato il lavoro e che ne giustificano ,J.e conclusioni.

Il R. Governo considera ·come un tutto inscindibile in analogia alla dichiarazione fatta dagli esperti la materia del rQ!pporto, i cui prindpi e le cui J»"Oposte debbono essere accettati complessivamente. Esso è lieto di constatare che l'unanimità degli esperti è stata raggiunta su tutti i punti del rapporto.

Il Governo italiano ha costantemente insistito che l'accordo fra i Governi è indispensabile per 1\lna sistemazione generale e ·Che la preparazione di tale sistemazione non poteva trovarsi che nei lavori di esperti i quali ·conseguissero unanimi risultati. Esso si dichiara pertanto disposto ad accogliere integralmente il lavoro degli esperti ed il principio a cui esso ·si inspira come base di !Sistemazione del .problema delle ripél!l"azioni e delle questioni che vi sono connesse, in conformità della linea di condotta da esso costantemente seguita, soddisfatto che le conclusioni raggiunte all'unanimità dagli e&J>erti debbono facilitare J.a soluzione del problema .generale, ·con il rapido regolamento fra i Governi deUe questioni di loro competenza che .gli esperti non avevano mandato di regolare.

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IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, AL PREFETTO DI COMO, COTTA

T. 1270; Roma, 17 aprile 1924, ore 3.

Questo ministro di Svizzera che ho veduto oggi mi ha accenna:to a gravi apprensioni che popolazione Ponte Tresa Svizzera nutrirebbe di fronte ag.itazione che perdurerebbe sulla frontiera, dalla parte italiana, in seguito noto incidente (2).

V. S. voglia provvedere d'urgenza a.ffinchè, qua:lora ciò non sia, situazione sulla frontiera di Ponte Tresa torni ad essere senz'·altro normale e perchè abbia immediatamente a cessare quaLsiasi agi:tazione che potesse dar luogo alle accennate apprensioni da parte svizzera.

Non potrei ammettere che, mentre continuano amichevoli trattative fra

R. Governo e Govemo svizzero per soddisfacente risoluzione incidente, si manifestino attività od iniziative che turbino comechessia azione poteri responsabili dello Stato.

(l) -A sostituire il Ruspoli dal l aprile era stato destinato Orsini Baroni. Peraltro i telegrammi provenienti da Bruxelles risultano firmati dal Ruspoli fino al 3 maggio. (2) -Cfr. n. 141.
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IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI FRANCESE, POINCARE', AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

L. P. R. [Parigi], 19 aprile [1924].

Je reg.rette vivement de ne pouvoir répondre aux questions que vous voulez bien me poser (1). Mais, à la veille de l'échéance du 1er Mai, je tiens à ne rien dire et à ne il'ien écrire qui puisse risquer de gener, si peu que ce soit, l'entente des gouvernements alliés.

La seule assurance qu'il me soit, pour le moment, possible de vous donner, c'est que tous les FrançaiiS ont Je très vif désir, non seulement de conserver intades mais de resserrer de plus en plus les relations d'amitié entre l'Italie e la France.

Je n'aperçois il'ien, quant à moi, qui puisse troubler cette harmonie. L'Italie et la France ont combattu eòte à cote pour la m.eme cause. El1es ont signé toutes deux les traités de Versailles et de St. Germain. La France demande simplement que les engagements pris dans ces traités soient respectés. Elle ne réclame rien de plus. Comment ne serait elle pas d'accord, à ce sujet, avec l'Italie?

Toutes les accusations d'impérialisme portées contre la France par l'Allemagne sont des calomnies qui se brisent à l'évidence des faits et qui ne peuvent avoir aucune prise sur l'esprit si fin et si judicieux du peuple italien.

Je sui:s donc convaincu que nos deux pays resteront, dans l'avenir, aussi étroitement unis par leurs intérets communs qu'ils le sont par leurs souvenilrs et leurs traditions.

153

IL MINISTRO NANI MOCENIGO (2) AL CAPO GABINETTO DEL MINISTRO DEGLI ESTERI, PAULUCCI DE' CALBOLI BARONE

L. R. Venezia, 19 aprile 1924.

In relazione alla nostra conversazione di qualche giorno Ifa, mi permetto oggi, in conformità del suo desiderio, segnalade alcuni cfatti relativi: ai .precedenti ed all'attuale attività al Messico del capttano Ezio Gar~baidi. Su di essi il R. Governo potrebbe eventualmente .fare dehle investigazioni: si tratta, invero di fatti di dominio pubblico ed in parte facilmente documentabili.

I fatti principali sono, dunque, i seguenti: le vicende della società commerciale «Oltremare» fondata dai fratelli Garibaldi; .i rapporti del capLtano Garibaldi col sig. Reyes su di un commercio d'« alfa~ » (il ministro del Messico a Roma, sig. Julio Madero, ne 'Sa qualche cosa); le ragioni dei litigi del Garibaldi col conte di Castelvetro e col sig. Ubaldo Bassini; le cause del conflitto tra il Garibaldi ed il mio predecessore, comm. Stefano Carrara; i debiti di ogni natura contratti dal Garibaldi, anche a mezzo del suo ·fiduciario Domenko Maurini, con membri abbienti della colonia italiana e di qualche colonia estera; il mancato pa

7 -Documenti diplomatici -Serie VII -Vol. III.

gamento da parte del Garibaldi di prestazioni professionali ai dottori Cronbridge e comm. Catalanotti; le circostanze del processo intentato al Garibaldi dal R. suddito A. Paoli; la clamorosa sua espulsione colla forza, durante una festa, ordinata dal comitato del «Coventry Club :. che egli si ostinava a frequentare senza averne il diritto; i rapporti del Garibaldi con alcuni uomini d'affari, il generale Ryan ed alcune compagnie petroli.fere; la motivazione della sua ·recente pr01p0sta della concessione motu-proprio della commenda della corona d'Italia aL sig, Arturo Norcia; le Lragi'oni della !SUa proposta della concessione del1'ruso dello stem:ma reale ad alcune ditte messicane fabbricanti di tabacchi e di scatole di fiammiferi, ecc. ecc.

Sulla campagna, poi, fatta dal Garibaldi contro la R. legazione, ho ampiamente ri.ferito in via ufficiale coi miei rapporti nn. 56/8 del17 gennaio, 104/17 del 2 febbraio, 123/25 del 9 febbraio e s~ra:ttutto col n. 194/42 del 4 marzo.

Mi 1sembra che con tutti questi elementi il R. Governo possa formarsi una idea esatta della situazione. Mentre resto in attesa che Ella mi comunichi quando potrò essere ricevuto da S. E. il presidente del consiglio, ecc. (1).

(l) -Annotazione marginale a matita fatta al ministero: • Assassinio Bonservizi •. (2) -Nani Mocenigo era ministro a Città del Messico.
154

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, AL REGGENTE LA LEGAZIONE AD ATENE, DE FACENDIS

T. 1318. Roma, 20 aprile 1924, ore 14.

Suo telegramma n. 133 (2), incrociatosi col mio n. 1299 (3).

Qualora Governo francese traduca in atto sua decisione di riconoscere repubblica greca e poichè d'altra parte l'Inghilterra è anch'essa decisa al riconoscimento salvo attendere l'adempimento di alcune formalità, giudico conveniente ·che da parte nostra non venga procrastinato riconoscimento dimostrando di 'COmpiere atto amtchevole che :potrebbe essere valorizzato.

155

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, AGLI AMBASCIATORI A RARIGI, ROMANO AVEZZANA, A LONDRA, DELLA TORRETTA, E A BRUXELLES, RUSPOLI

T. R. 1320. Roma, 20 aprile 1924, ore 18.

Attiro ad ogni buon fine attenzione di V. E. sulle notizie pubblicate da qualche giornale di possibilità di conversazioni a due o a tre, Gran Breta.gna, F.rancia, Belgio sulla questione delle riparazioni. Abbenchè dovxei ritenere assolutamente inattendibili tali notizie sarà bene vegliare accuratamente acciocchè Italia non venga in nessun caso esolusa dalle conversazioni che potrebbero iniziarsi tra Governi dopo l'approvazione dei rapporti degli esperti.

(l) -Nota marginale di pugno di Mussolini: • Giovedl •· (2) -Tel. 2550/133, trasmesso il 18 aprile alle ore 15 e pervenuto alle 19 dello stesso giorno, non pubblicato, col quale De Facendis, comunicando l'intenzione francese di riconoscere la repubblica greca, chiedeva l'autorizzazione a procedere in modo analogo. (3) -Non rinvenuto.
156

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA

T. GAB. 265. Roma, 20 aprile 1924, ore 20,45.

Telegrammi di V. E. nn. 3'56, 35,7 (l) e 35>9 (2).

Mi compiaccio vivamente per coroialità intonazione conversazione a'VUta

da V. E. con Mac Donalld sul problema delle riparazioni e sulle varie questioni

di procedura e di contenuto, che sorgono colia presentazione del rapporto degli

espemi, e che le hanno dato opportuna occasione di mtrattenere il primo mini

stro anche sul tema dei debiti interalleati e su quello della collaborazione itala

inglese. PregoLa in proposito contraccambiare convenientemente Mac Donald

riferimenti simpatici che Ella mi informa aver egli avuto a mio riguardo.

Prendo atto che primo ministro Le ha accennato che gli accordi di massima

raggiunti a suo tempo tra Pirel.H e Niemeyer costituiscono già una buona base

per un'eventuale intesa diretta italo-inglese, da subordinare alla piega che pren

deranno eventualmente le discussioni interalleate, rendendomi conto che un

accordo diretto dei nostri due Governi potrebbe aver luogo senza suscitare

dannoso allarme in mancanza di un accordo generale.

Sono lieto •che la 1cooperazione tra delegati italiani e inglesù. nei Comita.ti degli Esperti è riuscita di molta efficacia corrispondendo ai comuni propositi, e che Mac Donald le ha manifestato desiderio di riprendere cooperazione fra i Governi con uno scambio di vedute sul terreno tecnico.

V. E. ·conosce .già dettagliatamente dal mio telegramma n. 1258 in chiaro (3), punto di vista italiano sul rapporto degli esperti. Non mi pare dUJblbio dopo risposta tedesca (mio telegramma n. 1265) (4) e atteggiamento Poincaré, quale risulta anche dal suo ultimo discorso! che debbano avvenire negoziati interalleati per risolvere contemporaneamente alla messa in pratica delle proposte degli esperti, pure le importanti questioni che il rapporto non tratta. Si verificherebbe cosi eventualità nella quale Mac Donaid desidera tenersi in contatto con noi; e in tal caso sarebbe utile che contatti avessero luogo direttamente anche con rappresentante Tesoreria.

Ambiente Commissione Ripa:rruzioni non sembra in verità il ip'Ì.Ù adatto per un lavoro costruttivo e concorde. Delegati vi sono evidentemente legati da attitudini precentemente assunte e abito mentale !formatosi. Utilità di ·conversazione fra persone al di fuori di tale ambiente si è esperimentata coi lavori degli esperti. Mi consterebbe ·che anche delegati inglesi hanno riconosciuto notevole vantaggio di questa circostanza ·segn.alatami pure da Saivago Raggi.

Contatti Salva:go Raggi-Bradbury proposti da Mac Donald dovrebbero quindi riguardare essenzialmente questioni Idi competenza della Commissione delle Riparazioni, specialme:nrte per quanto :r:Iguarda modalità per tradurre le prorposte

degli esperti in testi tecnLci e giuridici preciSI. In questo senso telegrafo a Salvago in J:"elazione alle istruzioni iiWiate dal prhno mtnistro a Bradbury. Gli altri argomenti connessi con rapporto esperti sarebbero a mio giudizio più convenientemente trattati direttamente da Pirelli con Tesoreria.

Lascio a V. E. di: fM intendere tutto ciò col dovuto tatto e dii:screzione, spe

cial:mente per quanto riguarda considera~oni in:dicate di sopra, presentando

mio suggerimento, non solo ilnspira:to dall'esperiellJZa, ma anche per una natu

rale d:i•stinzione di: funzioni.

(l) -Non pubblicati. Per il tel. 357, cfr. p. 92 nota 3. (2) -Cfr. n. 149. (3) -Cfr. n. 150. (4) -Tel. n. 1265 del 17 aprile, non pubblicato, col quale Mussolini ritrasmetteva un telegramma di De Bosdari relativo all'intenzione del governo tedesco di considerare il rapporto degli esperti come base per la soluzione del problema delle riparazioni.
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L'INCARICATO D'AFFARI AD ADDIS ABEBA, BOVA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. 2619/69. Asmara, 21 aprile 1924, ore 12 (per. ore 10,45 del 22) (1).

Ras Tafari partito questa mattina 16 aprile con tutta la m1ssione diretto Gibuti. Da oltre un mese avevo chiesto a RaJS Tafarì un permesso per ricerche minerarie nella regione del Uollo a favore di due sudditi italiani certL Liggi e Silvestri. Ras Tafari pre.gato da me quasi ogni giorno perchè concedesse a questi due connazionali onesti laboriosi e meritevoli di ogni appoggio (di essi uno è ex combattente) richiesta •concessione, ha rìmandato sempre ooluzione questione affermando in modo esplicito che avrebbe tuttavia firmato concessione prima della sua partenza. Non nascondo a V. E. tale procedura di promettere e non mantenere essendo pratica costante di Ras Taifari incoraggiare trattazione degli affari di cuf parecchi -malgrado vivo interessamento e data l'imminente partenza del Ras -sono rimasti insoluti, mi aJVeva indotto a perorare questa causa presso hl Ras con particolare insistenza. Fino a ieri sera Ras Tafari continuava a farmi sapere ·che non avrebbe mancato dii firmare prima della partenza e mi ha fatto avere assicurazioni in tal senso anche da Degiac Gahresellasè tanto che io ho dato comunkazione ai due italiani iilteressati che il permesso era stato accordato recando con ciò viva sodd~sfazione anche nell'ambiente della colonia italiana.

Avendo .però questa !mattina alla stazione richiesto a facente funzioni di segretario generale affari esteri che mi inviasse testo concessione ed avendomi questi risposto che essa non era stata ancora firmata ho protestato vivamente contro un ,simile modo di procedere lesivo agli interessi dei sudditi italiani e po~chè, •come ho detto, vi sono anche altre numerose questioni ·che con la mentalità caratter1stka degli abissini non si arriva a risolvere se non dietro atteg.. giamento energko, avendo appreso che il ministro d'Inghilterra per un rifiuto datogli da Ras Tafari che due inglesi si recassero nella regione degli Arussi si era astenuto dall'intervenire alla stazione ferroviaria, in segno di protesta per tale modo di procedere, mi sono allontanato anch'io con gli altri membri della legazione.

Riferisco quanto precede a V. E. per dovere d'informazioni e perchè, ove lo creda, richiami l'attenzione di Ras Tafari sui sistemi che questo Governo adotta nel trattare affari anche importanti, sistemi che mirano a sabotare con

!l) n documento, secondo quanto asserito dal Bova (t. 2620!74), fu redatto a Addis Abeba il 16 aprile ma restò giacente alcuni giorni presso l'ufficio telegrafico di quella città a causa della interruzione della linea Addis Abeba-Asmara.

procrastinamenti e ritardi ingiustifìcati lo sviluppo dell'attività civile nel paese ed a rendere sempre più difficile la condizione degli europei qui residenti, che col loro 'lavoro rendono segnalati servizi anche all'Etiopia.

Ho chiesto udienza alla Imperatrice per ottenere direttamente da Lei le chieste concessioni per i nostri due connazionali (1).

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IL REGGENTE LA LEGAZIONE AD ATENE, DE FACENDIS, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. 2609/138. Atene, 21 .apriLe 1924, ore 21,40 (per. ore 23).

Telegramma di V. E. n. 1318 (2).

Secondo dichiarazioni fattemi da questo mini·stro di Francia e conferma avutane al ministero degli affari esteri, Governo francese ha tradotto la decisione di riconoscere la repubblica greca. Anche questo minis1xo del Belgio ha diretto nota al ministro degli affari esteri partecipandogli che Sl\10 Governo aveva deciso di riconoscere la Repubblica greca ratificata dal plebiscito. Interpretando quindi pensiero di V. E. di volere con pronta determinazione dare segno in questo senso di amichevole disposizione verso la Grecia, mi sono recato stamane dal ministro degli affari esteri per ;parteci;pargli che R. Governo aveva deciso di riconoscere regime repubblicano testè stabilito in Grecia. Roussos visibilmente emozionato mi ha dichiarato che era profondamea:tte lieto di apprendere decisione del Governo d'Italia e che apprezzava altamente significato di tale rapida risoluzione. Dopo avel'IllÌ pregato di far pervenire a V. E. espressione di riconoscenza da parte del Governo della Repubblica, egli ha tenuto a confermarmi disposizioni di sincera amicizia per l'Italia con la quale J.a Grecia è portata a riannodare tradizionali relazioni di fratellanza. Mi ha promesso ancora una volta che egli dedicherà ogni suo :più vivo interesse a che ci sia data soddisfazione nelle questioni che a.ttendono soluzione. Sarò grato a V. E. se vorrà telegrafarmi termini della nota che al riguardo mi sono riservato di :falre .pervenire a questo ministro degli affari esteri.

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L'AMBASCIATORE A BRUXELLES, RUSPOLI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 705/36. BruxeUes, 24 aprile 1924, ore 20,15 (per. ore 15,55 del 25).

In presenza voci colloqui tra Governo francese inglese e belga .sulle questioni riparazioni in conformità anche istruzioni di V. E. contenute telegramma riservato 1320 (3), ho fatto rilevare negli scorsi giorni al signor Hymans come colloqui a due o a tre non possono far buona impressione e come essi potrebbero far credere alla mancanza di un accordo generale. Hymans mi ha informato oggi che

allo scopo di non lasciare ,passare il momento favorevole e sboll:ire « entusiasmo americano» il Govetmo belga ritiene non poter sottrarsi ad una presa di contatto fra ·i Governi alleati. È pertanto stato oggi stesso deciso che egli e Theunis si !I'echino lunedi a Parigi ed il 4 maggio a Londra per 1tale presa di •contatto coi Governi .francese e inglese (il quale ultimo aveva rirvolto formale invito ai Governo beLga). Ha aggiunto soJ.tanto che distanza di Roma ere ostacolo per analoga conrvei'ISazione Governo italiano, ma che in ogni caso a·vre!bbe informato R. Ambasciata del risultato del colloquio di Parigi e di Londra. Avendogli osservato che forse V. E. si sarebbe recato nei prossimi .giorni Milano, mi ha detto subito che il Governo belga coglierebbe «con riconoscenza » tale oc.casione e •che egli sarebbe venuto ben volentieri Milano. Se a V. E. ciò convenisse, pregherei indicare data avvertendo che oltre al viaggio a Parigi del 28 e del 4 maggio a Londra Hymans è impegnato qui dal 10 al 12 maggio per la visita sovrani romeni (1).

(l) -Cfr. il seguente tel. 1291, trasmesso da Mussolini a Addis Abeba il 18 aprile alle ore 14,30: «Ricevo da Addis Abeba seguente telegramma in data 16 corr. firmato Tafari Makonen: '' Je vous signale l'attitude du chargé d'affaires du Gouvernement Italien à Addis Abeba qui est venu à la gare Jiour me saluer à mon départ s'est retiré avant de m'avoir salué sous un prétexte que je ne puis accepter. J'espère pouvoir avoir du Gouvernement italien des explications à ce sujet avant de me rendre en Italie. Tafari Makonen ". Prego telegrafarmi d'urgenza di che si tratti •. Il Bova rispose con t. 2620/74, non pubblicato. (2) -Cfr. n. 154. (3) -Cfr. n. 155.
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IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, AL MINISTRO AL CAIRO, CACCIA DOMINIONI

T. 1355. Roma, 25 apriLe 1924, ore 16.

Suo telespresso n. 136 (2).

V. S. dovrà usare a Ras Tafari possibili cortesie ed attenzioni. In proposito informola che essendosi verificato un malinteso con R. incar1cato d'affari alla partenza del Ras da Addis Abeba (3), ho creduto conveniente che Conte Colli, recentemente nominato R. ministro in Etiopia venga costi incontrare Ras per chiarire l'incidente [prima della?] venuta Tafari in Italia. Colli arriverà costi 5 o 6 maggio.

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IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, ALL'AMBASCIATORE A BRUXELLES, RUSPOLI

T. GAB. 267. Roma, 26 aprile 1924, ore 11,55.

La ringrazio del telegramma Gab. n. 36 (4).

V. E. ha bene interpretato il mio pensiero e .può informar swbito Hymans che sono disposto incontrarmi con lui e Theunis a Milano in quella più prossima data che loro e i miei .impegni permettano. Data analogia direrttive generali e cordialissimi rapporti esistenti tra l'Italia ed il Belgio, che certamente è .comune desiderio mantenere, bisogna evitare nel reciproco interesse di dare occasioni a malevoli insinuazioni, facendo supporre che i due Governi vogliano evitare i contatti fra di loro in un momento cosi importante. Se nostro incontro non ;può effettuarsi prima del quattro potrebbe mvece aver luogo verso 11 sed1c1 mruggio dopo mio viaggio in Sicilia.

Attendo riscontro telegrafico (5).

(l) -Il telegramma fu ritrasmesso a Parigi e Londra in data 25 aprile con tel. gab. n. 266. (2) -Non pubblicato. (3) -Cfr. n. 157. (4) -Cfr. n. 159. (5) -n telegramma fu trasmesso anche a Londra e Parigi con tel. gab. n. 268 con la seguente aggiunta: c Aggiungo ad ogni buon fine a V. E. per opportuna norma che qualora viaggio dei ministri belgi desse occasione ad una conversazione a tre o a Parigi o a Londra sarebbe indispensabile che l'Italia vi partecipasse •·
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IL MINISTRO A PRAGA, PIGNATTI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. R. 2703/115. Praga, 26 aprile 1924, Me 19,30 (per. ore 21,25).

Mio telegramma n. 113 (1).

Mi risulta da fonte bene informata che ;prima di recarsi a Roma Benès s'incontrerà ·COn Nimdch probabilmente a Lubiana per inltendersi circa adesione Cecoslovacchia all'accordo 1talo-jugoslavo che Benlès penserebbe concordare durante soggiorno a Roma.

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L'AMBASCIATORE A PARIGI, ROMANO AVEZZANA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 706/496. Parigi, 27 aprile 1924, ore 14,45 (per. ore 18).

Telegramma di V. E. Gab. n. 268 (2).

Theunis e Hymans non sono stati invitati a venire a Parigi da Poincaré, ma avendo invece ricevuto invito d'i 'l"ecami a Londra da Mac Donald, hanno creduto necessario, come atto di deferenza verso il Governo francese, di venire a Parigi per prendere preventivi accordi col Governo francese e cercare di armonizzare i rispettivi punti di vista che sono in alcune parti divergenti.

Peretti mi ha detto ieri che non era in vista nessun incontro di Poincaré con Mac Donald e ·Che anzi iJ. Presidente del Consiglio francese condivideva pensiero manifestato da V. E. a Barrère essere preferibile che trattative preliminari ad un incontro generale degli Alleati avessero luogo per via diplomatica.

Ho pre.gato Peretti di far sapere a Poincaré che il Governo italiano noo avrebbe visto volentieri incontro parziale senza sua paxtecipazione che lo mettesse di fronte ad accordi ai quaJi non avesse potuto collaborare e nei quali non avesse potuto manifestare le proprie idee. In questo stesso senso m~ esp'Timerò con Poincarré che vedrò domani. Questa sera pranzerò con Theunis e Hymans e mi riservo di telegrafare (3).

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L'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. s. 708/388. Londra, 28 aprile 1924, ore 22 (per. ore 3,15 del 29).

Telegramma di V. E. n. 265 (4). Mi permetto constatare con soddisfazione che non è sfuggita a V. E. intonazione di cordiialità e fiducia con cui si è svolto mio colloquio del 15 ultimo con

Mac Donald durante il quale ho potuto toccare tutti gli argomenti ed ottenere

le più esaurienti ind'ormazioni circa riparazioni.

Tale colloquio ha rappresentato ·infatti hl compimento di un paziente assiduo

diffi·cile lavoro di chiarimento e di riavvi.cinamento a cui ho dovuto dedicarmi

dopo gravi incidenti e penosi malintesi che resero estremamente difficili e deli

cati nostri primi contatti nuovo Governo labourista. Ciò premesso credo oppor

tuno chiarire: proposta primo ministro britannico di inviare istruzioni a Brad

bury di tenersi in stretti riservati rapporti con Salvago Raggi ifu subito da me

accolta senza riserva per non lasciare sfuggire occasione di riprendere immedia

tamente conversazioni italo-inglesi sopra un piede di completa fiducia, ed al di

fuori delle generali trattative fra alleati. La proposta primo ministro fu poi da

me intesa nell'identico modo di V. E., e cioè che il contatto Bradbury-Salvago

Raggi doveva riguardare essenzialmente questioni di competenza della Commis

sione delle Riparazioni specialmente per quanto rtguardava fase attuale e cioè le

modalità per tradurre in atto proposte esperti riservando gli altri argomenti alla

trattazione di altre persone ed al momento opportuno. Conseguentemente io ave

vo preso buona nota delle istruzioni da V. E. inviate alla nostra delegazione pres

so Commissione delle RipaJI'azioni a Parigi che venivano opportunamente a com

pletare e coordinare la mia azione e le intese intercorse fra me e Mac Donald.

Telegramma 4931 (l) ·col quale V. E. mi comunica un colloquio fra Salvago Raggi e Bradbury mi fa sorgere il dubbio che esso non abbia trattato di argomenti ll'ientranti nei concetti •sopra esposti. Temo pertanto che le iruformazioni che Bradbury avrà fornito a Mac Donald circa colloquio stesso poSISano avere una non favorevole influenza sul futuro svolgimento delle nostre confidenziali conversazioni; ma su ciò riservo fare discrete indagini.

Credo opportuno infine attirare attenzione di V. E. su considerazione che il contenuto del mio telegramma di Gab. n. 368 (2) (circa linea di condotta del governo ·britannico) pare trovare conferma sia in quanto ha riferito Salvago Raggi, che in tutte le altre informazioni pervenute da varie fonti all'E. V. e da Lei comunicatemi.

(l) -Tel. n. 2680/113, trasmesso iJ. 25 aprile alle ore 14 e pervenuto alle 18 dello stesso giorno, non pubblicato, relativo al viaggio di Bene§ in Italia e alle questioni da trattare in tale occasione. (2) -Cfr. p, 100 nota 5. (3) -Il telegramma fu ritrasmesso a Londra e Bruxelles in data 28 aprile con tel. gab. n. 269. (4) -Cfr. n. 156.
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IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, AL PRIMO MINISTRO E SEGRETARIO DI STATO AGLI ESTERI INGLESE, MAC DONALD

L. P. Roma, 2 maggio 1924.

La Sua lettera personale (3) mi è giunta oltremodo gradita specialmente perchè essa mi dimostra che le nostre direttive politiche ·sono ispirate da uno stesso desiderio di migliorare e consolidare i rapporti italo-inglesi, e tendono all'identico scopo di sgombrare il terreno da tutte le ·cause di malintesi determinati tanto dalla complessità delle questioni esistenti in conseguenza del·la guerra quanto dallo spirito con cui esse vennero affrontate e che forse non

problema delle riparazioni.

sempre fu, come avrebbe dovuto essere, quello di una imparziale valutazione dei reciproci interessi.

Giunto, come Voi, al Governo del mio Paese quando già esisteva una situazione complicata che rendeva difficile la soluzione delle questioni, io mi resi immediatamente conto dell'utilità di trovare .una via che permettesse di chiudere con reciproca soddisfazione le discussioni protrattesi così a lungo nel dopogue:m-a con grave pericolo di pregiudizio per le buone relazioni politiche.

E perciò nella mia Nota del 3 novembre 1922 (1), pur riaffermando i diritti imprescindibili dell'Italia, sostenni la convenienza di un riesame generale della situazione e ciò ripetei anche a Losanna, ma tale riesame non ebbe luogo. Dovetti però constatare che l'impossibilità di giungere ad una soddisfacente sistemazione delle questioni pendenti risiedeva non tanto nelle difficoltà di soluzione quanto nel fatto che la trattazione di esse erasi a poco a poco disgiunta dalla visione generale e più alta della comunanza degli interessi politici itaJo-inglesi. Solo tale visione avrebbe permesso di tener conto di alcuni elementi, quali ad esempio la necessità di dare all'opinione pubblica italiana quelle soddisfazioni che essa ·giustamente reclama.

Sono perciò lieto di rilevare dalla lettera di V. E. che Ella ha fatto in sostanza le mie stesse constatazioni ·e che si è r~so perfettamente conto del vero stato delle cose. Animati ambedue dagli stessi SE)~timenti non dovrebbe ora essere per noi difficile di uscire da quella che V. E. giustamente chiama una empasse. E tengo da parte mia ad assicurarLe che Ella può contare sulla mia cordiale e completa collaborazione in tale compito.

Non è più il caso di esaminare come e perchè le due questioni del Giubaland e del Dodecanneso siano ·state congiuntamente trattate, poich'è V. E. crede di dar immediata esecuzione all'accordo tra l'Inghilterra e l'Italia citrca il Giubaland. Io prendo atto con viva soddi!sfazione di tale amichevole decisione e La ringrazio di aver voluto spontaneamente .compi'ere un atto che avrà certo una felice ripercussione nell'opinione pubblica italiana. Appena mi giunga il suo benestare disporrò perchè si a:echino a Londra ,gli esperti italiani a concordare la convenzione per regolare le migrazioni delle tribù nomadi.

Per corrispondere alle amichevoli e cortesi di:sposizioni dimostrate da V. E. e volendo tener conto dell'interessamento del Governo britannico ad una importante questione mediterranea, non ho difficoltà ad informarla del mio punto di vista e dei miei intendilmenti nei riguardi del Dodecanneso.

Debbo premettere che non ho visto finora considerato da parte della Gran Bretagna un elemento che è pur di gran peso nella questione e cioè l'interesse fondamentale che la Turchia deve annettere alla sorte definitiva di queste isole. Nè è possibile diiSconoscere ·che al punto in cui sono ormai le cose, l'Italia, pur non essendo legata da alcun impegno vell'so la Turchia non può esimersi da certi obblighi di natura morale.

La sistemazione delle Isole E.gee accettata daLla Turchia costituisce un elemento di equilibrio fondamentale nel nuovo assetto del Mediterraneo orientale. Non potrebbe quindi l'Italia eventualmente cedere, proprio alla Grecia, parte

di territori la cui vita economica e politica è connessa alla vita della Turchia, senza alterare quell'equilibrio fra quei due Paesi ora fortunatamente pacificati. È indispensabile tener presente che data la deHcata situazione politica nel Mediterraneo Orientale e gli interessi anta,gonistici che tuttora vi esistono, la permanenza delle isole del Dodecanneso sotto la sovranità italiana può essere il miglior mezzo per garantire la pace evitando il riaccendersi di mal sopite competizioni.

Il possesso italiano del Dodecanneso viene così a costituire una specie di diaframma che evita l'UJrto fra due popoli, il turco e il ,greco, divisi da recenti ed antiche vicende politiche militari.

Il Governo italiano ha perciò l'assoluto dovere di evitare che le sue decisioni possano avere in Turchia una ripercussione dannosa e di procedere quindi con tutte le indispensabili cautele.

Debbo poi anche dichiarare francamente a V. E. che per quanto concerne Rodi e le isole che fanno parte del sistema di Rodi, nonchè quelle altre per cui l'Italia ha maggiore interesse non potrei assolutamente prendere in considerazione la possibilità di rinunziare alla sovranità italiana su di esse. Solo per talune isole che possano avere per l'Italia minore interesse potrei eventualmente contemplare la possibilità di una diversa loro sistemazione, ma queste determinazioni non potrebbero essere giustificate che dall'interesse di portare un efficace contributo al pacifico definitivo assetto del Mediterraneo Orientale e quindi esigerebbero garanzie e compensi adeguati che d'altronde non dovrebbe essere difficile conCII"etare.

Confido che questi chiarimenti saranno sufficienti a V. E. per renderLe manifesto lo spirito di equanimità dei miei intendimenti e per dimostrarLe che l'Italia, pur trovandosi dopo la guerra vittoriosa di fronte ad una situazione politica che ha gravemente peggiorato nei ~suoi dguaa-di l'equilibrio del Mediterraneo Orientale, vuole sopratutto inspirarsi a considerazioni di interesse politico superiore, in vista del mantenimento della pace.

(l) -Tel. n. 4931 del 25 aprile, non pubblicato, col quale Mussolini ritrasmetteva un telegramma di Salvago-Raggi relativo ad un colloquio da lui avuto con Bradbury sulle divergenzeitalo-inglesi in merito alla questione delle riparazioni. (2) -T. gab. 687/368 del 19 aprile, non pubblicato: punto di vista di Mac Danald sul (3) -Cfr. n. 122.

(l) Cfr. serie 7•, I, n. 70 allegato.

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IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA

T. GAB. 275. Roma, 3 maggio 1924, ore 1.

Il marchese Salrvago Raggi telegrafa quanto segue:

c: -(riprodurre telegramma da Paricgi n. 2323 di collezione di Gab. n. 707) » (1). R. -Governo resta naturalmente d'avviso (ora più che mai dopo esperienza Comitato Esperti) ~che eventuali conferenze fra Capi Governo debbano essere preparate da opportuni accordi tecnici da raggiungersi ,per le normali vie diplomatiche (mio telegramma di Gab. n. 145 del 24 febbraio) (2), e che tra queste ultime (e secondo le indicazioni fornitele col telegramma n. 237 di Ga'b. del 27 marzo) (3) potrebbe essere particolarmente indicata al momento opportuno una riunione di fiduciari tecnici allo scopo di predisporre le possibili direttive ed intese per un'azione concorde dei Governi interessati.
(l) -Trasmesso il 28 aprile: incontro Theunis-Poincaré. (2) -Cfr. n. 9. (3) -Cfr. p. 93 nota l.
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L'AMBASCIATORE A BERLINO, DE BOSDARI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 721/174. Berlino, 3 maggio 1924, ore 14,45 (per. ore 17,55).

Decifri Ella :stessa.

Mio telegramma n. 172 (1).

Da una corrispondenza da Parigi alla ... (2) ·deduco che il Matin torna sulla questione dell'attitudine dell'Ambasciatore d'Italia a Berlino e dice che egli si tiene in disparte dai suot colleghi e 'che se questa art;titudine si confermasse costituirebbe «esagerazione di uno non necessaa:-io >. La Journée industrielle baserebbe attitudine italiana sui fatto cile non avendo truppe d'occupazione non si trova nella necessità di proteggerle. V. E. vedrà se non sia il caso di troncare con una dichiarazione ufficiale questa polemica giornalistka che minaccia prolungarsi e a quando a quando prende senza mio /lllerito o demerito carattere personale contro di me.

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L'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. s. 723/402. Londra, 3 maggio 1924, ore 15,15 (per. ore 19,45).

Col telegramma n. 394 (3) ho riferito a V. E. risposta data ai Comuni da ~primo Ministro circa Giubaland. In seguito tale risposta parecchi giornalisti fra i quali redattore politico del Times sono venuti a chiedermi informazioni sullo stato attuale delle trattative. Redattore Times mi ha confidato essere egli stato informato riservart;amente della lettera inviata a V. E. da Mac Donald (4), riferendomi altresl che al Foreign Office si fa sempre grande assegnamento sulle promesse orali fatte a Curzon a Losanna giusta le quali noi avremmo convenuto di sistemare d'accordo co'l Govea:-no britannico questione del Dodecaneso.

Ho risposto evasivamente ed ho cercato e cerco di evitare un intervento della stampa neìl'attuale stato delle trattative.

Se non che io devo segnalare all'E. V. la necessità in cui mi tl'ovo di dover assumere con il Foreign Office un contegno che risulti strettamente in armonia con decisioni che sarà per prendere V. E. nei riguardi della Lettera di Mac· Donald.

E ciò tanto pirù in quanto Mac Donald mi ha detto ~recentemente che ripone ogni sua speranza nella risposta che V. E. vorrà fal'lgli pervenire giacchè « tutte le mie ·comunicazioni a lui :fatte sull'argomento gli avevano completamente spezzato il cuore ».

Prego pertanto V. E. volermi fornire qualche utile informazione.

(l) -Tel. n. 2811/172, trasmesso il l maggio alle ore 10,40 e pervenuto alle 3 del 2. non pubblicato: mancata partecipazione dell'Italia al passo dei Governi alleati presso quello tedesco per la presenza di una organizzazione nazionalista se.greta nei territori occupati. (2) -Gruppo inde.cifrato. (3) -Tel. n. 2806/394, trasmesso il l maggio alle ore 22,05 e pervenuto alle 1,30 del 2, non pubblicato, relativo a dichiarazioni di Mac Donald ai Comuni sull'apertura dei negoziati anglo-italiani per la questione del Giubaland. (4) -Cfr. n. 122.
169

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, ALL'AMBASCIATORE A COSTANTINOPOLI, MONTAGNA

T. 1443. Roma, 3 maggio 1924, ore 23,45.

Prego provvedere a mettere opportunamente in valore tanto presso Governo tureo ·che codesta stampa e ambienti politici mie recenti dichial'azioni al consiglio dei minilstri circa politica orientale italiana (1). Faccia rilevare come tali dichiarazioni troncano nettamente la gazzarra di assurdi e maligni commentt che si è fatta costì intorno a pretesi atteggiamenti della nostra politica.

170

L'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. s. 724/407. Londra, 4 maggio 1924, ore 21,50 (per. ore 2,30 del 5).

Mio telegramma Gab. n. 401 (2).

A quanto mi ha rtferito ambasciatore del Belgio conversazioni fra Mac Donald e ministri Belgio si sono svolte in atmosfura di grande cordialità. ~imo ministro britannico ha mostrato di apprezzare moltissimo sforzi che Theunis e Hyrnans vanno .compiendo per riavvicinare punto di vista francese con quello britannico onde gÌIUngere rapidamente messa in pratica del rapporto degli esperti. Conversazioni non furono nè potevano essere conclusive. Esse misero anzi in evidenza divergenze che separano Londra da Parigi. Ciò malgrado Theunis e Hymans sono partiti da Londra soddisfatti dell'opera di investigazione e chiarimento compiuta e fiduciosi di poter conrt;inuare utilmente a lavorare per escogitare formula atta a raccogliere consenso di tutti gli alleati.

Stampa ha commentato con grande simpatia azione dei due uomini di Stato belgi. Essa mette pure in rilievo importanza del prossimo convegno di Milano che completerà. attività diplomatica del .governo belga.

Da parte sua mio collega Francia mi si è mostrato piuttosto scettico sulla possibilità di un reale avvicinamento del punto di vista francese ed inglese, tranne che Mac Donald non volesse modificare profondamente suo attuale modo di vedere. Ambasciatore di Francia mi ha detto infatti che Poincaré è disposto a mettere da parte la ,parola «sanzioni '> e di sostituirla con J,a parola «garanzie ~ ma che però egli non intende affatto rinunciare al concetto che Francia deve premunirsi fin da ora contro eventualità che la Germania si dimostri più tardi volontariamente inadempiente. Ha soggiunto che Poincaré per far attuare sovranità ed unità economica della Germania (giusta la proposta degli esperti) è disposto ad abbandonare i pegni della Ruhr ora in suo possesso, ma a due condizioni: l) che tali pegni di carattere locale siano sostituiti da altri di

identico valore; 2) che resti ben inteso che in caso di inadempienza tedesca Francia rientrerà immediatamente iln possesso della Ruhr per l'esercizio diretto di quei pegni produttivi cile oggi essa sarebbe disposta a sostituire. Conseguentemente mio collega Francia ritiene che la proposta belga di severo controllo o di blocco economico (mio telegr. 401) offerta alla F'rall!Cia come sanzione non potrebbe mai essere accettata dal suo governo. Ora a me pare poichè la questione dei pegni e quella delle sanzioni (anche se queste debbano essere chiamate garanzie) costituisce forse il punto di maggior dissenso fra i gabinetti di Parigi e di Londra il pessimismo dell'ambasciatore di Francia sia più giustificato della fiduciosa aspettativa dei due Ministri 'belgi (1).

(l) -Cfr., nel Corriere deUa Sera del 2 maggio, il comunicato relativo alla riunione del consiglio dei ministri del l maggio. (2) -Tel. gab. s. 718/401, trasmesso il 3 maggio alle ore 0,10 e pervenuto alle 6,15 dello stesso giorno, non pubblicato, relativo a un colloquio di Della Torretta con Theunis e Hymans sulle questioni delle riparazioni e della sicurezza.
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IL CONSOLE A SEBENICO, DE ANGELIS, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. (P. R.) 86/506. Sebenico, 5 (2.) maggio 1924, ore 0,15 (per. ore 12,30).

Mio telegramma Gab. 484 (3).

Oggi alle ore 14 all'arrivo piroscafo con on. Orano locale associazione nazionalista ha improvvisato dimostrazione al grido «Abbasso l'Italia :. « Abbasso Mussolini » e «Abbasso il Governo:.. Dimostranti, che erano in massima studenti, impedirono a lungo on. Orano scendere a terra. Poichè manifestazione non accennava a finire e aveva già dato luogo ad incidenti qua e là per la città (tra cui lancio sassi contro edificio sede Consolato e cireolo italiano) l'on. Orano

decise rinunziare conferenza. Egli mi pregò renderne avvertito questo capiltano distrettuale, con la formale richiesta di portare immediatamente tale notizia a conoscenza del suo Governo, allo scopo di far tornare la calma ed evitare prevedibili incidenti contro questi italiani. In occasione tale comunicazione ho fatto vibrata protesta a questo capitano distrettuale anche per inqualificabile debolezza e tolleranza usata verso dimostranti dalla polizia, il cui capo oggi stesso alle ore 12 aveva avuto occasione di assicurarmi che non vi era ragione temere incidenti e che tutto si sarebbe svolto nel massimo ordine. Ed infatti dimostrazione non sembrava prevedibile. Da una prima sommaria inchiesta mi è risultato che dimostrazione sarebbe stata organizzata propriamente all'ultimo momento, in risposta all'insistente azione svolta dal Governo S.H.S. che, in questo ambiente di opposizione, ha dimostrato forse troppo apertamente ed imprudentemente di tenere alla buona riuscita della progettata con:llerenza. Infatti prefetto Spalato, dopo sue pressioni dei giorni scorsi, è venuto ieri sera espressamente Sebenico dare opera personale in tal senso. Alcuni arresti eseguiti. Calma ritornata. On. Orano riparte domattina per Zara. lo ritengo tuttavia opportuno fermarmi qui ancora qualche giorno salvo ordine contrario di V. E. Telegrafato alla R. legazione a Belgrado.

· (2) n testo ha 4. Ma è un errore evidente, perchè gli incidenti di cui nel testo ebbero luogo il 4 stesso.

(l) Il telegramma fu ritrasmesso a Parigi, Bruxelles e a Salvago-Raggi con tel. gab. s u. 283 del 6 maggio.

(3) Tel. )gab. n. 715/484, trasmesso il l maggio alle ore 19,20 e pervenuto alle 0,50 del 2, no.n pubblicato, con CUi De Angelis dava comunicazione di aver organizzato la conferenza che l'on. Orano doveva tenere a Sebenico per commemorare il cinquantenario della morte di Niccolò Tommaseo.

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IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI MUSSOLINI, AL DIRETTORE GENERALE DEGLI AFFARI GENERALI, LO JACONO

T. GAB. 731/8. Palermo, 7 maggio 1924, ore 2 (per. ore 3,10).

Prego trasmettere d'urgenza aJ R. Console a Sebeniro segu.ente telegramma: «Suo telegramma 506 (1). Quanto V. S. riferisce circa le avvenute manifestazioni ostili dimostra che sarebbe stato in ogni modo più savio, come le fu detto insisterutemente a Roma, di non dar luogo per ora alla conferenza Orano. E poichè l'azione del Governo S.H.S. è stata viva e bene inten2ionata appariscono fondati i timori sulle previsioni di; ostilità da parte dell'opposizione croata anche per ragioni di politica interna. Ormai essendo il danno politico già avvenuto non può farsi altro che cercare di rimediarlo e ridurlo aJ minimo ottenendo le maggiori soddisfazioni. Naturalmente V. S. non si muoverà più da Sebenico senza mia esplicita autorizzazione~ (2).

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L'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. s. 736/412. Londra, 7 maggio 1924, ore 21,20 (per. ore 2 dell'B).

Telegramma di V. E. (senza numero) del 2 maggio (3).

Primo ministro ha a:icevuto ieri mattina lettera di V. E. (4). Egli non si è ancora pronunciato in modo definitivo e preci:so sull'ulteriore seguito della questione. Tuttavia da informazioni strettamente confidenziali mi risulterebbe che Mac Donald sia in riguardo al contenuto della lettera di V. E. che in relazione alle informazioni esplicative inviategli da Graham in seguito ad una conversazione avuta con V. E. stessa, sarebbe nel fatto disposto all'immediata consegna del GiUJbaland (in seguito sempre ad indispensabili accordi con gli esperti) restando nella sicura aspettativa di opportune risoluzioni di V. E. circa Dodecaneso.

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L'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. S. (P. R.) 104/414. Londra, 8 maggio 1924, ore 9 (per. ore 23,45 del 9).

Capo di questa polizia m'informa essere giunta una « non confermaté\J » informazione giusta la quale sarebbe per giungere a Londra un numero di co

-o interviste di creare ulteriori complicazioni incidente Sebenico. Autorità locali ci hanno già dato soddisfazione mentre altri passi sono stati fatti a Belgrado. Gradirò notizie. Aggiungo opportunità che nostra stampa non dia eccessiva importanza incidente e pongarilievo prontezza con cui autorità jugoslave dietro richieste R. Console, hanno provveduto ristabilimento situazione •.

munisti ita.liiani. Si assicura che quartier generale d.i tali comunisti è a Wancy e che essi sono stati di recente implicati in una serie di assassini di personalità fasciste sia dn ltalia che in Ftrancia.

Giusta la predetta iil!forzn.azione i ,comunisti di cui ,sopra è parola ed altri ancora stanno facendo accordi segreti per recal"si in Lnghilterra probabilmente via Irlanda e mediante !a.lsi documenrti.

In vista prossimo arrivo Augusti sovrani questa polizia mi chiede che venga da me comunicata qualsiasi. iil!formazione atta a corroborare la surriferita notizia e ciò allo 'scopo di poter prendere adeguate misure protettive.

Per mio conto segnalo a V. E. opportunità ·che nell'imminenza della visita sovrana venga qui d'urg,enza inviato qualche nostro Commi:ssario di polizia. In ta:le occasione ricordo che da più anni è stato soppreslso presso questo Consolato il preesistente. posto di Commissario di polizia.

(l) -Cfr. n. 171. (2) -Cfr. anche la seguente minuta autografa di Mussolini (s. d., ma probabilmente dei giorni in cui egli si trovava in Sicilia) ad Acerbo a Roma: c (Precedenza assoluta). Pregati vivamente adoprarti presso onorevole Orano perchè eviti con dichiarazioni scritti (3) -Tel. trasmesso il 3 maggio alle ore 2 col quale Mussolini comunicava di aver consegnato all'ambasciata inglese la sua risposta alla lettera di Mac Donald del l aprile. (4) -Cfr. n. 165.
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IL MINISTRO A BELGRADO, BODRERO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. RR. 747/241. Belgrado, 9 maggio 1924. ore 15,30 (per. ore 18).

Mio telegramma di ieri n. 240 (1).

Ho veduto stamane Nincich gli ho fu,tJto presente necessità adottare nuove energiche misure per impedire che incidente Sebenico possa comunque avere ripercussione nel campo politieo. Egli non ha esitato in mia presenza a :provvedere perchè i fun7Jionari che non hanno saputo prevenire la dimostrazione siano senz'altro traslocati. Egli mi ha fatto rilevare che la repressione è stata rapida e severa sia per il numero degli arresti sia per il rilevante numero delle condanne. Il rilascio avvenuto dopo tre .giorni di carcere fu disposto dalle autorità locali che nell'imminenza delle elezioni hanno temuto di alienare a Pasic anche quei pochi elementi favorevoli che egli conta in Dalmazia; 1in fondo Nincich ha tenuto in modo speciale a darmi l'impressione che questo Gov,erno non avrebbe indietreggiato dinanzi a nessuna misura pur di dare soddisfazione a V. E. Ma d'altra parte egli respinge ogni responsabilità per quello che è accaduto e si dimostrò assai sorpreso che i nostri elementi ·locali abbiano dato .prova cosi scarsa comprensione e di così ristretta visione d'insieme tentando un riavvicinamento italocroato alla vigilìa delle elezioni in un concordato [sic] in cui l'acuta tensione tra il partito radicale e quello croato trova la sua immediata premessa proprio nella politica italofi.la Pasic e nel reeente accordo ·Che ha dato E1iume all'Italia, :facilitando cosi l'opera di Trumbic che secondo Nincich, che ne ha le prove, è stato l'istigatore della dimostrazione.

(l) Tel. r. n. 2952/240, trasmesso il 9 maggio alle ore 1,40 e pervenuto alle 4 dello stesso giorno, non pubblicato, col quale Bodrero scagionava da ogni responsabilità il governo jugoslavo in merito agli incidenti di Sebenico, in quanto esso aveva preso ogni precauzione perchè gli incidenti stessi non avvenissero.

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IL CONSOLE A ZAGABRIA, LODI FÈ, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

R. 1482. Zagabria, 9 maggio 1924. In seguito alle voci corse, in occasione del VJiaggio dei reali di Serbia a Parigi, di un trattato di alleanza franco-jugoslaJVo, opinioni varie sono sorte circa la convenienza per lo stato S.H.S. di un simile accordo, opinioni che se non hanno influenza diretta sul governo, denotano però il maturarsi in taliuni ambienti jugoslavi, in seguito al recente patto di amicizia con l'Italia, di una concezione politica ben diversa da quella sino a poco tempo predominante. Nel mondo di Rad~c. sistematicamente opposto a qualsiasi concetto positivo volto al consolidamento dello stato S.H.S. nel carn,po internazionale, il problema di una tale alleanza pare non sia ,stato trattato. Non è avvenuto cosi in altri .circoli ed in certa stampa dove le varie ipotesi ed il calcolo dei vantaggi appare seriamente studiato. All'epoca della ·conferenza di Parigi e quindi molto prima della conclusione del trattato franco-cecoslovacco erano stati presi seriamente ·in esame concreti e precisi rapporti dt alleanza lfra la Francia e la Jugoslavia cosicchè fa conclusione di un patto sembrava imminente. Se a questo non si ,giunse, lo si dovette alla Francia che preferì, di fronte all'aperto conflitto itala-jugoslavo del tempo, attendere lo svolgersi degli eventi. F:rattanto molte cose mutarono. Il pericolo allora sovrastante la Jugoslavia di trovarsi isolata in un mare di nazioni nemiche fu allontanato mediante gli accordi con gli stati della Piecola Intesa e so.prattutto mediante il patto di amicizia con Roma. Oggi in confronto di allora la Jugoslavia abbisogna in ben diversa misura deH'appoggio francese, quindi non ha ragione di assumersi una qualsiasi obbligazione se non in cambio di determinati vantaggi. Lo stato S.C.S. è e rimane bensì nei migliori rapporti di amicizia con la repubblica, ma poichè un accordo il quale sancisse formalmente questi rapporti di amicizia ed anche sotto taluni riJguardi di ·comunità di interessi, non mancherebbe di ·far nascere le gelosie ed i sospetti di altri statiJ, non sarebbe il caso che lo stato S.H.S. provocasse un turbamento nelle sue relaztoni internazionali. Checchè si possa pensare in Croazia del patto di Roma, il quale fu dettato da necessità superiori, si deve rieonoscere che dopo di esso 'la Jugoslavia ha goduto, nel campo internazionale di un'atmosfera più sicura e ora sal'lebbe imprudente di mettere in pericolo, ·con una nuova alleanza, questo suo relativo consolidamento. Inoltre nei dguardi di varie questioni la condotta della Francia e della Jugosla·via •sono diverse. Mentre infatti il problema delle riparazioni germaniche è il fulcro della politica francese nel senso del più spiccato antagonismo verso l'impero, questa stessa questione nei riguardi della Jugoslavia ha preso un andamento più che soddisfacente per gli interessi di questo paese. La Jugoslavia in rapporto alla sua quota di riparazioni in natura ha ottenuto for:se più di ogni altro fra i paesi al'1eati,

e se ciò avviene grazie all'interesse della Germania di curare l'ant1co suo mercato balcanico, è sommamente conveniente per gli jugoslavi di far durare il più a lungo possibile tali buoni disposizioni tedesche, quando per contro un'alleanza con la Francia le troncherebbe.

Una diversità sostanziale suLLa politica dei due :paesi si v,erifica inoltre di fronte a:lla Russia, sebbene intfatti iJ: Governo Idi Belgrado non abbia finora addìmostrato alcuna simpatia per il regime sovietistico, non vi è stato un sol atto di Governo, una parola di rgiornale jugoslavo che non abbia signifi.cato avver:s~one a qualsiasi atto contro l'antico impero.

Questo è parso sinora il solo punto in cui gli uomini ed i gi;or:nali di tutti i partiti si son trovati d'accordo. Un'alleanza dello stato S.C.S. con la Francia che dia affidamenti alla Romania per il possesso della Bessara:bia, pare quindi contraxia al sentimento rgenerale del popolo jugoslavo e del tutto da escludersi.

Ma l'esperienza sconsiglia dalle induzioni 'Che siano ,i'l freddo risultato della logica e da congetture quali potrebbero formarsi in base alle considerazioni su esposte.

È diffuso d'altronde nell'ambiente finanziario un senso di incertezza ed il dubbio che un mutamento possa avvenire prossimamente nella politica jugoslava, essendo noti gli stretti rapporti che legano Belgrado a Parigi.

Identico rapporto ho l'onore di inviare alla R. legazione di Belgrado.

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L'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. s. 755/415. Londra, 10 maggio 1924, ore 14,45 (per. ore 19,15).

Riparlando con Crowe del problema delle riparazioni e del ne'Cessarlo scambio d'idee che devce precedere una generale conferenza (mio telegramma Gab. n. 413) (l) sottosegretario di Stato mi· ha chiesto con intenzione se io ero in grado informarlo della definitiva decisione di V. E. circa sua venuta a Londra in occasione visita Sovrani. Ho risposto evasivamente. Nel chiedecte ora a V. E. quale risposta definitiva possa dare al Foreign Office permettomi attirare sua attenzione ·che nel pensiero di Crowe era manifesta ]dea che venuta di V. E. a Londra fornirebbe una utile occasione per un opportuno preliminare scambio di idee drca riparazioni.

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IL MINISTRO A PRAGA, PIGNATTI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 759/127. Praga, 10 maggio 1924, ore 19,10 (per. ore 21,50 deH'll).

Benès partirà lunedì per Roma nel viaggio si incontrerà col ministro degli affari esteri jugoslavo. Gli ho domandato stamane se fosse soddisfatto del lavoro preparatorio. Mi ha risposto affermativamente. Mi ha detto che si propone di

8 -Doc11menti diplomatici • Serie VII · Vol. III.

discutere in primo luo,go con V. E. le questioni politiche. Egli giud1ca utilità e possibilità di una intesa destinata fissare un'azione comune dell'Italia e del:la Cecoslovacchia, non solo nei riguardi dell'Austria e dell'Ungheria, ma di tutta l'Europa central•e. Non può dire ancora in che modo si concreterà tale accordo posto che vi si arrivi dipendendo ciò in gran parte dalle conversazioni che avrà con V. E. Benès sembra preparato, tanto ad aderire al trattato di amicizia italajugoslavo, quanto alla stipulazione di un accordo distinto di porta,ta più estesa del primo. Egli .crede che dopo ·Conversazioni di Roma gli converrà di conferire in Sicilia col Presidente e forse anche di prendere .contatto al suo riltorno a Praga coi partiti dehla coalizione che appoggia :JJ'attuale Governo. La stipulazione dell'accol'do eventualmente avverrebbe quindi più tardi, possibilmente prima della sua partenza per l'America fissata per la metà di J.uglio. In ogni caso tutto dovrebbe essere perfetto prima della vi!Sita a Roma del presidente

della Repubblica prevista per l'ottobre prossimo.

Indubbiamente Benès spera molto di arrivare oo una intesa con noi. Se ritornasse d'Italia con le mani vuote la sua posizione qui peggiorerebbe. Confermo a questo proposito mio rapporto 258 del 6 corrente (l) che arriverà a Roma 14 corrente.

Difetto di elementi di giudizio fo~se essenziali per rendermi esatto conto dei motivi di politica .generale che possono eventualmente consigliarci di considerare seriamente le proposte di questo ministro degli affari esteri. Esaminando tale questione da un punto di vista italo-cecoslovacco sono indotto a ritenere che si imponga per noi di accogliere de offerte di Benès con grande riserva per non fornirgli la iJ)Ossibilità di mascherare all'interno gli insuccessi della sua; politica quasi personale.

Non credo che finchè imperino Masaryk e Benès ci sia d'aspettarci ad un mutamento serio a nostro favore delle direttive di pol'itica estera di questo paese. Benès è i:l fiduciario della Francia nell'Europa Centrale. A mio avviso la sua azione non può non essere considerata da noi con diffidenza.

(l) Tel. gab. r. n. 739/413, trasmesso 1'8 maggio alle ore 1,10 e pervenuto alle 8,30 dello stesso giorno, non pubblicato, relativo ai colloqui avuti fra i governi di Parigi, Londra e Bruxelles sulla questione delle riparazioni.

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L'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. 2999/417. Londra, 10 maggio 1924, ore 22 (per. ore 4 dell'll). Mi è stato detto al Foreign Office che Governo britannico nonostante recenti passi jugoslavi manterrà ilnmutato suo atteggiamento per convento San Naum durante prossima discussione aUa Conferenza Ambasciatori. Disegnandosi impossibilità di raggiungere ac.cordo, il delegato britannico ha istruzioni di proporre che la questione •sia rimessa alla decisione della Corte dell'Aja. Al

Foreign Office si esprimeva fiducia che tale proposta avrebbe trovato consenziente .i1 R. Governo.

(l) Non pubblicato. Benes arrivò a Roma la sera del 15 maggio.

180

L'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. R. 758/418. Londra, 10 maggio 1924, ore 22,14 (per. ore 3,15 dell'Il).

Conformemente a quanto ho già riferito a V. E. e cioè che Mac Donald ha sempre ritenuto che inizio di una reale efficace azione diplomatica circa ripamzioni avrebbe potuto utilmente avere inizio dopo elezioni francesi; ed a compimento dell'attivo scambio ·di vedute che hanno avuto luogo in questi ultimi tempi fra Londra e Parigi (mio telegramma Gab. n. 413) (l) primo ministro ha invitato Poincaré a recarsi a Londra per il 20 maggio. In relazione a tale prossimo colloquio attiro l'attenzione di V. E. sul mio telegramma di Gab.

n. 415 (2) aggiungendo che venuta di V. E. in occasione visita dei Sovrani è desiderata sia dal Foreign Office che da questa Corte e che malgrado ripetuti accenni della stampa giusta i quali V. E. avrebbe già deciso di non accompagnare i nostri a.ugusti sovrani pe1 fatto che Curzon non sri recò a Roma nell'analoga occasione dell'anno scorso non si esclude ancora possibilità di un viaggio di V. E. a Londra (3).

181

IL MINISTRO A BELGRADO, BODRERO, AL PRESIDENTE DEL CONSlGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 757/246. Belgrado, 11 maggio 1924, ore l (per. ore 2,50).

Telegramma di V. E. n. 295 (4).

Nindch ha aderito prontamente al desiderio manifestato da V. E. della pubblicazione di un comunicato ufficiale sugli incidenti di Sebenko che abbiamo redatto insieme. Esso verrà sottoposto stasera al ministro dell'interno e diramato domattina. Le telegraferò il testo definitivo (5).

182

IL SEGRETARIO GENERALE AGLI ESTERI, CONTARINI, AL CAPO GABINETTO DEL MINISTRO DEGLI ESTERI, PAULUCCI DE' CALBOLI BARONE, A CALTAGIRONE

T. GAB. (P. R.) 72. Roma, 11 maggio 1924, ore 21,30.

A mia insaputa ti hanno trasmesso telegramma da Praga n. 12.7 (6) con

n. 70 di Gabinetto. Purtr~ tale telegramma conferma che Pignatti non ha preso finora posizione e non si: è reso conto del suo posto.

Ritengo •sarebbe meglio mostrarlo al presidente al suo ritorno quando avrò occasione di conferire con lui.

(l) -Cfr. p. 111 nota 1. (2) -Cfr. n. 177. (3) -II telegramma fu ritrasmesso in data 11 maggio a Parigi e Bruxelles con tel. gab. n. 298. (4) -Tel. gab. 295 del 9 maggio, non pubblicato, col quale Mussolini approvava le dichiarazioni di Ninl!ié di cui al documento n. 175 e suggeriva di dare alla stampa qualche comunicato al riguardo. (5) -II testo del comunicato venne trasmesso da Bodrero a Mussolini con tel. gab. 761/246, trasmesso lo stesso giorno alle 15,30 e per. alle 16,45, non pubblicato. (6) -Cfr. n. 178.
183

IL MINISTRO A SOFIA, RINELLA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. R. 762/93. Sofia, 12 maggio 1924, ore 12,30 (per. ore 14,40).

Da qualchle tempo gruppi patrioti tentano ol'lganiz;zare fascisti buJ.ga.ri. Da informazi(>ni confidenziali pervenutemi risulta che movimento ispirato dal ministro della guerra comprende per ora tremila iscritti e circa quattrocento camicie nere inquadrate ,con ufficiali delia riserva. Sarebbe imminente pubblicazione giornale del nuovo partito che non avrebbe completa approvazione di quelli governativi. È da dlevare che direzione assunta dal ministro della guerra che tra i membri del Governo gode maggior simpatia e fiducia nel paese e che potrebbe déterminare dittatura militare causando probabili compUcazioni con la Jugoslavia.

Organizzatori avevano tentato fare capo R. addetto militare e R. legazione ma di fronte nostra rigorosa tenacia (da me particolarmente osservata con precise istruzioni ai dipendenti) si sono diretti al direttorio fag;cio locale che ha tenuto atteggiamento evasivo conforme mie· raccomandazioni opportunamente fatte irn precedenza.

Ritengo che tale riserlbo sia imposto da ovvie ragioni di: evitare accuse facili a diffundersi in questo ambiente 1balcanico contro l'Italia.

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IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI (1), ALL'AMBASCIATORE A MADRID, PAULUCCI DE' CALBOLI

T. GAB. R. 300. Roma, 12 maggio 1924, ore 21.

R. Console generale Barcellona comunica copia rapporto n. 1552/182 (2) indirizzato a V. E. il 5 maggio circa visita Reali di Spagna faranno prossimamente Barcellona per ricevere in consegna palazzo reale. In tale occasione R. Console prevederebbe fredda accoglienza da parte popolazione. Colllfidasi ciò non possa in nulla pregiudicare liete accoglienze che ci attendiamo durante visita nostri Sovrani Barcellona. Gradirò assicurazione.

185

L'AMBASCIATORE A PARIGI, ROMANO AVEZZANA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

R. R. 2318/735. Parigi, 12 maggio 1924 (per. il 14).

Della quesHone di Tunisi intrattenni, in conformità delle istruzioni impartitemi da V. E., così il presidente del Consiglio francese •come i più influenti membri del suo gabinetto, manifestando il desiderio che l'attuale convenzione fosse protratta sotto una forma qualsiasi per tre anni, sia pure con l'impegno di addivenire durante questo periodo alla stipulazione di un nuovo accordo.

Trovai Poincaré poco disposto ad accedere a questa domanda. E.gli si trincerò dietro ila difficoltà che avrebbe incontrato presso le Camere a fare accogliere la proroga di una Convenzione denunciata, ma ammise che ne&SUna premura e nessun limite di tempo avrebbe posto alla conclusione dei negoziati che riteneva non pertanto necessario di iniziare.

Migliori disposizioni incontrai presso altri uomini politici nel prendere in considerazione i motivi che io facevo valere sulla poca opportunità di affrontare una questione così delicata, la cui soluzione, per quanto ragionevole, poteva avere in questo momento sull'opinione pubblica italiana ripercussioni contrarie ai buoni rapporti :fra i due paesi, per cui non volli ritenere come definitiva la risposta di Poincaxé.

Essendosi inoltre in periodo elettorale (benchè le previsioni che si facevano etano in favore di una permanenza di Poincaré al potere, tanto che Mac Donald aveva creduto di poterlo invitare ad aJbboccarsi con lui prima d~ conoscere il risultato delle elezioni) considerai migliore coiliSiglio di non fare altri passi, e di attendere l'esito della ·consultazione popolare.

Questa, secondo ogni apparenza al momento in cui scrivo, può portare al Governo uomini nuovi di cui non si coillOscono bene le disposizioni a nostro riguardo.

Attenderò che l'atmosfera sia chiarita e prenderò norma dalla situazione i~ormandone l'E. V.

(l) -Il tel. è firmato Mussolini. sebbene egli sì trovasse in Sicilia. Lo stesso vale per il tel. di cui al n. 189. Musselini rientrò a Roma il 14 maggio. (2) -Non pubblicato.
186

L'AMBASCIATORE A BERLINO, DE BOSDARI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. 201 {1). BerLino, 13 maggio 1924, ore 15 (per. ore 18,30).

Decifri Ella stessa.

Non so se V. E. nell'articolo di fondo del Temps 9 maggio abbia notato passagg~o seguente: « Dans un communiqué officieux qui a été publié à Rome Gouvernement italien laisse possible qu'on peut s'arranger avec les nationalistes allemands. Ambassadeur d'Italie à Berlin qui représente lui-meme un Gouvernement nationaliste et qui n'est pas suspect de francophilie aux yeux des allemands a peut-etre reçu des assurances que nous ne connaissons pas. Mais tout en souhaitant que le Gouvernement italien a1t raison de cautionner les conservateurs prussiens nous nous réservons de les juger à leurs actes. Question du contròle militaire en fournira l'oc·casion plus vite». Comunicato ufficioso di cui parla Temps o non esiste o m'è sfuggito e sarei grato a V. E. ove possibile di darmi qualche indicazione che mi permetta comprendere a che cosa si fa allusione. Non ho poi bisogno riferire a V. E. che al di fuori di quanto in altri tempi fu detto a me al comandante Denti ed al Generale Cappello di cui V. E. fu regolarmente e minutamente informato (2) nessuna speciale comunkazione mi è giunta in questi ultimi tempi da parte dei nazionalisti tanto più che dopo

morte di Helfferich non ho ancora potuto trovare chi efficacemente lo sostituisca nel tenermi almeno informato delle principali direttive di quel partito. Credo che deputato Hoesch chieda presentarsi presto esprimersi (sic) ma fino ad ora egli è rimasto assente da Berlino e poco o nulla ho potuto vederlo. Insinuazione del Temps costituisce quindi una di quelle tante... (l) cui ogni tanto si abbandona .stampa francese a mio riguardo come quando affermò che mi opponevo prolungare contratto Micum e quando ultimamente ha detto che io mi ero dichiarato contrario .partecipazione dell'Italia noto passo intorno associazione nazionale (2). Nella rassegna stampa, specialmente in quella 9 corr. (3)

V. E. avrà notato che alcuni giornali hanno parlato di confidenze che da Hittler e da altri estremi nazionalisti Ella avrebbe ricevuto in occasione suo viaggio in Germania prima di giungere al potere. In una di quelle corrispondenze si insinuava che tali confidenze sarebbero state ripetute alla Francia.

(l) -Manca il numero di protocollo generale. (2) -Cfr. serie 7•, II, n. 489 e nota; e, in questo vol., nn. 39 e 43.
187

L'AMBASCIATORE A MADRID, PAULUCCI DE' CALBOLI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 768/142/66. Madrid, 13 maggio 1924, ore 21 (per. ore 7 del 14).

Telegramma di V. E. n. 303 (4).

Mi è impossibile pronunciarmi sul grado probabili previsioni R. coilJSole che peccano for:se di sovei'Chio pessimi:smo. Ambiente catalano si mostrerà forse più che ostile, indifferente; ma da quello spagnuolo e straniero numerosissimo, i nostri augusti sovrani, come ieri stesso quelli di Spagna, saranno calorosamente acclamati. Non ho ricevuto ancora programma uffi'CiaJ.e di Barcellona, ma da quanto seppi da S. M. la Regina, il soggiorno dei nostri augusti sovrani sarebbe stato definitivamente prolungato di un giorno. Si è voluto evidentemente fare una distinzione fra Valenza e Barcellona e dare soddisfazione alle richieste qui fatte in questo senso. Le LL. MM. ed il presidente sono assenti e non torneranno da Barcellona che il 21 corrente. Io andrò appositamente laggiù coll'addetto militare il 17 corrente, giorno della Festa del Sovrano ed avrò .agio di parlare con S. M. e col generale Primo de Rivera; ma ·SCOilJSiglierei, a meno fortissime ragioni non lo richiedessero, di chiedere di partecipare al primo e più corto programma.

Attendo ad ogni modo gli ordini di V. E. informandola che il 16 corrente partirò per la Catalogna, dove corrispondenza telegrafica potrà essermi diretta

R. consolato Bavcel!lona. Porterò meco cifrario P. 3.

(l) -Gruppo indecifrato. (2) -Cfr. p. 105 nota l. (3) -Non pubblicata. (4) -Tel. gab. r. n. 303 del 12 maggio, non pubblicato: arrivo dei Reali a Barcellona in relazione ai timori di fredda accoglienza della cittadinanza. Cfr. anche n. 184.
188

L'AMBASCIATORE A BERLINO, DE BOSDARI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 767/202. Berlino, 13 maggio 1924, ore 21,30 (per. ore 1,30 del 14).

Deputato Hoesah (mio telegr. 201) (l) è venuto a vedermi e si è trattenuto lungamente con me. Mi ha parlato degli intimi rapporti tra me ed Helfferich e mi ha fatto intendere essere ~osto continuare presso di me funzioni informatore tendenze partito nazionalista. Lo conosco fin dai primi tempi che sono venuto a Berlino ed ho fi:d'lllcia in iui. Mi ha detto innanzi tutto che le note dichiarazioni di Her,gt (2) non legavano finora per nulla partito. Questo doveva avere sua prima riunione ufficiale oggi alle 8 ed avrebbe allora definitivamente stabilito dichiarazioni circa programma. Personalmente riteneva che il partito nazionalista avrebbe potuto portare propria ·COllaborazione ad una .politica di esecuzione ,progetto periti a tre condizioni: l) che fossero amnistiati e restituiti prigionieri politici; 2) che fosse ben determinato significato frase periti « reintegrazione unità finanziaria ed amministrativa Reich »; 3) che la ingerenza corrtrollor•i amministrazione ferroviaria fosse strettamente limitata alle funzioni prelevare quella ;parte del prodotto netto .che dovesse andare in conto riparazioni. Quest'ultima condizione è la più interessante di tutte. Mi ha fatto notare che la attenta lettura del rapporto dei tecnici sulla amministrazione ferrovie tedesche

(annesso 3° rapporto) tradiva intenzione tecnici inglesi di stabilire clausole che andrebbero molto al di là dello scopo suddetto e permetterebbero Inghilterra di ottenere sull'andamento amministrativo e finanziario delle ferrovie tedesche dei dati che le servirebbero poi a vincere concorrenza. Questa osservazione conferma certamente .sospetto sulle vere intenzioni dell'Inghilterra circa uso da fare delle conclusioni dei pf'riti cui ho ac-cennato più volte nella mia passata corrispondenza. Hoesch mi ha detto che se invitato dai Presidente Reich partito nazionalista si presterà a formare Gabinetto e con aiuto della Volkspartei e della Volkspartei bavarese e d~ qualche altro piccolo gruppo può sperare avere tenue maggioranza certamente però non sufficiente raggiungere maggioranza di due terzi che sarà richiesta, per legge sulle ferrovie, da voto in esecuzione rapporto periti. A ciò isarà necessario concol'ISO social democratico che però non sarà impossibile ottenere con qualche concessione al programma del partito. In sostanza Hoesch è abbastanza ottimista. Mi ha promesso nuove più precise informazioni dopo suddetta adunanza. Gli ho domandato se permanenza Stresemann al ministero affari esteri fosse accettabile al suo partito. Lo ha escluso in termini altrettanto perentori che quelli che usava Helfferich quando parlava di quell'uomo di Stato a lui odiatissimo.

(l) -Cfr. n. 186. (2) -Allude all'intervista concessa il 6 maggio al Lokat Anzeiger da Hergt, ex ministro prussiano delle finanze e membro del partito tedesco-nazionale.
189

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, ALL'AMBASCIATORE A PARIGI, ROMANO AVEZZANA

T. GAB. S. RR. 304. Roma, 13 maggio 1924, ore 23,30.

Decifri Ella stessa. Suo telegramma n. 520 (1).

R. ambasciatore a Londra telegrafa quanto se.gue: «(riprodurre te1egr. di collezione n. 2999) » (2).

Prego V. E. di volere precedentemente chiarire con suo collega inglese se istruzioni da lui ricevute corrispondano a quelle annunziate dal nostro ambasciatore a Londra. In tale situazione sembra inopportuna proposta fatta da V. E. e sarebbe quindi conveniente non solo non insistervi, ma possibilmente di svalutarne il contenuto. Comunque V. E. vorrà regolarsi come le civcostanze meglio consiglino in base alle istruzioni generali ;precedentemente impartite con jl telegramma n. 790 (3), tenendo presente che rinvio decisione alla Corte dell'Aja sarebbe forse miglior soluzione per uscire dalle difficoltà.

190

IL SEGRETARIO GENERALE AGLI ESTERI, CONTARINI, ALL'AMBASCIATORE A PARIGI, ROMANO AVEZZANA

T. GAB. RR. 307. Roma, 14 maggio 1924, ore :!3.

R. ambasciatore a Costantinopoli telegrafa 'quanto segue: « (riprodurre telegramma di gabinetto in arrivo n. 764) » (4).

Prego intrattenere opportunamente codesto Governo di ,quanto precede chiedendo suo pensiero circa termini comunicazione da farsi al Governo turco. Non sembra nè conveniente nè possibile astenersi dal dare qualsiasi informazione in proposito, ma sarebbe anzi desiderabile che i rappresentanti italiano e francese a Costantinopoli ricevessero analoghe istruzioni per fare di comune accordo identiche comunicazioni ad Adnan Bey (5).

(l) -Tel. n. 2853/520, trasmesso il 3 maggio alle ore 20,25 e pervenuto alle 24 dello stesso giorno, non pubblicato, col quale Romano Avezzana comunicava le proposte -sostanzialmente favorevoli alla Jugoslavia -da lui fatte alla Conferenza degli Ambasciatori in merito alla questione di San Naum. (2) -Cfr. n. 179. (3) -Cfr. n. 66. (4) -T. gab. u. rr. 764/222/3 del 13 maggio, non pubblicato: sospetti turchi circa l'esi~ stenza dell'accordo economico italo-francese per l'Oriente stipulato circa un anno prima (cfr. serie 7•, I, nn. 460, 461, 462). Atteggiamento interlocutorio assunto da Montagna, • non essendo più sicuro che da parte francese non abbia a commettersi qualche indiscrezione..... Tenuto inoltre presente quanto sia sospettoso suscettibile Governo turco di fronte tutto ciò che possa essere intesa, anche solo economica tra potenze straniere riguardo a suo territorio, reputo che si vaglino con le debite cautele termini risposta da dare ai turchi. Sarebbe Opportuno altresì per prevenire eventuali pregiudizievoli contradizioni accordarsi possibilmente in proposito con Parigi •. (5) -Cfr. n. 219. Sui progetti di penetrazione economica italiana in Turchia, cfr. la lettera che Attilio Odero, presidente del Comitato della Confederazione Generale dell'Industria per le iniziative italiane in Turchia, inviava a Mussolini, in data Roma 10 settembre 1924; e cfr. soprattutto la relazione, allegata alla lettera stessa, presentata a Odero da G. Pedrazzini il 2 aprile 1924.
191

L'AMBASCIATORE A MADRID, PAULUCCI DE' CALBOLI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 770/67. Madrid, 14 maggio 1924, ore 24 (per. ore 3,30 àet 15).

Questo nunzio apostolico che accompagnato dall'uditore ha assistito stamane ad una colazione di famiglia alla R. ambasciata, ha mostrato vivissimo interesse al prossimo viaggio dei nostri Augusti Sovrani. Mi risulterebbe a tal proposito che egli non sarebbe alieno da assistere al pranzo di Corte offerto al Corpo Diplomatico, ma che egli attende ~struzioni da Roma. Sono stato pure assicurato da ottima :fonte che ambasciatore presso la S. Sede è stato incaricato tastare terreno.

192

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, ALL'AMBASCIATORE A COSTANTINOPOLI, MONTAGNA

T. 1544. Roma, 15 maggio 1924, ore 24.

Suo telegramma n. 223 (1).

È assolutamente sorprendente che mentre l'Italia è stata la prima a ratificare il trattato di Losanna, ci si notifica all'ultima ora l'invio di una missione militare turca che visiterà Inghilterra Francia e Polonia e ci si chiede che tale missione visiti il nostro Paese per ultimo. Sono questi gli utili effetti che ha avuto sulle disposizioni di codesto Governo a nostro riguardo l'amichevole gesto che abbiamo compiuto ratiftcando per i primi il trattato di pace e adoperandoci in ogni occasione a stabilire pacifiche e normali relazioni con la Turchia.

Voglia esprimersi in questo senso con Adnan bey invitandolo a far conoscere ad Angora il vivo senso di sorpresa e potrebbe dirsi di sdegno del R. Governo.

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L'AMBASCIATORE A COSTANTINOPOLI, MONTAGNA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. U. RR. 777/4. Costantinopoli, 16 maggio 1924, ore 4,15 (per. ore 10,30).

Mi!o telegramma Gab. n. 3 (2).

Nogara essendo .stato oggi interpellato da Giavid bey ex ministro finanze ed amico personale di Adnan bey circa ,contenuto accordi al quale fece allusione Temps del 29 aprile, ha ritenuto di non poter lasciare senza riiSposta posi

tiva suo interlocutore. Nogara gli ha perciò accennato che oggetto principale del predetto accordo erano ferrovie Anatolia e Bagdad le quali secondo articolo 91 del progetto di trattato presentato ai turchi 31 ,gennaio 1923 dovevano essere esercitate da una società costituita con capitale alleato e turco. Egli ha aggiunto che controllo delle ferrovie predette essendo stato acquistato da un gruppo inglese, accordo diventa automaticamente inapplicabile. Infatti nella seconda fase Coillferenza Losanna articolo 91 venne abbandonato. Nogara gli ha inoltre menzionato esistenza di -una intesa ad intervenire fra gruppi francesi ed italiani allo scopo di non intralciarsi nella eventuale ripartizione del campo di attività nel bacino Eraclea. Nogara si è poscia abboccato con questo rappresentante francese il quale ignorando testo accordo aveva risposto ad analoga richiesta di Adnan bey di non sapere nulla. Allora Nogara ha messo al corrente rappresentante francese del contenuto accordo e della sua conversazione con Giavid per norma di linguaggio e lo ha pevsuaso opportunità telegrafare Parigi allo scopo di provocare uniformità nel tenore della risposta da darni ai turchi.

Egli non ha mancato di far notare al ,rappresentante francese che comunicazione testo accordo al Governo turco nuocerebbe gravemente trattative che i due ,gruppi hanno in corso ad Angora. Nogara riterrebbe che i due Governi non potendo negare esistenza accordo potrebbero tentare via d'uscita col dire che si tratta di una intesa fra gruppi dei due paesi (1).

(l) -Tel. n. 3024/223, trasmesso il 13 maggio alle ore 1,30 e pervenuto alle 10,45 dello stesso giorno, non pubblicato, col quale Montagna comunicava l'invio in Francia, Inghilterra e Polonia di una missione militare turca e chiedeva da parte di Adnan bey il consenso perchè la stessa missione potesse visitare anche l'Italia. (2) -Cfr. p. 118 nota 4.
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L'AMBASCIATORE A COSTANTINOPOLI, MONTAGNA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. U. RR. 778/5. Pera, 16 maggio 1924, ore 4,15 (per. ore 9,20).

Mio telegramma Gab. 4 (2).

Giornale ufficioso Hakimiet Millie nel numero del 13 corrente qui giunto

oggi da Angora ha ;pubblicato testo tradotto e corrispondenza da Roma apparsa

nel Temps 29 aprile scorso facendolo precedere da commento che riassumo qui

appresso: « Si rammenta penosa impressione prodotta in Turchia da1gli accenni

ultimi all'Oriente e le sue dichiarazioni uffidali tendenti cancellarla. Giornale

avverte che occorre essere ben desti a seguire politica italiana in Oriente.

Accenni ad una collaborazione amichevole italo-francese in Oriente debbono

1 isuonare sempre all'orecchio dei turchi. Malgrado dichiarazioni rassicuranti

italiane verso Turchia esiste un aecordo, è quindi una po1itica segreta di cui

•si vuole conoscere natura e del danno che minaccia Turchia. Vi si attira pereiò più seria attenzione dei dirigenti e si raccomanda massimo interesse ai connazionali. Bisogna leggere attentamente corrispondenza e riflettere sulle parole dell'autore». Ritengo trattarsi pubblicazione ispirata dallo stesso Governo di Angora e non vi sarebbe da so11prendersi che essa abbia costituire punto di partenza di una nuova offensiva di sospetti e diffidenze e di una recrudescenza campagna di stampa a nostro riguardo (1).

(l) -Il telegramma fu ritrasmesso a Parigi in data 18 maggio con tel. gab. 315. (2) -Cfr. n. precedente.
195

L'AMBASCIATORE A BRUXELLES, ORSINI BARONI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 780/71. Bruxelles, 16 maggio 1924, ore 20 (per. ore 20,15 del17).

Sono stato .stamane augurare buon viaggio ministro affari esteri. Egli ed il primo ministro partiranno .secondo fissato domani sabato alle 18 per giungere Milano dQilllenica alle 14.

Hymans mi ha detto intraprendere questo viaggio con vero piacere interessando a lui ed a Governo belga prendere contatto personale con V. E., avere con Lei ampio scambio d'idee, poichè, come con Poincaré e con Mac Donald, non si tratterà concludere· aocordi precisi definitivi, ma di manifestare reciproco libero pensiero e destderio. Crisi francese ritarda nell'esame e nell'applicazione rapporto esperti e solo nella seconda metà di giugno sarà possibile una ripresa delle conversazioni tra Londra e Pail"igi. Anzitutto occorrerà, diceva Hymans, che il Partito socialista francese oggi disunito si riunisca e si metta d'accordo, se possibile, almeno in un punto: sulla sua condotta nella soluzione della crisi. In ogni modo sia <:ome partecipazione al governo sia come opposizione, partito socialista francese rappresenterà nei prossimi anni parte importante. Sembra che in un primo tempo Herriot prenderà presidenza del consiglio. Maggiore difficoltà presenta la scelta del ministro degli affari esteri. Contro Briand è forte opposizione dei sodalisti. Hymans .pensa che qualunque sia per essere il ministro degli affari esteri, politica francese non cambierà. Nella trattazione problema riparazioni si avrà modmcazione nello spirito e nel metodo dell'azione francese. Allo ,spirito limitato ostinato di Poincaré subentrerà spirito più ampio più duttile. Quanto a metodo il nuovo sarà più conciliante. Se tutto dò è ben promettente per le future conversazioni con gli alleati e con la Germania impone però d'ora innanzi ai ·quattro alleati obbligo di una salda unione e di un'attiva sorveglianza verso Germania. Questa non è certo in grado di riprendere la guerra ma secondo informazioni belghe francesi e del servizio speciale inglese le organizzazioni segrete diventano sempre più minacciose.

Oggi, dice Hymans, esistono è v·ero due Germanie. Marx e Stresemann vogliono rimanere al potere per adempiere impegno, ma nazionalisti apertamente e oc·cultamente sono al lavoro per neutralizzare opera di adempimento. Contro ciò occorre sorveglianza unione.

Avendo portato discorso sull'importanza capitale che ha per noi la questione dei debiti interalleati che noi non potremmo mai lasciare mettere in seconda linea, Hymans secondo il solito come parte meno interessata ha detto non essere questa una questione urgente. I debiti egli osserva invecchiandosi vanno estinguendosi .automaticamente. Egli ha parlato in ultimo con uomini di finanza americani. Nessuno di loro crede più al ricu,pero di quel credito. Ma americani sono dei « vantards », migliore sistema con loro è di non dire che Europa non pagherà propri debiti e di lasciare in silenzio che tempo compia opera sua. Giunto alle conversazioni per sistemare ferrovie della Ruhr della Renania mi ha detto che a sua grande sorpresa due ,giorni or sono aveva appreso da Parigi che non erano ancora cominciate. Bergmann Acworth sarebbero a Lon· dra. Hymans ha incaricato ambasciata belga Londra informare ragioni ritardo. Al termine della conversazione Hymans ha ripetuto sua viva soddisfazione incontro con V. E. aggiungendo che convegno Milano segnerà principio di una nuova epoca di rapporti tra i due paesi e il migliore auspi·cio per mia missione nel Belgio.

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L'AMBASCIATORE A PARIGI, ROMANO AVEZZANA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. 3114/569. Parigi, 16 maggio 1924, ore 21 (per. ore 0,40 del 17).

Ras Tafari è giunto oggi a Parigi ricevuto alla :stazione dal presidente della Repubblica dal presidente del Consiglio da vari ministri e dalle maggiori autorità militari e civili in conformità al cerimoniale di cui al mio telegramma n. 552 (1). Presidente della Repubblica ha anche accompagnato il Ras nella· sua visita alla municipalità dove sono stati scambiati discorsi improntati alla maggiore cordialità. Così gli onori resi al Ras come la importanza che la stampa attribuisce alla sua visita insistendo sopra la speciale posizione che la Francia occupa in Abissinia richiamano l'attenzione sulla continuità della politica francese in Abissinia che pure dopo la guerra e l'alleanza rimane improntata a direttive in contrasto con quelle dell'Italia e dell'Inghilterra. La Francia ha già possedimenti coloniali vasti e sproporzionati alla sua popolazione per cui è poco probabile che abbia sull'Abissinia mire di carattere territoriale. Influenza che tuttavia si adopera a mantenervi ed il commercio che vi fa delle armi possono fare nascere il sospetto ·che si proponga di ·creare eventualmente in Africa all'Italia ed all'Inghilterra imbarazzi che sarebbero senza dubbio gravissimi. Non so se una tale politica sia veramente profittevole agli interessi francesi in Europa ed alle buone sue relazi!oni coi vicini. Il signor Russell ministro d'Inghilterra in Abissinia qui di passaggio e che io conosco da molti anni ha detto che trovava esagerate le accoglienze fatte dalla Francia al Ras. Egli si proponeva di consigliare al suo Governo forma meno solenne soprattutto per quanto riguardava il ricevimento alla stazione da parte del suo Sovrano tanto più che il Ras non era reggente ed i maggiori affari erano decisi dalla Regina la quale esercitava effettivamente il potere insieme con i suoi consiglieri. Questi ultimi erano in generaie in opposizione ·col Ras che per queste ragioni appunto li aveva condotti seco in Europa. Il signor Russell ha aggiunto di avere più volte suggerito al suo Governo uno speciale accordo con l'Italia riguardo alla Abissinia, azione comune dell'Italia e dell'Inghilterra ad Addis Abeba essendo il solo modo per controbilanciare influenza francese che diveniva sempre più invadente. Tale accordo risultava tanto più opportuno dopo che l'Etiopia per istigazione de:lla Francia essendo stata ammessa nella Società delle Nazioni, il pre·cedente impegno assunto dal

a Par1g1.

l'Inghilter.ra dalla Francia e dall'ltaiia si trovava virtualmente svalutato. Il sig. Russell mi ha chiesto se era a mia conoscenza che di questo eventuale accordo per l'Abissinia si fosse discusso in occasione delle trattative per :iJ. Giubaland.

(l) Tel. n. 3035/552, trasmesso il 13 maggio alle ore 21,45 e pervenuto alle 23 35 dello stesso. g_iorno, non pubblicato, relativo al programma di Ras Tafari durante il suo s~ggiorno

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L'AMBASCIATORE A MOSCA, MANZONI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. 3144/178. Mosca, 17 maggio 1924, ore 21,15 (per. ore 1,10 del 18).

Il presidente Rikoff mi ha pregato di far pervenire al Govemo italiano i suoi ringraziamenti per le facilitazioni e le accoglienze :fattegli nel suo recente soggiomo in Italia (l) di cui ha ammirato l'ordine sviluppato rapidamente, il riassetto economico e generale a cosi breve distanza dalla crisi di -guerra. Egli ha espresso la speranza ed il desiderio pratica applicazione trattato di commercio porterà rapido attivo sviluppo traffi.ci due paesi e interessamento industriali italiani allo sfruttamento ricchezze naturali e dell'industria russa bacino Mar Nero.

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L'AMBASCIATORE A COSTANTINOPOLI, MONTAGNA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. 3140/228. Costantinopoli, 17 maggio 1924, ore 21,45 (per. ore 5 del18).

Telegramma di V. E. n. 1544 (2).

Ho fatto questo pomeriggio comunicazione ad Adnan bey nei termini pre

cisi prescrittimi da V. E.

Adnan ne è rimasto visibilmente impressionato ed ha fatto qual·che tentativo per scusare suo Governo affermando che questo non aveva avuto più lontana idea di offenderei. Invio missione non aveva carattere politico ma esclusivamente tecni-co ecc. Gli ho fermamente ribattuto che. sconvenienza non era stata perciò meno grave e che se anche involontariamente non poteva essere tollerata da un Governo cosciente dei diritti al prestigio ed alla considerazione dovuta ad una grande potenza civile ed amica. Adnan avrebbe voluto che questione si risolvesse fra noi due ma ha finito per promettermi che ne avrebbe subito informato esattamente Governo Angora. Avendomi chiesto .se nostra risposta avrebbe dovuto considerarsi come rifiuto autorizzare visita della missione gli ho detto che ciò non risultava esplicitamente dalla comunicazione di

V. E., ma a mio avviso personale la ·cosa poteva essere chiarita dopo risposta Ismet Pascià. Av'verto V. E. che nella nota di cui al mio telegramma n. 2.26 (3) si parla solamente della visita della missione in Italia nell'ottobre prossimo senza

alcun accenno a itinerari ed a quella negli altri paesi. È mia impressione che la cosa non fu fatta dal Governo turco ·intenzionalmente, ma il correttivo è stato owortuno e gioverà per l'avvenire ad evitare recidiva.

(l) -Rikov era arrivato a Roma il 7 marzo 1924, partito il 9 per Napoli e Sorrento, tornato 1'11 a Roma. Il giorno dopo era partito per Venezia dove era rimasto fino al 21, lasciando quel giorno l'Italia. Secondo alcune notizie, era stato in incognito nuo.vamente a Roma dal 6 al 9 o lO aprile 1924. (2) -Cfr. n. 192. · (3) -Tel. n. 3119/226, trasmesso il 16 maggio alle ore 21 e pervenuto alle 4 del 17, non pubblicato, col quale Montagna comunicava l'arrivo di una nota di Adnan bey richiedente l'autorizzazione all'invio della missione militare turca in Italia.
199

IL MINISTRO A VIENNA, CHIARAMONTE BORDONARO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. 3154/280. Vienna, 19 maggio 1924, ore 14 (per. ore 19).

In questi cireoli politici si mantiene molto riserbo circa visita di Benès a Roma e suoi risultati. Seipel e Griinlberger hanno finora evitato parlarne. Stampa, meno rare eccezioni, si è limitata riprodurre commenti giornali Pra·ga, Belgrado, Roma.

Neue Freie Presse ha dedicato ieri sera un articolo all'avvenimento rilevandone importanza, riassumendone origine e finalità pacificazione e notando come riavvicinanza fra !talla e Cecoslovacchia non può essere che utile per Austria che delle rivalità e diffidenze tra i due paesi ha più volte sofferto. Accennando alla mia a1Iocuzione in occasione presentazione credenziali, articolo conclude con l'osservare essere impossibile che a Roma venga stipulato qualche cosa di dannoso per l'Austria.

200

L'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. u. 3153/440. Londra, 19 maggio 1924, ore 14,59 (per. ore 18,15).

Telegramma di V. E. n. 1564 (1).

Fore1gn Offi·ce ringrazia vivamente V. E. per cortese confidenziale comunicazione. Secondo il solito, Foreign Office non vuoi significare precisamente e espressamente suo desiderio.

Esso ha insistito tuttavia replicatamente sulla circostanza che «in nessun caso governo britannico permetterà che ex-Kedive si rechi nel Regno Unito», !asciandomi così comprendere l'intenzione che governo italiano possa eventualmente seguire un'analoga linea di condotta.

Non ho mancato di fare opportunamente presente nostre intese circa vigilanza ex-Senusso e nostra c-ertezza che governo britannico vorrà tenere nei riguardi di lui identko atteggiamento da noi tenuto verso Foreign Office per quanto riguarda ex-Kedive.

(l) Tel. n. 1564 del 17 maggio, non pubblicato, col quale Mussolini chiedeva il benestare inglese ed egiziano per una richiesta dell'ex Kedive Abbas Hilmi di ottenere sul suo passaporto il visto per l'Italia. Tale benestare era condizionato all'impegno inglese ed egiziano di non favorire l'attività dell'ex Senusso.

201

IL MINISTRO A BELGRADO, BODRERO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. s. 785/256. Belgrado, 19 maggio 1924, ore 19,20 (per. ore 3155 del20).

Mio telegramma Gab. 253 (1).

Ho avuto ieri un lungo colloquio con S. M.; egli mi ha intrattenuto sulla crisi e non mi ha nascosto l'imbarazzo in cui si trovava per risolve.rla, data l'impossibilità di mettere d'accordo i due capi partito Pasic radicale e Davidovich democratico, ·cosi da governare .col parlamento attuale senza ricorrere alle elezioni, dalle quali il re, non capisco il perehè, è assolutamente a1ieno per ora. Il re soggiungeva che dopo tanti tentativi si vedeva forzato all'estremo rimedio di un Gabinetto d'affari presieduto dal generale Stepanovic sua creatura fidatissima. Poichè S. M. aveva la bontà d'espormi la situazione e mi autorizzava ad esprimere il mio avviso, data la mia conoscenza dell'ambiente e degli uomini, io, dopo essermi schermito, dicendo che non potevo immischiarmi negli affari interni del suo paese, ho fatto comprendere al re che con tale soluzione egli, in caso di uno scacco del Gabinetto Stepanovich al parlamento, avrebbe esposto troppo la Corona di cui tale Gabinetto era diretto esponente. Che ritenevo che il Pasic, sicuro ormai che S. M. sarebbe ricorso a tale mezzo estremo, forse avrebbe fatto un ulteriore tentativo. Ieri sera S. M. ha fatto chiamare Nincich; lo ha spedito a Pasic e oggi ha luogo il colloquio dal quale ritengo potrà sortire la soluzione seguente: Pasie con Nincich e qualche leggero mutamento nel ministero; la .....

(2) dei poteri dei deputati radiciani basta allora ..... (2): le vacanze alla Camera fino ottobre. Non nascondo che sarei molto lieto di tale soluzione che permette al Pasic, nostro amico, di rimanere al potere.

202

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, DELLA TORRETTA, A PARIGI, ROMANO AVEZZANA, A BRUXELLES, ORSINI BARONI, E AL DELEGATO ALLA COMMISSIONE DELLE RIPARAZIONI A PARIGI, SALN'AGORAGGI

T. GAB. 5 (3). Milano (4), 19 maggio 1924, ore 20,55.

Le invio con telegramma in chiaro comunicato alla stampa d'accordo coi minitstri belgi e che riassume le due conversazioni di ieri e di stamane (5).

I ministri belgi ed il presidente del consiglio italiano constatano che la questione delle riparazioni resta una causa grave di inquietudini politiche e di crisi econo.miche; essi ritengono che è necessario risolverla senza indugio coll'applicazione del rapporto degli esperti

Come risulta anche da tale comunicato, pur non essendosi ritenuto conveniente di formulare qualche accordo di carattere particoLare, si è potuto constatare la perfetta unità di vedute e di attitudine dei due governi nei riguardi del problema delle riparazioni e questioni connesse e circa il metodo più opportuno per avviare una soluzione quanto più rapida possibile.

Aggiungo in via riservata che in conformità è stata riconosciuta l'utilità di dare istruzioni ai rispettivi rappresentanti di tene11si in stretto contatto per una più efficace collaborazione in materia. Pregola regolarsi di ·conseguenza.

(l) -T. gab. 783/253 del 16 maggio, non pubblicato, relativo alla crisi ministeriale jugoslava. (2) -Gruppo indecifrato. (3) -Il telegramma fu registrato al protocollo del ministero col n. 318. (4) -Mussolini era partito da Roma per Milano il 17 maggio alle 20,45 e riparti da Milano per Roma il giorno 19 alle 20,45. Ebbe con i ministri belgi due colloqui, uno nel pomeriggio del 18 e uno la mattina del 19. Anche Contarini si recò a Milano con Mussolini, ma non partecipò ai due colloqui ufficiali. (5) -Il testo del comunicato Stefani, trasmesso alle ambasciate a Parigi, Londra, Bruxelles, Washington, Berlino e alla Delegazione alla Commissione delle Riparazioni, con tel. gab. 4 in pari data, al termine del convegno italo-belga, era il seguente: • Alla fine della seconda riunione che ha avuto luogo oggi alle ore 11 in prefettura fra i ministri belgi Theunis e HYJllans e l'on. Mussolini è stato redatto e diramato il seguente comunicato ufficiale:
203

L'AMBASCIATORE A PARIGI, ROMANO AVEZZANA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 786/578. Parigi, 19 maggio 1924, ore 21 (per. ore 23).

Rendendomi conto delle considerazioni di cui a:l telegramma di V. E. Gab. segreto n. 3 (l) avevo fino da ieri preso contatto col ministero dell'interno e col capo della pubblica sicurezza per conoscere quali notizie avessero sullo spirito classe operaia e su quello dei ferrovieri, in relazione appunto al viaggio dei sovrani, nonchè per sapere con precisione le misure adottate per la loro tutela durante· il percorso territorio francese.

Mi è stato detto che tutti i prefetti dei dipartimenti attraverso i quali passerà treno reale hanno avuto istruzioni di esercitare la massima sorveglianza sugli elementi dubbi delle rispettive giurisdizioni. Inoltre sono state prese disposizioni perchè siano vigilati tutti i passaggi a livello come i punti di smistamento ed in generale le parti delicate della linea la quale a sua volta è oggetto di speciale vigilanza.

È stato dato pure ordine perchè dalle stazioni sia escluso il pubblico durante la traversata del treno reale. È stato pure disposta una speciale vigilanza. alle frontiere francesi del Belgio e della Spagna ed a quelle marittime per impedire entrata ed uscita di persone sospette. Ministero dell'interno come il Quai d'Orsay, dove oggi ho conferito a tale riguardo con Peretti e con il capo del protocollo, ritengono queste precauzioni sufficienti, tanto più perchè secondo essi una eventuale effervescenza comunisti non sarebbe diretta contro !famiglia reale. Pur r1spettando l'incognito delle LL. MM., prefetto della Savoia è stato incaricato di rkeverle a nome del Governo francese a Modane. A Calais le autorità locali si porranno a disposizione degli augusti viaggiatori.

Telegrafato Milano.

che costituisce una base d'accordo in quanto il Governo tedesco prenda ed eseguisca lealmente

le misure necessarie.

La situazione che sorgerebbe da una eventuale inadempienza volontaria della Germania

ha richiamato attenzione dei ministri. È parso loro possibile un accordo interalleato a questo

riguardo.

È parso loro pure che quando gli scambi di vedute fra i Governi alleati saranno

sufficientemente progrediti, sarà desiderabile la convocazione di una conferenza interalleata

in vista di arrivare alla consacrazione dell'accordo cosi preparato.

I ministri belgi ed il presidente del consiglio italiano fananno ogni sforzo possibile

al fine di conseguire senza indugio la realizzazione del piano degli esperti. Essi riconoscono

ad ogni modo che la questione dei debiti interalleati resta connessa colla soluzione integrale

e definitiva del problema delle riparazioni •·

(l) Trasmesso da Milano il giorno 19 alle 19,50, non pubblicato: opportunità o meno che i Reali passino attraverso la Francia nel viaggio per l'Inghilterra.

204

L'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 788/446. Londra, 20 maggio 1924, ore 21,55 (per. ore 23,50).

Ho avuto oggi conversazione con Mac Donald drca Giubaland e riparazioni (miei teiegrammi odierni Gab. nn. 445 (l) e 447) (2). Nel corso della conversazione primo ministro mi ha chiesto con particolare interesse se nell'occasione della visita sovrani V. E. si sarebbe recato a Londra. Ho risposto evasivamente facendo accenno all'apertura del nostro parlamento ed alla conseguente necessità della permanenza di V. E. a Roma.

Dagli a•ccenni di Mac Donald ho rilevato una volta ancora suo desiderio che visita sovrani possa fornire un'utile occasione per del1e conversazioni con V. E.

205

L'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. s. 789/447. Londra, 21 maggio 1924, ore 21,25 (per. ore 3,50 del 22).

Ho chiesto ieri a Mac Donald impressione da lui ricevuta dalla lettura del comuntcato ufficiale pubblicato a Milano in seguito colloquio da V. E. avuto coi ministri belgi (3). Primo ministro dopo avermi, accennato ·che gli erano ben noti intendimenti sia da parte italiana che da parte belga per la rapida applicazione delle proposte esperti, ha :soggiunto che avrebbe potuto formarsi un giudizio più preciso non appena gli fossero pervenute informazioni più dettagliate. Dal1a conversazione ho rilevato però ·che sua attenzione si era fermata sull'accenno contenuto nel comunicato Stefani cir.ca debiti interalleati e che quell'accenno lo aveva piuttosto impressionato. Primo ministro infatti ha trovato modo di accennare che non era possibile sistemare questione debiti interalleati senza la diretta partecipazione dell'America ad un aggiustamento ,generale, ripetendo noto concetto che non era ammissibile che l'Inghilterra dovesse da sola sopportare peso di tutti sacrilfici. Ho avuto così ·conferma di quanto già riferito a V. E. (mio tel. Gab.

n. 368 del 19 aprile) (4); e che cioè primo ministro vuole evitare ora ogni discussione sui debiti come su ogni altlia questione generale inerente al problema delle riparazioni e dedkare tutta la sua azione diplomatica alla sola ed esclusiva messa in atto del rapporto degli esperti. Seguendo questo concetto primo ministro ha continuato col dire che egli ·considerava una grande disgraz.ia n forzato ritardo che è stato frapposto alla rapida attuazione delle proposte comitato Dawes dalla ·crisi ministeriale franc·ese. Primo ministro ha soggiunto che purtroppo per il momento non vi era altro da fare che lascia.re lavorare note commissioni di Parigi (commissione per le ferrovie, per le dogane ecc.) ed

~ -Documenti diplomatici · Serie VII · Vol. III.

aspettare avvento del nuovo governo in Francia con cui trattare. Ha concluso che in tal senso aveva risposto a Poincaré il quale aveva tentato ·con la sua ultima lettera personale di continuare con lui discussione sulle varie questioni inerenti alle riparazioni.

Aggiungo che capo dell'ufficio competente mi ha anche egli ripetuto oggi che primo ministro è d'avviso che per il momento non debbasi discutere nessun'altra questione che stia al di fuori della meTa applicazione del rapporto degli esperti.

(l) -Tel. gab. s. 787/445, trasmesso il 20 maggio alle ore 21,15 e pervenuto alle 2 50 del 21, non pubblicato: consenso di Mac Donald all'invio di una delegazione di esperti itali~ per concordare una convenzione circa le tribù nomadi del Giubaland. (2) -Cfr. n. 205, che però risulta del 21 maggio. (3) -Cfr. p, 125 nota 5. (4) -Non pubblicato, relativo al punto di vista di Mac Donald sul problema delle riparazioni.
206

MEMORANDUM DELL'INCARICATO D'AFFARI D'INGHILTERRA A ROMA, KENNARD, PER IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

(Tra,duzione)

Roma, 21 maggio 1924.

L'incaricato d'affari di S. M. Britannica ha ricevuto stamane un telegramma dal Se,gretario di Stato di S. M. Britannica per gli affari esteri che .gli dà istruzioni di informare S. E. il Presidente del Consiglio che il Sig. Mac Donald ha letto con molta soddisfazione la franca ed amichevole lettera direttagli da S. E. il 2 maggio (1), nonchè di assicurare S. E. che egli sarà lieto di concludere senza ulteriore indugio l'accordo per il Giubaland raggiunto fra Lord Milner ed il Sig. Scialoja. Se il Sig. Mussolini vorrà ora inviare i suoi esperti a Londra, gli esperti britannici .saranno pronti ad aprire immediatamente le dis,cussioni.

Per quanto riguarda la questione del Dodecanneso, l'incaricato d'affari di

S. M. Britanrrica ha ricevuto istruzioni di informare il Presidente del Consiglio che il sig. Mac Donald è lieto di prendere nota della decisione di S. E. di discutere ·con la Grecia la conclusione di un equo e dia:etto accordo, ed egli ha letto con interesse l'esposizione più dettagliata delle intenzioni di S. E., che questi espreSise nella sua conversazione con l'ambasciatore di S. M. Britannica il 2 corrente. Il Sig. Mac Donald confida ·che ora che l'Italia e le altre grandi Potenze hanno riconosciuto il nuovo regime in Grecia, S. E. il Presidente del Consiglio non indugetrà ad aprire tali negoziati, ed ha fiducia che dopo l'amichevole scambio di vedute che ha avuto ora luogo fra lui stesso ed il Sig. Mussolini, quest'ultimo non mancherà di tenerlo informato del corso e dei risultati delle sue d~scussioni col Governo greco (2).

(l) -Cfr. n. 165. (2) -ll memorandum fu trasmesso a Della Torretta, il 23 maggio. ore 24 (t. gab. 320) con la seguente aggiunta: • Chiesi all'incaricato d'affari se il signor Mac Donald avrebbe avuto obiezioni a diramare alla stampa un comunicato riguardante l'accordo per il Giubaland. Kennard mi ha fatto oggi sapere che Mac Donald approvava tale proposta e che a meno di no.stro contrario avviso sarebbe stato pubblicato dalla stampa inglese domani sabato un comunicato che da parte mia farò qui pubblicre negli identici termini •. Cfr. anche n. 210.
207

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, AGLI AMBASCIATORI A PARIGI, ROMANO AVEZZANA, A LONDRA, DELLA TORRETTA, E A BERLINO, DE BOSDARI

T. GAB. 319. Roma, 22 ma.ggio 1924, ore 24.

Per opportuna norma V. E. stimo necessario aggiungere quakhe informazione suppletiva al comunicato ufficiale diramato alla chiusura della conferenza itala-belga Milano (1).

Sta di fatto •che si è realizzata una specie di unità azione italo-belga problema riparazioni in conseguenza accettazione rapporto Dawes (2).·

Linee essenziali ·Comunicato furono approntate da me, discussione si impermo su necessità conciliare mediante azione coordinata italo-belga divergenze franco-inglesi su questione sanzioni caso inadempienza tedesca. V. E. conosce termini questa divergenza grave. Francia vuole fissare· fin d'ora sanzioni prendere caso inadempienza, Inghilterra dichiara che ciò potrà essere stabilito e discusso quando ·caso inadempienza sarassi verificato; per superare questo scoglio bisogna prospettarsi un genere di sanzioni non politiche meno ancora militari e territoriali, ma .sempHcemente ordine economico. Non vedo altro mezzo per conciliare due opposti punti di vista Francia Inghilterra. A ciò riferiscesi pure comunkato •conclusivo •coillferenza Milano. Bisogna ehe Francia escluda dal novero possibili sanzioni quelle ordine politico militare per limitarsi a quelle eventuali di natura semplicemente economica nel qual caso anche Inghilterra dovrebbe avvicinarsi linea transattiva proposta convegno itala-belga.

Giacchè questione di una conferenza internazionale è aecennata eomunicato, voglia tenere conto che tale conferenza deve essere convenientemente preparata per le vie ordinarie e che mio vivissimo desiderio è che si tenga in una località sui laghi alta Italia. Voglia anche V. E. mettere in luce attività diplomatica Italia inspirata non solo difesa propri interessi ma anche conservazione pace mondo.

208

L'ONOREVOLE GIURIATI (3) AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. P. 795/239. Buenos Ayres, 23 maggio 1924, Oll"e 16 (per. ore O,J5 del 24).

Fatiche straordinarie sostenute ultimameillte e lotta sorda continua massoneria hanno gravemente danneggiato mia salute tanto che non sono in condizioni ·continuare crociera senza gravissimo danno missione. Pertanto prego V. E. autorizzal'mi telegrafìeamente rimpatriare •con Giulio Cesare che parte 27 cor

rente. Poichè essendo assolutamente necessario che continui ambasciata propongo nomina altro ambasciatore 'che potrebbe raggiungere nave Santiago. Prego farmi conoscere arrivo disposizioni per Cipolato ·che cessa essere mia disposizione e deve adempiere servizio militare nonchè miei documenti via.ggio.

(l) -Cfr. p. 125 nota 5. (2) -Cfr. anche quanto telegrafava Salvago-Raggi a Mussolini in pari data, ore 18. (3) -Giurìati guidava, col titolo di ambasciatore straordinario di S. M. il Re d'Italia presso le repubbliche dell'America latina, la crociera della nave Italia nell'America latina. La crociera, con partenza e ritomo alla Spezia, ebbe inizio il 18 febbraio e si chiuse, sempre guidata dal Giuriati, il 20 ottobre 1924. Al suo termine Giuriati consegnò una relazione, mteressante per le osservazioni sullo spirito degli italiani dell'America Latina e per i suggerimenti circa un miglior funzionamento dell'amministrazione degli Esteri (minuta in casa Giuriati).
209

L'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. S. RR. P. 796/452. Londra, 23 maggio 1924, ore 21,15 (per. ore 0,15 del 24). Decifri Ella stessa.

Certezza che si ha ormai che V. E. non accompagnerà nostri augusti S<l'VI'ani nella loro visita a Londra produce un senso di rincrescimento sia nei circoli di corte che nelle sfere governative. Mi corre obbligo di segnalare alìa E. V. quanto precede e sottoporle mio avviso della opportunità di una comunicazione circa ra.gioni che le impediscono viaggio.

210

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA

T. GAB. 321. Roma, 23 maggio 1924, ore 24. Prego V. E. comunicare personalmente a Mac Donald quanto segue: «L'on. Mussolini è favorevole pubblicazione ,comunicato annunciante conclusione accordo per il Giubaland e lo diramerà a mezzo agenzia Stefani in termini identici a quello che sarà costì pubblicato e che ci è stato comunicato da questo incaricato d'affaa-i britannico (1). R. Governo è lieto conclusione accordo che avrà le migliori ripercussioni sull'opinione pubblica italiana e fortiJficherà amichevoli relazioni fra i due popoli. Conformemente intese precedenti R. Governo ritiene che conclusione di tale accordo non ha; ormai ,più alcuna dipendenza con questione Dodecaneso circa soluzione della quale tuttavia il R. Governo si ripromette in segno amicizia di tenere al corrente Governo inglese». ldentica comunicazione faccio pervenire in forma di promemoria a questo

incaricato d'affari britannico in rtsposta al promemoria di quest'ultimo di cui ho comunicato il testo a V. E. con altro mio odierno telegramma (1).

211

L'AMBASCIATORE A COSTANTINOPOLI, MONTAGNA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. 3249/235. Costantinopoli, 23 maggio 1924 (per. ore 3,25 del 24). Ieri mattina Giumuriet nuovo quotidiano locale turco ligio a Governo An

gora pubbUcava telegramma della capitale in cui si asseriva che secondo le notizie autentiche colà pervenute, Italia procedeva al concentramento truppe in

Sicilia che ignoravano se fossero dirette contro ribelli medesimi [sic], ma che anche circoli ufficiali vi prendono interesse e vigilano. Mi affrettai a smentire categoricamente falsa e subdola informazione. Smentita venne an,che pubblicata dai giornali del pomerig,gio. N el corso della visita fatta da Adnan bey ier sera lasciai cadere conversazione sulla notizia del Giumuriet. Dissi subito che era inventata di sana pianta e che avevo già anche smenttto. Avendo egli osservato che anche la ,cosa provocava emozione nell'opinione pubblica, ribattei indignato non essere ammissibile ,che sulla base di notizie frutto di leggerezza di fantasia inconsulta e maligna si creavano simili movimenti di opinioni. Nella fattispecie tanto meno tollerabile per il fatto che Governo turco invece d'arginare ha lasciato liberamente trasmettere infondata informazione. Conclusi ,coll'augurio che la mia smentita sarebbe vaLsa ad evitare nuovi ,scandali da parte stampa locale. Adnan si astenne dal replicare e rimase riservato. Stamane tutti i periodici locali hanno pubblicato notizia. Malgmdo quest'ultima in arttcolo di fondo e nota di commento stampa d atta,cca in termini violentissimi. Essa ritorna con imprudenza a noto sospetto circa mire italiane in Oriente e accusa R. Governo intenzione aggressiva contro Turchia. Siamo ad una nuova campagna giornalistica italofoba. È mia impressione che questa volta sia stata provocata da Angora stessa, naturalmente non manca chi soffia sul fuoco.

(l) Cfr. n. 206.

212

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI. ALL'ONOREVOLE VOLPE

L. Roma, 23 maggio 1924.

La prego vivamente di far ces.."'élre la pubblicazione del Bollettino degli Amici della Cor:sica. Esso può danneggiare la causa stessa che vorrebbe servire, e procUll'a non pochi fastidi anche al gruppo degli autonomisti corsi, che sono esposti alla vigilanza sospettosa delle autorità locali.

Conto perciò IS<Ul Suo autorevole intervento perchè ,gli Amici della Corsica si astengano da ogni manifestazione.

213

IL MINISTRO A BUDAPEST, DURINI DI MONZA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. 3258/200. Budapest, 24 maggio 1924, ore 14,20 (per. ore 19).

Mio telegramma n. 181 (1).

Questo ministro cecoslovacco in occasione visita fattami per felicitarsi accordo intervenuto fra i nostri Governi, mi disse di avere in proposito ricevuto relazione da Benès.

Come prevedevo anche il ministro degli affari esteri mi intrattenne dell'argomento mostrando qualche apprensione ,che in ,seguito recente intesa Italia potesse comunque essere indotta a prendere partito per Cecoslovac-chia contJ:o

Ungheria nelle molte questioni ancora pendenti tra i due paesi e specialmente in seno alla Società delle Nazioni a proposito probabili proteste che minoranze ungheresi di Slovacchia si appresterebbero a far pervenire a Ginevra dopo il recente decreto a loro assai sfavorevole.

Mi fu facile dimostrargli assoluta infondatezza dei suoi timori, ma una parola di riasskurazione da parte di V. E. cirea immutati nostri sentimenti amichevoli per questo paese riuscirebbe qui certo assai gradita (1).

(l) Tel. n. 2684/181, trasmesso il 25 aprile alle ore 15,40 e pervenuto alle 18,45 dello stesso giorno, non pubblicato, coJ quale Durini chiedeva informazioni sulla fondatezza della notizia pubblicata dalla stampa ungherese di un prossimo trattato di amicizia italo-cecoslovacco.

214

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA

T. GAB. 322. Roma, 24 maggio 1924, ore 18.

Suo n. 452 (2).

Odierna inaugurazione nuova legislatura e lavori inizio sedute par1amentari richiedono assolutamente mia presenza Capitale. Impossibilità mio viaggio sarà facilmente ,compresa in codesto paese eminentemente parlamentare e V. E. vorrà addurre suesposte ragioni a spiegazione mia assenza.

215

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, ALL'AMBASCIATORE A MOSCA, MANZONI

T. R. 1636. Roma, 25 maggio 1924, ore 3.

Suo telegramma n. 160 (3).

Ministero deHa marina in base ragioni tecniche e ritenendo inopportuno mescolanze lavoro sotto qualsiasi forma nostro personale ,con elementi russi si è dichiarato contrario entrare in trattative con codesto Governo per dragaggio Mar Nero. Proposta russa è quindi da declinarsi allegando difficoltà tecniche.

Tutt'al più ove V. E. lo ritenesse assolutamente opportuno per ragioni politiche potrebbe esaminami ipotesi offrire Governo russo invio ,squadrigUa quattro dragamine per dragare approcci Odessa purchè equipaggiata e diretta esclusivamente nostro personale. In tal ,caso prego però V. E. riferirmene prima di dare alcun affidamento a cotesto Governo.

216

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, ALL'AMBASCIATORE A COSTANTINOPOLI, MONTAGNA

T. 1640. Roma, 25 maggio 1924, ore 3.

Decifri da sè.

Atteggiamento stampa turca compresa quella che rispecchia pensiero governo Angora ,comincia suscitare vivo senso indignazione R. Governo nonchè opinione pubblica italiana. Prego V. E. ripetere ancora una volta che concentramenti truppe Sicilia non esistono e ,che aumento guarnigioni lo-cali dovuto chia·

• rispondere di si •.

mata classe 1904. Voglia aggiungere che Italia non ha akun:a mira che possa ledere sovranità territoriale politica Tuil",chia e lo dimostra coi fatti. Voglia aggiungere ancora ,che Italia è desiderosa vivere i:n pace ,con tutti compresa Turchia alla quale Italia ha dato durante lunghe trattative Losanna prove tangibili amicizia. Poichè atteggiamento stampa turca è intenzionalmente provocatorio e poichè potrebbe determinacrsi situazione delicata prego V. E. tenermi quotidianamente informato situazione.

(l) Le ultime due righe sono sottolineate e recano l'annotazione di pugno di Mussolini:

(2) -Cfr. n. 209. (3) -Tel. n. 3003/160, trasmesso il 10 maggio alle ore 21,40 e pervenuto alle 1,50 dell'll, nan pubblicato, col quale Manzoni chiedeva se il ministero della marina fosse disposto a inviare dei dragamine per il dragaggio del Mar Nero.
217

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA

T. GAB. RR. 323. Roma, 25 maggio 1924, ore 13,50.

Decilii Ella stessa.

A ragioni e1sposte nel mio telegramma Gab. n. 322 (l) V. E. vorrà aggiungere che, comunque, precedenti non giustLficherebbero qualsiasi sgradita impressione per il fatto ·che io non ac,compagni nostri augusti sovrani nella loro visita. Basti ricol.'dare che nessun ministro britannico aocompagnò re Giorgio l'anno scorso nel suo viaggio a Roma.

Sembrami tuttav,ia questa una propizia occasione per informare Ma,c Donald del mio vivissimo desiderio di incontrarmi con lui per un utile scambio d'idee sui problemi polibci attuali, convinto che esso potrebbe assai ,giovare a determinare direttive di efficace collaborazione nell'interesse dei due paesi e del riassetto generale dell'Europa. Siffatte conversazioni possono effettuarsi più tranquillamente quando non vi si:ano le complicazioni di solennità e di cerimonie indispensabili in occasione di visite reali.

Comprendo che è egualmente difficile a me e a Mac Donald, ambedue assocrti dalle ,cure parlamentari, una assenza anche breve dalle dspettive capitali. Ma forse l'unico mezzo di superare le difficoltà sarebbe quello di dividere la distanZJa ed incontrarci a mezza strada profittando di una fine di settimana. Non rpotendo per ovvie ragioni scegliere qualche località della Francia, dovremmo arrestarci' in qualche città della Svizzera ·Che trovisi sul percorso dei grandi treni internazionali, come ad esempio Losanrra. Se il signor Mac Donald entrasse in quest'ordine di idee potremmo subito 'Concretare l'itineranio per un incontro a breve scadenza.

218

L'AMBASCIATORE A PARIGI, ROMANO AVEZZANA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 799/609. Parigi, 25 maggio 1924, ore 14,15 (per. ore 17,05).

Telegramma di V. E. Gab. n. 307 (2).

D'accordo con questo Governo abbiamo concretato seguente progetto di comunicato come norma comune di 'linguaggio con quello di Angora relativo noto accordo per l'Oriente: «Il résulte des articles parus dans queLques journaux tures qu'une inquiétude se serait manifestée dans les milieux Gouverne

ment d'Angora au sujet d'un prétendu accord secret entre la Fil'ance et l'!talie visant à l'Orient. Il est probalble que ces bruits se réfèrent à des ententes envisagées entre groupes lfrançais et italiens pour se preter un appui financier en vue de la réalisation d'entreprises industrielles et commevciales, dans le proche Orient, ententes auxquelles les deux Gouvernements se sont montrés favorahles ».

Per le opportune comuni.cazioni al Quai d'Orsay, prego telegrafarmi approvazione o modificazioni (1).

(l) -Cfr. n. 214. (2) -Cfr. n. 190,
219

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, ALL'AMBASCIATORE A WASHINGTON, CAETANI

Roma, 25 maggio 1924, ore 20.

T. RR. 1648. Suo telegramma n. 12 del 18 gennaio scorso. Benchè non sia intervenuto finora alcun fatto nuovo e questi~me rimanga

per noi immutata, interessa molto R. Governo di avere precise informazioni circa l'atteggiamento del Governo degli Stati Uniti di fronte alla Convenzione anglo-franco-spagnola per Tangeri.

Prego rinnovare nel modo più opportuno e discreto indagini accurate e telegrafarmi.

220

L'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. s. 801/458. Londra, 25 maggio 1924, ore 22,30 (per. ore 8 del 26). Telegramma di V. E. Gab. n. 319 e precedenti sullo stesso argomento da Milano in data 19 corrente (2).

Ho ·comunicato al mio collega ;belga istruzioni di V. E. tenermi stretto ·con

tatto con lui per una più efficace collaborazione civca questione riparazioni.

Ambasciatore del Belgio che da parte sua aveva ricevuto dal suo Governo istru

zioni ispirate stessi concetti di quelle a me impartite da V. E. mi ha dato lettura

di un ampio dettagliato dispaccio di Hymans contenente particolari tutti i col

loqui Milano. Gli ho riferito a mia volta informazioni fornite da V. E. e d'accordo

abbiamo riconosciuto opportunità usare la maggiore riserva circa nostra colla

borazione sia per evitare che Governo britannico sospetti azione solidale desti

nata premere 1su di .esso e sia per non svegliare sospetti da parte Francia. Non

mancherò conformarmi strettamente istruzioni di V. E. circa futura conferenza,

preparazione di essa, e desiderio di V. E. relativamente scelta sede. A questo

proposito debbo riferire che Mac Donald fino dal momento che ha riconosciuto

necessità ·conferenza ha lasciato scorgere intenzione che essa abbia luogo a

Londra.

Assicuro infine V. E. che nelle mie •conversazioni con Mac Donald ho già fatto rilevare ·Che attività Governo italiano si è costantemente prefissa oltre che naturale difesa suoi intere,ssi, scopo più ampio della pa.ce generale.

n. -325, con l'aggiunta, comunicata anche a Parigi: • Sarei favorevole a tale progetto di comunicato aggiungendo però alla fine la seguente frase: " et qui auraient en tout cas des buts absolument pacifiques et d'ordre exclusivement économique ".

Prego però ad ogni modo telegrafarmi suo pensiero in proposito •.

(l) -Il telegramma fu ritrasmesso a Costantinopoli in data 27 maggio con tel. gab.

(2) Cfr. nn. 207, 202 e p. 125 nota 5.

221

IL MINISTRO AD ATENE, BRAMBILLA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. 3297/172. Atene, 26 maggio 1924, ore 22,40 (per. ore 23,50). Telegrafano da Roma a 'questi giOTnali avere V. E. fatte dichiarazioni a:l corrispondente del Daily News 'di Chicago ci!'ca massacro missione Tellini rammentando responsabilità greca contro cui Italia senti il dovere di agire, oltre al resto, in difesa della moralità internazionale, della pace nei Balcani ed interessi della .civiltà. Giornali cui linguag,gio in questi ultimi tempi è andato assumendo carattel'e di corretta moderazione colgono occasione per mettere in rilievo e commentare aspramente non placato rancore dell'Italia contro la Grecia nono

stante ripetute ufficiali assicurazioni di amichevoli d~osizioni da parte del Governo italiano.

222

FANNOLI, AL MINISTRO A DURAZZO, DURAZZO (l)

L. Valona, 26 maggio 1924. I nostri dirigenti introvabili [sic] hanno indubbiamente esposto alla E. V. il loro punto di vista sull'attuale crisi interna che attraversa l'Albania. È dunque giusto che lei mi permetta di sottomettere brevemente il punto d1 vista dell'altra parte a nome dei miei colleghi dell'opposizione. La nostra non è una lotta di classe, ma una lotta fra g1i elementi patriottici ed onesti del paese da una parte, ed i briganti, i mercenari ed i reazionari, refrattari ad ogni progiresso civile, dall'altra. Dopo aver lottato per mesi nel parlamento defunto e, nell'assemblea morta nata per dare al paese un governo decente che gli facesse onore all'estero e che si sforzasse coscienziosamente a risolvere i problemi interni, abbiamo constatato con nostro profondo rammarico che i mezzi parlamentari non portarono ad alcun risultato. I nostri dirigenti di Tirana e delle nostre requisitorie e dell'opinione pubblica e degli inte!'essi nazionali [sic]. Non ci restava che pigliare le armi e mar.ciare su Tirana, seguendo l'esempio ·classico del vostro illustre Duce. Lo scopo principale di questo movimento è di dare aH'Albania un governo albanese con una direttiva politica propria, al disopra di ingerenze balcaniche, ritenendo che la politica del governo attuale è rovinosa dal punto di vista estero e disgregatrice dal punto di vista interno. Il ·conflitto, pensiamo, non si prolungherà poichè abbiamo dalla parte nostra e l'opinione pubblica e quasi tutto l'esercito con la gendarmeria. All'argomento irrefutabile della forza superiore i nostri avversari si inchineranno in brevissimo tempo. Ma può dar:si •Che resisteranno colle forze irregolari, trascinando il paese ad una guerra civile, ed è per questa eventualità che ci rivolgiamo alla V. E. Poichè se il conflitto fosse prolungato, i nostri buoni vicini, che stanno sempre in agguato potrebbero approfittare per ·creare dei torbidi nei ·confini e per :preparare delle invasioni dal Nord

e dal Sud. Il governo italiano può facHmente risparmiare all'Albania questa calamità nell'interesse comune dei nostri due paesi. Un cenno dell'onorevole

Mussolini basterebb€ per indurre i nostri vicini a non immischiarsi nei nostri affari interni ed a lasciar.ci regolarli come meglio crediamo.

Alla V. E., che ha fatto tanto !J)er il riavvicinamento i.talo-albanese, non sfuggirà certo questa oecasione di rendere un servizio insigne all'Albania ed all'Italia e di rinforzare i legami che uniscono i due paesi, legami di razza, di cultura e di interessi materiali. Ci lusinghiamo di •credere ·che nel campo dell'opposizione attuale l'Italia ha dei ferventi amici, la sincerità dei .quali non può essere messa in dubbio, e siamo persuasi che, se usciremo vittoriosi da questa lotta, non solo tutte le vertenze pendenti fra i nostri govexni saranno appianate in un modo soddisfacente per amb€due le parti, ma ·che saranno effettuati degli accordi ulteriori, atti a rendere i nostri rapporti ancora più intimi.

S. E. l'On. sig. Mussolirri col :suo gesto energico dopo l'uccisione del com-· pianto generale Tellini ha salvato, indirettamente, l'Albania da una duplice invasione greco-sexba. Tutti gli albanesi gliene sono riconoscenti e sono sicuri che, se durante la crisi attuale, i nostri v.icini volessero mettere in esecuzione il piano ·che fallì allora, il Duce li dissuaderà colla severità e la laconicità che lo caratterizzano e che ispirano il dovuto rispetto ai ricalcitranti.

Nella speranza di avere l'appoggio morale di V. E., ecc.

(l) Trasmessa in copia al ministero con tel. posta n. 720/123 del l giugno.

223

L'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 807l 465. Londra, 28 maggio 1924, ore 20,55 (per. ore 21,45).

V. E. avxà rilevato da resoconti delle nostre agenzie calorosissime accoglienze qui state fatte ai nostri augusti sovrani. Tutto il mondo :politico e sociale di questa ·Capitale mi ha manifestato sentimenti di vivissima simpatia ed ammirazione verso nostr-i reali ed il nostro paese; ed ho notato come casa regnante inglese, dignitari della corte e le principali personalità politiche tengono a dimostrare in modo particolare la loro amicizia e la :loro profonda deferenza al nostro re. Ieri sera ebbe luogo alla R. ambasciata pranzo ufficiale. Vi ·convennero oltre sovrani d'Italia e Inghilterra il principe di Galles, duchi di York, duca Connaught, primo ministro e tutti gli antichi ministri degli affari esteri e primi ministri britannici nonché alte cariche di corte e persone più in vista società: seguì un ricevimento. Oggi tutte le rappresentanze •Colonia italiana Londra sono state da me presentate augusti sovrani. Colonia ha preso occasione da questa cerimonia per tributare ai sovrani ed ai principi reali entusiastica dimostrazione [che mi ha profondamente commosso].

224

L'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 808/466. Londra, 29 maggio 1924, ore 15 (per. ore 19,50). Telegramma di V. E. n. 329 (1). Ho avuto cura di spiegare Mac Donald ragioni che non hanno consentito a

V. E. accompagnare augusti sovrani nella loro visita a Londra. Ho quindi accen

nato vivo desiderio di V. E. incontro con lui per un opportuno scambio di idee sulle principali questioni politiche toccando anche località incontro. Primo ministro il quale aveva già notizia desiderio di V. E. per informazioni ricevute da Roma mi ha risposto situazione parlamentare non gli ·consente assolutamente allontanarsi anche un giorno dall'Inghilterra. Soggiunse che nella brevissima interruzione che subiranno prossimamente i lavori parlamentari egli ha già preso impegno recarsi in Scozia. Mi ha detto che dopo il 15 giugno prossimo si troverà di ritorno a Londra e sarebbe lietissimo fissare allora incontro con V. E. Egli dubita però sempre a causa predetta situazione parlamentare incontro possa aver luogo località diversa da Londra. Mi risulta infine che comunicazione analoga a quella da me sopra riferita verrà pure fatta a V. E. da codesta ambasciata britannica. Aggiungo ad ogni buon fine che situazione parlamentare è divenuta in questi ultimi giorni sempre più tesa e delicata. Si parla infatti di possibile imminente crisi.

(l) Sic! ma deve trattarsi del telegramma pubblicato al n. 217, relativo appunto allo stesso argomento.

225

L'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. 3371/470. Londra, 29 maggio 1924, ore 21,30 (per. ore 2 del 30).

In una nota politica Manchester Guardian ~riferisce .che E. V. ha invitato Mac Donald ad un convegno in Svizzera allo scopo di discutere riparazioni e situazione generale europea.

Giornale aggiunge essere a sua conoscenza che Mac Dona1d non sia stato in grado accettare per il momento tale invito giac·chè opinione ufficiale ritiene .che siffatto incontro sia prematuro stante ·che nuovo Governo francese non ha potuto ancora mettersi al 'lavoro e stante che situazione in Germania non è per niente chiara.

226

L'AMBASCIATORE A PARIGI, ROMANO AVEZZANA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 810/626. Parigi, 29 maggio 1924, ore 22,15 (per. ore 1,10 del 30).

Telegramma di V. E. Gaib. n. 319 (1).

Ho .sondato oggi il terreno per mezzo di !Persone amiche vicine agli uomini che si dispongono prendere governo per 'conoscerne le disposizioni relative al desiderio espressomi da V. E. che la preconizzata conferenza per le riparazioni abbia luogo in Italia. Mi si è osservato ·Che pur dovendosi prevedere una evoluzione nell'atteggiamento delle sinistre verso il governo nazionale italiano quando quello assumessesi le responsabilità del... (2) non sarebbe però loro possibile, ~ome primo atto di governo, di andare a Canossa facendosi iniziatori ovvero

appoggiando una conferenza sotto la presidenza... (l) il cui regime hanno cosl violentemente attaccato sia pure per scopi di politica interna.

A tal motivo di carattere particolare se ne aggiunge uno più generale e cioè che questa opinione pubblica considera il problema delle riparazioni tedesche come di interesse francese ed in secondo luogo Francia decisamente non comprenderebbe che la conferenza si spostasse dal triangolo Parigi e Londra Bruxelles; nè i nuovi governanti (che incontrano così grande difficoltà ad insediar:si) oserebbero mettersi contro siffatti sentimenti senza che vi fossero speciaLissime ragioni per farlo.

Infine altre obiezioni alla riunione della ·conferenza in Italia sarebbero quelle della inesperienza di Herriot e degli altri suoi collaboratori. Essi, profittando della considerazione che la questione delle riparazioni è di interesse nazionale, desidererebbero tenersi in contatto per quanto è possi!bile coi principali uomini politici che li hanno finora trattati, anche da :parte avversaria. Recandosi in Italia ne sarebbero separati e non potrebbero facilmente consultarsi.

Non mancherò tuttavia di mantenere gli opportuni contatti per il caso che si offra una situazione favorevole per rimuovere le obiezioni sopra ·rifferite.

(l) -Cfr. n. 207. (2) -Gruppo indecifrato.
227

L'INCARICATO D'AFFARI A COSTANTINOPOLI, TOSTI DI VALMINUTA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. 3438/252. Costantinopoli, 31 maggio 1924, ore 21,30 (per. ore 3 del l giugno).

Giornali di questa sera pubblicano seguente telegramma dell'ufficiosa agenzia Anatolia: «Ieri l'altro una ·compagnia truppa italiana sbarcata a Rodi. SJ. parla finora di contingenti appartenenti a tre o quattro diversi reggimenti. Es:si provengono da Messina e Bari. Principe Aimone nipote del re è a sua volta a Rodi. Si dice che egli assumerà un comando. Sotto pretesto di dedicarsi aa.Ia pesca imbarcazioni in veste inusitata percorrono il litorale Scalanova e Seke ». Queste notizie sono stampate in grossi caratteri, con commenti sensazionali. Alcuni periodi·ci greci pubblicato perfino edizioni straordinarie. Alle assurde e reiterate interpretazioni allarmistiche ho opposto energica sdegnosa smentita. Solo domani mi sarà possibile avere colloquio con Adnan. Mi riservo protestare con lui perchè Governo turco che doveva fare nota dichiarazione in relazione ultima tendenziosa pubblicazione (telegramma ambasciata 247 del 27 corrente) (2) lasci che sua agenzia uffic.iosa propaghi notizie ·Che servono ad aizzare indegna gazzarra di stampa (3).

{l) Gruppo indecifrato: c di V. E.•.

{3) Annotazione di pugno di Mussolini: c Chiamare per domani l"ambasciatore è ora di finiamola! •

(2) Tel. 3334/247, trasmesso il 28 maggio alle ore 12 e pèrvenuto alle 16 dello stesso giomo, non pubblicato, relativo alla campagna antitaliana della stampa turca.

228

IL SEGRETARIO DELLA “SOCIETA NAZIONALE DALMAZIA”, RONCAGLI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

L. P. s. Roma, 31 maggio 1924. Qualche giornale torna a parlare un po' troppo apertamente di Dodecanneso. Stamane per esempio Il Messaggero stampa ·che « l'Italia può anche pensare a

discutere ancora del Dodecanneso»: (art. di fondo Italia e Inghilterra nel Mediterraneo).

Secondo me ciò è molto pericoloso. Discutere di Dodecanneso vorrebbe dire essere disposti anche a ·cederlo, d.n tutto o in parte; e noi non dobbiamo cedere, nè ora nè mai, neanche uno scoglio di quell'arcipelago.

Molti anni fa, nel 1913, Thaon di Revel, allora •capo di stato maggiore, mi pregò di suggerirgli quali isole del Dodecanneso sarebbe stato a mio avviso utile conservare e quali si 'sarebbero potute abbandonare.

Studiai la questione e ri.sposi .sostanzialmente cosi: « conservarle tutte; non perchè tutte abbiano, singolarmente considerate, un valore strategtco o tattico, ma perchè si può giurare che quelle che noi abbandonassimo diventerebbero un giorno sentinelle altrui contro di noi».

Sono sempre dello stesso parere; anzi lo sono più che mai quando vedo che il sig. Mac Donald ha in proposito «mangiato la foglia».

Rispetto alla linea delle Indie, l'Italia, la Libia e il Dodecanneso rappresentano posizioni strategiche tali da poter facilmente diventare un giorno e con una spesa relativamente assai piccola, formidabili minaccie contro il traflko inglese. Perdere o anche soltanto sva:lutare il Dodecanneso con una eessione totale o parziale, significherebbe compromettere in gran parte questa forza politica che oggi abbiamo in mano e possiamo abilmente far giuocare quando occorra, verso l'Inghilterra.

Io spero che Revelnon si sia dimenticato di quel mio parere, dato per di più in tempi quando non era prevedibile quello ehe oggi lo è: ossia l'importanza che assumono i mezzi nuovi di guerra navale e aerea. E spero che non vogllia dar retta ad eventuali suggerimenti di tecnici miopi, della possLbile presenza dei quali, per la profonda eonoscenza che ho della marina, ho motivo di preoccuparmi e non poco.

Da un pezzo volevo confidarle questo ehe le scrivo. Lo fa·ccio oggi spinto dal fatto che già si discute in pubblico di Dodecanneso e d'altre cose mediterranee delle quali sarebbe tanto bene tacere.

229

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, ALL'AMBASCIATORE A MADRID, PAULUCCI DE' CALBOLI

T. GAB. 329. Roma, 1 giugno 1924.

Prego V. E. rendersi interprete presso S. M. re Alfonso e presso S. E. Primo de Rivera mio profondo rincrescimento per assoluta impossibilità accompagnare

nostri augusti sovrani nella loro visita a causa lavori parlamentari già iniziati. A S. E. De Rivera prego comunicare che invio costì espressamente mio capo gabinetto marchese Paulucci de' Calboli Barone latore mia lettera per lui (1).

230

IL MINISTRO A DURAZZO, DURAZZO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 820/93. Durazzo, 2 giugno 1924, ore 18,30 (per. ore 0,30 del 3).

Telegramma di V. E. Gab. 328 (2).

Questo ministro d'Inghilterra mi ha detto che voce drca proposta per invio Albania commissione Società delle Nazioni non ha alcun fondamento. Si tratta forse di questo ministro americano che negli scor.si giorni in conversazioni tenute a Tirana espresse parere personale che tale sarebbe unica possibile via uscire da presente situazione.

Ad ogni buon fine e tenuto presente accordo tra potenze allea,te a Parigi del 9 novembre 1921 prego telegrafarmi se, prescindendo opportunità, devo incoraggiare o meno eventuale appeHo Governo albanese a Lega delle Nazioni. Ahmed bey Zogolli contro cui persona si appuntano !Soprattutto ire insorti e che domina ancora situazione a Tirana mi ha fatto pregare a due riprese negli s;corsi gùorni di essere aiutato da noi .con armi e denaro. Ho risposto evasivamente mettendo in rilievo ragioni per cui R. Governo propende a non immischiarsi affatto nel presente conflitto.

Situazione può riassumersi •come segue: a Kruma e nella zona di montagna a nord di Scutari Bairam Zuri domina sino ad ora situazione. A Scutari città gli insorti sono padroni situazione, come pure a Valona e in generale presidi meridionali. Urto forze contendenti dovrebbe aver fuogo prossimi giorni a nord nella regione di Alessio, ed a sud nei pressi di Fieri, a Tirana morale alquanto depresso. Presidente del consiglio tenta trattare per evitare ulteriore spargimento di sangue ma tentativo sarà probabilmente vano fino a che Ahmed bey Zogolli non ceduto. Oggi ristabilito provvisoriamente comunicazioni telegr<afiche con Valona. Ma trattengo Audace in vista detle ulteriori prevedibili interruzioni. Suo arrivo che era stato da me preannunciato giustificato non ha provocato akuna preoccupazione (3).

231

L'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. R. 3503/492. Londra, 3 giugno 1924, ore 21 (per. ore 1,45 del 4).

In seguito alle voci ·corse circa uno scambio di lettere fra Mac Donald ed Hel'riot ed in seguito alla, notizia apparsa sui giornali di un progettato incontro

tra Mac Donald e V. E. in !svizzera, questa stampa pubblica una nota di intonazione ufficiale.

In essa pur smentendo la corrispondenza ufficiale tra primo min,istro ed Herriot si 'Conferma tuttavia che uno scambio di idee è avvenuto tra Londra e Parigi circa procedura per rapporto esperti. Nota aggiunge ,che primo ministro britannico desiderava vivamente prendere personale contatto ·con V. E. ma che egli è stato obbligato declinare invito pervenutogli per un incontro in Svizzera essendo per lui impossibile trovare i 5 giorni necessari per viaggio e colloqui. A parte tale comunicato è ormai opinione generale che appena costituito nuovo Governo francese avrà luogo, stante facilità e rapidità delle comunicazioni tra Parigi e Londra, un incontro Mac Donald-Herriot.

In relazione a tale eventualità desidero d.cordare a V. E. che Ma·c Donald mi ha già espresso suo vivo desiderio incontrarsi con V. E. (mio telegramma

n. 466) (l) e di segnalare quindi in pari tempo opportunità di una qualche comunicazione a Mac Donald in merito alla proposta stessa la quale è stata implicitamente ribadita dalla nota ufficiosa innanzi riassunta.

(l) -La lettera fu pubblicata dalla stampa. Vedila ne n Corriere deHa Sera, 7 giugno 1924, (2) -Tel. gab. n. 328 del l giugno, non pubblicato, col quale Mussolini ritrasmetteva un telegramma di Bodrero relativo all'intenzione inglese di inviare in Albania una commissione internazionale àella Società delle Nazioni per la pacificazione del paese. (3) -Il telegramma fu ritrasmesso in data 3 giugno a Parigi, Londra e Belgrado, con tel. gab. n. 330.
232

L'AMBASCIATORE A BERLINO, DE BOSDARI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 823/232. BerlJino, 3 giugno 1924, ore 22,05 (per. ore 1,10 del 4). Decifri Ell:a stessa. Maltzan mi ha spiegato che il passo anglo americano contro avvento potere nazionalisti ha consistito in due visite separate dei rispettivi ambasciatori al direttore Schubert nella giornata di venerdì. Tanto amba,sciatore d'Inghilterra che ambasciatore degli Stati Uniti hanno spiegato a Schubert effetto sfavorevole che avrebbe prodotto rispettivi paesi, con speciale accenno alle divisate operaz.iooi finanziarie, ministero tedesco in ·cui fosse preponde:rante elemento nazionalista. Pare ·che l'ambasciatore d'Inghilterra sia :stato più perentorio ed energico di quello americano. Ambasciatore d'Inghilterra mi ha parlato ieri vagamente di questo suo passo ma senza fornirmi su esposte precisioni. Mi ha chiesto cosa avrei pensato di un ministero preponderantemente nazionalista. Ho risposto che da V. E. non avevo avuto mai alcuna indicazione al riguardo. A titolo personale ero lieto vedere che la nostra diplomazia ·conservasse in quest'occasione la sua costante tradizione di non immischiaJl'si negli affari interni del paese. Ritenevo nazionalisti assai più pericolosi alla opposizione che al governo ed ero persuaso che una volta giunti al governo si sarelbbe potuto intendersi con loro almeno nella scarsa misura in cui ci eravamo intesi con gli altri. Reputavo che ogni ingerenza straniera in favore di Stresemann sarebbe stata il peggior servizio che si fosse potuto fargli giacchè esperienza e ragione provano che nessun paese scelse propri gover

nanti su raccomandazioni estere. Stampa tedes·ca è .staila silenziosa ·Circa menzione ingerenza tranne lievi accenni Lokat Anzeiger di questa mattina.

(l) Cfr. n. 224.

233

IL MINISTRO ALL'AJA, MAESTRI MOLINARI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

R. RR. U. 863/315. L'Aja, 3 giugno 1924.

I giornali annunziano che il Prof. Francesco Saverio Nitti, ex Presidente del Consiglio, verrebbe, quanto prima, qui per tenervi alcune conferenze sopra temi esclusivamente scien tifi ci.

Si grad1rebbe conoscer·e, dalla cortesia di V. E., quale linea di condotta dovranno seguiTe, in tale circostanza, questa R. Legazione ed i RR. Consolati dipendenti.

Non è da escludersi che questo Governo, o le Autorità locali, (ovvero l'Ac·cademia di diritto internazionale, o la Corte di giustizia, o la Camera di Commercio ed altre istituzioni economiche) abbiano a fare qualche ricevimento in onore del Professar Nitti. Infatti negli elementi intellettuali olandesi, mentre si ha ormai esatta notizia dell'opera geniale ed efficacissima del Governo Nazionale Fascista, si ignora quanto l'azione politica del Prof. Nitti sia stata dannosa alla Patria ed alla Monarchia.

Ciò premesso, salvo contrarii ordini di V. E., :io mi proporrei di astenermi, con un pretesto qualsiasi, d'intmvenire alle conferenze del prof. Nitti, od ai ricevimenti eventuali, ai quali egli fosse invitato.

V. E. giudicherà inoltre se non sia conveniente di avvertire, verbalmente e confidenzialmente, questo Governo (per notizia sua e delle istituzioni locali) dei precedenti politiei del Prof. Nitti, aggiungendo che manifestazioni in suo onore, non tornerebbero gradite all'attuale Governo Italiano. Tale comunicazione riservatissima potrebbe, forse, essere fatta anche per il tramite di codesto Ministro dei Paesi Bassi in Roma (1).

234

IL MINISTRO A STOCCOLMA, MARTIN-FRANKLIN, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. 3520/30. Stoccolma, 4 giugno 1924, ore 15,35 (per. ore 18,30).

Giornali pubbUcano telegrammi Reuter ed agenzia Havas da Costantinopoli secondo i quali Italia :fiarebbe concentramenti truppe e flotta a Rodi e si teme conflitto italo-turco. Notizia producendo impressione prego darmi modo rettificare.

235

IL SEGRETARIO GENERALE AGLI ESTERI, CONTARINI, AL MINISTRO A STOCCOLMA, MARTIN-FRANKLIN

T. 1780. Roma, 4 giugno 1924, ore 23.

Telegramma di V. S. n. 30 (2).

Notizia completamente infondata e tendenziosa (3).

(3} Cfr. anche n. 604.
(l) -Nota marginale di pugno di Mussolini: • astenersi: ignorare Nitti. M.•. (2) -Cfr. n. precedente.
236

IL MINISTRO A BELGRADO, BODRERO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 828/287. Belgrado, 5 giugno 1924, ore 20,35 (per. ore 23,50).

Decifri EHa stessa. Nincich ·che ho veduto ieri sera mi ha dLchiarato testualmente quanto segue:

<4: Lo scopo della nostra politica è di nul'la intraprendere che possa impedire o anche semplkemente imbarazzare lo sviluppo di una Albania indipendente. Perciò noi consideriamo questa lotta nell'interno dell'Albania come un affare interno albanese».

Nincich ha aggiunto che egli riteneva con questa dichiarazione di venire incontro al punto di vista italiano e di sentirsi quindi a tale riguardo comp!letamente d'accordo con noi. Da mia parte l'ho asstcurato genericamente che ia politica di V. E. è diretta al mantenimento della pace e al rispetto delle nazionalità. Nincich si è dichiarato soddisfatto di questa mia affermazione. Tuttavia ove V. E. credesse far pervenire al signor Nincich nei riguardi degli avvenimenti di Albania una dichiarazione analoga a quella sopra riportata, il che gli riuscirebbe assai gradito, prego V. E. impartirmi le opportune istruzioni.

237

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, AL MINISTRO A VIENNA, CHIARAMONTE BORDONARO

T. P. 1789. Roma, 5 giugno 1924, ore 23;30. Decifri Ella stessa. Riterrei utile che S. V. si recasse a Ginevra in occasione discussione p.restito austriaco. Di fronte al Governo austriaco sua presenza servirà a dare una nuova prova del nostro interessamento alle ,cose dell'Austria, mentre d'altra parte Ella

potrà tenere opportuni contatti con signor Benès che a quanto S. V. mi riferisce si propone spiegare a Ginevm una particolare attività mediatrice.

238

IL CAPO GABINETTO DEL MINISTRO DEGLI ESTERI, PAULUCCI DE' CALBOLI BARONE, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. (P. R.) 153/202. Madrid, 6 giugno 1924, ore 3,40 (per. ore 16). Appena giunto ho chiesto udienza a S. E. il Generale Primo de Rivera che me l'ha concessa oggi stesso. In assenza dell'Ambasciatore partito per Valenza mi ,sono recato dal Presidente del Direttorio assieme al Consigliere di questa

Ambasciata Comm. Macario. Ho subito avuto impressione del profondo rincrescimento che ha prodotto in Primo de Rivera assenza di V. E. Egli appariva di

lO - Doc11menti diplomatici -Serie VII -Vol. III.

dò molto accorato e mi ha ripetutamente assicurato della profonda ammirazione e simpati:a ·che egli personalmente e spagnuoli nutrono per V. E. e del grande disappunto provato per mancata visita. Si è rischiarato di fronte miei chiarimenti e leggendo lettera di V. E. (l) che ha ricevuta con evidente piacere. Ho notato specialmente sua contentezza alla frase con ·CUi Ella lasciia intravvedere possibilità suo viaggio in Spagna. Di fronte a ciò ho creduto opportuno dare verbalmente anche maggiori affidamenti. Primo de Rivera spera che V. E. venga in Spagna nel prossimo autunno. Egli ha molto gradito N suo messaggio ed ha tenuto a redigere seduta stante il telegramma di vivo ringraziamento che V. E. avrà ricevuto (2). Domani testo sua lettera e telegramma di risposta saranno qui pubblicati.

Prego V. E. dare istruzioni che lo stesso avvenga a Roma.

Mia prima impressione generale di qui è di ordine e di lavoro.

239

L'INCARICATO D'AFFARI A COSTANTINOPOLI, TOSTI DI VALMINUTA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 830/269. Costantinopoli, 6 giugno 1924, ore 14,20 (per. ore 6 del 7).

Vhait pubblica oggi intervista che un suo .corrispondente avrebbe avuto ·COn conte Sforza dopo notizia pubblicata stampa turca drca pretesi concentramenti. Conte Sforza, dopo aver ricordato sua fiducia nella rinascita tu!'ca, avrebbe dichiarato che Italia ha interesse vedere Turchia forte e indipendente, ma essere pure necessario che turchi non scuotano basi di una amicizia che è preziosa per ambo le parti.

240

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, AL MINISTRO A BELGRADO, BODRERO

T. GAB. s. 331. Roma, 6 giugno 1924, ore 17.

Suo telegramma Gab. n. 287 (3).

Può assicurare Nincich ·che la sua dkhiarazione cir·ca Albania corrisponde esattamente al punto di v.ista italiano. E pokhè ho potuto 'comprendere che in Inghilterra si nutre qualche apprensione circa le maggiori complicazioni cui potrebbero dar origine gli attuali avvenimenti alibanesi prego di chiedere a Nin,dch quale sia il suo pensiero circa la ·Convenienza di procedere ad una tpubblica concorde dichiarazione. A mio giudizio dò gioverebbe :alla situazione dei due paesi e aumenterebbe il prestigio della loro politica all'estero.

(l) -Cfr. p. 140 nota l. (2) -Trasmesso il 5 giugno alle 23,30 e per. alle 13,10 del 6, non pubblicato. (3) -Cfr. n. 236.
241

IL CAPO GABINETTO DEL MINISTRO DEGLI ESTERI, PAULUCCI DE' CALBOLI BARONE, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. (P. R.) 157 (1). Madrid, 7 giugno (2) 1924 (per. ore 9,05).

Stamane sono stato ricevuto in udienza da S. M. il Re che mi ha intrattenuto con grande cordialità per circa tre quarti d'ora. Riferirò a voce suH'interes,sante colloquio in cui S. M. colla sua solita franchezza e col suo fino intuito lumeggiò varie situazioni. Suoi sentimenti personali mi sembrano immutati. In seguito sono stato ricevuto dalla Regina Vitto!l"ia e poi anche dalla Regina Madre. I tre Sovrani hanno tenuto ad esprimermi il loro rammarico per la mancata visita di

V. E. e la loro viva speranza ·che V. E. non vorrà mancare all.la promessa di venire prossimamente in questo Paese. Ambiente che· nei gioll"ni scorsi poteva sembrare un poco freddino per un complesso di piccole cause va conforme all'indole del paese rapidamente scaldandosi spedalmente in seguito al messa,ggio di V. E. a Primo De Rivera (3). Ora si possono pérevedere entusiastiche accoglienze per i nostri Sovrani.

242

IL MINISTRO BODRERO ALL'INCARICATO D'AFFARI A BELGRADO, SOLA

T. GAB. S. P. PRECEDENZA ASSOLUTA 332. Roma, 7 giugno 1924, ore 16,30.

Giunto stamani ho letto telegramma mini:steriale n. 335 (4) che Ella avrà già comunicato a codesto Governo. Ma prego di lfar subito a Nincich anche la seguente comunicazione persona.le: «Sono lieto che i punti di vista dei due Governi ·siano in perfetto accordo. S. E. Mussol:ini, in vista delle insinuazioni che si propalano sulle nostre politi.che, ri·conosce l'utilità di pubblicare la comune dichiarazione a proposito dell'Albania, e crede che la formula datami da. V. E. prima della mia partenza risponda perfettamente allo scopo. Nel comunicato che qui si darebbe alla stampa, contemporaneamente e d'accordo con decreto codesto Governo, tale formula sarebbe .così presentata: In occasione degli avvenimenti in Albania i Governi di Roma e di Belgrado hanno avuto uno scambio di vedute in base al loro patto di amkizia e di collaborazione. I due Governi hanno potuto così stabil'ire che (incomincia il testo della formula datami) 'lo scopo delia loro politica è di nulla intraprendere che possa impedire o anche sempHcemente imbarazzare lo sviluppo di un'Albania indipendente. Essi considerano perciò questa lotta nell'interno dell'Albania come un affare interno albanese».

(l) -Manca il n. di protocollo particolare. (2) -Il testo ha luglio, per evidente errore. (3) -Cfr. p. 140 nota l. (4) -Sic! anzichè 331 (cfr. n. 240).
243

IL MINISTRO A DURAZZO, DURAZZO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. 3620/97. Durazzo, 7 giugno 1924, ore 20 (per. ore 24).

Seguito mio telegramma n. 96 (1).

Il Governo fa ogni sforzo per arrestare operazioni insorti mediante trattative. Visto che trattative precedenti erano :fallite, ha mandato a tal uopo ieri Mufid bey a Scutari ed il reggente Gianfer Ypi a Fueri. Sembra che ambedue avrebbero ,facoltà di accettare sostanziali condizioni poste dagli insorti, e cioè: bando immediato di Ahmed bey Zogolli, licenziamento immediato delle forze armate raccolte dal Governo, formazione di un nuovo Governo composto tutto da uomini di fiducia degli insorti ivi compresi due capi militari al ministero degli interni ed al ministero della guerra.

Questo ministro inglese, seguito dal rappresentante greco e jugoslavo, ha fatto abbastanza apertamente ogni 1sforzo per appoggiare il Governo incitandolo prima ad una severa repressione e poi ad una resistenza ad oltranza. Ciò si spiega col fatto che i tre rappresentanti avevano per varie ragioni ottimo gioco coll'attuale Governo mentre che, soprattutto dopo questa loro attitudine, l'avrebbero assai cattivo coi nuovi dirigenti. Da parte nostra invece non avevall10 minimo motivo per sostenere questo Governo e la nostra attitudine neutrale di pacificazione e moderazione non è sfuggita ai capi degli insorti, i quali tanto a Scutari che a Valona, tengono contegno assai riguardoso e fiducioso nei nostri riguardi.

244

L'INCARICATO D'AFFARI A BELGRADO, SOLA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

'Il. GAB. 831/290. Be~grado, 7 giugno 1924, ore 22 (per. ore 23,45).

Telegramma di V. E. n. 331 (2).

Nincich ha subito aderito al desiderio dell'E. V. di dar corso a una pub

blica di·chiarazione che constati il concorde punto di vista dei due Governi

nei riguardi della situazione albanese.

Perciò questo Governo farà apparire domani la \Seguente dLchiarazione uffi

ciale che si riporta ai termini già approvati da V. E.:

«Il Governo italiano e il Governo S.H.S. avendo avuto un intimo scambio

d'idee !Circa 1a situazione in A1bania hanno constatato il .completo accordo dei

rispettivi punti di vista nel senso che il fine della loro politica è di nulla fare

che possa .impedire o comunque imbarazzare lo sviluppo di un'Albania indipen

dente. Essi considerano quindi le lotte all'interno dell'Albania come un affare

interno albanese».

Ninckh ha desiderato affrettare ia pubblicazione del comunicato anche per frenare gli eccessi di questa stampa .di opposizione che accusano l'Italia di aver provocato gli attuali disordini in Albania. Egli ha vivamente apprezzato la proposta di V. E. rendendosi conto che da questa pubblica testimonianza di perfetto accordo in una così delicata questione ne deriverà un aumento di prestigio per la politica estera dei due paesi di fronte a tutte le cancellerie straniere.

(l) -Tel. n. 3539/96, trasmesso il 5 giugno alle ore 13,30 e pervenuto alle 17,30 dello stesso giorno, non pubblicato, contenente la smentita del governo albanese alla notizia, diffusa dagli insorti, della costituzione di uno stato della Albania del nord. (2) -Cfr. n. 240.
245

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, ALL'INCARICATO D'AFFARI A COSTANTINOPOLI, TOSTI DI VALMINUTA

T. R. 1823. Roma, 7 giugno 1924, ore 24.

Telegramma di V. S. n. 266 (l) e precedenti.

Nonostante quanto V. S. riferisce circa cessazione campagna codesta stampa in seguito eoJ:loquio da me avuto con questo rappresentante di Turchia (2) e a conseguente comunicato di Ismet pascià, ho ritenuto opportuno, dato tono comunicato stesso evidentemente inteso lasciare nell'opinione pubblica impressione di una nostra sollecitudine a dare spiegazioni ed assicurazioni, far emanare da agenzia Volta comunicato ufficioso che chiarisce come effettivamente si sia svolto suddetto colloquio.

Comuniìcato Volta viene in data odierna telegrafato (3) in chiaro a codesta ambasciata, per sua opportuna conoscenza.

246

IL MINISTRO A DURAZZO, DURAZZO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. PER POSTA 757/130. Durazzo, 8 giugno 1924.

Ad ogni buon fine e tenuto presente che alcuni dei telegrammi giunti in

questi ultimi giorni da Roma, via radio, erano in parte indecifrabili, unisco le

accluse copie dei telegrammi da me spediti a V. E.

UniSICo pure per opportuna informazione:

l) La copia di un .proclama del ten. col. Kiarfzesi, comandante militare

degli insorti del Sud;

2) La copia di un proclama del ·colonnello Sciala, comandante militare

degli insorti del Nord;

3) La copia di una lettera diretta da quest'ultimo al R. Console in Scutari

ed aRa quale questi si è astenuto dal rispondere.

Ritengo per ora inutile ricompendiare gli avvenimenti che sono ancora in

pieno sviluppo e che del resto risultano dai telegrammi acclusi in copia. Conti

nuerò a riferire quotidianamente, per radio, nei prossimi giorni circa la

situazione.

Ritengo per altro opportuno di aggiungere qualche chiarimento a'gli accenni contenuti nel mio telegramma n. 97 {l) di ieri 'Circa l'attitudine tenuta, nel corso del recente conflitto, dai miei colleghi inglese, greco, jugoslavo e francese in confronto di quella che io ho creduto di tenere. Questo ministro inglese, ormai da due anni, aveva sempre fatto il massimo assegnamento su Ahmet hey Zogolli che egli aveva personalmente contdbuito a salvare da una posizione pericolosa, nella precedente rivoluzione del marzo '22. I due governi che si erano avvicendati a Tirana in questi quattro ultimi mesi, dopo il ritiro soltanto apparente di Ahmet bey dal Govemo, non erano ·che una sua emanazione. Oltre a ciò, il ministro inglese aveva altre ragioni per impegnarsi a .fondo, come ha fatto in questi giomi, per l'attuale govemo. Esso era presieduto da Ilias Vrioni, legato al sig. Eyre.s da amicizia personal·e e che è quello stesso che, nel 1921, firmò il compromesso preliminare che dava l'esclusività delle ricerche petrolifere in Albania alla società anglo-persiana. Infine, Mufyd bey, attuale ministro delle finanze, era entrato completamente, in questi ultimi mesi, nelle acque inglesi e si appoggiava sopra un gruppo di deputati grecizzanti in Argirocastro che, neHe ultime elezioni avevano preso parte per il governo in seguito ad una notoria intromissione di questo ministro greco 11 quaie agisce sempre sotto l'ispirazione diretta del sig. Eyres.

Il rappresentante jugoslavo d'altra parte era sempre stato, per quanto meno apertamente, un sostenitore di Ahmet bey Zogolly, dando così credito alle persistenti voci, tante volte smentite e tante volte riaffermate dagli avversari politici di Ahmet bey, nel senso che questi avesse dei segreti accordi con Belgrado. Il rappresentante francese, il quale qui agisce sempre in accordo coi rappresentanti jugoslavi, era anche egli ·legato indirettamente al carro di Ahmet bey il quale fu sino a pochi mesi or sono, il vero dominatore della situazione. Pex le stesse ragioni, gli insorti, tanto del Nord che del Sud, essendosi soprattutto proposti di abbattere la dominazione personale di Zogolli, hanno veduto e vedono con malcelata ira le intromissioni di questi rappresentanti esteri in appoggio di chi è rper loro l'esponente deHe sopraffazioni della classe belycale e dei veri

o pretesi patteggiamenti cogli stranieri.

Da parte mia, finchè Ahmet bey era al Governo e la sua posizione era predominante ed abbastanza sicura, avevo sempre cercato, ·come è noto a V. E., di legarlo per .quanto fosse possibile a noi, soprattutto in v1sta delle concessioni economiche che ci proponevamo di ottenere e di sfruttare in Albania, o almeno di impedirgli di nuocerei. Da tre o quattro mesi, dopo il suo ritiro dal Govemo, io mi ero reso conto ·che la situazione andava sempre più indebolendosi. Pur continuando a mantenere rapporti corretti ed anzi ·cordiali con lui e col Governo, avevo a poco a poco seguito un ·contegno assai più riservato, contegno che mi sembra essere pienamente giustificato dall'attuale crisi. Si può oggi prevedere il disfacimento immediato del Governo, della reggenza, dell'assemblea costituente; di tutti insomma i fattori costituzionali dello stato Albanese. Nei prossimi giom.i gli insorti istituiranno a Tirana un nuovo stato di fatto, nella speranza di poterlo convertire quanto prima in uno stato di diritto, anche dal

punto di vista internazionale. È pure facile prevedere che, in seguito all'attitudine tenuta nel recente conflitto da questa R. rappresentanza, i nuovi dirigenti si comporteranno verso di noi con particolare riguardo e fiducia.

P. S. -Devo astenermi dall'accludere al presente telespresso le copie dei telegrammi, es-sendo mancato il tempo materiale per eseguirle prima della partenza del -corriere odierno.

(l) -Tel. n. 3564/266, trasmesso il 5 giugno alle ore 21 e pervenuto alle 2,30 del 6, non pubblicato col quale era data notizia della fine della campagna italo.foba della stampa turca. (2) -Cfr. p. 138 nota 3. (3) -Con t. 1816, trasmesso alle ore 3. Il comunicato fu pubblicato dalla stampa italiana il giorno 7.

(l) Cfr. n. 243.

247

L'INCARICATO D'AFFARI A BELGRADO, SOLA, AL MINISTRO BODRERO, A ROMA

T. GAB. P. 832/293. Belgrado, 9 giugno 1924, ore 21,40 (per. ore 1,55 de! 10).

Anche la stampa di opposizione r1conosce il profondo significato della dichiarazione concorde dei due Governi (1). Pravda che finora aveva mossi aspri attacchi politica ingerenza italiana in Albania, scrive testualmente: « Ciò non è avvenuto senza merito personale del signor Bodrero che manifestò sua amicizia per noi fin da Ginevra. Il comunicato che è venuto dopo sua andata a Roma dimostra nel modo migliore che il stgnor Bodrero ha -conse•rvato anche oggi questi sentimenti di amicizia verso di noi». Questi ambienti governativi mostransi profondamente -soddisfatti anche perchè la dichiarazione ha sventato una mossa polit1ca del blocco di opposizione che aveva richiesta· a S. M. l'immediata convocazione pal'lamentare motivandola con la possibilità di complicazioni coll'Italia in Albania.

248

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA

T. GAB. 6763. Roma, 10 giugno 1924, ore 15,45.

Prego telegrafarmi informazioni precise circa fondamento notizia apparsa sul Daily Teleg11aph di ieri e ripoil'tata nel Messaggero di oggi secondo cui sarebbe avvenuta convelìsazione tra elementi laburisti e rappresentanti del partito radicale socialista francese per impegnarsi ad... (2) politici di riduzione occupazione della Ruhr sulla base del rapporto degli esperti e politica di garanzia della sicurezza della Francia per mezzo della Lega delle Nazioni.

249

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, AL MINISTRO A DURAZZO, DURAZZO

T. 1866. Roma, 10 giugno 1924, ore 18.

Con telegramma a parte ho trasmesso a V. S. testo comunicato diramato da agenzia Stefani (3) circa risultato scambio di vedute che R. Governo ha avuto con quello di Belgrado a proposito avvenimenti Albania.

Alla S. V. non ne sfuggirà tutta l'importanza. Ho ragione di sperare che gli

albanesi si renderanno finalmente esatto conto dell'assoluta lealtà colla quale

l'Italia ha costantemente agito nei loro riguardi e come effettivamente delia

sttpulazione del patto italo-jugos:lavo, sulle cui finalità si elevarono costà a suo

tempo così assurdi sospetti si sia in modo speciale avvantaggiata l'Albania.

Il nuovo Governo albanese giungendo al potere trova così, per fatto nostro,

una situazione internazionale che gli permetterà di dedicarsi senz'altro a quel

l'opera di riorganizzazione e di consoli:damento dello Stato che è no.stro precipuo

e vivo desiderio.

Non dubito che la S. V. saprà convenientemente valorizzare costà questa

chiara prova, offerta in un'ora decisiva per l'Albania, delle nostre direttive

politiche e della sincerità delle nostre intenzioni nei riguardi di codesto Paese.

L'incaricato d'affari di Albania, cui è stato tenuto presso questo ministero

analogo linguàggio, si è dimostrato pienamente convinto dell'atteggiamento ita

liano e dei suoi benefici effetti per l'Albania ed ha dichiarato che in tal senso

si sarebbe espresso costà.

(l) -Cfr. nn. 242 e 244. (2) -Gruppo indecifrato: « Accordi »? Il testo del tel., non rinvenuto nell'archivio del Ministero, è quello conservato nell'archivio dell'ambasciata di Londra. (3) -Il testo del comunicato, trasmesso con t. u. 1837 del 9 giugno, è_ quello. pubblicato al n. 242.
250

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, ALL'AMBASCIATORE A MADRID, PAULUCCI DE' CALBOLI

T. GAB. 335. Roma, 10 giugno 1924, ore 20. Decifri ella stessa. Alcuni giornali parlano di possibilità di un patto di amicizia che interver

rebbe tra Spagna e Turchia. Prego accertare subito con dovuto tatto fondamento tale notizia e telegrafarmi (1).

251

ALFONSO XIII AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. Madrid Palacio, 11 giu.gno 1924, ore 20,20 (per. ore 22). Al despedir a sus Rees deseo expresarle la satisfa.cci6n del pueblo espaiiol esteriorizada con el mayor entusiasmo en cuantas ocasiones se han presentado por su visita confirmando con esto el deseo que manifesté a V. E. en Roma que fue compartido por esa hermosa naci6n de estrechar la union de dos pueblos hermanos y mediterraneos para escribir una nueva pagina en su historia de paz progreso orden y civilisaci6n. Lamento que la labor dura que pesa en estos momentos sobre V. E. nos haya privado del gusto de verle acompaiiando a sus

soberanos esperando que pronto le veremos por acqui, entretanto r:eciba el afectuoso saludo de su buen amigo.

ISO

(l) Cfr. n. 263.

252

IL MINISTRO A DURAZZO, DURAZZO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. 3702/104. Durazzo, 12 giugno 1924, ore 10,15 (per. ore 19).

R. console Scutari telegrrufa quanto segue:

« Stasera dopo pubblica .comm~ssione manifestazione giubilo per entrata Tirana un gruppo notabili e deputati seguiti numeroso popolo si è presentato questo consolato esprimendo simpatia rkonoscenza verso Governo italiano per suo leale disinteressato contegno di fronte movimento nazionaHsta albanese. Risposi ringraziando riaffermando amicizia inalterato proposito favorire consolidamento giovani nazionalisti. Deputato Koligi spiegato al pubblico mie parole suscitò ovazione Italia Mussolini ».

253

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, A ALFONSO XIII

T. u. Roma, 12 giugno 1924, ore 15,30.

Il telegl'amma (l) che V. M. si è degnata di indirizzarmi al momento della partenza da Madrid dei miei augusti Sovrani non .poteva maggiormente onorarmi e riuscirmi ,gradito per l'espressione dei sentimenti che V. M. ha avuto la bontà di manifestare verso la Nazione italiana. V. M. conosce con quanta sincera premura io desideri assecondare le naturali tendenze di simpatia e di amicizia dei due popoli. V. M. comprenderà perciò con quale piacere io abbia seguito le affettuose imponenti accoglienze fatte a Madrid ai miei augusti Sovrani, le quali rafforzano queste comuni tendenze dopo le manifestazioni spontanee e calorose che V. M. e S. M. la Graziosa Regina avevano suscitate in Italia.

È sempre viva in me la speranza di potere rinnovare a voce a V. M. le espressioni dei miei personali sentimenti e della mia profonda devozione.

254

L'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 834/524. Londra, 12 giugno 1924, ore 22,02 (per. ore 23,55).

Telegramma di V. E. n. 6763 (2).

Da informazioni assunte varie fonti non risulta confermata voce di speciali conversazioni tra elementi labouristi e rappresentanti partito radicale socialista francese per concordare una precisa politica circa riparazioni. Questa ambasciata di Francia qualifica notizia riportata Dairy Telegraph come fantastica. Tutto ciò non esclude però che in seguito nuova situazione creata in Francia socialisti francesi non possano essere venuti a Londra prendere contatto elementi labou

risti britannici. Mi riferisco a questo proposito al mio telegramma gab. ;;egreto 167 del 20 febbraio scorso (l) prima parte. Per quanto concerne scambio di idee Parigi e Londra circa messa in pratica del rapporto Dawes confermo quanto ho già riferito col mio telegramma 492 del 3 corrente (2) e che cioè subito dopo formazione nuovo Governo francese vi sarà un colloquio fra i capi dei due Governi.

(l) -Cfr. n. 251. (2) -Cfr. n. 248.
255

L'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. 3712/525. Londra, 12 giugno 1924, ore 22,15 (per. ore 2 del13).

Nonostante che già da diversi .giorni se ne avesse la ·certezza pure la notizia ufficiale delle dimissioni di Millerand giunta qui iersera è stata accolta nei circoli politici vicini al governo con non celato compiacimento.

L'allontanamento di MiHerand e l'assunzione al potere del signor Herriot, vengono considerati nelle sfere governative ·Come felici avvenimenti atti ad eliminare le maggiori difficoltà che impedivano in Europa il ritorno ad una situazione normale e ad una collaborazione anglo-francese ritenuta feconda anche nell'interesse general·e.

256

L'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 835/526. Londra, 12 giugno 1924, ore 22,15 (per. ore 2 deL 13).

Mio telegramma Gab. n. 458 (3).

Non ho mancato far •Conoscere opportunamente al Foreign Office desiderio di V. E. circa sede eventuale .conferenza riparazioni. Sebbene di tale desiderio sia stato preso nota con simpatia pure non mi sono state taciute gravi ragioni che impediscono al primo ministro lasciare anche per pochi giorni l'Inghilterra. Mi è stato lasciato persino intendere in tutta confidenza che la ininterrotta presenza di Ma·c Donald è richiesta anche per necessario •controllo e indispensabile direzione dell'attività degli inesperti membri dell'attuale gabinetto. Del resto noto che dell'eventuale conferenza si parla qui meno da quando si è delineata in Francia nuova situazione con l'avvento delle sinistre al potere.

257

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, AL MINISTRO A BUCAREST, ALOISI

T. 1906. Roma, 13 giugno 1924, ore 15.

Suo telegramma n. 277 ( 4).

Notizia sbarco di truppe e materiale bellico italiano a Saseno è naturalmente destituita quaLsiasi fondamento. Non si comprende come codesta stampa

possa accogliere simili notizie nel tempo stesso che commenta, oggettivamente secondo Ella rHerisce, comunicato agenzi!a Stefani (1) cil'ca intesa intervenuta fra Italia e Jugoslavia che cosUtuisce così chiara prova dell'assoluta lealtà di intenzioni e di azioni del R. Governo nei riguardi dell'Albania.

(l) -Cfr. serie 7•, II, n. 658. (2) -Cfr. n. 231. (3) -Cfr. n. 220. (4) -Tel. n. 3660/277, trasmesso il 10 giugno alle ore 17,30 e pervenuto alle 3 dell'll, non pubblicato, relativo alla notizia pubblicata dalla stampa rumena di uno sbarco di truppe e materiale bellico italiani nell'isola di Saseno.
258

IL REGGENTE IL CONSOLATO A SMIRNE, ALBERTAZZI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI (2)

R. 1232/32. Smirne, 13 giugno 1924.

Per quanto in apparenza si mostri quì di non annettere ulteriore importanza agli aUarmi corsi drca piani italiani di prossima conquista anatoli:ca, intimamente invece si nutrono preoccupazioni e sospetti e non si ·C•essa dal prestare attenzione ad ogni menomo indice della situazione, dal vigilare e prepararsi alla difesa.

Mi viene da fonte attendibile riferito aver avuto quì luogo alcuni giorni indietro una conferenza di alti ufficiali. In •essa sarebbesi, tra l'altro, concretato di raddoppiare la forza dei battaglioni, e stabilito di portare la linea difensiva ad Alasceir, in caso di sbarco di forze nemiche ·considerevoli.

Altre informazioni, pur esse degne di fede, mi dicono che, in seguito fo11se a tale deliberazione, sarebbero già stati avviati nell'interno i materiali d'armamento, ivi ·compresi i grossi ·Cannoni. Dalla parte di Vurlà poi, in posizione dominante questo golfo e la sua porta d'ingresso, sarebbero state scavate trincee e postati cannoni.

Uno degli alti uffidali che parteciparono alla riunione, accennando alle deliberazioni ivi adottate, si sarebbe anche espresso 'che bisognava tenersi pronti ed inoltre che tra poco si sarebbe veduto un mutamento nella politica turca la qua,le si sarebbe decisamente orientata verso l'Inghilterra.

Tutto ciò riguarda il contegno delle :sfere dirigenti. Esaminando poi lo stato d'animo della popolazione di fronte alle notizie appar.se sulla stampa, e facendo astrazione dalla naturale ignorante apatia di questa gente, se non hanno fatto difetto gli spavaldi che minacc:iavano e che asserivano di... [manca] ·con tutta sicu~rezza ad un esito pienamente vittorio:so contro un'Italia bramosa di conquiste in Anatolia, non sono stati neppure scarsi gli elementi .cauti e ponderati ·che non si dissimulavano la gravità del pericolo di un attacco italiano e che ardentemente deprecavano ·l'eventualità di una nuova guerra certamente di entità assai diversa da quella dell'invasione ellenica.

La ·massa del popolo tur·co 'sembra realmente averne abbastanza delle vicende belliche trascorse, nè apparisce assai soddisfatta dell'attuale stato della politica e dell'economia del Pa•ese.

Ad eccezione, invero, delle ·classi agricole che han potuto quest'anno eseguire le coltiV'azioni su più vasta •superncie e che han la fortuna di vendere i prodotti del suolo a prezzi assai elevati, il rimanente popolo .soffre generai

mente pel costo esageratissimo della vita, per la mancanza di aJ.loggi, per la esosità dei carichi fiscali, pel ristagno del movimento commerciale.

E, se vogliamo, anche l'esistenza delle popolazioni rurali non parrebbe dovesse del tutto passélll1Si in un letto di rose. Mi si afferma che non rare incursioni di cektés (briganti) operino razzie nei villaggi. Mi si ·riferisce a questo riguardo con precisione che a Tulu-Bunar e ad Oturak una forte masnada commise settimane indietro saccheggi considerevoli. Inviate forze militari rilevanti in soccorso di quegli abitati, giunsero quando i cektés !Si erano già allontan81ti col bottino. Mi si dice pure ·Che capeggino queste bande ufficiali congedati tra cui è forte il risentimento per non essere stati compensati in guisa adeguata dopo i servizi resi per l'ottenimento della grandiosa vittoria del '22.

L'insieme del disagio polittco-economico fu sì che un qualche malcontento sia diffuso senza distinzione in ogni ceto sociale. Mentre le persecuzioni dall'alto, le ambizioni contrastate, le lotte dei partiti determinano scissioni neHe classi dirigenti, ia suprema questione religiosa, le restrizioni imposte al clero, la soppressione dei tribunali dello Scerià, la ·riduzione delle Medressé, le mancate ricostruzioni, l'inadeguatezza dei provvedimenti a favore dei rifugiati dalla Tracia, la grande miseria, e quindi un complesso di cauS!e d'indole morale e materiale fomentano in ogni categoria di persone un senso di disapprovazione celata, che fa sì che l'opposizione al regime attuale possa dirsi veramente notevole pur evitando di manifestarsi, perchè qualsiasi manifestazione di tal genere fa temere una relativa sanzione.

Con molta cautela oserei dire che alla mente di qualcuno (astrazione fatta dal paventare i bruschi eventi del momento transattivo) non avrebbe troppo sintstramente balenato l'idea di una nuova dominazione che, per echi lontani o vicini da essa lasciati, o anche addirittura per contatti immediati .con essa avuti, dava ai suoi nervi la sensazione d'essere migliore dell'attuale.

(l) -Cfr. n. 242. (2) -Il rapporto fu trasmesso per conoscenza anche a Montagna a Costantinopoli.
259

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA

T. GAB. (P. R.) 92. Roma, 14 giugno 1924, ore 10,45.

Voglia appurare massima diligenza seguenti punti: l) epoca e durata recente soggiorno Matteotti a Londra; 2) quali contatti ebbe e 1per quali scopi; 3) se accostò anche elementi Governo e altri elementi altre nazionalità (1).

(l) La minuta è di pugno di Mussolini. Sulla minuta dattiloscritta, annotazione di pugno di Mussolini: • fare copia. M. •. Analogo tel. gab. (p. r.) 91 (minuta di pugno di Mussolini)fu trasmesso in pari data all'ambasciata a Bruxelles.

260

L'AMBASCIATORE A PARIGI, ROMANO AVEZZANA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. P. PRECEDENZA ASSOLUTA 168/669. Parigi, 14 giugno 1924, ore 14 (per. ore 16). De<:i!fri Ella stessa.

Mi corre obbligo di prevenire V. E. che le notizie che giungono circa onorevole Matteotti producono profonda impressione e che sono da attendersi manifestazioni forse gravi, anche in seno al Parlamento, quando si riunirà martedì prossimo.

261

L'AMBASCIATORE A MADRID, PAULUCCI DE' CALBOLI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. s. 840 (1). BarceLLona, 14 giugno 1924, ore 14 (per. ore 18,30).

Viaggio trionfale degli augusti sovrlllili si è chiuso ieri sera in quello stesso ambiente cordiale e di pompa che li ha sempre circondati durante loro dimora in Spagna. S. M. il re si è degnato esprimermi suo sincero compiacimento per ac·coglienze ricevute ovunque, ma specialmente in Bar·cellona, sui cui pericoli erano circolate solite voci allarmanti che, come V. E. non ignora, erano giunte al punto da fare esaminare al R. Governo se fosse opportuno abbreviare durata visita reale in questa città (2). Sono lieto che gli avvenimenti abbiano dato ragione al mio ottimismo e che 'la sosta e l'addio di Barcellona siano stati degno complemento dell'arrivo a VaLenza e del soggiorno a Madrid. Più che mai graditissime al sovrano sono state le dimostrazioni dei nostri nazionali, specialmente quelle di ieri alla casa degli Italiani. Sono 'certo che il R. Ministero apprenderà pure con sodÒisfazione che S. M. mi esternò suo plauso per il banchetto e per H ricevimento dell'ambasciata, da Lui dichiavata la più beHa delle nostre sedi all'estero. Unica nota negativa è stata l'assenza di V. E. lamentata vivamente così dalle LL. MM. cattoliche che incaricarono pure capo di gabinetto di V. E. di rendersi interprete personale, .come da tutti gli altri membri della famiglia reale, della colonia e della popolazione.

Spero che l'annunziata visita di V. E. non sarà troppo a lungo protratta per vieppiù consolidare qui 'con la Sua presenza quei buoni rapporti esistenti tra le due dinastie, i due governi e i due popoli che sono il frutto dell'avveduta politica di V. E.

262

IL MINISTRO A DURAZZO, DURAZZO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. RR. PER POSTA 790/132. Durazzo, 14 giugno 1924.

Nel ·corso di una recente conversazione con questo ministro britannico, signor Eyres, accennavo alle grosse nubi ·che incombono tuttora sull'avvenire

di questo paese: divisioni interne, frontiere ancora contese, mancanza di uomini capaci, patrioti ed esperimentati e, sopratutto, il fallimento finanziario.

Il signor Eyres, aprendosi con me più ~che non avesse mai fatto per il passaJto, mi disse ~che egli era venuto aJla conclusione essere impossibile per l'Albania, almeno per un ~certo periodo di anni, di reggersi colle sole sue forze. Aggiunse che essendogli recentemente ·stato chiesto dal Foreign Office di esprimere, in via pe~sonale e privata, le sue idee sul modo di uscire dalla presente situazione, egli le espose in una lettera diretta, a quanto mi è parso di comprendere, a sir Eyre Crowe, che gli è amico e parente.

Il signor Eyres in tale lettera esaminava le tre soluzioni: mandaJto italiano, spartizione, ricostruzione finanziaria con controllo straniero. Egli scartava le due prime, enumerando le ragioni per cui non le riteneva consigliabili nè praticabili.

Circa il mandato, o protettorato italiano ~che dir si voglia, il signor Eyres diceva ignorare se noi vi a1spirassimo tuttora: ma metteva in dubbio che sarebbe un buon affare per noi, visto che una parte, almeno, degli aJ.banesi vi sarebbero stati aspramente avversi e che ciò ci avrebbe obbligati ad uno stato permanente di occupazione militare su lal'ga scala, con tutti i gravi sacrifici finanziari che esso comporta. Suppongo che il signor Eyres scartava tale ipotesi anche per altre ragioni ,che egli preferì non dirmi.

Quanto alla spartizione tra ItaJ.ia, Grecia e Jugoslavia, egli mi disse i'isultargli in modo certo che la Grecia era ormai decisamente contraria a tale soluzione che essa preferiva di avere alle spalle un'Albania in funzione di Statocuscinetto. È verosimile, egli aggiungeva, che l'Italia in tal caso si sarebbe accontentata di Valona e di una zona drcostanrtJe, mentre la Jugoslavia sarebbe scesa con entusiasmo a S. Giovanni di Medua e forse sino a Durazzo: ma, da un punto di vista etico ed umanita~io, sarebbe, pensa il signor Eyres, un delitto aumentare il numero degli albanesi soggetti ai serbi; e da un punto di vista politico, la spartizione rappresenterebbe un ·continuo pericolo di turbamento per la pace sia per i tre stati direttamente interessati, sia per le grandi Potenze in generale.

Resta la terza soluzione sulla quale il signor Eyres si soffermava, spiegandone la necessità e i vantaggi. Se le potenze intendono realmente che un'Albania viva e si consolidi, devono, come già negli anni 1913-14, fare qualche sacrificio perchè questa loro disgraziata creatura sia messa in condizioni di vivere. Un prestito adeguato sarebbe la .condizione minima necessaria per tale scopo: ma, beninteso, un prestito ~controllato e amministrato da persone rette e finanziariamente competenti, di cui in Albania vi è ~assoluta defidenza. Queste persone dovrebbero appartenere a piccoli S1tati neutri; il signor Eyres accennava con qualche preferenza ai danesi.

Occorre tenere presente che, nell'attuale momento, il signor Eyres è portato ad esagemre la nota pessimista. La. recente insurrezione ha spinto al potere tutte le persone che gli sono più avverse per causa dell'appoggio a fondo da lui sempre dato, e, in modo troppo notorio, anche in questa ultima crisi, ad Ahmet bey Zogu ed ai suoi amici.

Il signor Eyres parte domani in ~congedo per a'ssistere al matrimonio di suo figlio. A meno che il suo Governo, a quanto egli mi diceva, non insista per il suo ritorno immediato in Albania, intenderebbe rimanere in ·congedo per circa due mesi. Sarebbe anche questo per lui un modo di togliersi dalla posizione assai sgradevole ed imbarazzante in cui si è messo i:ntromettendosi troppo arpertamell!te nelle lotte interne albanesi. Le cose ,sono giunte al !PUnto che, negli scorsi giorni, il signor Eyres è venuto a •Chìedermi, prima, di interessare ~ nostro console a V alona ad esten·dere la sua protezione ad alcuni sudditi inglesi colà residenti e che avrebbero potuto essere !fatti oggetto di atti ostili da parte degli insorti valonesi; e poi, di fare possibilme!l!te rimanere ancora per qualche tempo a Durazzo il nostro cacciatorpediniere.

Il signor Eyres ha .sempre inspirato lo sua condotta a sentimenti di diffidenza e di malcelata antipatia per il nostro paese.

Senza suggerimenti estranei, che otterrebbero un risultato opposto, il Foreign Office giudicherà da sè se gli convenga mantenere ulteriormente il signor Eyres in questo suo posto.

È probabile che durante il ,suo prossimo soggiorno a Londra il signor Eyres dipingerà al Forergn Office, coi più foschi colori, la situazione creata in Albania dalla rec·ente insurrezione, illustrando le idee che ho sopra esposto.

Io ritengo, da parte mia, che .gli uomini portati al potere dall'ultimo conflitto, comunque essi siano, debbano essere lasciati liberi di fare la loro esperienza ed anche, se possibile, aiutati. Se anche questa esperienza fosse irrimediabilmente infelice e se l'Albania dovesse cadere, per conseguenza, in uno stato di ·insanabile anarchia, vi sarà sempre ·tempo per esaminare soluzioni che (in questo sono d'accordo col signor Eyres) sarebbero probabilmente assai difficili ed onerose per tutti gli Stati più direttamente interessati, e pericolose per la pa.ce adriatica e balcanica.

Quanto al prestito, con relativo controllo finanziario, a noi converrebbe sempre ·esaminare, prima di aderire a qualche ibrida o subdola combinazione internazionale come quella verso la quale il signor Eyres sembra propendere, se non ci giovi piuttosto assumere, in parte preponderante, il sacrificio e la responsabilità dell'operazione per ricavarne il maggior possibile vantaggio o per impedire che altri se ne valga contro di noi. La già divisata venuta del comm. Alberti in Albania potrà quindi rendersi assai presto più che mai opportuna.

Ac.cludo una copia del presente telespresso per eventuale comunkazione al

R. ambasciatore a Londra.

(l) -Manca il numero di protocollo particolare. (2) -Cfr. nn. 184 e 187.
263

L'AMBASCIATORE A MADRID, PAULUCCI DE' CALBOLI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 841/208/75. Madrid, 15 giugno 1924, ore 15 (per. ore 18,35).

Telegramma di V. E. Gab. n. 335 (1). Tutto mi induce a ritenere inesatta notizia incredibile citata.

(l) Cfr. n. 250.

264

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, ALL'AMBASCIATORE A PARIGI, ROMANO AVEZZANA

T. GAB. PRECEDENZA ASSOLUTA (P. R.) 93. Roma, 15 giugno 1924, ore 19,30.

Decifri Ella stessa.

Suo teleg~ramma n. 669 (1).

Voglia fare comprendere a elementi più responsabili che manifestazioni antifasciste al parlamento francese potrebbero alterare rapporti cordiale amicizia che esistono e debbono esistere tra i due paesi. Mi tenga ad ogni modo informato e mi mandi un bollettino telegrafico della stampa su questo argomento.

265

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, ALL'AMBASCIATORE A PARIGI, ROMANO AVEZZANA

T. 1953. Roma, 16 giugno 1924, ore 24.

Oggi è venuto da me questo ambasciatore di Francia per comunicarmi ufficialmente nomina del signor Herriot a presidente del consiglio e ministro degli affari esteri di Francia. Ha soggiunto di avere avuto 'incarico dal signor Herriot di farmi conoscere .che tutti i suoi sforzi saranno rivolti ad assicurare ie migliori relazioni tra i due paesi, uniti dalle prove comuni in una guerra in cui l'Italia ha avuto una parte tanto gloriosa. Pl'ego V. E. recarsi subito dal presidente del consiglio per esprimergJ.i i miei ringraziamenti, ed assicurarlo che da pal'te mia farò quanto mi sarà possibile per rendere sempre più cordiaii 1e amichevoli relazioni esistenti tra i nostri due Paesi.

266

L'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. RR. 532. Londra, 17 giugno 1924, ore 1,45 (per. ore 5,25).

Scomparsa Matteotti ha prodotto qui come era da aspetta~rsi grande impressione. Commenti e giudizi del:la stampa s'i ispirano allo speciale ·colore politico di ciascun giornale. Stampa nel suo complesso ha linguaggio misurato, e figura di V. E. è .sempre messa in debita luce. Ciò non può dirsi però del Daily Herald che pubblica un violento articolo contro persona stessa di V. E.

Ho consultato immediatamente avvocato consulente dellla R. ambasciata per conoscere ·esattamente se sia possibile e di sicuro esito un'azione giudiziaria per oltraggio contro ·capo di Governo estero. Avvocato però con argomenti legali, e con l'appoggio di .casi analoghi ha assolutamente escluso la possibilità di essa.

Mi sono adoperato perchè venisse data la maggiore pubbHcità alle dichiarazioni di V. E. fatte alla Camera il 13 corrente (2).

Rieordo ad ogni buon fine che, come è a tutti noto, il Daily Herald, pur sostenendo in massima parte il programma dell'attuale Governo, non ne rispecchia il pensiero, nè ha alouna connessione con esso.

Invio per posta parere dato dall'avvocato consulente della R. Ambasciata e aspetto istruzioni di V. E. Agisco intanto per influire direttamente ed indirettamente sulla stampa.

(l) -Cfr. n. 260. In margine a questo documento è scritta, di pugno di Mussolini, la minuta del tel. pubblicato qui nel testo. (2) -Cfr. Atti de! Par!amento Ita!iano, Camera dei Deputati, Sessione 1924-25, I, Discussioni, pp. 325-326, 328-32!1.
267

IL DELEGATO ALLA SOCIETA DELLE NAZIONI, SALANDRA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. 3821/24. Ginevra, 17 giu.gno 1924, ore 20,35 (per. ore 23). Mio telegramma n. 15 (1). Lavori Consiglio si sono chiusi senza che Lord Parmoor abbia dato effetto al proposito ripetutamente annunziato di riunire al suo albergo in via amichevole membri del consiglio per una conversazione intorno alla eventuale ammissione della Germania alla Società delle Nazioni. Ritengo che Lord Parmoor abbia !rinunziato alla sua idea dopo aver tastato terreno specialmente con delegati Francia e Belgio ed essersi convinto che ·COistoro in realtà non avrebbero gradito molto adunanza. Ritengo che Hymans sia stato specialmente adoperato dai francesi per smontare Lord Parmoor. Hymans ha detto anche a me sarebbe stato imprudente anzi J;)€1l"icoloso portare questione innanzi membri del Consiglio indifferenti come due americani del sud o pregiudicati in favore Germania come Branting. Inoltre questione per ora almeno non può eSisere trattata seriamente se non dai governi più interessati. Francia e Belgio ll"itengono entrata Germania alla Lega delle Nazioni potrà trattarsi soltanto dopo che saranno sistemate questioni delle riparazioni e sicurezza. Ritengo pure pericoloso ammettere Germania con posto permanente Consiglio come Grande Potenza mentil"e persiste in essa spirito rivincita. In questa ·conversazione io mi sono limitato esprimere sentimenti in massima

favorevoli ammissione Germania pur ammettendo che non potrebbero effettuarsi senza previa intesa con Stati più interessati.

268

L'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. S. (P. R.) 193/537. Londra, 17 giugno 1924, ore 21,20 (per. ore l del 18). Telegll"amma di V. E. Gab. n. 92 (2).

Ho espletato le più accurate indagini circa soggiorno on. Matteotti a Londra. Le maggiori notizie mi sono state fornite dal dott. Pellizzi che tra ieri ed oggi è riuscito a sapere quanto segue: on. Matteotti si è trattenuto a Londra per più di tre giorni. Egli fu qui ad un dipresso fra il 5 ed il 15 maggio. Ebbe rapporti con socialisti 'inglesi; parrticolarmente con deputato Duncan che si occupa

11 - Documenti diplomatici · Serie VII • Vol. III.

specialmente di cose italiane. On. Matteotti parlò in una riunione della Work's Union di Hampstead Heath. Mi è stato pure riferito che egli si sarebbe inconr trato con Mac Donald al qualle sarebbe stato presentato dal signor Duncan. Vi sarebbe stato solo uno scambio di parole di convenienza.

On. Matteotti fu una sera al Club Cooperativo italiano dove fu accompagnato da socialista della colonia. Egli si sarebbe espresso in termini moderati con connazionali presenti affermando nutrire sentimenti anti-bolscevichi ma anche anti-fascisti.

Riservomi controlJ.are e telegrafare risultato ulteriori notizie.

(l) -Non pubblicato. (2) -Cfr. n. 259.
269

IL DELEGATO ALLA SOCIETA DELLE NAZIONI, SALANDRA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. 3825/26. Ginevra, 18 giugno 1924, ore 4,20 (per. ore 6).

Mio telegramma n. 24 (1).

Finito consiglio Lord Parmoor mi ha preso da parte e formalmente domandato per comunicarlo al primo ministro inglese quale sarebbe stato atteggiamento Italia se, regolata in principio questione riparazioni, Francia e Inghilterra saranno d'accordo per incoraggiare Germania a chiedere sua ammissione alla Società delle Nazioni. Ho risposto che atteggiamento Italia sarebbe certamente favorevole. Lord Parmoor ha soggiunto se Francia e Inghilterra non fossero d'accordo sarebbe probabile impossibilità prendere una iniziativa in questo affare.

270

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, A TUTTE LE AMBASCIATE E LEGAZIONI IN EUROPA, AGLI AMBASCIATORI A WASHINGTON, CAETANI, A RIO DE JANEIRO, BADOGLIO, E A BUENOS AYRES, ALDROVANDI

T. PRECEDENZA ASSOLUTA 1961. Roma, 18 giugno 1924, ore 13.

Delitto nefando consumato contro on. Matteotti serve motivo per inscenare manifestazioni che interessano Governo italiano e rappresentano intervento faccende interne nazione italiana. Prego reagire forme opportune facendo intendere:

l) che delitto non ferisce fascismo che lo ha solennemente deplorato e meno ancora Governo;

2) che polizia ha arrestato quasi tutti indiziati;

3) che autorità giudiziaria italiana, la cui probità nessuno mai pose in dubbio, istruisce il processo e farà giustizia.

Far comprendere che delitto ha interrotto processo conciliazione nazionale cui tendeva con tutte sue forze on. Mussolini e ricordare che delHti non meno orribili avvennero tutti paesi Europa questi ultimi anni.

Desidero essere informato su movimenti cotesta opinione pubblica (2).

Il) Cfr. n. 267.

(2) La minuta è di pugno di Mussolini.

271

IL CAPITANO PALAZZOLI AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. Parigi, 18 giugno 1924 (per. ore 13,55). Opinione franco-ingllese assurdamente ritienvi colpevole assassinio on. Matteotti perchè andaron impuniti aggressori Amendola Misuri Corriersera. Colonie costernate per onore Italia Fascismo che salvò Patria per cui ar·rischiai vita

combattenti Londra Parigi scongiuranmi telegrafare S. M. necessario vostro ritiro. Urge dimostrare estero vostra innocenza cui fermamente credo. Citasi contro

V. E. romanzo Ferruccio Vecchi tragedia mio ardire ove E. V. sarebbe desmitta col nome brigante. Provocate smentita. Abita Roma conferu Ministero Esteri [sic] prego disporre possa telegrafail'e cifrario cose vostra difesa Quotidien Internità [sic]. Caporali afferma voi sapete cadavere Matteotti trovasi Campoverano (1).

272

L'AMBASCIATORE A BRUXELLES, ORSINI BARONI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 845/125. Bruxelles, 18 giugno 1924, ore 14,15 (per. ore 17,15). Nella seduta camera deputati Vandervelde ha presentato mozione esprim~nte condoglianze parlamento italiano per assassinio Matteotti, aJSsassinio per il quale camera italiana ha espresso indignazione. Mozione venne a.pprova•ta da

tutti i settori. Nation Beige ha telegramma da Parigi che raccoglie voce circolante che Matteotti sarebbe stato visto ieri colà nel metro.

273

IL FUNZIONARIO DI P. S. PRESSO L'AMBASCIATA A PARIGI, SABATINI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 846/688. Parigi, 18 giugno 1924, ore 16,25 (per. ore 20). Ieri sera hanno avuto luogo qui due comizi contro fascismo e per protestare omicidio Matteotti, uno indetto dai comunisti nella sala dei sindacati rue Grange aux Belles, l'altro indetto dal partito unitario al Palais delle mutualità. Ambedue sono stati molto affollati e movimentati. Comunisti stanno organizzando altra manifestazione pubblica per domenica alla quale hanno invitato tutte le personalità e gruppi politici italiani e francesi avversi fascismo. Per questa riunione corre voce che interverranno anche Rkciotti Garibaldi e Campolonghi. Su di essa riferirò. Prende sempre più consistenza agitazione qui promossa da gruppo sinistra per ottenere scioglimento fascio italiano in Francia. Agitazione è tenuta viva

da comitati costituitisi per l'occasione e dalla lega per i diritti dell'uomo. Prefetto polizia ha stabhlito speciale servizio a protezione R. Ambasciata.

(l) Annotazione di pugno di Mussolini: • Fanfaronate degne di Dumini e soci. M. •.

274

L'AMBASCIATORE A MADRID, PAULUCCI DE' CALBOLI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 852/212. Maàrid, 18 giugno 1924, ore 16,30 (per. ore 18,45). Sul tragico caso Matteotti A.B.C. pubblica notevole articolo dkendo che gli assassini del deputato socialista hanno ovunque dei frateilli che si chiamano sia camelots du roi sia Ku Klux Klan, sia Hakenkreuzer. Se esistono purtroppo nel fascismo temperamenti tuttora riottosi il merito principale del Mussolini consiste precisamente netll'aver saputo giungendo al potere disciplinare il fascismo trasformandolo da rivoluzionario in partito d'ordine causa la credenza comune ·che le cose fossero tornate definitivamente alìlo stato normale [sic]. La sparizione del Matteotti ha sorpreso dolorosamente Italia tanto più poi per la posizione che nel partito avevano i presunti colpevoli. Ma il· presidente Mussolini, conclude il giornale, non è più da un pezzo il capo di un partito ma quello della nazione italiana e che ha dimostrato ancora in questa triste circostanza [sic] perchè prescindendo da ogni legame e da ogni cura di

amicizia egli V'Uole che la giustizia abbia libero e pieno il suo corso. La opposizione deve riconoscere la sua lealtà imparziale.

275

IL CONSOLE A ZAGABRIA, LODI FÈ, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 853/1988. Zagabria, 18 giugno 1924, ore 17,45 (per. ore 19,55 del19). Stampa deplorando assassinio Matteotti tende in generale attribuirne responsabilità fascista. Particolarmente Obzer in relazione delitto fa presente indifferenza governativa dinanzi esposizione deputato Besednjak che ricordava nostra camera atrocità esercitate su contadini croati in !stria. Ricorda inoltre rivista inglese The Nation che dice fascismo di ispirazione germanica e che stabilisce affinità psicologica nonchè analogia metodo fra monarchismo tedesco e fascismo italiano. Solamente Zagreber Tageblatt sorge difesa fascismo e Mussolini meriti del quale non devono essere dimenticati. Ben s'intende che stato non è che una forza organizzata poichè solo la forza tiene in piedi gli stati. Essa deve però essere in mano a gente abile ed assennata. Purtroppo nel dopoguerra è caduta in potere di molti pseudo Mussolini, gente inetta. Ma egli è il

solo che sappia usarne e devesi quindi aver fede che anche stavolta egli sarà il giudice più severo e più retto.

276

L'AMBASCIATORE A BUENOS AYRES, ALDROVANDI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 848/84. Buenos Ayres, 18 giugno 1924, ore 18,40 (per. ore 9,30 del· 19).

Questa stampa si occupa con grande abbondanza particolari scomparsa Matteotti; e meno qualche giornale di scarsa 'importanza che prevede catastrofe, tutti

concordi nel riconoscere che si tratta incidente transitorio e confidano energia mvincibile e patriottismo V. E. -Giornale socialista antifascista italiano si è fatto iniziatore comizio protesta nel quale parleranno Urbani, Pierini, e Parpagno.U. Nell'impossibilità di proibirlo poichè esso avrà luogo nella sala privata questo ministro affari esteri mi ha promesso dare istruzioni per reprimere intemperanza oratori e disordini.

277

L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, CAETANI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 865/183. Washington, 18 giugno 1924, ore 20 (per. ore 20 del19). Quantunque siano trascorsi vari giorni da sprurizione Matteotti non si è verificata nella stampa americana alcuna reazione sfavorevole a V. E. ed al Governo. Giornali in generale e New York Times in speciale modo hanno riferito fatti accuratamente usando parole di rispetto verso V. E. e Governo italiano. Oggi appaiono i primi editoriali che commentano situazione: tesi generale è che incidente illustra il pericolo di uso di mezzi non costituzionali anche in momenti di necessità ma tono non può dirsi ostile a V. E ..ed a Governo nazionale. Giorna:li

però pubblicano liberamente voci che circolano contro onestà amministrativa on. Finzi.

278

L'AMBASCIATORE A COSTANTINOPOLI, MONTAGNA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 847/288. Costantinopoli, 18 giugno 1924, ore 21,30 (per. ore 3,30 del 19).

Questa stampa da alcuni giorni si è data diffondere... con notizie esagerate ed alterate di fonte francese circa ripercussione scomparsa deputato Matteotti. Nelle prime ore pomeriggio di ieri alcuni giornali locali lanciavano menzognere notizie sensazionali sulla situazione politica interna italiana evidentemente fabbricate nell'alta finanza a scopo specU!lazioni borsa. Valendomi informazioni intercettate o che mi pervengono per radio, notte scorsa diramai a questa stampa comunicato di recisa smentita riprodotto stamane da vari periodici. Tale mio, intervento ha avuto effetto stroncare manovre borsa a nostro danno in quanto valori italiani non hanno subito ulteriori ribassi. Il che non esclude che oggi tutta la stampa turca ha sferrato nuova campagna italofoba con articoli violenti e velati rappresentanti la situazione politica interna dell'attuale Governo italiano come catastrofica. Domani .attiro l'attenzione Adnan bey su questo nuovo scandalo e continuo ad arginare esosa ondata con ogni elemento a mia disposizione.

279

L'INCARICATO D'AFFARI A BERLINO, GUARNERI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 850/249. Berlino, 18 giugno 1924, ore 21,35 (per. ore 23,30). Telegramma di V. E. 1961 (1). Maggioranza stampa tedesca, come da mio telegramma, di ieri ufficio stampa:, ha riportato largamente notizia suoi corrispondenti romani o agenzie italiane, qualche altro periodico pubblicato telegramma proveniente Parigi ·Con notizie di situazione seria e di crisi in Italia. Commenti stampa finora piuttosto scarsi eccezione giornali comunisti che sono naturalmente aspri. Vorwiirts sostiene responsabilità tutto iJJ. partito fascista assassinio che fu commesso sopra modello assassini ultranazionalisti tedeschi; carattere politico più grave perchè Matteotti assassinato per avere combattuto corruzione elemento fa.scista che preparava nuova campagna; spera unione elemento italiano antifascista per aiutare lotta sostenuta quasi solo da socialisti. Lokal Anzeiger dice presidente del consiglio, pure essendo incontrastato padrone, non è riuscito impedire violenze proprio partito anche se superflue e condanna presidente del consiglio stesso cui alcuni elementi fascisti rifiutano obbedienza. Più pericoloso nemico fascio trovasi sue fila. Kreuzzeitung riconosce lealmente volontà presidente del consiglio mettere fine violenze e fare luce completa. Giornale Germania ammette trattarsi forse crisi momentanea predòminante azione fasci, ma nega trattarsi crisi regime mussoliniano. AUgemeine dice presidente del consiglio debba scindere sua responsabilità da elementi anar·coidi partito e riconosce sua lealtà e desiderio fare trionfare giustizia, deplora presidente consiglio occupato politica interna momento decisivo riparazioni. Opinione pubblica ha seguito con interesse avvenimenti ma sua attenzione rivolta specialmente nuovo governo francese. R. ambasciata ha già provveduto

smentire presso direzione giornali notizie tendenziose e allarmiste. Continuerò adoperarmi senso telegramma di V. E.

280

L'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. RR. 854/543. Londra, 19 giugno 1924, ore 2,30 (per. ore 13). Decifri Ella stessa. Nella riunione di ieri del partito parlamentare labourista fu votato all'unanimità risoluzione seguente: l) questa riunione del partito parlamentare labourista tiene a manifestare sua profonda riprovazione per il delitto commesso contro signor Matteotti segretario del partito socialista unitario italiano; 2) ed invia calda simpatia e cordiale appoggio al partito socialista italiano nella sua lotta

contro forze che stanno calpestando principii fondamentali della libertà e democrazia. Dato contenuto di tale risoluzione ed in considerazione della circostanza

venuta a mia conoscenza che alla predetta riunione era presente primo ministro e due membri del Governo, ho creduto dovere chiedere immediato colloquio a Mac Donald. Nonostante egli fosse impegnato in grave questione ai comuni pure in seguito mie vive pressioni ho potuto vederlo al parlamento.

Gli ho detto avere avuto stamane conoscenza del testo della risoluzione votata ieri in una dunione del partito parlamentare tlabourista colla partecipazione dello stesso primo ministro e altri due membri del Governo. Dopo avere accennato che la gravità dei termini della risoluzione votata non ern sfuggita anche ai giornali inglesi (tre giornali d'opposizione) e che come mi risulta aveva anche jmpressionato alcuni membri del parlamento, gli ho detto che ero venuto per chiedergli precise informazioni circa presenza dei membri del Governo alla riunione e spiegazioni circa contenuto risoluzione che appariva intesa a recare appoggio al partito socialista italiano dando impressione di una intromissione nei nostri affari interni.

Mac Donald mi ha risposto dover premettere e ricordare· ciò che aveva già dichiarato in altra circostanza e che cioè manitfestazione del partito labourista non poteva nè doveva essere affatto interpretata come manifestazione del pensiero del Governo. Che pertanto quando egli e i suoi colleghi del Governo assistevano riunione di partito vi assistevano a solo titolo personale privato. Ha aggiunto che su que·sto punto per necessità politica egli aveva sempre dovuto mostr.ar\si irremovibile. Conseguentemente egli e due suoi colleghi erano bensì presenti riunione ma vi erano a solo titolo personale privato e pertanto non sorgeva questione incompatibilità loro presenza tanto più poi ·Che risoluzione non faceva alcun accenno meno che riguardoso per il Governo italiano. Egli ha soggiunto che teneva ad ogni modo a fornirmi i maggiori chiarimenti e mi dichiarava: nella ii'isoluzione che faceva oggetto mio passo non bisognava assolutamente leggere più di quanto parole non suonavano.

Egli fino da stamane aveva voluto esaminarla parola per parola. Risoluzione si divide in due parti: la prima col dichiarare profonda riprovazione delitto commesso contro segretario partito socialista unitario italiano ~ all'unisono col pensiero manifestato da tutto il mondo politico italiano. Circa la seconda parte che allude ad un cordiale appoggio al partito ·socialista italiano che lotta contro forze che calpestano i principi della libertà e della democrazia egli doveva osservare che questa frase era lungi dal1l'essere una critica al R. Governo. Essa seguiva invece lo ,stesso pensiero di V. E. manifestato all'atto de] delitto e ~bito dopo attuato con svariati provvedimenti politici ed amministrativi. Premesso tutto ciò Mac Donald dando alla conversazione un carattere piuttosto personale ha tenuto a spiegarmi che l'ordine del giorno della seduta del partito tlaburista alla quaile egli si era recato, non portava alcuna menzione di una qualsiasi risoluzione sul caso Matteotti. In realtà questa risoluzione era stata presentata all'improvviso all'insaputa di tutti, alla fine di una lunga e laboriosa seduta durata due ore, dal segretario del partito. Essa era stata solamente letta senza che nessuno degli intervenuti avesse aperto bocca e cosi era passata automaticamente occupando un solo minuto di tutta la seduta. Mac Donald ha tSoggiunto che solo questo è secondo verità contenuto dell'espressione «votata all'unanimità » ed il senso ed il valore della pretesa partecipazione dei ministri alla riunione.

Primo ministro ha quindi concluso che egli sperava che tutte queste spiegazioni fossero valse a far venir meno 1e ragioni che mi avevano spinto al passo presso di lui. Mi sono limitato a rispondere che avrei riferito a V. E. le di lu:i. spiegazioni del valore delle quali doveva essere .giudice il R. Governo. Primo ministro ha allora replicato pregandomi di farmi buon interprete presso V. E. di tutto quanto egli mi aveva detto per evitare ogni possibile malinteso.

Nel corso dehla conversazione ho trovato modo di dire al primo ministro che a lui non poteva sfuggire cattiva impressione che avrebbe fatto sull'opinione pubblica italiana seconda parte della risoluzione del partito laburista circa appoggio al partito socialista italiano specie se messa in rapporto della recente visita a Londra dell'on. Matteotti e dei contatti da lui avuti con rappresentanti laburismo inglese. Gli ho quindi chiesto esplicitamente se egli avesse visto qui Matteotti. Mi ha risposto recisamente in modo negativo. Per dargli anche precisa impressione che da noi si segue da presso attività del governo e del partito laburista gli ho repFcato essere invece giunto a mia conoscenza che on. Matteotti gli era stato presentato dal deputato Duncan (mio telegramma n. 537) (1).

Mac Donald ha vivamente reagito negando che ciò fosse avvenuto aggiungendo che in ogni caso il Matteotti non aveva bisogno di alcuna presentazione conoscendolo egli da molto tempo ed avendolo visto per l'ultima vo!lta tre anni fa in Italia. A tale proposito aggiungo ad ogni buon fine che avendo rivolto ieri sera analoga domanda al signor Henderson ministro delJ.'interno ed al sottosegretario di stato per gli affari esteri, entrambi pur confermandomi che on. Matteotti aveva visto alcuni membri del partito hanno escluso recisamente di aver avuto occasione di avvicinarlo perspnalmente (2).

(l) Cfr. n. 270.

281

IL MINISTRO A LUSSEMBURGO, COMPANS DI BRICHANTEAU, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 872/47. Lussemburgo, 19 giugno 1924, ore 5,15 (per. ore 12).

Telegramma di V. E. n. 1961 (3).

Nessuna manifestazione relativamente delitto contro il deputato Matteotti ha avuto luogo nel Lussemburgo. Stampa locale compresi giornali socialisti si è limitata riprodurre notizia telegrafica senza commenti. Anche numeroso elemento sovversivo italiano residente bacino miniere si mantiene fino ad ora tranquillo. Agisco opportunamente presso la stampa locale affinchè assuma :linguaggio aperta approvazione del R. Governo constatando provvedimenti adottati subito per punizione colpevoli e facendo risaltare altri particolari contenuti nel telegramma di

V. E. Già prima di aver ricevuto telegramma suddetto avevo avuto occasione far rilevare a questo ministro interni energia subito dimostrata da V. E., che quasi tutti presunti colpevoli erano già stati arrestati e che autorità giudiziaria naturalmente insospettabile istruiva processo.

(l) -Cfr. n. 268. (2) -Annotazione di pugno di Mussolini: • non è soddisfacente Mus. •. Cfr. n. 292. (3) -Cfr. n. 270.
282

IL MINISTRO A PRAGA, PIGNATTI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 863/181. Praga, 19 giugno 1924, ore 13,50 (per. ore 20).

Telegramma di V. E. 1961 (1).

Se si eccettua giornale comunista e giornale socialista democratico Pravolidu che tengono linguaggio intemperante, contegno di" questa stampa non differisce gran ·che da quello tenuto dopo elezioni generali che si pretese qui svisare nei magnifici risultati pur di sfogare acredine contro fascismo. Atteggiamento stampa non ha avuto però nessuna ripercussione nella opinione pubblica che non si dimostra commossa {)ltre misura. Sola manifestazione finora avvenuta è stata invio telegramma condoglianze corretto inevitabilmente nella forma da parte questo gruppo parlamentare socialista democratico ai sociailisti unitari a Roma. Testo telegramma è riprodotto nel bollettino stampa di questa legazione del 18 corrente. Ritengo che non sopravvenendo nuovi fatti sensazionali e purchè annunzio manifestazioni Inghiltel'll'a e Francia non assumano tale importanza da provocare ripercussioni in questo ,paese anche linguaggio stampa ritomerà in breve normale. V. E. può essere sicura della mia continua vigilanza. Senonchè mi è necessario in questa contingenza procedere guardingo e con molta calma per non andare incontro a risUiltati opposti a quelli ricercati.

283

L'UFFICIO STAMPA DELL'AMBASCIATA A PARIGI AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 868 (2). Parigi, 19 giugno 1924, ore 14 (per. ore 19,15).

Grande stampa informazione e moderata persiste contegno corretto rilevando calma fiduciosa Italia e energica azione Govemo. Stampa sinistra e sovversiva seguita campagna contraria che sentesi tuttavia attenuarsi. Paris soir scrive dittatura è piena confusione. Essa non attendevasi simile rivolta. Tenterà spezzarla violentemente o ostinerassi cercare formule transazionali? Comunque, suoi giorni sono contati e monarchia che patteggiò con camicie nere può temere dure prove. Quotidien sotto titolo dittatore Mussolini ritrovata sua arroganza scrive: Mussolini annunzia rappresaglie contro chi non ammira metodi fascisti insomma chiama camicie nere posto combattimento. Preparansi nuovi delitti? Dittatura sentendosi seriamente colpita elabora repressione selvaggia? Comunque è condannata. Ere NouvelLe ISCrive: pare ambienti diplomatici italiani siansi commossi articoli stampa sinistra. Vogliamo precisare che abbiamo sempre fatto distinzione fondamentale tra Italia grande nazione Cavour Garibaldi e dittatore portato sommo potere dal danaro di qual.che ricchissimo sovventore. Nessuna ·considerazione diplomatica deve condurci approvare atti biasimati coraggiosamente Herbette nel suo ponderatissimo giornale. Repubblica francese ispirasi deferenza per tutte

concezioni sociali cui paesi amici intendono legare proprio destino ma non potrebbe dimenticare essere essa regime rispetto vita umana. Deve inoltre ricordare che unità italiana formatasi con combattimento leale per libertà minacciate straniero e blasone Casa Savoia non macchiato sangue guerra civile. CEuvre rileva che stampa italiana confronta delitti rimasti impuniti Francia con energica giustizia Mussolini e lamenta ingerenza francese nella politica interna italiana. Argomento avrebbe maggiore peso se delitto Matteotti non fosse preceduto moltissimi attentati stesso genere. Da vari mesi malcontento contro fascismo e fascisti diffondevasi rapidamente penisola. Fascismo perirà per suoi eccessi. Emozione manifestata tutte nazioni Europa prova soltanto che sentimento democratico violentemente respinto dopo guerra riprenderà sopravvento. Humanité pubblica manifesto comitato comunista azione che indice domenica grande manifestazione piazza contro fascismo internazionale per costringere Governo francese scioglimento immediato organizzazioni fasciste. lnformation porta impressione Neckett inviato Daily Express secondo cui elementi estremisti fascisti ricorrono qualunque mezzo impedire pacificazione paese scopo interesse personale. Fascisti idealisti prima ora ritiratisi contenti vittoria senza chiedere nulla sostituiti da Dumini avidi onori e vantaggi. Credesi Matteotti avesse raccolto documenti contro vasta organizzazione che sfrutta ambienti finanziari estorcendo denari per sovvenzionare giornali e imprese private. Action Française pubblica conversazione avuta con conte Pellati contenente tra altro che soppressione Matteotti sarebbe dovuta certe alte personalità compromesse speculazioni che sapevanlo possessore documenti pericolosi. Stesso giornale confronta affare Matteotti con morte misteriosa figlio Daudet domandando se repubblica capace fare per questo soltanto metà quanto ,fatto da Governo Mussolini per assassinio disgraziato Matteotti. Républi

que Française scrive affare Matteotti è conclusione tragica politica dittatura violenza di cui costituisce condanna. Esso può rappresentare per Italia crisi benefica se induce Governo fascista a chiamare suoi partigiani onesti sinceri nelle vie ordine legalità. Crisi attuale convincerà indubbiamente capi fascismo che questo non profitterebbe apparendo quale bolscevismo capovolto. Bur [?] domandasi se affare Matteotti permetterà Mussolini consolidare regime fascista senza concedere troppo al liberalismo. Duce è certamente più profondo e agile capo stato Europa. Marxista imperialista poEsiede qualcosa di napoleonico. Ma certi pensano sua dittatura essere anacronismo e non potrebbe conservarla molto senza una grande vittoria. Dato già molto suo paese ma suoi avvers:hl'i contestangli successi molto reali riportati ovunque specialmente Balcani e è europeo [sic] che dovrebbero inquietare Governo francese se degno .sua missione. Temps riproduce informazione radio Londira secondo cui sorprende protesta votata riunione deputati laburisti cui assisteva Mac Donald contro assassinio Matteotti e forze che calpestano principi fondamentali libertà democrazia. Tale partecipazione capo governo riterrebbesi inopportuna e considerata da ambienti conservatori come dannosa buoni ~rapporti italo-ingle.si.

(l) -Cfr. n. 270. (2) -Manca il numero di protocollo particolare.
284

L'AMBASCIATORE A BRUXELLES, ORSINI BARONI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 855/127. BruxeLLes, 19 giugno 1924, ore 14,0.5 (per. ore 19).

Telegramma di V. E. 1961 (1).

Al senato ieri mozione socialisti che il senato belga si associ riprovazione generale per sorte on. Matteotti ha provocato un incidente. Mentre alla camera dei deputati analoga mozione era stata votata all'unanimità 1S'enza alcun richiamo a1lla dovuta procedura, nè da parte presidenza nè dal rappresentante Governo e dai partiti borghesi, senatore cattolico Liebaert ha cercato far valere che di fronte mistero tuttora es1stente e trattandosi di una manifestazione socialista senato non dovrebbe far sua mozione suddetta. Dopo vivace discussione mozione è stata approvata ·con voti 73 uno contrario e 19 astenuti (cattoUici). Altra man,ifestazione contro « delitto fascista » ha avuto luogo ieri sera alla federazione del partito operai di Bruxelles, oratore Vandervelde.

Si stanno preparando pubbliche dimostrazioni di protesta contro quel delitto sia da parte della lega belga [dei diritti] dell'uomo come pure del sindacato operai metallurgici Bruxelles. Federazioni mutualità socialista Charleroi ha inviato ambasciata telegramma esprimente indignazione assassinio Matteotti.

Stampa socialista e quella borghese che accoglie ispirazione di Parigi continua vivace campagna oramai chiaramente .rivolta contro V. E. Soir per esempio accusa di esitazione aggiungendo che questa sua maniera di vedere è divisa dall'opinione pubblica in Inghilterra, Belgio e che o V. E. farà spietatamente completa luce su tutti i vari responsabili o lo scandalo travolgerà regime fascista. In questo momento appaiono in tutta la loro vacuità « amitiés » italo-belghe appoggiate in questo paese e festeggiate in tanti banchetti. Nessuna persona di quel ..... (2) ha levato voce se non a difendere per lo meno domanda di calma e riserva nel linguaggio.

285

IL MINISTRO A VARSAVIA, MAJONI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 864/88. 1larsavia, 19 giugqw 1924, ore 14,26 (per. D're 19).

Telegramma di V. E. 1961 (1).

Soltanto stampa di sinistra, e non tutta, ha cercato trarre motivo noto delitto per denigrare fascismo per scopo di politica interna locale. Ho provocato reazione da parte di un giornale amico che ha infatti pubblicato ieri sera articolo deplorante tale atteggiamento. Stamane altro giornale di tendenza piuttosto sinistra pubblica articolo equanime bene intonato. Resto della stampa !imitasi pubblicare notizie tenendo contegno soddisfacente. Occorrerebbe agire Praga su giornale Prager Presse dali quale stampa sinistra locale deduce notizie fantastiche catastrofiche.

Ho approfittato occasione di un grande ricevimento ufficiale ieri sera per rappresentare personalità poliHche punto di vista di cui al telegramma di V. E. cui rispondo. Esse d'altronde giudicano avvenimento con perfetta equanimità.

Domani vari giornali pubblicheranno nota intonata contenuto telegramma.

(l) -Cfr. n. 270. (2) -Gruppo indecifrato.
286

L'AMBASCIATORE A MOSCA, MANZONI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 861/231. Mosca, 19 giugno 1924, ore 15,36 (per. ore 18). Telegramma di V. E. n. 1961 (1). Stampa loca1e fino ad ora si è limitata riprodurre le brevi notizie telegrafiche da Roma riassunte bollettino questo ufficio stampa n. 5101, 2 e 3 senza alcun commento. Da parte dell'opinione pubblica russa finora nessuna manifestazione. La sola ripercussione constatata è quella avvenuta riunione internazionale comu

nisti cooperative provocata dal comunista italiano Bini. Da parte di questo Governo finora nessuna manifestazione.

287

L'AMBASCIATORE A MADRID, PAULUCCI DE' CALBOLI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 866/213. Madrid, 19 giugno 1924, ore 16 (per. ore 20,40). Segnalo articolo di A:ugusto Garcia nella Libertad di oggi. Dopo avere messo in luce alte qualità politiche morali deputato Matteotti afferma che suo assassinio non può attribuil'ISi a maneggi fascisti o rappresaglie ufficiali. Non si può avere una più decisa ferma sincera condanna del crimine di quella pronunziata da Mussolini in pieno parlamento. Contro quella parte della stampa che parla del crimine fasdsta la Libertad protesta sembrandole iniquo lasciar sussistere tale equivoco. Che se il sequestro e la morte del Matteotti sono dovute ad alcuni fascisti è noto che Mussolini fa continui sforzi per incanalare le energie e le forze del fascismo convertendole in istrumenti costituzionali di governo.

Ma per [sic] i suoi seguaci vi sono persone d'azione che considerano soltanto nei mezzi violenti per dominare gli avversari politici.

288

IL MINISTRO A STOCCOLMA, MARTIN-FRANKLIN, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 867/37. Stocco~ma, 19 giugno 1924, ore 16,20 (per. ore 19,,50). Telegramma di V. E. 1961 (1). Prima impressione fu vivissima per il fatto che telegrammi da Berlino da

Parigi ed anche agenzia Havas riferivano Italia essere alla vigilia gravissima crisi politica. Trovandosi fortunatamente in porto R. nave «Mirabello» che rac

coglie tutti i giorni radiotelegraficamente notiziario S. Paolo ho in base ad esso opportunamente ampliato, diramato telegrammi a giornali per mezzo agenzia svedese. Freno cosi diffondersi notizie false in modo che già avant'ieri stampa dedica più poche righe alla questione. Solo giornale socialista pacifista, un giornale liberale noto sentimenti ostili Italia e fascismo pubblicano commenti alquanto aspri. Altri giornali sì sono limitati riprodurre telegramma. Cercherò avvicinare giornale socialista ma momento difficile perchè assente Branting che rappresenta sempre elemento moderatore. Ho però parlato a suo fiduciario che mi ha promesso interessarsene. Mt ero già adoperato in questi circoli politici di~lomatici giornalistici nel senso indicatomi ora telegramma 1961: naturalmente continuerò farlo ancora più confortato istruzioni di V. E. Posso affermare ·impressione qui già grande attenuata se non interamente dissipata.

(l) Cfr. n. 270.

289

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, AL MINISTRO A BERNA, GARBASSO

T. GAB. 7106. Roma, 19 giugno 1924, ore 16,30.

Telegramma di V. S. n. 159 (1).

Approvo. Voglia d'altra parte diffidare Ferrata da qualsiasi atto inconsulto sia nei riguardi degli elementi locali sia nei rigururdi degli italiani immigrati costì. È indispensabile la massima dtsdplina da parte di tutti (2).

290

IL MINISTRO A BUCAREST, ALOISI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 871/281. Bucarest, 19 giugno 1924, ore 16,30 (per. ore 24,50).

Telegramma di V. E. 1961 (3).

Ieri stampa ed opinione pubblica mostraronsi specialmente impressionate notizie relative affare Matteotti. Molte di esse tendenziose provengono da Parigi. Per arrestare corrente opinione pubblica che si andava formando detti immediatamente ieri sera alla stampa un comunicato ufficiale di questa legazione con recisa smentita a notizia lanciata 'da radio Lafayette. Riunione indetta ora fra.....

Eccellenza, dobbiamo noi provvedere affinchè Nitti sia invitato a " riposare " ed a desistere dall'influenzare ostilmente gli ambienti politici e finanziarli svizzeri? •.

Smentita ha raggiunto suo effetto poichè i ·giornali di stamane pubblicano cofJ. medesimo telegramma da Roma facendo conoscere che grazie all'energia di V. E. la situazione che sembrava to!'bida è ritornata normale.

Mi adopererò immediatamente reagire secondo indicazioni contenute telegramma V. E. 1961.

(l) -T. gab. 844/159, trasmesso il 18 giugno alle 14,31 e pervenuto alle 16,55: minacce del giornale socialista Libera Stampa contro i dirigenti del Fascio di Lugano e richiesta alle autorità elvetiche di far moderare il linguaggio del giornale stesso. (2) -Cfr. ciò che scriveva a Mussolini, in data Lugano 16 giugno 1924, Renzo Ferrata, delegato del P.N.F. per la Svizzera: c ... Nitti, alloggiato alla pensione Sonnenberg, a Zurigo, va facendo, -a privati, per ora, -delle ignobili dichiarazioni. Ad un certo Brignoni, commerciante, che ha parecchi affari in Italia, ha detto che il governo fascista costituisce un disastro per l'Italia; che Mussolini non rimarrà al Governo più di tre mesi; che il bilancio De Stefani, fatto completamente con cifre false, nasconde uno spaventoso deficit, ecc. Queste cose ve le avrei fatte pervenire, in cifre, dal R. Console, se non fossi certo che il R. Console comm. Tito Chiovenda, che ha ripetutamente mostrato i suoi umori, umori da Voce RepubbLicana e da Mondo, ha vive simpatie per certe sfere nittiane e per il Corriere della Sera. (3) -Cfr. n. 270. (l) -annunzia in vista creazione gabinetto concentrazione e mettendo in guaxdia opinione pubblica contro notizie tendenziose che riprendono ora a circolare con insistenza in tale circostanza.
291

IL MINISTRO A BERNA, GARBASSO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 856/161. Berna, 19 giugno 1924, ore 16,35.

Gruppo socialista ha presentato una mozione per invitare consiglio nazionale ad esprimere sue condoglianze camera deputati italiana in occasione delitto contro onorevole Matteotti morto vittima dei suoi principi conformi al parlamentarismo democratico. Consigliere federale Motta e presidente consiglio nazionale hanno cercato dissuadere gruppo socialista dal presentare mozione che potrebbe essere interpretata come ingerenza nella pdlitica interna italiana. Gruppo socialista ha insistito ed ufficio del consiglio nazionale sta ora esaminando mozione.

292

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA

T. GAB. 338. Roma, 19 giugno 1924, ore 18,40.

Telegrammi di V. E. nn. 543 (2) e 544 (3).

La prego di dichiaxare in forma conveniente ma esplicita che non ritengo soddisfacenti nè per me nè per opinione pubblica italiana le dichiarazioni fattele in modo personale da Mac Donald. Poichè la riunione del partito parlamentare labourista è stata pubblica come è stata di pubblica ragione la risoluzione in essa votata all'unanimità, è evidente che pubbliche debbano essere le spiegazioni o i chiarimenti che possono valere ad attenuare la portata del voto del partito labourista·. Non risulta chiaro nel pubblico che le dichiarazione fatte da codesto primo ministro alla camera siano analoghe a quelle fatte a V. E. Stimo superfluo far rilevare a Mac Donald la ,grruvità della seconda parte del deliberato del partito parlamentare labourista quando tale gravità è stata fatta

chiaramente ristùtare da alcuni membri dello stesso parlamento britannico. Mac Donald ha molti mezzi di poter rimediare all'accaduto rivolgendosi pubblica

mente all'opinione pubblica e non gli sarebbe certamente difficile di diramare immediatamente un comunicato uffi·ciale in termini adeguati. Ma non tocca a me il suggerire i rimedi che spetta di escogitare alla sua perspicacia di uomo intelligente che ha la responsabilità del governo di una grande potenza. Naturalmente attenderò prima di prendere una decisione sul da fare di conoscere l'esito di questo suo passo.

Attendo quindi sue comunicazioni telegrafiche (1).

(l) -Gruppo indecifrato. (2) -Cfr. n. 280. (3) -Tel. gab. (P. R.) n. 200/544, trasmesso il 19 giugno alle ore 2 e pervenuto alle 5,05 dello stesso giorno, non pubblicato, relativo a dichiarazioni di Mac Donald ai Comuni analoghe a quelle fatte a Della Torretta, di cui al documento pubblicato al n. 280.
293

L'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. (P. R.) 202/545. Londra, 19 giugno 1924, ore 22,15 (per. ore 4,10 deL 20).

Mio telegramma Gab. n. 541 (2).

Rispondendo ad analoga interrogazione Ministro dell'Interno ha dichiarato iersera ai Comuni apparire dai registri di sbarco che certo Giacomo Matteotti arrivò nel Regno Unito il 22 aprile scorso e riparti il 26. Ha aggiunto ritenere che tale persona sia proprio quella deputato Matteotti.

Da un telegramma inviato da:l Consiglio della Trade Union e dal Comitato esecutivo del partito laburista britannico appare poi che on. Matteotti parlò durante sua permanenza a Londra ad una riunione mista delle due predette associazioni. Invio per corriere riassunto discorso pronunziato dal Matteotti e quale è dato dal corrispondente politico della Westminster Gazette. Questi riferisce pure che Matteotti venne in Inghilterra in via privata e senza visto al suo passaporto.

Egli avrebbe pure parlato il 24 aprile in una riunione privata del partito laburista. Avrebbe descritto i rigori ai quali erano sottoposti i socialisti e dichiarato che egli era pedinato da agenti fascisti (circostanza che mi è stata assolutamente smentita dal segretario politico fascista di Londra il quale non conosceva del resto fino a quattro giorni fa recente soggiorno a Londra di Matteotti) e che aveva il presentimento della sua morte.

Corrispondente asserisce pure che Matteotti prese accordi per la traduzione in inglese di un <libro « Un anno di fascismo italiano » e che ripartì il 26 aprile.

294

L'INCARICATO D'AFFARI A BERLINO, GUARNERI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 870/251. Berlino, 20 giugno 1924, ore 2,25 (per. ore 7,10).

Rispondo al telegramma di V. E. n. 1961 (3) e faccio seguito mio telegramma 249 (4). Ho richiamato vivamente Schubert su attitudine qualche giornale e su titoli sensazionali e offensivi usati da alcuni giornali. Mi è stato assicurato che

ufficio stampa di questo ministero degli affari esteri avrebbe subito provveduto richiamare severamente dovere giornali colpevoli e che si sarebbero date istruzioni immediate perchè nella riunione di oggi di rappresentanti della stampa che ha luogo giornalmente al ministero degli affari esteri si fosse insistito in modo particolare affinchè giornali si mantengano strettamente obiettivi, e si abbiano i maggiori riguardi alla persona di V. E. da cui Germania attende preziosi aiuti nella questione delle riparazioni. Nei colloqui con giornalisti e con circoli tedeschi non abbiamo mancato svolgere ripetutamente ed ampiamente punti contenuti telegramma di V. E. e questo addetto stampa continuerà mantenere stretto contatto con circoli giornalistici secondo le istruzioni di V. E.

(l) -Cfr. n. 309. (2) -Tel. gab. (P. R.) 199/541, trasmesso il 19 giugno alle ore 2 e pervenuto alle 5;45 dello stesso giorno, non pubblicato, relativo alle indagini sull'attività svolta da Matteotti durante il suo soggiorno a Londra. (3) -Cfr. n. 270. (4) -Cfr. n. 279.
295

L'AMBASCIATORE A COSTANTINOPOLI, MONTAGNA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 873/291. CostantinopoLi, 20 giugno 1924, ore 3,55 (per. ore 10,50). Mio telegramma n. 288 (1). Anche oggi stampa persevera unanime nella segnalata campagna italofoba che trae incoraggiamento dal gettito continuo di notizie false e tendenziose di agenzie telegrafiche straniere. È d'altra parte evidente che tale lavorio si svolga qui in un terreno propizio formato dalla ignoranza e attiva animosità contro di noi opinione pubblica e dei circoli dirigenti. Purtroppo sovreccitazione e la paura creata in Turchia dalle manovre dei nostri avversari condotta di proposito intorbidare i rapporti dell'Italia con questo paese e dei numerosi precedenti offensivi giornalistici, hanno compiuto opera deleteria che con difficoltà potrà essere corretta o soppiantata. Gli articoli di fondo odierni facevano a gara nel rappresentare, anche con immaginari cenni storici, il fascismo ed i suoi capi come esponenti di tirannia e dispotismo contro i quali è ora insorta opinione pubblica nazionale. Uccisione deputato Matteotti non servirebbe che di pretesto alla rivolta. Si afferr.ua che il fascismo se pure non cadrà ora ha ricevuto grave colpo e se ne preconizza prossima fine. Qualche periodico trova in ciò analogia

con la caduta governo conservatore in Francia e Inghilterra. Tutte congetture comuniste ad un ammasso di insulsaggini volgari ed insinuazioni astiose.

296

L'AMBASCIATORE A COSTANTINOPOLI, MONTAGNA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 873/292. Costanti_nopoli, 20 giugno 1924, ore 3,55 (per. ore 10,50). In complesso si ha impressione che invettive stampa citata, mal celano desiderio che l'Italia perda forte governo che regge sorte nostri diritti come peri

coloso per l'esistenza Turchia. Questo pomeriggio mi sono recato da Adnan bey che deliberatamente non avevo più visto da una settimana ed ho attirato sua

seria attenzione suU'indegna campagna stampa turca che con sistematica una· nimità offende e vilipende l'Italia prendendo mosse da qualsiasi informazione falsa venga alla leggera lanciata o fabbricata da interessati a nuocere rapporti itala-turchi. Ho ,fatto notare che pur non volendo insistere sulla peculiare passività Governo turco di fronte a simile scandalo, ritenevo assolutamente necessario dover avvertire che tale modo di fare indubbiamente lascia aggravare una situazione che col tempo potrebbe diventare pericolosa. Il mio interlocutore, cui non manca una chiara sensazione situazione politica in Italia, e della fermezza del R. Governo, mi ha detto avrebbe telegrafato Angora mie dichiarazioni. Ho profittato circostanza per rammentargli che attendiamo sempre dal Governo turco prove palpabili resipiscenza e buon volere. Domani accorderò intervista a solo Ikda-rn che è il più vecchio e autorevole giornale turco e che in questa occasione ha avuto contegno riservato e corretto.

(l) Cfr. n. 278

297

L'AMBASCIATORE A COSTANTINOPOLI, MONTAGNA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 873/293. Costantinopoli, 20 giugno 1924, ore 3,55 (per. o1·e 10,50). Il locale periodico Tanin edizione turca pubblicava ieri intervista con alto funzionario di questa ambasciata di Francia il quale asseriva esplicitamente che la posizione :fascismo e del suo capo è stata in questi ultimi giorni molto scossa a causa dei loro abusi e arbitrii e affacciava ipotesi che reazione socialista potesse far capo a gravi avvenimenti nel nostro paese. Sorpveso da tale sconvenienza ho chiesto schiarimenti al mio collega francese. Avendo questi negato autenticità intervista, gli ho fatto notare che si imponeva da parte sua vecisa, pubblica smentita tanto più che soltanto qualche settimana addietro, durante attacco stampa turca per i pretesi concentramenti Rodi, si era verificato caso identico di indiscrezione da parte della stessa ambasciata. Il signor Jesse Curely ha aderito, non senza qualche imbarazzo, alla mia richiesta ed infatti giornale Tanin odierno ha pubblicato (sebbene non colla debita precisione) sua smentita che però verrà riprodotta da altri giornali domani nei precisi e netti termini concretati con me. Non oserei affermare che indiscrezione non abbia avuto luogo effettivamente, ma, comunque, rappresentante francese ha così riparato. Noto d'altra parte che quella scorrettezza, supposta o reale, dell'ambasciata di

fiancia appare in armonia alla attività che normalmente spiegano organi propaganda franco-turca nei riguardi nostri (1).

298

L'AMBASCIATORE A COSTANTINOPOLI, MONTAGNA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 873/294. CostantinopoM, 20 giugno 1924, ore 3,55 (per. ore 10,50).

Ad esempio agenzia Havas che si nasconde qui sotto il manto della agenzia Anatolia, risulta essere fonte e propagatrice continua delle informazioni che

12 -Documenti diplomatici -Serie VII -Vol. IIJ.

forniscono spunto a attuale campagna italofoba stampa turca. Devesi ad essa, fra l'altro diffusione (come il bollettino del 18 corrente) della notizia sensazionale che sotto la spinta opinione pubblica italiana, cavalier Giolitti era stato convocato da S. M. il re per costituzione di un ministero concentrazione. Oggi medesima agenzia è informata che tutti i ministri hanno rassegnato le dimissioni per lasciare a capo del Governo libertà d'azione soggiungendo che il comitato maggioranza che siede in permanenza ha invitato Governo a separarsi dai suoi collaboratori sospetti ecc. Dal canto suo giornale Stambul organo ambasciata di Francia oltre pubblicare fedelmente tali notizie contiene spesso articoli non scevri insinuazioni tendenti a ,gettare discredito e sospetto contro l'Italia (1).

(l) Il telegramma fu ritrasmesso a Parigi in data 22 giugno con tel. gab. n. 340.

299

L'AMBASCIATORE A PARIGI, ROMANO AVEZZANA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 879/695. Parigi, 20 giugno 1924, ore 14,45 (per. ore 16,35).

Agitazioni protesta per omicidio Matteotti continuano ed ha [sic] guadagnato larghi strati masse operaie e democrazia radica-socialista. In comizio comunista tenutosi l'altra sera intervenuti volevano dopo riunione recarsi presso R. ambasciata per dimostrazione ostile ma furono dissuasi dagli organizzatori in vista grandi misure prese dalla polizia. Dimostrazione indetta per domenica si sta organizzando attivamente e prevedo sarà molto numerosa. Tra le masse operaie corre voce che si dovrà in essa approfittare per tentare dimostrazione contro ambasciata. Comizio ieri sera indetto dalla «Lega diritti dell'uomo :1> è riuscito particolarmente affollato hanno parlato Campolonghi, Caporali e De Ambris. Si aggiunge campagna violenta per obbligare Herriot sciogliere fasci in Francia. Mentre faccio presso questo Governo i passi necessari per la tutela dei cittadini di qualsiasi parte non debbo nascondere a V. E. la mia preoccupazione per le proporzioni del movimento e per qualche eventuale eccesso.

300

L'INCARICATO D'AFFARI A SOFIA, SAPUPPO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 883/114. Sofia, 20 giugno 1924, ore 15 (per. ore 18,40).

Mio telegramma n. 112 (2).

Degno di rilievo articolo di fondo odierno organo partito socialista bulgaro nel quale si loda energica azione governo italiano per giungere punizione colpevoli assassinio Matteotti e si invita governo bulgaro « prendere esempio operato governo fascista italiano » pei provvedimenti richiesti dall'uccisione deputato bulgaro Petkoff.

(l) -II telegramma fu ritrasmesso a Parigi in data 22 giugno con tel. gab. n. 340. (2) -Tel. gab. n. 869/112, trasmesso il 19 giugno alle ore 20,30 e pervenuto alle 0,10 del 20, non pubblicato, relativo ai commenti della stampa bulgara all'assassinio di Matteotti.
301

IL MINISTRO A PRAGA, PIGNATTI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 888/183. Praga, 20 giugno 1924, ore 17 (per. oTe 21). Stampa Narodni Listi Nazional democratico organo Kramar. Assassinio Matteotti ha eccitato opinione pubblica parlamento. Governo ha spiegato azione energica, è notevole che fascisti stessi protestano contro metodi violenza politica. Mussolini non solo ha condannato delitto provveduto ·senza riguardo persone rintraccio .colpevoli per sottoporgli giustizia. Mussolini desidera seriamente fine sorda guerra civile che ha costato fascismo diciotto morti solo durante campagna elettorale. Normalizzazione diviene parola ordine. Assassinio Matteotti portato confusione non meraviglia se Mussolini qualifica assassini suoi più grandi nemici che interrompono opera concordia cui Governo dedicato ogni sforzo. Colpevoli non sfuggiranno castigo. Mussolini non ha intenzione evidentemente darsi prigioniero di qualche fanatico del terrore. Unanimità colla quale delitto stato condannato è buon segno per sviluppo situazione politica interna. Rivoluzione fascista non caduta errori quella russa. Essa vuole servirsi profitto stato tutte forze vecchie e nuove. Necessario perciò esemplare punizione colpevoli se

così non fosse sarebbe gravemente compromesso sforzo per rinnovamento legalità che opinione pubblica italiana domanda alla unanimità.

302

IL MINISTRO A STOCCOLMA, MARTIN-FRANKLIN, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 884/38. Stoccohna, 20 giugno 1924, ore 17,05 (per. ore 19). Svenska Dagbladt giornale più autorevole Svezia pubblica stamane articolo di fondo in cui dice che in questa crisi trionferà nel partito fascista tendenza moderatrice con eliminazione elementi perniciosi. Mussolini è intervenuto con mano di ferro senza esitazione. Operazione chirurgica certamente riuscirà, per

quanto non facile. Anche altri giornali aU'infuori socialisti e comunisti esprimono concetto analogo.

303

L'AMBASCIATORE A BRUXELLES, ORSINI BARONI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 881/129. Bruxelles, 20 giugno 1924, ore 20 (per. ore 23,50). Stamane ho potuto parlare con Hymans di ritorno da Parigi Ginevra. Di sua iniziativa è entrato parlare caso Matteotti constatando che il corso degli avvenimenti ha dimostrato potenza di V. E. in Italia essendo presidente del consiglio riuscito vincere ogni difficoltà che avrebbe provocato caduta di qualunque altro presidente del consiglio e compiere opera epurazione sol'lecita di grande utilità per l'avvenire. Nel riconoscere giustezza queste osservaZioni ho detto

come tra gli italiani sia generalmente impressione che partecipazione opinione pubblica belga al doloroso caso abbia oltrepassato certamente limite per entrare

in un campo e ingerirsi m cose che non la riguardano. Agli stessi italiani non era passato inosservato come tanto aUa camera dei deputati quanto al senato belga abbiano potuto aver luogo manifestazioni nè da parte Governo nè delle due presidenze sia stato fatto luogo a richiamo alla riserva alla. calma. Questo ministro affari esteri essere stato dopo [sic] miglior .consiglio tacere per non provocare discussioni la conseguenza delle quali avrebbe potuto danneggiare anche buone relazioni fra i due paesi e che a suo avviso anche senatore Liebaert avrebbe potuto risparmiare le sue osservazioni e Jasciare che mozione venisse accettata senza dar luogo discussione.

304

L'AMBASCIATORE A PARIGI, ROMANO AVEZZANA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 891/696. Parigi, 20 giugno 1924, ore 21 (per. ore 0,30 del 21).

La mozione presentata ieri notte in .fine di seduta da Faure e firmata da tutti i membri partito socialista è cosi concepita: « La camera dolorosamente commossa dalla notizia della sparizione del deputato italiano Matteotti, riprovando tutte le forme dell'assassinio politico, :dvolge al parlamento italiano espressioni della sua profonda simpatia». Il deputato Klotz della maggioranza osservò che non si poteva statuire sulla mozione senza sottoporla alla commissione degli affari esteri. Presidente della camera obbiettò che la commissione non essendo costituita, la camera poteva statuire immediatamente in deroga all'articolo 23 del suo regolamento. Herriot chie,se la parola per dichiarare «il governo faceva le riserve volute dal rispetto della sovranità italiana~. Benchè dalla minoranza si ·chiedesse il rinvio alla commissione il presidente mise ai voti la mozione che fu approvata a debole maggioranza. Il Governo la cui esistenza dipende dai socialisti ha iritenuto che dati i termini della mozione e delle riserve del presidente non convenisse opporvisi per non dar luogo a incidenti. Con riferimento mio telegramma 695 (l) di stamane il signor Herriot che ho veduto in occasione del ricevimento del corpo diplomatico all'Elisée, mi ha dato formale assicurazione che tutte le misure erano state prese per non permettere dimostrazione di domenica di entrare a Parigi.

305

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, AL MINISTRO A DURAZZO, DURAZZO

T. 1993 bis. Roma, 21 giugno 1924, ore l.

Suoi telegrammi nn. 109 (2) e 110 (3). Per quanto dal punto di vista strettamente formale sarebbe forse preferi>bile ritardare risposta alla comunicazione di Fan Noli (4) allo scopo di eliminare

dubb1o che essa significasse nostro riconoscimento del nuovo goveTno albanese ho creduto tuttavia necessario rispondere senz'altro e dar subito pubblicità alla risposta per evitare l'eventuale accusa di non voler facilitare un ristabillimento di normalità in Albania e per confermail'e chiaramente ancora una volta direttive della politica italiana, date insinuazioni che continuano sempre a farsi circolare a questo proposito. Questa .interpretazione che deve darsi alla nostra risposta non implica in modo assoluto un formale riconoscimento del nuovo Governo pur essendo chiaro che da parte nostra si sono già esplicitamente manifestate 'le nuove disposizioni a darlo quale conseguenza del principio di non intervento negli affari interni albanesi. E quindi potrà considerarsi definitivo se non vi saranno gravi ragioni in contrario da parte di Governi alleati (1).

(l) -Cfr. n. 299. (2) -Cfr. p, 179 nota 2. (3) -Tel. s. 3879/110. trasmesso il 19 giugno alle ore 17,40 e pervenuto alle 19,30 dello stesso giorno, non pubblicato, relativo al riconoscimento del nuovo Governo albanese. (4) -l!'atta con tel. non pubblicato, spedito il 17 giugno alle 19,50 e per. il 18 giugno. La comunicazione di Fan Noli e la risposta di Mussolini (cfr. n. 306) furono diffuse dalla Agenzia Stefani.
306

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO ALBANESE, FANNOLI

T. 1992. Roma, 21 giugno 1924.

Ringrazio V. E. della cortese premura con la quale ha voluto portare a mia conoscenza l'incarico affidatole da codesto Alto Consiglio di Reggenza di costituire il nuovo Ministero albanese. Nel prendere atto con soddisfazione degli intendimenti di generale politica amichevole e di rapporti di buon vicinato con gli Stati limitrofi, manifestati dall'E. V. nobilmente interpretando i sentimenti di codesto popolo La prego di gradire con l'espressione dei voti più sinceri che formulo anche in nome del R. Governo affinchè Ella possa assolvere col maggiore bene dell'Albania l'alto compito cui è stata chiamata, l'assicurazione che l'Italia continuerà, come per il passato, a portare lealmente tutto il suo contributo per il pacifico sviluppo e la prosperità del paese vicino ed amico. Mi è grata l'occasione per esprimere a V. E. la mia più alta considerazione (2).

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IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, AL CONSOLE GENERALE A GINEVRA, ELES

T. 1997. Roma, 21 giugno 1924, ore l.

Riservato per Attolico:

« Viene indirettamente riferito che in alcuni ambienti esteri si farebbe circolare l'insinuazione che spedizione in Albania dei soccorsi di cereali provveduti ed inoltrati via Italia da Pittard sia stata a bella posta ritardata finora per

opera del R. Governo il quale si sarebbe giovato di tale mezzo per aggravare maggiormente corso dei recenti avvenimenti albanesi per reconditt suoi fini. Ella è al corrente di come stanno effettivamente le cose per quanto concerne invio cereali. E quanto all'atteggiamento assunto dal R. Governo in oc·casione avvenimenti d'Albania è stato sufficientemente e pubbUcamente dimostrato coi fatti a quale piena lealtà ed a quali chiare intenzioni esso sia stato improntato. Tali assurde fantasie, grossolanamente tendenziose, si confutano quindi da sè. Ho ad ogni modo ritenuto di dovere ad ogni buon fine informare la V. E. affinchè nell'eventualità ehe avesse a presentarsi la convenienza e l'opportunità di tagliar corto a ta1i insinuazioni, Ella possa costà adoperarsi in tal senso intrattenendo della cosa ove ne fosse il caso lo stesso Drummond ».

(l) -Cfr. !"analogo t. 1999, trasmesso in pari data a Sola a Belgrado con !"aggiunta: • Pregola ad ogni modo chiedere a codesto Governo se abbia obiezioni a tale riguardo e ciò nell'intento di mantenere uniformità di direttive che si è già soddisfacentemente constatata fra i due Governi •. (2) -Cfr. quanto il Durazzo aveva telegrafato a Mussolini (tel. u. 2854/109, trasmesso alle ore 13,15 del 19 giugno e pervenuto alle 19 dello stesso giorno): • Da punto di vista nostro particolare interesse politico converrebbe passare possibilmente sopra a disquisizioni formali di diritto costituzionale prendendo iniziativa di entrare senz'altro in rapporti ufficiali con nuovo Governo scartando questione di riconoscimento. Se peraltro V. E. ritenesse opportuno avere prima scambio di idee in proposito con Londra, Parigi, Washington ovvero con Belgrado, sarebbe il caso sospendere risposta al telegramma di Fan Noli la quale verrebbe interpretataqui come implicito riconoscimento. Prego telegrafarmi istruzioni per mia norma di condotta. Mi astengo intanto io stesso dal rispondere telegl.1amma ufficiale col quale Fan Noli mi partecipava avantieri formazione nuovo Governo •·
308

L'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 889/557. Londra, 21 giugno 1924, ore 2,12 (per. ore 3,30). Riassumo editoriale odierno Daily MaH: non è necessario dire che Mussolini ha con sè tutta simpatia persone ragionevoli in Inghilterra per opera da lui intrapresa di assicurare alla giustizia uccisori Matteotti. Solo più maligni partigiani poterono pensare che on. Mussolini avesse avuto che fare ·col delitto o fosse pronto condonarlo. Salvatore Italia è uomo altro stampo. Se egli ricorse aHa forza nella lunga e terribile lotta fra fascismo e comunismo fu solo per preservare suo paese da rovina. Egli ha sempre mostrato sua ferma determinazione governare fermamente e giustamente anche se ciò importasse provvedimenti contro estremisti suo partito. Arresto Marinelli da nessuno sospettato è prova ehe Mussolini è deciso andare fino in fondo. Come Inghilterra cosi Italia ha fiducia tn Mussolini. Un capo non può essere responsabile per atti di alcuni suoi seguaci fanatici o malvagi purchè egli punisca quando simili persone violano legge. Sembra che vi sia una piccola banda di criminali che approfitta del fascismo per personali guadagni e assassini Matteotti pare siano [sic] in intima relazione eon essa. Ogni grande movimento ha simili parassiti e socialismo non ne è certo immune. Per quanto lamentevole sia caso Matteotti esso non può influire sul futuro Italia nè può giustamente chiamarsi responsabile di esso il fascismo. Straordinario progresso che sotto forte diritto e coraggioso capo nazione italiana sta facendo è miglior prova a favore fascismo e pubblica simpatia

verso di essa sarà rafforzata colle misure rigorose che si stanno adottando contro piccolo manipolo dei fascisti criminali.

309

L'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 895/554. Londra, 21 giugno 1924, ore 2,15 (per. ore 8,25). Telegramma di V. E. Gab. n. 338 (1).

Appena ricevuto il telegramma cui mi riferisco ho chiesto immediatamente vedere primo ministro. Egli non ha potuto soddisfare stasera mia richiesta nè

ha potuto danni appuntamento per domaru dovendo recarsi in campagna per noto colloquio con Herriot. Mi ha fatto pure dire che domenica sera dovrà recarsi direttamente in Scozia donde farà ritorno soltanto lunedì sera o martedl. Ciò corrisponde a quanto ho telegrafato a V. E. col mio telegramma 548 (1). Nella necessità di ritardare mia comunicazione circa risoluzione partito parlamentare labourista, credo doveroso inviarLe intanto con telegramma 556 (2) resoconto ufficiale discussione avvenuta mercoledì camera dei comuni circa risoluzione stessa non conoscendo in qual modo sono state riferite dai giornali italiani dichiarazioni primo ministro e quelle dell'opposizione costituzionale e risultandomi anzi resoconto del Secolo e probabilmente quel,lo Messaggero (essendo i &ervizi cumulativi) è assolutamente falsato. Desidero altresì per ogni maggiore chiarimento esporre a V. E. quanto segue:

l) Primo ministro divise sua conversazione con me in due parti: prima strettamente ufficiale informata agli stessi concetti delle sue dichiarazioni parlametnari; seconda a titolo personale trattandosi, come V. E. avrà potuto rilevare, di mere confidenze circa modo con cui si svolse adozione della risoluzione nella riunione interna del partito laburista. 2) Le spiegazioni fornite dal primo ministro al parlamento e che corrispondono esattamente a quelle a me date contengono: a) la formale dichiarazione che partiti politici devono riservarsi diritto esprimere indipendentemente opinione e che questa non riflette in alcun modo opinione del Governo. Da ciò consegue che le manifestazioni d'appoggio al partito socialLsta italiano sono manifestazioni esclusivamente del partito socialista labourista inglese e non del governo; b) la dichiarazione del primo mip.istro che la seconda parte della nota risoluzione, lungi dall'essere un biasimo pel primo ministro italiano, seguiva invece le dichiarazioni fatte ed i provvedimenti. presi da V. E. dal momento in cui fu consumato delitto. Queste principali dichiarazioni di Mac Donald furono trovate soddisfacenti dall'opposizione che per bocca del deputato conservatore Mac Neil, segretario di Stato agli esteri nel gabinetto Baldwin, dichiarò quanto segue: c Ha primo ministro fatto passi necessari per rendere perfettamente chiaro al primo ministro italiano ciò che risoluzione del partito labourista significa, come egli (Mac Donald) ha ora spiegato? Se egli (Mac Donald) non l'ha fatto, non crede essere pericoloso che il Governo italiano possa pensare -e sarebbe a torto dopo quanto egli (Mac Donald) ha ora spiegato -che quelle parole realmente si riferiscono alle forze che appoggiano attuale Governo?». Al che primo ministro rispose: «Qualunque chiarimento che possa essere chiesto verrà dato nel senso su esposto » (cioè secondo le dichiarazioni fatte precedentemente dal primo ministro stesso).

Ho creduto dovere dilungarmi su quanto precede per attirare l'attenzione di

V. E. sul fatto che i deputati inglesi i quali biasimarono 'la risoluzione labouTista si sono dichiarati soddisfatti dell'esatto senso datole dal primo ministro in parlamento, provocando anzi da Mac Donald assicurazione che egli avrebbe dato eventuali spiegazioni al Governo italiano (come egli infatti mi diede) nello stesso senso delle dichiarazioni fatte innanzi al parlamento.

Ho creduto fornire tutte queste informazioni a V. E. essendo rimasto assai impressionato della versione data dal corrispondente Secolo in modo tanto diverso dal vero alla breve calma discussione svoltasi alla camera dei comuni in seguito all'interrogazione del comandante Bellairs. Sarò pertanto grato a V. E. volermi telegrafare d'urgenza ulteriori indicazioni.

(l) Cfr. n. 292.

(l) -Tel. n. 3862/548, trasmesso il 19 giugno alle ore 10 e pervenuto alle 23 dello stesso giorno, non pubblicato, relativo al viaggio di Herriot a Londra. (2) -T. gab. 886/556, trasmesso in pari data, non pubblicato.
310

L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, CAETANI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 911/186. Washington, 21 giugno 1924, ore 4,25 (per. ore 23 del 22). Faccio seguito al mio telegramma n. 183 (1). Tranne qualche giornale notoriamente e costantemente [anti] fascista come il World di New York, stampa americana in genere continua mantenersi equanime, nei suoi giudizi circa affare Matteotti. Giornale Times ha pubblicato sempre commenti ispirati a simpatia per il Governo di V. E. Concetti dominanti sono che Mussolini e fascismo sono stati traditi da un piccolo gruppo di facinorosi, che Mussolini avrà energia di fare piazza pulita, che grande ma.ggioranza degli italiani gli conserva piena fiducia. In complesso reazione de~ stampa è stata piuttosto scarsa forse anche a cagione della presente attività della campagna elettorale. Ieri ho concesso alla Associated Press una intervista nella quale ho svolto seguenti concetti: l) essere inevitabile che Ìiil un grande partito si infiltrino elementi indegni ed anche qualche criminale; 2) giustizia completa sarà fatta; 3) crisi attuale avrà benefico effetto di epurare e fortificare fascismo. Intervista ha avuto larghissima diffusione ed è stata pubblicata anche dai giornali questa sera. Sarebbe opportuno che annunziate dichia

razioni di V. E. al senato venissero comunicate in esteso all'ambasciata perchè possa assicurarne fedele riproduzione.

311

L'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 903/559. Londra, 21 giugno 1924, ore 8,33 (per. ore 22,'25). Editoriale odierno Times rilevata leale e vigorosa azione Mussolirri per assicurare giustizia e punizione colpevoli osserva che tre giorni prima del delitto contro Matteotti presidente del consiglio aveva pronunziato discorso moderato e ragionevole verso opposizione dichiarandola necessaria e chiedendole aiutare governo con suggerimenti e oneste critiche. Continua notando che sebbene nessuno possa accusare Mussolini di diretta responsabilità nel delitto pure egli con suo linguaggio e sua filosofia politica ha creato un ambiente favorevole alla

violenza di cui suoi seguaci hanno approfittato sorpassando sue intenzioni a scopi personali. Manchester Guardian rileva come Mussolini abbia interpretato

momentanea stanchezza parlamentare dell'Italia come determinata dalla debolezza del costituzionalismo e dal terrore del socialismo. Ma sua dittatura è assisa su nn vulcano. Rivista laburista New Statesman dice che responsabilità morale di Mussolini per delitto Matteotti so!lge dall'essenza stessa del regime dittatoriale. Un dittatore è responsabile di tutto ciò ·che avviene sotto suo imperio ove tutto dovrebbe compiersi per sua volontà. Se fascisti hanno agito contro volere Mussolini ciò significa egli è .incapace di imporsi a J.oro. Ma allora soltanto scioglimento camicie nere potrà sollevare Mussolini dal sospetto che condivida responsabilità dei colpevoli. Egli è uomo :forte e patriota e può ancora riconquistare rispetto del mondo e :fama di grande statista ripudiando violenza e ricorrendo nuovamente forza morale.

(l) Cfr. n. 277.

312

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, AL MINISTRO A BERNA, GARBASSO

T. 7171. Roma, 21 giugno 1924, ore 16.

Faccia conoscere nei modi che V. S. riterrà più opportuni mia soddisfazione per contegno tenuto dai gruppi maggiori consiglio nazionale circa affare Matteotti (1). Governo italiano non dimenticherà questa prova amicizia. Faccia anche sapere che crisi è già parabola discendente e che fra poco situazione politica sarà assolutamente normale (2).

313

IL MINISTRO A VIENNA, CHIARAMONTE BORDONARO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 900/354. Vienna, 21 giugno 1924, ore 19,30 (per. ore 23).

Mio telegramma n. 352 (3).

Ad eccezione giornali sovversivi, corrispondenze da Roma giornali austriaci su avvenimenti odierni, sono generalmente bene intonate. Transalpin manda alla Neue Freie Presse sennati apprezzamenti sulla situazione e sulla energica via di epurazione sulla quale Governo si è messo. Hans Bartb scrive al Tageblatt ammettendo difficoltà non ancora superate regime fascista ma rilevando buona impressione destata provvedimenti adottati. Gustavo Aberlein manda alla Volk Zeitung articolo intitolato «Camorra» in cui si dice che fascismo come movimento politico nulla ha a che :fare con assassinio Matteotti ma sarebbe perduto se si radicasse nell'opinione pubblica l'impressione che esso costituisce una camorra. Necessità quindi di ·;,ma radicale epurazione di cui Mussolini è convinto e che saprà compiere. Si lamenta in generale ritardo attribuito censura telegraftca in Italia. Ritardo constatato anche per telegrammi Ste:fani impedisce diffusione notizie esatte alimentando quelle fantastiche.

(l) -Il Consiglio Nazionale svizzero aveva poi respinto la mozione presentata dal gruppo socialista. (2) -La minuta è di pugno di Mussolini. (3) -Tel. gab. n. 892/352, trasmesso il 20 giugno alle ore 20 e pervenuto alle 0,30 del 21, non pubblicato, relativo ai commenti della stampa austriaca sull'assassinio di Matteotti.
314

IL MINISTRO A BUCAREST, ALOISI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 909/288. Bucarest, 21 giugno 1924, ore 22 (per. ore 15 del 22).

Smentite questa R. Legazione ed inteii"viste date giornale Universul insieme notizie venute da Roma hanno raggiunto pienamente loro [scopo]. Opinione pubblica circoli govemativi e tutti giornali sono rivenuti all'esatta comprensione della situazione creata ·in Italia dall'affare Matteotti e prospettata da V. E. col telegramma n. 1961 (1). Nota dominante è data dal giomale Indrepitarea organo generale Averesco che scrive avere fin dal principio ritenuto esagerate le voci relative ad una grave crisi del govemo di Mussolini. Attitudine energica di Mussolini prova che tutto si ridurrà a qualche mutamento nel gabinetto ed a quello di personalità amministrative e di polizia. Opinione pubblica accoglie con soddisfazione opera di epurazione iniziata da Mussolini, la cui situazione uscirà rinforzata dalla crisi, avendo egli ancora una volta mostrato al mondo le sue qualità di statista e conducente di uomini. Opera del primo ministro italiano ha basi troppo solide per essere posta in pericolo da una per quanto giustifi.cata preoccupazione (?) ma di cui è stata falsata la materia e lo spirito. Ma quello che più conta nell'attitudine di tutta la stampa \romena ed anche nei circoli competenti è che è tstata individuata e deplorata attitudine (?) degli organi come Adeverul e la Dimineata appartenente alla finanza ebrea intemazionale, i q_uali continuando la campagna contro il fascismo hanno cercato di profittare di questo incidente per aizzare opinione pubblica contro di noi. Poichè la situazione è oggi cosi completamente chiarita crederei necessario, nel caso V. E. volesse accogliere la proposta da me fatta nel mio telegramma 284 (2), che la stampa italiana tenesse conto esatto di quanto precede. Devo aggiungere poi che i telegrammi più tendenziosi circa affare Matteotti e riprodotti dall'Adeverul sono quelli della agenzia Lafayet [te] spediti in parte da Berlino ed ho ragione di credere che la propaganda francese non sia estranea a questo fatto.

315

IL MINISTRO A HELSINGFORS, PATERNO', AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 908/44. Helsingfors, 22 giugno 1924, ore 12 (pe·r. o1·e 14,10).

Telegramma di V. E. 1961 (1).

Stampa d'ogni tendenza astienesi dai commenti; eccezione fatta editoriale giornale ufficioso rendente omaggio risultati soddisfacenti ottenuti Govemo V. E., deplora delitto che considera come minaccia «all'opera conciliativa da V. E. svolta con azione misurata equilibrata ricordante figura di Cavour».

(l) -Cfr. n. 270. (2) -Tel. gab. n. 877/284, trasmesso il 19 giugno alle ore 22 e pervenuto alle 17,40 del 20, non pubblicato, relativo ai commenti della stampa romena sull'assassinio di. Matteotti.
316

L'INCARICATO D'AFFARI A BELGRADO, SOLA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. 3932/302. BeLgrado, 22 giugno 1924, ore 20 (per. ore 24).

Telegramma di V. E. n. 1999 (1).

Mi son recato subito da Nincich il quale mi ha dichiarato che anche lo scambio di telegrammi avvenuto tra Pasich e Fan Noli sebbene improntato a molta cordialità non costituisce però riconoscimento ufficiale del Governo albanese. Egli ha preso atto che V. E. è favorevolmente disposto ad addivenirvi, e mi ha assicurato che da sua parte egli non ha obiezioni in via di massima. Ritiene però opportuno soprassedere fino a quando la situazione dell'attuale Governo albanese non sia consolidata.

A mia richiesta egli ha fermamente dichiarato che intende procedere in assoluto accordo con V. E. e quindi riconoscimento potrebbe avvenire, previa opportuna intesa, contemporaneamente da parte dei due Governi.

Ho prospettato a Nincich l'eventualità che altri Governi provvedano al riconoscimento prima di noi. Egli mi ha detto non constargli per ora che altre Cancelleri·e si apprestino a farlo, ma nel caso si affretterebbe una definitiva decisione. Chiestogli se egli ha preoccupazioni per avvenimenti sulla frontiera a'lbanesejugoslava mi ha rtsposto che è perfettamente tranquillo ma che aspetta in ogni modo di vedere quale sarà il contegno di Fan Noli verso le solite bande che per lo passato procurarono creare imbarazzi.

Nincich ha poi sottolineato che evitato il pericolo di malintesi tra la Jugoslavia e l'~talia, ormai tutta la situazione albanese può es·sere considerata con perfetta calma. Mi ha ripetuto la sua soddisfazione per la nota dichiarazione comune (2), che, a suo dire, ha completamente tranquillizzato opinione pubblica europea.

Ho colto l'occasione per dirgli che non ero soddisfatto del contegno di questa stampa di opposizione che in questi giorni ha ripreso la sua campagna di insinuazioni circa la politica italiana in Albania. Nincich mi ha ripetuto le solite dichiarazioni di impotenza nel disciplinare la stampa la quale più che l'Italia cerca colpire il Governo: e mi ha assicurato che gli stessi deputati di opposizione vengono ogni giorno a congratularsi con lui per la politica di intesa con l'Italia. In ogni modo l'ho pregato di voler far risaltare attraverso la stampa ufficiosa tutto il prestigio che deriva alla Jugoslavia dal patto di amicizia e i vantaggi politici che esso arreca ai due paesi data la lealtà come dalle due parti viene ad ogni oc·casione applicata e messa in maggior valore.

Nincich ha annuito, e con la sua abituale franchezza mi ha lasciato senttre quanto egli apprezzi l'atteggiamento di V. E. e quanto giudichi utile al suo Paese il patto firmato a Roma.

(l) -Cfr. p. 179 nota l. (2) -Cfr. nn. 242 e 244.
317

IL MINISTRO A COSTANTINOPOLI, MONTAGNA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 912/300. Costantinopoli, 22 giugno 1924, ore 22,50 (per. ore 12,15) [sic].

Mio teleg~amrna n. 299 (1).

Campagna italofoba della stampa turca accenna a cessare malgrado agenzia Havas a mezzo agenzia Anatolia continui a trasmettere informazioni false e tendenziose che vengono raccolte dai giornali senza commentarle. Vari periodici hanno riprodotto una [mia] int€irvista a Ikdam e passi essenziali di essa. Per tramite corrispondenti giornali ad Angora, governo turco ha rivolto a questa stampa monito che dette notizie sulla situazione nel nostro paese sono esagerate e che violente pubblicazioni contro Italia non oono giustificate. Ciò sembra essere risultato dei miei passi presso Adnan bey e personaggi politici turchi ai quali avevo chiaramente insinuato che, anche senza violare principio libertà stampa, al Governo non mancava modo, se lo volesse, ispirare a stampa riguardoso senso di moderazione.

318

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA

T. GAB. UU. 96. Roma, 23 giugno 1924, ore 2.

Pregola telegrafarmi brevemente notizie su scandalo inglese per violazione ed uccisione di minorenni nei quali furono implicati membri del parlamento e dell'aristocrazia e sullo scandalo della Pall Mall Gazette che sarebbe scoppiato verso 1'80 ed in genere altri atroci delitti politici specialmente in Irlanda.

Le notizie in questione dovrebbero pervenirmi non più taJ"di delle ore 11 di domani mattina 24 coNente ('2).

319

IL MINISTRO BODRERO ALL'INCARICATO D'AFFARI A BELGRADO, SOLA

T. GAB. P. 341. Roma, 23 giugno 1924, ore 20,30.

Suo telegramma 302 (3).

Sta benissimo. Sarebbe però molto utile che riconoscimento :formale e de

finitivo itala-jugoslavo non ritardi in modo che altri ci preceda. Ella potrebbe

accennarne in via assolutamente confidenziale a Cristic perchè ne parli a Pasic.

Può informare che accordo circa chiese ortodosse serbe è completo secondo testo

Nindch.

(l) -Tel. gab. n. 905/299, trasmesso il 21 giugno alle ore 21,55 e pervenuto alle 12,05 del 22, non pubblicato, relativo alla campagna italofoba della stampa turca. (2) -Furono evidentemente richieste in vista del discorso tenuto da Mussolini al Senato. nel pomeriggio del giorno 24. (3) -Cfr. n. 316.
320

L'AMBASCIATORE A PARIGI, ROMANO AVEZZANA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 914/703. Parigi, 23 giugno 1924, ore 21 (per. ore 0,35 del 24). È venuto a vederrni questa mattina Painlevé. Colloquio è stato improntato alla più grande cordialità. Egli mi ha nuovamente espresso sentimenti amichevoli suoi personali e del suo partito per l'Italia, con la quale ritiene indispensabile che la Francia mantenga le migliori relazioni dissipando i malintesi che potessero essere latenti tra le due nazioni e risolvendo con uno spirito grandemente liberale le questioni che potrebbero dividerle. Lo ho ringraziato per questi sentimenti che gli ho detto essere condivisi dal mio governo, come avevo già avuto occasione di dichiarare al signor Herriot per incarico di V. E. in risposta passo analogo che H presidente del consiglio francese aveva fatto per mezzo del signor Banère (1). Ho aggiunto che approfittavo delle sue dichiarazioni di simpatia per esprimergli francamente che la campagna recentemente fatta dalla stampa di sinistra aveva ecceduto da quel limite consentito dall'orrore che l'assassinio di Matteotti aveva suscitato in Italia anche più che altrove, assumendo le apparenze di una offensiva diretta a mutare la forma del governo italiano, in modo tale da poter essere interpretata come un vero e proprio intervento in una questione di carattere puramente interno; che l'Italia era in grado di risolvere da sola come nazione altamente civile, culla del diritto. Quale rappresentante del mio paese, cui era affidata principalmente la tutela dei rapporti tra le due nazioni, io dovevo avvertire che se in un primo mo. mento i partiti di opposizione avrebbero potuto fare buon viso e servirsi di questa campagna di oltr'Alpe, era pur però da prevedersi una reazione di carattere nazionale contro una propaganda alla quale potevano attribuirsi fini poco amichevoli per l'intera nazione italiana, ·reazione tanto più forte, in quanto la nostra opinione pubblica si mostrava in generale sempre più suscettibile per intervento francese che per quello di qualunque altro paese. Così pure lo pregavo di attirare l'attenzione dei suoi amici sulla interpretazione che avrebbe finito di darsi in Italia alla propaganda fatta ~ra i nostri emigrati in addottrinarli ed irreggimentarli nei partiti sovversivi quasi truppe destinate ad intervenire in Italia dalla Francia, qualora se ne presentasse l'occasione. I vari partiti :francesi di qualsiasi colore-ho continuato-dovevano tenere presente che poteva verificarsi che in avvenire una simile attitudine poteva essere decisiva per le sorti della Francia e che pertanto occorreva essere molto cauti per non accreditare la leggenda che la Francia stessa prendesse tutte le occasioni che sorgevano nella penisola per dividerla ed indebolirla. Painlevé mi ha assicurato che nulla di quanto gli avevo esposto era nel pensiero nè del governo francese nè delle varie frazioni della sua maggioranza, ma rendendosi conto delle interpretazioni cui potevano dar luogo eccessivo zelo e fanatismo di taluni gruppi e persone, egli si sarebbe adoperato con tutta la sua influenza presso i suoi amici perchè mante

nessero un contegno corretto e neutrale verso questioni interne dell'Italia. Aderendo alla mia richiesta, egli aveva già preso accordi col gruppo socialista e

con Herriot per rifiutare qualsiasi mozione che fosse portata alla camera sull'affare Matteotti. In seguito, però, al voto della camera b€lga, Léon Blum, capo del gruppo socialista, gli aveva fatto presente impossibilità in cui egli si trovava di mantenere un completo silenzio sulla questione. Si era venuta così a concordare la mozione già nota a V. E. (l) in termini che non potevano offendere la suscettibilità nè del governo nè del paese, con la riserva inoltre del ministro affari esteri e presidente del consiglio.

(l) Cfr. n. 265.

321

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA (2)

T. 7250. Roma, 23 giugno 1924, ore 21,15.

Assassinio Matteotti è stato e continua ad essere sfruttato all'estero per campagna antifascista a mezzo stampa e pubblici comizi. V. E. vorrà far notare a codesto Governo che opinione pubblica italiana è in questo momento più sensibile che mai e intollerante di tutto ciò che possa sembrare ingerenza nella politica interna del paese. Essa giudica la campagna come ostile all'Italia e può essere utile alle buone relazioni con l'Italia che da codesto governo venga giustamente compreso stato d'animo del popolo italiano.

322

L'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. 3944/561. Londra, 23 giugno 1924, ore 21,40 (per. ore 23,30).

Telegramma di V. E. n. 1994 (3).

Al Foreign Office mi è stato detto che non si è presa finora alcuna decisione circa riconoscimento nuovo governo albanese. Mi si è aggiunto che si ritiene in massima opportuno lasciare passare ancora qualche tempo non essendosi pienamenrt;e sicuri che :L'ordine sia adesso completamente ristabilito in Albania. Giungono infatti notizie al Foreign Office di piccoli scontri nei dintorni di Dibra; e figura di Ahmet Corcia membro del nuovo Governo non è ritenuta completamente rassicurante. Ho accennato da parte mia ai motivi ed ai limiti interpretativi del telegramma di V. E. a Fan Noli (4). Mi è stato risposto che si comprendeva benissimo la nostra speciale situazione, in cui però non si trova il governo inglese, il quale può pertanto pazientare.

(l) -Cfr. n. 304. (2) -Si tratta in realtà di un telegramma circolare, che però non è stato rinvenuto nell'archivio del ministero. Il testo pubblicato è quello pervenuto a Londra e conservato nell'archivio di quell'ambasciata. (3) -Tel. n. 1994 del 21 giugno, non pubblicato, col quale Mussolini chiedeva ai governi di Londra, Parigi e Washington i loro propositi in merito al riconoscimento del governoalbanese. (4) -Cfr. n. 306.
323

IL MINISTRO AD ATENE, BRAMBILLA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 913/195. Atene, 23 giugno 1924, ore 23,30 (per. ore 0,30 del 24).

Telegramma di V. E. 1961 (1).

Atteggiamento opinione pubblica e linguaggio stampa a riguardo assassinio on. Matteotti si sono mantenuti in tutti questi giorni nei limiti di moderati commenti alle notizie sensazionali riportate dalla stampa estera specialmente francese. Più che nei circoli locali, rimasti pressochè indifferenti, vi è stato nei circoli diplomatici qualche accenno a sottolineare gravità fatto ed eventuale conseguenza politica interna nostro paese. Non ho mancato .in conversazioni al ministero degli affari esteri e con colleghi esteri di mettere avvenimenti nella loro vera luce neutralizzando qualche sporadico tentativo a destare impressione sfavorevole sulle cose d'Italia.

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L'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 926/565. Londra, 24 giugno 1924, ore 3,29 (per. ore 21).

Deputato conservatore ha chiesto ieri sera ai Comuni al primo ministro se fossero state scambiate comunicazioni tra Governi italiano e britannico circa accuse state fatte dal comitato esecutivo partito labourista contro il governo italiano circa caso Matteotti. Primo ministro ha rtsposto che nessuna comunicazione ufficiale gli era stata presentata dal R. Governo ma che egli aveva approfittato di una conversazione coll'ambasciatore d'Italia per fornirgli risposta che aveva già dato alla camera.

Avendo stesso deputato chiesto inoltre se primo ministro fosse a conoscenza che partito labourista accusava governo italiano essere moralmente responsabile del delitto e se non gli sembrava opportuno che governo britannico si dissociasse dall'espressione di tale sentimento, primo ministro rispose che Governo non può essere tenuto responsabile per una risoluzione presa da un partito. Ha aggiunto ironicamente che nessuno meglio dell'interrogante (conservatore) poteva essere in grado di comprendere tale principio.

Ad ogni buon .fine faccio rilevare a V. E. che interrogazione su riferita concerne telegramma inviato dal comitato esecutivo labourista e non già risoluzione del .gruppo parlamentare laboUJI'ista di cui al mio telegramma. n. 551 (2).

Primo ministro ha tuttavia creduto opportuno cogliere questa occasione per fare un accenno alle spiegazioni a me date.

(l) -Cfr. n. 270. (2) -Tel. gab. n. 859i551. trasmesso il 19 giugno alle ore 9,58 e pervenuto alle 23 dello stesso giorno, non pubblicato.
325

L'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. R. 916/563. Londra, 24 giugno 1924, ore 10,55 (per. ore 11,15). Comunicato ufficiale pubblicato a Londra circa colloqui Mac: Donald-Herriot, già certamente noto a V. E., è ispirato ottimismo. Esso manifesta però piuttosto un particolare stato d'animo dei due primi ministri ed una loro volontà di intesa e di cooperazione, che una effettiva constatazione del raggiungimento di speciali accordi. Infatti da tutte le informazioni raccolte mi risulta che mentre varie questioni furono discusse tra i due capi di Governo alleati sopra di poche si potè veramente constatare una vera identità di vedute. Le conversazioni del resto non sono state conclusive anche perchè erano assenti gli altri due interessati Italia e Belgio; e le decisioni finali sono state dservate alla conferenza interalleata la cui riunione a Londra è stata proposta per non oltre metà del prossimo mese di luglio. Ecco quali sono le questioni discusse ed i punti di vista dei Governi francese ed inglese: l) Sicurezza -Circa questa questione non è stato pos·sibile raggiungere un accordo. Mac Donald tenendo fermo noto concetto che per ora tutte le conversazioni devono essere dirette alla messa in atto del rapporto Dawes, ha declinato ogni discussione circa sicurezza, dichiarando che di essa si sarebbe dovuto poi parlare in un secondo tempo. 2) Occupazione della Ruhr -Mac Donald ha preso atto del-le note intenzioni di Herriot circa fine occupazione militare ed ha insistito da parte sua sulla immediata completa evacuazione economica. Herriot pur consentendola in principio ha chiesto tuttavia permanenza di certi (<quadri di organizzazione industriale » atti a permettere ripresa immediata dello sfruttamento diretto da parte Francia del bacino della Ruhr, qualora si avverasse caso di evasione tedesca. Mac Donald si è opposto recisamente. Herriot ha anche insistito sul mantenimento della regìa ferroviaria fino alla totale evacuazione militare della Ruhr. Mac Donald in base al principio della assoluta sovranità economica deUa Germania indicata nel rapporto degli esperti non vi ha acconsentito. 3) Sanzioni -Circa tale problema Mac Donald è stato irremovibile. Egli ha insistito nel suo noto concetto che non è possibile fissare sanzioni proprio nel momento in cui si deve accordare alla Germania fiducia che soddisferà ai suoi impegni. Ha però affermato che in caso di evasione tedesca Gran Bretagna si unirebbe alla F·rancia per concordare un'azione comune. Egli ha tuttavia rifiutato di prendere un impegno scritto. 4) Evasione tedesca -Si è discusso quali debbano essere organi competenti per esaminare e decidere eventuale ca1so di evasione tedesca. Herriot ha sostenuto competenza della commissione riparazioni, Mac Donald quella dei .governi. 5) Società delle Nazioni -È stata riconosciuta come estremamente desiderabile entrata della Germania nella Società Nazioni, ma è stato anche riconosciuto dai due uomini di Stato che l'entrata stessa potrà effettuarsi solo sotto determinate condizioni e che pertanto essa doveva essere ancora ritardata. Ma

che intanto per rinforzare Istituto di Ginevra e per dargli maggiore autorità e prestigio e meglio prepararlo agli scopi che dovrà essere necessariamente chiamato assolvere, è stato deciso che i due presidenti del consiglio parteciperanno dì persona alle riunioni prossimo settembre.

6) Controllo militare -È stato deciso invio di un telegramma comune (a firma dei due primi ministri) al Cancelliere tedesco. In tale telegramma dopo un richiamo all'ultima nota inviata al riguardo dalla Conferenza degli Ambasciatori, viene dichiarato che l'esecuzione delle richieste contenute in quel documento e la rimessa in azione dell'antica commissione militare dì controllo sonoritenute condizioni indispensalbili per il passarggio in un secondo tempo del controllo stesso alla Società delle Nazioni. Il telegramma sarà redatto in termini espliciti ma con oura di non farlo apparire in Germania come un ultimatum. Odierna stampa non fa commenti dì partkolare rilievo all'incontro dei due primi ministri alleati. Essa prende atto con soddisfazione dell'accordo che il comunicato ufficiale lasci-a intravedere e lo paraiirasa ampliandolo. Daily Herald dopo aver osservato che nel colloquio non fu presa decisione per assenza altri alleati, osserva che tale colloquio costituisce un tentativo di sostituzione spirito buona volontà alla discordia ed aggiunge: «Se altri uomini di Stato vorranno esaminare problemi con lo stesso spirito Herriot e Mac Donald i prossimi mesi potranno portare la sistemazione del disordine che ha afflitto Europa per cinque anni» (1).

326

L'AMBASCIATORE A PARIGI, ROMANO AVEZZANA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 920/704. Parigi, 24 giugno 1924, of'e 11,40 (per. ore 15).

Telegramma di V. E. n. 7250 (2).

Come V. E. rileverà dal mio telegramma di ieri 703 (3) e dai miei telegrammi precedenti è appunto nel senso indicato dal telegramma V. E. cui rispondo che ho informato non senza risultato apprezzabile la mia azione di protesta contro qualsiasi manifestazione che prendesse forma di ingerenze nelle questioni interne dell'Italia.

327

IL MINISTRO A BERNA, GARBASSO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 919/173. Berna, 24 giugno 1924, ore 11,40 (per. ore 15,15).

Stampa borghese svizzera tedesca continua mantenersi riservata ed obiettiva e pubblica note redazionali e corrispondenze dall'Italia che fanno prevedere prossima fine crisi. Stampa borghese svizzera francese ha migliorato con

13 -Documenti diplomatici -Serie VII -Vol. III.

tegno. In generale stampa borghese ha. stigmaJtizzato mozione socialista ai parla·

mento ed articolo del Graber da me segnalato a V. E. Stampa socialista continua violentissima. Oltre ai comizi di protesta di Berna Ginevra Zurigo e Basilea ne è indetto

uno per domani a Lugano dove parlerà ex deputato Vacirca.

(l) -Il telegramma fu ritrasmesso a Parigi, Bruxelles e alla delegazione italiana alla commissione delle riparazioni a Parigi in data 25 giugno con tel. gab. r. n. 342. (2) -Cfr. n. 321. (3) -Cfr. n. 320.
328

IL CAPO GABINETTO DEL MINISTRO DEGLI ESTERI, PAULUCCI DE' CALBOLI BARONE, AL MINISTRO A VIENNA, CHIARAMONTE BORDONARO

T. 7278. Roma, 24 giugno 1924, ore 13.

Informo ad ogni buon fine che censura telegrammi stampa estera che fu esercitata in un primo tempo attuale crisi è stata completamente abolita.

329

IL MINISTRO ALL'AJA, MAESTRI MOLINARI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 921/24. L'Aja, 24 giugno 1924, OTe 13,45 (per. ore 18).

Suo telegramma n. 7250 (1).

Stampa quotidiana più importante, l'opinione pubblica e questo Governo anche in seguito premure di questa legazione ed opportune pubblicazioni concetto telegramma di V. E. n. 1961 (2) si astengono apprezzamenti ostili.

330

IL MINISTRO A MONTEVIDEO, ALLIATA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 930/1757. Montevideo, 24 giugno 1924, ore 18,35 (per. ore 4 de~ 25).

Questa stampa ed opinione pubblica hanno osservato ed osservano attitudine ·corretta verso nostro paese in occasione assassinio Ma,tteotti. Si esprime convinzione che giustizia sarà fatta e che forte governo di V. E. supererà attuali difficoltà di politica interna.

331

IL MINISTRO AL CAIRO, CACCIA DOMINIONI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 925/167. Il Cairo, 24 giugno 1924, ore 19,45 (per. ore 22).

Telegramma di V. E. n. 7250 (1).

Mio passo presso il presidente del consiglio (mio telespresso n. 255) e viva azione propaganda locale [con cui] ho particolarmente interessato nostri giornali sembra aver ottenuto benefico risultato far cessare ogni antipatico commento circa nostra situazione interna.

(l) -Cfr. n. 321. (2) -Cfr. n. 270.
332

IL MINISTRO A PRAGA, PIGNATTI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 924/190. Praga, 24 giugno 1924, ore 20 (per. ore 23). Telegramma di V. E. n. 7250 (1). Non noto aloun peggioramento. Al contrario, campagna contro fascismo va restringendosi ai giornali comunisti. Nessuna pubblica manifestazione ha avuto luogo. Se stampa italiana opposizione, cui lin.guaggio è seguito attentamente da questi ·giornali, specialmente estremisti, modererà suoi attacchi e si

asteiTà dal propagare notizie sensazionali credo che non siano da temere qui manifestazioni aventi carattere ingerenza nostra politica estera [sic].

333

L'AMBASCIATORE A MADRID, PAULUCCI DE' CALBOLI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. S. 929/223/81. Madrid, 24 giugno 1924, ore 23 (per. ore 5,20 deh 25). Nella udienza concessami stamane ho ringraziato anzitutto S. M. cattolica delle accoglienze fatte dal popolo, Governo e da famiglia reale ai nostri augusti sovrani, dicendogli tutta la profonda soddisfazione da ·loro provata e la nostra viva riconoscenza. Venendo poi a parlare della situazione interna politica italiana re A1:fonso mi ha detto che affare Matteotti gli pareva pericolosissimo perchè «exploité très habilement :. dalle varie opposizioni. «È un secondo affare Ferrer con forse più gravi conseguenze ». Ho risposto a S. M. che le conseguenze gravi io non le vedevo se non nella epurazione voluta da V. E. helle file del fascismo. La coscienza del paese era tranquilla e la velleità delle opposizioni sarebbe stata presto debellata. Alle insi!stenze di S. M. sulla gravità del fatto della sparizione di un uomo ho risposto sorridendo essere noto che da più di un mese tutta la polizia della Spagna cercava le ormai famose tre bambine sparite da Madrid ma ·che nostra .stampe non se ne era mai occupata. Non bisognava, come qui fanno certi giornali, dare soverchia importanza ad un tristissimo episodio isolato. S. M. ha finito per convenirne pur ripetendo che ai suoi occhi (egli mi parlava da amico e non da sovrano) occorreva che giustizia avesse il più rapido corso senza guardare in cfaccia ad alcuno. Che se vi fosse stata la più minima esitazione (ed egli si permetteva dirmi tutto il suo pensiero) ne avrebbe allora sofferto compagine del governo. La crisi del fascismo :;..vrebbe avuto purtroppo immensa ripercussione su Europa intiera, ed anche Spagna ne sarebbe stata vittima, principalmente ora in cui sfortunatamente

Francia Inghilterra hanno cambiato indirizzo di governo. Anche lassù affare Matteotti era sfruttato, osservava il sovrano, ma dai massoni e dagli ebrei.

Essendo entrati a parlare della situazione interna Spagna, ho avuto occasione di alludere alle voci che corrono sulla scarsa solidità del governo attuale.

S. M. rispondendo in forma vaga alle mie vaghe allusioni, mi ha detto che fino all'autunno egli era tranquillo. Direttorio che aveva annunziato tante riforme, e tra le altre quella sull'esercizio del bilancio, doveva assolutamente farlo prima di cedere ad altri il suo posto. S. M. nel fare queste dichiarazioni mi pareva però nonostante sua solita giovialità assai preoccupato ed io 'Cambiai argomento prima di prendere, poco dopo, congedo.

(l) Cfr. n. 321.

334

IL MINISTRO A VARSAVIA, MAJONI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 940/90. Varsavia, 25 giugno 1924, ore 2,35 (per. ore 0;50 del 26).

Telegramma di V. E. n. 7250 (1).

Ho fatto a questo ministro affari esteri comunicazione di V. E. Egli mi ha dichiarato deplorare vivamente campagna di qualche giornale di sinistra sul quale sfortunatamente Governo, data situazione sua debolezza, non può efficacemente influire come vorrebbe ma intensificherà per mezzo stampa amica campagna contraria; ad ogni modo farà parlare anche stampa avversaria additando pericoli loro condotta. Da parte mia ho ispirato articolo due più diffusi giornali che ri;produco (2) con tale punto di vista. Ritengo non dovere attribuire soverchia importanza articoli contrari nei quali opinione pubblica vede chiaramente ricostruzione esclusiva motivi di politica interna che la ispirano. Da tutti indistintamente giornali è messa in luce personalità di V. E. che dà prova, ancora una volta, vigore illuminata energia.

335

L'AMBASCIATORE A RIO DE JANEIRO, BADOGLIO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 942/89. Rio de Janeiro, 25 giugno 1924, ore 11,50 (per. ore 21,40).

Rispondo telegramma di V. E. 1961 (3).

Delitto produsse anche qui .grande impressione e rianimato nemici Italia e fascismo. Trovandomi stato S. Paolo, vero cuore Brasile, reagii immediatamente, efficacemente, nel senso ora indicato V. E., essendo condiuvato da fascisti, da grande maggioranza italiani e da giornale Piccolo. Autorità stato appoggiarono vietando comizi protesta di cui cattivi italiani volevano farsi promotori. Opinione pubblica brasiliana ottimamente impressionata da energia che il Governo spiegato arrestando -colpevoli, esamina ora fatti molto serenamente. Analoghe notizie ho avuto da altri stati Brasile e da R. Janeiro dove sarò 25 corr. e da dove mi riservo ulteriore azione informazioni. Abbia V. E. in questo duro momento sicurezza che quanti amano la patria seguono con fede assoluta sua 1persona suo Governo.

(l) -Cfr. n. 321. (2) -Mancano. (3) -Cfr. n. 270.
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L'INCARICATO D'AFFARI A BELGRADO, SOLA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

'l'. 3982/306. Belgra.do, 25 giugno 1924, ore 15 (per. ore 18).

Mio telegramma n. 302 (1).

Ho intrattenuto ancora una volta Nincich sull'atteggiamento che ci conviene tenere verso il Governo di monsignor Fan Noli mostrandogli quanto sarebbe spiacevole se altri paesi ci prevenissero nel riconoscerlo ufficialmente. Nincich mi ha risposto constargli che tanto Francia che Inghilterra non dimostrano nessuna premura. Egli giudica opportuno e anche prudente un breve periodo di attesa. A suo modo di vedere la situazione albanese non si assesterà tanto presto e quindi non vale la pena affrettarsi a riconoscere i nuovi Governi che colà si succedono. Verso Fan Noli egli conserverà un contegno di benevola aspettativa. L'importante è che Italia e Jugoslavia continuino nella attuale politica di intesa che ha già dato ottimi frutti. Ho chiesto a Nincich quale sarà il suo contegno verso Ahmed bey Zogolli che secondo questa stampa arriverà qui domani. Egli mi ha assicurato che non sapeva nulla circa tale arrivo ma che eviterà vederlo. La mia impressione è che Nincich manca di notizie circa l'atteggiamento dei vari capi albanesi verso Fan Noli e non è ancora sicuro della stabilità di quel Governo. Credo inoltre che egli voglia usare qualche riguardo verso l'uomo del passato Governo per il quale la Jugoslavia non aveva le mani così libere come noi. Ho prospettato, come mia ipotesi, la eventualità che V. E. non intenda rimandare troppo il riconoscimento. Nincich mi ha risposto che naturalmente non ha obiezioni a muovere se il riconoscimento precede quello jugoslavo. Egli però gradirebbe che la nostra eventuale decisione fosse attuata solo dopo un prudente scambio di vedute col Governo S. H. S.

337

IL MINISTRO A BERNA, GARBASSO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 938/177. Berna, 25 giugno 1924, ore 18 (per. ore 22). Mio telegramma 173 (2). A mia richiesta consigliere federale Motta è intervenuto presso autorità

Canton Ticino perchè comizio di questa sera non degeneri. Autorità Canton Ticino hanno assicurato consigliere federale Motta di aver preso tutte le misure necessarie e lo stesso presidente del Canton Ticino Canevascini ha fatto debite raccomandazioni agli organizzatori del comizio. Vacirca ha promesso di limitarsi a fare semplice commemorazione del Matteotti e di astenersi dal pronunciare frasi oltraggiose per Governo italiano. Ferrata, a cui ho fatto doverose raccomandazioni (3), mi comunica nessun fascista ha assistito al comizio di Ginevra cosi nessun fascista assisterà a quello di Lugano e contegno dei fascisti continua ad essere serio e riservato secondo volontà di V. E.

(l) -Cfr. n. 316 (2) -Cfr. n. 327. (3) -Cfr. n. 289.
338

L'AMBASCIATORE A TOKIO, DE MARTINO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 941/76. Tok;io, 25 giugno 1924, ore 18,35 (per. ore 23,50).

Telegramma di V. E. 7250 (1).

Fatta comunicazione vice ministro affari esteri n quale apprezzò giustamente le cose da me dettegli. Egli osservò che nulla da prevedere manifestazioni di questo partito socialista.

Già nei giorni I!Corsi discorrendo con uomini di Governo misi in guardia contro notizie false tendenziose. Nessun comizio ebbe luogo. Accanto telegramma Stefani furono pubblicate alcune notizie tendenziose da Londra e dall'America che lasciarono stampa indifferente salvo commenti ostili Japanchronista di Kobe per quale interesso quel R. console generale (miei rapporti n. 40 del febbraio scorso e 61 del 7 marzo ~Scorso) (12). Opinione pubblica e stampa giapponese completamente assorbite per la controversia con Stati Uniti.

339

IL MINISTRO A VIENNA, CHIARAMONTE BORDONARO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 937/367. Vienna, 25 giugno 1924, ore 20 (per. ore 24).

Ho comunicato a questo ministro ·affari esteri teleg,ramma di V. E. 7250 (l) e gli ho chiesto quale atteggiamento Governo avrebbe assunto di fronte a manifestazione pro Matteotti che partito socialista ha annunziato voler far domani in occasione riapertura parlamento. Questo ministro affari esteri mi ha detto coil!fidenzialmente essere intenzione presidente della camera d'accordo con Governo prevenire mossa socialista proponendo egli stesso invio condoglianze alla camera italiana, richiamandosi anche a condoglianze che camera italiana ha inviato a quella austriaca per attentato cancelliere. Con ciò si spera evitare dichiarazioni socialisti. In ogni caso ministro affari esteri mi ha assicurato che nessuna mozione verrà approvata che potesse anche lontanamente essere interpretata come ingerenza affari interni Italia e critica Governo fascista.

340

IL MINISTRO A SANTIAGO, CASTOLDI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 951/27. Santiago, 25 giugno 1924, ore 20,30 (per. ore 11 del 26).

Ritornato in Santiago fatta comunicazione nel senso telegramma di V. E.

n. 7250 (1). Presidente della repubblica mi ha confermato esatte notizie da me fornite. Disse aver chiamato egli stesso dirigenti partiti estremi intimato loro astenersi qualsiasi atto ostile. Comizio comunista ieri presenti solo cinquanta persone. Subàola propaganda persiste tuttavia. Spiego massima diligenza evitare inconvenienti.

(l) -Cfr. n. 321. (2) -Non pubblicati.
341

IL MINISTRO A BERNA, GARBASSO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 955/179. Berna, 26 giugno 1924, ore 11,55 (per. ore 15).

Mio telegramma 177 (1).

Console generale Lugano mi telefona che comizio di protesta per assassinio Matteotti non ha dato luogo ad incidenti. Vacirca ha usato linguaggio moderato e non ha mai fatto nome V. E. ed ha alluso con rispetto alla promessa di giustizia fatta V. E. Oratore non si è espresso in modo offensivo sul governo italiano. Discorso Vacirca è stato accolto da applausi moderati. Ex deputato socialista ticinese Borella ha avuto invece linguaggio assai violento. Durante comizio era posta in vendita una cartolina commemorativa del Matteotti con uno scritto oltraggioso per il R. Governo e per V. E. Ho dato istruzioni a Chiovenda di adoperarsi per ottenere sequestro cartolina.

342

L'AMBASCIATORE A MOSCA, MANZONI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 956/246. Mosca, 26 giugno 1924, ore 13,42 (per. ore 18,30).

Telegramma di V. E. n. 7250 (2).

Stampa, opinione pubblica russa continuano finora astenersi da manifestazioni meno alcuni commenti stampa locale Tiflis incitanti comunisti italiani approfittare crisi per impadronirsi potere. Cicerin parlai senso telegramma di

V. E. 1961 (3) declina con calore responsabilità .governo Soviet in caso di manifestazione terza internazionale che però finora non risulta aver avuto luogo.

343

IL MINISTRO A CRISTIANIA, CAMBIAGIO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 936/17. Cristiania, 26 giugno 1924, ore 16,15 (per. ore 24).

Risposta al telegramma di V. E. 1961 (3) e 7'250 (2).

Finora stampa si è limitata pubblicare telegrammi da Parigi e Londra Berlino. Pochi commenti e non ostili ad eccezione naturalmente organi partiti estremi.

(l) -Cfr. n. 337. (2) -Cfr. n. 321. (3) -Cfr. n. 270.
344

IL MINISTRO A PRAGA, PIGNATTI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 966/200. Praga, 26 giugno 1924, ore 19,45 (per. ore 23). Benès mi ha detto essere dolente di non potere recarsi a Roma ii 30 corrente per firmare il patto di cocdiale collaborazione (1). Il parlamento ·cecoslovacco sospenderà oggi suoi lavori per riprenderli probabilmente fra 15 giorni. II disac·cordo manifestatosi nei gruppi della coalizione che sostiene il Governo non è stato tuttavia composto e situazione parlamentare permane critica. Presidente della repubblica Io ha pregato di non assentarsi. Il lavoro di corridoio è molto intenso e non è dato prevedere quale sbocco avrà la crisi. Non può perciò muoversi per le due settimane prossime dovendo vigilare lo svolgersi degli avvenimenti. D'altra parte egli ritiene necessario per ragioni politiche che la firma del patto avvenga prima della riunione della Piccola Intesa prevista fra il 10 e il 12 luglio. Benès mi ha incaricato di chiedere alla E. V. se in queste condizioni firma patto potrebbe essere fatta dal ministro Kybal al quale egli invierebbe subito i pieni poteri necessari. Ho chiesto a questo ministro degli affari esteri se aveva fatto fare analoga comunicazione alla E. V. da codesta legazione cecoslovacca. Mi ha detto di no e di attendere la risposta che gli avrei comunicato.

Gli ho domandato infine se testo parafato a Roma aveva subito poi modificazioni. Mi ha dichiarato di aver proposto all'E. V. alcune varianti di pura forma.

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L'AMBASCIATORE A PARIGI, ROMANO AVEZZANA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 959/711. Parigi, 26 giugno 1924, ore 21,21 (per. ore 2 de~ 27). Fra le voci messe in circolazione ha preso consistenza dopo il ritorno del presidente del consiglio francese quella che il signor Herriot si sarebbe accordato ·con Mac Donald per un'azione diretta a rovesciare il presente governo italiano. Painlevé che è sempre dell'intesa e col quale ne ho parlato J'ha qualificato un «canard ~ e anche in seguito a questo mio passo i giornali odierni pubblicano una smentita del governo alla affermazione dell'Eclair secondo cui Herriot avrebbe detto a giornalisti inglesi e tedeschi che bisognava MussoJini cadesse e che egli si adopererebbe in tutti modi a tale scopo. Mi si assicura invece che fra Herriot e Mac Donald si sia riconosciuto O[)portunità di attendere in tutti modi il consolidamento dei governi democratici ora al potere in Francia e in Inghilterra come un modo indiretto di provocarne l'av

vento anche presso altre nazioni nell'interesse della pace e dell'evoluzione dei principi democratici nel mondo.

(l) Che fu poi firmato il 5 luglio, 11enza la presenza di Ben€8

346

L'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

'l'. GAB. R. 962/572. Londra, 26 giugno 1924, ore 21,50 (per. ore 0,30 del 27). Essendo a mia notizia che i:l partito indipendente laburista (ossia socialista) ha indetto un comizio a Trafalgar Square per sabato prossimo allo scopo esprimere simpatia per partito socialista italiano per perdita Matteotti e che un socialista italiano vi parteciperebbe, ho voluto assumere opportune informazioni. Mi è risultato che comizio avrà effettivamente luogo e che nel pensiero degli organizzatori esso dovrebbe rappresentare una notevole manifestazione di partito. Quanto all'oratore socialista italiano ho saputo trattarsi di un certo E:zJio Barchielli avvocato oriundo genovese che dimora abitualmente a Parigi dove trovasi in relazione con gruppo dell'Humanité. Pare anzi che egli curi l'edizione italiana di quel giornale. Avvocato però non sarebbe per ora iscritto nè al partito comunista inglese nè a quello francese. Egli viene sovente a Londra ed ha contatti con questa associazione italiana dei lavoratori della mensa. Da opportune ufficiose indagini presso questa polizia apparirebbe che sua attività si ispiri ad un moderato socialismo.

347

L'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. R. 947/568. Londra, 26 giugno 1924, ore 22,30 (per. ore 6). Foreign Office non si nasconde vivo malcontento per le indiscrezioni della stampa francese sul colloquio Herriot Mac Donald, indiscrezioni che vengono attribuite al Quai d'Orsay. Mio collega del Belgio col quale giusta istruzioni d1 V. E. mi tengo in speciale contatto mi ha confermato esistenza di tale malcontento. Egli poi che ebbe occasione di vedere e di parlare con Herriot al suo passaggio da Londra, ani ha confermato che mentre fra i due ministri aJ.leati esiste indubbiamente desiderio di accordo e di collaborazione vari punti di dissidio rimangono tuttavia persistenti. Mio collega di Francia nell'accennarmi ai vari punti controversi fra il 1suo governo e quello britannico mi ha detto essere tuttavia sua impressione che l'accordo su tali punti potrà in definitiva essere ll."aggiunto; ma che a suo avviso maggiore difficoltà per una reale sistemazione del problema delle riparazioni era costituita allo stato delle cose dalla questione debiti interalleati. Saint Aulatre mi ha detto che Mac Donald nelle conve,rsazioni di Chequers malgrado sforzi !fatti da Herriot è rima1sto sempre fermo nelle sue direttive che dei debiti interalleati non debba parlarsi ora in sede di discussione per applicazione del rapporto Dawes. Ha soggiunto che solo alle vive insistenze del suo primo ministro per fare ammettere discussione e soluzione contemporanea delle due questioni Mac Donald si limitò a proporre che durante prossima conferenza di Londra esperti dei paesi interessati potevano prendere contatto con

esperti inglesi IJ€r un primo studio della questione debiti. Mio collega di Francia mi ha fatto inoltre osservare che dal punto di vista francese non si poteva ammettere che la discussione circa debiti avvenisse solo dopo la messa in atto del rapporto degli esperti perchè tale applicazione costituiva in sostanza, •secondo lui, la soluzione definitiva della questione delle riparazioni. Infatti dopo la attuazione di quel rapporto la Francia sarebbe restata1 completamente disarmata per questione debiti nei suoi negoziati col governo britannico una volta del tutto soddisfatto.

Saint Aulaire aggiungeva che sua preoccupazione per questione debiti si era andata aggravando per la constatazione che Mac Donald venuto al potere col noto programma labourista della cancellazione generale dei debiti era viceversa andato man mano cambiando di idea fin al punto da :lasciare intendere in recentissima conversazione sebbene di natura privata che la nota Curzon era ormai decaduta non avendo governo francese a suo tempo fattavi favorevole accoglienza.

Come conclusione di queste considerazioni che a quanto ho potuto comprendere in massima parte debbono rispecchiare pensiero del proprio governo, mio collega di Francia appariva piuttosto scettico sui reali risultati del recente colloquio Chequers.

Da parte mia per quanto riguarda atteggiamento e pensiero di Mac Donald circa debiti interalleati mi riferisco a tutta la mia precedente corrispondenza confermandola, aggiungendo oggi che a quanto mi risulta il principale sostenitore della direttiva assunta dal primo ministro è il cancelliere dello scacchiere il quale non vuole rinunziare al credito verso gli alleati oltre che per considerazioni di ordine finanziario anche per ·considerazioni di ordine politico.

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IL CAPO UFFICIO AL MINISTERO DELLE COLONIE, MANTIA, AL DIRETTORE GENERALE DEGLI AFFARI POLITICI COMMERCIALI E PRIVATI D'EUROPA E LEVANTE, ARLOTTA

N. 13818. Roma, 26 giugno 1924.

Si ha il pregio di comunicare che anche nella stampa turca cominciano a divulgarsi notizie tendenziose e false ·circa l'assassinio dell'on. Matteotti. Il Vaqit di Costantinopoli del 19 corrente scrive fra l'altro che S. M. il re d'Italia ha consultato Giolitti, Orlando e Salandra per la formazione di un ministero di concentrazione; riporta poi telegrammi da Atene secondo i quali la ribellione italiana andrebbe diffondendosi e san.guinosissimi conflitti sarebbero avvenuti con la milizia nazionale nei pressi di Roma, a Napoli e altrove; trascrive poi integralmente un commento dell'Orient News ostilissimo al Governo fascista, di cui prevede la fine. Il giornale .suddetto riporta anche un comunicato dell'ambasciata italiana a Costantinopoli, che smentisce le false notizie affermando che tutto il paese segue Mussolini e ·che la situazione è perfettamente normale; però detto comunicato affoga in una marea di notizie e commenti ostili che lo precedono e susseguono (1).

(l) Le notizie date dalla stampa turca derivavano, secondo quanto comunicava il ministero delle colonie al ministero degli esteri, il 28 giugno, dal c contegno sleale assunto dalla stampa greca, la quale, nell'occasione dell'assassinio dell'an. Matteotti, ha riempito il prossimo Oriente di false ed allarmistiche notizie sulla situazione del Governo e dell'Italia •.

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IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, ALL'AMBASCIATORE A PARIGI, ROMANO AVEZZANA

T. GAB. S. P. (P. R.) 98. Roma, 27 giugno 1924, ore 14,10.

Decifri da sè.

Secondo notizie attendibili giuntemi da Parigi mi risulta che V. E. avrebbe in questi ultimi giorni espresso pubblicamente giudizi altamente inopportuni nonchè tendenziosi su mio governo e mia, persona. Se cose tstanno questi termini ed io non ho motivo alcuno dubitare su attendibilità mia informazione V. E. si è comportata mediocremente e come ambasciatore e anche .come semplice cittadino italiano all'estero. Momento critico è superato è quindi giunto tempo procedere necessari riconoscimenti e selezioni (1).

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L'AMBASCIATORE A MOSCA, MANZONI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 977/249. Mosca, 27 giugno 1924, ore 16 (per. ore 19,50).

Proclama presentato ieri sera da Pacinni al Komintern e non ancora votato riassunto bollettino ufficioso stampa 5114 è vergognoso sfruttamento assassinio Matteotti per incitare masse italiane contro attuale regime e per propaganda comunista. Più che contro partito fascista che il bolscevismo considera e tratta come suo aperto nemico, proclama è 'diretto contro social-democrazia in genere ed i riformisti italiani in ispecie, la nemica subdola, :la falsa marxista. Il proclama è caratterizzato dalla sua fine dove mentre domanda scioglimento di una milizia di partito, chiede contemporanea creazione di bande armate di altri partiti e libertà speciale per una sola classe della nazione. Invio per corriere odierno testo proclama.

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L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, CAETANI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 983/191. Washington, 27 giugno 1924, ore 19,10 (per. ore 19 deL 28).

Stampa americana continuli mostrare scarso interesse affare Matteotti pur pubblicando principali notizie di cronaca e facendo occasionalmente qualche commento. Questi sono in generale ispirati concetto che sia tempo di fare ri" torno alla piena legalità che rispetta principio democrazia. Discol"ISo V. E. (2) venne riprodotto in forma corretta, ma succinta data mancanza di spazio nei giornali e di interesse da parte pubblico, ora totalmente asso11bito da lotte politiche durante..... (3) democratico. Giorni or sono conferii a lungo con sottosegre

téllrio di stato e ie::ri ·con seg::retario di <stato esponendo grave indignazione popolo e Governo italiano per manifestazioni all'este::ro che rappresentano ingerenza in affari interni Italia. Osservai con compiacimento che ciò non tfu caso per gli Stati Uniti ove soltanto alcuni giornali notoriamente ostili hanno travisato fatti. Feci rilevare che ostilità reazionaria estera deve farsi risalire non tanto a sdegno per delitto compiuto quanto a:vversione di elementi socialistoidi contro sani principi antidemagogici dell'Italia. Per una felice combinazione ex ambasciatore Child ha cominciato ora pubblicazione di articoli sul fascismo nel settimanale Saturday Evening Post che ha circolazione due milioni copie ed è periodico importante ed influente degli Stati Uniti. Dal primo articolo giudico che egli farà esatta e simpatica descrizione della rivoluzione !fascista.

(l) -La minuta è di pugno di Mussolini. (2) -Mus3olini tenne in quei giorni due discorsi: al senato il 24, alla maggioranza parlamentare riunita a Palazzo Venezia il 25. (3) -Gruppo indecifrato.
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L'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. RR. 973/576. Londra, 27 giugno 1924, ore 22 (per. ore 1,35 del 28).

Crowe mi ha detto che V. E. riceverà per mezzo Graham proposta britannica per definire quali delle potenze minori debbono essere invitate alla prossima conferenza di Londra. Tale proposta ha per scopo di far intervenire soltanto quelle potenze ·Che hanno realmente diritto alle riparazioni e cioè Romania, Serbia, Portogallo e Grecia. Crowe confidenzialmente mi ha fatto comprendere che tale proposta mirava anche a escludere tendenza francese a farvi includere Cecoslovacchia e Polonia. L'altra proposta che verrà contemporaneamente sottoposta a V. E. e cioè che le potenze minori siano rappresentate esclusivamente alla conferenza dai ministri accreditati a Londra, risponde evidentemente al vivo desiderio di evitare, nell'improbabile caso ammissione della Cecoslovac~hia alla conferenza, venuta a Londra del sig. Benès ritenuto uomo troppo c remuant ».

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L'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 972/574. Londra, 27 giugno 1924, ore 22 (per. ore 1,45 del 28).

Telegramma di V. E. n. 7250 (1).

Nonostante che nel mio ultimo colloquio con Mac Donald avessi già attirato seriamente la sua attenzione sul deplorevole effetto che non avrebbero mancato di avere sull'opinione pubblica italiana certe manifestazioni del partito labourista britannico circa delitto Matteotti, ho colto la nuova occasione della riunione di domani (mio telegramma 572) (2) per intrattenere con ogni efficacia Crowe sulle linee indicatemi da V. E. Egli pur dimostrandosi dolente delle varie manifestazioni del partito socialista inglese, ha tenuto tuttavia a rilevare difficile e delicata situazione in cui si trova il governo e specialmente primo

(:l) Cfr. n. 346.

ministro. A parte che come è noto a tutti in questo paese è sempre esistilta grande libertà di parola e di riunione, Crowe mi ha ac·cennato corufidenzialmente sia alla circostanza che il Governo comincia ad essere preoccupato dell'estensione che va qui prendendo fascismo britannico, (il che mi risulta anche da diverse fonti), sia all'altra circostanza che Mac Donald per la sua origine e vicende traversate nel suo partito si trova in certo modo obbligato a non ignorare la parte più estremista del labourismo. Alle mie insistenti repliche ed osservazioni circa danni che potrebbero subire nostri rapporti dal deplorato stato di cose Crowe mi ha assicurato che in tutta simpatia e con lo spirito più amichevole avrebbe continuato a fare del suo meglio per ovviare ai pericoli di cui si., era discorso. Devo intanto segnalare all'E. V. che gli eccessi labouristi comin

ciano a provocare qualche reazione nella stampa e nell'opinione pubblica. Articolo del Morning Post di ieri ne è più eloquente prova.

(l) Cfr. n. 321.

354

L'AMBASCIATORE A PARIGI, ROMANO AVEZZANA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. P. RR. (P. R.) 252/716. Parigi, 27 giugno 1924, ore 22,30 (per. ore 0,30 del 28).

Decifri Ella stessa.

Telegramma di V. E. n. 98 (1).

Sono sicuro che nessun altro rappresentante all'estero abbia durante la crisi plU strenuamente operato, nè ho mai espresso, nè privatamente, nè pubblicamente giudizi tendenziosi sul ..... (2) e su V. E. Ma, dopo quanto Ella ha creduto telegrafarmi, debbo pregarLa di richiamarmi da Parigi, ciò che, del resto, mi sembra sia anche sua intenzione di fare.

355

L'INCARICATO D'AFFARI A BELGRADO, SOLA, AL MINISTRO BODRERO, A ROMA

T. GAB. P. 979/317. Belgrado, 27 giugno 1924, ore 22,50 (per. ore 1,35 del 28).

Qui al ministero degli affari esteri sono preoccmpati per il fatto che fino a ore 19 non è pervenuta nessuna risposta da Antonievitch circa le comunicazioni che egli aveva ordine di fare a S. E. Mussolini per l'incidente della frontiera (3). Un giornale di opposizione ha saputo di tale ritardo e ricama le solite fantasie. Ho creduto tranquillizzare il ministro assicurando che Ella in via personale mi aveva telegrafato che il comunicato andava bene. Ho ripetuto però le riserve sia circa gli ordini intesi ad evitare altri incidenti sia soprattutto per l'effettivo arresto dei colpevoli.

(l) -Cfr. n. 349. (2) -Gruppo indecifrato: • Governo •? (3) -Avvenuto nella notte tra il 23 e il 24 giugno presso Postumia. dove due finanzieri italiani furono uccisi ad opera di guardie di finanza jugoslave. Sola aveva dato notizia delle comunicazioni che Antonievié doveva fare a Mussolini. con t. gab. s. 934/308 bis, non pubblicato.
356

IL MINISTRO A BUCAREST, ALOISI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. PER POSTA 1637/319. Bucarest, 27 giugno 1924. Non ho creduto di fare un passo speciale presso questo Governo, secondo le indicazioni fornitemi da V. E. col telegramma n. 7250 (1), poichè già in precedenti conversazioni con questo ministro degli affari esteri avevo messo in rilievo la sensibilità e lo stato d'animo dell'opinione pubblica italiana in questo momento che male avrebbe sopportato qualsiasi ombra di ingerenza nella politica interna del Paese, ed anche perchè, come ho ripetuto col mio telegramma n. 288 (2), l'opinione pubblica, i circoli governativi e la stampa in generale sono subito venuti ad un'esatta comprensione della situazione creata in Italia dall'affare Matteotti. Ed il sig. Duca non solo si è subito dimostrato d'accordo con quanto gli esponevo, ma mi ha dichiarato che il Governo romeno aveva tutto l'interesse a vedere fortificata l'opera che V. E. svolgeva. Ed ho trovato in lui l'appoggio che in questi giorni desideravo ed egli ha conformato la sua azione alla sua parola. La mia smentita ed intervista, che ho inviato a tutti i consoli, agenti consolari e fiduciari, è stata largamente propagata in provincia e nella Capitale, senza alcuna difficoltà e raggiungendo lo scopo desiderato. Essendomi stato poi ad esempio segnalato da Cetatea Alba (Sud Bessarabia) un attacco di un piccolo giornale di provincia senza alcuna importanza e malgrado la scempiaggine ed incongruenza dell'articolo, il sig. Duca su mia domanda si è incaricato subito, poichè si trattava di un giornale del suo partito, di rimettere la cosa al posto. D'altra parte nessuna manifestazione delle due assemblee legislative, nè di alcuna corporazione in vista è venuta a turbare questo contegno corretto, per cui, sarebbe sembrato eccessivo se io avessi fatto un passo che indirettamente poteva significare un nostro non rieonoscimento della condotta del Governo e dell'opinione pubblica romena tenuta in questa occasione verso di noi. Che anzi dopo le asprezze che hanno marcato gli ultimi avvenimenti italo-romerri, bisogna ad onor del vero compiacersi che la sfrenata propaganda francese non abbia qui avuto maggiore appiglio. Con ciò non escludo che le conseguenze dell'affare Matteotti siano qui seguite con attenzione e che diano luogo a qualche critica, ma queste sono sempre contenute nel limite compatibile colle buone relazioni tra i due stati. Fanno solo eccezione, come ho ,già segnalato nei miei telegrammi, i giornali

Adeverul e Dimineata della finanza internazionale ebrea ed organi della propaganda francese.

(l) -Cfr. n. 321. (2) -Cfr. n. 314.
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IL MINISTRO AL CAIRO, CACCIA DOMINIONI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. R. 980/172. n Cairo, 28 giugno 1924, ore 13,35 (per. ore 17,30).

Nostro informatore ha consegnato console generale Alessandria Egitto lettere di Said Idriss e Ahmed Sceriff ed altri senussiti dirette ribelli Cirenaica per eccir tare resistenza. Mi riservo ulteriori informazioni. Degno di l"ilievo che in una di queste lettere si prevedono caduta governo fascista e conseguenti disordini Italia, favorevole successo ribelli Libia.

358

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, ALL'AMBASCIATORE A PARIGI, ROMANO AVEZZANA

T. GAB. RR. P. (P. R.) 99. Roma, 28 giugno 1924, ore 17,30.

Decifri Ella stessa. Discorsi in questione {l) sarebbero stati pronunciati durante colazione ll"istorante Chateau da Madrid.

359

L'AMBASCIATORE A PARIGI, ROMANO AVEZZANA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. 4068/718. Parigi, 28 giugno 1924, ore 21,45 (per. ore 1 del 29).

Bevilacqua comunica quanto segue: « Come è noto a codesto ministero vel"so il mese di febbraio scorso fu costituita in Addis Abeba una società abissina per la tutela della città, per l'allargamento delle strade, per l'importazione di abugedit, per lo sfruttamento Tchetez alcune zone per la coltivazione del caffè e cotone ecc.

A capi della società furono preposti Degiac Gebresallassè ed altri capi locali. Fu deciso che la metà del capitale occorrente alla costituz'ione e funzionamento della società stessa sarebbe stata riservata e versata da Abissinia e l'altra metà sarebbe stata riservata al concorso di capitale europeo.

Degiac Gebresallassè mi comunica che in questi giorni un gruppo di capitalisti francesi ha iniziato trattative in merito, insistendo perchè la parte di capitale europeo sia tutta riservata a loro. Mi prega perciò di chiedere al R. Governo se, prima di definire ·con esso affari, è possibile fargli conoscere se capitalisti italiani intendono partecipare ed in quale misura alla costituzione della società stessa. Egli gradirebbe una risposta telegrafica » {2).

(l) -Cfr. nn. 349 e 354. (2) -Annotazione marginale di pugno di Mussolini: c importante. M. •·
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L'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 986/582. Londra, 28 giugno 1924, ore 21,50 (per. ore 3,10 del 29).

Mio telegramma 572 (1).

Malgrado lunga preparazione comizio è riescito manifestazione di assai scarsa importanza. Vi hanno partecipato non più di 500 persone quasi tutti operai e forse operai disoccupati.

Non parlò nessun deputato laburista. Principali oratori furono un italiano (Bartalini) il noto agitatore comunista indiano Saklatvala. Altro oratore comunista attaccò stesso governo laburista. Segnalo che comizio riescì non tanto una manifestazione di solidarietà col partito socialista italiano quanto un comizio di allarme e di protesta per il fascismo britannico. Ciò confell"ma informazione contenuta nel mio telegramma n. 574 (2). Comizio si chiuse con il maltrattamento di due fascisti inglesi che si erano fatti notare con frequenti interruzioni. Polizia dovette intervenire per proteggerli.

Non mi è stata in alcun modo segnalata presenza di Serrati (mio telegramma n. 575) (3).

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L'AMBASCIATORE A PARIGI, ROMANO AVEZZANA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. S. RR. P. (P. R.) 262/719. Parigi, 29 giugno 1924, ore 20,50 (per. ore 2,50 del 30).

Decifri Ella stessa.

Telegramma di V. E. n. 99 (4).

Non comprendo come V. E. abbia potuto credere che io tenga discorsi in contraddizione con l'azione che svolgo come ambasciatore, e che le risulta dai miei telegrammi.

Tanto meno al «Chateau de Madrid » od in altri ritrovi nei quali posso essermi recato per adempiere ai miei obblighi sociali sarei mai uscito dalla mia riservatezza ben conosciuta.

362

L'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. RR. 993/586. Londra, 30 giugno 1924, ore 21 (per. ore 2 del l luglio).

Miei telegrammi 574 (2), 5t&2 (5). Ho già informato V. E. che al comizio socialista di sabato scorso contrariamente a quanto era stato preannunziato non parteciparono i quattro deputati la

comizio.

buristi. Per informazioni oggi pervenutemi ho motivo di credere che i suddetti deputati furono opportunatamente dissuasi dal prender parte a quella manifestazione.

(l) -Cfr. n. 346. (2) -Cfr. n. 353. (3) -Tel. gab. n. 975/575, trasmesso il 27 giugno alle ore 22 e pervenuto alle 1,25 del 28, non pubblicato, relativo a voci sulla presenza a Londra di Serrati per partecipare al (4) -Cfr. n. 358. (5) -Cfr. n. 360.
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IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, ALL'AMBASCIATORE A WASHINGTON, CAETANI

T. GAB. PRECEDENZA ASSOLUTA 352 bis. Roma, 2 luglio 1924, ore 24.

Telegramma V. E. n. 195 (1),

Non ho alcuna particolare comunicazione da fare Presidente Stati Uniti ma se, come è probabile, durante conversazione che V. E. avrà con lui, egli mostrerà interessarsi situazione italiana, V. E. potrà, in base ai dati dei quali è già in possesso, dare opportuni chiarimenti. Situazione oggi effettivamente assai calma. Colpevoli delitto Matteotti sono stati tutti arrestati e procedimento penale segue suo ·corso. Governo non ha avuto riguardo per nessuno e opinione pubblica è soddisfatta rapidità e energia con la quale esso ha agito. Movimento opposizioni non ha quella forza che può apparire da lettura qualche giornale. Governo si propone continuare sua opera ricostruzione che ha dato risultati cospicui e tangibili come pareggio bilancio e intensificare pacificazione animi alla quale S. M. il Re ha dedicato recentemente in messaggio ris,posta al Parlamento (2), chiare e nobili parole. V. E. può espdmere anche suo compiacimento per atteggiamento onesto e obiettivo maggior parte stampa americana.

364

L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, CAETANI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 1004/197. Washington, 3 luglio 1924, ore 7,40 (per. ore 16 del• 4).

Segretario di stato mi ha fatto chiamare per comunicarmi essere sinceramente dispiaciuto non poter più far progettata visita a Roma essendo stato richiesto dal presidente ritornare dall'Inghilterra non appena finita conferenza della «bar association ». Mi spiegò confidenzialmente che presidente trovandosi senza vice presidente desidera essere privato meno possibile dell'aiuto e consiglio segretario di Stato. Ebbi impressione che segretario di stato desiderava mettere in chiaro che sua rinunzia viaggio a Roma non era ispirata da preoccupazioni politiche riflettenti convulsioni Italia.

365

L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, CAETANI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. S. 1011/198. Washington, 3 luglio 1924, ore 19,40 (per. ore 19 del 4).

Ho fatto oggi visita al presidente Stati Uniti consuetudinaria prima di partire in congedo. Presidente chiesemi de'Ila situazione italiana che gli spiegai

14 -Documenti diplomatici • Serie VII · Vol. III.

ampiamente in conformità al telegramma V. E. Gab. n. 352 (1). Mi parve che presidente non aveva seguito incidente Matteotti da vicino ed ascoltò con interesse. A proposito di emigrazione mi disse poi essere spiacente che avesse potuto fare poco a favore Italia per cui nutriva simpatia, accennai che italiani erano rimasti dolenti per il carattere ingiust[amente] discriminatorio della legge visto che i nostri emigranti hanno dato prova di essere migliori elementi affratellati con comunità americane che non irlandesi ed alcun altro accolto con più favore. Presidente espresso sua preoccupazione per.... (2) accordo ed armonia tra le potenze europee e mi pregò di esprimere a V. E. sua simpatia ed auguri per il benessere dell'Italia.

(l) Tel. gab. u. 9197/195, trasmesso il l luglio alle ore 12,25 e pervenuto alle 10,20 del 2, non pubblicato, col quale Caetani comunicava la data di una sua prossima udienza col Presidente degli Stati Uniti.

(2) n 30 giugno. Vedine il testo ne n Corriere de!la Sera, l luglio 1924.

366

IL REGGENTE LA LEGAZIONE A DURAZZO, MARCHETTI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. 4180/125. Durazzo, 4 luglio 1924, ore 18 (per. ore 22,40).

Mi sono recato ieri a Tirana ove ho preso contatto con presidente consig!L(} e principali ministri. Ho potuto constatare che perdurano sentimenti di viva riconoscenza per atteggiamento tenuto appunto dall'Italia nel recente rivolgimento interno albanese e grande fiducia in quanto vorrà farsi neL prossimo avvenire per il consolidamento di questo paese. Come era da prevedersi, mi si è parlato da ogni parte e con insistenza della urgente necessità di un prestito all'Albania. Su questo punto riferirò a V. E. non appena, a!l mio prossimo ritorno a Tirana, questo Governo mi avrà fatto conoscere il suo pensiero al riguardo e per parte mia sarò preparato meglio per lumeggiare a V. E. la questione dai suoi vari punti di vista. Il presente telegramma continua col numero protocollo successivo.

367

IL REGGENTE LA LEGAZIONE A DURAZZO, MARCHETTI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. 4181/126. Durazzo, 4 luglio 1924, ore 18 (per. ore 22,40).

Seguito del precedente.

Situazione interna è completamente tranquilla; ordine ristabilito ovunque; disarmo popolazione procede senza ostacoli. In vista di ciò ed anche in considerazione moderazione di cui dà prova questo Governo e del fatto che esso va rapidamente stabilizzandosi sembrami converrebbe a noi da un punto di vista generale adoperarci per il definitivo riconoscimento internazionale dell'attuale Governo.

(l) -Cfr. n. 363. (2) -Gruppo indecifrato.
368

IL MINISTRO A VIENNA, CHIARAMONTE BORDONARO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 1006/389. Vienna, 4 luglio 1924, ore 20 (per. ore 22,30).

Neurat Presidente Credit-Anstalt memhro di circa 60 consigli di amministrazione germanici una delle persone più in vista mondo bancario viennese ha detto a Pantaleoni che non crede ·che tedeschi possono sopportare nuovi carlichi previsti rapporto Dawes. Egli ha aggiunto che nella prossima conferenza di Londra tanto Francia che Germania ricercheranno appoggio deJ<l'Italia che avrà quindi da svolgere funzione importantissima e potrà trame profitto. Germania desidererebbe vivamente ammissione Lega delle Nazioni con seggio permanente Consiglio. Germania vagheggerebbe anche unione doganale europea con esclusione Russia che senza disturbare rapporti doganali autonomi singoli Stati per alcune speciali voci di particolare interesse per ognuno, permetterebbe un maggior respiro commerciale economico per tutti e costituirebbe difesa comune contro America. Quota tedesca andrebbe d'altra parte ad estinziiOne parziale suo debito. Pantaleoni mi ha anche detto avere appreso qui da buona fonte eh€! guerra contro il Governo italiano e fascismo all'estero è dovuta alla StandardOil e alla Royaldutch per avversione alla Sinclair. Potenza compagnia petro.Jifera nel mondo commerciale è immensa. Anche disordini Albania si attribuiscono alla Standard-Oil di cui Banca Commerciale Italiana sarebbe esponente in Italia. Riferisco quanto precede per desiderio espressomi da IPantaleoni ed opportuna conoscenza di V. E.

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L'AMBASCIATORE A BRUXELLES, ORSINI BARONI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 1013/161. Bruxelles, 4 luglio 1924, ore 20,26 (per. ore 9;45 del 5).

Faccio seguito al mio telegramma n. 158 (1).

Manifestazione ieri sera è stata accolta molto freddamente dalla maggior parte di questa stampa e dalla parte seria della opinione pubblica. Giornali rilevano che uno degli oratori ha dichiarato che riunione aveva dovuto essere convocata in una sala da ballo perchè tutte le sale abitualmente destinate ai meetings furono rifiutate agli organizzatori.

Nella conversazione avuta con Hymans ho espresso tutta la mia dolorosa sorpresa per la manifestazione e per ·certi voltafaccia dì gente che un anno fa applaudiva al fascismo e che oggi lo insulta.

Movente è ben chiaro come chiaro è la ragione di certi voltafaccia. Assassinio Matteotti è :sfruttato qui dalle loggie massoniche per propaganda antifascista anche da coloro che, in vista deUe prossime elezioni politiche, cercano preparare alla Assemblea Costituente proprio favore democrazia e masse operaie.

Stasera consiglio supremo del fascio belga fa affiggere un proclama nel quale, dopo enumerati i .crimini socialisti, si esprime la sicurezza che la giustizia italiana non lascerà impunito l'assassinio di Matteotti e .si prende solenne impegno a nome fascisti belgi di far incarcerare ogni fascista che si renda colpevole di assassinio e si domanda ai comunisti e rivoluzionari se sono disposti a prendere stesso impegno.

(l) Tel. gab. n. 1008/158, trasmesso il 4 luglio alle ore 13,55 e pervenuto alle 19,5() dello stesso giorno, non pubblicato, relativo a una riunione antifascista a Bruxelles perl'assassinio di Matteotti.

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L'INCARICATO D'AFFARI A BELGRADO, SOLA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLlNI

T. GAB. 1010/329. BeLgrado, 4 luglio 1924, ore 21 (per. ore 2 del 5). Appena sparsasi in città voce del nuovo conflitto alla frontiera mi sono recato al ministero Affari E.steri per avere notizie precise. Il Ministro aggiunto Gavrilovitch in assenza di Nincich irrnpegnato nel Consiglio dei ministri, mi riferisce che due finanzieri jugoslavi forse penetrati inavvertitamente in territorio italiano presso Pied1colle, non essendosi arrestati all'intimazione di una nostra pattuglia, sarebbero stati fatti segno a colpi di fucile rimanendo uccisL Sarebbe anche stato ferito un giovanetto che li accompagnava. Ho pregato Gavrilovitch di rendersi interprete presso Nincich di tutto ili. mio rincrescimento. Ho aggiunto che non avendo finora ricevuto (ore 17) notizia da parte di codesto Ministero nulla potevo dichiarare in nome del R. Governo pur essendo sicuro che V. E., che tanto ha contribuito allo stabilirsi di relazioni intime fra i due governi, non avrebbe mancato di deplorare vivamente l'accaduto. Gavrilovitch mi ha detto che Nincich avrebbe senza dubbio apprez.zato il passo amichevole da me compiuto. Avendo aggiunto che egli attribuiva l'incidente alla non delimitazione della frontiera, gli ho risposto che, se le notizie da lui fornitemi erano esatte, l'eccidio sembrava avvenuto sulla frontiera della Carniola che risulta già delimitata sul terreno. Gli ho espresso poi il mio compiacimento per il corretto contegno tenuto dai giornali di Belgrado nel dare la prima notizia del nuovo conflitto e gli ho fatto rilevare la necessità che anche stasera e nei giorni prossimi la stampa si mantenga serena nei suoi commenti. Gavrilovitch mi ha assicurato che farà sentire la sua influenza in tal senso. Nel congedarmi ho sottolineato che se l'Autorità Militare jugoslava avesse prontamente scoperto ed arrestato gli autori dell'eccidio di Planina e Caccia,

ciò avrebbe avuto l'effetto di calmare gli animi eccitati e forse non avremmo oggi a deplorare questo nuovo incidente.

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IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA

T. GAB. 356. Roma, 5 lugl.io 1924, ore 14,30. Quest'ambasciata di Francia mi ha comunicato un promemoria che rias

sumo. Governo francese solleva obiezioni alle idee del Governo inglese circa invito alla Germania per assistere alla prossima conferenza. Governo tedesco secondo Foreign Office sarebbe informato dell'invito rivolto alle potenze alleate per la Conferenza riguardante il doppio oggetto di essa e cio€ studio dei dati relativi all'esecuzione del rapporto degli esperti e preparazione della base per discutere successivamente col Governo tedesco i termini di un accordo che prenderebbe forma di un protocollo.

Comunicazione diretta a Berlino esprimerebbe speranza degli alleati di poter discutere coi rappresentanti tedeschi una settimana dopo l'apertura della conferenza i termini di tale accordo; e domanderebbe al Governo tedesco di prepararsi ad inviare una delegazione a Londra. La data in cui la delegazione tedesca dovrebbe trovarsi a Londra sarebbe notificata a Berlino tosto che essa fosse fissata.

Per giustificare l'invio a Berlino di una nota in questo senso il Governo inglese allega che non si può differire di pregare il Governo tedesco di tenere la sua delegazione pronta a recarsi a Londra, dove la Conferenza alleata riunendosi il16 luglio determinerà la posizione esatta che sarebbe fatta alla delegazione tedesca nella Conferenza.

Contro tali proposte il Governo francese obietta quanto segue, ispirandosi all'interesse generale degli alleati. Anzitutto è a conoscenza della Francia che il Governo tedesco accentua la tende:1za a presentare al Parlamento i progetti di legge per l'esecuzione del progetto Dawes solo dopo avere ottenuto la firma a Londra di un atto diplomatico che stabilisca le condizioni ed i particolari di esecuzione del progetto stesso, mentre non può esservi subordinazione possibile tra i progetti di legge che il Governo tedesco deve presentare e l'atto diplomatico in cui i termini [sic] saranno discu\SSi a Londra fra gli alleati.

Il Governo francese ritiene inoltre legittimo ed equo che i tedeschi non siano messi in presenza degli alleati altro che quando avranno come gli alleati stessi accettato espressamente il piano degli esperti vale a dire votate le leggi che debbono assicurarne l'esecuzione. Ogni altra procedura costituirebbe per la Germania non un trattamento di eguaglianza ma un trattamento di favore. Il Governo francese giudica massima imprudenza prendere qualsiasi impegno verso il Governo tedesco prima di conoscere il testo delle leggi che debbono essere votate dal Reichstag per l'esecuzione del piano Dawes.

A Chequers H signor Herriot insistette sulla necessità di una separazione ben netta tll"a le due parti della futura conferenza di Londra perchè le decisioni di questa conferenza non avranno autorità in Francia se non siano concertate dai soli alleati senza la presenza dei tedeschi. Soltanto a questa condizione sarebbe resa possibile la procedura desiderata dal Governo britannico per la seconda parte della Conferenza.

Comunicazione francese conclude che per queste ragioni la Francia non può

accettare che il Governo tedesco sia invitato fin d'ora ad inviare una delegazione

a Londra; che l'ambasciatore di Francia a Londra ha avuto istruzioni di sostenere

questo punto di vista presso il Governo inglese; e chiede al Governo italiano che

siano inviate a V. E. istruzioni di appoggiare le pratiche dell'ambasciatore di

Francia.

La maniera decisa con cui il Governo francese sostiene la sua tesi, che trova

largo consenso nell'opinione pubblica francese, deve destare preoccupazioni circa

la possibilità della riunione e l'esito della conferenza. Sembrami quindi molto utile al fine di raggiungere l'accordo fra gli alleati, base indispensabile alla soluzione generale, che l'E. V. si adoperi amichevolmente presso H Foreign Office acciocchè si trovi modo conveniente di vincere questa difficoltà evitandosi compromettere su questione procedura possibilità rappresentate da rapporto Dawes.

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L'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. R. 1021/601. Londra, 5 Luglio 1924, ore 22 (per. ore 14,30 del 6).

Mio telegramma n. 576 (1).

Crowe mi ha detto che Governo francese per far partecipare in un modo qualsiasi Polonia e Cecoslovacchia alla prossima conferenza di Londra ha proposto al governo britannico .che « i governi che hanno un interesse indiretto e teoretico alle riparazioni siano tenuti al corrente dei lavori de1la conferenza onde avere modo fare udire eventualmente loro voce».

A tale categoria appartengono Polonia, Cecoslovacchia, Brasile, Liberia e forse qualche altro Stato. Governo britannico per spirito conciliativo ha aderito.

373

L'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. RR. P. 1019/600. Londra, 5 Luglio 1924, ore 22 (per. ore 14,55 del 6).

Dedfri Ella stessa.

S. M. il re Giorgio che ho visto oggi mi ha detto aver seguito col più vivo interessamento avvenimenti svoltisi recentemente in Italia. Ha soggiunto essere assai lieto che crisi interna sia stata da V. E. felicemente sorpassata.

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IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, AL REGGENTE LA LEGAZIONE A DURAZZO, MARCHETTI

T. 2160. Roma, 5 lugLio 1924, o1·e 24.

Suo telegramma n. 126 (2) e mio telegramma n. 2135 (3) speditole con odierno corriere.

Il R. ambasciatore a Parigi telegrafa quanto segue:

«Facendo seguito al mio telegramma n. 730 (4). Al Quai d'Orsay mi è stato oggi confermato che il governo francese non procederà a nessun atto di riconoscimento formale del nuovo governo albanese ritenendo trattarsi di un semplice cambiamento di ministri».

Come ella rileverà iniziativa a suo tempo presa da R. Governo di rispondere subito e nei noti termini al telegramma col quale monsignor Fan No1i partecipava formazione nuovo Gabinetto albanese ed efficace azione ulteriormente da noi spiegata, nella forma prudente che esigeva opportunità non offrire pretesto ad assurdi sospetti ed ostilità a danno della stessa Albania, comincia già a portare chiaramente i suoi frutti. Punto di vista manifestato dal Quai d'Orsay sembra infatti rispondere ai desiderata di codesto Governo. Allo stato attuale delle cose apparirebbe quindi dubbia convenienza da parte nuovo Gabinetto albanese, che è già in rapporto colla maggior parte degli sta-ti costà rappresentati e colla Società delle Nazioni, di insistere per fare una questione particolare del suo riconoscimento formale.

Quanto sopra per sua norma riservata.

(l) -Cfr. n. 352. (2) -Cfr. n. 367. (3) -Tel. n. 2135 del 4 luglio, non pubblicato, relativo ai rapporti dell'Italia col nuovo governo albanese. (4) -Tel. n. 4115/730, trasmesso il l luglio alle ore 20,25 e pervenuto alle 0,40 del 2, non pubblicato, relativo all'atteggiamento del governo francese nei confronti del nuovo governo albanese.
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IL PREFETTO DI TRIESTE, MORONI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 1026/068-3093. Trieste, 7 luglio 1924, ore 16,30 (per. ore 19,10).

Come ho accennato nei miei rapporti precedenti è molto opportuno che siano regolati confini tra l'Italia e la Jugoslavia perchè ,con tale provvedimento è da attendersi che cessino i lamentati ed in questo ultimo periodo di tempo troppi incidenti di frontiera. Ora mi permetto di richiamare di nuovo la personale attenzione dell'E. V. su questo grave argomento, pregandola di volere, a mio sommesso avviso, fare premura presso gli organi competenti perchè la Commissione mista dei confini voglia effettuare i suoi lavori ora che la stagione è propizia. Con ciò non intendo fare appunti alla nostra cornrnissione che mercè l'opera dell'egregio colonnello Gariboldi procede con ogni cura. Ma tendo soltanto a che la commissione stessa sia coadiuvata da tutti gli organi centrali e locali in modo ohe facendo convergere a tale scopo tutti gli uffici che vi hanno attinenza si possa giungere presto al desiderato risultato. Sarò anzi grato a

V. E. se vorrà compiacersi di favorirmi comunicazioni al riguardo.

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L'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 1029/608. Londra, 7 luglio 1924, ore 21,44 (per. ore 23,30).

Telegramma V. E. Gab. n. 356 (1).

Col mio telegramma n. 607 (2) ho informato che primo ministro e Crowe partono per Parigi. Mio collega Francia è già partito per Parigi. In tale circostanza non mi è possibile dare immediato corso alle istruzioni di V. E. Questione invito Germania alla conferenza sarà del resto uno dei punti da discutere a Parigi fra i due primi ministri (3).

(l) -Cfr. n. 371. (2) -Tel. gab. n. 1028/607, trasmesso il 7 luglio alle ore 22 e pervenuto alle 2,15 dell'8, non pubblicato, relativo al viaggio di Mac Donald a Parigi per discutere con Herriot sulla prossima Conferenza di Londra. (3) -Il telegramma fu ritrasmesso a Parigi, Bruxelles e a Salvago-Raggi in data 11 luglio con tel. gab. n. 364.
377

IL MINISTRO A BELGRADO, BODRERO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T.GAB. s. 1034/339. BeLgrado, 9 luglio 1924, ore 22 (per. ore 4,40 dellO).

Decifri Ella ,stessa.

Ho avuto stamane lunghissimo colloquio con Nincic che ha accennato agli

incidenti di frontiera solo per dirmi di aver apprezzato la mia gita a Udine che egli ritiene abbia avuto assai favorevole influenza sulla stampa. Ho colto occasione per esprimergli mio compiacimento per contegno giornali locali sia in occasione detti incidenti sia circa nostra situazione interna. Nincic mi ha risposto che opinione pubblica si orienta decisamente verso Italia che ne è prova anche le manifestazioni straordinariamente cordiali che a Novisad ed a Belgrado hanno avuto le nostre navi in crociera sul Danubio. Ha mostrato di apprezzare moltissimo atteggiamento tenuto da V. E. circa partecipazione della Jugoslavia alla Conferenza di Londra e mi ha più volte ripetuto che sarebbe assai felice di incontrarsi con V. E. a Ginevra.

Con telegramma a parte riferisco circa le trattative co~erciali per le quali

ho risoluto favorevolmente tutte le questioni in sospeso. La firma del trattato

di commercio si potrebbe effettuare subito se come spero non saranno sollevate

da nostra parte nuove difficoltà.

378

IL MINISTRO A BELGRADO, BODRERO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 1036/341. Belgrado, 9 luglio 1924, ore 22 (per. ore 7 del 10). Nincich ha tenuto a ripetermi che la nota dichiarazione comune sull'Albania ha avuto presso tutte le Cancellerie la migliore ripercussione e <:he egli è lieto di avere contribuito con V. E. a mostrare al mondo che Italia e la Jugoslavia procedono in perfetto accordo. Nincich è d'avviso che assetto definitivo dell'Albania non si farà tanto presto. Circa le voci corse di affidare il problema albanese alla Società Nazioni il cui intervento è stato così utile nella ricostituzione dell'Austria, egli mi ha espresso tutta la sua sfiducia sui risultati di un simile

intervento sembrandogli che la rivalità interna dei capi non consentirebbe nemmeno alla Società delle Nazioni ottenere un risultato concreto.

379

IL MINISTRO A BELGRADO, BODRERO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. 4289/340. Belgrado, 9 luglio 1924, ore 22 (pe1·. ore 9 dellO). Circa la conferenza della Piccola Intesa Nincich mi ha assicurato che la Romania in seguito alla decisa sua opposizione ed a: quella di Benès ha ritirato dal programma dei lavori la questione della Bessarabia. Si parlerà specialmente degli interessi dei tre stati in rapporto alla ricostituzione economica dell'Austria

e dell'Ungheria. Nincich svaluta l'importanza del convegno e mi ha fatto capire che esso si tiene solo perchè così era stato precedentemente stabilito.

380

L'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 1039/620. Londra, 10 lugLio 1924, ore 21,35 (per. ore 2,50 delJ'll).

Sono informato che il primo ministro è stato assai contrariato al suo arrivo a Londra di apprendere che durante la sua assenza era stato deciso ai comuni di rinviare discussione sulla politica estera già stabilita per oggi giovedi. È probabile tuttavia che Mac Donald, malgrado annunzio, differ1sca di far prontamente qualche dichiarazione circa suo viaggio Parigi. (1). Stampa intanto commenta scarsamente nota anglo-francese convenuta ieri fra i due primi ministri (2). Impressione è che improvviso viaggio di Mac Donald sia valso effettivamente a fare giungere in porto conferenza di Londra ed a puntellare min1stero Herriot; ma che ciò sia avvenuto a spese del programma inglese. Ad ogni modo viene rilevato con soddisfazione avvenuto chiarimento nei rapporti franco-inglesi. Ma sussiste tuttavia timore ·che annunzio accordo cosi rapido raggiunto a Parigi possa effettivamente comprendere tutti i punti in reale contestazione fra Parigi e Londra.

Credo intanto mio dovere attirare l'attenzione di V. E. su punto della nota anglo-francese riguardante debiti interalleati e sicurezza. Tenendo presente informazione fornita a V. E. col mio telegramma n. 583 (3), misurate parole di quella nota potrebbero indicare che tesi sostenuta dal mio collega Francia a!bbia finito per prevalere a Parigi. E cioè non essere possibile prendere definitivi impegni per la messa in atto rapporto Dawes senza raggiungere contemporaneamente una 1ntesa, almeno di massima, circa debiti interalleati e sicurezza. Riservomi far opportune indagini anche presso ambasciatore Francia non appena sarà ritornat o a Parigi.

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L'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. PER CORRIERE 2096/676. Londra, 10 lugHo 192<1. Telespresso di V. E. n. 20323/329 senza data (4). Ho letto con interesse il resoconto della conversazione avuta dal R. ministro

a Durazzo col signor Eyres sulla attuale situazione e sull'avvenire dell'Albania.

Credo però opportuno osservare che le 1dee espresse dal rappresentante britannico, pur apprezzate perchè provengono da persona che ha del paese conoscenza profonda, non sono tenute in gran conto dal Foreign Office, che in questi ultimi tempi sembra interessarsi ben poco all'Albania. Tale impressione ho riportato dagli scambi di vedute recentemente avuti con i funz1onari dell'ufficio competente insieme ·COn quella del riconoscimento da parte del Governo britannico della nostra speciale situazione e dei nostri speciali interessi in Albania.

(l) Sic, per errata decifrazione. Il testo conservato nell'archivio della Ambasciata a Londra reca: • È possibile tuttavia che Mac Donald malgrado annunziato differimento trovi il modo di fare oggi qualche dichiarazione circa suo viaggio a Parigi •.

(2) -La nota fu consegnata a Mussolini il giorno 10 in duplice testo dall'ambasciatore inglese e dall'incaricato d'affari francese a Roma. L'agenzia Stefani diramò in proposito un comunicato.

(8) -Tel. gab. n. 991/583, trasmesso il 29 giugno alle ore 22,55 e pervenuto alle 13 del 30, non pubblicato, relativo a colloqui con Crowe sui risultati delle conversazioni fra Mac Donald e Herriot in Inghilterra e sui punti in discussione nella prossima Conferenza di Londra. (4) -Non rinvenuto. Ma cfr. n. 262.
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L'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. s. 1044/625. Londra, 11 luglio 1924, ore 21,45 (per. ore 4,45 del 12). Ho avuto conversazione con Crowe circa recenti colloqui di Parigi ai quali, come l'E. V. sa, egli prese parte. Gli ho chiesto qualche informazione complementare e qualche chiarimento in merito al documento anglo-francese (l) già pervenuto a V. E. Riassumo punti principali della Iunga conversazione avuta .col sottosegretario di ·stato: l) Viaggio a Parigi è stato deciso da Mac Dooo•ld per corrispondere ad un disperato appello di Herriot che stava per soccombere al Senato. 2) Le conversazioni di Parigi furono così affrettate che nessuna questione potè essere veramente approfondita. 3) I principali punti di dissenso fra i Gabinetti di Londra e di Parigi permangono immutati (integrità ferroviaria, invito alla Germania a partecipare alla conferenza, precedenza o meno in rapporto alla conferenza della votazione delle necessarie leggi tedesche per attuazione rapporto). 4) Governo britannko mantiene sostanzialmente tutti i suoi punti di vista, principale fra i quali resta quello che, poichè applicazione rapporto esperti impone alla Germania obblighi non contemplati dal Trattato di Versailles, è assolutamente necessario negoziare colla Germania un nuovo protocollo. 5) Ciò .pertanto l'eventuale desiderato accordo per l'attuazione del rapporto Dawes non potrebbe che sortire dalle discussioni che avranno luogo nella stessa prossima conferenza. 6) Unico valore dunque della nota anglo-francese è stato quello di salvare la conferenza di Londra. Crowe che durante tutta la conversazione mi è apparso preoccupato e Slfi.duciato ha concluso col riassumere la situazione con Ie seguenti parole: «la situazione invece di riescire chiarita dal nostro viaggio a Parigi ne è risultata maggiormente confusa. A Chequers i due Primi Ministri erano certamente più vicini di quanto non si trovino adesso in seguito titubanze e ritirate di Herriot ». Ho avuto cura di chiedere a Crowe precise informazioni sul punto settimo delLa nota anglo francese circa debiti interalleati e specialmente quale fosse il contenuto della frase: « i due Governi hanno avuto uno scambio preliminare sulla questione dei debiti». Crowe mi ha risposto che tutto il punto settimo era stato messo nella nota per compiacere Herriot; che ad esso paragrafo settimo non doveva essere data nessuna importanza; che Governo britannico teneva fermo punto di vista di non esaminare ora questione dei debiti interalleati e della sicurezza; che ciò pertanto esperto francese avrebbe avuto con la Tesoreria conversazioni destinate a non riuscire .conclusive. Senza entrare in merito a quanto egli mi diceva ho dichiarato a Crowe che

questione debiti interalleati toccando ·egualmente Italia era da aspettarsi che esperto italiano si mettesse egualmente in contatto con la Tesoreria britannica.

Crowe ha risposto che ciò era naturale. Ma ha tenuto a ri~termi che Tesoreria britannica è d'avviso essere impossibiie discutere utilmente questione debiti interalleati se non prima si d:osse effettivamente messo in moto intero meccanismo rapporto Dawes.

Dichiarazioni di Crowe sono cosi esplicite che mi pare su~rfl.uo ril~vare differenza intercedente fra la realtà delle cose e l'apparenza rappresentata dal comunicato anglo-francese da Parigi.

(l) Cfr. n. 380.

383

IL MINISTRO A RIGA, PIACENTINI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. 4356/698. Riga, 12 Luglio 1924, ore 14,10 (per. ore 19,30).

Stampa L·ettonia pubbltca con insistenza notizia circa accordo segreto militare che si starebbe trattando tra Italia e Russia contro la Turchia, attribuendo ad esso dimissioni ambasciatore turco a Mosca e precisando che ufficiali stato maggiore Soviet S'i recheranno prossimo agosto a: Roma per continuare trattatLve a conclusione accordo cui origini Jrtsalirebbero conferenza Genova (1).

384

IL MINISTRO A BELGRADO, BODRERO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. s. 1047/348. Belgrado, 12 lugLio 1924, ore 18,30 (per. ore 23,30).

Decifri Ella stessa.

S. M. il Re, venuto ieri a Belgrado, ha fortemente in.fluLto perchè delegazione italiana superi tutte le ultime difficoltà per la conclusione del trattato di commercio. Per motivi di evidente opportunità Egli desidera che il gabinetto Pastch, prima di presentare le dimissioni, firmi nella mattinata di hmedi 14 corr. il trattato di commercio con l'Italia (2).

Il Gabinetto dimissionerà poche ore dopo ma il mandato verrà nuovamente affidato a Pasich. I delegati che firmeranno il trattato conserveranno i pieni poteri per la firma nei successivi giorni della convenzLone consolare ed altri accordi.

Interesso ~rsonalìnente V. E. a non lasciare sfuggire questo momento eccezionalmente favorevole per apporre la .firma al trattato, e pre:go quindi farmi pervenire con assoluta urgenza le istruzioni necessarie.

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IL MINISTRO DELLE COLONIE, LANZA DI SCALEA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

N. 44. Roma, 12 Luglio 1924.

Desiderando stabilire sempre maggiore coordinazione fra la politica generale e quella coloniale nei rapporti internaz1onali, ritengo owocrtuno riassumere direttamente per l'E. V. alcune considerazioni che ritengo interessanti e che

possono darle modo di consigliare, in alcune questioni di carattere contingente e parziale, quelle direttive che siano in armonia con Ie linee generali della politica seguita dalla E. V.

Sottopongo, per ora, all'E. V. alcuni dati dai quali si potrà rilevare l'atteggiamento poco amichevole che le autorità britanniche hanno assunto nei nostri riguardi lin Etiopia e nel Mar Rosso. La mancanza di qualsiasi attività politica ed economica, imposta prima della guerra e dolorosamente continuata nei periodo successivo, non poteva indubbiamente non essere accolta con soddisfazione dalle potenze che mirano ad un'egemonia politica ed economica sia sulle coste dell'Arabia che nel ter.ritorio deU'impero etiopico.

Il risveglio della nostra attività economka e di una prudente azione di carattere politico hanno indubbiamente suscitato diffidenti preoccupazioni nelle potenze suddette, cioè Francia ed Inghilterra. Dai fatti che ora espongo l'atteggiamento inglese appare tuttavia più manifesto di quello francese.

Ed invero già da tempo il governatore dell'Eritrea comunica le molestLe continuate che ai nostri sambuchi eritrei, che fanno frequente commercio con la costa araba, vengono fatte dalla marina inglese con il pretesto formale di impedke la tratta degli schiavi. Malgrado ogni rimostranza del nostro governo eritreo, non si è potuto eliminare questo notevole inconveniente, che rappresenta un danno rilevante nell'economia commerciale della colonia Eritrea.

Ma vi ha di più: come risulta oggi anche a codesto ministero, hl governo britannico dichiara, senza dare sufficienti e precise motivazioni, di non consentire alla revisione dell'accordo provvisorio, stipulato dal gove.rnatore Cerrina con le autorità di Aden nell'aprile del 1923, accordo che limita la libertà di navigazione e di sorveglianza costiera per la bandiera italiana. Ritengo che la ratifica di quell'accordo non sia conforme alle direttive di dignità nazionale che l'E. V. persegue, e che sia anche contrario alle continue richieste di collaborazione nella repressione del traffico degli schiavi nel Mar Rosso, -che il governo britannico continuamente ci rivolge.

Ma, a giustificare questo -suo atteggiamento, il governo britannico ci accusa di commercio di armi con il goven1o ascemita e per suo conto, fatto -si dice da alcuni nostri connazionali, e di rapporti segreti del nostro governatore dell'Eritrea con l'Iman. Nè esso governo inglese vuoi rinunziare a trascinarci in una politica di reazione verso il re dell'Hegiaz, col quale per i nostri particolari interessi a noi conviene senza dubbio mantenere amichevoli accordi, per non essere asserviti dall'atteggiamento inglese contro quel sovrano. Tutto ciò serve a rileval'e come l'atteggiamento inglese verso di noi si prefigga di diminuire ogni espansione commerciale nostra ed ogni nostro prestigio politico nelle regioni arabe, che rappresentano i polmoni economici della nostra colonia, e che devono essere considerate come efficaci elementi nei nostri rapporti con il mondo musulmano.

Nelle relazioni poi con il noto Ahmed Scerif, io non credo -come risulta da:i rapporti dell'amba-sciatore Montagna -che si possa contare con vera sicurezza su una sincera e proficua collaborazione inglese -contro le mene e gli intrighi del comitato d'agitazione tripolino. Perchè, a quanto risulta dai rapporti del nostro ministro al Cairo, il predetto ex capo della Senussia sareb~e uno dei possibili candidati al califfato; e gli inglesi, attraverso un intennediario Abd el

Malek el Dorsi, cercano di preparare un accordo fra costui e il re dell'Hegiaz, suo pericoloso concorrente, per impedire una eventuale candidatura del re Fuad, temuto e sospettato per le simpatie che egli ha verso l'Italia.

Credo, inoltre, mio dovere di far rilevare all'E. V. come, malgrado tutti gli accordi anteriori, il governo britanntco intenda di esercitare una politica in quella zona dell'impero etiopico che era stata riservata alla nostra influenza economica. Sotto l'appa-rente aspetto di studi o lavori alle sorgenti dél Nilo Azzurro, la missione britannica ha compiuto nella regione del lago Tsana opera ostile all'Italia, attraverso specialmente il console ingl:ese sig. Home. Codesto funzionario, come risulta da notizie degne di ·credito, ha cercato di suscitare nel Deggiac Aiale, nostro amico, sospetti nei riguardi della nostra azione commerciale, affermando che questa nasconde mire politiche di occupazione territoriale. Nè posso nascondere all'E. V. che questo agente mantiene col Ras Gougsa Oliè rapporti che tendono ad inficiare le nostre relazioni con quell'alto personaggio etiopico. E difatti il nostro agente commerciale di Gondar è stato informato da Ras Gougsa Oliè che il governo etiopico avrebbe deciso di proibire il traffico commerciale sulla carovaniera ·che da Gondar conduce ad Om Hager, dove abbiamo istituito ultimamente una stazione commerciale.

Come l'E. V. potrà rilevare da questa genertca e sintetica relazione, l'azione del governo inglese o dei suoi agenti è indubbiamente ispirata dalla mira di limitare le nostre possibili iniziative in Etiopia, di sminuke il nostro prestigio su1le coste arabe del mar Rosso, e di crearci non lievi imbarazzi nella pacificazione della Libia.

Tanto dovevo segnalare per ora all'E. V., riservandomi di :tiare ulteriori comunicazioni.

(l) -Il telegramma fu ritrasmesso a tutte le ambasciate e legazioni in Europa e ad Attolico a Ginevra con tel. per corriere 2251. (2) -Il trattato di commercio e di navigazione fu infatti firmato a Belgrado il 14 luglio.
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IL MINISTRO A PRAGA, PIGNATTI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. 4387/273. Praga, 14 luglio 1924, ore 21 (per. ore 1,50 deL 15).

Benès mi ha incaricato comunicare a V. E. risultato conferenza Piccola Intesa (1). Tre alleati hanno discusso loro rapporti reciproci e in ·modo particolare recente incidente tra Jugoslavia e Romania e questioni di minore importanza. È stato possibile raggiungere a riguardo il più completo accordo ed è stato !anche stabilito che ripetendosi dissensi analoghi Governi interessati si impegnano a comporli rapidamente. Problema Bessarabia è stato discusso a fondo. Osservo incidentalmente che Nincich mi ha assicurato per ben due volte che conferenza non si era affatto occupata Bessarabia. Benès mi ha confermato informazione da me riferita col tel. 211 (2). Cecoslovacchia e Jugoslavia si sono impegnate effettivamente ad intervenire contro Ungheria nel -caso due stati approfittando di un conflitto russo-romeno attaccassero Romania. Benès ha soggiunto che egli si riteneva già impegnato nel senso suddetto secondo la lettera e lo spirito accordo

che legano la Cecoslovacchia all:a Romania ma che ora si trattava di un obbligo preciso assunto dalla Pic.cola Intesa. Ho osservato che la Romania aveva ragione felicitarsi successo ottenuto tanto più che se Cecoslovacchia era già virtualmente legata ad intervenire per tenere in rispetto Ungheria ,e Bulgaria in oaso di attacco russo alla Romania non poteva dirsi altrettanto della Jugoslavia che aveva perciò assunto un nuovo preciso impegno. Benès nulla ha obiettato in proposito. Su eventuale riconoscimento Soviet da par,te Pic.cola Intesa mi ha fatto dichiarazione esatta conforme a quella contenuta nel mio telegramma 263 (l) e che perciò non ripeto. Il problema delle riparazioni è stato discusso ampiamente dai tre alleati i quali si sono trovati d'accordo su una direttiva comune. Essi approvano il rapporto Dawes salvo alcune riserve concernenti particolari interessi dei tre stati alleati. Anche riguardo questione dei debiti interalleati i tre ministri hanno constatato che loro paesi hanno interessi .concordanti.

Benès ha informato colleghi delle trattative avute in questa materia con

V. E. ed è stato constatato che l'Italia e la Piccola Intesa non solo non hanno divergenze di interesse ma potranno anche accordarsi per una azione comune allorchè si presenterà l'occasione ·di trattare queste questioni in una prossima conferenza. Il presente telegramma continua (2).

(l) -La conferenza si era svolta a Praga, con la partecipazione di Nin~ié e di Duca, dall'H al 13 luglio. (2) -Il numero deve essere errato. Col tel. 405'Ì\/211, trasmesso il 28 giugno alle ore 19,30 e pervenuto alle 23 dello stesso giorno, non pubblicato, Pignatti comunicava i nomi dei delegati cecoslovacchi per i negoziati ferroviari con l'Italia e alcune modifiche del trattato commerciale.
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IL MINISTRO A PRAGA, PIGNATTI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. 4394/274. Praga, 14 luglio 1924, ore 21 (per. ore 1,30 del 15) (3).

Seguito del mio telegramma n. 273 (4).

Problema della Società Nazioni è stato discusso in relazione alla nomina del consiglio della leg!a nazioni. È stato constatato che la presenza di Benès nel consigli:o e la consuetudine invalsa del mantenimento dei membri nel consiglio stesso per un triennio toglievano importanza alle questioni almeno per il momento. Benès resterà dunque il tramite fra società nazioni e Piccola intesa e terrà gli alleati al corrente di quanto può interessarli. La Piccola Intesa si è manifestata favorevole in massima ad affidare alla società delle nazioni il controllo del disarmo in Austria Ungheria e Bulgaria con garanzie. Ministero [sic per Ministro] affari esteri si è schermito dal darmi maggiori precisazioni su questo punto. Non sembra tuttavia ormai più dubbio che la Piccola Intesa tenda ad avere zampino nell'organizzazione del controllo. La Cecoslovacchia fece del resto salvo errore tentativi analoghi nello stesso senso l'anno scorso. Anche sul trattato di mutua garanzia di prossime discus!Sioni, tre stati si sono trovati d'accordo peT una linea di condotta comune. Benès ha informato gli alleati della conclusione del patto di cordiale collaborazione con Italia. Ministri esteri se ne sono compia

ciuti constatando che accordo travasi nella linea di condotta della Piccola Intesa e Duca ha dichiarato ·a questo proposito che divergenze. economiche con Italia saranno presto appianate. Ho chiesto a Benès se la voce di un accentrarsi deUa propaganda bolscevica a rbase di danaro nei Balcani ed anche in Cecoslovacchia fosse fondata e se alleati avessero preso in considerazione la cosa in vista di una eventuale azione comune. Mi ha risposto che ci troviamo di f:vonte ad una ripresa della propaganda bolscevica e che gli alleati pur non essendo preoccupati hanno scambiato impressione e deciso di tenersi in contatto anche pe:r questa speciale questione. Ho detto infine a Benès che dovendo telegrafare in suo nome a V. E. mi sentivo in dovere di chiedere a lui se ·conferenza di Praga riservasse per caso qualche sorpresa. Mi ha· risposto escludendo in modo assoluto tale eventualità. Gli ho domandato se qualche patto di carattere militare fosse stato parafato firmato od anche soltanto... (l) o modificazione dei vecchi accordi politici. Mi ha detto di no (2).

(l) -Tel. n. 4369/263, trasmesso il 13 luglio alle ore 14,40 e pervenuto alle 20,40 dello stesso giorno, non pubblicato: non essendo stato possibile stabilire una linea di condotta unica verso la Russia, è stata confermata la libertà di azione dei singoli aUeati. (2) -Il telegramma fu ritrasmesso alle ambasciate e legazioni in Europa, ad Attolico a Ginevra e al governatore di Rodi con tel. per corriere n. 2266. (3) -Per quanto pervenuto prima, il telegramma è stato inserito dopo quella pubblicatoal n. 386, in quanto ne è il seguito. (4) -Cfr. n. precedente.
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L'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 1054/632. Londra, 15 luglio 1924, ore 18,30 (per. ore 20,45).

Oggi Mac Donald ed io abbiamo firmato accordo per la cessione del Giubaland all'Italia.

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IL MINISTRO DELLE FINANZE, DE STEFANI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. s. 1057 (3). Londra, 17 luglio 1924, ore 21,30 (per. ore 5,.20 del18).

Oggi si è iniziata dtscussione tra i quattro capi delle delegazioni inglese francese i:taliana e belga ·che sarà continuata domani mattina. Discussione si: è concentrata sulla questione sanzioni in caso inadempienza da parte Ge:rmania in esecuzione piano Dawes; e cioè sulla natura impegni governi alleati nel caso Commissione delle Riparazioni dichiarasse a maggioranza o a unanimità inadempienza economica e politica Germania. Discussione ·che sarà ripresa domani mattina non ha proceduto verso una soluzione anzi sembra che abbia servito a mettere in evidenza impossibilità vincolare in questa sede per l'avvenire libertà d'azione politica dei singoli Stati interessati nelle riparazioni. Herriot si è dimostrato molto ·scor:aggiato e mi ha dichiarato che non vede possibilità risolvere questione sicurezza e ·che d'altronde opinione pubblica francese sempre più delusa non accetterebbe per una sistemazione economica ulteriore indebolimento politico della Francia che perderebbe anche garanzie che oggi possiede verso Germania e senza che venga d'altro canto tranquillizzata in materia di debiti

interalleati. Io ho tenuto a distinguere nettamente -e la mia distinzione ha rafforzato Herriot nella sua diffidenza verso una conclusione pratica -questione regolare azione finanziaria delle riparazioni dalla questione essenzialmente politica degli impegni dei governi in caso di inadempienza, poichè nessun governo potrebbe impegnare libertà d'azione futura del proprio Stato in seguito ad una dichiarazione di inadempienza economica o politica della Germania.

Questione è dunque ricondurre inesorabilmente al problema politico delle sanzioni e cioè alla questione della sicurezza della Francia e quegli impegni. reciproci tra essa e i paesi aileati. Tali difficoltà sono state messe in evidenza anche dal Capo delegazione belga il quale sembra più nell'orbita inglese che in quella francese. Va segnalato che all'osservazione fatta dail'Herriot, e da me indirettamente provocata, che la domanda di pagamento dei debiti rovinerebbe la Francia Mac Donald rispose per suo conto che loro riscossione rovinerebbe anche Inghilterra modifìcandone i cambi ed i prezzi. Sarebbe forse da tentare con molto tatto presso Herriot di vedere se una opportuna patrocinazione di debiti non potesse contrappesare anche nella opinione pubblica francese le deficienze nella soluzione problema della sicurezza tanto più che questo problema non può essere risoLto praticamente e lo stesso Herriot su mia domanda sembm averlo riconosciuto. Il fantastico criterio per la Francia è sempre quello di una fatale ricostituzione potenza germanica come ha dichiarnto lo stesso Herriot. Da parte nostra unica utilità che possiamo trarre da questa Conferenza mi sembra quella di far giocare questione regolamento debiti come elemento compensatore. Non è improbabile che la questione della sicurezza essendo d'ordine strettamente politico venga trattata « à còté :) della Conferenza con nota che potrà essere inviata dal Foreign Office ai governi interessati e in questo caso si potrà negoziare una sicurezza alla quale non siamo direttamente interessati con la sistemazione di un problema che pesa direttamente su tutta 1a nostra economia nazionale.

Le posizioni rispettive di Mac Donald e di Herriot si sono notevolmente allontanate a contatto con le difficoltà pra.tiche che credo risulteranno sempre più evidenti nel corso delle discussioni suc·cessive. Analoga impressione si riporta parlando con rappresentanti dell'alta finanza 'internazionale. In attesa istruzioni che V. E. vorrà inviarmi mando cordiali saluti miei e di S. E. Nava.

(l) -Gruppo indecifrato. (2) -Il tel. fu ritrasmesso alle ambasciate e legazioni in Europa, ad Attolico a Ginevra e al governatore di Rodi, con tel. per corriere 2267. (3) -Manca il n. di protocollo particolare.
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IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, ALL'AMBASCIATORE A COSTANTINOPOLI, MONTAGNA (l)

T. 2311. Rorna, 18 luglio 1924, ore 0,30. Mi riferisco al telegramma direttole 15 luglio da ministero Colonie circa sbarco ufficiali turchi Egitto. Prego V. E. far chiaramente comprendere a codesto Governo come il R. Governo segue attentamente intrighi che si vanno svolgendo costì a favore ribelli libici e come esso debba constatare con vivo rincrescimento che hl. Governo turco, contrariamente alle dichiarnzioni precedentemente

fatteci, non oppone a tale attività che si svolge indisturbata a nostro danno quel contegno moderatore che dovrebbero dettargli i rapporti amichevoli fra i nostri

due paesi ed anche La coscienza della propria responsabilità internazilonale. Un gruppo notevole di notabili, ufficiali e sottufficiali turchi quale è quello segnalato in Egitto non avrebbe potuto lasciare •la Turchia, fornito di regolari documenti, se non vi fosse stata da parte di codesto Governo una indifferenza che noi non possiamo non considerare con sorpresa specialmente mettendola in rapporto con l'attività dell'ex Senusso e del Comitato tripolino che trovano costi ogni più compiacente condiscendenza.

Giusta quanto riferisce R. ministro Cairo Ahmed Sceriff avrebbe dichiarato aver raggiunto pieno accordo con Governo Angora .circa aiuti e rifornimenti ribelli libici. Governo turco deve comprendere ·che simili mene ed intrighi, mentll'e non possono avere in definitiva che risultati di dubbia importanza data la ormai solida nostra situazione in Libia, hanno una deplorevole influenza sulla situazione politica e contrastano nettamente ·Cogli amichevoli intendimenti: dei due Governi. V. E. voglia adoperarsi per ottenere delle assicurazioni esplicite che una maggiore sorveglianza sarà esercitata su questa intensificata azione degli agitatori libici, facendo presente tutta l'importanza che una sincera collaborazione in questo campo avrebbe per le relazioni generali politiche italo-turche.

(l) Il telegramma fu trasmesso anche al Ministero delle Colonie.

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L'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. 4475/640. Londra, 18 luglio 1924, ore 21,20 (per. ore 5 del19). Ras Tafari partirà domani definitivamente per Parigi. Questioni da lui trattate a Londra sono state quelle da me già accennate nel telespresso n. 705 (1). Sulle medesime dott. Bevilacqua mi ha fornito quotidianamente precise informazioni che posso così riassumere : l) Questione Lago Tsana. Foreign Office ha proposto a Ras Tafari concessione delle acque contro forti compensi finanziari. Gli abissini le hanno rifiutate proponendo a loro volta: l) Di istituire una società abissino-europea (con inci1usione cioè di capitali italiano, inglese, francese, belga, americano); 2) di affidare i .lavori a personale delle dette nazionalità; 3) detta società dovrebbe accordare, dietro relativo compenso, sfruttamento delle varie zone a tutti coloro che ne facessero richiesta alle ·stesse condizioni degli i:ngle.sì. Governo britannico ha accettato proposta chiedendo però che esecuzione dei lavori !fosse affidata a solo personale americano. Ras Tafari non ha accettato tale condizione mantenendo sue primitive proposte. Dott. Bevilacqua si dice sicuro che la cosa resterà lettera morta. 2) Questione sbocco al mare. Ras Tafari ha chiesto a quali condizioni Governo britannico sarebbe disposto concedere all'Etiopia uno sbocco al mare. Foreign Office si è riservato dare risposta a mezzo del suo rappresentante ad Addis Abeba. 3) Si sarebbe addivenuto accordo per delimitare frontiere da essere tracciate da una speciale commissione mista. Consta ·infine senatore Lejeune tra

vasi Londra. Egli ha chiesto vedere Ras Tafari che stamane !lo ha invitato colazione assieme con ambasciatore del Belgio.

15 - Documenti diplomatici · Serie VII -Vol. III.

(l) Non pubblicato.

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IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, AL MINISTRO DELLE FINANZE, DE STEFANI, A LONDRA

T. GAB. PRECEDENZA ASSOLUTA 371. Roma, 18 lugLio 1924, ore 22.

Suo telegramma Gab. segreto 17 corrente (1).

Con soddisfazione apprendo favorevole posizione che viene assumendo neHa Conferenza nostra delegazione ed opportuna assegnazione dei nostri esperti nei comitati. Da quanto è personalmente noto a V. E. e da quanto potrà esserLe riferito da funzionari delLa delegazione della R. ambasciata EHa potrà avere a disposizione tutti gli elementi per rendersi perfettamente conto della situazione nei riguardi dei nostri interessi politici ed economici e trame norma d'atteggia~ mento e di linguaggio. Non mi sembra perciò il caso d'inviarLe istruzioni di massima. La complessità del problema e la circostanza che esso può assumere da un momento all'altro nello svolgimento delle discussioni nuovi aspetti potrebbero rendere inadeguate o sorpassate tali mie istruzioni. Parmi quindi utile limitare le istruzioni a eventuali specifici quesiti o a particolari situazioni che si potessero determinare.

Debbo però far presente a V. E. che io ritengo in linea generale per noi indispensabile conservare la posizione politica d'equilibrio fin qui da noi mantenuta, evitando soprattutto di pregiudicarla con iniziative che pur presentandosi come a noi vantaggiose, non avendo possibilità di riuscita !finirebbero per comprometterci, o !asciarci in una situazione difficile svalutando l'efficacia di ogni nostra azione. Per conseguenza occorre usare la massima prudenza in tutte le questioni volutamente escluse dal programma della Conferenza per le quali nostra posizione è estremamente difficile e delicata riguardo anche all'opinione pubblica italiana e mondiale.

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L'AMBASCIATORE A COSTANTINOPOLI, MONTAGNA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. 4493/328. Costantinopoli, 19 luglio 1924, ore 21,15 (per. ore 5 del 20).

Telegramma di V. E. n. 2311 (2).

Ho testè avuto abboccamento con Nusret bey successore di Adnan bey. Dopo avergli rammentato le mie ripetute segnalazioni, circa mene ed intrighi agitatori libici, al suo predecessore ed i miei reiterati moniti al medesimo in merito al contegno equivoco del Governo turco, gli ho !fatto notare che malgrado le assicurazioni in contrario dateci da quest'ultimo d risulta in modo non dubbio per lo meno una pertinace colpevole acquiescenza da parte di Angora. Mi sono all'uopo valso di alcuni elementi interessanti fornitimi oggi :stesso dal nostro informatore come da mio telegramma n. 6299 odierno al ministro delle colonie. Ho quindi... (3) cautela energicamente ed esplicitamente ed ho chiesto che

ci venissero corrisposte dal suo Governo assicurazioni formali e precise a termini delle direttive ed istruzioni dii V. E.

Nusret bey alquanto sconcertato si è limitato ad escludere debo1ezza e qualsiasi interferenza del suo Govemo. Ha aggiunto 'Che avrebbe immediatamente telegrafato ad Angora ed avvertito intanto per conto suo le autorità prefettura di Costantinopoli onde si eserciti una stretta sorveglianza sugli agitatori libici da me nominativamente segnalatigli.

L'ho lasciato dandogli conclusiva e successiva impressione della serietà del passo da me fatto a nome del R. Govemo e dicendogli che attendevo di conoscere urgente risposta di Angora.

(l) -Cfr. n. 389. (2) -Cfr. n. 390. (3) -Gruppo indecifrato.
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IL MINISTRO A BELGRADO, BODRERO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 1060/357. Belgrado, 19 lugLio 1924, ore 21,30 (per. o1·e 5 del 20).

Mio telegramma Gab. ·segreto 192 del 9 aprile (1).

Questo Ministro aggiunto degli Esteri Gavrilovitch, di ritorno dalla Conferenza della Piccola Intesa si è fermato a Budapest ove, secondo mi consta da fonte ineccepibile, ha avuto un largo scambio di idee con quel Ministro degli Esteri Darovary. Con tale visita si è dimostrato chiaramente che il Governo jugoslavo non ha lasciato cadere gli approcci iniziali da questo Ministro d'Ungheria de Hory e che da parte mia, in seguito alle istruzioni impartitemi a Roma da V. E., ho opportunamente favorito. Senza dubbio va stabilendosi fra i due Governi una atmosfera di rapporti più ·cordiali, del che è prova anche il favorevole andamento dei negoziati concernenti il transito ferroviario che tanta importanza ha per i nostri porti adriatici. È significativo che l'incontro sia avvenuto proprio all'indomani della Conferenza di Praga, quasi a significare che nessuna deliberazione vi è stata presa ·che potesse essere considerata ostile all'Ungheria ove per il passato le periodicche riunioni della Piccola Intesa sono state sempre seguite con viva apprensione.

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IL MINISTRO A VIENNA, CHIARAMONTE BORDONARO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

'i'. 4508/418. Vienna, 21 lugLio 1924, ore 20,30 (per. ore 22).

Mi riferisco al telegramma di V. E. n. 2329 (2).

Questo Governo non diramerà per ora alcun ·comunicato sul recente accordo itala-austriaco. Se darà in seguito qualche •chi!arimento ufficiale alla stampa, lo farà previa intesa con me. Notizia conclusione e firma dell'accordo è giunta qui improvvisamente ed ha perciò suscitato sorprese e diffidenze in aJcuni circoli par

lamentari. Questo ministro degli affari esteri stesso non era stato informato da Egger della imminenza della firma ed, a quanto mi disse, si trovò da pxincipio imbarazzato alle richieste di spiegazioni rivoltegli nei corridoi della camera con Egger giunto ieri l'altro; ha fomito schiarimenti e sarà ricevuto domani dal cancelliere [sic]. Opposizione accusa ministro degli affari esteri, di fare diplomazia segreta e di mettere il paese di fronte al fatto compiuto. Fantasie socialiste ignorando tuttora particolari accordo si sbizzarriscono in ipotesi di chi sa quali gravami risultanti per l'Austria dall'accordo. Un deputato socialista autorevole, parlando con un mio informatore è arrivato persino a dire che non bisognava firmare nessun accordo con Mussolini e che ministro affari esteri. ed Egger dovranno dimettersi per avere nascosto al parlamento trattative in corso. Questo ministro affari esteri mi ha assicurato che non dà importanza a queste ingiustificate levate di scudi.

Informo ad ojini buon fine che comunicato circa accordo italo-austriaco è stato da me letto nei giornali locali perchè questa legazione non riceve telegrammi dell'agenzia Stefani.

(l) -Tel. n. 2315/192, trasmesso il 9 aprile alle ore 22 e pervenuto alle 2 del 10, non pubblicato, relativo alla richiesta ungherese di appoggio italiano per un riavvicinamento tra Ungheria e Jugoslavia. (2) -Tel. n. 2329 del 18 luglio, non pubblicato, relativo alla avvenuta diramazione di un comunicato in occasione della firma di un accordo itala-austriaco.
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IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA

T. RR. 2362. Roma, 22 luglio 1924, ore 23. Queste ambasciate d'Inghilterra, Francia e Spagna con note identiche comunicarono a questo Ministero l'avvenuta ratifica da parte dei loro govemi della convenzione di Parigi del 18 dicembre 1923 relativa allo statuto di Tangeri, ed hanno chiesto l'adesione del R. Govemo alla Convenzione stessa. Prima di dare qualsiasi risposta alle predette ambasciate ho ritenuto opportuno di sottoporre ad un ponderato studio del Contenzioso Diplomatico tanto la questione dell'atteggiamento assunto dall'Italia di fronte alle trattat1ve anglofranco-spagnuole che condussero alla Convenzione di Parigi del dicembre 1923, quanto le disposizioni contenute nella Convenzione stessa, per esaminare se e fino a qual punto esse ledono gli interessi itaHani. In seguito al rifiuto oppostoci dai tre govemi di ammetterci alle trattative di Parigi il R. Governo focmulò infatti con la nota che a ·codesto Govemo venne presentata il 28 ottobre 1923 (l) assoluta cl'iserva della propria libertà d'azione nell'accettare o meno le deliberazioni che sarebbero state adottate dai tre Stati rappresentati nella conferenza. Il Consiglio del contenzioso diplomatico ha ritenuto tuttavia che, ove si riuscisse ad ottenere dalle Potenze contraenti l'accoglimento di talune richieste fondamentali a salvaguardia degli interessi italiani non sia il caso, in considerazione anche dello stato di fatto ormai determinatosi, di insistere sulla mancata partecipazione dell'Italia ai negoziati.

Convenendo pienamente in tale modo di vedere, ritengo però opportuno, prima di fare in tal senso una notifica ufficiale ai tre Governi delle nostre esi

genze, dando inizio ad una aperta di!!cussione polemica con le corweguenti ripercussioni politiche nella pubblica opinione, che V. E. intrattenga in via assolutamente privata il signor Mac Donald sulla questione affi.nchè egli si renda esattamente conto del nostro punto di vista delle assolute necessità che ispirano la nostra linea di condotta e della convenienza nell'interesse generale di darci in via amichevole le modeste ma indispensabili soddisfazioni che richiediamo. Ella vorrà dirgli a mio nome che pur mantenendo :fermo il punto di vista a suo tempo espresso circa il diritto dell'Italia ad intervenire nel regolamento della questione di Tangeri non sarebbe nel mOIIDento attuale intenzione del R. Governo di creare una situazione politica difficile fra i tre Governi contraenti e l'Italia riprendendo una discussiOIIle 'W carattere pregiudiziale circa tale incontestabile diritto. Prescindendo da qualsiasi considerazione circa lo stato giuridico e diplomatico della questione e circa l'interpretazione dei precedenti accordi italo:francesi, il governo inglese deve ri,conoscere ,che l'Italia, come grande Potenza mediterranea, non può rimanere indifferente dinnanzi al: regolamento di tuna questione essenzialmente mediterranea come quella di Tangeri e che essa ha il preciso obbligo di esigere >che i suoi interessi siano tenuti nella debita considerazione. L'Italia non può essere trattata alla stregua di tutti gli altri firmatari dell'atto di Algesiras, di cui la maggior parte non hanno una situazione mediterranea e d'altra parte essa ha anche il diritto di attendersi dagli alleati una speciale considerazione per il :fatto della sua partecipazione alla guerra e della vittoria comune. Come questa vittoria determinò l'esclusione di ogni interesse degli Stati ex nemici dal Marocco, sancita dai trattati di Versaglia e di San Germano, cosi è logico riconoscere che l'Italia avendo contribuito alla vittoria stessa deve ritenersi in diritto di non essere la sola privata dei vantaggi derivanU appunto da quell'esclusione. Sta in fatto che il nuovo statuto di Tangeri, se pure rappresenta un modo di porre fine ad annose e pericolose controvevsie e cercare di stabilizzare la situazione economica di quello sbocco mediteNaneo, non migliora in realtà la posizione che l'Italia gode attualmente nell'amministrazione , della città di Tangeri e che la abolizione delle capitolazioni costituirebbe una

grave rinuncia da parte nostra.

Ma appunto perchè noi proseguiamo, come il governo inglese, una politica

di pacificazione ed all'interesse della pace mediterranea siamo disposti a subor

dinare molti interessi particolari, non vogliamo ora muovere obiezioni di prin

cipio a quanto è stato ormai stabilito dalle tre potenze contraenti e d limitiamo

a chiedere soltanto le modifiche che dimostrino all'opmione pubblica italiana che

gli interessi italiani sono stati tutelati.

Animato da leali intendimenti, prima di stabilire definitivamente la linea ,di

condotta da seguire ufficialmente, ho ritenuto conveniente richiamare lo spirito

di equanimità di Mac Donald sulla questione, ancor prima di iniziare qualsiasi

pratica a Parigi, per sapere se egli :sia disposto a darci il suo appoggio allo scopo

di ottenere in via amichevole quelle modifiche della Convenzi:one di Tangeri che

ci permetterebbero di aderi:rvi evitando una incresciosa vertenza diplomatica.

Non pretendiamo che la convenzione stessa venga riveduta e rifatta, ma ci limi

teremo a chiedere che contemporaneamente alla nostra adesione, una breve con

venzione aggiuntiva fosse stipulata tra l'Italia e i tre governi per soddisfare le

nostre richieste che indico con telegramma seguente.

(l) Cfr. serie 7•, Il, n. 449.

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IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA

T. RR. 2363. Roma, 22 luglio 1924.

Faccio seguito al mio telegramma col numero precedente.

Come condizioni imprescindibili per l'adesione alla convenzione di Tangeri e per 1a rinunzia da parte dell'Italia alle capitolazioni, prevista dall'articolo 13 dello statuto, chiediamo:

a) La partecipazione anche di un ufficiale italiano alla sorveglianza di cui è cenno all'art. 3 dello statuto.

b) Che un rappresentante italiano sia chiamato a far parte della commissione che deve stabilire i dazi doganali (art. 50) allo scopo di poter tutelare efficacemente l'esportazione italiana.

c) Che anche magistrati italiani s~ano chiamati a far parte del Tribunale misto (art. 48 statuto ed articoli l e 13 del Dahir sulla giurisdizione internazionale) 'ed analogamente anche agli italiani sia consentito di essere nominati cancellieri in considerazione specialmente delle importanti attribuzioni ad esso commesse dall'art. 14 del Dahir di curatore dei fallimentr, liquidatore giudiziario e curatore delle successioni va·canti.

d) Non faremmo opposizioni nè riliev1 all'organizzazione ed amministrazione portuaria purchè aH'Italia fosse assicurata una notevole partecipazione all'esecuzione di lavori portuari.

e) Che un italiano venga chiamato all'elaborazione dei codici.

f) Che in considerazione del fatto ~che la popolazione italiana è superiore a quella inglese e tende ad aumentare, sia italiano un Vice Presidente dell'ASiSemblea legislativa e tre, anztchè due, cioè alla pari degli inglesi, siano i membri dell'Assemblea stessa (art. 34). Per analoga considerazione un amministratore aggiunto, incaricato ad esempio dell'amministrazione della Giustizia, dovrebbe essere italiano (art. 35).

Agli effetti di tattica dei negoziati, indico anche le seguenti richieste che per noi hanno tuttavia interesse subordinato: 1°) Che una nave italiana sia aggregata a quella delle Potei1ze contraenti per esercitare la sorveglianza del contrabbando (art. 4).

2o) Che ~siano conservate le Agenzie diplomatiche (art. 49).. Il loro mantenimento è giustificato dal fatto che la ~sovranità del Sultano è rkonosciuta anzi riaffermata nello stesso statuto.

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IL MINISTRO DELLE FINANZE, DE STEFANI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. s. 1067/80. Londra, 23 luglio 1924, ore 1,55 (per. ore 14,45).

Perchè V. E. possa rendersi conto, in relazione con quanto precede (1), dell'ambiente della Conferenza, ritengo opportuno far seguire a questo punto qual

che accenno sull'atteggiamento delle varie Delegazioni. Della Delegazione inglese si può dire che, pure des~derando di giungere all'accordo, e mostrando attitudine conciliante, essa mantiene ferme le sue note direttive. La Delegazione francese invece appare disorientata e :::enza un preciso programma e la sua azione si dibatte tra la volontà di :giungere ad una intesa e l'..... (l) che le necessarie concessioni abbiano le più gravi ripercussioni sull'opinione pubblica e sul Parlamento. Nelle deliberazioni del primo Comitato le maggiori concessioni sono state fatte indubbiamente da parte francese. La Delegazione americana mostrando comprensione per le necessità francesi, si rende praticamente solidale colle es:igenze inglesi, avendo come maggiore preoc·cupazione la iriuscita del prestito e la garanzia dei prestatori. La delegazione belga continua ad essere in massima tendenzialmente con gli inglesi senza tuttavia uscire di fatto da quella solidarietà con la Francia che le è imposta dalla situazione in cui si trova. Tutti i suoi sforzi sono diretti a ottenere avvkinare le opposte tendenze. Quanto alla Delegazione italiana essa prende parte attiva a tutti i ·lavori ed ad ogni tSCambio di vedute private che l'accompagnano. Tanto io ... (l) nelle mie conversazioni 'coi colleghi alleati .come con gH altri delegati e gli esperti nei lavori dei Comitati, ci adoperiamo a mantenere quella posizione politica di equilibrio dall'E. V. giustamente indicata, favorendo con azione .conciliante la soluzione delle questioni poste in discussione. Delegazione tiene naturalmente sem.pre presenti nostri interessi particolari senza tuttavia promuovere iniziative che nelle attuali circostanze sarebbero o inopportune, o premature. L'attività della delegazione ha avuto fino ad ora maggior ·campo di esplicars~ nelle sedute del 1° Comitato contribuendo notevolmente al raggiungimento dell'accordo sulle sue decisioni. Essa si trovò anzi in questo a procedere di conserva colla delegazione belga.

(l) De Stefani fa riferimento ai suoi tell. pari data gab. s. 1066178 e 1067179 non pubblicati.

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IL MINISTRO DELLE FINANZE, DE STEFANI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. s. 1071/87. Londra, 23 luglio 1924, ore 22,26 (per. ore 1,30 del 24). Nella seduta di questa mattina dei capi delle delegazioni cui partecipavano anche i presidenti dei tre comitati venne ulteriormente dis·cussa la questione delle garanzie volute dai prestatori. Mac Donald e Herriot sembrano tenere decisamente le loro rispettive posizioni relativamente aHa facoltà, negata da Mac Donald, di procedere a sanzioni anche in d1saccordo del parere comitato Dawes. Theunis ha proposto la formula seguente: « 4° bis -Le potenze che deciderebbero sanzioni che non fossero raccomandate dal Comitato degli esperti garantirebbero di fronte ai prestatori il servigio del prestito, a partire dal giorno dell'applicazione delle dette sanzioni». Ho osservato che io ritenevo raccomandabile ·come base di discussione perchè tenevo a separare il problema politico del quale ero d'accordo con Herriot,

valutare le difficoltà pratiche [sic], dal problema bancario del quale ultimamente era esclusivamente questione. Mac Donald non ritenne però che tale formula

fosse accettabile perchè la facoltà di un'eventuale azione isolata da parte della Francia svalutava a priori la sua garanzia. Herriot nei suoi discorsi confidenziali sembra ritenere che l'azione di Mac Donald persegua uno scopo politico coordinato a quello della Lega della Nazioni e che la questione delle ·garanzie ai banchieri gli serva come mezzo di svolgimento di tale sua azione politica. Herriot ha dichiarato formalmente che non poteva accettare nessun attentato al Trattato di Versailles e nessuna limitazione alla libertà della Francia in caso di inadempienza. La seduta di questa mattina ha definito, in modo talvolta drammatico, il contrasto anglo-francese fino al punto che Mac Donald ha manifestato l'idea che la questione della legalità della occupazione della Ruhr dovesse essere sottoposta alla Corte internazionale dell'Aja. La formula tecnica dell'invito alla Germania, subordinata all'accordo, verrà, per desiderio manifestato da Mac Donald, studiata da due giuristi, uno francese e uno inglese. Di fronte a tale desiderio non ho creduto di oppormi, anche in considerazione che appunto nella seduta di oggi dovevasi discutere l'estensione delle facoltà del terzo comitato in materia di riparazioni in natura. Nella seduta di domani i capi delle delegazioni esamineranno tutte le questioni pendenti ·che saranno considerate in blocco per vedere se v'è modo di giungere all'adozione di criteri transazionali. Non è escluso che la questione della sistemazione dei debiti venga giocata all'ultimo momento da Herriot come insiste partito, e :su tale punto, egli ha manifestato il desiderio di uno scambio di idee colla Delegaz1one italiana.

(l) Gruppo indecifrato.

400

IL REGGENTE LA LEGAZIONE A DURAZZO, MARCHETTI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. PER POSTA 982/179. Durazzo, 23 luglio 1924. Segnalo a V. E. che questo presidente del consiglio mi ha mostrato un telegramma del 17 corr. col quale .codesto incaricato d'affari d'Albania ri.feris·ce circa un colloquio da lui avuto con V. E. Il sig. Mborja afferma che V. E., oltre a generiche assicurazioni di simpatia per questo paese, avrebbe dichiarato di essere favorevole ad un prestito italiano all'Albania di cento milioni «ed oltre» su basi analoghe a quelle del prestito alla Polonia; di volere concedere il suo appoggio all'Albania nella questione dei confini, nell'intento di risolverla possibilmente entro l'anno e favorevolmente a questo paese; di essere disposto a prendere in considerazione 'la cessione da parte nostra all'Albania di un quantitativo di armi e munizioni; ed avrebbe parlato della possibilità di un patto politico tra Italia ed Albania. Questo presidente del consiglio è naturalmente •soddisfattissimo e riconoscente per tali disposizioni di V. E. Alcune delle suesposte notizie, e principalmente quella che concerne il prestito, sono già trapelate nella pubblica opinione, e ne hanno cresciuto smodatamente l'aspettazione in quanto l'Italia sta per fare per questo paese. Per mia norma di linguaggio con questo Governo sarei grato a V. E. se vo

lesse farmi conoscere se le informazioni di codesto incaricato d'affari e le interpretazioni da lui date alle parole di V. E. rispondano alla esatta verità.

PeT intanto ho creduto opportuno di mitigare le eccessive illazioni di questo governo, e di esortarlo ad attendere il rapporto scritto del sig. Mborja nonchè quelle notizie che -certamente -sarebbero per pervenire a questa legazione (1).

401

L'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. 650 (2). Londra, 24 luglio 1924.

Odierno Times reca articolo che analizza situazione politica interna italiana. Si ossexva che delitto Matteotti ha rilevato più la intrinseca debolezza dell'opposizione che la corruzione del fascismo. Non è tutto vero ciò che opposizione rimprovm-a a Mussolini. Benchè Mussolini come anima di una rivoluzione abbia incitato alla violenza la sua approvazione per i violenti fu solo temporanea inclinando egli verso i moderati anche prima dell'affare Matteotti. Rkorda che il fascismo non ha fatto che copiare stessi metodi di coloro che oggi maggiormente lo deplorano. Si citano varie gesta dei comunisti. Accennate alle enormi difficoltà di Mussolini articolo osserva che ciò che potrà risolvere il problema sarà solo la fiducia delle ma.sse in Mussolini. Quest'appoggio della popolazione apolitica ·costituisce vera forza di Mussolini e potrà dargli impulso per riplasmare partito fascista più coruformemente desiderio dei buoni italiani.

402

L'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. 4580/651. Londra, 24 luglio 1924, ore 9,50 (3) (per. ore 1,25 deL 25).

Stampa riproduce largo discorso di V. E. a Gran Consiglio fascista ( 4). Articolo editoriale Times premesso non potersi pretendere che seguaci rigidi principi costituzionali approvino discorso ma che essi ne potranno invece accogliere favorevolmente tono moderato, osserva che discorso è conciliante nella sostanza cosi da poter produrre un effetto •calmante. Difficoltà sono immense, ma Mussolini sembra desideroso di pervenire ad una normalizzazione che significa in definitiva una buona amministrazione ed il perseguimento giudiziario dei delitti anche se fascisti. Cortesia usata da Mussolini nei riguardi dei liberali è giudiziosa ed equa. Suo disprezzante atteggiamento verso opposizione sembra giustificato nelle presenti condizioni, stante che opposizione è incapace rovesciarlo ed incapace di prendere successione. Difficoltà di Mussolini trovansi nelle relazioni con ali

n. -434.

estremiste fascismo. Se Mussolini potrà trasportare con lui massa del partito, egli sarà appoggiato da trentanove milioni di italiani che sono oggi fuori del fascismo. In corrispondenza da Roma allo stesso Times viene esaminato lungamente discorso Mussolini, giudicato atto a produrre un effetto calmante per tutti. In succinto viene osservato che Mussolini non ha nulla da temere tranne che dai suoi stessi seguad. Che egli è sincero nel suo cambiamento di spirito e che ha già incominciato il suo lavoro inteso a portare con grande saggezza i1 suo partito per nuove vie.

(l) -Nota marginale di pugno di Mussolini: • Rispondere che Mboria esagera! M. •. Cfr. (2) -Il telegramma non è stato rinvenuto nell'archivio del Ministero; il testo pubblicato è quello conservato nell'archivio dell'ambasciata di Londra. (3) -Sic, ma si tratta probabilmente delle 21,50. (4) -Pronunciato il 23 luglio.
403

L'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. R. 4586/652. Londra, 24 LugLio 1924, ore 22,10 (per. ore 5 deL 25). Con telegramma n. 2362 (l) V. E. mi dà istruzioni di intrattenere in via privata Mac Donald della questione del nuovo statuto di Tangeri, esporgli sotto quali modifiche il R. Governo potrebbe aderire alla convenzione di Parigi 1e chiedergli se egli è disposto a darci suo efficace appoggio allo scopo di ottenere dagli altri contraenti una breve convenzione aggicuntiva per soddisfa,re le nostre richieste. Ora primo ministro, per la poca conoscenza della questione, per la natura delle nostre richieste che implica una approfondita conoscenza della nuova organizzazione della zona di Tangeri, mi chiederà sicuramente, prima di darmi una qualsiasi risposta, un memorandum scritto che io non potrei negargli, ma che nello stesso tempo non mi ritengo autorizzato, allo stato degli atti, a rilasciargli. Prego pertanto V. E. di volermi dare precise istruzioni al riguardo. Mi permetto inoltre attirare l'attenzione di V. E. sul fatto che il Governo britannico ha già abolito la sua agenzia diplomatica a Tangeri e che perciò ila nostra richiesta di conservarla potrebbe prestarsi ad erronee interpretazioni circa i limiti della nostra richiesta ed influire sfavorevolmente sull'eventuale accoglienza di essa. Anche su questo punto aspetto definitive istruzioni di V. E. Credo inoltre, in via di massima:, dover ricordare che per questione Tangeri, come risulta da tutta la precedente corrispondenza in proposito, antico impegno lega Governo britannico a seguire, nei riguardi di terzi, punto di vista francese. V. E. sa che a ciò solo è stata do

vuta, per quanto riguarda il gabinetto di Londra, la nostra esclusione dalla conferenza di Parigi.

404

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, AL MINISTRO DELLE FINANZE, DE STEFANI, A LONDRA

T. GAB. S. PRECEDENZA ASSOLUTA 374. Roma, 24 LugLio 1924, ore 24. Nell'ac,cusare ricevuta dei telegrammi con i quali V. E. mi tiene esattamente

al corrente dei lavori della Conferenza e delle conversazioni che costì si svolgono fra i delegati, mi è gradito rinnovare alla E. V. la mia soddisfazione per

la parte assunta da Lei e dall'intera delegazione, che ho potuto constatare essere circondata da concorde stinla.

Sono perfettamente d'accordo con V. E. che Ia formula transattiva proposta da Theunis, di cui al suo telegramma Gab. n. 87 (1), circa la garanzia speciale da parte di Potenze che decidessero ,sanzioni non raccomandate dal Comitato degli esperti, va considerata esclusivamente dal punto di vista bancario e non politico. Ma poichè a tal proposito V. E. accenna di aver dichiarato che circa ii problema politico era d'accordo con Herriot, desidererei avere al riguardo qualche chiarimento.

Rilevo poi nell'ultima parte del predetto telegramma n. 87 il desiderio manifestato da Herriot di avere uno scambio di idee ,con la delegazione italiana a proposito dei debiti interalleati in connessione con le questioni che si dibattono alla Conferenza. Sono perfettamente sicuro dell'oculata prudenza che V. E. userà in questo eventuale scambio di idee con il primo Ministro francese, ma stimo non superfluo fare presente ad ogni buon fine alcune considerazioni di carattere esclusivamente politico. Come era prevedibile, per la mancanza di preparazione dei lavori, le divergenze fra i punti di vista francese ed inglese, cioè dei due Paesi che hanno spontaneamente voluto prendere la responsabilità delle direttive della conferenza, sono giunte a tal punto da rendere molto ardua la ricerca di una formula risolutiva di transazione che possa evitare il faUimento del convegno. Non bisogna dimenticare la situazione molto delicata nella quale si trovano perciò Mac Donald ed Herriot legati di fronte ai loro partiti ed alla pubblica opinione in Inghilterra e in Francia ,e la convenienza per essi di liberarsi di una parte di responsabilità tentando di addossare la mancata riuscita della conferenza all'opera di altre delegazioni. Occorre quindi essere molto cauti e guardinghi nelle eventuali dkhia:mzioni ad Herriot per evitare possano servire di pretesto a far supporre ,che l'Italia abbia creato difficoltà al buon esito della Conferenza.

(l) Cfr. n. 396.

405

IL MINISTRO DELLE FINANZE, DE STEFANI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 1076 (2). Londra, 25 lugùio 1924, ore 12,58 (per. ore 2,25 del 26).

Da un luogo che permette di misurare la grandezza dell'opera compiuta il suo fedele gregario le manda come italiano e fascista l'espressione del proprio consenso e della propria riconoscenza.

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IL MINISTRO DELLE FINANZE, DE STEFANI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 1079/111. Londra, 26 luglio 1924, ore 2,26 (per. ore 6).

Riferisco sulla seduta di questa mattina dei presenti [sic] delle Delegazioni cui assistevano anche l'ambasciatore degli Stati Uniti ed i ministri Snowden Pre

sidente del primo Comitato e Thomas Presidente del secondo. l) Fu deciso che Mac Donald anche a nome dei Capi delle Delegazioni italiane francesi belghe, farà oggi all'ambasciatore di Germania la seguente dichiarazione: «La conferenza ha ormai raggiunto un punto tale dei suoi lavori che sarà pronta in un giorno o due a negoziare coi :rappresentanti 'del governo tedesco allo scopo accordarsi circa la messa in esecuzione del rapporto... (l) esperti. A fine di risparmiare quanto più tempo possibile bccio questa comunicazione non ufficiale nella speranza che il Governo tedesco nominerà i suoi rappresentanti e si terrà pronto per incontrarci tosto che io invii un invito ufficiale». 2) Nei rLguardi dell'evacuazione militare della Ruhr (mio telegramma Gab. n. 110) (2) Herriot eccepisce che essa ..... (l) estranea all'oggetto conferenza e cioè al1a applicazione del piano Dawes. Mac Donald ed i Ministri hanno rilevato che la questione sarà comunque sollevata dai delegati tedeschi e che essa influisce anche sulla possibilità del prestito. Ha tuttavia pregato di esaminare la questione all'infuori della Conferenza, ma simultaneamente ad essa convocando Herriot e Theunis come capi dei ,governi occupanti.

Per parte mia chiederò di assistere a questa conversazione. Non essendo Italia potenza occupante, e in conformità della direttiva di mantenere la situazione di equilibrio (?) politico indicatomi da V. E. (3), non mi farò sostenitore di una precisa attitudine ma mi adopre:rò invece per una soluzione soddisfacente per le due parti, tenendo presente però che per la efficace applicazione del progetto Dawes e per ricostituire una situazione normale in Europa, è necessario che alla smobilitazione economica segua, in tempo ragionevole breve, la evacuazione militare.

3) La riunione del primo comitato che doveva aver luogo oggi fu aggiornata a lunedì mattina per l'assenza di Clemente! secondo delegato :francese che ha lasciato Londra ieri per recarsi a Parigi. Circostanza questa dalla quale Mac Donald parve restare fortemente impressionato.

4) Riunione plenaria della conferenza fu fissata per lunedì per udire il rapporto degli esperti sulle questioni poste loro dalla ~conferenza circa la partecipazione della Germania (mio telegramma 90) (4) e per udire il rapporto del secondo comitato (miei telegrammi 104 e 118). (5).

5) Fu decisa la costituzione di un comitato di giuristi cui parteciperà un membro per ogni delegazione per lo studio delle questioni di cui alla lettera f) e h) della nota identica (6) del 9 luglio (accordo per eventuale modifica al piano Dawes; e questione delle interpretazioni del rapporto Dawes e delle disposizioni prese a Londra per applicarlo).

(l) -Cfr. n. 399. (2) -Manca il numero di protocollo particolare. (l) -Gruppo indecifrato. (2) -Tel. gab. n. 1082/110, trasmesso il 26 luglio alle ore 1,25 e pervenuto alle 18,30 dello stesso giorno, non pubblicato, relativo all'evacuazione da parte francese e belga de.i territori tedeschi occupati. (3) -Cfr. n. 392. (4) -Tel. n. 4550/90, trasmesso il 24 luglio alle ore 0,50 e pervenuto alle 2 dello stesso giorno, non pubblicato. (5) -Tel. n. 4575/104, trasmesso il 24 luglio alle ore 23,42 e pervenuto alle 2,45 del 25, e tel. n. 4607/118, trasmesso il 26 luglio alle ore 1,42 e pervenuto alle 4,20 dello stesso giorno, non pubblicati, relativi alla conclusione dei lavori del 2° Comitato. (6) -Cfr. n. 380.
407

IL MINISTRO A BEDGRADO, BODRERO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. s. 1083/370. Belgrado, 26 luglio .1924, ore 16 (per. ore 10,20).

Decifri Ella stessa.

Questo Governo mi comunica constargli che noto agitatore bulgaro Todor Alexandroff trovasi a Vienna donde si propone raggiungere l'Albania attraverso l'Italia. Alexandroff viaggia sotto falso nome ma è pedinato da un agente jugoslavo che non mancherà appena l'Alexan:droff sarà giunto in Italia di denunziarlo alle nostre autorità. Questo Governo ha le prove che l'Alexandroff è colpevole di oltre un centinaio di assassini in persone di ufficiali e militari serbi e gradirebbe ottenere la estradizione. Ilo fatto presente che trattandosi di delitti politici non è poss~bile aderire richiesta. Richiamo tuttavia l'attenzione personale di V. E. sull'assoluta necessità che Alexandroff non metta piede in Albania dove egli mantiene intese con bande bulgare ivi rifugiate e dove non mancherebbe provocare i più ,gravi imbarazz1 alla frontiera. L'arresto dell'Alexandroff, sua eventuale lunga detenzione seguita da espulsione dal nostro territorio non mancherebbe ripercuotersi assai favorevolmente sulle nostre relazioni con Jugoslavia che vede nell'Alexandroff H suo principale nemico ed attribuisce alla sua attività la situazione poco tranquilla della Macedonia.

408

IL MINISTRO A PRAGA, PIGNATTI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. R. 1084/297. Praga, 26 luglio 1924, ore 19 (per. ore 23).

Governo dei Soviet si sarelJbe reso conto della impossibilità di fare in questo momento utile lavoro di propaganda dalla Germania. Organizzazione bolscevica di Berlino sarebbe perciò trasferita Praga che diventerebbe centro princi~ pale propaganda per Europa centrale ed occidentale. A questo scopo è stato posto a capo di questa rappresentanza ufficiosa dei Soviet Owscienko che gode assoluta fiducia di Mosca. Egli avrebbe incarico dirigere movimento bolscevico anche in Francia e in Italia. Qualora notizia, che prego far controllare, risultasse ,confermata da altre parti, converrebbe forse fornire il modo di esercitare più attiva vigilanza attorno rappresentanza bolscevica inviando a Praga un funzionario specializzato in tale genere di servizio. Non disponendo di persona che conosca lingua czeca o russa converrebbe almeno che prescelto sapesse tedesco.

409

L'AGENTE DIPLOMATICO A TANGERI, BORGHETTI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

R. 400/100. Tangeri, 26 lugLio 1924 (per. il 12 agosto).

La più o meno condizionata adesione degli Stati Uniti (v. mio telegramma

n. 10 del 18 corrente e rapporto del 21 corrente n. 387/96) (l) al nuovo regime

che per la zona tangerina ebbe a :fatalmente sbocciare dalla nota « Convenzione di Parigi » viene, ad avviso mio, a spostare alquanto, e non rin favorevole senso, l'attuale posizione di resistenza che noi abbiamo assunto di fronte al su accennato nuovo regime. Eccezione :fatta per l'Italia, ormai tutte le altre potenze hanno digià accettato « ln principio» lo «Statuto» e si apprestano, talune con maggiore, talaltre con minore premura, a trarne tutti i possibili vantaggi; gli Stati Uniti, muti sino a pochi giorni or sono, hanno testè dichiarato di essere « ready to rconsider the possi:bility of suspending the extraterritorial rights » in cambio di alcune concessioni che le tre potenze firmatarie della Convenzione di Parigi assai probabilmente si affretteranno ad accordare. Soltanto l'Italia persiste nel rifiuto suo di accettare il nuovo regime; soltanto essa invoca i precedenti Trattati ed appellasi in particolar modo alla inviolabilità delle clausole pattuite dall'Atto di AlgecÌiras del 1906 ...

Soltanto l'Italia, ripeto, ma puossi puranco aggiungere: la Russia, altra, e non minore, tra le Potenze firmatarie del suddetto Atto di Algeciras. Che io mi sappia, Mosca non venne consultata dalle tre Potenze firmatarie della Convenzione di Pa,rigi al momento della firma della Convenzione suddetta, anche perchè, io penso, il Governo russo non era allora stato riconosciuto da nessuna delle tre potenze suaccennate.

Senonchè pare a me ~che 1a Russia, potenza in certo qual modo direttamente mediterranea,-indirettamente senza dubbio-dovrebbe essere consultata intorno alle sostanziali modifiche che la Francia, la Gran Bretagna e rla Spagna hanno digià apportato all'Atto di Algeciras, il quale reca puranco le firme dei Rappresentanti russi, conte A. Cassini e B. de Bacheracht; e del pari opino •che appunto per il fatto di non essere stata interpellata in proposito, la cancelleria di Mosca potrebbe, seguendo, del resto, rl'esempio di dò che già ebbe a fare per il nuovo assetto degli Stretti -potrebbe, ripeto, render noto alle tre potenze interessate com'essa di tutte le sue più ampie riserve circondi il nuovo regime tangerino dalle medesime stabilito senza l'esplicito assenso suo ovvero l'esplicita sua adesione. Tali riserve, le quali a noi darebbero l'appoggio di una nuova protesta non del tutto trascurabile in questo momento, otterrebbero :fors'anco H risultato di incitare l'Inghilterra a non affrettare da parte sua la messa in prat1ca dello «Statuto » ed al tempo stesso potrebbero forse offrire un favorevole ed opportuno appiglio alla Francia, il cui amor proprio in questa questione venne alquanto compromesso da non poche discutibili dichiarazioni del Signor Poincaré, ·-esse potrebbero, ripeto, offrire alla Francia l'appiglio, se non di indire una nuova Conferenza addizionale, almeno di riaprire la discussione sopra il complesso problema tangerino.

A modesto avviso mio, qualora il Gabinetto di Mosca adottasse l'eventuale

suggerimento nostro di non precludersi, e nel presente e :nel futuro, la !IJOSsibilità

di aver la stessa voce nel capitolo tangerino quale il regime Tsarista ~à ebbe in

addietro (avverto rche qui tuttora dimora, inalberando la bandiera russa, mante

nendo i suoi « cavass », ecc. il già rappresentante dello Tsar, sig. Woievodski),

non solo alle pretese nostre deriverebbe non piccolo vantaggio, ma noi puranco

avremmo l'occasione di rendere un sia pur modesto servigio alla Russia, della

cui resurrezione politica e della cui intromissione negli affari europei cominciano

in Francia a nutrire una non più vaga preoccupazione.

Aggiungo: probabilmente l'E. V. avrà digià avuto l'idea da me più sopra accennata e da Lei essa sarà digià stata posta in pratica. Nel dubbio, ho giudicato opportuno, mio dovere, anzi, di esporla a codesto Ministero.

(l) Non pubblicati, entrambi relativi alle condizioni richieste dagli Stati Uniti per il regime di Tangeri.

410

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA

T. RR. 2413. Roma, 27 lugLio 1924, ore 2,30. Suo telegramma n. 652 (1). Appunto perchè risultava che solo un impegno politico lega il Govemo britannico a quello francese nè sembra esistere un vero interesse britannico contrario al nostro nella questione del regime di Tangeri -anzi in massima g!li interessi dei due Paesi dovrebbero piuttosto coincidere -ritenni preferibile compiere preventivamente un passo amichevole soltanto a Londra piuttosto che a Parigi o piuttosto che contemporaneamente a Parigi e a Londra. Tuttavia ove sembrasse all'E. V. più utile ai nostri fini rivolgerei analogamente a Parigi, La prego di telegrafarmi le ragioni di tale Suo giudizio, affinchè io possa, riprendendo in esame la cosa, decidere cil'ca la miglior procedura da seguire. Mi rendo conto della •contingenza da Lei rilevata che Mac Donald non conosce i dettagli della questione ed è quindi ovvio regolarsi in modo che egli possa mettersene al corrente. Ma intendevo che V. E. si indirizzasse personalmente a lui perchè sembrami che la sua persona'lità e le linee direttive della sua politica siano meglio indicate a valutare le nostre ragioni. Egli infatti potrebbe forse essere la persona più adatta a servire di tramite tra noi e la Francia per appianare le attuali divergenze ·con una. più serena visione delle ripercussioni di indole politica generale. Tale funzione dovrebbe corrispondel'e agli scopi politici del primo ministro britannico, la cui attività sembra rivolta ad eliminare le cause

di divergenza fra gli alleati nel Mediterraneo ed a crearvi una stabile e normale situazione politica. L'opportunità o meno di consegnare il memorandum, cui

V. E. accenna, al primo ministro potrà essere giudicata in base ai risultati di un primo scambio di idee che Ella potrà avere con lui. Il mantenimento dell'Agenzia Diplomatica che l'Inghilterra può ave:r deciso di sopprimere, avendo firmato lo Statuto di Tangeri, è stata da noi indicata come tattica di negoziati ed è ·chiaro che tale richiesta sarebbe da noi abbandonata quando si venisse alla stipulazione della convenzione aggiuntiva.

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IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA

T. 2415. Roma, 27 luglio 1924, ore 2,30.

Comm. Ambron amministratore delegato delle Banche Italiane presso Banca d'Abissinia comunica avere ricevuto informazioni ·che Ras Tafari ha fatto serie

offerte acquisto totalità azioni Banca Abissina. Sembrerebbe Hornsby presidente inglese della Banca suddetta propenso prendere in considerazione offerta come pure Miriel delegato gruppo francese.

Sono noti a V. E. gli scopi per cui la Banca d'Abtssinia fu costituita ed in base ai quali, corrispondentemente all'accordo del 1906, fu stabilita una partecipazione a tre italo-anglo-francese. Da un punto di vista esclusivamente politico sembra interesserebbe mantenere l'attuale carattere della Banca ed evitare che questa passi esclusivamente in mani abissine. Prego intrattenere d'urgenza con ogni tatto codesto Governo sull'argomento indagando il suo pensiero al riguardo e telegrafandomi.

(l) Cfr. n. 403.

412

IL MINISTRO A BELGRADO, BODRERO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. S. PRECEDENZA ASSOLUTA 1096/375. Belgrado, 28 luglio 1924, ore 22 (per. ore 1 del 29).

Decifri Ella stessa.

S. M. il Re mi ha ricevuto subito dopo la cerimonia del giuramento dei suoi Ministri e mi ha detto ·che teneva a dichiararmi all'atto stesso della formazione del nuovo Governo ·che la politica estera della .Jugoslavia e soprattutto quella verso l'Italia non avrebbe cambiato le sue direttive con l'avvento del Gabinetto Davidovich.

Nel corso di una lunga conversazione su ·Cui riferisco con altri telegrammi (l) il sovrano è tornato ancora una volta sull'argomento dicendomi testualmente: «Informi S. E. Mussolini che la continuità della politica estera jugoslava è assicurata dalla mia persona e che specialmente le nuove relazioni con l'Italia, che hanno già dato tanto buon frutto, mi ,stanno pail'ticolarmente a cuore» (2).

413

L'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. RR. 1094/660. Londra, 28 luglio 1924, ore 22,35 (per. ore 3 del 29).

Telegramma di V. E. n. 2415 (3).

Sono stato informato che Direttore Banca d'Egitto (che è l'Istituto britannico interessato nella Banca Abissinia) è d'avviso vendere quote di azioni in suo possesso se Ras Tafari vorrà proporre conveniente prezzo d'acquisto. Direttore Banca d'Egitto che si trova attualmente a Londra ha già respinto una prima proposta abissina perchè reputata non soddisfacente. Egli è però in procinto di recarsi a Parigi per esaminare con emissari Ras Tafari e forse con il signor Miriel una nuova e più conveniente proposta abissina. Al Foreign Office ho appreso che

il Direttore Banca Egitto ha informato l'altro giorno Dipartimento competente di tale eventualità. Egli ha motivata sua decisione col fatto che investimenti banca Abissinia, tranne per un anno solo, sono ri·sultati sempre infruttuosi; e che pertanto egli non poteva rinunziare ad una eventuale vantaggiosa liquidazione delle azioni stesse. Direttore ha, pure ricordato che anche due delegati francese ed italiano avevano anno scorso riconosciuto risultati non soddisd:a'centi di quell'investimento.

In seguito opportuni scandagli mi è risultato che Foreign Office è dolente di questa decisione ma che non vede d'altra parte alcun mezzo per impedirla trattandosi d~ fondi non appartenenti nè controllati dal Governo inglese. Foreign Office anzi ha il dubbio che,effettuata vendita delle azioni, Banca Abissina possa cadere non tanto sotto controllo del Governo di .A:ddis Abeba ma sotto quello «nuovi suoi amici». Anche in occasione d~ questa .confidenziale ·Conversazione ho potuto rendermi conto che nel Foreign Office si va :facendo strada concetto dell'utilità che deriverebbe da una intesa fra ,i due Governi per la salvaguardia dei loro reciproci interessi in Abissinia. Evidentemente a noi conviene che il Foreign Office maturi questa disposizione e sia esso poi a prendere qualche iniziativa presso di noi.

(l) -Cfr., fra gli altri, p, 240 nota l e 243 nota 3. (2) -Con altro t. gab. 1100/377 dello stesso giorno, Bodrero informava che re Alessandro contava fissare il suo viagiio a Roma verso la fine di ottobre. (3) -Cfr. n. 411.
414

IL MINISTRO A BELGRADO, BODRERO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. s. 1103/381. Belgrado, 29 luglio 1924, ore l (per. ore 5,10).

Decifri Ella stessa.

Il nuovo ministro affar~ esteri, Marinkovic, appena insediato, mi ha concesso una udienza. Alla mia domanda di 'significarmi chiaramente, senza sottintesi, quale sarebbe stato l'atteggiamento del nuovo Governo verso l'Italia, in relazione in particolar modo al patto d'amicizia, mi ha risposto che il nuovo Gabinetto potrà cambiare soltanto in meglio 1a « felice alleanza » ·che lega i due paesi. Mi ha detto che nel primo consiglio dei ministri tenuto così [sic] un'ora dopo giuramento è stata approvata ad unanimità la linea di condotta da lui prospettata circa i rapporti di ·intima alleanza con l'Italia. Per lo sviluppo ed il rinforzamento della politica che egli si ripromette sa di potere contare sulla cordiale collaborazione di V. E. Egli, d'accordo col sovrano, ha chiesta inoltre ed ottenuta completa mano libera in materia di politica estera. Le dichiarazioni fattemi da Marinkovic mi sono sembrate improntate alla più grande sincerità. Egli mi ha pregato presentare a V. E. H suo più cordiale saluto. Da parte mia segnalo all'E. V. la buona impressione che qui farebbe se stampa italiana improntasse a simpatia i suoi commenti verso nuovo Governo che, nonostante il passato politico di alcuni suoi membri, ci viene così lealmente incontro (1).

16 --Documenti diplomatici • Serie VII . Vol. III.

(l) Sulle amichevoli disposizioni di Marinkovié, cfr. anche il t. Bodrero 4878/410, del 12 agosto, non pubblicato.

415

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, AL MINISTRO A BELGRADO, BODRERO

T. GAB. 379. Roma, 29 luglio 1924, ore 24.

Telegrammi di V. S. Gab. segreti nn. 378 (l) e 381 (2).

Prego V. S. ricambiare •Cordiale saluto al nuovo ministro degli esteri Marinkovich assicurandolo che ho preso atto con vivo compiacimento dei propositi suoi e del Consiglio dei Ministri circa la politica del nuovo Gabinetto per rapporti di intima alleanza con l'Italia e circa il patto di amicizia. Sono anch'io lieto di affermare .che il nuovo Gabinetto S.H.S. può contare sulla mia cordiale collaborazione in tale linea.

Le invio in chiaro testo comunicato diramato al riguardo.

416

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, AL MINISTRO DELLE FINANZE, DE STEFANI, A LONDRA

T. GAB. S. PRECEDENZA ASSOLUTA 381. Roma, 29 luglio 1924, ore 24.

Suo telegramma n. 158 (3).

R1conosco essere difficile il rendersi conto da lontano di tutte le circostanze

e delle contingenze improvvise che in alcuni momenti possono richiedere rapide

decisioni di atteggiamento ed è quindi possibile ·che ulteriori 'Charimenti dell'E. V.

modifichino la mia impressione negativa per la voluta nostra partecipazione al

Comitato di esperti miHtari e finanziari proposto da Herriot per esaminare la

questione della evacuazione della Ruhr. Mi spiego la convenienza per la quale

V. E. ha creduto sostenere la partecipazione dell'Italia e dell'Inghilterra al Comitato, ma ritengo che dopo le dichiarazioni di Herriot per spiegare il motivo dell'esclusione inglese e il desiderio espresso da Mac Donald· che l'Italia non vi partecipasse, sarebbe stato preferibile e più rispondente alla linea di condotta seguita dall'Italia nei riguardi dell'occupazione militare della Ruhr di non insistere, ;riservandosi così di prendere parte, a fianco dell'Inghilterra, all'esa.me collegiale che della questione sarebbe stato fatto in seguito.

L'Italia si è sempre dimostrata contraria all'occupazione militare della Ruhr giudicandola poco utile anche ai fini stessi che la Francia si proponeva di raggiungere ed il R. Governo si è dovuto anzi difendere dall'insinuazione specialmente fatta da una parte della stampa inglese a giusUficazione dell'insuccesso della politica del suo governo, che la occupazione militare della Francia era avvenuta con la cooperazione italiana.

Mi preoccupa soprattutto il fatto che mentre l'Inghilterra rimanendo estranea ai lavori del Comitato può liberamente intervenire a suo tempo nel giudizio

sui risultati di essi, la posizione dell'Italia venga compromessa dalla sua parteci. pazione che l'accomuna alle Potenze .occupanti, specie per la presenza di un esperto militare di ,cui non può essere ben definita la funzione.

Detraggo dal1suò telegramma n. 159 (l) che forse per analoghe considerazioni V. E. dà istruzioni ai nostri esperti d'intervenire solo come semplici osservatori, ma, ciò maLgrado, non esito a confermare che la nostra posizione sarebbe stata più facile e forse più efficace a fianco dell'Inghilterra nell'esame successivo perchè non vedo come nella situazione attuale si possa, senza grave compromissione, svolgere una azione di tutela dei nostri interessi in sede di « compensi » che Francia e Belgio possono richiedere in diretta connessione con il ritiro delle loro truppe.

Mi pare impossibile ottenerne in questa sede, senza finire per far causa comune con essi, mentre 'in altra sede, quando si trattasse di stabilire delle garanzie e delle assicurazioni per procedere all'evacuazione, ci sarebbe stato più agevole spiegare un'azione acciocchè queste dovessero .stabilirsi nell'interesse di tutti.

Al punto in cui stanno oraanai 'Le cose •sarà difficile poter tornare indietro, ma ho voluto subito comunicarle ii mio modo di vedere acciocchè da un lato

V. E. possa darmi tutti gli opportuni chiarimenti e dall'altro perchè Ella ne tenga ogni possibile conto nell'ulteriore svolgimento dei lavori della Conferenza.

Sarà ad ogni modo ·conveniente che i nostri esperti cerchino di evitare scrupolosamente ogni compromissione a meno che, contrariamente alle previsioni, possano raggiungers'i risultati concreti tali da soddisfare le altre potenze e l'opinione pubblica generale, e che potrebbero essere eventualmente prospettati alla nostra opinione pubblica come effetto della nostra partecipazione.

(l) -Tel. gab. s. 1101/378, trasmesso il 28 luglio alle ore 22 e pervenuto alle 2 del 29, non pubblicato, relativo a dichiarazioni di Re Alessandro sul nuovo gabinetto di Belgrado. (2) -Cfr. n. 414. (3) -Tel. gab. s. 1098/158, trasmesso il 29 luglio alle ore 2,15 e pervenuto alle 5,30 dello stesso giorno, non pubblicato, relativo alla questione dell'evacuazione della Ruhr.
417

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, AL MINISTRO A BELGRADO, BODRERO

T. GAB. 380. Roma, 30 luglio 1924, ore 1,30.

Suoi telegrammi Gab. segreti nn. 370 (2), 375 (3) e 378 (4).

Ho preso conoscenza con vivo interessamento degli apprezzaanenti che S. M. il Re Alessancko .si è degnato di esprimere a V. S. drca l'andamento e la risoluzione della recente crisi di gabinetto.

In quanto alle dichiarazioni di cui al telegramma 375 relativo alla politica del nuovo Gabinetto verso l'Italia prego V. E. esprimere a S. M. il mio vivo compiadmento e la mia sincera gratitudine per i sentimenti e propositi che S. M. ha voluto ·così lealmente palesare a V. S. e per le garanzie che ha voluto darle cir.ca il mantenimento delle direttive generali in tale campo.

Ella può assicurare S. M. che avrà in me un non meno fervido collaboratore nella linea politica tracciata che ha dato finora così brillante risultato.

(l) -Tel. gab. 1095/159, trasmesso il 29 luglio alle ore 2,15 e pervenuto alle 3,40 dello stesso giorno, non pubblicato, con cui De Stefani comunicava i nomi degli esperti designati come osservatori alla discussione sulla evacuazione della Ruhr. (2) -Cfr. n. 407. Ma il numero del tel. deve esser errato. (3) -Cfr. n. 412. (4) -Cfr. p. 240 nota l.
418

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, AL MINISTRO AL CAIRO, CACCIA DOMINIONI

T. 2443. Roma, 30 lugLio 1924, ore 1,30.

Suoi telegrammi 189 (l) e 190 (2).

Le voci relative ad una nostra avanzata su Giarabub sono completamente infondate e V. E. potrà categoricamente smentirle, non !Senza far rilevare come, pur non avendo alcuna intenzione di estendere per il momento le nostre operazioni militari, qualunque nostra decisione dovrà ·essere sempre subordinata alle esigenze che possano determinarsi e specialmente al fatto che Giarabub non diventi una base di •concentramento e di rifornimento per i ribe1li e gli agitatori libic1 ciò che sarebbe nello stesso interesse del governo egiziano di evitare.

Ella dovrà però trovar modo di far •comprendere ·che il R. Governo non ha creduto di dare particolare rilievo all'osservazione che Giarabub è oasi pertinente a territori non riconosciuti all'Italia, dando ad essa il valore di una o·sservazione puramente formale in quanto nel resto della stessa conversazione è stato espresso il desiderio di iniziare trattative per •la delimitazione dei confini cirenaico-egiziani. Ella vorrà pertanto .far noto a codesto Governo che siamo per parte nostra disposti ad iniziare tali trattative.

419

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, AL MINISTRO A SOFIA, RINELLA

T. GAB. 385. Roma, 1 agosto 1924, ore 8.

Suo telegramma Gab. n. 125 (3).

Comunico •seguente telegramma del R. Ambasciatore a Londra:

« (riprodurre telegr. di collezione n. 4393) » (4).

Dal canto suo il R. incaricato d'affari a Parigi telegrafa quanto segue:

« (riprodurre telegramma di Gab. n. 1107) » (5).

Come V. E. rileverà le disposizioni dei Governi britannico e francese nei

riguardi delle preoccupazioni e dei desideri manifestati da codesto ministro degli

affari esteri ·Sembrano per il momento concordemente sfavorevoli a p~enderli

in considerazione. Stando così le cose al R. Governo non potrebbe che ess&e

sommamente difficile assumere nella questione un atteggiamento nettamente di

verso senza dar luogo a commenti e ridestare ,sospetti che finirebbero col nuocere alla CRUJS,a stessa che codesto Governo intende patroc-inare.

Tale considerazione è nei nostri iTiguardi da tener presente anche per quanto concerne approvazione (di cui al suo telegr. Gab. 133) (l) chiesta dal Governo bulgaro per aumento provvisorio contingente volontario.

(l) -Tel. n. 4391/189, trasmesso il 14 luglio alle ore 22,55 e pervenuto alle 4,15 del 15, non pubblicato, col quale Caccia Dominioni chiedeva la conferma alla notizia di una avanzata italiana verso Giarabub. (2) -Tel. n. 4392/190, trasmesso il 14 luglio alle ore 22,55 e pervenuto alle 1,55 del 15, non pubblicato, relativo al desiderio egiziano di negoziare col R. Governo la delimitazione dei reciproci confini dopo la Conferenza di Londra. (3) -T. gab. 1043/125, del 10 luglio: pressioni del ministro degli esteri bulgaro per ottenere l'appoggio delle Potenze e l'autorizzazione ad armare il contingente volontario. (4) -Numero errato. Si tratta del t. 4593/655, del 25 luglio: opinione del Foreign Office ostile a concedere al Governo bulgaro l'autorizzazione richiesta. (5) -T. gab. 1107/849, del 29 luglio: opinione del Quai d'Orsay, sostanzialmente analoga a quella inglese, in merito alla richiesta bulgara.
420

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, AL REGGENTE LA LEGAZIONE A DURAZZO, MARCHETTI

T. GAB. S. 387. Roma, l agosto 1924, ore 8 (2).

Decifri ella stessa.

Il R. ministro a Belgrado telegrafa (3) che Re Alessandro parlandogli in questi giorni dell'Albania gli ha detto come non sia soddisfatto dell'atteg,giamento del nuovo Governo che non solo non reprimerebbe ma forse addirittura incoraggerebbe una certa agitazione di bande armate alla frontiera. Re Alessandro ha aggiunto ,che ciò si ripercuote sfavorevolmente sulle relazioni fra i due governi e mantiene una atmosfera di sfiducia. Confidava che una nostra azione di persuasione presso codesto Governo avrebbe potuto contribuire a fargli abbandonare « una sterile politka di colpi di spillo » che non facilitava i rappol'ti fra i due Paesi, mentre dal canto suo la Jugoslavia non desiderava che di essere lasciata tranquilla.

Aderisco volentieri a tale desiderio essendo convinto di agire nel precipuo interesse dell'a stessa Albania. Qualora, infatti, le lagnanze jugoslave apparissero in qualunque modo giustificate, codesto paese si esporrebbe in un momento particolarmente difficile del suo consolidamento a gravi rischi e renderebbe assai ardua la possLbilità per l'Italia di spiegare un'azione favorevole all'Albania. Questo atteggiamento del governo albanese sarebbe oggi ancora meno giustificabile dopo che in una recente occasione è risultato a tutti evidente l'a efficacia della sana politica preparata e svolta dal governo itaUano in base agli accordi con la Jugoslavia.

Confido che V. S. riuscirà a far ciò opportunamente comprendere a monsignor Fan Noli ed attendo di conoscere l'esito delle sue conversazioni.

421

IL REGGENTE LA LEGAZIONE A DURAZZO, MARCHETTI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. s. 1135/139. Durazzo, l agosto 1924, ore 8 (per. ore 11).

Telegramma di V. E. Gab. segreto n. 387 (4). Vedrò Fan Noli lunedì prossimo e non mancherò esprimemni nel senso indicato da V. E. V. E. può però fin da ora assicumre Belgrado che non in una ma

in parecchie occasioni ho avuto cura di richiamare tutta l'attenzione sia 9i Fan Noli ~che di altri ministri sull'interesse anzi sulla necessità per l'Albania di evLtare qualsiasi motivo o pretesto di lagnanze o anche di sospetti da parte Jugoslavia. Ho la convinzione che tanto Fan Noli che gli altri ministri si siano resi conto di ciò, e dello spirito amtchevole che informava le mie parole, ed abbiano fatto e facciano tutto il possibile in tal senso. Aggiungo che fino ad oggi nulla mi risulta essere avvenuto alla frontiera o in Albania in genere che possa allarmare o anche solo insospettire Governo jugoslavo. Devo invece confermare che persiste continua e tenace attività di agenti jugoslavi diretta a scalzare questo Governo (da me segnalata con rapporto 176 in data 19 luglio scorso) (l) e che continua ad essere mal giudicata presso questo Governo ed opinione pubblica larga ospitalità ed appoggi concessi dalla Jugoslavia ad Ahmed. Bey Zogolli e suoi numerosi seguaci.

(l) -T. gab. 1108/133, del 29 luglio. (2) -L'ora di partenza di questo tel. ovvero quella del tel. successivo è evidentemente errata. (3) -Tel. gab. s. 1102/376, trasmesso il 28 luglio alle 20 e per. alle 1,25 del 29, non pubblicato. (4) -Cfr. n. precedente.
422

IL REGGENTE LA LEGAZIONE AD ADDIS ABEBA, BOVA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. 4771/106. Addis Abeba, l agosto 1924. Asmara, 2 agosto 1924, ore 20,35 (per. ore 2,30 del 5).

Notizia che re Giorgio ha fatto omaggio a Ras Tafari della corona che inglesi avevano preso a Magdala al re Teodoro ha prodotto nei circoli etiopici la migliore impressione. Imperatrice ne è personalmente lietissima. È mia convinzione che dopo visita Ras Londra situazione Inghilterra abbia qui notevolmente a rafforzarsi. Notizia visita Ras in Italia ove accoglienze sarebbero state più calorose che negli altri stati suscitano favorevolissima impressione e commenti benevoli verso Italia per ~cui non vi ha dubbio che dopo ritorno Ras Tafari situazione di preminenza della politica francese in Etiopia, anche a causa accordo Gibuti che qui si considera formalmente mancato, abbia a subire notevoli modificazioni con sensibilissimi vantaggi per noi. Grandi feste si preparano per il ritorno di Ras Tafari qui per il 20 corrente. Si afferma che egli porterebbe seco anche alcuni consiglieri ingaggiati nei paesi che non hanno interessi coloniali in Abissinia.

423

IL MINISTRO DELLE FINANZE, DE STEFANI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 1140/226. Londra, 2 agosto 1924, ore 10 (per. ore 1,45 del 3). Mi ~sono trovato oggi ca,sualmente ~con Herriot che è ritornato sulla que

stione della regolazione dei debiti nel senso di esaminare d'accordo se è opportuno trattare cogli inglesi per la formazione di alcuni principi generali ·che si

potrebbero inserire nel protocollo finale della con:llerenza oppure costituire l'oggetto di una dichiarazione separata. Gli ho risposto che la questione poteva essere esaminata pur non dissimulandomene cogli sperati vantaggi anche i possibÌili inconvenienti. Che comunque ritenevo si potesse vagliare l'opportunità di confermare quanto è detto a proposito dei debiti al n. 7 della nota identica Herriot, Mac Donald del 9 luglio (l) mettendolo in relazione coll'effettiva esecuzione che avrà il piano Dawes da parte Germania. Herriot dice di temere che l'attuale Cancelliere dello Scacchiere, che ha una posizione eminente e dispotica nel Gabinetto ed il cui pensiero da recenti dichiarazioni apparirebbe rigido in materia di debiti, inviti la Francia a saldarli dopo la chiusura della conferenza. Data l'insistenza di Herriot nel 'chiedere un'azione comune con noi, pregola farmi ,conoscere suo pavere circa la convenienza e limiti di tale azione, poichè non mi dissimulo la possibilità di conseguenze non desiderate derivanti da una iniziativa di un tale genere e dal confondere la nostra posizione con quella della Francia e infatti se una fissazione di determinati principi per una regolazione dei debiti implica da un lato una riduzione delle cilfre oggi poste a nostro debito, sarebbe diffi.cile evitare dall'altro che non venisse interpretato come una riaffermazione dell'obbligazione di pagamento anche nelle mutate condizioni odierne. Il pensiero del Governo .inglese e dei Civcoli finanziari si mantiene d'altra parte nettamente contrario ad associare la questione dei debiti alla conferenza... (2) del suo noto ·intendimento di parlarne più tardi. Desidererei anche conoscere da V. E. fino a qual punto possa spingere l'azione francese.

(l) Non pubblicato.

424

L'AMBASCIATORE A BERLINO, DE BOSDARI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 1138/297. Berlino, 2 agosto 1924, ore 15,15 (per. ore 19,35).

Decifri Ella stessa.

Ambasciatore degli Stati Uniti reduce da Londra resterà qui fino a lunedì per ricevere Hugues indi tornerà a Londra fino alla fine conferenza. Mi ha detto che Ie ·Cose camminano a Londra lentarrnente ma che si avviano a buon risultato. Eguale .impressione favorevole ha manifestato ambasciatore d'Inghilterra che assisteva alla nostra convevsazione. In sostanza quei due diplomatici che hanno fatto quasi questione d'amor proprio personale e professionale condurre Germania accettare senz'altro rapporto periti dopo avere messo in opera ogni sforzo per indurre Francia a fave concessioni e visti ormai falliti i loro sforzi per irreducibilità di certi punti di vista fondamentali politica francese hanno ora adottato tattica di togliere importanza a questioni che non ries·cono a risolvere. Così ambasciatore d'Inghilterra mi ha detto ieri ·che in sostanza questione sanzioni non ha importanza pratka perchè non è da prevedere che Ia Francia ne voglia prendere solamente [sic]. Risultato di questa adattabilità anglo-americana di cui

si fanno eco i due rappresentanti a Berlino sarà a mio avviso che la Germania verrà obbligata ad accettare tutti gli oneri derivanti dal rapporto senz'alcuno dei vantaggi che si riprometteva. Da una lunga conversazione che ho avuta ieri col signor Dombrowski redattore politico del Berliner Tageblatt e dal tono di quel giornale ufficioso, ormai da tutto mi risulta chiaro ,che la stampa governativa viene preparando opinione pubblica a nuove novità programma annunziato dal Governo e più o meno accettato dai nazionalisti. All'andata della Delegazione tedesca a Londra si rinnoverà il fenomeno osservato in parecchie precedenti occasioni di una acquiescenza assoluta.

(l) -Cfr. n. 380. (2) -Gruppo indecifrato.
425

IL REGGENTE LA LEGAZIONE A DURAZZO, MARCHETTI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. S. 1150/140. Durazzo, 4 agosto 1924, ore 22 (per. ore l del 5).

Mi sono espresso lungamente con questo Presidente del Consiglio in conformità del telegramma di V. E. Gab. segreto n. 387 (1). Fan Noli ha mostlrato di apprezzare lo spirito che animava il passo prescrittomi da V. E. e mi ha ancora una volta replicatamente assicurato ·che una delle principali cure del suo Governo è quella di evitare qualsiasi incidente che possa determinare giustificate lagnanze jugoslav•e. Ha smentito che vi siano bande albanesi operanti sui confini jugoslavi. Mi ha fatto d'altra parte rilevare che, se mai, tentativi di turbare buone reLazioni fra i due paesi provengono da Belgrado (mio rapp. n. 176 (2) in data 19 luglio scorso e mio telegr. 139 (3) del 1° corr.). Ha insistito particolarmente su indisturbata azione dei partigiani di Ahmed bey Zogolli in Jugoslavia e su recente viaggio di alcuni di essi a Podgoritza, Dibra, e Prizrend, viaggio favorito da autorità jugoslave ed avente ,scopo certo non pacifico. Per parte mia non posso che confermare quanto già riferito a V. E. con rapporto e telegramma citati. Reputo Fan Noli sincero quando afferma le sue intenzioni pacifiche verso la Jugoslavia in relazione alle non lievi difficoltà interne ed internazionali con cui deve lottare attuale Governo albanese. V. E. stessa vorrà riconoscere che assoluta indeterminatezza deHe parole di Re Alessandro riferite dal' R. ministro a Belgra'do lascia ritenere che Governo jugoslavo non abbia sicuri e precisi motivi di lagnanza verso quello di Tirana. Una riprova di quanto affermo credo scorgere anche nel .contegno alquanto impacciato a mio riguardo di questo incaricato d'affari jugoslavo e nella sua tendenza ad evitare con me franchi contatti coi quali sarebbe pur costretto a documentare sulle generiche accuse contro questo Governo.

Comunque una maggiore precisazione delle accuse jugoslave facHiterebbe una anche più energica azione di persuasione del R. Governo presso Governo di Tirana.

(l) -Cfr. n. 420. (2) -Non pubblicato. (3) -Cfr. n. 421.
426

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, AL MINISTRO DELLE FINANZE, DE STEFANI, A LONDRA

T. GAB. 393. Roma, 5 agosto 1924, ore 1,30. Suo telegramma Gab. n. 226 (1). Dopo quanto ho avuto occasione di telegridare precedentemente è superfluo spiegare come io condivida i timori di V. E. circa i pericoli e le conseguenze non des1derate che potrebbero derivare dal dare inizio nell'attuale momento ad una azione comune con la Francia per il regolamento della questione dei debiti. Non sarebbe il caso di confondere La nostra azione con quella della Francia anche per non rinunciare al vantaggio che rappresenta per noi la natura dei nostri impegni verso l'Inghilterra diversa da quella degli impegni francesi; diversità questa uffidosamente ammessa nelle sfere britanniche. Non posso quindi che confermarLe l'assoluta opportunità di procedere in questa materia con la massima cautela e prudenza, evitando sopratutto di dar pretesto, anche più tardi, a lasciare insinuare in qualsiasi modo che una nostra iniziativa abbia potuto intralciare i lavori della Conferenza e pregiudicarne l'esito. Del resto il punto di vista italiano sulla questione dei debiti è ben noto, perchè è stato ripetutamente messo in evidenza anche in atti ufficiali recenti. Abbiamo sempre sostenuto che la questione dei debiti è intimaffilente connessa alla determinazione della cifra globale dei pagamenti e che, a nostro giudizio, il problema delle riparazioni non poteva considerarsi completamente risoluto, anche dopo la formulazione del progetto Dawes, senza decidere in merito a questo elemento fondamentale. Ma poichè si è ritenuto di poter procedere utilmente alla ri:unione della conferenza pur escludendo dal programma di essa tale questione, abbiamo da parte nostra voluto dar prova del massimo buon vo1ere non sollevando alcuna obiezione, malgrado il nostro contrario convincimento, per non aver l'aria di creare difficoltà aprioristiche, aspettando di vedere se l'opinione altrui potesse portare in pratica buoni frutti. Noi non abbiamo nessuna intenzione nè ragione di cambiare il nostro punto di vista nella questione ed è chiaro quindi che se il signor Herriot crederà di esporre neli'attuale contilngenza il punto di vista francese sulla questione dei debiti, ci troverà consenzienti in quanto essa corrisponda a quello chiaramente annunziato dall'Italia.

Confido ·che queste mie considerazioni saranno sufficienti per regolare l'azione di V. E. nei ri'guardi del presente ar:gomento di 'carattere quanto mai delicato.

427

L'AMBASCIATORE A BERLINO, DE BOSDARI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 1151/295. Berlino, 5 agosto 1924, ore 8,20 (per. ore 14,30).

Sono intervenuto questa mane colazione data Ambasciatore Stati Uniti in onore Segretario di Stato americano che come annunziato riparte questa sera

da Brema per America. Mi sono intrattenuto a lungo con questi ed egli mi ha detto suo vivo rincrescimento di non aver avuto tempo di visitare V. E. per cui ha espresso sensi ammirazione come in generale per l'Italia per la sua politica di ricostruzione ed in modo speciale per la attitudine conciliante spiegata alla Conferenza Londra che egli aveva avuto occa•sione osservare nel suo recente soggiorno a Londra. Si è molto informato attuale situazione politica interna dell'Italia ed io ho cercato rappresentargli le cose eliminando le impressioni di gravità che la stampa estera compresa americana ha creduto di dover diffondere in seguito recenti avvenimenti. Egli aveva parlato a lungo jeri con Ebert cancelliere e ministro affari esteri partiti stamane come è noto per Londra ·e aveva riportato impressione che essi fossero adeguatamente preparati condurre le l'oro conversazioni a Londra con spirito conciliativo e nell'intento giungere feconde intese. Segretario di Stato ha voluto elogiare opera mia e quella ambasciatore Inghilterra nell'avere condotto in questi ultimi mesi membri del Governo tedesco a tali disposizioni. Gli ho detto che mi:a intesa cogli ambasciatori d'Inghilterra e Stati Uniti era stata in questi ultimi tempi... (l) e che ero ben lieto aver potuto modestamente misurare lavoro a sensi direttive dt V. E. nella speranza condurre ad un regolamento che ci facesse finalmente uscire dalle condizioni penose che avevano fino ad ora prevalso. Gli ho detto che intervento America era stato sempre da me considerato ·COme essenziale a tal fine e che mi sembrava potere oggi .constatare che mie previsioni erano esatte. Analogo discorso ho potuto fare stamane e giorno prima con ambasciatore degli Stati Uniti !il quale tra l'altro mi ha detto avere incontrato a Londra S. E. De Stefani e di averne avuto impressione di uomo di molto valore capace condurre in porto opera risanamento finanza italiana che America segue col più vivo interesse.

(l) Cfr. n. 423.

428

IL MINISTRO A BUCAREST, ALOISI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. s. 1155/351. Bucarest, 5 agosto 1924, ore 21,40 (per. ore 2,50 del 6).

Decifri Ella stessa.

Con mio telegramma n. 300 (2) informai V. E. intenzione Duca aver con me conversazione rapporti i:talo-rumeni; ieri l'ho incontrato per la prima volta dopo suo ritorno a Bucarest.

Egli ha cominciato esprimere più viva soddisfazione per aecordo raggiunto su tutte le divergenze finanziarie pendenti. Ho risposto ·che condividevo tale suo sentimento ed abbiamo constatato insieme che rimanevano soltanto a risolvere questioni minore importanza usuali nelle relazioni fra due paesi. Effettivamente tutte ·le pendenze consegnate nel pro-memoria (3) che il mio predecessore aveva presentato a V. E. nel dicembre 1922 in occasione visita in Italia Duca e che mi era stato ·consegnato per la risoluzione all'inizio della' mia missione in Ro

mania hanno fatto fino ad oggi oggetto accordi successivi onorevoli soddisfacenti. Duca ha quindi proseguito in conversazione privata confidenziale, esprimendo vivo desiderio governo romeno ora che terreno è stato completamente sbarazzato dalle questioni di cui sopra, di un riavvicinamento dei rapporti politici ed economici fra i due paesi, facendomi rilevare che momento era il più propizio.

Ho quindi cel'cato andare in fondo pensiero Duca per sapere in che maniera concepiva praticamente tale riavvtcinamento ed ho potuto constatare che egH sarebbe stato felice concludere con il R. Governo accordo simile a quello italocecoslovacco tenendo specialmente in vista questione della ratifica italiana del trattato di riconoscimento della Bessarabia. Ho fatto rilevare a Duca sempre a titolo confidenziale e strettamente personale difficoltà a mio modo di vedere avrebbe potuto incontrare V. E. ad alterare in questo momento le relazioni italo~russe, e che forse una mediazione amichevole a Mosca nell'intento appoggiare efficacemente eventuali nuove trattative russo-rumene per la Bessarabia, avrebbe meglio risposto al desiderio che mi esprimeva.

Duca allora replicato che certo l'importante era di raggiungere soluzione questione ma che tuttavia ratifica italiana avrebbe fino da ora fatto 1n Rumania impressione la più favorevole.

(l) -Gruppo indecifrato. (2) -Tel. tn. 4127/300, trasmesso il l luglio alle ore 21 e pervenuto alle 1,35 del 2, non pubblicato, relativo al viaggio di Duca a Praga per la conferenza della Piccola Intesa, alla questione della Bessarabia e a quella, in via di risoluzione, dei Buonl del Tesoro. (3) -Non pubblicato.
429

IL MINISTRO A BUCAREST, ALOISI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. S. 1155/352. Bucarest, 5 agosto 1924, ore 21,40 (per. ore 2,50 del 6). Accordo politi:co sarebbe poi accompagnato, se,condo idee espressemi da Duca, da concessione terreni petroliferi, di lavoro per le ferrovie •romene ecc. Ho fatto allora osservare a Duca che, al corrente delJ.e apparenti ragiolni in base alle quali Governo romeno si era finora rifiutato ·addivenire qualsiasi stato ad un trattato di ·commercio, mi sembrava si potrebbe esam1nare ora convenienza studiare trattato simile con l'Italia e che nel caso Governo romeno pel'sistesse a ritenerlo impossibile per l'instabilità cambi si poteva esaminare opportunità rivedere tro-iffa doganale romena (che è stata fortemente aumentata dal primo corrente) per voci italiane. Egli mi ha detto che su tale punto non poteva rispondermi senza consultare suoi colleghi. Nel riferire quanto sopra debbo mettere in rilievo seguenti considerazioni. sulle linee generali e naturalmente ·senza impegno alcuno, sa·lvo l'abituale promessa di un mio concorso personaLe ed attivo per riavvicinamento dei rapporti tra i due paesi. Nel riferire quanto sopra debbo mettere in rilievo seguenti considerazioni: È indubbio che Governo romeno, dopo incidenti della primavera, e specialmente in questi ultimi due mesi ha dimostrato e dimostra la più grande volontà di ri:avvicinarsi all'Italia e ·ciò per due ragioni: l) per rialzare il suo credito all'estero; 2) per risolvere questione della Bessarabia e trovare un più stabile assetto nella sua politica estera.

D'altra parte la politica economica del Governo liberale è stata fiaccata dal nostro intervento e ora in seguito azione franco-inglese da cui riceve nuo'V'i

colpi. È da prevedersi quindi inizio di una politica economica meno xenofoba e per questo caso un prossimo •Concorso delle nazioni occidentali al.lo sfruttamento economico della Romania. Prescindendo quindi dalla durata più o meno lunga del Gabinetto liberale (circa la quale ho riferito ampiamente) si piresenta oggi momento propizio per noi dì riprendere efficacemente posto che ci compete. Questa occasione ci viene offerta dal desiderio del Governo romeno riavvicinacrsi all'Italia. Siccome è mia opinione che Duca tenga specialmente ad avere un seguito alle conversazioni con me avute, prego vivamente V. E. volermi inviare istruzioni telegrafiche per mia linea di condotta tenendo presente ·che progettato accordo franco-romeno in occasione visita Sovrani Rumenia a Parigi rimane sempre una possibilità.

430

IL MINISTRO A PRAGA, PIGNATTI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. 4794/322. Praga, 6 agosto 1924, ore 14,20 (per. ore 18,15).

Mio rapporto n. 477 del 23 luglio scorso (1).

Ho ricevuto la visita di questo rappresentante dei Soviets. Ovseienko mi ha detto rapporti russo-czecoslovacchi potrebbero essere più cordiali. Benès è stato ostile al Governo di Mosca per difetto di comprensione della situazìone. Nonostante ostentazione etichetta socialista egli avrebbe una mentalità arretrata e da professore. Ovseienko ha opposto il vuoto dottrinarismo di Benès alla concezione politica realista di V. E. che ha dimostrato di apprezzare. Nel1a questione del riconoscimento della Russia ha osservato che lo stabilimento di relazioni dipJ.omatiche normali tra i due paesi dipende in •egual misura dalla Cecoslovac·chia e dalla Russia che porrà al momento opportuno le sue condizioni. Circa Bessarabia ha detto Russia mantiene suo punto di vista per il plebis'Cito. La Romania è isolata e dovrà cedere. Il Governo russo è abbastanza al ·corrente delia situazione della Polonia per sapere che Romania non ha da aspettarsi aiuti da quello stato per Bessacrabia. Parlando del fermento manifestatosi in alclmi stati balcanici ho fatto osservare al rappresentante di Mosca che la stampa ne attribuisce responsabilità ad una preordinata propaganda russa. Ovseienko ha osservato che Russia ha gravi problemi interni e non ha ragione di preoccuparsi di quelli degli altri. Gli stati balcanici dovrebbero però ricercare in se stessi la causa prima se non uni'ca dell'agitazione popolare ·che li turba. A proposito impiego di capitali esteri in Russia si è scagliato contro avidità dei banchieri nord americani i quali esigono il 100 % e riescono anche ad attenerlo in estremo oriente ora che Giappone indebolito dal disastro si~ico e da gra<vi dissidi interni è impotente a tenecre testa all'America. Ho avuto impressione di trovarmi di fronte persona intelligente, che pur tenendo a fare mostra di fermezza non sembra aliena da compromessi (2).

(l) -Non pubblicato. (2) -Il telegramma fu trasmesso a tutte le ambasciate e legazioni in Europa, ad Attolico a Ginevra e al governatore di Rodi con tel. s. per corriere 2562.
431

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO ALBANESE, FANNOLI

L. P. Roma, 6 agosto 1924. Dal sig. Tefik Mboria, incaricato d'affari d'Albania, mi è stata personalmente rimessa la gradita Sua lettera del 6 giugno scorso (1). Le ricambio, anzitutto, nel modo più cordiale i saluti che Ella ha voluto farmi pervenire, a.ccompagnandoli ·con espressioni cortesi che ho particolarmente apprezzato. Quanto alla questione dei confini, mi rendo conto che il Governo albanese sia giustamente desideroso di vederla risolta ai più presto possibile, per potersi dedicare interamente alle cure interne che esige il progressivo sviluppo, che confido prospero e rapido, di codesto Stato. In particolare, nei riguardi dei tre punti del confine, per i quali Ella ha voluto manifestarmi una speciale preoccupazione, e dei quali si occupa ·la Conferenza degli Ambasciatori, le informazioni pervenute al Governo albanese non risponderebbero a quanto mi risulti alla situazione presente della questione. Per quanto concerne, infatti, le eccezioni sollevate dal Governo elLenico a proposito deLl'attribuzione dei quattordici villaggi situati nel settore di frontiera di Coritza, sarà, ormai, noto al governo albanese come il generale Gazzera, presidente della ·commissione di delimitazione, si stia accingendo, a continuare i lavori di posa -momentaneamente sospesi -dei cippi della frontiera del predetto settore, lavori a ·Cui partecipa il delegato 1greco presso la commissione stessa. Non mi risulta che, per il settore del Vermosh vi sia una decisione della Conferenza degli Ambasciatori che apporti, fondamentalmente, un mutamento a quelle anteriormente prese. La questione del monastero di San Naum, infine è stata, per il momento, sottoposta al Consiglio della Società delle Nazioni, e, così, l'Albania avrà modo di far valere, anche direttamente, le sue aspirazioni, ·che furono già altra volta, innanzi allo stesso consiglio efficacemente e personalmente patrocinate dall'E. V. Il governo albanese ha già avuto, del resto, modo di esperimentare con quale sincera simpatia e lealtà d'intenti, ii R. Governo ed i suoi rappresentanti, nei consessi internazionali cui è stato affidato il compito di decidere delle questioni ·Che concernono l'Albania, abbiano costantemente, per quanto erain loro potere, appoggiato le giuste aspirazioni e quelli che erano i reali interessi dell'ALbania in quanto elementi necessari di un suo pacifico e vantaggioso assetto. In quest'ordine di idee, il governo albanes.e può tener per fermo che non gli verrà meno la migliore sollecitudine dell'Italia, che segue, coi migliori suoi

voti, ogni sua azione diretta ad assicurare H più prospero avvenire dello Sta,to vicino ed amico.

essa è certo posteriore.

(l) La lettera di Fan Noli, non pubblicata, reca effettivamente la data 6 giugno. Ma

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L'AMBASCIATORE A COSTANTINOPOLI, MONTAGNA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. 4843/3681. Costantinopoli, 7 agosto 1924, ore 18,39 (per. ore 21 dell'B).

Mi risulta da fonte sicura che attiva propaganda sarebbe stata fatta dai comunisti di Odessa durante ultima fermata in quel porto del piroscafo Palachi del Lloyd Triestino. Manifesti di propaganda sarebbero stati distribuiti a parte del personale e particolarmente a fuochisti. Palachi 'giunto oggi da Odessa ripartirà sabato per Italia toccando come primo porto nostro Brindisi.

Giudicherà V. E. se non sia il caso di disporre a Brindisi e negli altri .scali piroscafo sia sottoposto a perquisizione ~ stretta sorveglianza (1).

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L'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. PER CORRIERE 4924/679. Londra, 8 agosto 1924 (per. ore 13 del 14).

Telegramma di V. E. n. 652 (2).

Ho avuto oggi conversazione con Mac Donald circa questione Tangeri, nella quale mi sono espresso nei precisi termini contenuti nel telegramma di V. E. cui mi riferisco, avendo anche cura di illustrare i concetti che avevano guidato l'E. V. nel promuovme il passo che io facevo.

Primo ministro si è dimostrato assai scarsamente informato della questione. Non aveva conoscenza, o aveva dimenticato il passo fatto recentemente dai tre ambasciatori presso il R. Governo; e non mi nascose la sua sorpresa che io venissi a parlargli di Tangeri, questione che egli ·credeva ormai definitivamente risoluta.

Ho natura'lmente spiegato, replicato, insistito, e ·chiesto una risposta almeno preliminare se cioè primo ministro entrava nell'ordine di idee di darci il suo appoggio presso gli altri gabinetti interessati, e soprattutto Parigi,, allo scopo di ottenere quelle modificazioni alla convenzione di Tangeri, che ci permettessero di aderirvi, evitando incresciose vertenze.

Mac Donald mi rispose che, non essendo affatto al corrente della questione, non poteva naturalmente pronunziarsi. Accennò anche a un dubbio che gli sorgeva: se cioè, dati i precedenti diplomatici della questione, gli era possibile spiegare una qualsiasi azione a Parigi. Ciò premesso, il primo ministro ha soggiunto che, per vedere se vi era possibilità di aderire alla nostra domanda, occorreva che gli facessi pervenire un promemoria riassumente le cose da me dettegli, e che egli avrebbe studiato e fatto studiare dagli uffici ·competenti, info:rmandomi poi della decisione che sarebbe stato in grado di prendere. Nel rivolgermi tale richiesta primo ministro ha aggiunto •che egli avrebbe considerato il promemoria come strettamente personale. Ho naturalmente aderito alla sua richiesta, e resto in attesa di una ulteriore comunicazione. Non mancherò intanto di adoperarmi opportunamente presso Foreign Office (3).

(l) -Annotazione di pugno di Mussolini: c Avvertire stazione P.S. M."· (2) -Sic! ma si tratta evidentemente di un errore. Il Della Torretta fa riferimento. al tel. pubblicato al n. 396 e al suo tel. pubblicato al n. 403. Cfr. anche n. 410. (3) -Il telegramma fu ritrasmesso a Parigi.
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IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, AL REGGENTE LA LEGAZIONE A DURAZZO, MARCHETTI

TELESPR. RR. P. 205216/22. Roma, 9 agosto 1924.

Rilevo dal telegramma-posta di V. S. n. 982/179 (l) del 23 ,luglio scorso, che questo incaricato d'affari d'Albania è stato tratto a dare a quanto ebbi occasione di dirgli, nel corso di un ·Colloquio dallo stesso sollecitato per rimettermi una lettera personale di Fan Noli (2) -lettera della quale, per sua riservata notizia, le accludo copia -una interpretazione più conforme ai suoi giustificabili desideri che alle effettive mie intenzioni.

Nel confermare, infatti, al signor Mborja quello che, in linea generale, è il vivo interesse che il R. Governo porta a che codesto paese possa raggiungere quell'assetto interno ed estero che gli consenta un pacifico e proficuo sviluppo, ho dato all'incaricato d'affari albanese, in risposta a sue specifiche premure sui vari argomenti che, a suo dire, sono destinati ad avere decisiva importanza nell'attuazione del programma del nuovo Governo di monsignor Fan Noli, assicurazioni generiche della simpatia colla quale gli stessi vengono da noi considerati, entro i limiti che sono oramai consentiti da quella situazione internazionale nella quale l'Italia, per desiderio della stessa Albania, è venuta a trovarsi rper rispetto aLle cose albanesi.

Per quanto concerne la questione dei ,confini, ho detto al signor Mborja ciò che confel'lffio nell'ultima lettera (3) di risposta a quella di Fan Noli-cui la S. V. vorrà rimetterla, sugellata, dopo averne preso riservata visione -. Per ciò che riguarda il prestito, ho detto genericamente al Mborja essere presumibile che il risparmio italiano, il quale si è già dimostrato generoso e fiducioso in occasione di altri prestiti esteri, non lo sarebbe stato, prevedibilmente, di meno quando si fosse trattato di contribuire con quella partecipazione e con quelle modalità che fossero per essere stabilite, all'operazione finanziaria desiderata dal Governo albanese.

Ignoro ,che cosa il signor Mborja abbia potuto riferire sugli altri argomenti, dei quali ha creduto intrattenermi nel corso di una conversazione generica, durante la quale mai ho avuto intenzione di dipartirmi dai concetti sopra esposti.

Sta in fatto che anche a me è giunta l'eco dell'effetto prodotto costà ed altrove da quanto ha riferito il signor Mborja e soprattutto daJ·la diffusione, veramente inesplicabile, data alle notizie ,che egli ha ritenuto di trasmettere, con evidente imperfezione, a code·sto Governo. Stimo inutile farle rilevare -e la S. V. avrà cura di farlo presente a mons1gnor Fan Noli-come tale diffusione e le esagerate amplificazioni corse costà a proposito dei risultati di una generica conversazione da me avuta coll'incaricato d'affari d'AJibania, non possano che contribuire a creare una condizione di cose particolarmente delicata, che non vale, indubbiamente, nè ad incoraggiare nè a favorire una pratica realizzazione di quell'aiuto

che al R. Governo fosse possibile, a suo tempo ed in quel modo che risultasse consono alla predetta sua situazione di fronte all'Albania e di fronte ad altri stati, di accordarle nelle questioni che la interessano.

(l) -Cfr. n. 400. (2) -Cfr. p. 251 nota l. (3) -Cfr. n. 431.
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IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, AGLI AMBASCIATORI A PARIGI, ROMANO AVEZZANA, A LONDRA, DELLA TORRETTA, AI MINISTRI A BELGRADO, BODRERO, A SOFIA, RINELLA, E AD ATENE, BRAMBILLA

T. 2605. Roma, 1.! agosto 1924, ore 13.

(Per tutti). Con promemoria (l) rimessomi da questo ministro jugoslavo il Governo S.C.S. ha rivolto preghiera al R. Governo di dichiarare inaccettabile domanda della Bulgaria diretta ottenere autorizzazione aumentare contingente volontari di 3000 uomini. Governo di Belgrado fa rilevare che domanda è contraria alle stipulazioni Trattato di Neuilly, che Bulgaria dispone già di un esercito più numeroso di quello che stipulazioni stesse le consentirebbero e sufficiente mantenimento dell'ordine, che preteso pericolo azione comunista in Bulgaria non può essere preso sul serio e che è pretesto avente anche per scopo di discolpare Governo bulgaro per aggressioni armate compiute contro frontiera jugoslava.

Promemoria analogo mi è stato rimesso da questo ministro di Grecia a nome del suo Governo.

(Per Parigi, Londra, Atene e BeLgrado). Al passo dei due predetti ministri è stato risposto che questione è riservata all'esame ed alla deci.sione del Comitato Militare di Versailles ed eventuaJ.mente della Conferenza degli Ambasciatori, che da parte nostra avremmo aderito al punto di vista greco-jugoslavo qualora naturalmente esso avesse incontrato approvazione altri Governi colà rappresentati.

Spedisco per corriere testo due promemoria.

(Per Parigi e Londra). Prego ora V. E. telegrafarmi per mia norma quale risposta sia stata data a sua volta da codesto Governo presso H quale ritengo sarà stato fatto analogo passo (2).

(Per Sofia). Richiamo in proposito a V. S. quanto facevo presente col mio telegramma Gab. n. 385 (3). Per le cons'iderazioni nello stesso esposte ho creduto opportuno rispondere al passo dei due predetti ministri che, premesso che la questione è riservata all'esame ed alla decisione del Comitato Militare di Versailles ed eventualmente delJ.a Conferenza degli Ambasciatori, da parte nostra la richie!ta jugoslava e greca sarebbe stata accolta subordinatamente a che la stessa incontrasse l'unanime approvazione dei Governi rappresentati alla Conferenza.

Spedisco testo dei due promemoria per corriere.

(l) -Non pubblicato. (2) -Fino a qui il tel. fu ritnasmesso a tutte le ambasciate e legazioni in Europa, ad Attolico a Ginevra ed al governatore di Rodi, con tel. s. per corriere 2639. (3) -Cfr. n. 419.
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IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, ALL'AMBASCIATORE A PARIGI, ROMANO AVEZZANA

T. 2616. Roma, 11 agosto 1924, ore 24.

Suo telegramma n. 878 (1). Per ragioni generali di opportunità politica, e riferendomi al mio telegramma

n. 2605 (2), col quale ho informato l'E. V. della risposta da me data al passo di questi ministri di Jugoslavia e di Grecia, circa arruolamenti bulgari, pur non escludendo possibilità associarci si omnets ad una formula del genere di quella indicata, che la conferenza intendesse adottare, non ritengo (ripeto non ~ritengo) assolutamente opportuno che eventuale iniziativa ne sia presa da parte nostra, ed avrei quindi preferito che generale Marietti non l'avesse proposta e sostenuta nel Comitato Militare.

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IL CAPO SEZIONE NELLA DIREZIONE GENERALE EUROPA E LEVANTE, GUARIGLIA, AL DIRETTORE GENERALE DEGLI AFFARI POLITICI, COMMERCIALI E PRIVATI D'EUROPA E LEVANTE, ARLOTTA

L. P. Roma, 12 agosto 1924.

Rispondo in fretta alla tua lettera (3) perchè siamo stati tutto il pomeriggio da Contarini e De Ciutiis deve ripartire domattina presto.

l) Contarini non ha difficoltà a che Salvago Raggi parli privatamente a Zaglul pascià della questione di Giarabub. Egli però ritiene che si debba indirizzare a Romano il telespresso (che ti invio corretto) aggiungendogli che dati i rapporti tra Zaglul e Salvago quest'ultimo potrebbe anche parlargli a titolo privato nello stesso senso. Giudicherà Romano se parlare prima lui o prima Salva•go. Lo stesso telespresso si può mandare a Londra per norma di condotta di Torretta quando s'incontrerà eventualmente :con Zaglul in Inghilterra (4).

2) Per le relazioni italo-romene e la questione della Bessarabia ti rimando il progetto di telegramma (5) corretto da Contarini. Questi suggerisce di farlo vedere così come è al presidente cioè •con le correzioni da lui fatte, perchè così Mussolini lo firmerà con maggiore conoscenza di causa. Potresti metterti d'accordo con Paulucci. Contarini si raccomanda che Aloisi non si sbilanci e si conduca con massimo tatto e prudenza. Lo ha raggiunto anche in fine del telegramma.

3) Contarini come ti ho telefonato concorda nell'utilità di far venire Lago, ma a lui come a me pare che ne1la questione delle capitolazioni si possa fin d'ora procedere senza ulteriori indugi, date anche le difficoltà giuridkhe che po

17 -Documenti diplomatici • Serie VII • Vol. III.

trebbero sorgere e data l'assurdità di mantenere le capitolazioni a Rodi mentre sono abolite in Turchia. Contarini dice pure che se vi fossero delle resipiscenze da parte di qualcuno ciò servirebbe a darci una idea delle attuali intenzioni altrui.

Al telegramma n. 7241 (l) da Rodi si potrebbe dunque rispondere che mentre non vi è nessuna difficoltà ad autorizzare Lago di dare immediato corso all'abolizione delle capitolazioni e alla chiusura delle poste straniere in conformità del suo telespresso del 18 luglio 1923 (2) e con le debite forme di cortesia verso l'ufficio postale francese (3), sarebbe necessario invece per quanto riguarda i poteri del governatore, la cessazione dello stato di occupazione etc. avere uno scambio di idee con lo stesso Lago, e pregarlo quindi di venire al più presto a Roma (4).

A tale epoca sarebbero rimandati gli studi della questione.

Ad ogni modo è necessario che si dia al più presto corso al decreto che mette in esecuzione nel regno il trattato di Losanna, decreto che per telefono, sarebbe già al Consiglio dei Ministri.

4) Contarini ti prega infine di far fare subito un telegramma a Gasperini sulla questione del Gash, informandolo della sostanza del promemoria (5) da noi consegnato all'ambasciatore d'Inghilterra e specialmente mettendogli in rilievo il fatto che noi pur rendendoci conto delle difficoltà di giungere in tre ad un accordo abbiamo insistito perchè abbiano luogo le conversazioni e gli studi degli esperti per avere il materiale e gli elementi di fatto (che ora ci mancano) su cui basare una ulteriore trattazione della questione col Governo in'glese.

Ciò perchè Gasperini nè si spaventi nè creda a nostre intenzioni di annullare tutto. 8cusami la fretta di questi scarabocchi. Credo però che tutte le questioni da te indicate sono state chiarite con Contarini. De Ciutiis ti spiegherà meglio a voce.

(l) -Non pubblicato. (2) -Cfr. n. 435. (3) -Non rinvenuta. (4) -Telespr. 206113, spedito il 18 agosto, non pubblicato, con cui Mussolini dava istruzioni a Romano Avezzana di prendere contatto con Zaglul pascià, approfittando della sua presenza a Parigi per la questione della cessione all'Italia di Giarabub. Il telespr., che conteneva anche l'accenno a Salvago Raggi, fu inviato per conoscenza a Della Torretta, Lanza di Scalea e Caccia Dominioni. (5) -Cfr., con probabilità, n. 438.
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IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, AL MINISTRO A BUCAREST, ALOISI

T. GAB. 2654. Roma, 14 agosto 1924, ore 24. Suoi telegrammi Gab. nn. 351-352 (6). Constato con soddisfazione dal tono generale della conversazione che ella ha avuto con Duca, a proposito delle questioni finanziarie, come disposizioni di codesto Governo a nostro riguardo secondo già mi risultava dalle dichiarazioni ripetutamente fattemi dal signor Lahovary sembrino porsi su basi tali da consentire possibilità di rapporti più proficui tra i due Paesi.

Ciò è prova che si comincia costì a realizzare con maggiore esattezz·a tutta l'importanza dell'amicizia italiana, importanza che nei riguardi della Romania,

(ll Non rinvenuto.

• attendere mie istruzioni prima di attuare procedura da Lei a suo tempo proposta percapitolazioni... Per ufficio postale francese, tenuto conto che Francia non ha ancora ratificato trattato [di Losanna]. prima di provvedervi stimo opportuno fare i passi del caso a Parigi per ottenere che chiusura avvenga spontaneamente •. Ma cfr. n. 448.

hanno indubbiamente contribuito a chiarire i nostri accordi con la Jugoslavia e risultati scarsamente concreti dei progettati accordi di codesto Stato ·con altre potenze e con Stati della stessa Piccola Intesa.

In diverse occasioni il •signor Lahovary mi ha accennato alla questione della ratifica italiana dell'accordo per la Bessarabia ed io ho cercato di evitare di dargli una risposta esplicita. Mi riservo però di considerare la ·cosa anche in vista della possibilità di a•gevolare trattative russo-rumene un cui soddisfacente risultato non potrebbe che essere da noi desiderato. Ella dovrebbe far comprendere aJ. signor Duca che in tutti i casi ogni nostro accordo con la Romania dovrebbe coincidere con la stipulazione di un trattato di commercio mentre che su questo punto fondamentale egli ha dichiarato di non poter dir nulla senza consultare suoi colleghi.

Da quanto precede V. S. comprenderà la necessità di usare il massimo tatto e prudenza in queste conversazioni.

(2) -Non pubblicato. (3) -Peraltro con tel. 2623, trasmesso il giorno 12 alle ore 24, Mussolini ordinava a Lago (4) -Cfr. n. 440. (5) -Non pubblicato. Cfr. nn. 605 e 632. (6) -Cfr. nn. 428 e 429.
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IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, AL MINISTRO AD ALESSANDRIA, CACCIA DOMINIONI

T. RR. 2652. Roma, 14 agosto 1924, ore 24. Risulta imminente ritorno costì da Londra del sig. Hornsby Governatore Banca Nazionale Egitto, per trattare ed eventualmente concludere con Ras Tafari vendita totalità delle azioni Banca d'Abissinia (della quale lo stesso Hornsby è presidente) contro prezzo complessivo 150.000 sterline offerto d'al Reggente d'Etiopia (1). Sembra accertato che .g.ruppi francese, inglese, egiziano abbiano già autorizzato vendita azioni da loro possedute, alle suddette vantaggiose condizioni. Analoga offerta è stata fatta a gruppo italiano (il quale possiede circa 13.800 azioni attualmente depositate presso Banca d'Italia) e risposta relativa dovrebbe eS~Sere data ad Hornsby entro martedì prossimo per petrmettergli perfezionare trattative con Ras Tafari. Mentre dal punto di vista finanz·iario è certo che offerta è vantaggiosa per i portatori, perchè azioni le quali non hanno quasi mai dato dividendo verrebbetro acquistate ad un prezzo assai Slllperiore al loro valore di borsa, .sorge il dubbio che acquisto proposto valga a coprire interessi che non figurano apertamente nell'operazione e che potrebbero essere probabilmente o francesi o e.giziani, il che costituisce una logica nostra preoccupazione dal punto di vista politico. Interesserebbe pe~rtanto assai conoscere quale fondamento possa avere tale dubbio e si gradirà ogni ragguaglio in proposito che a V. S. riuscisse di racco

gliere con tutta la necessaria circospezione, telegrafandomi con la massima urgenza, dato che risposta dovrebbe esser data enttro 19 corrente.

(l) Cfr. anche n. 411.

440

IL GOVERNATORE DI RODI, LAGO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. RR. 1204/7432. Rodi, 15 agosto 1924, ore 19 (per. ore 2 del16).

Telegrammi di V. E. 39H e 5117 (?) (1).

Mi permetto esprimere avviso non essere assolutamente conveniente che io mi allontani da Rodi. Pur non prevedendo movimenti a noi ostili anche perchè Grecia donde maggiormente potrebbero partire incitarrnenti sedizione versa in quelle deplorevoli condizioni interne che sono ben note a V. E., non potendo umanamente escludere qualsiasi incidente, penso che ·Chiunque mi sostituisse qui aff.wnterebbe situazione in condizioni meno favorevoli. Principale vanta.ggio locale di chiaro e risoluto nostro atteggiamento sarebbe decidere molti dodecanesioti sinora mantenutisi riservati ed osttli a mutare di colpo loro condotta come mi risulta essere disposti a fare di-chiarando loro adesione definitiva regime isola.

441

IL GOVERNATORE DI RODI, LAGO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. RR. 1204/7433. Rodi, 15 agosto 1924, ore 19 (per. ore 2 del 16).

A tal fine occorrerebbe proclama popolazioni fermo e solenne, confermante altresì promessa autonomia ed esenzione servizio militare. Se poi V. E. ritiene preferibile per ragioni di politica generale non dare eccessivo rilievo estensione sovranità italiana isole, lasciando invece che stato di diritto ormai internazionalmente perfetto unito stato di fatto generalmente accettato consolidi a poco a poco senza scosse nostro dominio isole, allora proporrei quanto segue: emanare subito

R. Decreto dicente che in attesa approvazione da parte del parlamento legge circa assetto nuovi territori vengono prorogati governatore stessi poteri fin qui esercitati (2).

442

IL GOVERNATORE DI RODI, LAGO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. RR. 1204/7434. Rodi, 15 agosto 1924, ore 19 (per. ore 2 del16).

In questo modo mentre si regolarizza posizione giuridica governatore, si afferma implicitamente nuovo regime, nulla si pregiudica, si conserva R. Governo ogni latitudine atteggiamento e decisione e si guadagnano alcuni mesi di tempo in un modo che sembrerà a tutti naturale e ragionevole. Io stesso poi, anche valendomi esperienza primo periodo piena sovranità, elaborerei proposte organiche non limitate solo statuto politico che porterei personalmente al più presto possibile a V. E. per sottoporglielo e fomire ogni schiarimento.

Con t. gab. rr. 416/10136, trasmesso il 21 agosto alle 12,50, Mussolini rispondeva a Lagodi concordare sulla opportunità del decreto proposto • tenuto ..... conto dell'opportunità po.Iiticagenerale che nostra nuova situazione si consolidi senza scosse •.

(l) -Numeri errati. Per il primo tel., cfr. P. 256 nota 3. Col secondo t. gab. (p. r.) 117, trasmesso il giorno 14 alle ore 14, Mussolini invitava Lago a recarsi, appe;na possibile, a Roma. (2) -Annotazione di pugno di Mussolini a questo e agli altri tell. Lago: • importante •.
443

IL GOVERNATORE DI RODI, LAGO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. RR. 1204/7435. Rodi, 15 agosto 1924, ore 19 (per. ore 2 deL 16).

Nel frattempo mi regolerei qui in maniera di dare l'impressione della definitività del nostro regime astenendomi da precitse ed irrevocabili dichiarazioni.

Per ora non ·chiedo rinforzi di truppa, ma solo se [sic] qualche unità navale media si tenga pronta a partire per Egeo ove ne segnalassi necessità ed opportunità.

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IL MINISTRO DELLE FINANZE, DE STEFANI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 1202/362. Londra, 16 agosto 1924, ore 2,40 (per. ore 7).

Nella sua conversazione del pomeriggio di ieri coi delegati tedeschi, ;Herriot ha proposto in più della offerta precedente fatta (mio telegr. n. 357) (l) di evacuare subito alcune stazioni ferroviarie e porti situati immediatamente fuori della Ruhr e qualche altro punto della riva destra del Reno. Herriot •confermò pure il suo proposito di non insistere per la permanenza dei ferrovieri franco-belgi.

Stamane (15 agosto) la consueta riunione dei .capi delegazioni alleate si è riunita in attesa di conoscere la risposta tedesca a questa offerta francese, che era stata telegrafata a Bel'lino.

Prima dell'arrivo di Herriot, Mac Donald ha comunicato confidenzialmente a Theunis e a me, che a taluni uffi·ci del governo inglese risultava l'esistenza di richieste commerciali della Francia ver,so Germania «che la Francia avrebbe desiderato tenere segrete all'Inghilterra»; dubito tuttavia del fondamento che potrebbe anche trovare spiegazione nel des•ider·io, e rappresentare il tentativo, di alcuni ministri inglesi di determinare una attitudine dell'Inghilterra contraria alla Francia in questo 1mportante periodo della Conferenza. Sulle richieste commerciali francesi ho ~riferito a V. E. da ultimo coi miei telegrammi 350 (2) e 356 (3) di ieri e non mi risulta che altri ve ne siano.

Intervenuto Herriot nella riunione, Mac Donald ha riferito sulle sue difficoltà politiche interne e .sul dissenso evidente nel proprio Gabinetto relativo al termine della evacuazione della Ruhr. Ha quindi ed in considerazione di ciò, pregato Herriot di ac•cettare la formula seguente: « evacuazione progressiva nel tempo massimo di un anno». Herriot ha recisamente rifiutato, dicendo che per lui era questione di decoro nazionale, date le concessioni accordate e formalli dichiarazioni fatte che non sarebbe andato oltre di esse. Le condizioni di spirito di Herriot, che ha dichiarato di avere compreso durante Conferenza l'errore e l'illusione di una politica democratica internazionale, non hanno permesso di

proseguire la discussione, che per parte del Presidente del Consiglio frances·e ha assunto più di una v.olta accento drammatico.

Alla fine della riunione io ho suggerito confidenzialmente a Herriot e Theunis che la frase di Mac Donald avrebbe forse potuto fol'IIllularsi nel modo seguente, e cioè: « evacuazione graduale nel tempo massimo di un anno a cominciare dai luoghi di cui Herriot ha già consentito l'evacuazione immediata»: differenza con la formula di Mac Donald sarebbe nella parola « graduale » in luogo di « progressiva » contro la quale Herriot ha mosso le maggiori obiezioni, asserendo che se avesse accettata la parola « progressiva » l'ambasciatore di Germania a Parigi sarebbe poi andato ogni giorno da lui a chiedergli di sgomberare sempre nuove città. La seduta si è chiusa senza una conclusione perchè la risposta tedesca non è ancora arrivata e perchè Mac Donald ha voluto intervenire ad una riunione della Delegazione britannica presenti i delegati dell'Impero, dove in questo momento il Cancelliere dello Scacchiere attacca vivamente il suo primo ministro evidentemente dalla [sic] sua attitudine che egli considera remissiva.

Su questa questione dell'evacuazione militare, cond'erenza mantiene l'attitudine di lasciare alle delegazioni francese e belga e tedesca (come quelle dei paesi che sono direttamente interessati), secondo ho •già segnalato all'E. V. (mio tel. n. 311) (l) di stabilire i termini di un accordo. Questione pur dominando la Conferenza, è fuori del suo programma, ed Herriot è stato molto esplicito nel chiedere che fosse lasciata trattare dalle potenze occupanti e dalla Germania.

Riunione di ieri e di oggi hanno avuto per scopo di mettere al corrente le delegazioni delle potenze non occupanti dell'andamento di tali negoziati diretti, e di dare loro modo di considerare questi •stessi negoziati a scopo di a.gevolare possibilmente una intesa (2).

(l) -Sic, ma deve trattaEsi di una svista, perchè il tel. n. 357 è relativo ad altro argomento. (2) -Il tel. n. 350 manca, ma deve trattarsi del tel. gab. s. 1201, privo di numero di protocollo particolare, trasmesso il 15 agosto alle ore 2,40 e pervenuto alle 6,10 dello stesso giorno, non pubblicato, relativo alle richieste commerciali francesi. (3) -Tel. gab. 1200/356, trasmesso il 15 agosto alle ore 2,40 e pervenuto alle 6 dello stesso giorno, non pubblicato, anch'esso relativo alle richieste francesi di natura economica.
445

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA (3)

T. 2669. Roma, 16 agosto 1924, ore 21.

Ho ricevuto suo telegramma 679 (4) circa prima conversazione avuta da V. E. con Mac Donald relativamente alla questione di Tangeri e rimango in attesa di conoscere ulteriori notizie sulle definitive disposizioni di Mac Dona:ld ad adoperarsi nel senso da noi desiderato per un pronto aptpianamento delle divergenze attuali.

Stimo conveniente che nelle .conversazioni che ella si propone di avere in proposito al Foreign Office, a scanso di ogni possibile malinteso, V. E. faccia intendere che noi non avremmo alcuna difficoltà di fare sia pure contemporaneamente un analogo passo a Parigi e che ce ne siamo finora astenuti soltanto per senHre, dati i nostri intendimenti amichevoli, quasi privatamente quale fosse in proposito il pensiero del Foreign Office.

prestito alla Germania.

-o parafati, in Commissicm des Réparations, XIV, Docu.ments re!atifs d !'app!ication du rapportdu Comité des Experts, cit., pp, 191-231.

(l) Tel. gab. n. 1177/311, trasmesso 1'11 agosto alle ore 21,20 e pervenuto alle o15 del 12, non pubblicato, relativo alle questioni dell'evacuazione della Ruhr e del progett~to

(2) -La Conferenza ebbe termine il 16 agosto. Il testo del Protocollo e degli Annessi firmati (3) -Il telegramma fu trasmesso anche a Parigi. (4) -Cfr. n. 433.
446

IL MINISTRO AL CAIRO, CACCIA DOMINIONI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. 4973/224. Alessandria, 16 agosto 1924, ore 22,35 (per. ore 0,30 del17).

Telegrr-amma di V. E. n. 2652 (1).

Data delicatezza informazioni e assenza in questa stagione personalità cui avrei potuto rivolgerrni mi è difficile fare esatti accertamenti circa operazioni banca d'Abissinia nel senso desiderato da V. E.

Ho speranza tuttavia poter fornire a tale riguardo qual·che utile notizia per lunedi sera. Da cautelate indagini espletate a tfonte competente possono dedursi seguenti punti:

l) operazione nasconde con tutta probabilità lato politico nell'interesse pare della Francia;

2) essa lascia intravvedere un nuovo indirizzo della banca che potrà implicare radicali mutamenti statutari ai quali i portatori italiani conservando le azioni potrebbero, pure essendo in minoranza, fare non inefficace opposizione;

3) col mutamento in parola azioni verranno forse ad avere un valore che prima non avevano anche se il gruppo italiano non venda. Nel complesso sembrerebbe pertanto oggi sconsigliabile operazione vendita nostre azioni.

447

L'AMBASCIATORE A PARIGI, ROMANO AVEZZANA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. PER CORRIERE 4986/907/14. Parigi, 16 agosto 1924.

Telespresso di V. E. n. 205388/146 del 12 corr. (2).

V. E. ha ben giudicato nel ritenere opportuno di sentire in via preliminare il Govemo di Londra prima di fare qualsiasi passo a Parigi relativamente alle modifìcazioni che noi desideriamo siano apportate allo Statuto di Tangeri per dare la nostra adesione.

Debbo aggiungere che prima di avvicinare a tale riguardo il presidente del consiglio francese sarà forse necessario tener presente la sua situazione verso il Parlamento e le sue disposizioni dopo la Conferenza di Londra. Giacchè PQ· trebbe darsi anche, dopo le concessioni fatte in materia di riparazioni all'Inghil~ terra e alla Germania, ch'egli non si senta l'animo di abbordare con noi le questioni di Tangeri e Tunisi che comporterebbero altre concessioni dalla Francia, prima che le Camere non abbiano dato il loro benestare al suo operato e l'opinione pubblica non si sia compenetrata del nuovo indirizzo politico segnato dalle rinunzie francesi.

Con ciò non esprimo che delle ipotesi, riservandomi di riferire suH'argomento dopo il ritomo di Herriot ed in seguito al dibattito che avrà davanti al Parlamento sui recenti accordi, se, come tutto tfa prevedere, essi saranno definitivamente conclusi.

(2} Non pubblicato.

(l) Cfr. n. 439.

448

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, A VITTORIO EMANUELE III, A SAN ROSSORE (l)

T. GAB. (P. R.) 118. Roma, 17 agosto 1924, ore 18,25.

Come è noto alla Maestà Vostra col verbale di deposito delle ratifiche del Trattato di Losanna steso alcuni giorni fa a Parigi da parte dei rappil"esentanti dell'Italia, Inghilterra, Giappone, il Trattato di Losanna è diventato esecutivo ed il Dodecaneso è quindi passato all'Italia.

Tanto per cominciare ho dato disposizioni al Governatore perchè siano abolite le capitolazioni e l'ufficio postale francese. In un secondo tempo si provvederà a stabilire Io stato di diritto ~che deve suggellare lo stato di fatto creato dalla nostra occupazione e dal Trattato di Losanna.

Bisognerà concedere l'autonomia amministrativa e dare l'esenzione per ì dodecanesini del servizio militare in Italia. Non ho sin qui voluto porre in rilievo speciale il nostro nuovo splendido acquisto territoriale nell'Oriente poichè l'opinione pubblica italiana non lo merita. Fra qualche tempo spero che Ila suddetta opinione realizzerà come dicono gli inglesi che l'acquisto del Dodecaneso è cosa più importante ed essenziale di molti altri episodi. Sono lieto che Rodi diventi una nuova ,gemma della Corona (2). Quanto all'interno la situazione è migliorata. Si tratta di tener duro, di aver nervi a posto per non farsi sommergere dailJe fiumane dell'inchiostro che a un certo momento si inaridiranno per mancanza di materia prima (3).

449

IL REGGENTE LA LEGAZIONE A DURAZZO, MARCHETTI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. 4988/143. Durazzo, 18 agosto 1924, ore 1,10 (per. ore 11).

Il presente telegramma fa seguito a quello con numero di protocollo pre'cedente (4).

Non ho ritenuto il caso tentare di dissuader,e Fan Noli dal suo progetto, al quale egli dimostra tenere moltissimo. Reputo infatti che un mio passo in tal senso, oltre non sortire effetto, sarebbe certo mal giudLcato. Esso potrebbe dare credito alle voci che elementi interessati contro di noi :fanno circolare ,in Albania che prolungata attitudine di aspettativa del R. Governo verso attuale Governo albanese S'ia inspirata all'atteggiamento inglese.

Allo scopo sventare tale campagna, che certo può nuocere al nostro prestigio, sarebbe particolarmente desiderabile che V. E. potesse dichiarare a Fan Noli, ove la sua visita si verifichi, che l'E. V. autorizza questa R. legazione ad entrare in normali rapporti ufficiali con questo Governo.

È d'altra parte da tenere presente il pericolo che Fan Noli, qualora non ottenga da noi il tanto desiderato :riconoscimento, sia costretto, benchè ripugni a suoi precedenti e per le sue idee, a mercanteggiarlo col Governo inglese sulla base esclusivhà delle concessioni petrolifere. È questo l'unico punto su cui come è noto a V. E. l'azione col Governo è qui veramente impegnata ormai da anni; .e l'eventuale vittoria ,inglese pregiudicherebbe gravemente il nostro prestigio e i nostri interessi.

Fan Noli e Herron partilrebbero di qua il 24 corrente.

(l) -Il Re si trovava però a S. Anna di Valdieri. Cfr. n. 452. (2) -Il tel. fu ritrasmesso fino a qui da Lojacono a Lago, con t. gab. (p. r.) 121 del 21 agosto, ore 20,30. (3) -La minuta è di pugno di Mussolini. (4) -Tel. n. 4987/142, trasmesso il 18 agosto alle ore l e pervenuto alle 13 dello stesso giorno non pubblicato, relativo all'intenzione di Fan Noli di recarsi a Ginevra in occasione della munione del Consiglio della Società delle Nazioni per ottenere il riconoscimento del Governo albanese e per tastare il terreno circa le questioni economiche.
450

L'AMBASCIATORE A COSTANTINOPOLI, MONTAGNA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. 4993/373. Costantinopoli, 18 agosto 1924, ore 11 (pe1·. ore 17).

Mio telegramma n. 359 (l) ed analoghi precedenti telegrammi.

Ieri nel pomeriggio Nusret venne a :farmi da parte d'Ismet Pascià seguente dichiarazione: tanto Stato Maggiore che ministero dell'interno non hanno rinvenuto alcun indizio che stia a provare esistenza in Turchia di intrighi ed azioni del genere da noi denunziata. Non è ;provato che ufficiali turchi partecipino a simili mene o che le abbiano dirette. Se esistesse il contrario, senza dubbio Governo turco si affretterebbe a compiere il suo dovere. In tale stato di cose Governo turco è rimasto penosamente impressionato per il fatto che il Governo italiano parla di responsabilità internazionali della Turchia. Del resto o-ccorre considera:re le risposte g.ià date in merito a mezzo di Adnan bey come soddisfacenti e Governo della Repubblica turca ritilene di avere diritto che esse siano riguardate tali.

Il telegramma continua col numero successivo.

451

L'AMBASCIATORE A COSTANTINOPOLI, MONTAGNA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. 4994/374. Costantinopoli, 18 agosto 1924, ore 11,20 (per. ore 18).

Seguito del telegramma precedente.

Dispaccio di lsmet, del quale Nusret m~ parlava, terminava ,con queste parole testuali: «Allorchè Ella comunicherà nostre imiM"essioni e considerazioni diplomatiche a S. E. Montagna, Ella potrà di nuovo e nel modo più formale cor

rispondergli delle assicurazion1 ». Non ho mancato di far notare al mio interlocutore indeterminatezza e insufficienza di tali dichiarazioni, chiedendogli senza ..... (l) ottenerne delle precise. Ho finito:

l) col !asciargli chiaramente intendere che di fronte a tutto ciò si trovano fatti specifici da noi segnalati e ulteriori notizie che starebbero a provare che mene intrighi e di peggio a favore ribelli libici continuano a svolgersi impunemente in Turehia,

2) coll'esprimergli miei personali dubbi che le dichiarazioni fatte siano per soddisfare R. Governo. Evidentemente 'governo turco specula sulla difficoltà che esiste per noi di porlo di fronte a prove irrefutabili degli atti incriminati. È anche mia impressione che l'energica nostra azione diplomatica dovrebbe indurlo a maggiore cautela e moderazione nella sua inframettenza e nella sua acquiescenza riguardo a1gli agitatori libici.

(l) Non rinvenuto. Tra gli altri, cfr. sullo stesso argomento il t. 4839/358, del 7 agosto, non pubblicato.

452

VITTORIO EMANUELE III AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. (P. R.) 447. S. Anna Valdieri, 18 agosto 1924, ore 12 (per. ore 13,30).

La ringrazio molto del Suo telegramma di iersera (2). Sono lieto della si,stemazione della questione del Dodecaneso e segnatamente di Rodi, felice risultato della patriottica tenace opera di Lei. Mi compiaccio pure delle indicazioni che Lei ha la cortesia di darmi circa il miglioramento della situazione interna.

Tutte le notizie che lei vorrà fornirmi sulle cose nostre estere ed interne, mi riusciranno sempre molto gradite. Dopo domani 20, mi trasferirò con mie figlie grandi a San Rossore:, dove mi ragg1ungerà da qui la Regina, appena la mia piccola Maria sarà guarita completamente e trasportabile.

453

IL MINISTRO A BUCAREST, ALOISI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. s. 1224/367. Bucarest, 19 agosto 1924, ore 22 (per. ore 3,20 del 20).

Decifri Ella stessa.

Nel comunicare opportunamente a Duca contenuto telegramma di V. E. 2654 (3) gli ho fatto comprendere necessità addivenire ad un trattato di commercio. Duca mi è sembrato arrendersi personalmente alle mie ragioni e mi ha pregato di lasciarlo parlare con suoi colleghi e trattare questa questione nel prossimo consiglio dei ministri che si terrà qui a Sinaja 24 corrente. Dopo di che mi informerà del risultato ottenuto.

Malgrado disposizioni personahnente favorevoli di Duca, bisognerà credo vincere la nota intransigenza del ministro delle finanze.

(l) -Gruppo indecifrato. (2) -Cfr. n. 448. (3) -Cfr. n. 438.
454

L'AMBASCIATORE A PARIGI, ROMANO AVEZZANA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. PER CORRIERE 1226/912/16. Parigi, 19 agosto 1924. Le comunicazioni che il presidente del consiglio francese farà domani mercoledì alle commissioni parlamentari ed il dibattito che comincerà giovedì davanti alla camera sui risultati della conferenza di Londra sono attesi con relativo interesse, poichè l'argomento è già stato esaurientemente trattato dalla stampa ed è fadie prevedere cosi le dichiarazioni di Herrtot che gli argomenti dei suoi contraddittori. La Francia, tolti i partiti del cartello, non è soddisfatta degli accordi di Londra, ma ha la sensazione che il presente governo se poteva mostrarsi diplomaticamente più abile ed evitare certe formule poco amichevoli per la Francia, specialmente le ripetute dichiarazioni pubbliche della Germania e dell'Inghilterra sulla illegalità dell'occupazione della Ruhr, nel fondo non poteva fare altrimenti di quello che ha fatto. I risultati della conferenza sono 1stati riassunti dallo stesso Herriot nella frase con la quale, secondo il reporter dell'Echo de Paris, egli avrebbe concluso le sue comunicazioni ai giornalisti: « Ciò che noi abbiamo evitato è più importante di quello che abbiamo ottenuto ». Secondo ogni probabilità si ritiene che le camere non prenderanno la responsabilità di rifiutare la loro approvazione ai protocolli concordati per l'applicazione del rapporto Dawes; poichè troppo gravi sarebbero le conseguenze di una mancata ratifica del parlamento francese. Del resto, ripeto, dopo che il piano degli esperti come un complesso di provvedimenti inseparabili era stato accettato da Poincaré, i risultati dell'accordo non potevano essere molto diversi da quelli che sono stati, fatta eccezione delle dichiarazioni dell'illegalità dell'occupazione della Ruhr che qui si pretende Herdot avrebbe potuto evitare mo~ strando una maggior fermezza. Tuttavia prevale un certo malessere che proviene soprattutto dal disorientamento della politica francese che uscita dal binario sul quale correva da cinque anni, non vede ben chiare le nuove vie che le addita la concezione ancora vaga dei partiti di sinistra. Di questo malessere si faranno interpreti le opposizioni che critilcheranno, per la forma soltanto, gli accordi di Londra, per quanto riguarda le riparazioni, ma esprimeranno le preoccupazioni effettive del Paese, quando accenneranno alla prossima cessazione del controllo militare sulla Germania senza sostituzione dL sufficienti garanzie, ed alla eventualità che la zona di Colonia sia sgombrata al 10 gennaio o, al massimo, contemporaneamente alla Ruhr, dalle truppe inglesi senza che sia permesso alla Francia di sostituirle, essendosi la Gran Bretagna opposta alla tesi prospettata da Poincaré (e adottata da Herri'ot nel suo ultimo discorso al senato), secondo cui non sarebbero che ora soltanto incominciati a decorrere i termini dell'occupazione previsti dal trattato di Versail1es, in seguito alla mancata esecuzione del trattato stesso da parte della Germania. Nè minori sono i timori che turbano questa opinione pubblica, e gli uomini di stato responsabili dell'avvenire della Francia,

riguardo alle sorprese che Mac Donald può riservarle in materia di sicurezza, nella prevenzione ch'egli, sotto veste di assicurare la giusta pace in Europa, tenda a togliere ogni libertà d'azione alla Francia e a porla, in fatto di armamenti, in legami analoghi a quelli in cui l'ha costretta in materia di riparazioni.

Ultime ma non meno assillanti sono le preoccupazioni per la questione dei debiti interalleati e per i rapporti commerciali con la Germania e per il malcontento che prevarrà in Alsazia e nella Lorena quando cesserà la situazione di favore di cui godono quelle due provincie.

La Francia per essere logica, se vuole continuare nella via segnata dai recenti accordi e dalle dichiarazioni di Herriot, impLicitamente dovrebbe rinunziare alla sua posizione egemonica sul ,continente ed entrare nell'orbita della politica inglese, che a Londra ha trionfato, ed 11 suo trionfo ha voluto sottolineare con la manifestazione di forza militare della rivista di Spithead e di illorza economica con la esposizione imperiale di Wembley.

Tollererà ,lo spirito orgoglioso di questa nazione una tale decapitazione del suo prestigio? Ad ogni modo essa non giungerà ad accettarla che per gradi attraverso tentennamenti e lotte ìnteme, e non è da escludere ch'ella sia per ricercare, preferibilmente, l'assetto della nuova sua politica in un accordo con la Germania che, consigli!abille in teoria:, lascia dubbiosi nella sua attuabilità, per lo spirito di rivincita di cui sembra sieno irrimediabilmente compresi i tedeschi tutti.

L'Italia per la polirtica necessariamente autonoma che le è imposta dai suoi interessi non può influire sempre su questo divenire della situazione europea, ma deve seguirlo con indefessa attenzione perchè ne è parte vitale ed ogni mutamento d'indirizzo la colpisce o la valorizza.

Intanto per la prima delle questioni sopra menzionate, la soppressione del controllo militare sulla Germania ed il tmsferimento del medesimo alla Società delle Nazioni, ci ,conviene, conformemente aU'azione ,costantemente svolta in seno alla conferenza degli ambasciatori, di agevolarla, come uno dei principali elementi di pacificazione ,e per salvaguardare lo stesso prestigio delJ.e potenze alleate.

455

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, ALL'AGENTE DIPLOMATICO A TANGERI, BORGHETTI

T. RR. P. 2712. Roma, 20 agosto 1924, ore 1. Nel ringraziare V. S. interessante rapporto n. 100 (l) del 26 luglio u. s. richiamo ad ogni buon fine la di Lei attenzione, per Sua riservata personale norma e semplicemente quale constatazione di uno stato di fatto, sulla considerazione che R. Governo al momento attuale, pur mantenendo ben inteso intatta ogni libertà di decisione e della conseguente azione del caso, ha tuttora sotto esame questione Tangeri e non ha quindi materialmente espresso eventuale « rifiuto » accettare nota Convenzione. Ho tenuto esporLe tali chiarimenti perchè

Ella sia esattamente informata del materiale stato dei fatti, ripetendo peraltro che naturalmente decisione resta del tutto impregiudicata.

(l) Cfr. n. 409.

456

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, AL MINISTRO A BELGRADO, BODRERO

T. GAB. 414. Roma, 20 agosto 1924, ore 20,30.

Suo telegramma n. 417 (1). Prego V. S. ringraziare il signor Marinkovi:c del desiderio che mi ha fatto esprimere e di assicurarlo che sarò molto lieto di incontrarmi ·con lui.

Ritengo che difficilmente potrò recarmi a Gin·evra; potremmo quindi stabilire di vederci al suo ritorno da quella città, dato che impegni di Governo non mi consentono di incontrarlo prima.

Gradirei poterlo ricevere a Roma; se però ciò non convenisse al signor Marinkovic, incontro potrebbe aver iuogo a Milano.

457

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, ALL'AMBASCIATORE A PARIGI, ROMANO AVEZZANA

T. 2715. Roma, 20 agosto 1924.

È imminente arrivo Cairo del signor Hornsby Governatore Banca Nazionale Egitto, per •trattare ed eventualmente concludere con Ras Tafari vendita, pel prezzo complessivo drca 150.000 sterline offerte da quest'ultimo, totalità azioni Banca d'Abissinia (del:la quale lo stesso Hornsby è Presidente) la cui fondaztone fu anche ispirata ai concetti che determinarono accordo a tre per ·l'Abissinia del 1906 e alla cui costituzione parteciparono quattro gruppi: italiano, francese, inglese ed egiziano. Sembra accertato che gruppi francese inglese egiziano abbiano già autorizzato vendita azioni da loro possedute alle suddette vantaggiose condizioni. Analoga offerta è stata fatta a gruppo italiano (il quale possiede circa 13.800 azioni depositate presso Banca d'Italia) (2).

Mentre dal punto di vista finanziario offerta. •savebbe vantaggiosa per i portatori, perchè azioni le quali non hanno quasi mai dato div1dendi verrebbero acquistate a un prezzo assai superiore al loro attuale valore di borsa, sorse il sospetto ·che acquisto proposto valesse a coprire interessi che non figurano apertamente nell'operazione e che potrebbero probabilmente essere francesi.

Sospetto è avvalorato dal :fatto che mentre il prezzo di borsa delle azioni aggirarsi intorno ai 10 scellini, agenti francesi ne cercano a Londra offrendo 16 scellini.

Il Foreign Office che considera sfavorevolmente la vend~ta, pur dichiarando di non poter impedil'lla, dato che le azioni rappresentano un impiego lucrativo di un istituto di credito privato, solo giudice dei suoi atti amrnini:strativ·i, ha

accennato anche al pericolo che Banca d'Abissinia cada sotto il controllo, anzichè del Governo di Addis Abeba, dei c suoi nuovi amici ~. D'altra parte il

R. ministro in Egitto, invitato ad indagare al riguardo ha risposto quanto segue: (t. 4973 /224) (1). ·

In tali condizioni, questo Ministero, considerato il pericolo su accennato nonchè l'interesse politico che l'Italia mantenga le posizioni acquisite nella Banca d'Abissinia, ha comunicato alla Banca d'Italia di non poter dare la sua approvazione alla vendita delle azioni da parte del gruppo italiano, e !l'ha invitata ad interessarsi nel modo più efficace presso possessori italiani delle azioni perchè in vista del suaccennato interesse politico nazionale non venga modilfìcata l'attuale situazione.

Da quanto precede, che ho comunicato a V. E. per sua opportuna e riservata conoscenza, risulta del massimo interesse indagare quaJe fondamento possa avere il dubbio sopra prospettato circa intervento occulto francese, e gradirò ogni ragguaglio che in proposito riuscisse a V. E. di raccogliere con quella debita circospezione che il caso comporta.

(l) -Tel. gab. n. 1223/417, trasmesso il 18 agosto alle ore 18,18 e pervenuto alle 21 dello stesso giorno, non pubblicato, relativo al desiderio espresso da Marinkovié di incontrarsi con Mussolini. (2) -Cfr. nn. 411, 413 e 439,
458

IL MINISTRO A BELGRADO, BODRERO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. s. 1229/424. Belgrado, 21 agosto 1924, ore 22,20 (per. ore 2,30 del 22).

È comparsa in questa stampa la notizia che Marinkovic si sarebbe recato prossimamente a Parigi. Tale viaggio era messo in relazione ad un accordo politico-militare che si starebbe negoziando fra i due paesi. Marinkovic mi ha personalmente smentito questa notizia. Egli vedrà Herriot a Ginevra, se il primo ministro francese ci si recherà.

459

IL MINISTRO A BELGRADO, BODRERO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLlNI

T. GAB. 1228/426. Belgrodo, 21 agosto 1924, ore 22,20 (per. ore 3 del 22).

Suo telegramma Gab. segreto n. 414 (2).

Ho intrattenuto Marincovich sull'incontro con V. E. Egli si è dimostrato

disposto recarsi a Roma. Non ho creduto quindi di accennare a Milano sem

brando più opportuno che egli venga costi, almeno che urgenti necessità di

governo obbligandolo a rientrare subito a Belgrado, non consiglino incontrarsi

a Milano.

(l) -Cfr. n. 446. (2) -Cfr. n. 456.
460

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, AL REGGENTE LA LEGAZIONE A DURAZZO, MARCHETTI

T. 2751. Roma, 22 agosto 1924, ore 23.

Telegrammi S. V. 142 (l) e 143 (2).

Nessun fatto nuovo è intervenuto a modificare le direttive del R. Governo nei rtguardi del riconoscimento del!l'attuale Govemo albanese e dello sviluppo e pacifico consolidamento dell'Albania, quali sono state ind~cate a codesta Legazione ripetutamente e per uil.timo nel telespresso mi:nisteriale 9 :agO'Sito

n. 205216 (3). Non potrei quindi nel ricevere il Presidente del Consilglio ed il Minrlstro delle Finanze far loro ora. a·1cuna maggiore o più precisa dichiM"azione.

Per contro non sarebbe improbabile che la eventuale conversazione fosse erroneamente interpretata a Ginevra dail rappresentanti esteri ivi convenuti e desse loro impressione che i Ministri albanesi avessero voluto .prendere dall'Italia speciali direttive prima di presentarsi alla Società delile Nazioni:, ciò che finirebbe col danneggiare la stessa causa degli albanesi.

I molteplici impegni che ho in questo momento mi renderebbero d'altra parte mpossibile una conversazione a fondo sui vari problemi dell'Albania e mi hanno proprio di questi giomi obbligato a rispondere ad un'an.aloga cortese offerta di visita del nuovo Ministro jugoslavo degli Affari Esteri con la preghiera di rmviare il colloquio a dopo la riunione di Ginevra.

Nell'esprimere il mio rincrescimento .per la necessità in cui mi trovo di differire la visita dei ministri albanesi, la S. V. vorrà aggiungere che a dimostrare l'immutato nostro interessamento per l'Albania, ho dato alla delegazione italiana a Ginevra ed in ispecie al Marchese Medilci del Va-scello, nostro delegato aggiunto, particolari istruzioni di mantenere opportuni contatti con la delegazione albanese. In questo modo oltre che ad essere tenuto al corrente di ogni comunicazione che Fan Noli intendesse di farmi da Ginevra, mi sarà facile di concordare per mezzo della delegazione italiana il colloquio da tenersi alla data più conveniente.

In questo senso mi sono espresso con questo Incaricato d'Affari d'Albania.

461

L'AGENTE DIPLOMATICO A TANGERI, BORGHETTI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

R. RR. 455/118. Tangeri, 24 agosto 1924 (per. iL 3 settembre).

L'E. V. essendosi compiaciuta di prendere in considerazione il contenuto del rapporto mio in data del 26 luglio u. s., sub n. 400/100 (4) vorrà consentirmi ora di aggiungere qualche breve appunto a quanto io ebbi l'onore di esporre nel succitato documento.

Com'ebbi a rendere noto a codesto Ministero col rapporto del 17 corrente mese, sub n. 445/115 (1), la data, probabilmente definitiva, della messa in esecuzione del nuovo ·congegno amministrativo per la zona tangerina appare fissata per il l novembre p. v. Tra due mesi, o pressappoco, giungerà qui il nuovo Console generale della Gran Bretagna ed allora !'·attuale Agenzia diplomatica britannica verrà soppressa come già vennero soppresse le due Agenzie diplomatiche di Francia e di Spagna. Lo « Statuto », ripeto, comincerà aillora a funzionare -·con quali! pratici risultati non è dato antivedere.

Ora sarebbe sommamente opportuno, ad avviso mio, ·che la eventuale protesta russa contro il nuovo regime sorto dalJa Conferenza di Parigi ve!llisse fo.rmulata prima del prossimo novembre perchè ·la messa in azione dello « Statuto » creerebbe ed un «fatto compiuto » dirò così materiale ed un « fatto compiuto » morale, più importante quest'ultimo, perchè esso ben difficilmente consentirebbe al Governo francese, assai geloso del proprio prestigio presso ile popolazioni marocchine, di ritornare sulle già prese decisioni.

Aggiungasi come la messa in prattca dello «Statuto» non mancherà di sollevare qui alle tre potenze firmatarie della convenzione di Parigi ed a questa

R. Agenzia non poche difficoltà, gravide queste ultime, alia nor volta, di inci.:' denti ·Che, malgrado la mi,gliore volontà e la più perspicace abilità, tarderanno ad essere composti.

Ora, non credo che l'opinione pubbLica britannica, dopo aver dato l'intero appoggio suo al sig. Mac Donald per •Comporre il forte dissidio della Ruhr, voglia poi affannarsi a sostenere un punto di v1sta -il'esclusione dell'Italia dalle trattative per Tangeri-del quale il Governo britannico non era e, a quanto appare (2), non è tuttora soverchiamente convinto; punto di vista che gli sarebbe fonte, tra non molto, di non pochi imbarazzi; mentre, dal canto suo, l'opinione pubblica francese non ostacolerebbe, ad avviso mio, quella soluzione alla questione tangerina la quale, salvaguardando il suo amor proprio, soddisfacesse i desiderata italiani.

Ailtre considerazioni vorrei aggiungere a quell:e testè all'E. V. esposte. RJiserbomi di far ciò verbalmente se, come chieggo in separato rapporto, sarò autorizzato a venire per brevissimo tempo alla capi:tale per conferire con codesto Ministero.

(l) -Cfr. p. 262 nota 4. (2) -Cfr. n. 449. (3) -Cfr. n. 434. (4) -Cfr. nn. 409 e 455.
462

IL REGGENTE LA LEGAZIONE A DURAZZO, MARCHETTI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

R. RR. 1109/218. Durazzo, 24 agosto 1924.

Ho attentamente meditato il contenuto del telespres.so di V. E. del 9 agosto,

n. 205216/22 (3), giuntomi il giorno 19 corrente. In perfetta concordanza con lo stesso è la prima parte del telegramma di V. E. n. 2751 (4) del 23 agosto.

In analogia con la linea di condotta, del ll"esto chiara ed inequivocabile, in ta.li documenti tratteggiata, mi sono espresso ancora ieri, lungamente ed amichevolmente, sia con Fan Noli che con Gurakuqui, diffondendomi suHe ragioni perfettamente •convincenti, derivanti e dal passato e dalla presente situazione politica, che inspirano l'atteggiamento del R. Governo.

Ciò premesso, mi ·Consenta l'E. V. di riassumere la situazione politica in questo paese, e le .conseguenze che possono, a mio sommesso parere, derivarne.

Com'è noto a V. E., i1 Governo di Falil Noli è giunto al potere alla metà dello scorso giugno, attraverso un movimento rivoluzionario. Esso sostituì un Governo -anzi una classe governativa -·che aveva dato indubbie prove di essere a noi avverso od almeno a• noi! non :favorevole a causa soprattutto di var~e dirette influenze straniere.

Durante tale rivolgtmento questa legazione mantenne -come non fecero

altre rappresentanze -un contegno ·correttamente neutrale fra le due parti

contendenti, e di benevola aspettativa.

Appena giunto al potere questo Governo commise un grave errore di cui sconta amaramente le conseguenze: quello cioè ·Che non si curò di sanare almeno formalmente la sua posizione dal punto di vista ·costituzionale. Non gli mancarono veiterati consigli amichevoli di questa legazione, che faceva rilevare l'opportunità, per esso, di mettersi in regola con 1a costituzione, se non altro agli eff·etti internazionali (ed H Governo, ritengo, lo avrebbe potuto). Ma considerazioni di immediato tornaconto, e forse anche una errata va·lutazione della realtà, dissuasero n Governo dal seguire quella via. Non è dubbi•o che, in seguito a tale omissione, la situazione governativa è risultata meno netta sia dal punto di vista interno, •Che da quello internazionale.

Il Governo di Fan Noli a.ssunse il potere fidando in larga misura sull'amichevole appoggio fattivo dell'Italia: di tale amicizia e di tale appoggio esso fece uno dei capisaldi del suo programma ed una delle basi della sua azione governativa.

Non è a dire che questa legazione, dal primo momento fino ad oggi, non si sia assiduamente adoperata a moderare gli esuberanti entusiasmi e a smorzare le illusioni, illustrando .le pratiche difficoltà di una ·eccessiva o precipitata collaiborazione anche solo economica tra Italia e Albania, e la particolare delicatezza della situa:z;ione.

Comunque, il Governo di Fan Noli a•ccolse con giubilo il telegramma di

V. E. (l) comunicato a questa legazione sub n. 1983, del quale peraltro questa legazione, conformemente al successivo telegramma di V. E. 1993 (2), si affrettò a precisare la portata. Esso riaperse il cuore alla speranza quando ricevette da codesto suo incark.ato d'affari il telegramma da me segnalato con telespresso del

2.3 luglio n. 98'2./179 (3}: delle notizie del sig. Mborja io mi affrettai subito a mitigare l'impressione, e tale mia azione intensi•ficai non appena ricevetti il telegramma di V. E. n. 402 Gab. (4) in data 10 agosto. Non mi riuscì tuttavia di

18 -Documenti diplomatici -Serie VII • Vol. III.

impedire che, soprattutto alla parte riguardante i pretesi promessi aiuti finanziari si desse una eccessiva e dannosa pubblicità, a scopi di politica interna.

D'altra parte questo Governo, e più ancora questa opinione pubblica, continuamente sobillata da agenti contral'i al Governo stesso ed a noi, continuano a commentare in modo sfavorevole la perdurante mancanza di normali rapporti diplomatici tra il Governo atlbanese e le rappresentanze estere; e non mancano di sottolineare che, a oltre due mesi di pacifica permanenza aJ. potere dell'attuale Governo, non è stata ripresa alcuna delle trattative che stanno a cuore all'Albania e che erano precedentemente in corso (banca, prestito, Musacchia, ecc.) (non che Fan Noli non si renda conto dell'impossibilità di trattare a fondo tali questioni in contumacia del parlamento, ma egH desiderava che almeno formalmente le trattative fossero riprese o almeno continuassero); e la gente, che ripugna da sottili distinzioni, non si perita di attribuire all'attuale Governo ed al suo isolamento internazionale la causa che l'appassionél!Ilte questione dei confini si trovi, da tempo, ormai in un punto morto.

Considerando che nessun Governo albanese (a quanto credo di poter affer

mare) può o potrà reggersi se non con un appoggio fattivo ·che venga dal di fuori,

e considerando che l'attuale Governo potrà ormai difficilmente tentare approcci

o trovare sostegno in altri stati, sono tratto a ritenere che esso non possa a lungo mantenersi. I numerosi partigiani di Ahmet bey Zogu, potentemente e tenacemente aiutati in tutti i modi entro e fuori dei confini albanesi da agenti jugoslavi (come ho avuto varie occasioni di segnalare) e gli scontenti di ogni colore che non mancano soprattutto in un disgraziato paese come questo, si preparano alla riJScossa. Se le informazioni che ho, sono esatte, tentativi non mancheranno, prossimamente, forse anche -et pour cause -durante il prossimo convegno di Ginevra. Questo Governo si troverà alle prese oltrechè con difficoltà materiatli (mancanza di armi e munizioni e scarsità di danari) e con le altre difficoltà comuni ad ogni Governo in Albania, anche col vento di fronda che spira nella pubblica opinione la quale gli l'improvera l'isolamento dell'Albania: e non credo, ripeto, che il Governo abbia molte probabilità di resistere a lungo.

Al punto in cui si trovano le cose, e conformemente alle direttive generali del R. Governo, mi permetto di esprimere il subordinato parere che convenga orma1i, anche a Ginevra, che la nostra delegazione abbia cura di appoggiare in ciò che è possibile le richieste e le tesi dello stato albanese, evitando tuttavia di dare l'impressione, sia in pubbliche che in private discussi:oni, di appoggiare piuttosto l'attuale che un altro Governo in Albania.

Analogamente si conduce questa legal!'lione, che si mantiene accuratamente estranea alle beghe interne, e si astiene dal manifestare simpatie o antipatie per questo o quel partito.

N o n tocca a me, sul finire di questa mia breve missione temporanea, di avventurare previsioni su quanto potrà accadere in Albania in segui,to a nuove scosse e ad ulteriori cambiamenti di Governi. Credo tuttavia di poter constatare come l'esperimento Fan Noli stia a dimostrare una volta di più la quasi impossibilità ·che li.'Albania possa reggersi se non appoggiata dali. di fuori. Se tale constatazione è esatta appare ·evidente lia necessità e l'urgenza di maturare fin d'ora la linea d'azione italiana più consona alla difesa dei nostri interessi. Cosi come vedo la situazione oggi, l'Albania si avvia a divenire la sfera d'influenza di un altro stato (della Jugoslavia, se prevarranno Ahmet Zogu e suoi segùaci), se non pure ana dissoluzione.

(l) -Non pubblicato. (2) -Secondo private, ma credo esatte informazioni qui giunte, il sig. Robertson, tuttora rappresentante a Tangeri della Gran Bretagna, attualmente però in congedo, ed autore massimo del testo dello c Statuto • tangerino, il quale, per l'o.pera da lui prestata e qui ed alla Conferenza di Parigi, attendevasi una promozione ad ambasciatore od, almeno, il trasferimento ad una tra le più importanti Legazioni europee, travasi attualmente in semi-disgrazia, il suo capo attuale, sig. Mac Donald, non essendo soverchiamente entusiasta del nuovo ordinamento tangerino. [Nota del documento]. (3) -Cfr. n. 434. (4) -Cfr. n. 460. (l) -Cfr. n. 306. (2) -Cfr. n. 305. (3) -Cfr. n. 400. (4) -Tel gab. s. 402 del 10 agosto, non pubblicato, ool quale Mussolini dava disposizioni perchè fosse mitigato l'entusiasmo prodotto dalle dichiarazioni di Mborja sull'aiuto promesso dall'Italia all'Albania. Cfr. anche n. 434.
463

IL MINISTRO A BERNA, GARBASSO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. 5172/234. Berna, 26 agosto 1924, ore 21,45 (per. o?"e l del 27).

Nella seduta di sabato della conferenza interparlamentare, delegato tedesco W~rth, già Cancelliere dell'Impero, disse che l'Europa si agita per l'urto di due estreme concez;ioni politiche, fascismo e comunismo e definì fascismo come reazione supernaziona.Usta. Nella seduta odierna, on. Bianchi ha rettificato giudizio del Wirth ed ha dichiarato essere suo dovere chiaJrire che all'estero fascismo è male compreso. Fascismo è fenomeno politico essenzialmente italiano e viene confuso troppe volte a torto con un ipotetico spirito di reazione supernazionalista che in Italia non esiste affatto. Italia ha dimostrato di volere operare per la pace e basta ricordare numerosi trattati di commercio conclusi nel 1923 e neJ.l'anno corrente per :pTOVaJre che l'azione del Governo italiano ·concorda perfettamente colla proposta fatta dalla Commissione economica finanziaria alla Conferenza interparlamenrtare. Azione che il fascismo svolge ;presso le masse operaie è diretta a regolare i rapporti tra capitale e lavoro in una atmosfera pacifica di collaborazione e può definirsi veramente democratica dn quanto vuole favorire il libero sviluppo delle forze sane del Paese. Oratore ha concluso che spirito altamente patriottico del fascismo è contemporaneamente spirito pacifico e democrat1co che mira a mantenere profonda l'unità spirituale del popolo itali>ano ed a creare atmosfera morale pacifica nei rapporti tra i vari Stati.

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IL MINISTRO A PRAGA, PIGNATTI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. R. 1237/367. Praga, 27 agosto 1924, ore 13 (per. ore 14).

Mio telegramma 350 (1).

La visita ufficiale del presidente della repubblica a Roma è stata rinviata avendo i medioi sconsigliato r~isamente di sottoporre il signor Masaryk alle fatiche viaggio in Italia e nei Balcani nella stagione autunnale. Il presidente ha 75 anni. Le preoccupazioni dei medici e del governo al di lui rtguardo non sembrano infondate. Resta però il fatto che la visita così come avrebbe dovuto effettuarsi era previ,sta da tempo mentre salute del signor Masaryk non ha subito in questi ultimi tempi alcun peggioramento. Al contrario il presidente, che ha sopportato magnificamente di recente un faticoso viaggio in Moravia, monta giornalmente a cavallo e fa vita attirvissima. Sarà possibile appurare la vera ragione

del rinvio, se ve n'è realmente un'altra all'infuori di quella palesata. Senza poter ancora assicurarlo formalmente, sono indotto a credere che al rinvio della visita a Roma non sia estraneo il Kybal che è qui da un mese. Mi è stato detto da persona in grado di saperlo, e che non aveva interesse a dire cosa non vera, che Kybal ha fatto una fosca descrizione della situazione in Italia. Non è perciò da escludere che i:l presidente del consiglio che non ha certamente sentimenti favorevoli al fascismo ed è strettamente legato da vincoli di partito al Kybal, si sia Ja:sciato .impressionare dal suo racconto ed abbia agito sul presidente della repubblica e su Benes per indurii a rinvia~re la visita a Roma.

(l) Tel. gab. r. 1225/350, trasmesso il 20 agosto alle ore 14,15 e per. alle Hi dello stesso giorno, non pubblicato, relativo al viaggio di Masaryk a Roma.

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L'AMBASCIATORE A MOSCA, MANZONI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

R. CONF. PER CORRIERE 2778/778. Mosca, 27 agosto 1924. Le previsioni comunicate a V. E. col mio rapporto n. 2152/601 del 6 luglio (l), si sono puntualmente verificate. La missione ;pontifida ha chiusa la sua attività il 24 luglio. Le agenzie provinciali hanno cessato completamente di funzionare, ed i loro titolari sono partiti dalla Russia. La sede centrale di Mosca è rimasta aperta ancora per la liquidazione generale. Le istruzioni pervenute dal Vaticano per questa liquidazione sono giunte pochi giorni fa, neJ senso di accordarsi col governo dei soviet per la resti'tuzione della sede delJa Missione, in vira: Voroski n. 44, e per la ·ces:sione, a prezzo di favore, dei mobili, delle vetture automobili di proprietà della M~ssione. La somma convenuta sarà riscossa; ma poi riversata subito ai soviet per essere erogata a scopo di benefidenza. Il direttore della Missione, padre Edoardo Gehrmann, sta già procedendo all'esecuzione di queste istruzioni. Quanto al negoziato di Berlino, le mie u11;ime notizie sono nel senso che i soviet pretendono dal Vaticano il riconoscimento de jure, e che il Vaticano avrebbe replicato ponendo 5 condizioni per tale riconoscimento. Ne conosco 4, le quaJi sarebbero le seguenti: l) l!ibertà del clero e dei cattolici nell'Unione 2) restituzione del:le chiese ·confiscate 3) libertà d'insegnamento del catechismo ai giovani fino ai 18 anni 4) libertà d'azione per il delegato apostolico nei rapporti scritti ed oralli col clero e .coi fedeli. Si comprende .che queste condizioni non possono essere accettate dai soviet, così ·come è difficile pel Vaticano arl"ivare al riconoscimento de jure, senza una vera ed importante vittoria morale. In tali circostanze il negoziato si presenta come molto difficile, e come avviato verso un insuccesso. Ma v'è d'altra parte iJ tenore veramente conciliante de1Ie istruZiioni va.ticane per la liquidazione della missione di soccorso, tenore che se può trovare La sua spiegazione nella volontà

del Santo Padre che fino all'ultimo la missione compia atto di generosità, può anche venir interpretato come una manifestazione di -conciliante volontà per

i futuri rapporti e per le trattative in corso a Berlino tra il Vaticano ed i Soviet. Il Vatkano aveva del resto fatto una proposta ai soviet anche per un eventuale prolungamento della esistenza della Mi!ssione di soccorso, ma la proposta fu declinata.

Prego V. E. di voler considerare tutte queste notizie come assolutamente confidenziali, giacchè è sotto tale impegno da parte mia che le ho ottenute.

(l) Non pubblicato.

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IL MINISTRO COLLI AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

RR. Rapallo, 27 agosto 1924.

Mi onoro trasmettere a codesto ministero l'unito « Memoriale » riservatissimo relativo a «Sbocco al mare per l'Abissinia».

ALLEGATO

COLLI A MUSSOLINI

R. Rapallo, 24 agosto 1924. Il solo argomento di carattere politico trattato spontaneamente nelle tre capitali europee, Roma Parigi e Londra, dalla Missione etiopica guidata da S. A. Tafari Maconnen nella sua recente visita fu quello dello • sbocco al mare • per l'Abissinia. il aspirazione non recente dell'Abissinia di sottrarsi al controllo ed al servaggio delle tre Potenze con essa confinanti, che coi loro dominii nel continente africano le precludono ogni comunicazione diretta colle altre Potenze, sia per i suoi rapporti politici che per i suoi traffici commerciali, intercettando ogni sua lihera via al mare. Già il defunto Imperatore Menelik manifestò timidamente in qualche occasione l'aspirazione e la necessità per l'Abissinia di possedere un porto sulla costa del Mar Rosso e dell'Oceano Indiano, ma più prudente e più previdente dei suoi successori, egli mantenne sempre questo suo desiderio e questa sua aspirazione in un campo platonico, rendendosi conto che la sua realizzazione oltre che dipendere dalla buona volontà di una delle tre Potenze confinanti, non avrebbe di fatto recato all'Abissinia che dei vantaggi molto problematici e lontani, mentre invece sarebbero stati molto gravi ed immediati i pesi e gli obblighi, le responsabilità e i pericoli che essa assumerebbe ed a cui si esporrebbe. Due sono le ragioni che spingono ora il Governo di Tafari Maconnen ad affrontare su un terreno pratico la questione dello sbocco al mare: la prima è semplicemente di amor proprio nazionale e di megalomania personale, accresciuta oltre misura (quest'ultima) in Tafari Maconnen dopo l'ammissione dell'Abissinia nella Società delle Nazioni dR lui tenacemente voluta; la seconda ragione è la convinzione alquanto semplicista che ottenuto lo sbocco al mare l'Abissinia sarà senz'altro sottratta a qualsiasi controllo da parte delle tre Potenze e potrà ricevere liberamente tutto il quantitativo di armi che essa desidera. Bisogna riconoscere che Tafari Maconnen ha condotto le trattative in Europa per il conseguimento dell'aspirazione suddetta con una ingenuità sorprendente, illudendosi forse, come nel passato e per altri motivi del resto accadde, che un mancato accordo fra le tre Potenze fosse sufficiente ad indurre una di esse a concedergli quanto egli chiedeva, e ciò naturalmente senza nessun corrispettivo, ma unicamente per impedire che un'altra delle tre Potenze possa fargli uguale concessione. Egli presentò difatti e contemporaneamente la stessa richiesta a Parigi,

Roma e Londra, facendo comprendere in ogni singola capitale che egli era in procinto di ottenere dalle altre quanto in essa chiedeva.

Le trattative a Roma vennero iniziate da Degiac Gabresellassié prima della venuta di Tafari Maconnen, ed egli ebbe buoni affidamenti da S. E. il Senatore Contarini e dallo stesso Ministro degli Affari Esteri S. E. Mussolini: essi servirono indubbiamente ad arrestare le trattative che nello stesso tempo e sullo stesso argomento stava conducendo a Parigi Tafari Maconnen. Ma dato il carattere degli abissini in genere e di Degiac Gabresellassié in specie, tali affidamenti vennero da essi considerati come formale promessa.

Nella sua permanenza a Roma le trattative vennero condotte in persona da Tafari Maconnen, ed il sottoscritto, che vi prese parte attiva e che ha una profonda ed intima conoscenza del Reggente del Governo Etiopico, può affermare che egli era ed è tuttora sinceramente desideroso di concludere il desiderato accordo per lo sbocco al mare col Governo Italiano a preferenza di qualunque altro Governo.

Purtroppo egli non può o non vuole convincersi che la buona volontà del Governo Italiano, che già gli è acquisita, non è sufficiente, e che la questione può solo essere risolta sulla base di un • do ut des •.

Ma più di tutto mancava a Ras Tafari Maconnen una formale autorizzazione dell'Imperatrice per concludere qualsiasi negoziato; ed egli stesso in un momento di amarezza ebbe a confessarmi che il suo mandato e le sue facoltà si limitavano ad accettare tutto quello che gli venisse offerto o regalato, senza però nulla concedere in corrispettivo!

Dopo diverse conversazioni e la redazione di diversi progetti preliminari che vennero di volta in volta non approvati o dal R. Governo o da Tafari Maconnen, si addivenne dopo la sua partenza alla redazione di un compromesso preliminare non impegnativo per alcuna delle due parti, e che dovrebbe servire di base per ulteriore discussione.

Tale progetto venne consegnato a Degiac Gabresellassié per essere trasmesso a

Tafari Maconnen.

Non risulta, e sarebbe anzi da escludere che le trattative condotte da Tafari

Maconnen a Parigi ed a Roma abbiano condotto a risultati positivi.

467

IL CONSOLE GENERALE A GINEVRA, SENNI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 1239/105. Ginevra, 28 agosto 1924, ore 17 (per. ore 23).

Decifri Ella stessa.

Trasmetto seguente telegramma dell'on. Bastianini: «Ritengo mio dovere informarla che nei circoli di Berna e di Ginevra nonchè nell'ambiente stesso della conferenza inter-parlamentare si aspetta a giudicare la situazione interna italiana dall'intervento o assenza di V. E. dalla (riunione) di Ginevra. Le opposizioni, dal vostro mancato intervento, trarrebbero un elemento importante per dare all'estero impressione esagerata sulla situazione interna e per porre in rilievo all'interno il fatto che l'assenza vostra dalla riunione di Ginevra considerata dai due altri premiers come la logica continuazione di quella di Londra pone l'Italia in condizioni di inferiorità rispetto all'Inghilterra ed alla Francia. Il vostro viaggio in Toscana (l) è un sintomo che l'ambiente di Ginevra non trascura nel giudicare le cose italiane ma la vostra presenza alla riunione dei premiers rafforzerebbe molto l'opinione ottimista che si diffonde sulla situazione. Ho la certezza che Ginevra vi accoglierebbe entusiasticamente e che questo viaggio gioverebbe molto ai fini del governo fasoista ».

(l) Mussolini si recò nel Casentino il 25 e 26 agosto.

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IL GOVERNATORE DI RODI, LAGO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. u. 1240/7162. Rodi, 28 agosto 1924, ore 18 (per. ore 10 del 29). Richiamo l'attenzione di V. E. su gravi danni che producono notizie come quella diramata da bollettino Asmara (?) del 27 corrente che prevede annessione Dodecanneso dopo che trattato Losanna sarà perfetto in seguito ratifica

tutti i firmatari trattato. Queste notizie di un bollettino ufficiale valgono alimentare idea diffusa da stampa ellenica che quesUone Dodecanneso non è chiusa.

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L'AMBASCIATORE A PARIGI, ROMANO AVEZZANA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. 5216/937. Parigi, 28 agosto 1924, ore 19 (per. ore 21). Ho veduto quest'oggi Herriot e gli ho domandato· quali erano i punti di vista che egli specialmente avrebbe cercato di far prevalere a Ginevra, come pure se gli era noto il programma che Mac Donald intendeva difendervi. Herriot mi ha risposto che all'infuori di quanto aveva fatto pubblico con la risposta data a Drummond non aveva piani precisi, che del resto occorreva adattarsi all'ambiente della Società delle Nazioni che egli non conosceva. Aveva perciò composto una forte delegazione nella quale oltre a Bourgeois erano entrati Briand e Paul Boncour. Avrebbe insieme a questi definito la sua attitudine a seconda delle circostanze. Quanto a Mac Donald riteneva che anche egli avesse idee ancora vaghe sulle possibilità di Ginevra. Mac Donald trovavasi in una difficile situazione a cagione del movimento che si andava accentuando in InghHterra contro pagamenti delle riparazioni ed il condono dei debiti. A questo proposito mi disse che la lotta, quando verrà il momento di di!scuterli, sarà molto dura e che era necessario che la Francia e l'Italia fossero in quella occasione bene unite. Herriot mi ha poi manifestate le sue preoccupazioni per le notizie che gli pervenivano sugli armamenti segreti tedeschi e austriaci, per cui bisognava andare cauti non potendo escludersi fra una diecina di anni la ricostituzione di un blocco austro-tedesco aggressivo. Avendogli io chiesto se riteneva materialmente possibile di imporre per un così lungo periodo di anni il disarmo ad una Nazione possente come la Germania, egli mi ha risposto che in ogni modo conveniva farle sentire la pressione degli Alleati, trattandosi di un Paese capace di apprezzare soltanto il principio di autorità. La sua poUtica (di Herriot) era bensì liberale ma doveva commisurare le sue concessioni ai segni di una reale trasformazione dello spirito tedesco, trasformazione che per il momento era soltanto a,pparente come era stata senza profondità la così detta rivoluzione in Germania. Nel complesso Herriot non ha progetti prestabiliti e la sua attitudine è quella di aspettativa. Si regolerà secondo le circostanze, appoggiandosi ·sulla esperienza dei suoi collaboratori che questa volta non sono semplici esperti ma uomini politici rappresentanti le varie gradazioni della maggioranza.

Ambasciatore di Spagna che si reca anche egli a Ginevra nu ha espresso opinione che difficilmente si arriverà a qualche conclusione.

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L'AMBASCIATORE A PARIGI, ROMANO AVEZZANA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. PER CORRIERE 5226/938/25. Parigi, 28 agosto 1924 (per. il 30). Fin daJla costituz.ione del nuovo Gabinetto francese non ho tralasciato occasione per intrattenere così il presidente del consiglio che gli altri influenti personaggi della nuova maggioranza come ad esempio Painlevé, Paul Boncour, ecc. ecc. sulla necessità di dare alla questione di Tun1si una soluzione ·conforme ai nostri desideri. Nè ho trascurato tutto quanto poteva modificare le tendenze del Quai d'Orsay rivolte come V. E. già sa a modificare in senso certamente a noi poco favorevole l'attuale convenzione. Mio principale scopo in tali insistenti passi è stato quello di prevenire il nuovo Governo affinchè non venisse influenzato senza •conoscenza di causa e senza che 'si rendesse conto della gravità della questione, dalle sezioni più intransi!genti della burocrazia e del gruppo coloniale. In occasione della conversazione che ho avuto oggi con Herriot sono ritornato sull'argomento e l'ho messo al corrente per sommi ·capi delle varie fasi attraversate da questa questione durante il governo del suo predecessore. Così l'ho informato che in una conversazione avuta con Poincaré dopo le ultiime elezioni ma prima che fosse confidato ad Herriot il mandato di formare il nuovo Gabinetto avevo richiamato l'attenzione di Poincaré sulla circostanza che se sotto le sue pressioni io avevo cercato alcune soluzioni che potessero rappresentare una transazione accettabile dall'opinione pubblica italiana, avevo poi dovuto constatare prendendo contatto con la medesima nelle mie brevi corse in Italia che difficilmente una qualsiasi combina21ione avrebbe trovato accoglienza favorevole nel popolo italiano. Poichè la conclusione di una nuova convenzione doveva avere per iscopo principalmente di eliminare una fra ,le principali caruse di attrito fra i due Paesi, mi pareva prudente di soprassedere a qualsiasi accordo che avesse potuto conseguire effetto opposto a quello desiderato. E perciò io avevo dovuto modifi·care le mie primitive impressioni constatando ·che il miglior modo per non compromettere una situazione già di per sè stessa delicata era quello di mantenere l'accordo vigente togliendogli la precarietà a cui era soggetto dopo la denunzia della •convenzione fatta da.Lla Francia e questo .con la sua rinnovazione per un certo numero di anni da stabilirsi. Ciò mi pareva tanto più ammissibile in quanto che l'amministrazlione francese aveva ·con vari ripieghi notevolmente ridotti i vantaggi gatrantiti dall'accordo. Poincaré mi aveva risposto che apprezzava le mie considerazioni ma che egli pur avendo segnalato al suo successore già designato nella persona di Herriot la importanza della questione tunisina e Ja necessità di risolverla non si credeva autorizzato a pregiudicare con le sue raccomandazioni la soluzione che il nuovo Governo avrebbe creduto di darle. Rinnovando a lui Herriot gli apprezzamenti sopramenzionati credevo utile aggiungere che non vedevo per quale motivo uno stato di cose considerato possibile e soddisfacente quando facevamo parte della triplice alleanza dovesse essere ritenuto insopportabile dopo Ja guerra fatta a fianco della Francia.

Il signor Herdot aveva potuto rendersi conto dell'attitudine amichevole tenuta dall'Italia nei limiti del possibile verso la Francia durante il precedente

Governo e ne aveva avuta una riprova ['ecentemente a Londra dove aveva potuto ac·certarsi come la stessa violenza degli attacchi condotti da una parte della stampa della sua maggioranza ·contro il presente Governo italiano non aveva fatto deflettere la politica di quest'ultimo diretta a mantenere i migliori rapporti con la Francia.

Se mi era permessa un'immagine a1quanto banale non vedevo perchè a delle vecchie 'scarpe nelle quali ci eravamo adagiati doves•simo sostituire delle nuove che forse non avrebbero potuto calzare ai nostri piedi. Herriot mi osservò che poteva darsi che i piedi fossero ·crescliuti ·al .che io ribattei che forse anche quelli dell'Italia erano aumentati! di volume. Ma lasciando da parte ogni parabola facevo appello aile idee liberali da :lui manifestate per venire ad una ,soluzione soddisfacente, soluzione che, ripetevo, non poteva essere diversa da quella da me più sopra espostagli.

E qui ritornando sull'argomento delle limitazioni fatte a .più riprese dall'amministrazione francese per distruggere il contenuto dell'accordo vigente richiamati. la sua attenzione sul recente decreto col quale era stato precluso agli stranieri (e doè italiani) l'uso del foro tunisino fatto di cui avrei dovuto specialmente intrattenerlo.

Herriot mi ha risposto che egli era stato troppo occupato con glii accordi di Londra per .potermi far .conoscere il suo pensiero. Certamente come capo del Governo egli era obbligato a difendel'e l'unità dell'impero coloniale francese, ma era suo vivissimo desiderio di trovare una •soluZiione che aNesse soddi:s:fatto il popolo italiano e perciò non appena tornato da Ginevra, si sarebbe personalmente messo al corrente della questione tunisina ispirato dai sentimenti di amicizia .che mi aveva manifestato.

Egli si rendeva ·conto •che la .so.prapopolazione dell'Italia doveva essere presa in considerazione e parlando non già iin qualità di ·Capo del Governo ma come uomo politi<:o libero del :suo pensiero riteneva ·che fosse da lamentare che all'Italia non fossero state attribuite delle colonie. Mi pregò di ritornare da lui verso il 20 'settembre quando egli credeva sarebbe stato in grado di discutere con me con conoscenza di causa la questione tunisilna.

Egli a quell'epoca avrà .pure visto il signor Saint che è atteso a Parigi e che è uno dei più ardenti fautori di una nuova ·convenzione. La notizJia del suo arrivo mi ha indotto principalmente a preparare Herriot ai suggerimenti che certamente gli saranno dati dal Governatore della Tun~sia.

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IL MINISTRO A BELGRADO, BODRERO (1), AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. s. 1245/452. Lubiana, 29 agosto 1924, ore 14,20 (per. ore 18,50).

Circa convegno ministri esteri Piccola Intesa, Marinkovich mi ha detto che si tratta unicamente di una prova di contatto perchè egli non li conosce personalmente. Duca non è..... (2) che oggi dopo che Benès era già partito fino da

ieri. In seguito allo scambio idee avvenuto si è mostrata la necessità..... (l) la decisione del loro fronte unico aJ:la conferenza di Ginevra. Questo ministro affari esteri mi ha ripetuto il suo desiderio incontrarsi con V. E. e mi ha detto che da Ginevra sottometterà direttamente a V. E. H suo progetto che formerà in base alle esigenze della situazione in Jugoslavia. Mi ha invitato accompagnarlo fino a Milano dove arriveremo domani 30 alle 13,45. Collo stesso treno lusso viaggia anche Duca.

(l) -Bodrero, diretto in Italia, si trovava a Lubiana, dove c'era un convegno dei ministri degli esteri della Piccola Intesa. (2) -Gruppo indecifrato: c Arrivato •?
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IL DELEGATO ALLA SOCIETA DELLE NAZIONI, SALANDRA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 1244/2. Ginevra, 29 agosto 1924, ore 16,50 (per. ore 20,30). Arrivato stanotte Ginevra reputo opportuno comunicare immediatamente a

V. E. impressioni raccolte da fonte autorevole circa prossimo intervento assemWea Mac Donald Herriot che si prevede arriveranno fra martedi e mercoledi e resteranno certamente fino sabato prossimo. Si prevede inoltre presenza di una dozzina ministri affari esteri in carica. Mac Donald Herriot interverranno assemblea per discussione generale pronunciando discorsi che si ritengono... (l) e applicazioni dello spirito prevalso ultima conferenza di Londra. Presenza qui di molti giornalisti di ogni paese darà larga ripercussione almeno primo periodo assemblea. Delegati e giornalisti domandano premurosap}ente se V. E. interverrà. Abbiamo risposto secondo il!ltruzioni ricevute lasciando prevedere negativamente. Ma prego V. E. di voler riconsiderare gravi ragioni che consiglierebbero suo intervento se anche limitato uno o due giorni. Esse sono: l) dar solenne impressione anche governo italiano aderisce con sinceri propositi· alla tendenza di pacificazione che m questo momento prevale in tutti i paesi civili e che avrà in questi circoli internazionali massima eco; 2) evitare per quanto falsamente si supponga che attuali condizioni politiche e dell'ordine pubblico in Italia non permettano breve allontanamento di V. E.

Mac Donald ed Hem-iot avranno certamente dall'assemblea accoglienza molto calorosa ma anche intervento di V. E. sarebbe assai gradito ed accoglienza sarebbe sicuramente deferente.

Eventuale venuta V. E. dovrebbe assumere carattere strettamente ufficiale evitando qualunque dimostrazione di carattere popolare specialmente dei fasci locali ·che sono poco numerosi e potrebbero determinare facilmente contromanifestazione. Prego comunicarmi al più presto definitive r:isoluzioni per norma di linguaggio nelle prossime riunioni.

473

IL MINISTRO AD ATENE, BRAMBILLA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 1247/l. Atene, 29 agosto 1924, ore 22,35 (per. ore 24). Decifri Ella stessa.

Questo ministro affari esteri partirà fra il 10 ed il 15 settembre per gli Stati Uniti ove negozierà prestito con banchieri americani.

Egli, che già tempo fa aveva espresso speranze di poter incontra!rsi con V. E., mi ha ora pregato di farLe sapere che sarebbe lieto di passare da Roma ove Ella potesse accordargli un colloquio. Ove poi, come giornali hanno qui annunziato, V. E. si recasse a Ginevra e vi si trovasse all'epoca indi:cata, egli modifìcherebbe il suo :itinerario in modo che incontro possa aver luogo in quella città. Per quanto mi è dato giudicare da qui, colloquio potrebbe riuscire utile malgrado situazione ancora incerta dell'attuale gabinetto perchè la personalità del signor Roussos sopravviverà a p'iù di una crisi ministeriale.

(l) Gruppo indecifrato.

474

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, AL MINISTRO AD ATENE, BRAMBILLA

T. GAB. 420. Roma, 30 agosto 1924, ore 20,30.

Suo telegramma Gab. n. l (1).

Aderendo al desiderio espresso da codesto ministro degli affari esteri vedrò con piacere il signor Roussos al suo passaggio per Roma verso il 15 settembre salvo preci:sare ulteriormente giorno.

475

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, AL DELEGATO ALLA SOCIETA DELLE NAZIONI A GINEVRA, SALANDRA

T. GAB. 421. Roma, 30 agosto 1924, ore 20,30.

Suo telegramma n. 2 (2).

Ringrazio V. E. della premura con la. quale mi ha prospettato la situazione di costà in relazione aJ:l'intervento di Mac Donald e di Heniot e mi ha fatto presente l'opportunità che a suo avviso vi sarebbe che venissi anch'~o. Mi rendo perlettamente conto delle ragioni che hanno dettato quel suo telegramma. Un complesso di circostanze peraltro che certo non sfuggono al suo acume mi avevano fatto venire nella detemninazione di non prendere parte personalmente all'Assemblea ginevrina di quest'anno ed in seguito a ciò ho anche assunto altri impegni sui quali non potrei oggi tornare. Oltre tutto data la posizione che noi abbiamo tuttora nella Società delle Nazioni, ed in vista degli scopi che Mac Donald ed Herriot rispettivamente si propongono colla loro visita a Ginevra, mi è sembrato che un mio ·intervento nell'attuale Assemblea avrebbe potuto essere considerato più che un omaggio alla Società stessa, un seguire, con gli altri numerosi ministri che verranno, i due primi ministri inglese e francese, ciascuno dei quali ha in fondo mire particolar~ connesse pure a ragioni di politica interna del rispettivo ;paese.

L'interesse d'altronde che il R. Governo annette alle questioni veramente importanti ·che si dibatteranno nella presente assemblea della Società delle Na

zioni dev'essere comprovato anche in via pregiudiziale dall'autorità dei personaggi che sono stati chiamati a far parte della delegazione :iltaliana e ,che danno sicuro affidamento di trattare con .competenza ed equanimità ogni argomento che verrà in discussione.

(l) -Cfr. n. 473. (2) -Cfr. n. 472.
476

L'INCARICATO D'AFFARI A BELGRADO, SOLA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 1251/446. BeLgrado, 31 agosto 1924, ore 8 (per. ore 13,50).

L'intervista ·con Marinkovic pubblicata ieri daLla Pravda (mio telegramma 443) (l) ha suscitato in questi ambienti diplomatici la più viva emozione. Il recente viaggio a Parigi del signor de Billy, ministro di Francia, e dopo il suo recente ritorno i frequenti abboccamenti con Marinkovic, ed infine le chiare allusioni della 'stampa governativa, sapientemente manovrata dalla legazione di Francia, avevano accreditato la voce della prossima ·conclus~one di un accordo politico tra i due paesi. Le dichiarazioni di Lubiana, sebbene improntate a vivissima simpatia per la Francia, sono interpretate nei detti circoli come una formale smentita alla voce corsa tanto più che Marinkovic ha chiaramente riconfermato di voler rimanere neLla linea' politica tracciata dal :patto di Roma. La presenza di Bodrero a Lubi:ana e la sua partenza .col ministro degli affari esteri (2), sono poi sembrati sintomi assai :significativi. Questo ministro di Germania mi ha detto che Marinkovic, in un colloquio accordatogli, si era mostrato un poco infastidito delle pressioni fattegli onde si recasse a Parigi prima della visita reale. L'inca:r~icato d'affari d'Ungheria m~ ha riferito che il signor de Bi1ly era assai depresso in seguito alla pubbHcazione dell'intervista. Non ostante l'evidente riluttanza della Jugoslavia a 1stringere ,con la Francia un patto di alleanza

o di ·collaborazione (la cui premessa non può non essere l'esplicita o sottintesa garanzia del trattato di Versailles) io ritengo che a Ginevra saranno fatte alla Jugoslavia nuove vive insistenze per la stipulazione di un accordo che, comunque stilato, sembrami otterrebbe il valore del patto di Roma e riporterebbe la Francia in prima linea negli sviJuppi della politica balcanica. Sarebbe quindi assai utile che gli incontri a Ginevra fra Herriot e Marinkovic venissero attentamente osservati (3).

477

IL MINISTRO A BUCAREST, ALOISI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. s. 1254/378. Bucarest, 1 settembre 1924, ore 15 (per. ore 2 del 2).

Decifri Ella stessa. In occasione del ricevimento palazzo rea:le Sinaja, al quale erano presenti altri ministri esteri, S. M. il re ha voluto ostentatamente darmi prova bene

volenza prendendomi m disparte a •conversare a lungo. Egli mi ha dimostTato particolare e vivo compiacimento pel regolamento delle controversie finanziarie italo-romene e sua soddiJSfazi!one che le relazioni tr:a i due paesi abbiano così bene ripreso dopo avere sbarazzaJto :il terreno delle questioni irritanti. Egli ha poi deplorato gli ultimi avvenimenti, ricordando tutte le ragioni morali economiche ecc. che devono ancora unire i due paesi. Non ho mancato allora di assicurare S. M. dei sentimenti di simpatia del R. Governo e del popolo italiano, facendo rilevare quanto la nostra azione fosse stata obiettiva nella risoluzione delle :controversie finanziarie, e tutte le buone disposizioni di V. E. verso :la Romania.

(l) -Tel. n. 5242/443, trasmesso il 30 agosto alle ore 0,10 e pervenuto alle 2.40 dello stesso giorno, non pubblicato, relativo ad amichevoli dichiarazioni di Marinkovié nei riguardidell'Italia. L'intervista avvenne a Lubiana il 29 agosto. (2) -Cfr. n. 471. (3) -Il telegramma fu ritrasmesso con tel. per corriere n. 2868 a Salandra, a Ginevra.
478

L'AMBASCIATORE A BRUXELLES, ORSINI BARONI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 1253/202. BruxelLes, 1 settembre 1924, ore 18,40 (per. ore 24). Da Londra telefonano al Peuple che si rileva colà a·ssenza dell'Itali:a alla conferenza Berna ove Francia Germania Inghilterra e Belgio discuteranno intorno ratifica convenzione otto ore di lavoro mentre fu l'Italia a lancia·re idea simile .conferenza. L'Italia non è stata invitata secondo informazioni di persona vicina al ministro inglese del Lavoro perchè il governo inglese cerca evitare ogni collaborazione coll'Italia fino che durerà regime attuale. Nei circoli governativi inglesi ,si è d'avvi!so che regime S. E. Mussolini .sia vtcino alla fine e si teme ·che egli .cerchi diversivo nei Balcani per evitare :rovina del suo Governo.

Anche Havas comunica a questi giornali borghesi telegramma che vogliono [sic] fare ritenere in Italia prossimi .cambiamenti.

479

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, AL DELEGATO ALLA SOCIETA DELLE NAZIONI A GINEVRA, SALANDRA

T. PER CORRIERE 2867. Roma, 1 settembre 1924. Ho l'onore di portare a conoscenza dell'E. V. che il R. Ministro a Belgrado ha riferito quanto •segue, in data del 21 agosto: « (telegr. Gab. n. 424) » (1). Sarebbe interessante ·che da parte nostra si segu~~ssero i contatti che il signor

Marinkovic avrà costà ·Con Herriot e Mac Donald, e che tutte 1e possibili informazioni in proposito fossero inviate a questo Ministero.

480

IL DELEGATO ALLA SOCIETA DELLE NAZIONI, SALANDRA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

L. RR. Ginevra, 1 settembre 1924.

Mi permetto scriverle personalmente, evitando, per la deHcatezza dell'argomento, anche il telegrafo.

l giornali italiani hanno di TeOente parlato in vario senso della possibilità di un prossimo decreto di annessione del Dodecanneso; e qualche. giornale inglese ha rilevata la notizia con delle riserve ma senza asprezza.

Non è di mia competenza entrare nella questione di merito se all'Italia convenga procedere alla formale annessione del Dodecanneso; nè so se vi siano col governo inglese impegni di qualche concessione alla Grecia, di cui si fece cenno in una delle tornate del Consiglio del Contenzioso diplomatico.

Intendo pel momento (sebbene sia forse superfluo) far rilevare al:la E. V. come sarebbe sommamente inopportuno procedere a qualsiasi atto concernente il Dodecanneso durante la sessione dell'Assemblea della Società delle Nazioni, cioè durante tutto il corrente mese di settembre.

La delegazione greca, quì egregiamente rappresentata da·l Politis, abile giurista e oratore, non .potrebbe non elevare, sia pure ;>ro forma, una protesta e non risuscitare il conflitto feLicemente, ma non senza difficoltà, risoluto l'anno scol\SO. E ciò mentre non pare che Krl.cuno sia disposto a riparlarne.

Inoltre un nostro atto risolutivo, quale che esso sia incontrerebbe, durante l'idillio di pacifismo che fiorirà qui nei prossimi giorni, J.'antipatia generaile; e avrebbe l'apparenza di una provocazione.

lo non intendo con ciò che il R. Governo debba in qualsiasi modo menomare la sua piena libertà d'azione per un avvenire anche prossimo; nè credo necessario smentire le voci corse. Il meglio sarebbe, durante tutto questo mese, non richiamare in alcun modo sul tema del Dodecanneso la pubblica attenzione ed evitare che la stampa italiana ne parli in qualunque senso.

Non dubito che la E. V. voglia consentire nel mio modo di vedere, suggerito da ovvie considerazioni di opportunità, e dare conformi disposizioni.

(l) Cfr. n. 458. Cfr. anche n. 476.

481

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, AL DELEGATO ALLA SOCIETA DELLE NAZIONI A GINEVRA, SALANDRA

T. GAB. P. (P. R.) 122. Roma, 3 settembre 1924, ore 14.

Ringrazio V. E. per la gentile lettera del l corrente (1). Il suo giusto consiglio è conforme a quanto avevo già divisato e a disposizioni già impartite.

482

IL DELEGATO ALLA SOCIETA DELLE NAZIONI, SALANDRA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 1260/10. Ginevra, 4 settembre 1924, ore 11,40 (per. ore 14). Pomerrggio ieri ebbi per desiderio mostrato da Herriot conversazione particolare con J.ui di circa mezz'ora. Gli espressi rincrescimento di V. E. perchè -cir

costanze avevano impedito sua presenza Ginevra e desiderio di entrare con lui in relazioni personali non appena se ne presentasse propizia occasione. Mi ri

spose ron dichiarazione eguale cortesia all'indirizzo di V. E. Herriot tenne a rilevare sua simpatia per l'Italia dimostrata dalla gran popolarità di cui gode presso numerosa colonia italiana di Lione dei cui interessi come sindaco di Lione si è sempre occupato. Egli... (l) sempre una medaglia d'oro donatagli dalla colonia italiana di Lione. Herriot mi fece grandi elogi della condotta di De Ste.fani e Jung a Londra. Conversazione si aggirò naturalmente sopra prossimi discorsi di Mac Donald ed Herriot. Quest'ultimo non ha voluto parla.re oggi SJUbito dopo Mac Donald per aver tempo a considerare quello che dirà Mac DonaJ.d. Herriot parlerà domani mattina. lo 1spero parlare subito dopo di lui con una dichiarazione che non pregiudichi nostra libertà di movimento nelle discussioni e deliberazioni che seguiranno ma attesti largo concorso a tutti gli sforzi che si faranno nell'interesse della pace in conformità delle intenzioni costantemente seguite dal R. Governo. Ritengo che dai discorsi di Mac Donald ed Herriot ri

sulterà .confermato, sebbene con attenuazione di forma, dissenso fra punti di vista inglese e quello francese circa trattato mutua garanzia e disarmo (2).

(l) Cfr. n. 480.

483

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, ALL'AMBASCIATORE A PARIGI, ROMANO AVEZZANA

TELESPR. S. 208227/218. Roma, 4 settembre 1924.

Ho riceVIUto il telegramma-posta di V. E. n. 927/21 (3) concernente la conversazione che Ella ha tenuto con Zaglul Pascià in ordine alla sistemazione del confine tra Egitto e Cirenaica. Approvo pienamente la condotta tenuta da V. E. e la ringrazio delle interessanti informazioni cortesemente fornite.

Ciò che Ella riferisce relativamente ai rapporti dell'Egitto con l'Inghilterra trova larga conferma in quanto ha avuto occasione proprio in questi giorni di dichiarrure, al corso dei suoi colloqui presso questo ministero, il figlio di Ziver Pascià, Segretario di questa Legazione di Egitto. Egli ha dato infatti come per definitivamente abbandonato, almeno per l'attuale periodo, ogni progetto di trattativa anglo-egiziana a Londra, adducendo a riprova della sua affermazione che l'altro membro del gabinetto egiziano che doveva accompagnare Zaglul Pascià a Londra è ll"ientrato in Egitto.

In questa condizione di cose mi domando se non converrebbe valersi delle buone disposizioni dimostrate da Zaglul Pascià e di eventuali nostre concessioni di carattere morale, per cercare di stringere le avviate conversazioni prima che Zaglul Pascià faccia ll"itorno in Egitto. Non mi dissimulo la difficoltà di ottenere da lui ora una formale favorevole dichiarazione sulla questione di Giarabub, ma ho voluto farne cenno a V. E. per le particolari circostanze del momento che potrebbero favorevolmente influire sulle disposizioni già benevole di Zaglul Pa

n. -430.

scià e che Ella trovandosi costà a diretto contatto con lui può agevolmente vag:ti8JI'e mentre è evidente il vantaggio che vi sarebbe nel condurre trattative lontano dalla influenza diretta dell'ambiente locale egiziano.

Gradirò cortese sollecito riscontro.

(l) -Gruppo indecifrato. (2) -n telegramma fu ritrasmesso a Parigi e Londra in data 7 settembre con tel. gab. (3) -Spedito il 23 agosto e per. il 25, non pubblicato. Nella conversazione con Zaglul pascià fu parlato della questione del Sudan, dei rapporti anglo-egiziani e soprattutto della questione di Giarabub.
484

IL DELEGATO ALLA SOCIETA DELLE NAZIONI, SALANDRA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 1263/13. Ginevra, .5 settembre 1924, ore 17,.40 (per. ore 20,40).

Telegramma di V. E. per corriere del lo settembre (1).

Non risulta sia fino ad ora qui avvenuto colloquio diretto fra Herriot e Marincovich. Quest'ultimo che fino a ieri mattina dichiarava avere deciso partire giovedì prossimo Parigi, ha improvvisamente mutato avv.iJso stamane dicendo che partirà martedì o mercoledì per Belgrado fermandosi uno o due giorni in Italia. Circa presunta conclusione accordo politico franco-jugoslavo le diverse fonti interpellate non confermano ·che per ora si sia trattato alcun che di concreto. Mi riservo comunicare ulteriori più precise informazioni anche dopo contatti con ministro affari esteri jugoslavo e altri due delegati che ho invitato lunedì a colazione. Mi rfs4lta invece di.. ... (2) visita di Benès a Herriot; ma potrebbe aver avuto per argomento concertarsi circa discussione assemblea nella quale Benès conterà salvare •quanto possibile del progetto di trattato 'di mutua assistenza.

485

IL DELEGATO ALLA SOCIETA DELLE NAZIONI, SALANDRA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 1266/16. Ginevra, 6 settembre 1924, ore 2 (per. ore 4).

Herriot ha oggi ricevuto una lunga protesta dalla Germania per le responsabtJ..ità della guerra accompagnata da una !lettera del Cancelliere con la quale Marx si scusava di non poter fare a meno di tale comunicazione. Herriot notava vivacemente la «betise» dei tedeschi di far questa comunicazione proprio oggi in cui gli oratori sono stati tutti favorevoli all'entrata della Germania nella Società delle Nazioni. Io penso ·che forse ad Herriot non ha fatto dispiacere la inopportuna mossa dei tedeschi che impugnano una delle .clausole fondamentali del Trattato di Vel'ISailles dal quale la Società delle Nazi·oni è stata creata1. Avendogli io fatto cenno degli 1aspri giudizi della stampa francese sul discorso di Ma·c Donald, Herriot ha detto che opinione pubblica francese è talmente irritata contro Inghilterra che molti preferirebbero accordi diretti con la Germania la quale invece li rende impossibili coi suoi spropositi. Queste manifestazioni di Herriot mi sembrano sintomatiche per giudicare dellia sincerità delJ:a tenerezza per Mac Donald che egli affetta in pubblico (3).

(l) -Cfr. n. 479. (2) -Gruppo indecifrato. (3) -Il telegramma fu ritrasmesso in data 7 settembre a Londra con tel. gab. n. 431, a Bruxelles con tel. gab. n. 432, a Parigi con tel. gab. n. 433.
486

IL DELEGATO ALLA SOCIETA DELLE NAZIONI, SALANDRA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. 5378/17. Ginevra, 6 settembre 1924, ore 11,40 (per. o1·e 14).

Conte Appony delegato ungherese mi ha chiesto insistentemente colloquio per argomenti che egli aff.erma gravissimi. Ho rinviato lunedì. Intanto ritengo che trattisi della questione controllo militare che gli ungheresi dichiarano intollerabile specialmente se Stati limitrofi Piccola Intesa pretenderanno parteciparvi quando diritto di investigazione sarà affidato Società delle Nazioni. Invece mi risulta Stati 'Piccolia Intesa, nODJostante contrario parere Comm1ssione giuristi, manterranno fermo punto di vista loro diritto a partecipare contrailo militare. Appony ne ha parlato a Herriot arrivando fino a dire che Ungherin ch~ederà su questo punto revisione Trattato di Trianon; Herriot ha detto avergli risposto Francia pur disposta :favorire benevola interpretazione Trattato non avrebbe potuto ammettere qualsiasi revisione. Ritengo per ovvie ragioni che noi pure dovremmo opporci a qualunque proposta revisione del Trattato di: Trianon. Ma desidererei avere prima mio coiloquio ·con Appony istruzioni circa linea di condotta e linguaggio da tenere sul probabile conflitto tra Ungheria e Stati limitrofi efficacemente rappresentati nel Consiglio da Benès. È arrivato qui Bethlen, giornali dicono per occuparsi rieostruzione finanziaria Ungheria ma nO!Il presentandosi per ora questa imminente difficoltà, credo che mi parlerà pure della questione del controllo mflitare che in Ungheria pare assuma primaria importanza (1).

487

IL DELEGATO ALLA SOCIETA DELLE NAZIONI, SALANDRA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. P. 5392/21. Ginevra, 6 settembre 1924, ore 23,05 (per. ore 0,20 del 7).

Herriot parlando con Bonin Longare ha confermato prossima sostituzione Barrère che avrebbe già presentato domanda di collocamento a riposo (2).

488

IL DELEGATO ALLA SOCIETA DELLE NAZIONI, SALANDRA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. 5394/23. Ginevra, 6 settembre 1924, ore 23,25 (per. ore 0,45 del, 7).

Mio telegramma 19 odierno (3).

Risoluzione assemblea è risultato di trattative dirette fra delegati francese e inglese. Essa mi è stata mOIStrata da Herriot durante seduta Assemblea qualche minuto prima di presentarla.

19 -Documenti diplomatici -Serie VII -Vol. III.

Herriot ha pure domandato autorizzazione a dichiarare che de:Iegazione ita

liana e belga, le sole che aveva potuto consultare, erano d'ac·cordo. Sarebbe stato

inutile a queJl'ora fare qualsiasi osservazione. Quindi abbiamo autorizzato di

chiarazione che Herriot ha fatto realmente. Delegazione inglese non ha fattlo

verso di noi alcun passo nemmeno di semplice forma. Testo risoluzione corri

sponde al proposito di arrivare a votazione unanime mediante generica formula

di rinvio alle commissioni senza nulla pregiudicare e lasciando sussistere tutte

le questioni ed il dissenso manifestatosi anche nella discussione. IJ. programma

delle due commissioni si ritiene tale che sarà impossibile esaurirlo durante

presente assemblea.

Gli odierni discorsi di Mac Donald ed Herriot ambedue consapevoli che non

si era arrivati ad alcuna concreta conclUJsione sono mere esercitazioni retoriche

atte a dal'e, specialmente nei rispettivi paesi, l'impressione che i due primi mi

nistri col loro rpomposo intervento personale all'assemblea sono riusciti a realiz

zare un grande progresso per l'umanità, mentre le cose sono rirn.aste esattamente

allo stesso stato di prima. È innegabile però che la grande coreografia orator1a

compiuta oggi ha confermato anche nelle apparenze alla Società delle Nazioni

il carattere di uno strumento della politica anglo-francese (1).

(l) -Annotazione a matita di pugno di Mussolini: • Opporsi revisione trattato Trianon. Non opporsi preteso controllo Stati limitrofi. Rendere il meno vessatorio possibile tale controllo •. Cfr. n. 490. (2) -A margine tre punti esclamativi di pugno di Mussolini. (3) -Tel. n. 5389/19, trasmesso il 6 settembre alle ore 21 e pervenuto alle 23,45 dello stesso giorno, non pubblicato, relativo alla risoluzione adottata riguardo al trattato di mutua assistenza e alla riduzione degli armamenti.
489

IL MINISTRO DELL'AGRICOLTURA ROMENO, CONSTANTINESCU, AL SEGRETARIO GENERALE AGLI ESTERI, CONTARINI

L. P. Roma, 6 settembre 1924.

J'aurais été très heureux de vous trouver à Rome, malheureusement je ne

puis prolonger mon séjour et foree m'est de rentrer en Roumanie.

J'ai eu hier le plaisir de causer longuement avec M. Mussolini des questions qui intéressent nos deux Pays et j'ai été heureux de constater combien nos vues concordent sur tous les points et nous permettent d'espérer l'établissement à bref délai d'accords politiques et économiques de grande rportée et d'une utilité certaine pour l'Italie et pour la Roumanie (2).

Je sais combien vous vous etes toujoum employé à ICet effet et combien vous apprécierez les résultats que nous en attendons de part et d'autre.

490

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, AL DELEGATO ALLA SOCIETA DELLE NAZIONI A GINEVRA, SALANDRA, E AL MINISTRO A BUDAPEST, DURINI DI MONZA

T. 2960. Roma, 7 settembre 1924, ore 15.

(Per Budapest). S. E. Salandra telegrafa: Conte Appony (come dal tele

gramma 5378/17) (3).

È stato risposto:

(Per Salandra). Telegramma di V. E. n. 17.

(Per tutti). Anche l'Italia la quale ha fatto dell'osservanza e mantenimento dei trattati di pace il cardine della propria politica non potrebbe ammettere il principio della revisione del Trattato di Trianon.

Indipendentemente da ciò sta il fatto che attualmente si tratta di stabilire con quali norme dovrà essere esercitato il controtlo della Società delle Nazioni dopo esaurito ill. ·cOIIIlpito della Commissione interalleata. Si trartta cioè in mancanza di disposizioni previste dal Trattato, di interpretare la lettera e lo spirito di essa [sic] ai fini dell'esercizio del diritto d'investigazione senza necessità nè possibilità di addivenire a revisione del Trattato.

Quanto precede per norma di linguaggio nella !SUa conversazione con Appony, mentre da .conte Bethlen Ella avrà modo di appurare se le parole dr Appony rappresentano o meno il peillSiero del Governo ungherese.

Per la questione massimar dell'esercizio del diritto d:i investigazione in genere l'E. V. vorrà tener presente le diirettive contenute nel promemoria 14 luglio (l) che Le è stato a suo tempo rimesso.

(l) -L'ultimo capoverso è stato sottolineato a matita da Mussolini. (2) -Sui colloqui romani Constantinescu-Mussolini, cfr. nn. 504 e 533. (3) -Cfr. n. 486.
491

L'AMBASCIATORE A PARIGI, ROMANO AVEZZANA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

R. s. 4177/1366. Parigi, 9 settembre 1924 (per. iL 12).

S. E. il Sottosegretario di Stato alle Colonie incaricò il marchese Salvago Raggi, in occasione del suo ultimo viaggio a Roma, di farmi conoscere come da sue informazioni pairticolari gli risulta.S!Se che Zaglul Pascià non godeva più la fiducia dei nazionalisti egiziani, i quali lo sospettavano di segrete intese, od almeno di eccessiva acquiescenza verso l'Inghilterra, per cui non avrebbe più fatto ritorno in Egitto, e cioè d'accordo col Governo britannico che considererebbe più profittevole ai propiri interessi privare il partito nazionalista egiziano del suo autorevole capo.

L'on. Cantalupo in questa tStessa occasione manifestava la necessità in cui si trovava il R. Governo di procedere, entro breve termine, all'occupazione di Giarabub.

Mi richiedeva però, sempre a mezzo del marchese Salvago Raggi, di indagare il fondamento delle informazioni rice~te relativamente a Zaglul, anche come elemento delle decisioni che eventualmente il R. Governo sarebbe portato a prendere.

Negli ambienti francesi ed in quelli del Quai d'Orsay si ritiene che Zaglul abbia effettivamente perduto una parte del prestigio che godeva in Egitto ma che, appunto per riacquistarlo, non abbia dato seguito all'idea di iniziare le trattative a Londra e si disponga invece a far ritorno al Cairo imbarcandosi a Marsiglia il 17 corrente.

Negli stessi ambienti del Quai d'Orsay, dove si è al corrente dei passi fatti dal Conte Caccia, si ha l'impressione che i eapi del partito nazionalista siano decisi a opporsi alla cessione di Giarabub all'Italia, qualunque posrsano essere in proposito le idee di Zaglul.

Questi travasi tuttora a Parigi. Per quanto II'iguarda l'ulteriore azione che

V. E. desidera che io spieghi presso di lui (telespresso di V. E. n. 208227/218, del 4 corrente) (l) non mancherò di uniformarmi alle istruzioni ricevute. Ma il fatto stesso che Zaglul, sotto la pressione dei nazionalisti, ha dovuto rinunziall'e ai negoziati ·che egli aveva in mente di iniziare col Governo britannico, mi fa dubitare che egli, per gli stessi motivi, sia in grado, nei riguardi delle nostre trattative, di andare oltre gli affidamenti già dati della sua personale buona volontà prima di II'ipl'endere contatto col proprio partito.

(l) Non pubblicato.

492

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, AL DELEGATO ALLA SOCIETA DELLE NAZIONI A GINEVRA, SALANDRA

T. 2998. Roma, 10 settembre 1924, ore 23.

Suo telegramma 27 (2).

Heputo anch'io conveniente che ventura sessione Consiglio Società Nazioni avvenisse Roma. Approvando quanto V. E. prospetta circa delicatezza pratiche preventive da svolgere mi affido al tatto e alll'accorgimento di V. E. di accordo

con lei nell'assoluta necessità evitare insuccesso eventuale proposta e la prego tenermi al corrente.

493

IL DELEGATO ALLA SOCIETA DELLE NAZIONI, SALANDRA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. R. PER CORRIERE 1275 (3). Ginevra, 10 settembre 1924.

Faccio segiUito ai miei pr·ecedenti telegrammi nn. 13 (4) e 24 (5).

Dalle ·conversaz~oni avute in questi giorni con membri della Delegazione jugoslava anche in occasione di inviti scambiatilsi fra le due delegazioni, ho rx>tuto desumere la persuasione che l'accordo con la Francia è effettivamente in via di preparazione. Tale accordo avrebbe la clausola militare della quale feci cenno nel Inio precedente telegramma.

Negli incontri che in questi giorni: si sono avu~i con Ma:rincovich questi ha :ripetutamente affermato che egli seguirà Vei'ISO l'Ita·lia la linea politica adottata dal ·suo predecessore ed intende anzi stringere sempre pliù i vinco!li di amicizia fra i due Paesi. Ha, detto che ormai non v'è altro da sistemaTe che l:a questione dei confini ma è sicuro ·Che si arriverà ad una 'soddisfa.cente soluzione.

L'accordo avrebbe anche contenuto una clausola militare difensiva, che però non avrebbe riguardato la Russia. Il contenuto del tel. fu comunicato al ministro della Guerra, Di Giorgio, con telespr. rr. 210822/138 a firma Bernardi.

Oi.T.ca la situazJione mintsteria'le mentre gtomi fa sembrava che egli nutrisse qualche apprensione per il contegno di Radk, stamane assicurava che quel deputato croato sarebbe entrato nel ministero, rafforzandone molto la struttura per ila conseguente sicurezza di avere 'Stabilmente nella maggioranza ministeriale i 69 deputati radic'iani. Sembra che ill. Governo intenda di scuotere la posizione sempre :fortissima di Pasic con ordinare una inchiesta sulle spese :fla,tte dai precedenti ministeri.

Nincic .che ha transitato l'altro giorno per Losanna parlando con un diplomatico jugoslavo lo ·assicurava invece che il ministero nel termine di un paio di mesi' rsarebbe rovesciato e Pasic tornerebbe ail. potere.

Ma!r'incovic e gli altrd. delegati hanno lasciato comprendere che presto avrà luogo un laa:-go movimento diplomatico e saranno éillontanati dai posti importanti i ministri notoriamente ligi a Nincic, fra i qurali Antonievich, Jancovic (cugino di Pasic) attualmente a Berna, l'attuale ministro a, P·arigi e altri. Forse per Antonievich si attenderà un pò; di lui è stato detto ·che se ha potuto rendere dei servigi con la .sua calnm. e :La sua lentezza nel pe!r'iodo acuto delle relazioni con l'Italia, oggi a Roma vi deve essere un ministro (più agile e più brillante.

CiTca la possibile visita di Re Alessandro a Roma, Marincovic è stato molto dservato, lascilando ·comprende!r'e che è poc"esto per parlarne. La Jugoslavia, e Marincovic in particola~, tiene molto ad una soluzione favorevole a!lla Jugoslavia della questione del Convento di San Naum al confine albanese.

È noto che col recente rsuo parere, la Corte Permanente di Giustizia Internazionale si è invece pronunciata favorevolmente all'attribuzione del Monastero suddetto all'Albania.

Questa s:era partono i due ministri Marincovic e Choumenkovitch per Belgrado. Ho telegrafato al sotto prefetto e alle autorità doganali di Domodossola per le cortesie e facilitazioni d'uso.

Contim.u.o a far tenere i ·contatili con i delegati 'rimasti qui dai quali è possibille avere ulteriori notizie.

(l) -Cfr. n. 483. (2) -Tel. n. 5444/27, trasmesso il 9 settembre alle ore 20,20 e pervenuto alle 21,40 dello stesso giorno, non pubblicato, con cui Salandra prospettava la convenienza che la prossima sessione del Consiglio della Società delle Nazioni avvenisse a Roma. (3) -Manca il numero di protocollo particolare. (4) -Cfr. n. 484. (5) -Tel. 5416/24, trasmesso 1'8 settembre alle ore 17,30 e pervenuto alle 22 dello stesso giorno, non pubblicato, con cui Salandra comunicava come, da informazioni ricevute tramite il ministro degli esteri bulgaro, gli risultava che l'accordo franco-jugoslavo, virtualmente anche se non formalmente, fosse già avvenuto.
494

L'AMBASCIATORE A MOSCA, MANZONI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

R. R. 2·998/846. Mosca, 10 settembre 1924. Il sig. Cicerin mi ha chiesto se &a avvenuto, od ,era da prevede!r'si da parte dell'Italia una dichiarazione dli anne&sione del Dodecaneso. Egli ha detto che il Trattato di Losanna non ha co:1l11Pletamente regolata la ~situazione internazionale di quelle isole, per ·le quali v'eran tuttora delle pretese de~la Grecia; e ,che del Dodecaneso sarebbe stato parlato tra Roma ,e Londra 'anche in oc•casione ed in corìnesS!Lone al regolamento della questione del G,iubaland; e dò in :relazione al!le esigenze greche. Ho avuto 'l'impressione che quest'incursione dodecanesina del signor Cicerin fosse il ,contraccolpo di altra fatta presso di lui da questo Ministro di Grec:ia.

Come V. E. sa una legazione di Grecia è stata aperta a Mosca da poche settimane. Ho r1sposto al ·sig. Cicerin che io non sapeva <Se e quando i<l Governo del Re

avrebbe provveduto ad atti di annessione del Dodecaneso; ma che la situazione ~iuridica internazionale di queste isole era già perfetta ·colla rrati:fica del Trattato di Losanna. Quelle isole erano prima del 1911 sotto la sovranità della Turchia; la Turchia av.eva •ceduto all'ItalLa tutti i suoi diritti e titoli su queste isole con un atto internazionale, /il Trottato di Losanna, divenuto giuridicamente perfetto, ed entrato in vigore il 6 agosto 1924, col·le firme non solo dell'Italia e della Turchia, ma anche deLla Gran Bretagna, della Francia, del Giappone, della Grecia, della Romania e dello Stato Serbo-Croato-Sloveno. Io non ero in grado di precisare se la Grecia aveva ratificato quel Trattato: potevo affermare che lo aveva firmato.

Quanto alle pretese della Grecia, potevo dire che l'accordo Tittoni-Venizelos era stato di pieno diritto denunciato dal Governo italiano, e .ohe fil R. Govern.o non lo ammetteva.

Prego V. E. di voLermi fornire su quest'argomento quelle ulteriori precisazioni che possono giovarmi o per confermare al signor Cicerin la risposta datagli,

o per completarla.

Il punto da render completamente chiaro è specialmente queU.o deH.a situazione giuridica e diplomatLca di fronte ana Grecia. Il sig. Cicel1in è, sooza dubbio, sotto la impressione che questa 'situazione non sia ancora perfetta a favore dell'Italia.

Discorrendo del Trattato di Losanna il sig. Cicerin ha preso nota che esso è entrato in vigore il 6 agotSto ed ha detto che l'Unione de11e R.S.S. non lo ha finora ratificato.

495

IL DELEGATO ALLA SOCIETA DELLE NAZIONI, SALANDRA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 1271/34. Ginevra, 11 settembre 1924, ore 11,20 (per. ore 17).

Decifri Elia stessa.

Articolo del Matin riportato da giornali italiani e informazioni Associated Press di cui al mio telegramma in chiaro n. 33 (l) sono indizio di una campagna di stampa iniziata per diminuire qui posizione da noi acqutstata e tira in ballo

V. E. naturalmente non gode s'impatie stampa radico-socialista internazionale.

Vi ha dato involontaria occasione Schanzer che per desiderio di mettersi in prima linea pronunziò lunedì nella terza Commissione lungo discorso contro tes.i france'se trattati di mutua garanzia. Delegati francesi ne furono irritati anche perchè conoscono precedenti neutralisti e non francofili di Schanzer. Schanzer sostenne validità costante tesi italiana contraria •trattato mutua garanzia da me stesso confermata ma con maggiore discrezione nelle mie ultime dichiarazioni all'Assemblea alle quali francesi fecero tuttavia buon viso. Schanzer commise errore parlarre per primo aprendo H fuoco contro tesi francese ·che altri oratori avrebbero facilmente demoli!ta. Ora risposta francese sarà rivolta segnatamente

contro dl:scorso Schanzer. Ho voluto rendere a V. E. esatto conto di questo incidente soprattutto per pregarLa di non attribuirgli soverchia importanza e di disporre che la stampa non lo ingrossi e inasprisca, riteTrei fare il gioco dei nemici di tutto il nostro indirizzo poHtico. Di fronte alla ostentata ueddezza della delegaziOIIlle inglese in cui prevalgono elementi laburisti non certo simpatizzanti non ci convtene isol!hl"ci qui •completamente perdendo cordiali contatti con delegazione francese ·che ha tenuto molto a mostrare la sua cortesia verso di noi. Se come giornali italiani annunziano nel Consiglio dei Ministri di domani V. E. si occuperà di lavori Assemblea Ginevra, vorrei pregarLa di non fare in eventuali comunicati la menoma menzione dell'incidente di cui cerco attenuare le conseguenze.

(l) T. 5463/33, trasmesso 1'11 settembre alle ore 10,40, per. alle 13 25, non pubblicato:notizia giornalistica di malcontento manifestato da Mussolini a Salandra per aver questi sostenuto la tesi francese. Smentita di Salandra a tale notizia.

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IL MINISTRO A BERNA, GARBASSO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. 5465/252. Berna, 11 settembre 1924, ore 19,10 (per. ore 24).

Miei telegrammi nn. 250 e 251 (1).

COIIliSÌgUere federale Schultess ha vivamente .insistito presso consigliere nazionale Graber perchè c'essi campagna di ingiurie verso R. Governo e V. E. Consigliere federale Schultess ha detto al Graber che ta•le campagna era sommamente deplorevole perchè immensamente tu11ba ottimi rapporti esistenti tra Italia e Svizzei'a ed è a,sso1utamente ing:iustificata data politica del R. Governo e costanti co~rtesie di V. E. vevso la Gonfuderazione. Consigliere federale Schultess ha aggiunto essere dovere del Governo federale e del !popolo svizzero che eventualmente V. E. fosse ricevuto a Ginevra •colJ.e stesse cordialità che gH altri CéliPi di Governo. Gra:ber dopo avere d'etto non essere sua mtenzione turbal'e rapporti italo-svizzeri e che suo articolo era destinato ai iettori so.cilaltsti, ha promesso al Consigliere federale Schultess che avrebbe cessa,to campagna.

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L'AMBASCIATORE A PARIGI, ROMANO AVEZZANA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. PER CORRIERE 5520/971/41. Parigi, 12 settembre 1924 (per. il 14).

Fa1ccio seguito al mio telegramma per coTriere n. 969/39 (2).

Fakri Pascià è venuto a vedermi questa mattina. Eg1i mi ha detto che aveva riferito a Zaglul1la nostra conversazione di ieri. Zagiul gli aveva risposto che mi avrebbe rivisto col maggior piacere, ma che non avr.ebbe potuto darmi al riguardo della definizione dei confini italo-egizian~, una dsposta sostanziaJ.mente diversa da quella datami in occasione della nootra prima conversazione. Zaglul non ·riteneva che a Londra egli avr,ebbe intrapreso negoziati sui quattro

punti delile riserve inglesi. Lo stato delil'opintone pubblica, cosi nella Gran Bre

tagna ·che nell'Egitto, era 'tutt'altro che proplizio ad un accordo basato :su mutue

·concessioni. (Del resto Zaglul è legato dagli impegni forse troppo redsi che egli

ha preso verso il suo partito). Zaglul aveva coorsentito di andare a Lon<ka non

essendogli possibile di rifiutare l'invito ·che Mac Donald gli aveva diretto, facendo

appello allo loro antica amicizia per,sonale. Scopo dell'incontro ern, per ora di

dissipare i malintesi .sorti iln :seguii:to al comunicato egiziano .sui fatti di Athara

e di Porto Sudan, ed all'intervista attribuita a Mac Donald dal DaiLy Mail, inter

vista che malgrado le smentite del primo ministro britannico, aveva prodotto

pessima impressione fra gli egiziani.

Zaglul riteneva perciò che la sua partenza per l'Egitto a meno di circostanze

che egli per ora non prevedeva, avrebbe luo·go al l 0 ottobre ,col « Lotus » da Mar

siglia. Mii rilpeteva le osservazioni già fatte sull'impossibilità da parte sua di

concludere un accordo, sia pure schematico, senza prendere contatto con iJ.

gabinetto eg.iziano e senza la ·scorta dei documenti relativi a~la questione. Mi

assicurava però nuovamente con preghiera di farne parte a V. E., che non

appena giunto mEgitto, avrebbe immediatamente esaminato la pratica ·con spi

rito animato dai più amichevoli 18e1Illtimenti per l'Italia. Gli paTeva probabilie

che i negoziati dovessero svolgersi anzkhè al Cairo, 1ad AlesSJandria dove la

Corte risiedeva ancora durante il' mese di ottobre. Infine mi esprimeva il suo

rincrescimento di non aver potuto, per ragioni indipendenti daHa sua volontà,

aderire al nostro desiderio di formulare a Parigi stesso i: capisaldi dell'accordo.

Non mi! è parso utile, per il nostro prestiglio dopo •questo discorso, di insistere

nuovamente presso Zaglul IS!tesso e di compromette11e presso di lui il buon effetto

avuto dat passi fatti a Parigi e dalla motivazione che ho dato loro, come dettati

esclusivamente dai desiderio di manteneTe la 'cordiaJità dei rapporti itala-egi

ziani anche in caso di .complicazioni derivanti da atti dei Senussi.

(l) -Tel. n. 5414/250, trasmesso 1'8 settembre alle ore 19,35 e pervenuto alle 23 dello stesso giorno e tel. n. 5448/251, trasmesso il 10 settembre alle ore 14,20 e pervenuto alle 16,36 dello stesso giorno, non pubblicati, relativi al biasimo del Governo svizzero per un articolo di stampa italofobo· del Graber. (2) -Spedito 1'11 settembre e per. il 13, non pubblicato, relativo a un colloquio avuto da Romano Avezzana con Fakri pascià, ministro d'Egitto a Parigi e genero di re Fuad, in merito alla questione di Giarabub.
498

IL DIRETTORE GENERALE DEGLI AFFARI GENERALI, LO JACONO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA (l)

T. 11043. Roma, 14 settembre 1924, ore 18,35. Situazione generale assolutamente ·calma. Assassinio deputato C:asa,lJini ha sol1evato ind~gnazione tutto paese, ma per 'spontanea disetplina: fascista e misure d'ordine pubblico adottate non si sono verificati incidenti: alcuna gravità. Reazione morale contro delitto ·comunista s1i svoLse nelle forme più serene quanto più profonda protesta.

Presidente del consiglio ha dato severissimi ordini contro qualunque rappresagLia e contro dimostrazioni pubbliche.

nell'archivio della Ambasciata a Londra.

(l) Si tratta probabilmente di un tel. circolare. II testo pubblicato è quello conservato

499

IL DELEGATO ALLA SOCIETA DELLE NAZIONI, SALANDRA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 1276/47. Ginevra, 16 settembre 1924, ore 11 (per. ore 12).

Ringrazio vivamente V. E. pe:r 'cortese 1assicurazione relativa al professor Marghieri. Presidente Motta mi ha detto essere prossima firma trattarto fra l'ItaHa e la Svizzera iiil ~cui ,si accetta arbitrato per soluzione di ogni: eventuale controversia (1). Consiglio federale ha ordinato Ministro Wagnière trovarsi Roma per evitare ogni ritardo. Rrterreii opportuno, se altre ragioni [JJOn J.o impediscono, ac,celerare firma trattato in modo possa essere annunziato prima che s:i chiudano codeste assemblee cioè non oltre il '25 corrente. Così Italia di:mostrerebbe coi fatti sua disposizione ad aSISicllil"are pacifiche procedure internazionaù.1 sempre che lo consentano superiori interessi nazionali.

500

IL MINISTRO A DURAZZO, DURAZZO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. 5554/156. Durazzo, 16 settembre 1924, ore 19 (per. ore 0,30 deL 17).

Ieri sono venuti da Tirana a visitarmi ministro del Tesoro e ministro dei Lavori pubblici. Vero scopo della visita è stato manifestarmi loro vive apprensioni per attiva preparazione di toDbidi ai confini da parte Ahmet bey Zogolli grazie ad efficaci e sostanzi~ali aiuti che egli trova in Jugoslavia. I due Ministri tennero a farmi rileva~re che mentre Governo albanese in quest'ultimi tre mesi, conformandosi a reiterate raccomandazioni di questa legazione, provvedette ed ottenne che da parte ~albanese non fosse porto alcun giustificato p~retesto di lagnanze della Jugoslavia, questa fomenta le pericolose mene di Ahmet bey Zogolli con armi, denaro, uomini. Recentissime notizie particolarmente inquietanti in piroposito sarebbero giunte al ministro della Guerra dalle regioni del Dibra e Struga dove i maggiori Bloshmi e Gazepi, luogotenenti di Ahmet bey Zogolli, assoldano attive bande pagando per testa quattro napoleoni al mese e fornendole largamente di armi e munizioni. In ~regione di Struga si sarebbe già verificato uno scontro in cui dieci ~albanesi rimasero uccisi. I due ministri dissero che Ahmet bey Zogolli senza appoggiarsi ai jugoslavi, sarebbe ormai innocuo.

Aggiunsero però che «quando il coltello sarà per arrivare all'osso » nessuno potrà impedire agli albanesi di difendersi. Accennarono subito, con evidente intenzione a scarsezza armi e mun'izioni delle forze armate albanesi.

Finiirono con un appello di aiuto dicendo essere il momento in cui Italia può dimostrare suo attivo efficace interesse per tranquilla esistenza Albania. Mi ,guardai dal far loro comprendere che tutto ciò non riusciva per me nuovo nè sorprendente. Richiamai lo~ro attenzione su difficoltà interne dicendo queste parermi almeno altrettanto gravi di quella da loro prospettata. Affermai Italia aver già dato anche recentemente chiare prove suo interesse per consolidamento e pacifico ~sviluppo stato albanese ma che continue crisi interne mettono in im

barazzo anche chi vorrebbe sinceramente aiutare Albania. Conclusi che Fan Noli e Gurakuki passando prossimamente per Roma avtranno occasione esprimere direttamente loro preoccupazioni, loro desiderio e propositi. A ciò miei interlocutori replicarono che dopo partenza dall'Albania di Fan Noli situazione ai confini si è aggtravata e che per questo mi pregavano di farla presente a Roma.

(l) Il trattato di conciliazione e regolamento giudiziario. (di arbitraggio) fu stipulato a Roma il 20 settembre 1924.

501

L'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. PER CORRIERE 5604/729. Londra, 16 settembre 1924 (per. il 20).

Mio telegramma n. 714 (1).

Oggi ho solJecitato nuovamente Fordgn Office a fornirmt Tlispos.ta di cui mi si annunziava fin dagli ultimi di agosto imminente invio. Mi è stato detto che indugio è dovuto alJa lentezza delle comunicazJioni col primo ministro, che trovasi tuttora in Scozia. All:e mie opportune domande onde indagare precisa opinione del Foreign Office, mio interlocutore, mailgrado natura confidenziale del nostro colloquio, ha opposto la maggiore riserva. Ciò non pertanto è mia impres~ione che risposta britannica non corrisponderà al nostro desiderio: e che la favorevole intenzione del primo ministro di pervenire ad un accordo sulle linee da noi indicate è :stata foose frustrata in questi ultimi giorni dal risultato degli assaggi riservati fatti fare a Parigi ed a Madrid, di cui al m~o precitato telegramma. Foreign Office mi ha promesso comunque che risposta precisa mi perverrà entro questa settimana.

502

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, AL DELEGATO ALLA SOCIETA DELLE NAZIONI A GINEVRA, SALANDRA

T. 3080. Roma, 17 settembre 1924, ore 22.

Suo tel~gramma n. 43 (2).

Il carattere complesso delia questione e gli !interessi molteplici ad essa connessi potendo determinare da un momento aJJ:'altro nuove situazioni, è probabile che di fronte ad esse potrebbero essere già sorpassate mie istruzioni particolareggLate inviate in precedenza. Mi limito quindi a far presente in linea di massima ·che la nostra situazione politica nei riguardi degli stati dell'Europa centrale essendo molto delicata, occorre usare molta prudenza per non dare occasione a difficoltà quasi insormontabiU restando magari in seconda linea per evitare di prendere iniziative ·contrarie alle aspilrazioni di stati y;erso i quali abbiamo interesse di mantenere speciaJi rapporti.

Sono d'altronde sicuro che V. E. riuscirà con sagacia e con tatto di evitare tali difficoltà quando non vi sia possibilità di sostenere qualche soluzione che raccolga hl generale consenso. Stimo infine 'superfluo ricordaTe come nel peggioT caso si potrebbe proporre un nuovo rinv1o della discussione.

(l) -Tel. per corriere n. 5376/714, spedito il 5 settembre e pervenuto il 6, non pubblicato, relativo a probabili sondaggi fatti dal Foreign Office a Parigi e Madrid per stabilire le condizioni da fare all'Italia onde ottenere la sua adesione allo Statuto per Tangeri. (2) -Tel. n. 5515/43, trasmesso il 14 settembre alle ore 11,10 e pervenuto alle 14 dello stesso giorno, non pubblicato, relativo all'organizzazione del controllo militare in Ungheria.
503

IL DELEGATO ALLA SOCIETA DELLE NAZIONI, SALANDRA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 1279/52. Ginevra, 19 settembre 1924, ore 1 (per. ore 2,10).

Giornal!i riproducono dalla Agenzia informazioni finanziarr-1e notizia che annessione Rodi al Regno d'ItaJ:ia san-à proclamata in oc,casione festa nazilonatle 20 corrente. Prego V. E. volersi cornpia,cere di telegrafarmi. d'urgenza per mia norma se ha qualche fondamento taJe notizia che qui potrebbe daT luogo inconvenienti già segnalati a:ll'E. V. e 1sarebbe disforme da assLcurazioni datemi da

V. E. con suo telegramma Gab. n. 122 (l) in data 3 corrente (2).

504

IL MINISTRO A BUCAREST, ALOISI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. s. 1280/387. Bucarest, 19 settembre 1924, ore 21 (per. ore 2,20 del 20).

Ho veduto ieri nel pomeriggio Duca tornato ieri da Ginevra. Egli che non ha avuto ancora occasione di incontraxsi con CostantiJnescu, ha tenuto a mette:rmi al corrente del teJ.egramma inviartoglli. da quest'uJ.timo a proposito della ,conversazione avuta a Roma oon V. E. Duca mi ha prilma però dichiarato di non avere compresi certi punti del teLegramma e che vedrà perciò subito il suo collega e con lui avremo poi una conferenza insieme a tre. Secondo dich!i<m'azioni di Duca che trasmetto per controllo il colloquio di V. E. con Costantinescu avrebbe avuto per risultato: l) constatazione dei ristabiliti rapporti italo-romeni; 2) promessa da parte romena di addivenilre ad un trattato di commercio con l'Italia appena finiti i lavori della tariffa doganale romena (ciò che secondo il signor Duca dovrebbe essere in dicembre); 3) intendimento di V. E. di agire a Mosca onde risolvere la questione bessarabiana ed in ogni caso promessa di V. E. di ratifica del trattato per la Bessarabia del 1920; 4) ,]n;tenzione di: V. E. di addiv,en!ire ad un trattato di amicizia italo-romeno simile se non più importante di quello italo-cecoslovacco; 5) prossima visita in Romania di un principe reale italiano; 6) nomina di specialLsti italiani alla Commissrone svizzero-frailliCese per l!o sfruttamento delle forze idrauliche in Romania. Duca appariva estremamente soddisfatto di questi risultati e mi ha detto che chiariremo insieme i vari punti. Ho creduto allora fare subito presente al ministro affari esteri che la nuova e felice atmosfera creatasi fra i due Paesi implicava fino a basare un trattamento assolutamente eguale fra sudditi italiani e quelli delle altre nazioni per ciò che concerne qualsiasi sfruttamento o partecipazione alle leggi di commercializzazione ed a qualsiasi intrapresa di messa in valore dell'economia romena. Su che il 'signor Duca è rimasto con me pienamente d'accordo. In vista prossima conferenza che qui dovrò avere con Costantinescu prego V. E. di voler telegrafare urgenza le istruzioni del caso e se, come sembra consigliabile, ed in quale maniera debbonsi collegare l'intervento di V. E. a Mosca ed il trattato di amicizia con lo stabilimento di un trattato di commercio.

(l) -Cfr. n. 481. (2) -Annotazione marginale di pugno di Mu.ssolini: « niente! » La smentita fu tra:;messa a Salandra lo stesso giorno alle ore 16, con t. preceder>za assoluta 11206.
505

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, ALL'INCARICATO D'AFFARI A LONDRA, PREZIOSI

T. 3099. Roma, 20 settembre 1924, ore 24. Sono note a V. E. J.e recenti im0111date notizie <i!Pparse 1su1la :stampa circa la situazione alla frontiera cilrenaica-egiziana e la questione della delimitazione dei confini Ubici. V. E. 'Conosce pure quaLi sono a questo riguardo gl1i intendimenti del R. Governo e quali precise e leali dichiarazioni abbiamo fatto fare a Zaglul Pascià dal R. ambasciatore a Parigi (vedi mio telespresso n. 206113 del 18 agosto u. s.) (l) ,specialmente per quanto concerne la questione di Giarabub. In tali intendimenti persistiamo e cioè desideriamo non procedere ad alcun atto per forzare la situarzione ma giunglere aU'occupazliorre di Giiarabub in seguito e come risultanza di un amiichevole ac·cordo con l'Egitto sullle basi di quelJo già intervenuto con l'Inghilt€1rl"'a, dal quale risulta ind:iJScutibile hl riconoscdmento del nostro buon diritto su quel territorio, Ja .cui la'PP'<l!l"tenenm aH'ItaJ:ia è peil" noi un punto fuori di questione dell'ac.cordo Mlhlner-Scialoja. Ma dato il persistente atteggi!amento incerto del Governo egiziano che minaccia di procrastinare una soluzione che si aipp<l!Jesa urgente e IlleC'€SSail"ia per ragioni di sicurezza e data la ~conv:enienza di non l:asciail"e cl'eare neli'odierna deld-cata siituazione una generale 1sfumi1ca tensione dei raworti itala-egiziani, mi sembra venuto il momento di :dvolgerci francamente aJ. Govemo britannico richiamandoci all'asslicurazione da esso dataci con la nota del 12 maggio 1922 che lord Allenby avrebbe fatto tutto hl suo possibile p€11" colla:borare con iJ: R. Miniistro al Céliiro allo scopo di portal'e léli questione ad un:a :llavorrevole conclusione. V. E. vorrà quindi informare s:ubilto codesto Governo delle conversazioni ISVoltesi fin qui aJ: Cairo ed esporgli lo ,stato attuare della questione nonchè ~le dichiarazioni che il R. ambasciatore a Parigi ebbe incarico di fare a Zaglul Pascià (telespresso 206113) mettendo in chiara evidenza il nostro amichevole atteggiamento verso l'Egitto, la

nostra comprensione delle difficoltà in cui può trovarsi il Governo egiziano e il nostro desiderio di procedere nel modo più cordiale e amichevole.

V. E. ri:chiamarndo opportunamente gli hliipegni! assunti ve~rso di noi, dn~ quali :risulta indiscutibife il riconoscimento del nostro diritto su Giarabub ·espdmerà 1'assoluta fiducia 'che da .codesto Govemo ci sarà pil"estato tutto J.'appoggio necessar1o per Cl:a 1Soluz1one della, questione. Ella dichiail"erà .che è vivissimo desiderio del R. Govemo di procedere in pieno accordo col Governo inglese non solo per lle precedenti intese politilche, ma anche per ['interesse reci'Proco di regolare di comune accordo questioni ·che non pvesentano soltanto una .importanza loc.ale, ma hanno una ben più vasta portata dt poHtica generale. Giarabub rappresenta per noi la possibUità di garantilre 1la rsi.cUTezza de1la Cùrenaica, e di porre termine definitivamente ahle pericolose agita,ziorri della Senu:ssia. Ora è interes<sre .lirnd~scutibule \anche rdell'Inghil1Jerra, comle recentemente aibbilamo fatto presente in occasione delia ·collaborazione da noi rinvocart;a ed ottenuta peil" impedire il ritorno in Libia di Ahmed Scerif, che non solo siano tranquillizzate e 'Pacificate le regioni della costa settentriona,le dell'Af11ica ma ·che venga sedata

ogni agitaz.ione che .si ~1colliega al movimento panilsliamico da cui tante minaccie si determinano contro la pace genevallie. Questo interesse •comune a tutte ·le potenze che hanno possedimenti islamici, ma soprattutto dell'Italia e dell'Inghilterm per evidenti ragioni di confinan2a, dovrebbe essere certamente comp['e'SO dal Governo briltannico che appoggi<mdoci efficacemente presso l'Egitto .ci metterà in grado di rendere, ·con J:a definitiva padficazione della LLbia, un ·servizio importantissimo agli interessi politici generali dei due paesi. A questo scopo [è] indispen.SiaJbille all'Italila n definitivo possesso di Gi.arabub, chiave di volta degli intrighi e dei movimenti Senussitil. E tP'Oichè questo coincide oon gli impegni assunti daU'Inghilterra verso di noi ho fiducia che il Governo inglese tenendo seriamente fede ag]i impegni !Stessi. darà a lovd Allenby ilstruzi'Oni tali che rendano possibile un sollecito I'egolamento deLla questione. Attendo conoscere di urgenza vi:sultati. passi di V. E. (1).

(l) Cfr. p. 255 nota 4.

506

IL MINISTRO DEGLI ESTERI ALLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO (2)

TELESPR. RR. S. N. Roma, 20 settembre 1924.

Ho attentamente esaminato e v:aglill!to iii conte'IlJUto della nota di codesta presidezu:a in data 27 maggio scorso n. 2245 (3), come pure i successivi elementi che mi vennero forniti ancora in data 26 luglio dal ministero delle .finanze.

La questi!one del nostro ~ilcorso, o meno, alla ·corte dell'Aja per chiedere il ri.mbo11so delle spese da noi sostenute ,in occasione della occupazione dii Corfù, e dellle modal1ità, della forma e dell tempo di 1tale eventuaiLe r.Lcol'so deve essere in primo luogo e sop11attutto studiata 1in relazione aLla situazione attua[e di politica estle11a. EsamVnata 1:a questione da tale punto di vista, e rtenulti presenti i vari e compl-essi eilementi ,che im.fl.uiscono sulla situazione ·e Cihe delterminano la nostra presente aZJi!one pdHt1ca nei riguardi in particolare modo della Grecia, sono venuto alla concLusione •che 'lliOn d conMilene, per ora almeno, avva1Jerci,, de]la fac(Jiltà del ricorso all'Aja.

Con questo, naturalmente, non ;intendo dire che J:a questione debba consi

derarsi chiusa. Essa anzi ~imane aperta, e giludico nostro interesse che cOISIÌ.

rimanga. Essa potrà eostitu~e un !importante e1Jemento di eventuali negozila:ti con

la Grecia.

Per tale eventuaLità trattengo presso questo mi:nistero i documenti già :for

nitimi, e prendo atto della dichiarazione del ministero delle finanze che essi

potranno, al!l'occorrenza essere regolarmente comprovati.

Il documento risulta redatto da Arlotta per l'ufficio IV della direzione generale affari

politici. commerciali e privati d'Europa e Levante. Sull'argomento, cfr. un appunto autografo

di Mussolini, relativo ad una precedente, analoga relazione fattagli da Arlotta in data

1 settembre:

«Non approvo che la questione di cui trattasi -cioè ricorso alla corte dell'Aja per la

questione delle spese militavi sostenute per l'occupazione di Corfù -sia deferita al con

tenzioso diplomatico.

Approvo invece le conclusioni dell'Ufficio. Niente ricorso e niente spugna sulle spese sostenute a Corfù, ma eventuale negoziazione •·

A questo proposito anzi non poSIS'o non ossennarre, benchè non sia di mia competenza l'addentrarmi nell'esame di documenti contabili, che soprattutto per quanto :r1igua:rda le spese elencate dalla aeronaut1ca, si vorrebbero :fiaTe entraTe, nella richtesta di: Ttmborso delle partite dii spese generali che con la nostra azione di Corfù hanno una attinen.oo assai remota e indiretta. Pure nOIIl .escludendo che anche esse possano, se del ·caso, estsere fatte va'lere, riterrei utile che fin d'ma le ammim.J.•strazioni interessaJte stabilliscano due diversi elench~: delle •spese effettivamente sostenute, direttamente e immediartrunente, per •la occupazione di CoTfù, e delle spese g1eneralii che con quella a·zione hanno solo un rapporto mediart;o e indiretto.

(l) -Il telegramma fu trasmesso anche al Cairo. (2) -Si è usato il titolo impersonale per evitare l'identità. nella persona di Mussolini, fra mittente e destinatario. Copia del telespresso fu inviata, in pari data, al ministero delle finanze, ragioneria generale dello stato.

(3) Non pubblicata.

507

IL GOVERNATORE DI RODI, LAGO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. 5644/8453. Rodi, 22 settembre 1924, ore 10,30 (per. ore 5 del 23).

Telegramma di V. E. n. 3091 (1).

Debbo rappreSieiilltare V. E. grande pemcolo che .rrappresenta poer noi iiSiti•

tuzione consolato turco a Rodi. Finora non contavo qui che con difficoltà deri

vanti da el'lenismo: con presenza consolle turco, che, data aggressivirtà e xeno

fobia Goverru:> kema.lista, sarebbe coertamente inspilrato stessi sen1li.imenti osti!Li

che dooninano attuailmenrt:Je Turchiia COIIJ.tro di noi, dovreL contare anche sul mo

vimento questo elemento mus1sullmano. Da no1tare che diritto opzione risenrart;o

per due anni da trattato di Losanna a nostri sudditii turchi a.utw~zzerà in ce11to

modo console ingerirsi affari comunità. Il telegramma continua (2) col numero

successivo (3).

508

L'INCARICATO D'AFFARI A LONDRA, PREZIOSI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. 56431737. Londra, 22 settembre 1924, ore 21 (per. ore l deZ, 23).

Telegramma di V. E. n. 3099 (4).

Ho avuto testè un lungo colloquio con Tyrrel che regge tuttora hl Foreign Office.

Gli ho rifedto IJ.e conveJ:'lsazionli. ISVoltesi ail Cairo e le dichiaraziond fatte dal

R. ambasciatore a Parigi a Zaglul pascià, rilevando il nostro amichevole atteggiamento verso il Governo egiziano ed il desiderio di V. E. di procedere con esso nel modo più cordiale.

Gli ho dichiwato i motivi !Per cui J.'appartenenza dL Gia:rabub all'Ital!ia è ormai acquisita ed indiscussa, ricordando che quell'oasi nelle trattative episto

la!ri intffi"corse fra Lord Mhl.ner e gli on. TiJttoni e Scialoja era cOlliSideralta solo come un punto di partenza per maggiori concessioni terdtomallii, e ricordruldo g!li ,impegni presi dal Governo britannico Vel.'SO dL !llJOi e ;pMillicolarmente La nota del maggio 1922.

Gli ho infine .IIifel.'ito il vivo de~iderio di V. E. di .procedere lin pieno accordo col Governo bdtannico, esprimendo chiaramente tutte J.e ragioni politiche indi• catemi dalll'E. V. ondle w :risultalre il comune ·interesse anglo-italiano al soù!lecito regoLamento della questlione sulla base indisootibiJ.e dell'accordo Miiliner-SciaJ.oja.

Ho concluso dichiara~ndomi più che sicuro che ill GoVJemo brlitanni.co non mancherebbe di dare a Lord Allenby le istruzioni più atte a renderè possibile la defiru:zliO!lle del:1a questione.

Sottosegretario dii stato affari esterli che mL aveva :rivolto cenni di conse~n00 specie sulile parti della mila esposizione toccante !l'accordo Millner-Sdaloja, mi ha detto che mi ringra7Jiava della comunicazione di cui prendeva nota. Lo hio subito inlterrotto dicendoglii che io intendevo ricevere chiare e precise assicurazioni nel senso desiderato da V. E. e che non ponevo alcun dubbio che il Governo britannico fosse dilsposto a mantenere gli impegni già da esso formaJa:nente presi. Tyrrel non solo ha assentito ma alle mie rinnovate insistenze ha creduto dover egli medesimo ricercare l1a nota del 1922 (la quale trovavasi rin un incartamenrto da tlui esaminato stamaiiJJe stesso .per il motivo che riferi!sco rilllirsegutto) e leggermi il preciso testo del periodo cui io aveva accennato (1), aggiungendo finalmente che il governo britannico intendeva mantenere fede al suo impegno.

Tyrrel mi ha detto pos·cia che era stato lieto della mia comunicazione pe·rchè essa l1o rassieurava circa un telegr:amma odierno del Cairo (ed era questo il motivo per cui J.'ia:l.cartamento trovava& SUil suo tavoJo) e gLu\Sta il quale l'Italia starebbe .preparando un'immLnente spedizione rrillitarre a Giarabub. Gli ho oSS€1"vato che tali voci erano corse di recente anche nella stampa e gli ho accennato di nuovo a quanto era stato dLchiiall"ato rre11e nostre conversazioni al Cairo e a Parigi; e cioè che noi non desideriamo procedere ad alcun atto che forzasse la situazione; ma giungere bensti ailll'occupazirone di Gku-abub rin seguito e come risultato di un accordo amilchevole coJil'EgLtto tSUille basi di quelJ.o già ·irntervenuto con Lord Milner. Ma che GilaTabub non doveva rdiveilltare nel frattempo una base di concentramento e di rifornimento per gli agitatori libici. Tyrrel si è mostrato soddisfatto di tale oomun!Lcazione.

(l) -Tel. n. 3091 del 19 settembre, non pubblicato, col quale Mussolini chiedeva a Lago il suo parere sull'eventuale istituzione di un consolato turco a Rodi. (2) -Tel. 5645/8454, trasmesso e per. in pari data, non pubblicato: Lago proponeva che, qualora Mussolini decidesse di consentire alla richiesta turca, il consolato venisse istituito due anni dopo l'entrata in vigore del trattato di Losanna. (3) -Nota marginale di pugnc di Mussolini: c Niente consolato per il momento! M.•. (4) -Cfr. n. 505.
509

L'AMBASCIATORE A PARIGI, ROMANO AVEZZANA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. PER CORRIERE 5674 (2). Parigi, 23 settembre 1924 (per. il 25).

Fakri Pascià è venuto a vedermi ieri nel pomeriggio per pregarmi, da parte di Zaglul, di interporre i miei buoni uffici presso V. E. (allo scopo di evitare quaJ:siasri. conflitto tra i due Paesi) onde indurJa ad a~ccettare la linea provvisori:a

di confine, proposta dal Governo eg1z1ano, fino a/l suo ritorno dn Egitto. Zagliul si scusarva di non essere venuto pemonalmente a: cagi!onJe dell'O stalto precario di salute che ,gLi ilmponeva: un assoluto ll.'ipooo per prepara~rsi aàJa partenza per Londra.

Ho creduto oppor:trmo di vedere personaLmente Zaglru:I •col qua;le infatti ho avuto rm lungo colloquio ieri sera sU1 tardi!.

Zagliul :si è lamentato che 1l'ItailtiJa,, nel me111ime egli è in Europa in procinto di abbordare :lior·se ·con :l'Inghilterra La solUzione di questiOilJi vitaU..i per l'indipendenza del suo Paese, minacciasse ·con concentram€llllto di forze importanti, l'occupazione di un territorio ·come Giarabub che, fino a quando non fosse stata presa una decisione diversa, e dntervenuto un accordo, era considerato dal suo Governo come territorio egiziano. Era sua intenzione di inviare dapprima persona: di sua fiduda presso V. E. per esprimerLe ,direttame.nrte questa lagnanza, ma profittava dellle relazioni personaLi stabillite con me a Pwrigi, per farlo per mìo tramite. Mi ha detto che i:1. ISUO Govel'lliO aveva offerto una (linea provvisoriia la quale era stata in massima accolta dall'ufficiale italiano preposto alle trattative (1), senonchè quest'ultimo era stato richiamato e sostituito da altro ufficiale (2) che aveva formulato esigenze inaccettabili per l'Egitto.

Egli non sa,peva rendersi conto de!11a preetpitazione con [a quale ·11 GoveTno itaHano voleva riiS'olvere con un atto violento, mentre egli era ·ÌIIliPegnato ailtrove, la questione dell'oatSi di Giru-a:bub, la cui importanza era troppo piccola (disse che non conteneva più di 350 abitanti) per costituire una cosi urgente minaccia per l'Ita!Lia.

Nel ·complesso Za-glUl apparilva molto irritato e pwrlò financo dd sue esigenze da comun1care a V. E. tanto che dovetti richia:ma'l11o a run ilingua~ggio più misurato dicendogli che tutt'al più potevo ammettere di fa:mni intermediar:~o del suo pensiero e dei suoi desideri. E gli osservai che egli, evidentemente, non era al corrente della situazione, giacchè il governatore delll!a Cirenaica, persona ·che :aveva già adempito a missioni politiche con soddisfazione del R. Governo e perciò, di mente serena ed equiJibrata, considerava invece glli .assembramenti e i tpreparativi che si andavano facendo a Giarabub, come minacciosi per la sicurezza della nostra Colonia, e non potevo na:scondergli :la mila •sorpresa .che i1 Governo egiziJano li .tollemsse. Se J.'Egi:tto pretendeva, .pendenti i negoZiiati in corso, di ese.l'citare la sua sovranità sull'oasi, doveva assumerne tutte le responsabilità, e se egli, Zaglul, voleva che noe...~un atto che polte!SISe compromettere lo stat:u quo fosse fatto prìma del suo ~ritorno, doveva a111che proVVIedere a •Che si ponesse un termine a mov;imenti ,sospetti che non erano più run mistero .per 1le nostre autorità militari. Zaglul mi domandò allora se io volevo che egli telegrafasse al Cairo pevchè il 1suo Governo ll'informaSISe di dò che avveniva a Giarabub ed eventualmente si a~doperasse a ·che non si facessero pre!Parativi che potessero allarmare l'Italia. Gli risposi che io non ero incaricato di chiedergli nu'lla, ma

che mi pareva ovvio che il Governo egiziano dovesse farlo. Zaglul mi disse che avrebbe telegrafato in tal senso.

Riprendendo il discorso, d:ilssi a Zaglu1 non Ti:sultarrni, ad ogni modo, che il Govemo itali:ano intendesse procedere senz'altro al!J.a occupazione di Giarabub; chè anzi, 'il comunicato apparso nei giornali (l) doveva indurmi a ritenere che fosse sempre nelle intenzioni di V. E. di raggiungere un accordo col Governo egiziano e gli stessi passi ·che a due riprese io avevo fatto presso di lui per un amichevole componimento, provavano come il Governo italiano tenesse a prevenire situazioni che potessero oscUll'are i tradizionali rapporti tra i due Paesi. Gli aggiunsi che egli aveva torto ad impuntarsi sulla appartenenza dell'oa:sd di Giall"abub aLl'Egitto. Se era nostro desideri(} vivissimo dL intenderei con l'Egitto, egli doveva però tenere presente che noi, quando ponevamo come ·caposa:lJdo di una eventuallie intesa il :riconoscimento del possesso deli'oasi all'Italila, ci basavamo sopra l'accordo Lntervenn.tto fra .i:l min~stro Scialoj.a e Lord Milner. Egli non poteva non prenderlo in considerazione, attesochè esso costituisce una definitiva presunzione a nostro bvore, non iPOtendosi in verità sospettare e accusare l'Inghilterra di ·essere soverchlamente generosa nel concedere •tratti dL territorL dei suoi pTOtettorati, e taJ.e era l'Egitto, 31 quel momento, COIIlJSiderato dalla Gran Bretagna.

Non riferisco ii resto della conversazione che fu amichevole. Finii per accedere al desiderio di Zaglul di pregare a suo nome V. E. di esaminare se non convenga di tStabmre la linea provvisoria ehe n I»""imo <delegato itaJ:iJano pareva disposto ad accettare (2); ovvero, in ogni caso, di dargli assicurazione che nessuna azione verrà intrapresa dall'Italia e che la questione di Giarabub sarà oggetto di negozi·ati :al suo ritorno; di lfa:rgl1i perveni!re a Londra, per mezzo d'ella nostra ambasciata, ilia :rtisposta di V. E.

Ho chiesto a Zwglluil per qualie epoca egJi prevedeVIa il rsuo ritorno in Egitto. Mi ha riJSpdsto fra due o tre settimane, ma :IliOll ha escluso che questo terminle potrebbe essere prolungato qualora i negoziati con l'InghHterra prendessero un avviamento favorevd1e.

Zagl!ul ·che, ·come ho d!n:llormato V. E. ritenev•a in origine che hl. suo incontro con Mac Donaild dovesse avere per ,scopo soltanto di :dstabill:irre con la Gran Bretagna un'atmosfera più col'diale, h:a poL in !Seguito ricevuto assicurazioni che gli fanno <:l'edere non impossilbile H raggiungi.mento di un modus vivendi arccettabiLe dalll'Egitto.

Nei no111tri riguardi l'ho trovato rmeno .cedevole, in con1seguenza appunto di questa ravvivata speranza. Mi è pa~so .comprendere da alcune rsue fraiSi, che eg.li ritenga .di poter contare sullL'awoggio d~ll'Inghilite!"ra in caso di una nostra az1one.

È probabi•le sia pure sua convinzione che, dato l:'indirizz,o prevalente a Ginevra per J.a pacifica so]uzione di tu1:tti i confltttlli, non •convenga all'I1taJ.ia di prendere senz'ailitro pOISseSIS'O di: un territorio sUil. quaLe .i!l suo titolo non è anc01ra perfetto (3).

20 -Documenti diplomatici -Serie VII -Vol. III.

(l) -Il periodo si trova nlel'ultimo capoverso della nota consegnata il 12 maggio 1922 dal Foreign Office all'ambasciatore italiano a Londra, De Martino. (2) -Manca il numero di protocollo particolare. (l) -II capitano Bauer, Capo Distretto di frontiera a Bardia. Per l'Egitto conduceva le trattative il capitano Green, residente di Sollum. (2) -Il dott. M. M. Moreno, commissario per la Marmarica. Egli aveva ricevuto istruzioni che potessero, • senza pregiudicare alcun nostro diritto darci tempo e modo per la nostra preparazione militare • (t. 5475, del 19 agosto, di Lanza di Scalea al governatore della Cirenaica, Mombelli). (l) -Cfr., per es., n Corriere dell.a Sera, 20 settembre. (2) -E cioè, l'uso per la polizia confinaria italiana • della camionabile Sina oltre il Bir Scegga fino all'incrocio Masrab el Achuan, e poi tale carovaniera fino a raggiungere quella di Giarabub Gialo a venti chilometri ad ovest di Bir Abu Salama • (t. 2680 a Caccia Dominioni, trasmesso il 17 agosto alle 20, non pubblicato). (3) -Il telegramma fu ritrasmesso a Londra in data 26 settembre con tel. n. 3170.
510

IL DELEGATO ALLA SOCIETA DELLE NAZIONI, SALANDRA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. 5664/68. Ginevra, 24 settembre 1924, ore 10,20 (per. ore 14,30).

Per 'COnvocazione cons1glio a Roma nel prossimo dicembre ho pa,rlato amichevolimente a Branting col quale miei Xaipporti personali: sono adesso buoni. Branting mi ha dichiarato sempre in via ,amichevole non potermi dlare risposta immediata perchè dubi1tava delll'assenza del m1niJstro deg]i affa111~ esteri di Svezia il quale forse non sarebbe ben dilsposto a causa degli incidenti dehl'anno 1923. Prego V. E. di ,considerare se non 1sia opportuno qualche pa~sso del nostro m1nistro a Stoccolma pecr-evitare eventuali di:fficoltà. Si potrebbe far osservare oome ho detto anche a Branting che l'Italia ha fatto i maggiori sforzi per entrare nello rS{Pirito de!llla Società delle Naztoni ed ellim:inare ogni traccia degli incidenJti dello scorso anno. Negarle adesso questa soddiisfurzione di amor proprio sarebbe corrispondecr-e malie alle nostre 1ntenzioni ed ai nostri atti. Se: V. E. voglia aderire al mio 'suggerimento conviene farlo con la lllaiSsima sollecitudine possibile per arrivare in ,teJnpo dovendo questione decidersi nei primi giornil delLa prossima fettimana (l).

511

IL DELEGATO ALLA SOCIETA DELLE NAZIONI, SALANDRA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. u. 5666/71. Ginevra, 24 settembre 1924, ore 12,50 (per. ore 17).

Parmoor in via indiretta ha dimootrato incerrtezza citrca adesione aJila convocazione in Roma deiJ. Consilglio in dtoembre. Ritengo che 'Siia utile una immediata azione o per mez:oo dL TomaJSi del!1a Torretta o per mezzo di Graham rperchè probabilmente ragioni distanza addotte dal delegato inglese nascondono esitazione per ragioni poliUche e ,corrispondono ai dubbi espre,SJSi da Branting di cui al mio telegramma n. 68 (2).

512

L'INCARICATO D'AFFARI A BELGRADO, SOLA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. s. 1283/478. Belgrado, 24 settembre 1924, ore 15 (per. ore 19,30).

Mio telegramma n. 474 (3).

Ribarz mi ha chiamato per dirmi 'Che questo Governo, devo ritenere dopo migliore riflessione, era spiacentissimo non poter accettare ospitalità da noi offerta ahla delegazione jugoslava a Venezia. Egli per vero tenta gtustificare ila sua precedente accettazione nel senoo che nOIIl 'aveva hen compreso tutta la por

tata della espfleiS.sione « os;pitail.1tà ». Il suo Governo .si preoccupa de'lila ritpel'Cussione che in Dalmaz1a potrebbe avere la IliOtizia me i de1egMi jugOISilavi SOIIlJO nostri ospiti, tanto più che a Venezia si tratteranno questioni vitali per quella regione. Mi ha detto che a Trumbic ed a Vesnich non è stato qui mai perdonato la « coppa di champagne » offerta ad essi a Rapallo e che persino per la conferenza di Genova sono st•ate mosse aspre cri!tiche aJ: Governo del tempo. Bia aggiunto che la delegazione jugosilava è •animata dal desiderio di venhl-ci incon_iiDo con le maggiori :possibi:1i concessioni, ma che ad ~essa sarebbe poi più difficille sosteneif1le dinanzi alJJ'opinione ,pubbllli:oa se de1ega(ZJ~one fosse stata ospite nostro. ln tail. OOilJSo è srta.to teLegrafato anche ad Antonievitch. Ho COJlliPTeso che ogni insistenza presso Mar.incovkh sarebbe stata non solo tnutill.e ma in definitiva dannosa. Questo piccolo episoctio di ·Cill1 non coJliViene esag.m-are ']'importanza, sta comunque a dimostrare i!Il qruale alt:mosfera diffi1Ci1e .si muov•a qui ogni Governo che iilltenda avviare a soluzione 1ruitte le questioni che iillteressano le rispettwe posizioni in Adrilatico.

(l) -Annotazione marginale di pugno di Mussolini: • Sta bene. M.•. (2) -Cfr. n. precedente. (3) -Tel. n. 5651/474, trasmesso il 23 settembre alle ore 16 e pervenuto alle 19 dello stesso giorno, non pubblicato, col quale Sola comunicava che la delegazione jugoslava accettava l'ospitalità offertale dal R. Governo per la conferenza di Venezia.
513

L'AMBASCIATORE A BRUXELLES, ORSINI BARONI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. PER CORRIERE 1291/225. BruxeLles, 24 settembre 1924.

Mio telegramma Gab. n. 217 (1).

Dilrettore Genffi"alle Affari! Politici di questo ministero esteri ha dato lettura al consigliere del1:a R. ambasciata di un tetlegramma, testè pervenuto da Ginevra dlal sig. Hymans, :r;i!ferentesi segnaJ.azioni mie e di V. E. a conte van den Steen circa attitudine di questa stampa verso il R. Governo e particolarmente articoli

Peuple.

Ministro dichiara che Governo belga, data larghezza legge stampa, trovasi disarmato per agire contro giornali e che quando si tratta stampa opposizione non ha neppure mezzi indiretti d'azione. Egli soggiunge però che parù.erà subito in proposito al .s1g. de Brouckère, che rappresenta questo partito socialista k'a i deilegati belgi a Ginevra e che è uno dei prindpa'lli redattori de~ Peuple, ma non può naturalmente arssicurare fino a qual punto PeupLe terrà conto di ciò. Osserva anche ·Che articoli !Più violenti Clontro R. Governo e fascismo in genere sono •opera di corr1s;pondenti dail'Italia e spedalmerute di parlamentari socialisti cordspondenti d'occaSiione e ,che inoil:tre non sono spe1sso ·che la riproduzione di articolt della stampa d'opposi'ZJione ital!iana.

Hymans tiene ad ass1cm-are -e desidera tSÌa rosaputo da V. E. -dei sentimenti ami-chevolissimi del Govemo belliga verso tlJ R. Governo col quale, recentemente, è 1stato parti'Colarmente lieto di avere 'ai Londra strert.ta cordiale collaborazione. Dà tstruzioni pertanto al •sig. De Ramaix di seguire attentamente questa stampa e di esercitare tuttta LinflueD.Zia po.s~ibile per.chè i giornali che non

s1ano d'opposizione non escano dai limiti ordinari delle polemilche d1 partito nei riguardi del movimento fascista. Ritengo che una •ComuniclU:ione del genere !avrà pure luogo cOSiti, riferendosi alla segnaliazilone fatta per hl tramite d~l Conte van den Steen.

(l) Tel. gab. (p. r.) n. 487/217, trasmesso il 15 settembre alle ore 13,15 e perven~1to alle 17 dello stesso giorno. non pubblicato, relativo all'opportunità di protestare presso l'ambasciatore belga a Roma per la campagna antifascista della stampa belga.

514

IL REGGENTE LA LEGAZIONE AD ADDIS ABEBA, BOVA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. 5792/111. Addis Abeba, 24 settembre 1924 (per. ore 14 del 2 ottobre) (1).

Deg~ac Gabresellase, col qua!Le ho avuto una .l!unga convel1Sazione, mi iha detto ·conserva il miglior ricordo delle ~·ccogHenze r-icevute a Roma ed in particolare dei coliloqui avuti con V. E. e con Contarini. Mt ha raccontato di a;ver, cercato con tutti i mezzi, mentre iU. Ras ISi trovava a Parigi, di ind'urllo a riltornail"e in I1la!l!ia m forma uffidosa per sottrarlo ·così all'influenza :fuancese ma senza essere però riuscito. Si è mostrart;o estremamente indignato ·contro i francesi asserendo che hanno cer·cato in tutti ·~ modi di intorbidare i rapporti tra llui ed il Ras dicendo a quest'ultimo ·che il Degiae, notoriamente fedele ai ·Circoli conservatori agiva e trattava a Roma in nome ImperaJtr1ce e non del Ra1s. Ha liamentato la malafede francese che lo dipinge come venduto agli italiani e non mi ha nascosto che, in nessun'altra manovra e ..... (2) trovava, il Ras, tornava assai deln.Lso dall'Europa e speeiallrnente dalla Francia per dò che rigual'da i risultati poliittci del suo viaggio. Ho chlesto a Gabrese:llase che cosa esso pensasse cir·ca l'eventuaUtà •che nuove .concrete milsure potessero essere prese da Ras Tafari dopo il suo viaggio in Europa, ·sulLa schiavitù. Mi ha trllll>osto che il RaJs effettivamente è ben dtsposto al r1guatrdo che nuove efficad disposizLoni saranno date per raggiungere con tutti i mezzi Jlo scopo ma che le difficdlltà aggravanti del problema nel •senso desiderato dalla Soc1eità delle Nazioni ,sono grandi e indipendenti molte volte dalla volontà del Governo centrale. Gabresellase mi ha detto che in •tutti i grandi capi ile aeoogl•ienze ricevute a Roma avevano lasciato un r1oo:rdo indeliebile e arguiva pel'c:iò •Che assai più facile ed agevoJ.e sarebbe ormai l'intesa politica e economica tra l'Italia e l'Etiopia.

515

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, AL DELEGATO ALLA SOCIETA DELLE NAZIONI A GINEVRA, SALANDRA

T. 3154. Roma, 25 settembre 1924, ore 20.

Suoi. telegrammi nn. 68 (3) e (70 (4).

Le telegrafai in data 10 corrente (5) mie favorevoli disposizioni per la scelta di Roma come .sede della prossima sessione consiglio Società Nazioni che da V. E. mi fu prospettata col telegramma n. 27 (6) come possibile. Le confenno tali mie

favorevoli ·disposizioni, ma debbo fade presente, che data 1a delica,tezza delle relative pratiche, da lei stessa messa in evidenza, non riterrei conveniente un intervenlto di Governo a tal fine. Lascio quindi al11a prudenza di V. E. e aihla sua espedenza di ,codesto ambiente d~ giudicare circa l'opportunità d'insLsrtere o abbandonare l'j_dea delle riunhmi d!eil: prossimo cons~gl'iiO a Roma. Forse indiretti contatti di codesta d!elegazion~e con Drummond potrebbero fornire e!lcementi per un più 'stcuro giudizio.

(l) -Il telegramma redatto il 24 settembre, fu trasmesso il 30 alle ore 19. (2) -Gruppo indecifrato. (3) -Cfr. n. 510. (4) -Non rinvenuto. (5) -Cfr. n. 492. (6) -Cfr. p. 290 nota 2.
516

L'INCARICATO D'AFFARI A LONDRA, PREZIOSI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. PER CORRIERE U. R. 5743/746. Londra, 25 settembre 1924 (per. il. 29).

Telegramma di V. E. n. 3149 (1).

Non appena ricevuto il predetto telegramma di V. E. mi sono subito recato al F'oreign Office. Ho visto il! capo dell'uffido competem.te cui ho dertto che l'ambasciatore, nel lasciare Londra per una brevissima assenza, mi aveva raccomandato di viJerirgli, appena pQIS\Sibhle, dò 'Che il !pl'imo ministro avesse creduto di farmi conoscere confidenzialmente e verbalmente, in merito ailla conversazione priva~ e personale tenuta col sig. Ma,c Donald li 8 agosto scorso (2). Che pertanto lo pregavo di dirmi, se ne fosse in grado, quanto il primo ministro desiderasse far conoscere in via ll'iservata al R. ambasciatore; e ciò in stretta conformità e dipendenza dell'intesa intercorsa circa la natura assolutamente privata dell'indicato colloquio.

Mio interlocutore mi ha repHcato ,che l!a risposta, di cui il primo mtnistro aveva pl"eso definitiva visione sub~ dopo suo ritorno a Londra, era •tata già inviata alla nostra ambasciata. Era un breve confidenziale memorandum (3). Tyrrel l'aveva anzi accompagnato da una sua lettera personale, in cui mi avvertiva che Sir Ronald Graham sarebbe stato incaricato di fornire a V. E. non appena EUa :llosse 1i:n posseSSiO del memorandum, a:lcune sp]egazioni ~el'ISOnlill'i deJ. primo minis1tro, a chiarimento del punto di vista esposto nel memorandum ste.siSo; e ciò in 'esa:tta 'Corrispondenza del breve confidenzia[e appunto da noi lasciato li 8 agosto, e del péllSso personale fatto lo stesso giorno da S. E. Della Torretta presso il signor Mac Donald. Gli ho chiesto quindi se trattavasi di assicurazioni soddi'sfacentL. Mio interlocutore è divem.uto a!lquanto imbarazza1to. Mi ha detto che il memorandum, il quale doveva essere srtato già !"€Capitato all'ambasciarta., mi avrebbe reso noto, più 'che un ooo irrnprecioo sommario, il punto di visrtla del primo ministro; di esso, del resto, non ricordava ['esatto contenuto; il GoVffi'IlO bvi1Janni,co era veramente disposrbo, in questa come in a1lrtre questioni, a ,soddisfare i desideri: i:ta!liani; nel:l'esame del'l'attuale questione, esso avev:a

messo tutta la sua migliore volontà; io potevo restare skuro di questa disposizione, ecc.

Gli ho osservato che, dalle sue parole, non riesoivo a rendermi anco,ra contò de1 punto di vista del primo mmd:stro, e se questi fosse disposJto adi aroordare iJISUo appoggio pe:r l'ottenimelllto delle cosi legittime modifiche accennate dal:l'ambasciatore.

Con la stessa esi:tazione, e sempre premettendo ·che mi paruava in via affatto personale, il mio interlocutore ha allora accennato che occorreva tener conto della difficile situazione in cui si era trovato il suo Governo in questi ultimi anni, in tutta la questione di Tangeri; •che 1a Convenzione di Parigi, conclusa, dopo lunghissimi negoziati --i quali ad un certo momento erano giunti finanoo ad una pericolosa crisi -aveva finalmente messo fine a tutti gld «encroachments » francesi; che pertanto un eventuale ritorno alle condizioni preesistenti all'accordo di Parigi sarebbe riescito assai pericoLoso; che tale eventuale ritomo avrebbe significato la ripresa di tutti quegli « encroachments », che pur avevano minacciato dii soffocare Tangeri sotto tl controllo :flrancese e che queste ed altre considffi"azioni rendevano éiiSISai difficile e delicata la situazione del Governo brLtannico, che bLoognava tener presentte siffatta tsituazione del suo Governo, animato sempre dallo spirito d!l più amichevole verso di noi.

Ho così intravveduto che il passo di Graham presso di V. E. sarà inteso soprattutto a farLe presente queste ed ail'tre considerazioni dei genere; nonchè a mettere in rhlievo ILo spirito amkhevol!e e la buona volontà con cui il sig. Mac Donald ha esaminato ila questione.

Da tutti i ·SUI'riferiti accenni, benchè vaghi e sa•]tuari, ho tratto tuttavd:a l'impressione che l'ostacoLo principale a un netto e favorevole atteggiamento ver:so di noi circa la questione di Tantgeri sia tuttora la considerazione riferita ripetutamente dal R. ambasciatore a V. E.; e cioè che un antico impegno leghi stl'ettamente questo Governo a seguire il punto di vista frnncese (per ultimo il telegramma dei marchese della Torretta n. 652 del 24 luglio scorso) (1). Comunque non possono non tenersi in conto le reiterate affermazioni che, nell'attuale circostanza, il primo ministro ed il Foreign Office abbiano esaminato con reali amichevoli disposizioni le nostre proposte.

Desidero pure riferire a V. E., ad ogni buon fine, che il passato atteggiamento del:la stampa radi:cale e [aburista nei rugua:rdi tdelJla :recente ConV'eUZione di Parigi mi ha lasciato l'impressione che essa, pur criticando e lamentando la condizione di preminenza assicuratasi dalla Francia nel nuovo congegno amministrativo della città di Tangeri, abbia ritenuto tuttavia che la Convenzione di Par1gi sia valsa effettivamente ad assicurnre la neutralizzazione di quel porto: cil'costanza questa ritenuta principalle in una questione che dagli stessi gio,rnali è .considerata come impo.rtante esclusivamente dal punto di vista strategico. L'ovvia considerazione che una rea:lie neutralizzazione può trovare la sua garanzia soprattutto in un'eguale distribuzione delle mansioni amministrative e giudiziarie per il Governo della città, rilpartite netla stessa misura fra il maggiotr numero di stati cui la neutralizzazione maggiormente e legittimamente interessi, è sempre sfuggita agli organi stessi, e parmi sfugga adesso pure al sig. Mac Donal1d.

Infatti la lettma del memorandum lascerebbe supporre che i:1 primo mhùstro non abbia voluto o potuto valutare ciò che nelle nostre proposte tende ad assicurare il vitale comune interesse di .perven:ire alle più rigide garanzie per la neutralizzazione del porto di Tangeri.

Accludo il memorandum del Foreign Office (1).

(l) -Trasmesso il giorno 24 alle ore 23: trattative con Mac Donald per la questione di Tangeri e necessità che abbiano un carattere riservato. (2) -Cfr. n. 433. (3) -Il memorandum, datato 24 settembre, respingeva in sostanza la richiesta dell'Italia, perchè minori di quelli delle tre altre potenze erano i suoi diritti giuridici nella questione e perchè i suoi interessi a Tangeri erano minori.

(l) Cfr. n. 403.

517

IL SEGRETARIO GENERALE DELLA «ASSOCIAZIONE NAZIONALE DALMAZIA», RONCAGLI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

L. P. s. Roma, 26 settembre 1924. Per proseguire l'opera di politica ~egreta da V. E. dichiarata utilissima, occorre costituire, come ebbi l'onore .di proporLe: un comitato segreto balcanicodanubiano, con rappresentanti di tutti i movimenti rivoluzionari non vincolati al bolscevismo russo, e farne il centro di un'organizzazione segreta internazionale, rivolta 'a controbilanciare la politica imperialista della Serbia e quella delle .potenze che la sorreggono. Data la preparazione già fatta, ciò è possibile, purchè si disponga dei mezzi finanziari occorrenti, secondo il preventivo che mi onoro di presentarLe, giusta

l'invito fattomi verbalmente. Prevedibile 1spesa annuale per un servizio segreto e metodico di indagini

sull'attività dei vail'i comitati rivoluzionari balcanici e danubiani. l) Per viaggi nei paesi balcanici e danubiani allo scopo di raccogliere elementi e notizie, e per contatti coi dirigenti dei vari comitati rivoluzionari . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . L. 28.000 2) Per spese di ufficio e segreteria, abbonamento a giornali, riviste, traduzioni, posta, telegrafo ecc. » 15.000 3) Per rimborso di spese di soggiorno in Roma alla persona che opera come « uffi.ciale di collegamento segreto» coi dirigenti dei vari comitati rivoluzionari » 6.000 4) Varie . » 1.000

TOTALE. L. 50.000

N. B. -Pregh&ei aggiungere la concessione di due biglietti di libera circolazione sulle ferrovie dello Stato, per facilitare gl'incontri coi fuo.rusc:iti delle varie nazionalità sparsi per l'Italia, con alcuni dei quali il Direttorio mantiene opportuni contatti.

In seguito, cioè quando sia cos·tituito il .comitato, per farlo funzionare sarà necessario provvedere anche ad una spesa di circa L. 40 mila annue, sia per sovvenzionare i due rapppresentanti del Montenegro e degli albanesi di Kossovo, sia per poter con tal mezzo, esercitare una maggiore influenza sul comitato stesso.

Come è garantita la segretezza.

l) Tutta l'opera si svolge da un direttorio segreto di tre persone che funziona sotto copertwra dell';Associazione Nazionale DaLmazia., ma in assoluta indipendenza dall'azione .generale dell'Associazione: lo stesso consiglio direttivo non ne ·conos·ce che quanto di generico il direttorio ritiene utile di comunicare, unicamente per mantenere in tutti, come è necessario, la fiducia che si opera per il riscatto della Dalmazia e dell'Adriatico, ma seguendo le vie che gli avvenimenti tracciano, altra via non essendo per Oil'a aperta.

2) Il comitato balcanico-danubiano, non avrà nè una sede fissa, nè un uffi·cio suo apparente: nulla insomma che possa prestarsi a sorprese capaci di rivelarne ·l'es-istenza; e i suoi componenti -nessuno dei quali sarà italiano non lasceranno la loro rispettiva dimora se non quando siano chiamati a radunarsi in luogo che sélil"à indicato volta a volta, e sempre fuori del Regno.

3) Il Comitato sarà però effettivamente diretto dal nostro direttorio, senza che questo vi appartenga. 4) La corrispondenza sarà -·come è stata sinora ridotta al solo indispensabile e con forme ,segretissime.

5) L'archivio, formato in massima parte dalle comunicazioni saritte che avrò l'onore di far pervenire, come in passato all'E. V. per sicuro mezzo diretto, è e sarà .custodito personalmente da me, in condizioni •tali da potere, al bisogno, trasferiJrlo in luogo lontano da ogni poss1bile sospetto.

Il comitato dovrà comprendere:

l) Un rappresentante del comitato rivoluzionario interno macedone che opera sostenuto da una tacita simpatia del governo attuale della Bulgaria, in dichiarata opposizione al «Comitato per la Federazione balcanica» costituito a Vienna nel luglio-agosto pa-ssato, ad iniziativa specialmente del sig. Pietro Ciauleff, con l'ajuto finanziario del governo di Mosca. La morte di Teodor Alexandroff non può produrre che un turbamento momentaneo nel comitato rivoluzionario macedone; si prevede anzi la possibilità da parte di questo di riassorbire alcuni dissidenti, che si erano avvicinati al Comitato di Vienna, per incompatibilità personali con Alexandroff.

2) Un rapp1I"e1sentante del comitato albanese di Kossovo, che sarà probabilmente designato da Bairam Zuri, capo dell'irredentismo cossoviotto.

3) Un rappres~ntante dei montenegrini ribelli allo stato S.H.S.

4) Un rappresentante del movimento rivoluzionario croato, che fa capo al generale Sarcotic a Vienna, movimento che, sino al viaggio di Radic a Mosca, procedeva d'accordo con costui, e non è impossibile che, a momento oppmtuno, torni, ad accordarsi. Il movimento croato porta •con sè quello della BosniaErzegovina: Sarcotic essendo stato governatore della Bosnia, conserva an.cora una grande influenza su quel paese. Come fiancheggiatori appartati, si avranno rappresentanti dell'Ungheria, della Bulgaria e dell'Albania.

Con la costituzione del comitato balcanico-danubiano si tratta di ottenere, e ·al più presto possibile, due risultati, cioè:

l) aJrrivare in tempo a raccogliere e consolidare tutti i movimenti J:ivoluzionari, dei quali tende ad impossessarsi il governo di Mosca, prima che questi cedano alle sue lusinghe (sinor:a -esempio Alexandroff e il comitato macedone -essi hanno resistito non volendo accettare le condizioni di Mosca, che sostanzialmente significano bolscevizzarsi e promuovere disordini sociali, come si vede in Bulgaria);

2) ·come conseguenza di questa costituzione, far sparire, se possibile, il Comitato di Vienna.

Sarò grato all'E. V. se vmrà farmi .conoscere appena possibile, le sue determinazioni, affinchè io possa provvedere anche ad alcune urgenze della situazione determinata dai recenti fatti avvenuti in Bulgaria.

(2) (l) -Con t. 5706/743 del 26 settembre, ore 22, per. ore 4 del 27, Preziosi consigliava Mussolini di attendere il t. per corriere pubblicato nel testo prima di ricevere in udienza Graham per la questione di Tangeri. (2) -Si comprende sotto questo titolo una piccola partecipazione nelle spese generali dell'c Associazione Nazionale Dalmazia • nel nome della quale si compie l'opera politica segreta. L'Associazione è la cornice necessaria del quadro: essa valorizza, specie all'estero, l'opera stessa, e le dà il necessario carattere d'o.pera privata. L'Associazione, per la sua opera generale e palese, non dispone che di troppo scarsi mezzi, ma la sua utilità, come copertura dell'opera politica, giustifica la piccola partecipazione nelle sue spese. [Nota del documento].
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L'INCARICATO D'AFFARI A LONDRA, PREZIOSI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. 5717/748. Londra, 27 settembre 1924, ore 18 (per. ore 22).

Ho testè intrattenuto Tym-el con grande impegnro e con la più scrupolosa precisione in merito alle istruzioni di V. E. (1). Ho fatto preceder tale mia esposizione da un riassunto degli ultimi avvenimenti. Nella sua risposta Tyrrel mi ha dd:chiarato che Mac DonaM intende tener fermi gli impegni assunti dall'Inghilterl1a verso l'Italia e consacrati nella nota 2 magg1o 1922.

Per quanto riguardava il mio passo odiemo Tyrrel si è dichiarato poi sicuro

primo mintsko vorrà adoperar:si presso Zaglul Pascià quando gl!ii se ne presenti

occasione favorevole nel senso da no'i desiderato. Tyrrel mi ha quindi detto che

egli aveva pel'fettamente compreso fin dal nostro primo colloquio la tesi italiana.

Doveva rilevarmi tuttavia che il passo di Mac Donald rivestiva carattere di gran

de delicatezza trattandosi in fondo di un passo di una potenza straniera presso

un altro Stato straniero in favore di un terzo Stato. Necessitava quindi nell'inte

resse stesso del passo la ma1ssima esattezza e che primo ministro fosse in possesso

di un memorandum che esponesse nei termini più rigidamente precisi nostre po

sizioni e le nostre richieste. Sarebbe stato pertanto assai opportuno che questo

memorandum gli fosse presentato per lunedì mattina essendo in questo stesso

giorno stato fissato secondo colloquio del primo ministro con Zaglul Pascià. Stan

te la particolare importanza della questione sarò quindi vivamente grato a V. E.

di telegrafarmi d'urgenza preciso testo memorandum in parola. Tyrrel mi ha per

ultimo confidato che il primo colloquio del primo ministro con Zaglul Pascià

(avuto luogo giovedì) tè stato «nullo » cioè non ha prodotto alcun risultato. Da

diversa ed attendibile fonte ho saputo poi che Zaglul Pascià ha disdetto cabina

fissata per il Io ottobre pel suo viaggio di ritomo, prenotandone un'altra per

15 ottobre.

(l) T. 3165, trasmesso il giorno 26 alle 3,30, con cui Mussolini dava istruzione a Preziosi di sollecitare il governo inglese a fare pressioni su Zaglul pascià in favore della tesi italiana.

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L'INCARICATO D'AFFARI A BELGRADO, SOLA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. 5725/485. Belgrado, 27 settembre 1924, ore 23,40 (per. ore 4 del 28).

L'ex Presidente albanese Zogol1i si è defind.tivamente stabilito a Belgrado ove ha fatto veni.re da Vterma anche lia famiglia. Questo Governo nega sempre di ,sussidiario. Mi ·consta però .che molti suoi aderenti T"icevono fondi. Zogolli da una parte aJSsicura .che le somme di CUli dispone e che ,gLi permettono di vivere con una certa larghezza provengono dalla vendita ad una ditta italiana di un suo bosco in territorio albanese. Il prezzo gli venne in parte già pagato: altri 3000 napoleoni dovxebbe ricevere tra brev•e. Credo sarebbe opportuno fare controllare tale notizia dalla legazione d'Italia a Durazzo. È certo che Zogolli aspetta qui gli eventi fidando sulla instabilità della situazione albanese e su possibili oom:plkazioni. Non è 1improbabile crhe verso marzo o aprile i suoi aderenti tentino un colpo decisivo. Pare che a Dibra presso la frontiera albanese si trovi concentrato un nudeo di 150 fuOil"UISciJti. È diffic'ile precisare quale parte il Governo jugoslavo ha in queste mene. È certo che runa eventuale azione di Zogolli sarebbe osteggiata daLla Jugoslavia .assai tepidamente, e solo per la forma. La rconvinzione q111i prevalente è rche il rol'po di Stato in Albania Sii è dimostrato più favorevole agli interessi italiani che a quelli jugoslavi. Hanno a ciò contribuito gli articoli non sempre prudenti della stampa italiana, anche di quella consLderata ufficiosa che ha troppo marcato lie simpatie per l'ItaUa di monsignor Fan Noli. La nota dichiarazione comune di non intervento (l) viene rimproverata a Nincirch come uno rscaoco da aui sofferto, per essei~Si fatto le,gare le mani dall'Ltalia, concorrendo cosi alla caduta di Zogolli, H cui governo era considerato più simpatizzante per la Serbia, che per noi. Colgo ogn[ occasdone per dimostrarre, negli ambienti: politici e giornali.<:tid, tutta la rcorrettezza e lealtà dclla nostra condotta iPOlitica. Nrindch ne era perfettamente convinto: e cosiì pure Marinkovic. Ma 'l'opinione pubblica, che tanto peso ha sul Governo, non si dimostra disposta a vedere nell'attuale stato delle cose irn Albania una situa2lione favorevole agli interessi serm. Uno dei :prùncipali sosteniltoiri di Fan Noli è difatti Baraim Zuri promotore del famoso comitato di Kossovo che sogna di portare ..... (2).

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IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, ALL'INCARICATO D'AFFARI A LONDRA, PREZIOSI

T. u. 3188. Roma, 27 settemb1"e 1924, o1"e 24.

Poichè dal telegramma del R. ambasciatore a Parigi comumcatole c0'1 mio 3170 (3) risulta che Zaglul pascià desidera ricevere una mia risposta pel tramite di codesta ambasciata è conveniente che V. E. senza attendere ulteriormente prenda rsubito contatto con lui.

Ella vorrà anzitutto dillrgli cile da quatl!to mi ha riferito R. ambasciatore a Parigi ho rilevato con rammarico come il Governo egiziano non si sia reso abbastam.za ·conto delle intenzioni sinceramente amichevoli .e de~ !Leale élltte•ggiamento da noi assunto nella questione della delimitazione dei confini cirena:ici.

Il Governo italiano ha scrupolosamente evitato di fare oosa che potesse girustifica~re le apprensioni manifestatesi in Egitto ed ella potrà confeTIIlléllre a ZagluJ. quanto abbiamo gd.à dkhiaréllto al Cah-o non essere nostra intenzione di forzarre la situazione nè di procedere intempestivamente ail.1'oocupazione di Giarabub cui intendiamo •giungere in rseguito ad un amichevole accordo con l'Egitto che consaor1 la :situazione dii diritto .già ·esistente. Ma occorre .che a ta1ùl nostr·e disposizioni corri!Spondano analoghi am:khevoli intendimenti da parle del Goverrno egilziano, il quale deve comprendere l'im.prescrindibi1e necessità in cui ci troviamo anche di fronte aill'opini:one pubbUca italiana di provvedere alla sicurezza del!La nostra frontiera cilrenadca. Dobbiamo chiaramente far rilevare che Giarabub ha una gram.di!Ssima importanza nei ~iguardi della pacificazione della nostra colonia libica e che i rpericolii dell'incel'lta sttua:zJi:one .attuale .sono resi ancora più evidenti da notizie come quell,e •che risultano dal]: tele~amma ultdmo del

R. ministro al Cairo (mio n. 3160) (l) di cui V. E. potrà utilmente servirsi.

Occorre quindi che Zagliul si convinca del grande ilnteresse dell'Italia a regolare subito la questione e che l'e amichevoli disposizioni da noi dimostrate verso l'Egitto meritano tanto più di eSS&e contraccambiate in quanto abbiamo differito ogni nostro provvedimento éllppunto per tener conto degli imba~razzi in cui si trova attualmente il Governo egiziano, ed in coerenza a questi! nostri intendi:menti abbiamo dato i!Struzioni al]; R. ministro al Cairo a!cciocchè in vista deltlie difficoltà sorte tra dJ tecnici per la •Conclusione del modus vivendi sulla frontiera, le trattative a tal uopo si.an'O avocate alle conversazioni dilrette fra i due Governd. Al ~riguardo sarà utile chiarilre che non tréllttasi di 1stabilire una linea confinaria provvisoiiila ma di acc~darsi rapidamente per un modus vivendi che permetta di evitare qualsiasi compltcazione dellla delicata situaz~one attua'l:e e rassereni l'atmosfera in cui dovranno svoigeTISi 'i negoziati per la delimitazli'One del confine.

Ho fidJU!cia che queste !Leali dichiarazioni varranno a pel'S!Uadere Zaglul pascià dell'inesattezza delle notizie a lui pervenute e dell'U/Ìiilità ·che eg1Ji invii subito opportune iJstruzi.oni al Cairo per evitare almeno ogni possibile complicazione della 1situazi!one.

(l) -Cfr. nn. 242 e 244. (2) -Gruppo indecifrato. (3) -Cfr. p. 303 nota 3.
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IL MINISTRO A DURAZZO, DURAZZO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. 5736/162. Durazzo, 28 settembre 1924, ore 17 (per. ore 22,25).

Seguito mio telegramma n. 156 (2).

Questo ministro dei ·lavori pubblici, ohe è uno dei membri più influenti dell'attuale ,gabinetto, è venU/Ìio oggi da Th-ana per chiedermi espllicitamente in nome del governo !fornitura: da 5000 a 10.000 casse di munizioni per fucili MannlLcher

già in uso nell'es&cito austriaco. DiJCesi pronto inviare in Ita:J:ia, se assolutamente necessar~o, coormercianti albanesi dii fid!ucia ooL .governo per trattare acquisto e provvedere spedizione ma, data somma urgenza, prefer.Lrebbe se poss1bile che prezzo e condizioni pagamento gl1 fossero comunicate pel tramite questa legazione. Visto che non si tratta •che di munizioni fucilii; visto ·Che fornitura 'è destinata per uso ol'dinario esel'cito e ·gendarmeria a:lbanese che da gran tempo non sono ,stati rriforniti, non vedo nessun inconveniente e vedrei anzi certo vantaggio nello aacoglimento domanda. In V'i:sta dell'urgenza fattami pregherei V. E. darmi risposta telegrafica appena possibile (1).

(l) -Tel. n. 3160 del 26 settembre, non pubblicato, relativo alla definizione del confine cirenaica-egiziano. (2) -Cfr. n. 500.
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L'INCARICATO D'AFFARI A LONDRA, PREZIOSI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. 57651750. Londra, 29 settembre 1924, ore 3,·41 (per. ore 20,10).

Telegramma di V. E. n. 3188 (2).

Ho veduto stam&~.e ZaglUJl pascià. Mi ha accolto con .certa cordiallità. Venuto momento opportuno ho cominciato esporre cOILla •cura più gelosa quanto V. E. mi ha precisamente indicato mettendogli in riJievo nostro amiJChevole atteggiamento e ripetendogli testualmente quanto abbiamo grtà fatto dichiarare a·~ Ca,iro circa nostre intenzioni ·di non procedere prematuramente alla occupazione di Giarabub. Ho quindi 1svolto con ·efikada le ragioni per ·cui d è assolutamente indiÌ'spensabile appartenenza di Giarabub lamentando i pericoli deLla incerta situazione attuale e mettendo nel dovuto rilievo notizie del R. milllÌIStro al Cairo (telegramma di V. E. n. 3171) (3). Zaglul pascià che mi seguiva attentamente, non accennò ad interrompere malgrado pause che io facevo intenzionalmente di tanto in tanto cadere nel mio discorso. Così ho continuato col dire che egli doveva convincersi della urgenza regolare subito questione tanto più che noi dobbiamo differire ogni nostro provvedimento in consideraJZione dell'imbara,zzo in cui si trova Governo egiziano. Gli feci rilevare che appunto questa circostanza aveva determinato R. Governo ad avocare a dirette conversazioni dipLomatiche le trattative riguardanti ·conclrll!sione modus vivendi e gli chiarii infine nel modo più preciso esatta naturalezza [sic] di tale modus vivendi. Zaglul pasaià mi ha allora risposto essere lieto dichiaraztoni relative all'atteggiamento amichevole del Governo italiano. Egli doveva dirmi che in un primo colloquio col R. ambasciatore a Parigi egli 'credeva avel'e messo bene in ·chiaro che era animato anche 'Lui da diSipOsizioni amichevoli ve11so l'Italia e 'che appunto in taH condizioni di spirito si riservava di studiare la questione della delimitazione dei confini cirenaico-egiziani al suo ritorno al Cairo. Doveva tuttavia nel frattempo rimanere inalterato lo stato di fatto e di diritto ora esistente, entrambe le parti

{l) Nota marginale di pugno di Mussolini: « Dare corso immediato favorevole. Mussolini •. Ma cfr. n. 524.

conservando integre così le loro r-i"iP'ettive posizioni. In tale mtesa egli aveva creduto poter rimanere tranquillo ed attendere serenamente alla trattazione del!Le gr.a.vi questiJOni pendentti col Governo britannico, allorquando gl'i erano giunte notizie dlil nostr-i preparativi militari sullia :frontiera cirenaica e di nostre intenzioni aggressive. L'ho interrotto; ma egli mi ha detto che per dovere di cortesia ero obbligato a sentire la sua esposizione 'così oome egli av.eva ascoltato la mia1. Cosicchè ZagLu!1 !Pascià ha ~continuato a dire ·che, 1m seguito a tale notizia, egli aV'eva dovuto <chtedel.'e di nuovo al nostro ambasciatore a Parlgi una recisa smentita alle notizie che .gli venivano segnalate di una progettata nostra azione militare :su Giarabub, insistendo neMo stesso tempo a ·che d'altra par:te il Governo italiano accettasse la dehlmitazione della frontiera quale riiSultava dal .primo abboccamento dei tecnid per la conclumone dcl modus vivendi. Lo ho allora interrotto vilvamente ripetendog1i! che il modus vivendi non doveva g1à stabilire una temporanea delimitazione tterritoriale, ma esclusivamente pr-ovvedere a che fosse evitato alcunchè che potesse turbare deHcata situazione esistente e creare quella serena atmosfera indispensabile per procedere ai negoziati definitivi per la delimitazione vera e propria della frontiera. Zaglul pascià ha vivamente protestato che egli aveva chiesto a Parigi che i due Governi ratificassero quella prima intesa dei tecnici; ma con altrettanta vivacità gli ho replicato che mi meravigliavo egli non realizzasse la nuova prova di amicizia che V. E. gli aveva dato nell'avocare in !sede trattative :diplomati'che conclusione di quel modus vivendi da regolarsi nei precisi limiti da me indicatigli a due riprese.

Zaglul. pascià mi ha quindi dichiarato che egli deduceva da quanto gli era stato detto a Parigi e da quanto gli ero andato dicendo che il Governo italiano non avrebbe proceduto occupazione Giarabub in attesa negoziati finali. Questi egli soggiungeva non avrebbero potuto aver luogo prima suo ritorno Egitto. Da parte mia ho tenuto allora a ripetergli che il suo Governo era ,già stato informato che non era nostra intenzione forzare la situazione nè procedere intempestivamente alla occupazione di quella oasi, occupazione alla quale intendevamo giungere in seguito amichevoli accordi col Governo egiziano in stretta conformità collo stato di dìritto già esistente. Zaglul pascià ha risposto che doveva ripetermi quanto aveva già detto a Romano Avezzana nel suo primo colloquio (l) e che intanto restava bene inteso che noi ci saremmo astenuti occupare Giarabub nell'attesa negoziati finali che avrebbero avuto luogo al suo ritorno Egìtto, e che del pari anche il suo Governo si sarebbe astenuto dal procedere a qualsiasi azione su Giarabub, conservando così entrambe le parti impregiudicate le loro rispettive ragioni e situazioni. Ha aggiunto che indugio ai negoziati finali non era dovuto alla sua volontà; e riferendosi alle mie reiterate sollecitazioni di venire al più presto alla soluzione definitiva della questione, ha osservato sorridendo che non poteva supporsi che egli volesse trattenersi proprio a Londra per non procedere subito alla trattative con l'Italia. Gli ho detto allora essere necessario egli inviasse subito Cairo istruzioni per evi:tare ogni possibile complicazione della questione. Dopo avere osservato che un appiglio a complicazioni non era

stato nè poteva essere mai dato dagli egiziani, Zaglu1. pascià ha tuttavia finito

coll'ammettere che avrebbe inviato tali raccomandazioni. Primo ministro egiziano mi ha infine pregato esprimere a V. E. assicurazione contraccambio dei suoi sentimenti e delle sue disposizioni amichevoli. Ad analoga mia domanda, Zaglul pascià ha risposto non sapere quanto potesse ancora trattenersi a Londra. Poteva essere una settimana od un mese. In ogni caso era questo un brevissimo indugio, anzi minimo, che si frapponeva alla sistemazione finale della nostra questione rispetto al periodo di tempo tanto più lungo che era trascorso dalla fine deiia guerra senza si fosse proceduto alla sistemazione della questione.

Desidero pure rue~ire a V. E ..che Zaglul pascià ha mostra~o non voler dare speciale vailore ai miei ripetuti accenni ed al!le preoccupazioni da me manifestate riguardo concentramenti senussiti Giara'bub, assumendo egli anzi aria di dire che essi non erano un fatto nuovo. Colloquio con Za;gliul Pascià mi ha !lasciato impressione che egli sia determinato resisterei il più possibile nella questione Giarabub e che non intende assolutamente procedere a trattative prima del suo ritorno Cairo (1).

(2) -Cfr. n. 520. (3) -Tel. n. 3171 del 26 settembre, non pubblicato, col quale Mussolini ritrasmetteva un telegramma di Caccia Dominioni relativo a una presunta attività dell'Egitto volto ad affermare la sua giurisdizione su Giarabub e a proteste ufficiose rivolte al ministero degli esteri egiziano.

(l) Avvenuto la mattina del 23 agosto.

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IL MINISTRO A PRAGA, PIGNATTI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. R. 1287/417. Praga, 30 settembre 1924, ore 14 (per. ore 18).

Il congresso di poHtka sociale riunilrà in questi giorni a Praga i maggiori esponenti del socialismo ·aderenlti alla seconda iln.ternazionaa.e. Si avrà perciò a Iato del congresso un favoro probabihnente importante che soo.-à interessante seguire specialmente per noi.

Illlfatti mi consta in modo skuro che la S·econda Internazionale aspetta a breve scadenza lo sfacelo fascista e la conseguente fine del Governo nazionale. La presenza a Praga di alcuni socialisti unita,ri italiani occasionerà scambio di vedute e probabilmente la formazione di piani d'azione concordata.

Sebbene io mi trovi da vari mesi con p&sonale ridotto e costretto a un lavoro assorbente di tavolino .per il disbrigo degli affari correnti, posso assicurare V. E. che farò tutto 1i:J. posstbìle per essere info,rmato di quello che potrà essere qui combinato. Spero anzi di riuscire a sapere, se non 'SUbLto, dopo la chill'S'Ura del congresso, quello che .potrà essere stato detto, preparato o fatto a Praga dalla Seconda Internazionale, nei riguardi del nostro Paese.

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IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, AL MINISTRO A DURAZZO, DURAZZO

T. R. 3233. Roma, 2 ottobre 1924, ore l.

Suo telegramma n. 162 (2).

Notizie tranquillizzanti di fonte stessa albanese denotano che situazione instabile di codesto paese e particolarmente attuale Governo rende gabinetto albanese eccessivamente e ingiustificatamente apprensivo e diffidente.

Mentre da una parte la sLtuaZJi!one aJJ1a frontiera jugoslava può consLderarsi tornata normale, dall'altra sta il fatto che Governo albanese ha elevato formale protesta aJ.la Società deile Namoni.

Tenendo presente entrambe tali cmostam:e a:ppare che possibUiJtà a.ccoglimento dchiesta albanese munizioni debba essere vagliata con ogni prudenza. Infatti, nel •caso ·di run qualsiasi intervento dehla Soc•ietà delle Nazioni, Governo jugoslavo smettendo [sic] addebiti fattigli farebbe apparire infondati sospetti e timori albanesi: ed eventuale fornitura di munizioni da parte del R. Governo sarebbe sfruttata ad arte come una manifestazione di aggressività albanese e ritorta in mala fede contro Italia a carico della quale si potrebbe persino insinuare di fomentare attriti tra Albania e Jugoslavia.

Tutto dò a prescindere dalla circostam:a che da recenti rapporti di V. S. situazione d:i codesto Governo arppare oltremodo precaria. Per cui occorre anche tener presente che un eventuale nostro invio di munizion!i possa giungere costi quando siavi già un altro Governo che abbia intenzioni e disposizioni diverse da quel:le dell'attuale.

Attendo sue ulteriori informazioni.

(l) -Il telegramma fu ritrasmesso in data 2 ottobre al Cairo e a Parigi con te!. n. 3240. (2) -Cfr. n. 521.
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IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, ALL'INCARICATO D'AFFARI A LONDRA, PREZIOSI

T. 3236. Roma, 2 ottobre 1924, ore l.

Contemporaneamente Suo telegramma n. 750 (l) leggo nei gio·rnali un telegramma (2) che Times asserisce aver ricevuto da Alessandria in cui affermasi puramente e semplicemente che «incaricato d'affari d'Italia si è recato da Zaglul pa:Jscià e gli ha rinnovato assicurazione circa il mantenimento dello statu quo in Cirenaica». D~bbo con vivissima sorpresa e rincrescimento constatare che malgrado gli avvertimenti nuovamente si procede da parte del Governo egiziano ad una pubblicazione artificiosamente inesatta analoga a quella che, come Ella avrà rilevato dal telegramma di questo ministero al R. ministro al Cairo (3) (comunitale col mio n. 3165) (4,) già abbiamo diffidata. Occocre che Ella rinnovi subito con i dovuti riguardi a Zaglul pascià le dichiarazioni già da noi fatte al Governo egiziano, che cioè qualora malg.rado tutta la buona volontà del Governo italiano si continuasse a falsare il vero significato e l'esatta portata del punto di vista italiano non tenendo conto delle così ami•chevoli disposizioni da noi dimostrate verso l'Egitto, saremmo costretti a ristabilire da parte nostra la verità delle cose dinnanzi alla opinione pubblica.

Ripetiamo ancora quanto già più volte abbiamo dichiarato: che cioè solo nell'intento di procedere nel modo più arrnichevol:e verso :l'Egitto, abbiamo assi

• dato verbalmente e per iscritto assicuraziCJle formale che non è nel programma dell'Italia occupare Giarabub •.

curato di astenerci temporaneamente dall'occupazione di Giarabub per addivenirci in base ad un amichevole ac·cordo con l'Egitto. Il persistere dei Governo egiziano in un'attitudine incerta e in questi sistemi che mettono il pubblico su di una falsa strada mentre l'Italia dà cosi cordiali prove di amicizia all'Egitto potrebbe anche costringerci a ri:servarci qrueli!a i];tbertà di azione che si appaleserebbe indispensabile per tutelare i nostri interessL Siamo disposti ad usare ogni riguardo per.sonale a Zaglul poocià ma egli deve 'COIIlliprendere l'assoluta necessità di dare precise direttive ai .sruoi coHeght del Governo di Cairo.

(l) -Cfr. n. 522. (2) -Vedilc, ne n Corriere della Sera, l ottobre 1924. (3) -Tel. 3098, trasmesso il 20 settembre alle 24, non pubblicato: risentimento di Mussolini per un inesatto comunicato del governo egiziano, secondo il quale Caccia Dominioni avrebbe

(4) Tel. 3165 del 26 settembre, non pubblicato, contenente le istruzioni di far premere su Zaglul pascià dal governo inglese.

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IL MINISTRO A BELGRADO, BODRERO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. 5806/490. Belgrado, 2 ottobre 1924, ore 23,45 (per. ore 3,10 del 3).

Marinkovich mi ha riconfermato che desidera incontrarsi con V. E. a Venezia. Egli 1lasda a V. E. ila scelta della data. A .sruo avvJoo sarebbe però utile che l'incontro avvenisse dopo l'inizio dei lavori della Conferenza (1), onde uno scambio d'idee con V. E. possa al!l'occorrenza inflluire anche nella risoluzione delle difficoltà che vi fossero per avventura durante negoziati.

Mi ha assicurato 'che da sua parte darà aJli presidente della delegazione jugoslava istruzioni di transigenza onde siano affrontate e possibilmente ri901lute tutte le questioni che ci interessano.

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IL MINISTRO A BELGRADO, BODRERO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. s. 1292/498. Belgrado, 3 ottobre 1924, ore 12 (per. ore 14,35).

Marinkovich ha rilevato tutta l'attività che V. E. spiega per consolidare i buoni rapporti dell'Italia con i paesi vicini. Egli si riserva..... (2) alla recente convenzione di arbitrato con la Svizzera (3) che considera un modello da seguire. Mi ha detto che un argomento su cui si proponev·a intrattenere V. E. a Venezia era ,quello dell'opportunità di negoziare run trattato simiilare fra l'Italia e la Jugoslavia.

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IL DELEGATO ALLA SOCIETA DELLE NAZIONI, SALANDRA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. 5858/99. Ginevra, 4 ottobre 1924, ore 11 (per. ore 13,30).

Deliberazione per 'coil!Vocazione 'consiglio Roma in d1cembre è stata preparata non senza dover vincere quaLche difficoltà. Lord Parmoor fu lungamente

esitante. Drummond contribuì a convincerlo. Branting resistette fino all'ultimo e vedendosi solo finì .con astenersi dichiarando essere egli personalmente favorevole ma suo Governo contrario ad ogni convocazione fuori di Ginevra. Da fonte aJUtorevole svedese mi risulta invece 'che ·contrario era lui mentre presidente del consiglio ·conservatore che ha moglie italiana non avrebbe certamente dato istruzioni contrarie. Svedesi ritengono che fra pochi gi10rni attuale Governo sarà rovesciato e Branting diventerà presidente ·del ,consiglio. Sua avversione deriva da ovvie ragioni di antipatia politica ma non Le ha mai espresse. Briand fu (Primo ad appoggiare con belle parole la mia proposta e lo imitarono tutti gli altri membri del Consiglio. Parmoor fece solo qualllche obiezione di .carattere amministrativo per gravità 1avol'o da ·compiere dahla prossfu:na sessione del Consiglio per la preparazione della ConferelliZa del disarmo ma non vi insistette dopo assicurazioni segretario general1e e mie ·dichiarazioni 'che il R. Governo avrebbe largamente predisposto locali e quant'altro sarebbe necessario pel funzionamento del Consiglio. Attirati da Roma interverranno certamente tutti i membri del Consiglio e Drummond con loro famiglie e funzionari del segretariato quanti più potranno. Sarebbe utile che stampa desse rilievo all'omaggio reso dal Consiglio all'Italia in corrispondenza anche del discorso di chiusura di Motta.

(l) -Cfr. p. 320 nota l. (2) -Gruppo indecifrato. (3) -Cfr. p. 295 nota l.
529

L'INCARICATO D'AFFARI A LONDRA, PREZIOSI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. 768 (1). Londra, 4 ottobre 1924.

Mio telegramma per corriere n. 757 (2).

Accludo a V. E. la nota (3) a suo tempo diretta dal R. ambasciatore al Foreign Office, ·concernente la questione 1dellle importazioni di armi in Abissinia, e la nota di risposta (3) del Governo britannico.

Come V. E. rileverà, H Foreign Office, pur mantenendo fermo il suo punto di vista contrario a quello sostenuto dal R. Governo, circa l'abrogazione dell'accordo del 1906, e pur dichiarando non potere, per questa ragione, sottoscrivere per parte sua una nota collettiva di protesta italo-britannka al Quai d'Orsay, si dichiara pronto ad appoggiare un nostro eventuale passo in proposito presso il Governo fraDJcese, purchè esso sia fatto ne1ilo stretto 1senso e nei limiti indicati ne1ila già ~citata nota del R. ambasciatore (a norma del telespresso di V. E.

n. 207786/124 del primo settembre u. s.) (4).

Il Foreign Office, a tal fine, si dichiara pronto a dare i.struzione a Lordi Crewe di redigere e presentare al Governo ·di Parigi una nota in tutto analoga a quella che verrebbe presentata da S. E. il barone Romano Avezzana. tPrego pertanto l'E. V. volermi far pervenire, non atppena possibile, l'esatto, testo della nota in questione, affinchè io possa darne opportuna 'conos,cenza a questo Governo.

21 -Documenti diplomatici · Serie VII -Vol. III.

(l) -Il telegramma non è stato rinvenuto nell'archivio del ministero; il testo pubblicatoè quello conservato nell'archivio dell'ambasciata di Londra. (2) -Tel. per corriere n. 5851!757, spedito il 29 settembre e pervenuto il 4 ottobre, non pubblicato, relativo al traffico di armi in Etiopia. (3) -Non pubblicata. (4) -Non pubblicato.
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IL MINISTRO A BELGRADO, BODRERO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. S. 1297/509. Belgrado, 6 ottobre 1924, ore 22 (per. ore 4 del 7) ..

Dedfri Ella stessa.

S. M. ha voluto vedermi prima deLla mia partenza per Venezia onde assicurarmi che sono 1state impartite istruzioni di ·transigenza a1la delegazione jugoslava (1). Egli era informato di tutti i punti del programma. Nel lunghissimo colloquio che ne è seguito ha avuto occasione di farmi presente che le questioni concernenti 'la delimitazione della frontiera non hanno grande peso ma è stato bene decidere che 1siano risolute direttamente fra i d'Ue Governi. Si è soffermato sulla situazione in Albania sottolineando che è comune interesse seguire una politica intesa a non permettere ·che altri si immischi degU affari di quelLo Stato. Era a giorno del passo da me fatto presso Marinkovich a Venezia [?].Circa il suo viaggio a Roma mi ha assicurato che si propone egli stesso di sottomettere a

S. M. il nostro Sovrano una data non appena la situazione interna glielo permetterà. Egli non si nasconde le difficoltà in cui si dibatte il Gabinetto Davidovich ma a suo avviso le cose si r-Ì!solveranno favorevo.Imerute. Mi ha pregato di portare a V. E. il suo saluto dicendo testualmente che egli è animato dallo stesso spirito dello scorso inverno, ed ha potUito constatare che lo ste::so spirito di cordiaLe colilaborazione ispira gli atti di V. E.

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L'AMBASCIATORE A COSTANTINOPOLI, MONTAGNA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. RR. PER CORRIERE 1308/8917/1350. Costantinopoli, 6 ottobre 1924.

Monsignor Dolci mi ha confidato che nel corso delle trattative per riapertuxa scuole religiose ha da vari indizi tratto conferma che Governo Angora desidera seriamente creazione Nunziatura in Turc:hia. Egli però teme che Vaticano non sia ancora deciso impegnarsi a fondo per non urtare Francia. Ritiene, come è nell'interesse della Satllta Sede, che tale titubanza possa e debba SJUperarsi. Alle sue rinnovate premure di appoggio morale presso i turchi, ho risposto che volentieri g:Iielo corrisponderei quando egli fosse in grado garantire che Vaticano è veramente deciso di passare all'attuazione pratica del progetto.. Incertezze, mezze misure e più ancora indietreggiamenti una volta impegnata azione risulterebbero a tutti assai dannosi e in ispecie al prest~gio del:la Santa Sede ed agli interessi cattolici che questa intende proteggere.

Inv:iato apostolico ha pienamente •convenuto nel mio modo di vedere e mi ha detto che egli stesso si asterrebbe da qualsiasi passo sinchè non avrà ricevuto ampie assicurazioni da Roma (2).

italiana, presieduta dal sen. Quartieri, faceva parte Bodrero. . (2) Il telegramma fu inviato in data 16 ottobre a Londra e Parigi con tel. gab. per

corriere n. 458.

(l) La nuova conferenza italo-jugoslava si riunì a Venezia il 9 ottobre. Della delegazione

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IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLlNI, AL MINISTRO BODRERO, A VENEZIA

T. GAB. 448. Roma, 8 ottobre 1924, ore 22.

Suo telegramma Gab. n. 503 (1).

Occasione delil.a presenza in Italia di Marinkovtch per una conferenza che tocca così importanti rapporti dei due paesi non può trascorrere senza che io ne profitti per mantenere gradito dmpegno di incontranni con lUJi essendo c0\!1vinto dell'utilità che ciò potrà avere tanto sull'andamento della conferenza quanto sulla politica generale itala-jugoslava e sulle questioni particolari che sono riservate alla diretta trattazione dei due governi. La data opportuna per tale incontro mi sembra possa essere in un momento in cui questioni coruferenza siano state già deliberate in modo >che noslil'e conversazioni possano influire a svilupparle meglio. Cr~do che tale momento possa essere :immediatamente dopo 20 ottobre e precisamente incontro potrebbe comprendere giorni 21 e 22. Prego far •cenno dì ciò a Marinkovich aggtungendo >Che essendo di passaggio qui ministri esteri Bulgaria e Albarna ed avendomi SOillecitato udienza io non potrò fare a meno di veder:W. il che mi fa sentire maggiormente la necessità di incontrarmì con lui immediatamente dopo.

Attendo dì .conoscere esito suo colloquio specialmente circa date proposte.

533

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, AL MINISTRO A BUCAREST, ALOISI

T. GAB. P. 447. Roma, 8 ottobre 1924, ore 24.

Telegramma S. V. n. 367 (2).

Nelila •conversazione ~ta con Constantinescu, dopo a:ve;r chdarificata J.a situaziO\!le e riconosciuta> la possibilità di ulteriori sv~i nei rll!Pporti tra i due paesi, si è riaffermata la necessità già accennata alla S. V. nel mio telegramma 2654 (3) che ogni accordo dovesse essere preceduto dalla stipulazione di un trattato di commercio. Constantinescu nel prendere formale impegno che la Romania avrebbe trattato •oon >l'Italia prima che con J.e aJ.rtre Potenze ebbe a dichiarare ·che i negoziati cOIIIlnlerciali non avrebbero potuto inà.zia:rsi con noi se non dopo l'elaborazione della nuova tariffa doganale romena ci!oè pa"aticamente al!la fine del corrente anno. In questa •condizione di •cose non vedrei per ora l'utilità pratica di continuare le conversazioni su tali argomenti fino ad allora.

Però in >conformità colle intelligenze con Constantinescu e all'impegno assunto, ho iniziato con quest'ambaooi.atore di Russia conversazione di carat

tere personale per tentare di regolare la questione della Bessarablia in modo amichevole. A raggiungere lo scopo occorre procedere con la massima prudenza e drcospezione 1segnatamente per non suscitare le !diffidenze del governo di Mosca e dare colà l'impressione .che io abbia preso questa inizia·tiva non nell'interesse della pacificazione generale ma per superare una situazione difficile derivante da impegni presi di ratificare senz'aJ.rt::ro la ·convenzione per la Bessarahia, ciò che aV'rebbe l'effetto di compromettere ir11imediabilmente ogni possibilità di riuscita.

Per condurre le mie ·conversazioni mi occorre •conoscere sollecitamente quali siano le precise intenzioni di codesto Governo e le esatte argomentazioni a sostegno della tesi romena. Resto pe11tanto 1in attesa di ricevere tale comu·· nicazione.

(l) -Tel. gab. n. 1296/503, trasmesso il 5 ottobre alle ore 15,20 e pervenuto alle 18,45 dello stesso giorno, non pubblicato, relativo ad amichevoli dichiarazioni di Davidovié verso l'Italia in occasione della Conferenza di Venezia e del progettato. incontro Mussolini-Marinkovi (2) -Cfr. n. 453. (3) -Cfr. n. 438.
534

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, AL MINISTRO A BUCAREST, ALOISI

T. GAB. U. P. 450. Roma, 9 ottobre 1924, ore 21. Mio telegramma n. 447 (1). È quasi superfluo significarle che avendo le mie conversazioni con i russi

un carattere personale esse devono non trapelare in pubblico ed essere tenute segretissime anche da codesto Governo.

535

IL CONSOLE GENERALE A ZAGABRIA, LODI FÈ, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. 5955/3329. Zagabria, 9 ottobre 1924, ore 21 (per. ore 24). Domenica Radkh ha tenuto altro discorso poHtico a Varasdino. Di esso non posso non segnalare passaggio concernente poLitica itaJ.iana, dorve esorta. alla lotta per impedirci d:i mette11e piede nei BaJlcani avvertendo che incontro di Mus.soJ.i111i .con Marinkovich a Venezia 'tratterà spartizione dell'Albania. Egli aggiunse prevedere dopo detta 'spartiz~one avverrà anche quella della Croazia. Del progetto d'intervento italiano in questa provincia, che dovrebbe avere luogo d'intesa ·coi serbi egli ha già altra volta accennato e mi consta pretenda avere avuto conferma circoli governativi di Mosca. Summenzionate affermazioni assurde, che fanno parte della campagna intrapresa contro l'Italia (vedere anche recente intervista con giornali Ceske Slowo di Praga e Slovens1d Denyk) non sarebbero degne di rilievo se non provenissero dall'uomo che in questo momento domina situazione parlamentare in Jugoslavia, opinioni e senti

menti del quale sembra non dovere essere trascurati. Comunicato a Belgrado.

(l) Cfr. n. 533.

536

L'INCARICATO D'AFFARI A BELGRADO, SOLA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 1302/516. Belgrado, 10 ottobre 1924, ore 15 (per. ore 18,20).

Ricevo in questo momento telegramma di Gab. n. 448 (l) che ministro BodTero mi trasmette da Venezia.

Mi affretto a prevenire questo Governo circa visita a V. E. di Kalkoff e Fan Noli onde evitare possibilmente che contemporanea presenza dei predetti in Roma possa .suscitare i soliti commenti dei drcoli a noi ostili che attribuiscono i torbidi in Macedonia ad accordi esistenti fra i Governi di Sofia e Tirana ed insinuano ,che l'Italia non vi è estranea. Metto in opportuno rilievo ,che era desideri:o di V. E. ,d'incontrarsi con MarinkoviJch subito dopo ,colloqui di Roma,. Convegno di Venezia sembra tuttavia prob1ematico in vista dell'aggrarvarsi della situazione interna (mio telegramma n. 515) (2) che sembra dover sboccare in una nuova crisi di Governo.

537

IL SEGRETARIO GENERALE AGLI ESTERI, CONTARINI, AL MINISTRO DELL'AGRICOLTURA ROMENO, CONSTANTINESCU

L. P. 213201:i. Roma, 10 ottobre 1924.

Je viens de recevoir la lettre en date du 6 septembre (3) que Vous avez bien voulu m'adresser et je tiens à Vous dire combien moi aussi ai regretté que les circonstances m'aient empèché de me rencontrer avec Vous, lors de Votre visite à Rome. Je suis cependant heureux que dans la conversation avec le Président du Conseil Vous ayez eu l'occasion de constater les sentiments de l'Italie vis-à-vis de la Roumanie et la possibilité et l'avantage d'établir des rapports plus étrod.ts entre les deux pays.

En Vous assurant que je travaillerai de mon mieux à cet effet, je Vous prie Monsieur le Ministre, de croire etc.

538

IL MINISTRO A BUCAREST, ALOISI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. s. 1306/407. Bucarest, 11 ottobre 1924, ore 11,10 (per. ore 3,05 del12).

Decifri Ella stessa.

Telegrammi di V. E. nn. 447 e 450 ( 4).

Nel richiedere ieri precise istruzioni Governo romeno a sostegno tesi Bessarabia, ho insistito presso signor Duca sul contenuto del telegramma di V. E.

450, richiamandomi ad indiscrezioni fatte dal giornale Adeverut e da me segnalate col mio telegramma n. 385 (1).

Signor Duca mi ha dato la più formale assicurazione che la ,comunicazione di V. E. resterà assolutamente segreta. Stamane poi Duca mi ha fatto chiamare per dirmi che il comunicato di ieri dell'agenzia Stefani contenente una smentita ai propositi attribuiti al R. Governo circa ratifica convenzione Bessarabia, lo mette nel più ,serio imbarazzo. Egli teme che alla prossima apertura della Camera (15 corrente) sarà interpellato su tale comunicato e non mi ha nascosto che si trova in posizione delicata per rispondere. Egli ha intanto soppresso il telegramma dall'Italia riferentesi a tale comunicato, ma poichè esso sarà sicuramente riprodotto dalla stampa estera, cosi vorrebbe subito conoscere se comunicato ufficioso. Ho risposto a Duca che non ero a conoscenza del comunicato, ma che, ad ogni modo, ritenevo che esso sia stato dato nell'intenzione di arrestare qualsiasi 'indiscrezione in argomento così delicato. Sarò grato a V. E. se vorrà mettermi d'urgenza in grado di rispondere domanda.

(l) -Cfr. n. 532. (2) -Tel n. 5956/515, trasmesso il 9 ottobre alle ore 21 e pervenuto alle 24 dello stesso giorno, non pubblicato, relativo al delinearsi di una crisi ministeriale jugoslava in seguito alle dimissioni del ministro della guerra, generale Hagié. (3) -Cfr. n. 489. , (4) -Cfr. nn. 533 e 534.
539

VITTORIO EMANUELE III AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 1310. S. Rossore, 14 ottobre 1924, ore 20,25 (per. ore 21,15).

Grazie del suo telegramma (2). Le notizie del fidanzamento date dai giornali non hanno fondamento. Come mi sembra di averle già detto Ella ne sarebbe informato prima di ogni altro quando fosse vero.

540

IL MINISTRO A BUCAREST, ALOISI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. s. 1311/490 (3). Bucarest, 14 ottobre 1924, ore 23 (per. ore 2,55 det 15).

Decifri Ella stessa.

Seguito mio telegramma 408 (4).

Giornali Universul, Argus, Adeverut commentano comunicato agenzia Ste

fani e ,si mostrano sorpresi notizia, che attribuiscono preoccupazione italiana di non compromettere vantaggi cvmmerciali conseguiti con Russia. Adeverul che appare pomeriggio riproduce soltanto oggi per primo dal Corriere della Sera dell'H corr. comunicato integrale Agenzia Stefani e rileva come esso sia dil'etto contro Costantinescu, il cui nome è chiaJTamente indicato; ciò fa presumere l'esistenza di segreti accordi italo-russi, nonostante le recenti smentite di Mosca. Adeverul deplora la cosa, tanto più che Governo romeno ha in questi ultimi

tempi dato tangibile prova di voler eliminare ogni punto di attrito col R. Governo, per facilitare riavvicinamento fra i due paesi. Gi01rnali ufficiosi mantengono assoluto silenzio. Duca mi ha inviato stasera Segretario Generale affari esteri 11er comunicarmi contenuto telegramma seguente legazione Romania a Parigi: «Mondo ufficiale è impressionato dalle dichiarazioni Agenzia Stefani 3!1J1Jarse nel Journal des Debats ». Ho risposto a Filodor ciò che 11recedentemente avevo detto a Duca e cioè necessità assoluta del 1>iù grande riserbo, poichè evidentemente comun~cato Agenzia Stefani era destinato sopprimere qualsiasi ulteriore indiscrezione.

(l) -Tel. gab. n. 1278/385, trasmesso il 17 settembre alle ore 16 e pervenuto alle ore l del 18, non pubblicato, relativo a un resoconto dell'Adeverul sulla conversazione avvenuta fra il Presidente del Consiglio romeno e Constantinescu. (2) -Tel. gab. n. 455 del 13 ottobre, non pubblicato, relativo alla notizia pubblicata dai giornali del presunto fidanzamento del principe ereditario con la principessa del Belgio. (3) -Sic! evidentemente per 409. (4) -Non pubblicato.
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L'AMBASCIATORE A PARIGI, ROMANO AVEZZANA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. S. (P. R.) 519/1057. Parigi, 15 ottobre 1924, ore 22,05

(per. ore 1,45 del 16).

Telegramma di V. E. n. 12186 (1).

Per l'eventualità probabile che avvocato processo Bonservizi consenta dare discussione carattere 110litico in seguito informazioni e testimonianze famiglie Bonservizi e Suckert occorre prevedere che difesa imputati cerchi annullare va

lore queste testimonianze facendo apologia Matteotti. Interessa 11ertanto avere curriculum vitae come sovversivo di quest'ultimo e quanto altro possa servire affinchè parte civile abbia modo di dimostrare verosimiglianza dell'attività Matteotti quaile istigatore a Parigi Versailles (?) atti di violenza contro componenti fascio.

Prego inviarmi risposta 1Jer mezzo corriere di gaibinetto non più tardi domani sera evitando telegrafo.

542

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, ALL'AMBASCIATORE A PARIGI, ROMANO AVEZZANA

TELESPR. S. 2549. Roma, 17 ottobre 1924.

In riSIJOSta al suo telegramma segreto n. 1057 (2) in data 15 corrente, mi pregio di trasmettere a V. E. le informazioni qui accluse (3).

Ritengo poi sarebbe utile che l'avvocato della 11arte civile chiedesse formalmente che la consistenza delle sue dichiarazioni circa i precedenti e l'attivi'tà politica dell'on. Matteotti fosse avvalorata mediante ifichiesta ufficiale da parte dell'autorità francese a quel:la italiana presso la quale esiste ampia documentazione. Si potrebbe così avere precisa ·conferma della assoluta veridicità delle dichiarazioni stesse.

\3) Non pubblicate.

Circa l'attività sovversiva svolta dall'on. Matteotti in Francia, risulta da una dichiarazione da lui stesso rilasciata ed esistente presso le autorità italiane che nell'aprile 1924 egli era rientrato in Italia dalla Francia, ove erasi recato senza passaporto, e di nascosto dalle autorità italiane. Ciò conferma sua attività subdola, segreta ed antinazionale; diversamente non avrebbe avuto nessuna ragione di passare ì1 confine, come egli stesso dichiarava, per via nascosta che malgrado le diffide non ha voluto svelare all'autorità italiana (1).

(l) -Non rinvenuto. (2) -Cfr. n. 541.
543

IL MINISTRO A SOFIA, RINELLA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. 6137/195. Sofia, 18 ottobre 1924, ore 21 (per. ore 24).

Ministro affari esteri, tornato jeri sera a Sofia, è venuto a vedermi stamane. Mi ha detto e ripetuto con espressione di grande sincerità aver voluto subito incontrarmi per manifestare sua gratitudine sia per cordiale accoglienza di V. E., sia per appoggio della delegazione italiana a Ginevra. Mi ha assicurato Governo bulgaro essere particolarmente sensibile alle disposizioni favorevoli dell'Italia.

544

IL MINISTRO A BELGRADO, BODRERO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 1320/531. Belgrado, 20 ottobre 1924, ore 16,38 (per. ore 18,15).

Mio telegramma Gab. n. 529 (2).

Questo ministro affari esteri mi prega fare a V. E. la seguente comurrir cazione: «Sono dolente che a causa della crisi ministeriale devo pregare V. E. dl voler rinviare a ulteriore data il progettato incontro di Venezia che tanto ho desiderato. Prego V. E. gradire i miei omaggi. Marinkovich ».

545

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, AL MINISTRO A BELGRADO, BODRERO

T. GAB. 461. Roma, 21 ottobre 1924, ore 24.

Prego trasmettere al signor Marinkovich seguente mia comunicazione: « Rendomi conto esigenze situazione sopravvenuta augurandomi che incontro con V. E. possa avvenire in epoca non lontana ».

(l) -La minuta porta la firma autografa di Mussolini. (2) -Tel. gab. s. 1314/529, trasmesso il 17 ottobre alle ore 22,08 e pervenuto alle 2 del 18, non pubblicato, relativo all'impegno preso da Marinkovich di comunicare entro il 20 se il suo viaggio a Venezia avrebbe potuto o meno effettuarsi.
546

IL MINISTRO A STOCCOLMA, NANI MOCENIGO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 1323/58. Stoccolma, 22 ottobre 1924, ore 14,55 (per. ore 17,10).

Travasi da due giorni Stocco'lma onorevole Nitti accolto da circoli intellettuali e stampa con grande entusiasmo per il largo consenso che le sue idee germanofile e pacifiste..... (l) in questo paese. In varie 'interviste si è pubblicamente atteggiato a paladino della libertà e martire dell'idea esprimendosi in termini irriverenti per attuale regime italiano. Prego V. E. autorizzarmi far subito dopo pru:tenza Nitti, in modo perciò di evitare polemiche, qualche pubblica dichiarazione per distruggere cattiva ~mpressione a danno nostro qui prodotta dal linguaggio anti-patriottico di detto personaggio.

547

APPUNTO PER IL SEGRETARIO GENERALE AGLI ESTERI, CONTARINI

Roma, 22 ottobre 1924.

Come avevamo preannunziato stamane alle ore 11,45 proveniente da Berlino è giunto a Roma Leon Trotzky Commissario di guerra dei Soviet. Il T.rotzky -con il seguito, composto di quattro persone -si è installato nei locali dell'ambasciata.

Si ritiene che sosterà a Roma 8 o 10 giorni.

Riferiremo (2).

548

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, AL MINISTRO AD ADDIS ABEBA, COLLI DI FELIZZANO

T. P. 3496. Roma, 23 ottobre 1924, ore 24.

Ricevuto suo rapporto (3) e successivo telegramma (3) circa questione Banca Abissinia. Nelle ulteriori conversazioni che ella avrà costì con Ras Tafari V. S. potrebbe col dovuto tatto e senza in alcun modo pregiudicare la cosa cercare di rendersi conto se e fino a quel punto un eventuale condiscendente atteggiamento azionisti italiani gioverebbe ad agevolare la soluzione di qualche importante questione che ci interessa.

(l) -Gruppo indecifrato: • Incontrano? ». (2) -Annotazioni marginali: « segnalare a S. E. Contarini ». « Atti -visto dal Sen. Contarini ». (3) -Non pubblicato.
549

L'AMBASCIATORE A MOSCA, MANZONI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. s. 1328/399. Mosca, 24 ottobre 1924, ore 15,30 (per. ore 19).

Mio telegramma per corriere n. 997 (1), 18 corrente che giungerà oggi a

V. E. Con il corriere di Gabinetto odierno invio traduzione integrale discorso Cicerin (2). Amichevoli dichiarazioni per l'Ital:ia acquistano valor·e anche in considerazione franchezza generalmente caratterizzato discorso. Occorre tenere presente anche dai comunisti Italia è veduta sempre come culla e rocca forte fascismo. Tanto plù delicata era quindi per Cicerin una pubblica ufficiale dimostrazione simpatia. La sua abilità gli ha indicato modo per farla. Egli ha cioè accentuato circostanza che l'Italia è stata interessata economicamente firmare trattato con Russia, ha rilevato comunanza interessi economici tra i due paesi e Ìa cooperazione amichevole già verificatasi a Pechino Kabul tra i rappresentanti due paesi cioè in sede di quell'Asia alla quale comunisti russi guardano con occhi tanto interessati. Se V. E. crede farlo potrebbe essere utile che dopo ricevuto mio telegramma per corriere pregasse ambasciatore di Russia comunicare Cicerin suo apprezzamento dichiarazioni per l'Italia. Questa personale dimostrazione della E. V. sarà molto gradita.

550

L'AMBASCIATORE A PARIGI, ROMANO AVEZZANA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. S. (P. R.) PER CORRIERE 551/1080/92. Parigi, 25 ottobre 1924.

La nomina di René Besnard al posto di ambasciatore a Roma -in questi circoli cattolici -è considerata come una vittoria della Massoneria francese la quale rimproverava al signor Barrère la sua tiepidezza dopo la guerra ed i suoi dissidi con Caillaux.

II signor Besnard, che è una eminente personalità della Massoneria, conterebbe molto sull'appoggio dei confratelli italiani, con 'i quali avrebbe avuto istruzioni di riprendere stretto contatto per il successo della propria mLssione diretta a modificare la non eccessiva simpatia dell'opinione pubblica italiana nei riguardi della Francia.

Non è da escludere che la stampa italiana che si ispira dal Vaticano, insinui che l'ambasciatore del Governo radicale francese si disponga ad esercitare a Roma una attività anticlericale.

• II trattato con l'Italia è stato il primo trattato firmato dalla Russia. Detto ciò il signor Cicerin ha parlato con molta simpatia delle relazioni italo-russe spiegando la comunità degliinteressi dei due paesi e dando la impressione che qui si desidera mantenere le buone relazioni esistenti. Cicerin ha mentovata la recente smentita della ' Stefani ' circa l'asserita promessa di ratifica italiana alla convenzione per la Bessarabia ed ha detto che la smentita era ' esplicita ' ...

... Parlando delle relazioni con l'Italia Cicerin ha menzionato gli amichevoli rapporti tra i rappresentanti italiani e russi a Pechino ed a Kabul. Cicerin ha con veemenza smentita e dichiarata menzognera la notizia della esistenza di una convenzione segreta italo-russa contro la Turchia >.

(l) Spedito il 18 ottobre e per il 24, non pubblicito, relativo alla relazione sulla politica estera sovietica pronunciata da Cicerin dinanzi al Comitato centrale esecutivo. Fra l'altro, riferiva Manzoni, Cicerin aveva detto:

(2) Non pubblicata.

551

L'AMBASCIATORE A PARIGI, ROMANO AVEZZANA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

L. P. Parigi, 25 ottobre 1924.

Mi risulta, in modo positivo, che il"ec,entemente, in un colloquio tra il Pontefice e un alto prelato, si sia dis'cussa l'eventualità di sospendere le cerimonie per l'Anno Santo, considerandosi che la situazione politica foSiSe tale da non escludere la possibilità di gravi movimenti in Italia, per cui poco prudente potrebbe essere attirarvi gli attesi pellegrinaggi.

Credo opportuno informare V. E. per il caso che Ella ritenga utile di seguire il pensiero dei circoli vaticani sopra una preoccupazione che indubbiamente esiste ora allo stato di tendenza.

Prego l'E. V. di considerare questa informazione come strettamente confidenziale e come n~n giunta da Parigi, per non dar modo al Vaticano d'individuare il mio alto informatOil"e (1).

552

IL SEGRETARIO GENERALE AGLI ESTERI, CONTARINI, AL CAPO GABINETTO DEL MINISTRO DEGLI ESTERI, PAULUCCI DE' CALBOLI BARONE, A MILANO

T. GAB. R. (P. R.) 151. Roma, 27 ottobre 1924.

Per S. E. il Presidente.

Questo Ministro Polonia ha chiesto di vedermi di somma urgenza ed è venuto a dire confidenzialmente che il suo governo si è messo d'accordo con il Vaticano per procedere subito aUa istituzione di un Nunzio a Var,savia. Mi ha aggiunto che il Ministro degli Affari Esteri polacco ha chiesto che la pubblicazione del provvedimento fosse ritardata di dieci giorni e cioè fino al 3 Novembre per prevenire di ciò il Governo Italiano acciocchè la notizia non gli giungesse inaspettata e dargli tempo, ove lo ritenesse opportuno, di decidere preventivamente all'istituzione [stc] della sua ambasciata.

Il :signor Zalewsky mi ha osservato che la decisione del Vaticano doveva mettersi in relazione e considerarsi come una risposta al governo francese per la soppil"eStsione dell'Ambasciata di Francia presso il Vaticano. Ho detto naturalmente al Ministro di Polonia che avrei riferito la comunicazione a V. E. per avere istruzioni sulla risposta da dargli. Il Signor Zalewsky che è rientrato da poco dalla Polonia è tornato a parlarmi in forma assolutamente ufficiale del desiderio del suo governo di concludere un accordo politico con V. E. Mi riservo di riferirle questa parte della conversazione al suo ritorno a Roma ma ritengo utile ad ogni buon fine informarla subito di avere compreso che il desiderio della Polonia è diventato più vivo in seguito alla decisione francese di ricononoscere H Governo dei Soviet. Circa la eleva~ione della rappresentanza italiana

ad Ambasciata è mio dovere far presente a V. E. che tale provvedimento darebbe luogo a molte discussioni e critiche nel campo politico specialmente a Mosca tanto più che esso sarebbe in contraddizione con il precedente accordo fatto con gli alleati circa l'istituzione di nuove ambasciate.

(l) Nota marginale di pugno di Mussolini: « riservate indigini a mezzo Padre Tacchi e rassicurare Romano. M. •.

553

IL MINISTRO DELLA MARINA, THAON PI REVEL, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

RR. 4476 B. Roma, 28 ottobre 1924.

Il giornale L'Araldo Commerciale che si pubblica a Trapani, nel suo n. 18 in data 19 corrente riporta un articolo di fondo dal titolo« Trapani base navale? » in carattere grassetto.

L'articolo è quanto mai inopportuno, sia perchè non si deve prescindere da considerazioni di ovvia riservatezza nel trattare argomenti di indole militare; sia anche perchè interessa un argomento delicatissimo di politica estera.

Inoltre, dati i continui rapporti di vigilanza e commerciali che esistono fra Trapani, la Tunisia e l'Algeria, vi è la possibilità che essi possano essere turbati da non necessarie pubblicazioni, che specie se mal tradotte e travisate, potrebbero avere cattive ripercussioni a danno dei nostri connazionali d'oltre mare.

Segnalo pertanto quanto sopra a V. E. per quelle misure che credesse di voler adottare, onde 'infrenare quanto è possibile simili dannose manifesta,_ zioni (1).

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L'AMBASCIATORE A MOSCA, MANZONI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

TELESPR. RR. 3637/1057. Mosca, 5 novembre 1924 (per. il 15).

Telespresso n. 211~78 C del 30 settembre u. s. (2).

Confermo il ·mio telegramma filo n. 404 del 2 corrente (3).

Intrattenni, a puro scopo di sondaggio, il commissario Litvinoff, sull'argomento, premettendo ed avvisando che parlavo a titolo puramente personal!e ed accademico.

Osservai che si sentiva accennare a modificazioni politiche al Marocco che verrebbero preparate e magari effettuate senza previa consultazione di tutte le parti firmatarie del Trattato di Algesiras: che tra queste vi era la Russia, come l'Italia: e domandai se veramente la Russia si disintell'essava del Marocco

-o se invece non vi avrebbe trovato qualche coincidenza di interessi con altri Governi e, tra questi, con l'Italia, per esempio nel~a difesa del principio che un Trattato non possa venir modificato senza il consenso di tutti i contraenti.

Il commissario Litvinoff non rispose direttamente, non declinò però l'argomento ed anzi vi ,si addentrò domandando quali direttive avrebbero eventualmente caratterizzato l'azione dell'Italia. Risposi: il rispetto al principio che non si modifica un trattato senza il previo consenso dei contraenti, ed il rtspetto de~la porta aperta economica al Marocco.

Sempre restando sulla massima riserva il comm:tssario Litvinoff mi lasciò allora l'impressione che, su queste basi, o su altra accettabile per la Russia soviettista, si potrebbero intavolare conve11sazioni per combinata azione dell'Italia e della Russia.

Tutto dipenderebbe, dunque, dal come noi imposteremmo 1:a questione. In caso di concretizzazione della cosa, converrà, naturalmente, parlarne col commissario Cicerin.

(l) -Nota marginale di pugno di Mussolini: • Segnalare al Ministero dell'Interno. M. •· (2) -Non pubblicato. (3) -T. rr. 6428/404, trasmesso alle 16,55 e per. alle 18,45, non pubblicato, con cui Manzoni comunicava in modo più succinto quanto ripetuto nel presente telespresso.
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IL MINISTRO A CRISTIANIA, CAMBIAGIO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

L. RR. P. 960. Cristiania, 6 novembre 1924.

Faccio seguito alla mia lettera n. 947 del 29 ottobre scorso (1).

Il Presidente del Consiglio, durante una conversazione intima mi ha raccontato che è andato a sentire la conferenza dell'on. Nittì, ma che ha avuto una mezza disilJiusione; egli si attendeva a qualche cosa dii nuovo e di interessante o almeno all'annunciazione di ciò che nel concetto dell'oratore dovrebbe essere l'Europa avvenire, ed invece sentì soltanto ripetere quanto aveva già letto nell'Europa senza pace. Il ministro, ,che non conosceva l'on. Nittli, mi disse che questi gli fece l'impressione di un uomo invecchiato e stanco. Il Nitti nel~a conferenza non parlò dell'Italia, eccetto che per far valere l'interessamento mostrato a favore della pace durante il tempo in cui diresse la politica italiana e per dire che egli riuscì ad impedire una 'spedizione che era stata organtz.zata rper andare in Georgia.

L'indomani delJia conferenza l'on. Nitti andò a fare una visita1 al signor Mowinckel al ministero degl:i affari esteri, e gli disse fra altro eh~ presto si sarebbe recato in America per continuare 'la sua propaganda a favore della pace. Aggiunse che non amava parlare della polli.tica italiana. Tuttavia vi accennò brevemente cominciando col fare omaggio alla al'ta 'intelligenza di

V. E. e dicendo ,che tutto il sistema del fascismo si appoggia sulla persona dell'E. V. Senza di essa il fascismo non potrebbe sussistere. D'altra parte il popolo italiano, che è molto sensibile ed intelligente, male si adatta a subire la dittatura di un uomo che può essere utile o necessaria in un dato momento, ma che non può durare indefiillitamente. Il popolo iltaliano, che ha molto buon

senso, non si può abituare a certi sistemi ·inaugurati dal fascismo, ed è cerro che si avvicina l'epoca che anche il ParLamento italiano, alla stregua degli altti paesi a sistema parlamentare, potrà riavere le prerogative che ·gli spettano (1).

Il signor Mowinckel mi ripetè confidenzialmente che non era voluto andare al banchetto offerto dalla società studentesca al conferenziere sapendo che questi era un nemico dichiarato dell'attuale Governo italiano, ed egli non voleva che una sua eventuale partecipazione al banchetto avesse potuto essere erroneamente interpretata.

(l) Non pubblicata, relativa alla conferenza tenuta da Nitti, alla quale Cambiagio non intervenne.• So che qui ha fatto una certa impressione la mia astensione, poichè non si puòcomprendere che si possa ignorare la presenza all'estero di un connazionale in vista per il solo fatto che egli appartiene ad un altro partito. Evidentemente qui non si sa della lotta accanita che il Nitti sostiene contro il Governo nazionale italiano..... L'On. Nitti non è venuto alla Legazione ma mi ha mandato due righe di saluto dicendosi spiacente di non venirvi data la situazione ed aggiungendo che essendo all'estero egli ha voluto astenersi da ogni manifestazione e dall'esprimere un qualsiasi giudizio sull'attuale Governo italiano».

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L'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. RR. 1365/895. Londra, 8 novembre 1924, ore 21,50 (per. ore 3 del 9).

Telegramma di V. E. n. 3658 (2).

Al Foreign Office è pervenuto iersera un telegramma del consolato britannico a Damasco che lo informa esser Senusso ritornato colà e avere chiesto• visto passaporto per transito Egitto. Egli intenderebbe recarsi alla Mecca per posare sua candidatura ad Em'iro e cercare nello stesso tempo comporre lotta fra i wahabiti ed ashemiti. Da informazioni pervenute al Foreign Office risulterebbe che francesi cerchino facilitare partenza Senusso dalla Siria. Foreign Office mi ha ricordato che ai Consoli britannici in Siria è attualmente affidata protezione interessi egiziani e che quindi Foreign Office è nell'impossibilità di dare senz'a~tro istruzioni categodche circa visto in parola prima di aver presentito Governo egiziano. Questa era la ragione .per la quale Foreign Office era stato obbligato a dare urgenti istru:zrioni Allenby presentire opportunamente in proposito Governo egiziano che del resto si suppone contrario andata Senusso in Egitto, fosse pure solo in transito. Ho replicato che R. Governo si aspettava che Lord Allenby ricevesse istruzioni di agire energicamente presso il Governo egiziano per ottenere rifiuto visto. Al che mi è stato risposto che il Governo britannico non avrebbe mancato di far del suo meglio per venire ·incontro ai nostri desideri, ma che confidenzialmente mi si doveva far rilevare che lo stato dei rapporti anglo-egiziani è divenuto tale da lasciare ritenere che forte .pressione britannica potrebbe sortire effetto opposto a quello desiderato dai due Governi.

Ufficio competente infine, mentre mi ha assicurato che nulla avrebbe tralasciato nel senso da noi desiderato, mi ha fatto presente opportunità che nostro ministro al Cairo, da parte sua, si adoperi d'urgenza presso il Governo egliziano, senza far cenno alla cooperazione anglo-ital:iana, affinchè si opponga alla concessione del visto (3).

(l) -Cfr. anche il r. riservato 14317/205 Pos. 76, inviato il 27 novembre 1924 dal console generale a Zurigo, Milazzo, a Mussolini: Nitti avrebbe intenzione di restare a Zurigo tutto l'inverno, • in attesa che gli itaLiani rinsaviscano secondo una frase che avrebbe detto ad un suo amico :. . (2) -Te!. n. 3658 dell'O novembre, non pubblicato, relativo all'opportunità di limitare al più breve tempo possibile il soggiorno del Senusso in Palestina. (3) -Copia del tel. fu mandata al ministero delle Colonie.
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L'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. PER CORRIERE 6655/902. Londra, 11 novembre 1924 (per. il 15).

Mentre invio con rapporto n. 4043/1138 (l) il testo dei discorsi pronunziati ieri Guildhall dal signor Baldwin e dal signor Austen Chamberlain (2), durante la cerimonia dell'insediamento del nuovo Lord Mayor, parmi opportuno segnalare subito all'E. V. i punti essenziali dei discorsi medesimi, che si riferiscono alla politica estera che il nuovo Gabinetto conservatore intende seguire.

Questi punti sono i seguenti:

l) La politica estera del Gabinetto conservatore sarà nel suo carattere generale, una politica essenz·ialmente pacifica e fondata sul rispetto della dignità nazionale degli altri Stati, chiedendone in contraccambio il più assoluto rispetto della dignità della Gran Bretagna. Sarà nello stesso tempo una politica fondata sui due concetti della stabilità e della continuità. Verranno perciò custoditi e diiesi i vari trattati di pace, e formeranno la base sulla quale potranno svolgersi amichevoli rapporti con gli Stati esteri.

Con queste dichiarazioni, il Gabinetto conservatore si pone recisamente su di un terreno chiaro e realistico, all'infuori delle ideologie umanitarie e internazionaliste che ingombravano sempre la condotta e soprattutto il linguaggio dell'antico Gabinetto laburista nelle sue manifestazioni di politica estera, dando luogo più volte a quei lamentati malintesi che assunsero talora con i terzi stati, e sopratutto gli Stati alleati, le gravi proporzioni di veri e propri incidenti diplomatici; venendosi a creare in tal modo nelle relazioni con le potenze estere uno stato permanente di incomprensione, e quindi di timorosa incertezza e diffidenza.

2) Un altro punto che esce dalla consueta linea delle affermazioni pubbliche del Governo 'laburista, è la rivalorizzazione dei vincoli creati dalla guerra. L'Inghilterra desidera conserva·re particolari rapporti di simpatia con le nazioni alleate ed associate, a cui essa si sente legata da comuni ricordi e sentimenti.

3) Il Gabinetto conservatore non può non riconoscere i grandi servizi resi dalla Lega delle Nazioni, e le «immense possibilità di bene» che essa racchiude; il signor Chamberlain aggiunge però: « Qualora essa sia savlamente e prudentemente guidata». Al concetto della Lega destinata ad essere fulcro di un nuovo mondo internazionale, e quindi sostenuta incondizionatamente in vista di quest'ultimo fine, subentra dunque il concetto di una organizzazione il cui compito' presente deve necessariamente essere contenuto entro certi prudenti limiti, se pur vogliano salvaguardarsi le speranze di maggiori sviluppi dell'istituto medesimo, nell'avvenire.

4) La politica estera del nuovo Gabinetto dovrà essere essenzialmente la politica estera dell'Impero britannico, e non già quella soltanto del Regno Unito, in nome dell'Impero, e non in nome della Gran Bretagna, dovrà parlare il segretario di stato per gli affari esteri nei convegni internazionali.

Queste riaffermazioni dell'unità diplomatica dell'Impero britannico ·sono pure nella loro precisione e insistenza, un elemento nuovo e significativo. Esse pongono il principio, in questi ultimi tempi alquanto ·controverso che il ministro degli affari esteri britannico debba avere egli, in persona, la rappresentanza collettiva dei vari membri dell'Impero, sia pure ammettendo che tale rappresentanza debba essere il frutto di una previa intesa con il Governo dei singoli Domini su ogni questione da trattarsi.

5) Passando quindi in rivista i va·ri stati con i quali l'Inghilterra mantiene relazioni di mutuo interesse, il signor Baldwin e il signor Chamberlain accennarono ai punti seguenti:

a) America. L'Inghilterra spera che gl'i Stati Uniti vorranno continuare la loro cooperazione alla soluzione dei problemi europei, cooperazione che è stata così feconda di frutti nella recente conferenza di Londra per l'applicazione del piano Dawes.

Il calore ed il tono col quale l'uno e l'altro dei due ministri insistettero su questo punto, danno l'impressione che lo sviluppo dei rapporti anglo-americani sia destinato ad essere la parte essenziale della politica estera del nuovo gabinetto Baldwin.

b) Francia. Il signor Herriot ha meritato la riconoscenza del mondo per la sua saggia moderazione all'ultima Conferenza di Londra; l'Inghilterra non può negargli il proprio appoggio nella esecuzione della sua politica di ricostruzione.

c) Germania. Grazie al protocollo di Londra, la Germania diventa un elemento di pace e di stabilità in Europa purchè tuttavia essa confermi con la propria condotta, e con l'adempimento dei propri obblighi, le speranze che su di essa si sono fondate. L'Inghilterra desidera vederla entrare al più presto a fare parte della Società delle N azioni.

d) Turchia. Inghilterra intende eseguire il Trattato di Losanna e pretende che la Turchia faccia lo stesso. Quando sorgessero dubbi sulla intel'lpretazione del Trattato stesso, (come nella questione di Mossul), l'Inghilterra non avrebbe difficoltà a sottoporsi alla decisione deHa Società delle Nazioni.

e) Arabia. L'Inghilterra intende continuare la propria politica di astensione dalle lotte di tribù e dai dissensi religiosi, e non penserà mai ad intervenire neanche in ;qualità di mediatrice.

f) Russia, Egitto. È prematura qualunque dichiarazione intorno a queste delicate questioni.

g) Italia. Il signor Baldwin desidera rendere ancora più intime le amichevoli relazioni che sono sempre intercorse con l'Italia dal giorno della unificazione italiana; e perciò proporrà al Parlamento di ratificare subito la convenzione per la cessione del Giubaland (1).

• I wish I had had the good fortune to meet Mussolini, but he assumed office after I had left the Government. I have spent many happy holidays in Italy, and have a great sympathy for the Italian nation. I hope that with signor Mussolini or with any Government which represents ltaly, it may be my good fortune to continue and strengthen the historic friendship of our two countries.

I think that my predecessor on assuming office sent a greeting to Poincaré, and that this singling out of France from the other Allies caused some hearthburnings in Italy. We

h) Cina. Se si presenterà una opportunità per gli Stati esteri di aiutare la Cina, l'Inghilterra non mancherà di consultare immediatamente questi Stati in vista dello scopo anzidetto.

Le dichiarazioni dei due ministri hanno ricevuto il più largo consenso da parte di questa stampa e di questa opinione pubblica. Per gli ultimi due punti è stato rilevato:

l) Che per quanto riguarda l'Italia, il signor Baldwin, a differenza del suo predecessore, non ha limitato la sua visuale ad uno solo degli alleati, ma dopo aver accennato alla Francia ha parlato con eguale intendimento dell'Italia.

2) Per quanto riguarda la Cina, al completo disinteressamento del precedente Governo verso gli avvenimenti che si svolgono in Cina dove l'Ingh'ilterra ha pure tanti interessi succede un indirizzo politico che accenna alla possibilità dello svolgimento di un programma attivo in Estremo Oriente.

(l) -Non pubblicato. (2) -Sulle elezioni inglesi e sulla vittoria del partito conservatore, cfr. il t. n. 6357/866 del 30 ottobre e il t. per corriere 6429/875 del 31 ottobre, non pubblicati.

(l) Cfr. su questo anche la lettera che Chamberlain inviava a Graham il 10 novembre. La lettera cosi proseguiva:

558

IL MINISTRO AD ADDIS ABEBA, COLLI DI FELIZZANO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 1382/122. Asmara, 12 novembre 1924, ore 10 (pe1·. ore 10.55 deL 13) (1).

Prego V. E. volermi telegrafare se ritiene opportuno ·Che io riprenda con Ras Tafari discussione in merito alla cessione di uno sbocco al mare per l'Abissinia sulla base delle ultime proposte redatte costi e consegnate a Degiac Gabresellassè (2).

559

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, AL MINISTRO AL CAIRO, CACCIA DOMINIONI

T. GAB. PRECEDENZA ASSOLUTA 471. Roma, 12 novembre 1924, ore 15.

R. Ambasciatore Londra telegrafa: « riprodurre telegr. di Gabinetto arrivo

n. 1365 » (3).

Evidentemente il Governo inglese non vuole provocarsi imbarazzi con codesto Governo e intende !asciargli responsabilità decisioni. In tali condizioni oc·corre che Ella agisca subito con la massima efficacia presso codesto Governo perchè sia negato il visto al Senusso anche per il solo transito nel viaggio verso Mecca e conseguenti comunicazioni siano fatte a Lo·rd Allenby. V. S. potrà opportunamente far comprendere costì che anche il solo passaggio del Senusso attraverso

have decided on this occasion to revert to the old practices, and no such messages will be

sent to anyone. 1t seems unnecessary to assure our late Allies of our desire to continue the

most friendly cooperation with them, and as years go by it might become embarrassing

to our successors to have a precedent which, after such long continuance, they could neither

break nor extend without creating an ' incident ' •.

Il testo della lettera fu inviato da Mussolini a Della Torretta (cfr. p. 351 nota 1).

22 -Doettmenti diplomatici · Serie VII · Vol. III.

Egitto farebbe penosa impressione sull'opinione pubblica italiana e potrebbe avere una assai incresciosa influenza sui rapporti amichevoli fra i due paesi che è interesse e desiderio comune dei nostri governi di mantenere e consolidare.

(l) -Il telegramma fu spedito da Addis Abeba all'Asmara in data imprecisata. (2) -Cfr. n. 466 allegato. (3) -Cfr. n. 556.
560

IL MINISTRO A BUCAREST, ALOISI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 1370/42<4. Bucarest, 12 novembre 1924, ore 16,30 (per. ore 21).

Stampa romena segue da vicino polemica promossa giornali Mondo, PopoLo d'Italia ed Epoca sulla questione della Bessarabia e si dimostra sensibilissima agli argomenti addotti in merito.

Giornale Adeverul del giorno 11 corrente dopo aver esposto situazione diplomatica derivante ... (l) del 1920 circa spiegazioni del ritardo della ratifica italiana, confuta motivo datone dal giornale Epoca secondo il quale rifiuto italiano di ratifica rende un servizio alla pace perchè imped1sce Russia di dichiarare guerra alla Romania.

Giornale Lupta tratta lo stesso argomento in un articolo intitolato «La via di Mosca passa per Roma ».

Per om tutta la stampa si mantiene in una attitudine oggettiva attribuendo però una grande importanza all'attitudine italiana nella questione della Bessarabia per i futuri rapporti italo romeni.

Riferendomi al telegr. di V. E. Gab. n. 450 (2) mi permetto segnalalfe a

V. E. ripercussione profonda che hanno su questa opinione pubblica polemkhe stampa italiana che trattano ·a ,g,copo di politica interna, argomenti di vHale importanza per la Romania; e quindi loro inopportunità, se nuovi elementi non sono venuti ad alterare la situazione.

Ministro degli affari esteri ,si è mostrato poi sempre specialmente preoccupato delle varie comunicazioni della stampa italiana sulla Bessarabia ed anche ultimamente ebbe a richiamare la mia attenzione sugli articoli del Popolo d'Italia.

Risposi che questi non erano che una replica a quelli del Mondo. Malgrado egli si sia contentato delle mie risposte, ho notato ·in lui una crescente inquietudine.

561

L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, CAETANI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. (P. R.) 576/312. Washington, 13 novembre 1924, ore 12 (per. ore 23 del 14).

New York HeraZd pubblica stamane telegramma da Roma contenente notizie allarmistiche di un colpo di stato che opposizione starebbe preparando per rovesciare Governo. Parla anche di movimenti truppe e navi da ,guerra alla frontiera

per impedire complotto organizzato all'estero. Data facilità colla quale certa stampa americana accetta come vere notizie più fantastiche sarebbe bene che ambasciata venisse tenuta al corrente della situazione affinchè, quando occorra, reagisca contro esagerazioni od interpretazioni tendenziose.

(l) -Gruppo indecifrato. (2) -Cfr. n .534.
562

L'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. S. RR. P. 1381/921. Londra, 15 novembre 1924, ore 1 (per. ore 4,50).

Decifri Ella stessa.

Chamberlain mi ha oggi ricevuto ufficialmente per la prima volta al Foreign Office. Conversazione è stata di ordine generale non essendo nuovo ministro degli affari esteri ancora al coxrente di ne·ssun affare partico1are. Ha tenuto ad esprimermi suo vivo desiderio di effettuare un'tntima collaborazione col Governo italiano e stringere' sempre più i vincoli di amicizia esistenti fra Italia e Inghilterra. Ha soggiunto che il Governo appena 'in carica ha voluto fare la nota dichiarazione circa Giubaland (mio telegramma Gab. n. 899) (l) per venire incontro ai nostri desideri e prevenire ogni nostra domanda in proposito. Ha soggiunto che sarà sua cura di fare procedere da parte Parlamento alla ratifica dell'accordo già firmato, al più presto possibile. Dopo alcune cortesi e deferenti espressioni per V. E. e fatto accenno alle sue simpatie per l'Italia, simpatie che sono tradizionali nella sua famiglia, a titolo personale e con raccomandazione della maggiore riservatezza mi ha detto di avere formulato seguente progetto: desideroso di testimoniare il suo interessamento alla Società delle Nazioni pensa di recarsi a Roma nel prossimo dicembre per la riunione del Consiglio della Società stessa. Egli mi ha l'ipetute volte detto di considerare come fortunata coincidenza ·che Roma è la sede della predetta riunione perchè ciò gli fornirà la desiderata occasione di venire in Italia, a fare la pevsonale conoscenza di V. E. e di avere coll'E. V. uno scambio di idee sui vari problemi politici.

Egli ha soggiunto che comunicherà questo suo progetto al p·rimo ministro e avutane approvazione compirà ogni sforzo perchè svolgimento dei lavori parlamentari (ove le questioni di politica estera in conseguenza campagna elettorale staranno in primo piano) non gli impedisca di trovarsi a Roma in tempo utile. Non ho mancato di rispondere adeguatamente a tutte le cose dette dal Segretario di Stato e l'ho infine incoraggiato con tutti gli argomenti possibili a realizzare il suo progetto di venire in Italia. Chamberla:in ha replicato che vi avrebbe rinunziato solo di fronte ad una necessità di forza maggiore e che intanto desiderava che, con tutta Tiservatezza, V. E. fin d'ora avesse conoscenza delle sue intenzioni. La conversazione svoltasi in tono quanto mai amichevole si chiuse con delle espressioni assai cortesi a mio personale riguardo.

(l) T. gab. rr. p. 1367/899 dell'll novembre, non pubblicato. Per la dichiarazione sul Giubaland, cfr. n. 557, p. 334.

563

L'AMBASCIATORE A MADRID, PAULUCCI DE' CALBOLI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI MUSSOLINI

T. GAB. S. 1384/298/114. Madrid, 15 novembre 1924, ore 15 (per. ore 22).

Decifri Ella stessa.

Presidente interim direttorio mi prega chiedere parere di V. E. su convenienza di un passo da far contemporaneamente ed al più presto a Parigi dalle due ambasciate d'Italia e di Spagna per richiamare attenzione del governo francese sui complotti contro sicurezza dei due paesi vicini che si tramano con troppa facilità in Francia. Se V. E. non ave.s,se obiezioni che questo Governo... (l) passo. Ptresident,e la pregherebbe di telegrafare d'urgenza per le istruzioni da impartire all'ambasciata di S. M. Cattolica (2).

564

L'AMBASCIATORE A WASHlNGTON, CAETANI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. (P.R.) 579/313. Washington, 15 novembre 1924, ore 18,15

(per. ore 8,30 del 16).

Riferimento mio telegramma n. 312 (3).

Tono dei giornali, quantunque in apparenza sprovvisti notizie, si mantiene scettico su stabilità Governo di V. E. ed ha tendenza allarmista. Viene data eccessiva importanza alla persona di Garibaldi.

Prego nuovamente tenermi esattamente e continuamente informato affinchè possa agire efficacemente.

565

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, ALL'AMBASCIATORE A MADRID, PAULUCCI DE' CALBOLI

T. GAB. s. 473. Roma, 16 novembre 1924, ore 22,30.

Suo telegramma Gab. segreto n. 114 (4).

Non credo utilità pratica passo di cui telegramma V. E.

Per sua norma personale 'le aggiungo non ritenerlo necessario nè conve

niente da parte italiana. Esso finirebbe per accrescere importanza incidenti e aumenterebbe prestigio organizzatori fuorusciti. Mio avviso è che non convenga al Governo spagnolo passo formale specialmente se appoggiato ambasciata italiana. Direttorio può mezzo ambasciatore spagnolo Pa·rigi richiamare attenzione Governo francese su agitazioni recenti nonchè su necessità misure idonee. Gradirei conoscere possibili informazioni e opinioni V. E. su ragioni proposta Direttorio (5).

(l) -Gruppo indecifrato. (2) -Annotazione di pugno di Mussolini: • il passo non può essere fatto in comune -M •. Cfr. n. 565. (3) -Cfr. n. 561. (4) -Cfr. n. 563. (5) -La minuta è di pugno di Mussolini.
566

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, ALL'AMBASCIATORE A PARIGI, ROMANO AVEZZANA

T. GAB. S. 474. Roma, 16 novembre 1924, ore 22,30.

Barrère è venuto comunicarmi ufficialmente che Governo francese è disposto riprendere trattative per questione tunisina. V. E. vorrà quindi prendere opportuni contatti con Herriot direttamente in base istruzioni già impartite nel senso di ottenere un prolungamento delle convenzioni del 1896 per un periodo non inferiore almeno ai cinque anni. Mi tenga dettagliatamente informato (1).

567

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA

T. GAB. S. 475. Roma, 16 novembre 1924, ore 23,30.

Teiegramma di V. E. Gab. n. 921 (2).

Con vivo compiacimento rilevo dalla sua prima conversazione col signor Chamberlain i sentimenti amichevoli con i quali egli intende effettuare un'intima collaborazione col Governo italiano per stringere sempre più i vincoli di amicizia esistenti tra Italia e Inghilterra. Sono tanto più lieto di tali intendimenti in quanto essi, come V. E. sa, corrispondono a quelli a cui ho cercato sempre ispirare 'la mia politica.

Particolarmente gradito mi è pervenuto l'annunzio (per o·ra assolutamente confidenziale) della prossima venuta a Roma del sig. Chamberlain. Il nostro incontro ci permetterà di stabilire dei rapporti personali certamente giovevoli alla attuazione di una politica di collaborazione e darà luogo ad un utile scambio di idee sulle questioni d'ordine generale e ad un esame di quelle particolari che interessano i due Paesi.

Approvo pienamente quanto Ella ha fatto per incoraggiare Chamberlain nel suo progetto e La prego anzi di continuare a fare 'il possibile perchè venga effettuato.

Sarebbe desiderabile nell'interesse stesso dei risultati politici della visita che la venuta a Roma del signor Chamberlain non venga a suo tempo esclusivamente motivata dalla riunione del Consiglio della Società delle Nazioni, ma che tale circostanza sia nel pubblico opportunamente abbinata con il desiderio d1 codesto ministro degli affari esteri di avere con me un colloquio.

Prendo atto con soddisfazione dell'·impegno del signor Chamberlain per il Giubaland a conferma delle pubbliche dichiarazioni del primo ministro di far procedere al più presto alla ratifica parlamentare dell'accordo firmato a Londra. Questa conferma mi è anche pervenuta a mezzo dell'ambasciatore Graham, il quale mi diede ieri vrsione di una lettera privata (3) direttagli sull'argomento il 10 corrente da Chamberlain, e della quale Le invio, per corriere copia (4).

V. -E. in base a questo mio telegramma vorrà esprimere nella forma pm conveniente a codesto ministro degli affari esteri il mio pensiero ed esternargli i miei sentiti ringraziamenti per le sue dichiarazioni e per quelle pubblicamente fatte dal primo ministro.
(l) -La minuta è di pugno di Mussolini. (2) -Cfr. n. 562. (3) -Cfr. p, 334 nota l. (4) -Cfr. p, 351 nota l.
568

L'AMBASCIATORE A MADRID, PAULUCCI DE' CALBOLI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

'_r, GAB. S. 1392/303/118. Madrid, 17 novembre 1924, ore 21,30 (per. ore 3,35 del 18).

Telegramma V. E. Gab. segreto n. 473 (1).

Ho riferito direttorio ragioni addotte da V. E. circa inopportunità passo collettivo Parigi, in questo momento tanto più difficile per noi in quanto verrebbe subito dopo nostro comunicato ufficiale che smentisce disordini. Ho aggiunto che tale passo ufficioso prima o poi conosciuto, aumenterebbe prestigio fuorusciti. Magaz ringraziando V. E., mi ha incaricato informarlo che ambasciata di Spagna ha già diretto energica nota a Quai d'Orsay motivando che autorità francesi abbiano potuto organizzare liberamente corpo armato ed equipaggio [sic]. Egli non mi ha nascosto che il Governo spagnolo non ha nessuna fiducia nell'attuale gabinetto e specialmente nel suo capo. S. M. il re ricevendo stamane addetto militare fece cenno della proposta Magaz augurando che i due Governi obbedendo agli stessi interessi, richiamino sia contemporaneamente sia a data diversa attenzione Governo francese sulla seria inconvenienza lamentata.

569

L'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. PER CORRIERE 6756/926. Londra, 17 novembre 1924 (per. il 20).

L'apertura del nostro Parlamento ha reso più viva l'attenzione sia di questi ambienti politici che della stampa quotidiana sulla rsituazione Interna dell'Italia.

Mentre naturalmente i commenti si 'intonano al colore politico dei vari giornali, è degno tuttavia di rilievo che ora, a differenza dei mesi passati, questa stampa liberale e radicale riconosce a volte che l'opposizione in Italia manca di unità d'azione, ,di una personalità capace di imporsi e più di tutto di un contenuto programmatico.

La ,conservatrice Morning Post accenna alla poca probabilità della caduta del Governo finchè il partito fascista non si decomponga e da esso nasca una più valida opposizione.

Nei particolari riguardi dell'apertura del Parlamento questa stampa riporta oggi il discorso pronunziato da V. E. (2), mette in rilievo la votazione di maggioranza ottenuta dal Governo e si segnala particolarmente il voto contrario dell'on. Giolitti e l'astensione dell'on. Orlando.

(l) -Cfr. n. 565. (2) -Alla Camera, il 15 novembre.
570

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLlNI, ALL'AMBASCIATORE A WASHINGTON, CAETANI

'T. 3801. Roma, 19 novembre 1924, ore 0,30.

Suo telegramma n. 313 (1). .

Situazione generale paese assolutamente calma. Camera sta discutendo bilancio affari esteri e dibattito svolgesi serenamente per quanto siano presenti -elementi opposizione con Giolitti e deputati usciti recentemente da fascismo. Persona Garibaldi non ha alcuna importanza politica. Sue vertenze cavalleresche sono chiuse perchè egli ha rifiutato battersi e nessun giornale si occupa più tali episodi. È importante constatare che Camera funziona perfettamente e che elementi opposizione di cui sopra hanno avuto piena libertà di azione. Tale fatto colpisce direttamente base opposizione Aventino che ha sostenuto doversi ritirare da lavori pa·rlamentari per insufficienza garanzie costituzionali.

571

L'AMBASCIATORE A BERLINO, DE BOSDARI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 1397l 408. Berlino, 19 novembre 1924, ore 3,15 (per. ore 16,30).

Decifri Ella stessa.

Stresemann mi ha parlato con qualche rincrescimento di una frase che sarebbe stata pronunciata da V. E. alla camera dei deputati nel senso che Svizzera deve servire di baluardo contro risorgente geirmanesimo (2). Stamane Deutsche AUgemeine Zeitung reca nota in proposito chiedendo che cosa presidente del consiglio italiano intendesse dire con ciò e ricordando che la Svizzera è nella sua massima parte paese di nazionalità e cultura tedesca.

572

L'AMBASCIATORE A PARIGI, ROMANO AVEZZANA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. S. PER CORRIERE 1401/1163/131. Parig·i, 19 novembre 1924 (per. il 22).

Telegramma di V. E. n. 474 Gab. Segreto del 16 corrente (3).

In conformità alle istruzioni di V. E. mi sono recato immediatamente dal signor Laroche per porre in chiaro la .portata del passo del signor Barrère. Laroche mi ha detto che esso era conseguenza delle dichiarazioni da Lei fatte alla cameira dei deputati ( 4) per cui il Governo francese aveva tenuto a dimostrare il suo desiderio di riprendere le trattative col Governo ital'iano allo scopo di definire stabilmente la questione tunisina, considerando che nelle condizioni

attuali derivanti dalla denuncia delle convenzioni e dalla loro riconduzione trimestrale, i rapporti tra i due paesi erano esposti ad eventuali turbamenti.

Avendo chiesto al .signor L aroche in quale conto il Governo francese, nel prendere questa decisione, avesse tenuto il punto di vista da me già manifestatogli (1), e cioè che la stabilizzazione delle relazioni tunisine dovesse aver luogo mediante una rinnovazione per un determinato numero di anni della convenzione del '96, egli lo ha escluso dicendo che non poteva darsi a tali accordi un carattere perpetuo e che occorreva tener conto della situazione creatasi dopo circa trent'anni, riferendosi specialmente alla questione della nazionalità, che richiedeva di essere risolta, pur con dovuti temperamenti, nel senso del diritto francese. Non ho nascosto al signor Laroche la cattiva impressione riportata dalle sue parole, benchè egli le avesse accompagnate da espressioni improntate alla ·maggiore ·cordialità.

Il direttore degli affari politici, infatti, tenne a togliere ogni carattere di urgenza alla definizione delle trattative e mi assicurò che esse sarebbero state condotte dalla Francia con intenzioni eminentemente concilianti. Mi congedai da ·lui dicendogli che avrei riflettuto sull'argomento e mi sarei messo in contatto con V. E.

Mi sono procurato poi un abboccamento con Herriot, al quale esposi le ragioni giuridiche per cui, contrariamente a quanto riteneva il Quai d'Orsay, la denuncia definitiva delle convenzioni del '96 avrebbe portato come conseguenza, non già il ristabilimento del diritto comune in Tunisia, bensì il ritorno agl'i accordi dell'89. Ma, aggiunsi, la questione è di carattere eminentemente politico ed una •controversia giuridica potrebbe significare il fallimento di ogni altro tentativo per far accogliere la tesi italiana.

Gli ricordai che quando il Governo francese denunciò gli accordi del '96, lo fece accompagnando la denuncia con una lettera (2) nella quale assicurava il Governo italiano delle sue amichevoli disposizioni e ·che toglieva all'atto il carattere di una misura diretta a menomare i pochi privilegi assicuratici dalle convenzioni stesse, privilegi che il Governo tunisino e la residenza generale avevano già notevolmente ridotti con successivi decreti amministrativi.

Gli dissi come, dalla conversazione avuta con Laroche, avevo riportato l'impressione che si volesse, colla nuova •convenzione, sopratutto sopprimere, ad un'epoca più o meno vicina, il diritto degli italiani che si recano in Tunisia di eleggere liberamente la nazionalità francese senza esservi costretti da una speciale legislazione metropolitana.

Facevo appello ai sentimenti liberali di Herriot per domandargli che questo principio fosse rispettato. Egli era certamente d'accordo con me che l'innalzare un'altra barriera intorno ad un paese come l'Italia rigurgitante di popolazione, sarebbe stato in contrasto ·con le speranze che l'Europa intera ripone in una maggiore considerazione dei bisogni dei singoli stati per creare un'atmosfera di pace e di mutua fiducia. Qualunque fosse il •contenuto degli accordi che noi potessimo concludere, il popolo italiano se ne sarebbe profondamente risentito se vi avesse riscontrato la chiusura di una nuova porta alla sua pacifica espan

sione demografica. Nè si poteva astrarre dal sentimento prevalente in Italia -e confermato da un trentennio di regime convenzionale -per cui la soluzione della questione tunisina tra Italia e Francia era prevista piuttosto come una libera' collaborazione delle due nazionalità. Non tener conto di questo sentimento avrebbe 'Costituito per la Francia un gravissimo errore politico. Nessun Governo italiano, nè quello presente nè quelli che potessero succedergli, era in grado di ignorarlo. Esso em di tale forza che avrebbe potuto costituire un elemento decisivo nella orientazione politica dell'Italia: ed io, come responsabile del mantenimento dei buoni rapporti tra i due paesi, non avrei mai potutol consigliare al mio Governo di aderire ad un progetto di convenzione che certamente esporrebbe le relazioni tra Francia e Italia a rischi assai gravi. Per questi motivi, gli avevo già manifestato nelle mie precedenti conversazioni la necessità di rinnovare le convenzioni in vigore, poichè, se avessi dovuto discuterne delle nuove, avrei dovuto chiedere più e non meno di quello che i presenti accordi contengono.

Herriot mi dichiarò che egli, come presidente del consiglio e come sindaco di Lione -nella quale carica aveva avuto occasione di far conoscere i sentimenti che lo animavano verso il popolo italiano -non avrebbe mai neppure egli sottoscritto un atto che potesse mettere in pericolo l'amicizia della Francia e dell'Italia. In linea generale egli dimostrò di apprezzare al loro giusto valore le gravi ·considerazioni che gli avevo sottome,sso.

Allora io gli proposi di continuare in linea ufficiosa e personale direttamente con lui lo scambio di vedute iniziato ,con la presente conversazione. E poichè egli accolse il mio suggerimento, si rimase intesi che gli avrei fatto tenere per iscritto, con una lettera personale (1), una esposizione completa della questiore tunisina, così come gliela avevo sommariamente prospettata.

La .presa di contatto avuta con Herriot è stata sommamente utile, in quanto gli uffki del Quai d'Orsay, proponendogli il passo fatto fare a Barrère, avevano sopratutto in mente di condurre l'attuale presidente del consiglio francese a riprendere 'il punto di vista di Poincaré, del quale sono note a V. E. le insistenze per iniziare le trattative per una nuova convenzione basata sulla definizione del diritto di nazionalità, con l'alternativa della rinunzi:a definitiva di quella del '96.

Dato il carattere riservatissimo delle trattative, riterrei opportuno che la presente comunicazione non fosse stampata pe·r la distribuzione alle altre rappresentanze.

(l) -Cfr. n. 564. (2) -La frase incriminata era stata pronunciata nel discorso alla Camera del 15 novembre. (3) -Cfr. n. 566. (4) -Il 15 novembre. (l) -Cfr. n. 470 (2) -Indirizzata il 9 settembre 1918 da Barrère a Sonnino.
573

IL MINISTRO A BUCAREST, ALOISI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. RR. P. 1434/434. Bucarest, 21 novembre 1924. In occasione della visita per l'inizio dell'anno parlamentare ho avuto col presidente del consiglio una conversazione sui rapporti italo-'romeni.

Attraverso le frasi ,cortesi, ma non prive di allusioni del signor Bratianu, mi è stato facile rendermi conto della profonda contrarietà in lui suscitata dalle

recenti polemiche sulla stampa italiana (1), a proposito della Bessarab1a, e del contraccolpo che esse hanno avuto sulla fiducia che egli riponeva -dopo la visita del signor Costantinescu a Roma -in un pros,simo ristabilimento completo dei rapporti politici fra i due paesi.

Anzi, dalle argomentazioni e repliche di una conversazione .proceduta saltuariamente, mi è parso veder risorgeve in lui un non sopito risentimento per aver dovuto cedere, durante l'anno decorso, nella soluzione delle questioni finanziarie in litigio fra i due paesi.

Ho naturalmente controbattuto tutti i suoi argomenti, dimostrando che a torto ,si confondeva una polemica di giornali, derivata 'in ultima analisi da indiscrezioni a noi estranee (2), col pensiero di V. E., ed egli ha convenuto che questi ultimi avvenimenti non dovevano in nulla mutare la fiducia nelle direttive esposte a Roma da V. E.

Ma è evidente in lui l'ansia di veder i risultati dell'azione di V. E. venire a cancellare i dubbi sorti. E tali dubbi sono qui grandemente condivisi, poichè, in seguito alle due smentite dell'Agenzia Volta e Stefani ed agli articoli del Giornale d'Italia e dell'Epoca, riesce difficile a chi non è aiJ. corrente del vero stato delle cose comprendere l'opera che a Roma si sta svo'lgendo in favore della Romania; e siccome per ovvie ragioni detti negoziati debbono, .per riuscire, rimanere segreti e che d'altra parte dell'intesa di Roma non è trapelato che quel tanto sufficiente per far nascere la speranza, ma non i dettagli e le circostanze per giudicare la situazione, così è manifesto come il presidente del consiglio si trovi sotto la pressione dell'opinione pubblica ed impegnato in una situazione alquanto difficile che egli desidererebbe chiarire al più presto. È stata pure annunziata alla Camera una interpellanza al riguardo (3).

D'altra parte, come già nell'aprile u. s. deWattuale situazione cerca approfittare la propaganda :firance.se con articoli tendenziosi sopra la pretesa ostilità dell'Italia in tutte le questioni romene del dopo guerra e soffiando nel fuoco per rinvigorire e aizzare la ben nota cronica campagna al'l'estero contro il fascismo e contro V. E. In questa occasione però la campagna è più circospetta a causa forse della mancata alleanza franco-romena della primavera scorsa e delle trattative attuali del signor Herriot colla Russia, Ma tale fatto va anche considerato nei riguardi della mentalità politica romena e di quella dei suoi dirigenti e del suo capo.

Il signor Bratianu mi ha poi parlato della creazione della nuova repubblica moldava, ripetendomi gli argomenti da lui svolti alla Camera (vedi mio telegramma posta n. 2829/556 del 17 corrente) (4) ed aggiungendo di non comprendere la politica dei Soviet a tale riguardo. La situazione attuale, egli ha detto, è

Egli riteneva che per la Rumania potrebbe essere sufficiente di avere da parte russa una dichiarazione all'Italia " de reconnaissance de tous les traités qui portent la signature de l'Italie ".

Signor Lahovary ha tenuto a far presente che questa era una semplice idea sua personale •.

transitoria: t~:a dieci, quindici o venti anni il Governo russo dell'epoca si troverà in altre condizioni di fronte ad una repubblica moldava, che è la migliore dichiarazione ufficiale di un gruppo compatto di romeni che vivono al di là del Dniester; ciò che costituirà un serio precedente per le probabili rivendicazioni della Romania.

Infine il signor Bratianu mi ha detto di aver la più completa sfiducia sulla buona fede del Governo sovietico per gli impegni che egli prende ed ha aggiunto: «Se oggi riuscissi ad intendermi colla Russia, non diminuirei per questo le misure di precauzione che ho preso in Bessarabia, po'ichè alla prima occasione propizia sono sicuro che 'la Russia riprenderebbe le sue antiche mire».

Ho voluto prospettare a V. E. 1o stato d'animo pre,sente del presidente del consiglio, che debbo dire riflette quello della nazione tutta. Vi è qui una attesa viva e ner.vosa sull'azione ·che svolgerà l'Italia ed al momento opportuno sarebbe consigliabile che questa fosse pubblicamente nota.

(l) Cfr. p. 374 nota l.

(l) -Cfr. n. 560. (2) -Cfr. n. 538. (3) -Sulla questione cfr. anche il seguente appunto anonimo redatto a Roma il 13 novembre: c Signor Lahovary mi ha detto che si rendeva conto della difficoltà e quasi impossibilità da parte della Russia di fare una esplicita dichiarazione di rinuncia alla Bessarabia.

(4) Non pubblicato.

574

IL MINISTRO A PRAGA, PIGNATTI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. PER CORRIERE 1404/511. Praga., 21 novembre 1924.

Questo incaricato d'affari di Germania mi ha detto di aver sarputo da autorevole persona che l'Italia avrebbe dato la sua adesione alla formazione del « corridoio», attraverso l'Austria consenziente, fra la Cecoslovacchia e la Jugoslavia, nel caso di guerra degli anzidetti stati con l'Ungheria.

Ho dichiarato al signor Koster che la notizia mi riusciva assolutamente nuova ed inverosimile. Gli ho rammentato che quando si trattò durante le trattative di pa·ce di creare il corridoio, la cosa non potè aver seguito per l'opposizione dell'Italia. Ho soggiunto, ad ogni buon fine e per disimpegnarmi completamente, che 'la informazione mi sembrava inammissibile al punto da farmi ritenere consigliabile di non riferirla all'E. V.

Alcuni indizi potrebbero lasciar credere che il passo dell'incaricato d'affari tedesco possa essere stato suggerito da questo •collega d'Ungheria il quale mi ha parlato a varie riprese negl:i ultimi tempi, delle voci circolanti qui di un serio intimo riavvicinamento italo-cecoslovacco.

575

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, DELLA TORRETTA, A PARIGI, ROMANO AVEZZANA, E A BRUXELLES, ORSINI BARONI

T. GAB. R. 479. Roma, 22 novembre 1924, ore l.

Il R. ambasciator.e a Berlino telegrafa quanto segue:

« (riprodurre tel. da Berlino di Gab. n. 405 di collez. n. 1396) » (1).

È appena il caso di osservare che l'Italia dovrà per evidenti ragioni partP.cipare alle trattative di cui nel telegramma surriportato. V. E. vorrà trovare

opportunamente modo di intrattenere in proposito codesto Governo, rilevando pure che naturalmente, e come in passato, noi favoriremo anche questa volta soluzione che agevoli gli scopi della pace e della ricostruzione europea.

(l) Del 18 novembre, non pubblicato: proposta inglese per dilazionare l'evacuazione di· Colonia e anticipare quella della Ruhr.

576

L'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 1400/944. Londra, 22 novembre 1924, ore 2,35 (per. ore 11,25).

Mi ll"iferisco al mio telegramma di Gab. n. 939 (1).

Signor Chamberlain mi ha oggi confermato sua decisione recarsi a Roma. Mi ha espresso suo vivo ·compiacimento che in seguito ad un accordo raggiunto col signor Mac Donald, capo dell'opposizione, per un congruo rinvio della discussione sulla politica estera ai Comuni, gli era possibile realizzare suo progetto di venire in Italia. Signor Chamberlain rpartirà da Londra H 5 dicembre e si recherà direttamente a Roma. Egli non sa ancora qual forma di cortesia userà verso Governo francese al suo passaggio attraverso territorio della repubblica ma non conta fermarsi a Parigi nè nel viaggio di andata nè in quello di ritorno. Si riserva recarsi a Parigi più tardi in altra occasione. Conformemente alle istruzioni contenute nel telegramma di V. E. Gab. n. 475 (2) non ho mancato agire perchè notizia venuta a Roma del signor Chamberlain non fosse esclusivamente motivata dalla riunione del Consiglio Società Nazioni. Nel colloquio di oggi dopo amichevole discussione è stato convenuto che annunzio della visita poteva essere dato subito da rparte nostra con comunicazione redatta nei seguenti termini: « Signor Chamberlain .presa direzione del Foreign Office fin dai primo colloquio con marchese Della Torretta manifestò sua intenzione, se lo svolgersi dei lavori parlamentari glielo avesse consentito, di prendere parte ai lavori della prossima sessione del Consiglio Società Nazioni, aggiungendo ·considerare come fortunata coincidenza ·che la riunione del Consiglio avesse luogo a Roma perchè ciò gli dava gradita occasione di fare conoscenza di S. E. Mussolini e di entrare in rapporti personali con lui. Nel colJ.oquio di oggi segretario di stato fu lieto di informare ufficialmente R. ambasciatore di avere potuto decidere in modo definitivo suo viaggio in Italia».

Assicuro V. E. che quanto precede rappresenta il massimo che era possibile ottenere dal segretario di stato perchè: l) Chamberlain ritiene necessario dovere evitare frase «per avere uno scambio di idee sulle questioni ecc. ... » (e che io insistevo perchè venisse aggiunta) perchè a suo avviso mentre è sempre sottinteso che due uomini di stato incontrandosi debbono aver colloqui politici una speciale menzione di tali c<Ylloqui fatta in anticipo poteva procurare discussioni e commenti sia neìla stampa che presso terzi; 2) Situazione qui creatasi nei riguardi Società delle Nazioni (mio telegramma Gab. 938) (3) ha r·eso necessario al signor Chamberlain sottolineare col suo viaggio importanza che nuovo Governo annette all'istituzione di Ginevra.

(l) -Tel. gab. r. 1399/939, trasmesso il 20 novembre alle ore 21,50 e pervenuto all'l,40 del 21, non pubblicato, relativo alla decisione definitiva di Chamberlain di recarsi a Roma per la riunione del Consiglio della Società delle Nazioni. (2) -Cfr. n. 567. (3) -Tel. 6779/938, trasmesso il 20 novembre alle ore 21,30 e pervenuto alle 3 del 21, non pubblicato, relativo alla decisione inglese di non discutere alla prossima riunione del Consiglio della Società delle Nazioni a Roma la questione del Protocollo di Ginevra.
577

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, ALL'AMBASCIATORE A BERLINO, DE BOSDARI

T. GAB. 481. Roma, 22 novembre 1924, ore 16.

Decifri ella stessa.

Ho letto con interesse le dichiarazioni fatte a V. E. da Stresemann e riferitemi con telegramma n. 407 (1). Debbo però richiamare la sua attenzione sulla fine del telegramma in cui è detto che la Francia ha accettato il piano Dawes solo dietro pressioni anglo-americane, senza alcun accenno all'·azione dell'Italia. Non è contestabtle che sulla Francia si siano esercitate notevoli pressioni angloamericane, ma è ugualmente certo che esse avrebbero perduto almeno molta efficacia senza il contegno dell'Italia che ha potuto servire loro di solida base. Tralasciando molte altre considerazioni basterà per rendersene conto riflettere solo quale difficile situazione si sarebbe prodotta se l'ItaHa avesse preso un atteggiamento più favorevoJ.e verso la Francia. V. E. stessa durante la Conferenza di Londra, 'in cui il piano Dawes divenne esecutivo ebbe di fatto a manifestarmi la grande soddisfazione tedesca per l'azione svolta dal R. Governo a mezzo della propria delegazione; e eguali manifestazioni ebbero i nostri delegati da parte di Stresemann e del Cancelliere, ed io da questa ambasciata tedesca. Nè meno utile tornò a codesto Paese la posizione da noi tenuta durante il lungo periodo antecedente aHa Conferenza di Londra, in cui esercitammo costante azione moderatrice, contribuendo certo e non di rado, e in modo non indifferente, ad evitare pericolosi peggioramenti di difficili situazioni. Ricorderò in particolare la situazione esistente nell'autunno dell'anno scorso, quando durante una delle ·crisi più g:rarvi che abbia attraversato la RepubbUca tedesca, i rinnovati e più 'insistenti discorsi di ulteriori occupazioni territoriali cessarono aWindomani delle mie note dichiarazioni al Senato. Non dubito pertanto che

V. E. troverà opportunamente modo di chiarire e integrare a questo proposito il pensiero di ·codesto ministro degli esteri.

578

L'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. 6828/945. Londra, 22 no•vembre 1924, ore 21,55 (per. ore 2,50 del 23).

Nel colloquio avuto ieri (2) col signor Chamberlain egli mi ha detto che era in attesa delle ultime informazioni di Lord Allenby perchè il Consiglio di Gabinetto, che poteva essere convocato all'uopo da un momento all'altro, prendesse decisione definitiva circa assassinio del Sirdar. Dal tono della conversazione ho tratto impressione che atteggiamento sarà energico e severo. Circolano infatti oggi notizie di imminente arrivo di truppe al Cairo già partite da Malta.

Il signor Chamberlain, nel parlare poi in modo generico degli interessi europei in Oriente mi accennò alla necessità di una efficace solidarietà delle potenze che debbono tutelare questi loro interessi da contrapporre alla inevitabile solidarietà di fatto ehe collega tutti i paesi d'Oriente nell'ostilità contro le potenze occidentali anche allorquando una sola di queste potenze sia in causa.

Ho risposto che questo suo pensiero coincideva con la nostra maniera di vedere, e che egli ci avrebbe trovati sempre pronti per una maggiore eollabo, razione in tal senso.

Ho pertanto profittato dell'occasione per accennare al Senusso ed alla necessità che gli venga ostacolato l'ingresso in Cirenaica (1).

(l) -Tel. 6729/407, trasmesso il 18 novembre alle ore 21 e pervenuto alle 24 dello stesso giorno, non pubblicato, relativo a dichiarazioni di Stresemann sulle trattative commerciali franco-tedesche. (2) -Cfr. n. 576.
579

IL MINISTRO A DURAZZO, DURAZZO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. RR. 1403/171. Durazzo, 23 novembre 1924, ore 17,05 (per. ore 18,30). In questa settimana ho raccolto nuovi ind~ se non anche prove perfettamente concordanti di tale serietà da non permettermi di dubitare che azione jugoslava di propaganda e di eorruzione in Albania va prendendo proporzioni sempre più antitaliane. Non è esagerato calcolare che complessivamente dalle varie autorità jugoslave in Scutari, Tirana, Durazzo, Coritza e uffici militari di frontiera vengano attualmente spese a tale scopo somme in ragione di due trecento mila al mese [sic] senza contare distribuzione armi alla spicciolata. Mi risulta pure in modo sicuro che ultima azione jugoslava ha fatto larga breccia anche nel clero cattolico di Scutari, che noi sussidiamo, e tra alcuni dei suoi elementi più influenti, a cominciare dallo stesso arcivescovo, che fino

ad ora si erano mostrati, per ragioni così reHgiose che nazionali, recisamente avversi a penetraz'ione e influenza jugoslava nella regione scutarina.

580

IL MINISTRO A DURAZZO, DURAZZO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. RR. 1403/172. Durazzo, 23 novembre 1924, ore 17,05 (per. ore 18,30). Scartando ipotesi, anche per incipiente stagione invernale, che tale lavorio sì proponga, come scopo più immediato, di provocare rivolgimento violento contro attuale governo, si può ritenere che alla vigilia campagna elettorale albanese governo jugoslavo si proponga assicurare che esito prossime elezioni sia tale da creare in Albania base definitivamente favorevole realizzazione suo

programma di espansione anche territoriale lungo valle del Drin e sino fiume Nathi.

È ad ogni modo evidente che larghissimi mezzi adoperati devono essere proporzionati ad attesa di importanti e concreti risultati in tempo non troppo lontano e che intenso lavoro svolto da queste rappresentanze diplomatkhe e consolari jugoslave in perfetto a·ccordo cogli uffici militari ai confini non può se non ·corrispondere a preordinato programma e direttive del Governo di Belgrado. Stato di semi-disfacimento del... (l) è andato sempre peggiorando dalla rivoluzione de.} giugno scorso, e mancanza assoluta di unione autorità ed energia nel Governo di Tirana offrono terreno estremamente favorevole tale azione dissolvitrice.

Circa conseguenze che, secondo mio subordinato parere, sarebbe utile trarre da tutto ciò tper stabilire nostra linea di condotta, nulla posso aggiungere a quanto già esposi nella conclusione del mio rapporto n. 238 del 14 settembre scorso.

Mi... (2) intanto ad osservrure e riferire.

(l) Il telegramma fu trasmesso, per conoscenza, anche al ministro delle colonie.

581

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, ALL'AMBASCIATORE A PARIGI, ROMANO AVEZZANA

T. GAB. S. 483. Roma, 24 novembre 1924, ore 22.

In relazione al suo telegramma Gab. segreto n. 1163/131 (3) stimo opportuno richiamare attenzione di V. E. sul fatto ·che il prolungamento delle convenzioni del 1896 non sarebbe accolto con sufficiente soddisfazione dall'opinione pubblica qualora non s'i riuscisse contemporaneamente a trovare un equo accomodamento 1per alcune altre questioni, sia pure di carattere secondario, che non verrebbero definite dal suddetto prolungamento delle •convenzioni. V. E. possiede tutti gli elementi in proposito, ma fra tali questioni ricordo specialmente quella concernente l'unione doganale franc(f'tunisina. e que[la. dell'esercizio dell'avvocatura. Circa la prima riservomi, dopo presi opportuni accordi con amministrazione competente, comunicarle una possibile soluzione transativa, Circa la seconda V. E. è al ·corrente del parere espresso ·dal Consiglio del Contenzioso nella seduta cui ella assistette. Le invio testo per corriere. Ho creduto telegrafarle subito quanto precede affinchè ella possa tenerne conto nelle sue conversazioni con Herriot.

582

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, ALL'AMBASCIATORE A BERLINO, DE BOSDARI

T. GAB. s. 484. Roma, 24 novembre 1924, ore 23.

Suo n. 408 ( 4). Appena esigenze parlamentari me lo hanno consentito ho conferito con barone Neurath chiarendogli mie dichiarazioni circa il trattato con la Svizzera

In relazione a quanto V. E. mi aveva segnalato e che era in assoluto contrasto col mio pensiero. Gli ho fatto presente ·che fascisti estremisti erano agitati per trattato ·concluso considerandolo essere indizio politica pacifista che avrebbe avuto subito ripercussioni su popolazione tedesca Alto Adige. Per calmare tali prevenzioni onde poter proseguire politica finora seguita occorreva pertanto marcare, come feci nel discorso, ·carattere politico trattato con Svizzera. Ho poi aggiunto ·che accenno funzione svizzera era rivolto porre in rilievo che confluenza in essa tra razze che si incontrano nel centro Europa evita attriti che altrimenti si verificherebbero assicurando pace. La informo di quanto precede pe11chè possa farne uso nelle sue conversazioni con codesto ministro degli esteri.

(l) -Gruppo indecifrato: • Paese •? (2) -Gruppo indecifrato: c Limito •? (3) -Cfr. n. 572. (4) -Cfr. n. 571.
583

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, AL MINISTRO A BUCAREST, ALOISI

T. GAB. 482. Roma, :25 novembre 1924, ore 0,20.

Telegrammi n. 424 (l) e tsuccessivi (2).

Mentre approvo risposta da Lei data al signor Duca non posso non rilevare che la ·campagna di denigrazione a cui si abbandonano codesti giornali mentre non giova certamente a disporre l'Italia favorevolmente nella questione della ratifica del trattato della Bessarabia, potrebbe continuando determinare uno stato d'animo nella pubblica opinione tale da farci rinunciare all'azione amichevole che abbiamo iniziato con i russi. Lascio a S. V. di esprimersi col signor Duca in questo ,senso nel modo che crederà migliore.

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L'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. PER CORRIERE 6923/952. Londra, 25 novermbre 1924 (per. H 27).

Ringrazio l'E. V. delle ·comunicazioni fattemi col telespresso n. 217817/326 (3), dalle quali risulta come il signor Mac Donald abbia svisato la vera natura del passo confidenziale e personale ( 4) da me compiuto presso di lui in conformità delle istruzioni di V. E. Ciò è accaduto con ogni probabilità per la poca esperienza dell'ex primo ministro e per 1la nota sua riluttanza a piegarsi alle usuali e ·Convenzionali formule diplomatiche.

Ciò premesso, e solo in vista dell'eventuale futuro svolgimento della questione di Tangeri, mi corre l'obbligo di far presente all'E. V. che, tenuto conto

di tutti i precedenti della questione e degli impegni esistenti già da vari anni fra Francia, Inghilterra e Spagna circa gli affari marocchini, non era possibile che il Governo britannico non facesse cenno a Parigi ed a Madrid di una conversazione, anche •Se personale, avvenuta al Fore'ign Office, per ordine di V. E., e che il signor Mac Donald desse poi a noi l'affidamento di un determinato atteggiamento senza presentire gli altri due Governi firmatari dello Statuto di Tangeri sul preciso contenuto delle nostre domande anche se comprese, come erano state fatte, a titolo personale e confidenziale.

(l) -Tel. gab. n. 1370/424, trasmesso il 12 novembre alle ore 16,30 e pervenuto alle 21 dello stesso giorno, non pubblicato, relativo ai commenti della stampa romena sulla questione della Bessarabia. (2) -Tel. gab. 1378/427, 1379/426, 1386/428, trasmessi il 14 e 15 no.vembre, non pubblicati: polemica contro il governo italiano della stampa romena per la questione della Bessarabia. (3) -Non pubblicato. (4) -Cfr. n. 433.
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L'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. PER CORRIERE 1420/960. Londra, 25 novembre 1924.

Telespresso di V. E. Gab. segreto n. 476 (1).

Ho creduto opportuno recarmi personalmente dal signor Chamberlain per ringraziarlo a nome di V. E. delle esìpressioni di cortesia da lui usate nei riguardi della nazione italiana e di quelli personali di V. E.

Ho anche espresso H compiacimento dell'opinione pubblica italiana e dell'E. V. per la conferma data dal signor Baldwin pubblicamente ed in forma così amichevole dell'impegno britannico di procedere al più presto alla ratifica dell'accordo per l'Oltre-Giuba.

Il signor Chamberlain si è dimostrato assai sensibile pel passo che io avevo tenuto a fare personalmente .presso di lui. La conversazione è poi caduta naturalmente sul «,quando» l'accordo già firmato dal signor Macdonald e da me poteva venire ratificato dal parlamento.

Il signor Chamberlain mi ha confermato una volta di più la volontà di far procedere alla ratifica al più presto, però ad evitare ogni malinteso e disiUusione, non mi ha nascosto •che gli sembrava assai difficile che alla ratifica si potesse arrivare in questa breve ripresa dei lavori parlamentari. Infatti il parlamento si aprirà l'otto dicembre col discorso della corona (si avranno prima due o tre sedute per l'elezione dello speaker e di altre cariche) per chiudersi poi il 17 o i•l 18 dello stesso mese. Se a ciò si aggiunge anche che il signor Chamberlain sarà quasi tutto il tempo assente da Londra, a causa del suo viaggio a Roma, ci si rend~ facilmente conto come, quasi •certamente, mancherà il tempo materiale per l'approvazione del bill che ci interessa.

Non è però da dubitare che alla riapertura del parlamento, che avrà luogo in febbraio, il Governo farà tutto il possibile per la più rapida discussione del progetto ·di legge per la cessione del Giubaland all'Italia. Ed io da parte mia non mancherò di premere con tutti i mezzi di cui dispongo perchè si giunga al più presto alla desiderata ratifica.

23 -Documenti diplomathi • Serie VII · Vol. III.

(l) Tel. gab. per corriere n. 476, del 17 novembre, non pubblicato, col quale Mussolini trasmetteva la lettera di Chamberlain (cfr. p. 334 nota l) e dava disposizione a Della Torretta perchè si adoperasse per ottenere quanto prima la ratifica della Convenzione del Giubaland.

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L'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. S. (P. R.) PER CORRIERE 594/962. Londra, 25 novembre 1924.

Alcuni giornali locali, fra cui il Daily News hanno pubblicato che il dott. Angelo Crespi tenne giorni fa una conferenza sulla «Presente crisi italiana», nella quale avrebbe detto esistere documenti che proverebbero come Mussolini fosse stato a ·conoscenza del delitto che si tramava contro Matteotti. Il Crespi avrebbe anche aggiunto che in Inghilterra [sic] un italiano non può parlare liberamente senza rischio di pericolo personale. Altro oratore fu l'on. Rondani.

Fatto assumere opportune informazioni in proposito è risultato: la conferenza ebbe luogo in una sala privata rsituata in un club di donne -gli intervenuti erano stati individualmente invitati -essi, quasi tutti inglesi, non superavano la trentina, la maggior parte iscritti al partito liberale.

Essendo risultato che la conferenza ebbe carattere di riunione privata, conformemente alle leggi inglesi sul diritto di riunione non vi è possibilità alcuna di esplicare una qualsiasi azione.

Di quanto precede ho informato ad ogni buon fine questo fiduciario del partito fascista.

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L'AMBASCIATORE A BRUXELLES, ORSINI BARONI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. 6907/270. Bruxelles, 26 novembre 1924, ore 14,20 (per. ore 20).

Telegramma di V. E. 3889 (1).

Non si può parlare oggi di una situazione economica dell'Italia presso questi circoli finanziari [sic]. Se sul terreno politico partito fasdsta italiano è qui avversato da socialisti, da radicali, liberali nonchè dalla stampa al soldo della Francia, Governo di V. E. presso questi cia'coli finanziari gode simpatia e fiducia. Si avrebbe anzi sicuramente una scossa a pregiudizio credito nostro se avvenisse da noi un cambiamento di Governo. Per quanto riguarda cambi si nota miglioramento da quelli che erano nell'agosto. Il 6 agosto per 100 liire si avevano 87 franchi e 40 centesimi ieri se ne avevano 89,75. Conviene 1poi tener presente cambi qui sono influenzati da Parigi e più da Londra. Non vedo quindi ne~ momento motivi di preoccupazione. Mi risulta per esempio che offerte da Milano per partecipazione aumento capitale Banca Commerciale sono state qui accolte con molto favore. Da nessun giornale è stato rilevato transitorio aumento circolazione cartacea in Italia. Per evitare allarmi a nostro danno nell'opinione circoli interessati, curerò che questa stampa metta in rilievo lato ipos1tivo favorevole nostra situazione finanziaria usando massima prudenza. Ho già dato istruzioni in tal senso per questi maggiori centri finanziari. Mi sarebbe utile ricevere conto Tesoro italiano al 31 ottobre.

(l) Te!. circolare 3889 del 25 novembre, non pubblicate.: istruzioni di mettere in risalto. la buona situazione economico-finanziaria italiana.

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L'INCARICATO D'AFFARI A BELGRADO, SOLA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. RR. 1410/570. Belgrado, 26 novembre 1924, ore 15,30 (per. ore 20,50).

Mio telegramma per corrieii"e n. 559 (1), e mio rapporto n. 528 del 10 ottobre scòrso (1).

L'allontanamento di Ahmed bey Zogolli da Belgrado piuttosto che una prova di un mutato atteggiamento di questo Governo verso l'azione che i partigiani dell'ex presidente stanno preparando ai danni del nuovo ordine di cose in Albania, mi è sembrato un alibi che questo Stato Maggiore ha creduto necessrurio preparare, onde ci sia meno compromiSISione quando il colpo che è in progetto verrà sfenrato.

Anche in rapporto perciò alla precisata documentazione trasmessami da

V. E. con il telegramma per posta del 18 corr. n. 177 (l) ho creduto richiamare nuovamente l'attenzione del Governo S.H.S. su quanto si preprura facendogli rilevare ·che ogni partecipazione o consenso alle mene dei partigiani di Ahmed bey Zogolli non potrebbe essere da noi considerato che come una violazione della formula di non intervento negli affari interni dell'Albania che egli stesso aveva concordato con me nello S<:orso giugno (2). Ho aggiunto che V. E. non si ergeva a protettoce di questo o di quel Governo albanese, ma che certo V. E. non poteva ammettere che movimenti artificiosamente c-reati in quel paese procurassero nuove preoccupazioni e mettessero a repentaglio la pace nei Balcani: e che l'autorità acquistata in Europa dalla politica di V. E. era dovuta appunto a questo sincero desiderio di pace testimoniato da tutta una serie d'intese ed accoirdi da V. E. promossi.

Nincich mi ha risposto che anche il suo governo era fermamente deciso a non incoraggiare nessun atto ostile contro l'Albania. Ha ammesso che i partigiani di Ahmed bey Zogolli sono sussidiati dal Governo S.H.S. ma osserva che la Jugoslavia ha sempre ciò fatto nei ll."iguardi di tutti i rifugiati politici provenienti dagli Stati vicini. Ha ammesso pure che detti fuorusciti sono concentrati in nuclei presso la frontiera, mettendo in rilievo per altro che anche l'Albania fa altrettanto con i montenegrini ivi rifugiati che vengono armati e costituiscono l'origine di numerosi conflitti sul confine. Ha aggiunto poi di non Cii"edere ad un tentativo armato di bande provenienti dal territorio S.H.S. anche in vista della stagione assai avanzata. Gli ho replkato constarmi che tale tentativo si effettuerebbe in grande stile in occasione del periodo elettorale albanese

o verso la metà di marzo.

Mi ha chiesto qualche dato prectso circa la cooperazione che questo Stato Maggioce darebbe ai preparativi dei fuorusciti e mi sono riservato fornirglieli. A sua volta mi ha l)romesso di condurre opl)ortune indagini provvedendo ad un serio richiamo agli organi responsabili.

Mi ha detto infine possedere le prove che il Governo di Fan Noli ha stabilito intesa con il Governo di Mosca e che denaro bolscevico finanzia le tribù

anti-serbe che per opera del Comitato di Kossovo vengono mantenute vive in Macedonia. Si tratterebbe di tutto un piano di accerchiamento della Jugoslavia che il governo di Mosca starebbe tentando su istigazione di Radich, onde provocare disordini alla frontiera albanese, .bulgara e persino romena. Avendogli chiesto qualche particolare mi ha detto che 10 mila fucili fUJI"ono dall'Albania recentemente acquistati in Italia con denaro moscovita.

Ho pregato Nincich di volermi precisare la linea di condotta che il suo governo intende seguire nei riguardi dell'Albania ed egli mi ha fatto le importanti dichiarazioni che riferisco con telegramma portante il numero seguente diretto Gabinetto segreto.

(l) -Non pubblicato. (2) -Cfr. nn. 242 e 244.
589

L'INCARICATO D'AFFARI A BELGRADO, SOLA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. s. 1411/571. Belgrado, 26 novembre 1924, ore 16 (per. ore 20,30).

Nincich mi ha dichiarato: l) Il Governo jugoslavo desidera mantenere fermo l'impegno preso con l'Italia nel giugno di non ingerirsi delle cose interne dell'Albania. 2) Governo jugoslavo non intende ottenere da nessun Governo albanese privile~i di sorta. 3) Lo stesso Governo dichiara formalmente che esso in nessun caso interverrà in quel paese sotto nessun pretesto. Ove un'azione si imponesse nel futuro, il Governo stesso non la promuoverebbe senza aver prima consultato il Governo italiano, ed aver avuto con esso un comrpleto scambio di idee. 4) Il Governo jugoslavo è d'avviso che tutto quanto concerne l'Albania non può riguardare che due soli paesi: l'Italia e la Jugoslavia. Egli perciò, mentre ha tenuto a discorrere con noi dell'Albania, non ha mai desiderato nessuno scambio di idee con 'la Grecia, e tale atteggiamento egli intende mantenere anche per il futuro.

Nincich, mentre mi ha pregato di telegrafare a V. E. quanto mi ha dichiarato, non mi ha chiesto di fargli conoscere se V. E. è disposta ad analoghe dichiara~ioni che V. E. rimane perciò libera di fare o meno.

È chiaro però che una comunicazione di V. E. 11iuscirebbe qui assai gradita. A vendo Nincich particolarmente insistito su vari punti, ritengo che non sarebbe forse difficile indurlo ad uno scambio di note scritte, sempre che rientrasse nelle direttive politiche di V. E. far luogo ad un impegno di carattere bilaterale.

590

IL MINISTRO AD ADDIS ABEBA, COLLI DI FELIZZANO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 1418/129. Addis Abeba, 26 novembre 1924 (1).

Mi risulta Governo francese prosegue trattative per la cessione Abissinia punto franco Gibuti e località costa francese per la costruzione porto Abissinia

da collegare colla ferrovia esistente, ciò essenzialmente allo scopo che Italia ed Inghilterra non cedano all'Etiopia uno ·sbocco al mare sul loro tenritorio. Una speciale missione francese è attesa prossimamente per studiare e discutere lato tecnico della questione. Mi risulta parimenti che anche il Governo inglese non sarebbe alieno cedere un porto suHa costa Somalia pur di risolvere questione Lago Tsana. Mi sarebbe grato ricevere risposta al mio telegramma

n. 122 (1).

(l) Il telegramma risulta trasmesso dall'ufficio telegrafico di Addis Abeba il 27 novembre alle ore 17.

591

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, AL MINISTRO A VIENNA, CHIARAMONTE BORDONARO

T. 3934. Roma, 27 novembre 1924, ore 19,130.

Suo telegramma n. 619 (2).

Rur non considerando necessaria smentita ufficiale voci prossima convenzione militare italo-romeno-jugoslava, sarà conveniente V. S. trovi modo far pubblicare che notizia rtsulta infondata.

592

L'ADDETTO COMMERCIALE A MOSCA, MARIANI, AL SEGRETARIO GENERALE AGLI ESTERI, CONTARINI

L. P. Mosca, 27 novembre 1924.

Due parole, che potranno riuscirle utili in affari.

Il capo del Governo, Rycoff, ha dichiarato ufficialmente che quest'anno non si esporterà grano dalla RusSia. Dunque giova a noi di mostrarci più duri nella questione dei sylos. Dobbiamo tenerci su e non mollare. Nè con Minkin nè con Juzbaceff che saranno a Roma fra il 5 e il 10 dicembre.

Il Governo di qui ha· dato ordine di favorire quanto si può il commercio con l'Italia, la quale -in questo momento -è la preferita. E V. E. ne vedrà presto gli effetti con l'aumento delle nostre esportazioni in Russia (agrumi, acido citrico, zolfo, automobili, trattori, prodotti chimici, materie coloranti). È inutile però che i nostri commercianti si presentino qui senza essere registrati (art. 14 e add. 14, protocollo finale trattato di commercio) (3). Le organizzazioni russe hanno l'ordine tassativo d:i non entrare in rapporti, e neppure in conversazioni, con rappresentanti commerciali esteri, se non debitamente registrati.

La denuncia del trattato inglese e la crisi suscitata da Trozki in seno al partito ·comuntsta hanno scosso non poco la situazione interna dei Soviet, non nel senso di perturbamenti rpoJ.itici (qui impossibili per ora) ma nel senso che il Governo sarà costretto a piegare un poco a destra. Il mondo sembra ora agitato e influito da un'area ciclonica di destra, Russia compresa! Ne vedremo le conseguenze di sinistra fra un paio d'anni.

Gli inglesi hanno giocato una grande carta ed il rischio non è lieve. Ma io sono contento dell'evento perchè -al tempo del riconoscimento -essi, e personalmente Macdonald, ci hanno giocato un brutto tiro sulla precedenza: e di questo tiro si sono un poco beati gli stessi russi -che a febbraio eli ricattarono senza pietà. E se non fosse stata V. E. che assalì il capro espiatorio Jordanski, noi saremmo stati giocati malamente, da inglesi labudsti e da russi bolscevichi. Ora ridiamo noi, come Scarpetta nella sua villa.

Tenga presente che Hodgson, lo chargé d'affaires a Mosca di S. M. britannica, che dovrà venire a Roma e presentarsi a Lei ·con una mia lettera, ha preveduto esattamente tutto. Egli è in ottimi rapporti con Baldwin: cerchi dl trovare un minuto per riceverlo, credo che farà anche piacere al marches·e Della Torretta.

Tenga presente -d'ora innanzi -che i russi sferreranno una terribile campagna antibritannica in tutto l'Oriente (Asia orientale e meridionale, Indie, Persia, Arabia ecc.) e in Egitto. Ed impiegheranno molti fondi (perciò quest'anno i nostri comunisti riceveranno pochi soldi!). Circa Trozki, egli -da buon giudio -vuoi prendere il potere a tutti i costi e non ci riuscirà -perchè nessuno se ne fida, neppure suo cognato Kameneff. Egli è nato menscevico

(sQcia.l-democratico) e tutti temono che tiri troppo a destra, basan<losi sull'eS€rcito che fin qui gli era devotissimo. È un uomo di grande intelligenza, ma ambizioso senza <limiti.

Ora poi gli ebrei, in Russia, ricominciano a perdere la loro autorità. Essi hanno accettato la rivoluzione politica perchè li ha liberati dalle strettoie zaristiche -ma non possono adattarsi alla rivoluzione economica bolscevica, che non permette loro di accumulare capitali.

Rykoff, d'altronde, fa una politica nazionalistica, più che soeialista. Gli

ebrei sono ora annidati al Commissariato del commercio estero (come presso

dl noi alla direzione del commercio!) e degli affari esteri -non tenendo conto

del Komintern che è .la loro fortezza. Ma il governo russo tende più che può

a liberarsi dall'influenza del Komintern che mangia un ,sacco di soldi e non

produce che guai alimentando i bassifondi internazionali.

Scriverò fra breve un secondo articolo sulla nuova crisi determinata da

Trozki con il suo nuovo libro intitolato « 1917 ».

Ho visto il rapporto della polizia di Riga (Piacentini) su Juzbaceff che

raffigura quest'ultimo come un pericoloso agitatore. È strano come Piacentini

non si sia ancora accorto che la Lettonia (Riga) è in mano dell'Inghilterra e

de1la Francia e che i rapporti della polizia di Riga passano sempre per le can

cel1erie di Parigi e Londra -e sono tendenziosi come tutte le informazioni

sulla Russia provenienti da Riga.

Juzbaceff è un intimo amico di Jureneff e per questo viene a Roma.

È un uomo •Che ama molto la vita, quasi da buon borghese: e si agita pochis

simo, ed in Italia concluderà molto, dal punto di vista affari.

I nostri emigranti politici (dott. Pavirani e C.) con la loro cooperativa e

con i permessi d'importazione ottenuti (agrumi, acido citrico, ecc.) si sono

costituiti un fondo di tre milioni di lire con cui si preparano ad ottenere una

concessione agricola nel Sud (un « Sovchos »). Ha visto? C'è qui il famoso Angelino, ehe ha già fatto importazioni di limoni: ed ora sta trattando per una partita di ventimila casse. Spero che concluda. Fra giorni ritornerà in Italia.

Per l'Italia, i bolscevichi russi si servono de' nostri comunisti -non dei russi. Il Governo russo trene a non aver guai all'estero e rper la propaganda ora -·si serve so1tanto dei comunisti dei vari Paesi -e non dei propri agenti. Jureneff e Juzbaceff rappresentano una buona cosa, per l'Italia.

Perdoni la chiacchierata: ma non le ho domandato nulla per me. Naturalmente, Di Nola per farmi un nuovo dispetto tende a ritardare con ogni sforzo la mia nomina a consigliere (onorifica). Dio lo punirà: è molto cattivo. Veda un po' 'di addomesticarlo.

(l) -Cfr. n. 558, (2) -Tel. n. 6888/619, trasmesso il 25 novembre alle ore 14 e pervenuto alle 18 dello stesso giorno, non pubblicato, relativo alla notizia della prossima conclusione di una convenzione militare tra Rorn.ania, Jugoslavia e Italia. (3) -Cfr. Trattati e convenzioni fra i! Regno d'Italia e gti altri stati, XXXI, pp. 103-104 e 117.
593

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, ALL'INCARICATO D'AFFARI A BELGRADO, SOLA

T. GAB. 486. Roma, 28 novembre 1924, ore 14.

Suoi telegrammi nn. 570 (l) e 571 (2).

Ogni decisione circa opportunità scambio di note cui Ella accenna risulta prematura essendo in ogni caso necessario preventivo esame della complessa questione. Tale esame potrà se del caso formare eventuale oggetto di mia conversazione con Nincich qualora questi come spero metterà in atto suo proposito venire Roma. Propizia occasione sua visita potrebbe ·essere la riunione del Consiglio della Società delle Nazioni che avrà inizio in Roma giorno otto del prossimo dicembre.

Frattanto conviene assolutamente evitare di ritornare per ora sull'argomento riservandomi farle pervenire eventuali ulteriori istruzioni.

594

IL MINISTRO A BUCAREST, ALOISI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. s. 1423/445. Bucarest, 29 novembre 1924, ore 21 (per. ore 0,5 del 30).

Decifri Ella stessa.

Sotto forma di telegramma da Parigi (senza data) sulle trattative francorusse, giornale Universul pubblica: «Non è più un segreto per nessuno che il signor Herriot è dedso a chiedere imperiosamente che la questione tlella Bessarabia venga definitivamente liquidata con il riconoscimento da parte russi della sua unione alla Romania ».

Detto telegramma che è stato indubbiamente redatto a Bucarest dimostra

che... (3) francese ha avuto probabilmente sentore delle trattative di V. E.

(l) -Cfr. n. 588. (2) -Cfr. n. 589. (3) -Gruppo indecifrato: • Governo •?
595

L'ONOREVOLE DUDAN AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

L. P. Roma, 29 novembre 1924.

Apprendo che la delegazione S. C. S. a Venezia si oppone a qualsiasi ragionevole soluzione anzi addirittura a qualsiasi discussione dei seguenti quattro argomenti vitalissimi 1per gli italiani della Dalmazia:

l) garanzie ai proprietari italiani per la riforma agraria;

2) libertà di acquisti \d'immobili presso i confini per gli italiani;

3) uso della lingua italiana negli uffici, atti pubblici, commerci ecc.;

4) riconoscimento per le merci da importarsi nel Regno S. C. S.

Ti prego di dar ordine categorico alla delegazione italiana di sostenere ad oltranza (e ad ogni costo) le domande pur tanto modeste dei Dalmati.

Abbandonarle significherebbe rovinare completamente ·anche gli ultimi resti di quel po' di bene, che era contenuto n~l Trattato di '}Iapallo. Riterrei poi grave errore fare, in questo momento di politica interna S. C. S. sacrifici così gravi dei nostri interessi (1).

596

L'INCARICATO D'AFFARI A BELGRADO, SOLA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 1430/584. Belgrado, l dicembre 1924, ore 15 (per. ore 19,45).

Nincich mi ha nuovamente intrattenuto a lungo sull'opera che agenti di Mosca stanno attuando onde provocare una rivoluzione nei Balcani da cui la Jugoslavia dovrebbe uscire infranta. Non potendosi agire direttamente nell'interno del paese dove il Governo di Pasich non lascia ad essa quartiere (si conta però come elemento disgregatore sulla rivalità serbo-croata) l'opera di detti agenti si è proposta come campo d'azione l'Albania (mio telegramma n. 570) (2) e specialmente la Bulgaria ove il Governo di Zankoff si sforza di arginare la situazione. Ho approfittato di tale dichiarazione per far rilevare Nincich che data l'enorme responsabilità che incombe sul Governo bulgaro era indispenlsabile seguire nei suoi riguardi una politica di moderazione ·intesa a non creargli difficoltà e cioè nell'interesse generale della pace nei Balcani. Nincich mi ha risposto che se ne rende perfettamente conto e che nulla il suo governo farà che possa comunque indebolire la posizione del gabinetto Zankoff: ha convenuto anzi essere ormai interesse della Jugoslavia contribuire al suo rafforzamento. Senza volere caldeggiare i gravi pericoli che l'azione bolscevica comporta (specialmente nel caso si presentasse una improvvisa occasione favorevole) ritengo tuttavia che Nincich carichi un poco le tinte il che rivela lo stato 1d'animo del governo serbo in questo periodo elettorale in cui si vuole vedere dovunque l'intervento di Radich e della terza internazionale. Ne informo

V. -E. perchè senza dubbio Nincich nel prossimo incontro con V. E. non mancherà di 'insistere particolarmente sulla necessità di una raddoppiata vigilanza verso l'esponente della politica di Mosca. Nincich ha aggiunto una interessante dichiarazione che riferisco con telegramma portante il n. seguente diretto gabinetto segreto.
(l) -Annotazione marginale: • Comunicata a S. E. il Segretario generale. Parlato col Senatore Tacconi il quale, nella sua qualità di esperto. a Venezia, si è assunto di tranquillizzare l'on. Dudan •. (2) -Cfr. n. 588.
597

L'INCARICATO D'AFFARI A BELGRADO, SOLA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. s. 1432/585. Belgrado, 1 dicembre 1924, ore 15 (per. ore 21,50).

Nincich mi ha detto che alcuni giornali italiani riferendosi alla lotta politica jugoslava prospettano la possibilità che la Croazia e la Slovenia abbiano a separa-rsi dal regno trino per formare con l'Austria e l'Ungheria una confederazione danubiana. Nincich ha aggiunto testualmente: «Non credo che una tale soluzione sarebbe favorevole agli interessi italiani. Confederazione danubiana comunque composta, graviterebbe sull'Adriatico. Si tratterebbe di una ricostruzione larvata dell'impero austro-ungarico. 4a Jugoslavia invece ha il suo centro di gravità sull'Egeo. A voi quindi •conviene l'esisten~ della nostra unità statale». Gli ho risposto che V. E. era così convinto di tale verità che aveva ideato, proposto e concluso il patto d'amicizia. Con tali dichiarazioni e con quelle precedenti che ho riferite con telegramma 569, 70, 71, 83, 84, 85 (1), credo avere conseguito da Nincich una completa esposizione, che mi è parsa sincera, delle direttive di questo Governo nei riguardi dell'Albania, Grecia, Bulgaria e Russia. Dalle dichiarazioni stesse V. E. avrà potuto orientarsi che la politica estera di questo Governo si identHìca strettamente con gli interessi nostri. Lo sbocco all'Egeo cui Nincich ha più volte alluso, sebbene riferendosi al transito mercantile, è •certo la meta costante, se pure lontana, deHa politica radicale serba. Nè la Croazia e tanto meno la Slavonia sentono questo problema nè sono disposte ad ammettere che esse gravitano verso i Balcani. Un ritorno al potere di tutte le opposizioni coalizzate contro il serbismo, radiciani compresi (non è escluso che nuove elezioni risultino sfavorevoli al partito di Pasich) capovolgerebbe tutto l'indirizzo di politica estera di questo paese e mentre la gravitazione sull'Egeo si attenuerebbe, si farebbe invece sentire in maniera più ·sensibile quella sull'Adriatico. È certo però che molto più intima intesa fra l'Italia e la Jugoslavia, che potesse ess·ere concretata finchè l'attuale partito politico a noi simpatizzante è al potere, costituirebbe una utile remora per ogni Governo che qui dovesse impadronirsi del potere.

598

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, AL MINISTRO AD ADDIS ABEBA, COLLI DI FELIZZANO

T. GAB. s. 488. Roma, 2 dicembre 1924, ore 23.

Suoi telegrammi 122 e 129 (2). Non ho in massima difficoltà ripresa conversazioni circa sbocco al mare purchè sia riservato per il momento qualsiasi impegno da parte nostra. Per

essere tuttavia in grado giudicare della conven'ienza attuali conversazioni ed eventuale condotta di esse, prego specificarmi se e da chi Le è stato espresso desiderio riprendere trattative. Prego pure informarmi più particolarmente: l) circa intenzioni che si avrebbero ora costi sulla possibilità offrirei corrispettivi e garanzie; 2) circa possibilità accettazione Beilul invece di Assalo; 3) circa possibilità accettazione noto progetto per n Piano del Sale.

(l) -Cfr. nn. 588, 589, 596. (2) -Cfr. nn. 558 e 590.
599

IL MINISTRO A BELGRADO, BODRERO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. s. 1447/595. Belgrado, 4 dicembre 1924, ore 22,30 (per. ore 0,30 del 5).

Nincich accogliendo con visibile soddisfazione desiderio manifestato da

V. E. di incontrarsi a Roma ·con lui, e desideroso anche egli stesso di avere uno scambio di idee con V. E. sulla politica generale interessante i due paesi, ha deciso di partire con me domenica prossima 7 corrente col treno serale in arrivo a Venezia lunedì notte. Ci tratterremo a Venezia la giornata di martedì ripartendo la sera per Roma ove giungeremo la mattina di mercoledì 10 corrente (1).

Prego V. E. far disporre perchè un vagone salone si trovi a Postumia e farmi telegrafare a Venezia in quale hotel Nincich dovrà scendere a Roma con il suo capo \di gabinetto ed un segretario.

600

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, AL MINISTRO AL CAIRO, CACCIA DOMINIONI

T. GAB. S. 491. Roma, 5 dicembre 1924, ore 2.

Suo telegramma n. 328 (2) e suo rapporto n. 560 (3).

Prego seguire attentamente eventuale 'SVOlgimento •inchiesta giudiziaria a carico Ahmed Scerif e tenermi dettagliatamente informato importante questione. D'accordo con ministero colonie non sembra però conveniente almeno per il momento agire sul Governo egiziano per allontanamento Said Idriss. Anche ammesso che potessimo ottenerlo senza dubbio una tale azione necessiterebbe delle forti pressioni su codesto Governo che sarebbe meglio riservare eventualmente per più importanti questioni. Allontanamento di Idriss dall'Egitto ci sarebbe d'altra parte di dubbia utilità nei riguardi della Cirenaica se pure non potrebbe costituire per lui una spinta a rientrarvi. Si interromperebbero infine quei contatti 1che ho pregato V. S. di cercare non lasciar completamente

cadere e che potrebbero divenire unico tramite per un eventuale avvicinamento alla Senussia, ove posizione Ahmed Scerif risultasse definitivamente compromessa di fronte all'Inghilterra ed Egitto in seguito elementi a suo carico da Lei riferiti. Circa suddetti contatti con Said Idriss confermo per norma della

S. V. che d'accordo 1con ministero colonie non siamo alieni dall'esaminare suoi desiderata purchè egli ce lo domandi chiaramente con lettera a sua firma indirizzata a V. S. (1). Ella potrà fin d'ora 1trovar modo di fargli sapere che R. Governo in tal caso si riserverebbe di indicargli a tempo debito se e quali altri membri de1la famiglia senussita dovrebbero esplicitamente dichiarare di accettare gli eventuali accordi cui si giungesse con Idriss. Sarà pure utile ricordare a quest'ultimo che il memoriale ultimamente pervenutoci (2) non può costituire base di ragionevole discussione. Lascio poi V. S. scegliere tramite più opportuno per fare tali comunicazioni e per successivi eventuali contatti.

(l) -Ninèié. arrivò infatti a Roma la mattina del 10 dicembre e ne riparti per Parigi la mattina del 13, dopo un ultimo colloquio con Contarini. Sui coJloqui romani Mussolini-Nincié l'agenzia Stefani diramò un comunicato. Cfr. Il Corriere della Sera, 14 dicembre. (2) -Tel. u. 7039/328, trasmesso il l dicembre alle 20,35 e pervenuto alle 1,15 del giorno 2, non pubblicato: scoperta, da parte delle autorità egiziane, di documenti comprovanti legami contratti da Ahmed Scerif con l'ex Kedive; suggerimento di chiedere al governoegiziano l'espulsione di Said Idriss, implicato nella vicenda. (3) -Non pubblicato.
601

L'AMBASCIATORE A PARIGI, ROMANO AVEZZANA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. 7123/1009 (3). Parigi, 5 dicembre 1924, ore 22 (per. ore 3,30 del 6).

Il signor Chamberlain giunto ieri sera ha avuto stamane con Herriot un colloquio che è durato dalle 10 ( ane 13 e di cui non 1conosco risultato. 'Duttavia credo opportuno informare che in seguito al consiglio dei ministri tenutos.i ieri il presidente del consiglio francese è stato incaricato di sottomettere aJ. Min.i<stro degli affari esteri della Gran Bre·tagna la maggior parte delle questioni che preoccupano il Governo francese e perciò di presentirlo soprattutto relativamente al protocollo \di Ginevra per conoscere quali siano le modifìcazioni che l'Inghilterra crede necessarie di apportarvi in seguito all'opposizione dei Dominions e principalmente dell'Australia di aderire alle modifìcazioni introdotte nel protocol:lo stesso in seguito alle riserve del Giappone.

La questione di Colonia come ne ho già riferito con mio telegramma (4) avrebbe dovuto anche essere... (5) della recente conversaz~one in quanto ·che la Francia ritiene ·che J.o sgombero di quel settore non possa avere luogo prima che venga accertato l'adempimento da parte della Germania delle clausole del trattato di VersaiiJ.les relative al idisarmo e che ad ogni modo conformemente agli accordi di Londra questa constatazione debba essere fatta da tutti i governi.

Particolarmente interessante si prevedeva la discussione sulla situazione d'Oriente in quanto la insistenza della Gran Bretagna a mantenere il suo ambasciatore a Costantinopoli non sia motivata da semplici ragioni di opportunità ,ma dal suo intendimento di mettere le sue mani sull'antica capitale turca e di stabilirvi la influenza preponderante. L'Inghilterra desidera eliminare colà influenza francese e restarvi sola, od almeno attenuarla in modo che non fa,ccia

impedimento al suo disegno di accampa11si solidamente negli stretti ed impedire alla Russia df impiantarvisi. La Gran Bretagna è anche non poco contrariata dell'attività che alcuni gruppi francesi e specialmente il gruppo ,LeteUier e quello de,gli interessi economici presieduto da Billet vanno spiegando in Persia alla quale avrebbero offerto un prestito di 500 milioni di franchi per la costruzione di una ferrovia di cui avrebbero l'esercizio, in cambio di altre rilevanti concessioni.

La questione del Marocco avrebbe dovuto anche essere esaminata essendo la Francia ed indirettamente anche l'Inghilterra molto preoccupate della situazione che si era andata creando colà in seguito al ritiro delle truppe spagnole sulla costa e alla costituzione di uno stato indipendente sotto la sovranità di Abdel-Krim tem~mdone le ripercussioni non solo per quanto riguarda le frontiere del protettorato francese, dove già occorre prendere precauzioni militari per frenare le incursioni Idei Rifani, ma per l'incitamento che ne verrebbe in Algeria e in Tunisia ed in generale fra tutte le popolazioni arabe soggette al dominio europeo.

Mi riservo ritornare sull'argomento.

(l) -Probabile allusione ai contatti di cui al n. 637. (2) -Non pubblicato. (3) -Il numero particolare va corretto con 2009. (4) -Tel. 7082/2002, trasmesso il 3 dicembre alle 22,55, e per. alle 2 del 4, non pubblicato. (5) -Gruppo indecifrato: • Oggetto •?
602

IL CONSOLE GENERALE A NIZZA, LEBRECHT, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

TELESPR. R. 302. Nizza, 5 dicembre 1924.

Mi onoro di confermare il mio telegramma di ieri n. 298 (1).

Negli ultimi giorni, infatti, si è verificato un sensibile risveglio nel movimento garibaldino. Il colonnello Ricciotti, quando non gira pel Dipartimento delle Alpi Marittime, o quando non si reca per brevi corse in altri centri dove maggiormente può svolgersi la sua attività, si vede spesso a Nizz,a, dove è ora stabilita anche sua moglie.

Il recente discorso di lui tenuto in un teatro infimo, e durato circa tre ore con visibile tedio dei convenuti, non è stato che un ammasso di luogh~ comuni e di astiose vo'lgarità.

Al R. Governo sono noti i suoi proclami ampollosi e le sue ildee consuete. In un comunicato del Petit Niçois comparso jeri, e che qui allego, a firma del noto cap. Massa, suo alter ego per Nizza, sono ribaditi i soliti concetti garibaldini.

Mi si è però riferito che, nel discorso in parola, il Ricciotti si è mostrato di una violenza estrema contro la monarchia, il Governo nazionale ed il fascismo tutto auspicando ardentemente per l'Italia moti insurrezionali tali da condurre alla repubblica.

Può sembrare strano che il movimento garibaldino, che si dice anticomunista, conti a Nizza, fra le sue fila, buon numero di nostri comunisti. Tuttavia,

in realtà, la cosa si spiega abbastanza agevolmente, ove si consideri che qui, tra i connazionali emigrati -specie tra le diecine di migliaja di quelli venuti nell'ultimo biennio -non esistono divisioni nette tli partiti.

Possono esservi alcune sezioni, gruppi, propaggini a scartamento rildottissimo di quelli del Regno; ma nella grande massa caotica, amorfa, Idei nostri lavoratori, sono confusi insieme socialisti, unitari, comunisti, estremisti, sovversivi, fascisti dissidenti, repubblicani: concordi e tutti sempre pronti nel sostenere le opposizioni, ad agitarsi per fare dimostrazioni, e a dichiararsi «malcontenti».

Fra tale massa, senza troppo cribrarli, nè chiedere la loro tessera speciale, il garibaldismo recluta i suoi accoliti.

Questi, oggi si vantano di essere a Nizza già più di un migliaio, e di sorpassare già nel Dipartimento i 4.000; cifre, codeste, che io ritengo di molto esagerate.

Quello che mi consta è che negli ultimi giorni, in un bar idi fama dubbia furono distribuite, in buon numero, •camicie rosse nuove, fiammanti; e ciò in giorni diversi, secondo gli aderenti delle varie sezioni in cui è divisa la città. Una cinquantina di connazionali in camicia rossa, altresì, provenienti da Mentone, sarebbero stati qui per poche ore per abboccarsi coi Capi.

Consta pure che il Comitato garibaldino ha emesso dei «buoni» con l'effigie del Grande Garibaldi (forse stampati nel Regno), del taglio di 5 e 10 lire, da cedersi contro eguale valuta in franchi, che ogni iscritto deve versare al Comitato organizzatore salvo rimborso ai possessori dei buoni... •dopo la vittoria finale. '' i

Le camicie rosse si ·do1gono di non aver, sinora, un copricapo regolamen-' tare: ma fu loro risposto che il ritardo deriva dal non essere stato prescelto, a tutt'oggi, un modello unico soddisfacente.

Quanto alle armi si lascia credere che al momento opportuno ed all'occo·rrenza potrebbe fornirle anche la Francia.

Con amarezza mi è d'uopo constatare che la popolazione e le autorità locali pur mostrando di non interessarsi alla propaganda gariba·ldina la seguono con una 1certa intima :simpatia.

(l) Tel. gab. n. 1443/298, trasmesso il 4 dicembre alle ore 18,30 e pervenuto alle 0,50 del 5, non pubblicato, relativo all'intensificarsi del movimento garibaldino.

603

IL MINISTRO A BELGRADO, BODRERO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 1455/600. Belgrado, 6 ;dicembre 1924, ore 16 (per. ore 19).

S. E. presidente \del consiglio Pasich mi ha detto essere ben lieto che la visita di Nincich a V. E. avvenga in occasione della riunione del consiglio del!J.a Società delle Nazioni i cui rappresentanti potranno così constatare quali intimi rapporti corrano fra l'Italia e la Jugoslavia che formano ormai un vero «blocco». Egli si augura che dall'incontro fra V. E. e Nincich tali rapporti siano anche più rafforzati.

604

IL MINISTRO DELLA GUERRA, DI GIORGIO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

RR. 3256. Roma, dicembre 1924 (1)..

Nello scorso giugno V. E. m'incaricò di studiare le modalità di una eventuale guerra contro la Turchia e di calcolare i mezzi per essa occorrenti. I rpiani d'azione, in caso di conflitto con la Turchia, potevano corrispondere alle due seguenti ipotesi: l) Guerra ad oltranza; invasione del territorio turco col proposito di dettare al l!lemico le nozioni di rpace.

2) Guerra limitata allo scopo di ottenere dal Governo turco eventuali soddisfazioni che d fossero state negate per via diplomatka (blocco, bombardamento delle città costiere, occupazione di qualche punto della costa e di quakhe isola).

Lo studio compiuto ha messo in evidenza le grandiosità dello sforzo di mezzi marittimi e terrestri che una guerra ad oltranza richiederebbe. e le incerte probabilità di una decisiva vittoria, ed ha portato alla conclusione che in ogni caso ci converrebbe meglio di lim~tarci alle azioni di rappresaglia di cui al n. 2, le quali, potrebbero pur sempre valere, se accompagnate da fortunata azione diplomatica, a ridurre la Turchia alla ragione.

È tuttavia da prevedere che l'ostacolo maggiore non lo troveremo nella reazione della 'I1urchia, sì bene nelle difficoltà diplomatiche colle quali l'Inghilterra e la Francia cercherebbero senza dubbio di ostacolare la nostra azione.

Se però si considera ,che l'atteggiamento tracotante assunto dalla Turchia dopo la rivincita, trae principalmente sua origine dalla consapevolezza della impunità che le assicurano le gelosie esistenti fra le grandi potenze occidentali, e che di tale atteggiamento hanno fatto più \di noi dura esperienza a volta a volta l'Inghilterra e la Francia, ne consegue che, ove fosse possibile un accordo a tre fra queste due potenze e l'Italia, ,sarebbe di grande vantaggio a ciascuna di esse e a tutte e tre insieme. L'accordo, previo impegno d'i non turbare lo stato territoriale, dovrebbe assicurare a ciascuna, in caso di conflitto con la Turchia, l'appoggio diplomatico delle altre due.

Quanto sopra ho creduto opportuno di sottomettere alla considerazione di

V. E. pel caso in cui volesse profittare della presenza a Roma del signor Challllberlain e del signor Briand per uno scambio di idee sull'argomento (2).

605

INDICE DELLE QUESTIONI CHE SI POTREBBERO TRATTARE NEI PROSSIMI COLLOQUI CON CHAMBERLAIN (3)

Roma, dicembre 1924 (4).

l) Confine cirenaico-egiziano, e relativi accordi anglo-italiani per impedire la propaganda islamica in Egitto, il contrabbando di armi verso la Libia, gli

intrighi dei ribelli libici etc., specialmente nei riguardi dell'Ex-Senusso Ahmed

Scerif e di Saied Idris (linee generali già ,concordate con le colonie).

2) Collaborazione per la repressione del traffico degli schiavi nel Mar

Rosso. Conseguente modifica della convenzione Cerrina per la sorveglianza della

costa araba del Mar Rosso. Linea di condotta comune nei riguardi delle attuali

lotte fra i vari Stati Arabi (Hegiaz, Heged, Assir, Imam Sahia) e della questione

dei luoghi santi mussulmani alla Mecca.

3) Questioni etioptche. Riconferma o se necessario revisione dell'accordo del

1906 circa le zone di influenza in Etiopia, ac,cordo circa il quale da parte inglese

si è manifestato il dubbio che possa essere stato infirmato dall'entrata dell'Etio

pia nella Sodetà delle Nazioni.

4) Risoluzione della controversa interpretazione del detto accordo del 1906 relativamente al Lago Tzana. 5) Linea di condotta comune anglo-italiana nella questione delle importa

zioni delle armi in Etiopia.

6) Questione del Cenacolo (?).

7) Questione di Tangeri (si potrebbe se mai limitarsi a chiedere l'impegno

dell'Inghilterra ad accettare queHe eventuali basi di accordo su cui riuscissimo

ad avere il 'consenso della Francia e della Spagna).

8) Questione del Gash (dati i buoni risultati raggiunti dagli esperti si potrebbe chiedere assicurazione che questione sarà tra~ttata con spirito conciliativo da parte del delegato inglese ~che dovrà incontrarsi ~con Gasperini, come questi avrà istruzione di trattarla con analoghe disposizioni concilianti) (1).

9) Raippresentanza diplomatica a Costantinopoli. Si potrebbe cereare di stabilire una linea di condotta comune di fronte aUa Turchia.

10) Questioni economiche in Turchia. Adesione dell'Inghilterra all'accordo economico italo-francese per la Turchia. Controversia fra le società SmirneHaidin e la Società commerciale e finanziaria per le ferrovie anatoliche.

Eventuale conferma degli impegni contenuti nell'accordo tripartito del 1920 per il caso ~che gli avvenimenti ulteriori ne rendessero in qualche modo possibile l'attuazione (2).

(l) -Manca il giorno. Si inserisce sotto il giorno 6, tenendo presente l'accenno alla venuta a Roma di Chamberlain, che arrivò a Roma nel pomeriggio del 6, dopo essersi incontrato il 5 con Herriot a Parigi. (2) -Nota marginale di pugno di Mussolini: c Riservatissimo. M.•. (3) -L'appunto è anonimo. (4) -Manca il giorno. Cfr. nota l al doc. precedente.
606

IL MINISTRO AD ATENE, BRAMBILLA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. RR. 1459/3. Atene, 7 dicembre 1924, ore 16 (per. ore 17).

Questo addetto militare ha già riferito al comando del corpo di S. ~. dell'esercito intorno a: conversazione da lui avuta a questo ministero guerra circa

mente trovato con il signor Chamberlain, ministro degli affari esteri della Gran Bretagna.

Il colloquio a due è durato circa un'ora e mezza. ·

Nella lunga conversazione dopo di aver considerata la situazione generale, sono state esaminate con spirito di cordiale amicizia alcune delle principali questioni del momento che interessano particolarmente l'Italia e la Gran Bretagna.

Dal colloquio è risultata la possibilità di una linea comune di condotta nei riguardidelle suddette questioni e I'iaffermati i propositi di una più stretta collaborazione secondo le tradizioni dei due Paesi •.

la fornitura di fucili del nostro modello 1891 in quantità sufficiente da rinnovare l'intero armamenrto esercito ellenico ed eliminare gli inconvenienti derivanti dalla varietà dei tipi dei fu.cili attualmente in uso. Non mi nascondo che la nostra iniziativa incontrerà la più accanita opposizione della Francia, che nulla nasconde per assicurare qui il monopolio delle forniture dell'esercito. Ma poichè a dire dei competenti la Francia non è in grado fornire alla Grecia forti quantitativi di fucili, tanto che lo stesso generale Guillaumat non potette far più ·Che impegnarsi a raccomandare ·al proprio .governo la cessione di soli 50.000 :l)ucili « Lebel» (il che non farebbe che accrescere l'attuale confusione), d'altra parte la superiorità del nostro fucile non può essere contestata, ritengo da parte nostra si· debba fare ogni sforzo per riuscire in un intento che potrebbe fornire uno dei mezzi di pressione dei quali abbiamo mancato sino ad ora in .confronto di altri paesi, come per esempio quello di trovarci nella posizione di creditori di fronte alla Grecia qualora ·concedessimo le più ampie facilitazioni per il pagamento dei nostri fucili. Non saprei dunque raccomandare abbastanza all'approvazione del R.. Governo l'accoglimento della .proposta di questo addetto militare di mandare qui un ufficiale specialista ·Con tutto il materiaJe occorrente per esperimenti necessari. In ogni caso credo mio dovere richiamare attenzione V. E. 5Ull'inopportunità di raccogliere proposta come quella che pare sia stata fatta ultimamente al R. ministro guerra per la cessione al Governo ellenico di 300.000 fucili « Manlicher ». Si ta:atta dei soliti intermediari che non mirano ad altro se non a carpire qualche offerta più concreta ad un governo per spacciarsi poi come incaricati di esso presso altri Governi ed intascare, se il colpo riesce, una lauta provvigione. Basta pensare alla difficoltà di fare accettare al governo greco la proposta ben altrimenti vantaggiosa di acquistare una d'orte partita del nostro fucile 91, per giudicare della serietà della proposta .concernente i 300.000 «Manlicher », senza contare le evidenti ragioni di convenienza che farebbero preferire a questo governo trattative dirette da governo a governo per mezzo dei rispettivi addetti militari (che sembrano specialmente indicati allo scopo) qualora esso avesse effettivamente intenzione di far un acquisto del genere indicato (1).

(l) -Cfr. nn. 632 e 668. (2) -L'Ufficio Stampa del ministero diramava il 7 dicembre il seguente comunicato: c Oggi, alle ore 15 a palazzo Chigi, il presidente del consiglio dei ministri si è nuova
607

L'AMBASCIATORE A BRUXELLES, ORSINI BARONI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

r. GAB. s. 1464/287. Bruxelles, 9 dicembre 1924, ore 19 (per. ore 22,50).

Faccio seguito mio rapporto n. 661 (2) spedito stamane per posta.

Lodovico Toeplitz è venuto a mostrarmi lettem del signor Marco Magri (così si chiama ex ufficiale... (3) che venne in questi giorni a parlargli). In :].uesta lettera è detto che .corso degli avvenimenti va diventando più celere, si avvicina il giorno tentativo roves·ciare violentemente governo di V. E. Magri invita Lodovico Toeplitz informare di ciò suo padre.

. qJ Annotazione marginale di pugno di Mussolini: • IMPORTANTISSIMO fornendo, se

possibile, modello 91 •.

Lodovico Toeplitz 1Seccatissimo per questa lettera mi autorizza avvertirne

V. E. ad ogni buon fine. Non dà :ai piani del Magri gran peso, tuttavia U.o ha conosciuto come uno dei temuti carabinieri a Fiume e che si è assunto allora 1mp;rese le più azzardate. Toeplitz prega di non fare il suo nome. Magri data sua lettera da Parigi 16 Rue Hallevy chez Basch.

(2) -Non pubblicato. (3) -Gruppo indecifrato. Il Magri, già ufficiale dell'esercito., era un ex legionario fiumano.
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L'AMBASCIATORE A PARIGI, ROMANO AVEZZANA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. PER CORRIERE 7241/2025/153. Parigi, 10 dicembre 1924 (per. il 2). •

Nel mio telegramma per corriere n. 2020/152 del 6 corrente (1), facevo prevedere che per sfuggire alla situazione creatasi in questi ultimi tempi in seguito estensione e divulgazione dell'organizzazione .comunista questo Governo avrebbe preso provvedimenti contro gli agitatori stranieri ritenendo, con tale misura, di dimostrare i SIUOi intendimenti di difesa sociale senza toc·care i comunisti francesi, ciò che non sarebbe possibile senza iniziare una politica di restrizione alla q_uale difficilmente potrebbero aderire i socialisti che appoggiano il gabinetto.

I comunisti italiani hanno fatto le maggiori spese di questa messa in scena.

Il dibattito che ha avuto luogo ieri alla camera, si è svolto quasi esclusivamente fra .sociaHsti e comunisti. Le opposizioni non vi hanno partecLpato che con un solo oratore e si sono astenute dal voto col quale la camera ha approvato le dichiarazioni del presidente del ·consiglio. Tale loro attitudine, secondo quanto mi diceva un uomo politico di quella parte, è frutto d'una decisione dettata dalla convinzione ·Che sia il miglior metodo, per abbattere il .gabinetto Herriot, queHo di !asciarlo dibattersi tra le difficoltà crescenti della situazione che, ·secondo il mio interlocutore, doveva mettere ·capo necessariamente alla secessione dei socia~ listi. Parecchi ritengono però questa tattica come poco effi,cace.

Le abbondanti informazioni pubblicate dai giornali italiani sul movimento

comunista in Francia, e quella parte del discorso di V. E. al senato (2) ·che vi si

riferiva, hanno molto impressionato il signor Herriot. Oltre all'accenno da lui

fattovi nel discorso pronunciato ieri l'altro alla camera dei deputati egli mi ha

espresso le sue lagnanze per la parzialità con la quale, secondo lui, i ·corrispon

denti italiani residenti a Parigi, informavano i propri giornali, non attingendo le

loro notizie ·che dalla stampa di opposizione e ·facendo apparire la Francia in

uno stato di 1semi anarchia. Il presidente del consiglio mi ha pregato di richia

marli ad un più sereno ed equanime apprezzamento dei fatti.

Non ho creduto opportuno, a ·cagione delle trattative in corso, di ricordare

-al signor Herriot ·che quante volte io avevo attirato la SIUa attenzione sulla sfre

nata campagna condotta dalla stampa francese contro il Governo nazionale e

sulle· corrispondenze che descrivevano l'Italia in uno stato di rivolta, egli mi

aveva sempre risposto che non occorreva darle sover·chia importanza.

24 -Documenti diplomatici -Serie VII -Vol. III.

(l) -Tel. per corriere n. 7232/2020/152, trasmesso il 6 dicembre e pervenuto il 10, non pubblicato, relativo a un colloquio Romano Avezzana-Hymans sui rapporti franco-inglesi e sull'estendersi del partito comunista in Francia. (2) -Pronunciato nel pomeriggio del 5 dicembre.
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IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI. AL MINISTRO A DURAZZO, DURAZZO

'fELESPR. (progetto). Roma, 10 dicembre 1924.

Mi riferisco alle ,sue ultime •Comunicazioni relative alla situazione interna di codesto paese ed in special modo ai suoi telegrammi riservatissimi 171 e 172 (1), nei quali ella riassume le sue preoccupazioni circa le proporzioni e la rapida efficacia che va costà assumendo l'azione del governo di Belgrado, efficacia che, come ella riconosce, è evidentemente diretta conseguenza del dissolvimento

• della vita politica albanese.

Che ad una tale ·Critica condizione di cose l'Albania dovesse un giorno o l'altro giungere era il ·caso di attendersi, da quéliildo codesto Stato ha rpervicacemente voluto -il •che non potrà mai abbastanza deprecare -sacrificare ad

aloune sue malcomprese suscettibilità l'a,ppoggio realmente fattivo che, in una situazione particolare, era in grado di offrirgli l'Italia, che della indipendenza e della vttalità dell'Albania era la principale ·e la ,più interessata fautrice.

Di questo seniSo di dubbio circa la possibilità di evitare che l'Albania, abbandonata a se stessa, nella situazione, tanto politica ·che economica, interna ed estera, nella quale si è venuta a trovare dal 1920 in poi, ·finisse ·col giungere a questo punto, indubbiamente per noi preoccupante, al quale sembra ess'.~re avviata, la S. V. ricorderà che le fu chiaramente prospettato da S. E. il. segretario generale di questo miniJstero fin da quando Ella ebbe a riassumere, in un promemoria del 10 marzo 1923 (2), le .sue impressioni sopra la situazione albanese e circa le direttive che, a Suo parere, meglio d sarebbe convenuto di seguire, per l'avvenire, nei riguardi di codesto paese, direttive che contemplavano, attraverso un nostro maggiore interesse al rilevamento economico dell'Albania, una fiduciosa aspettativa in un normale assetto di questo Stato, che valesse a garantire i nostri interessi politici.

Tale fiducia è quella che in seguito ha guidato l'azione italiana in Albania. ed essa azione adattandosi ad una condizione di cose che indubbiamente non ~i appagava, si è praticamente esplicata nel senso di non disinteressaJ.'I.Si di nulla di quanto, nel campo politico ed economico, potesse valere a consolidare la 5ituazione dell'Albania, partendo dal presupposto della maturità e della solidità del suo organismo statale.

Tutto ciò in base a quanto 1a S. V. segnala, non è però valso ad arrestare il succedersi delle crisi che travagliano codesto paese ed Elia anzi constata un inci[Jiente disfacimento interno •che offre facile breccia a manovre dissolvitriei che avrebbero costà maggiore efficacia di persuasione dell'azione riguardosa e corretta dell'Italia.

La S. V. si richiama, in fine del suo •citato telegramma 172, per quanto con~erne la nostra futura linea di condotta, in presenza delle contingenze attuali

e di quelle prevedibili per il futuro, al suo rapporto n. 238 del 14 settembre (l) scorso, nel quale Ella prospettava l'opportunità di IliUovi chiarimenti, in vista delle accennate contingenze, e, fra altro, di run rito·rno al potere di Ahmed Zogu, col governo di Belgrado.

Non è da escludere la :possibilità che, nei prossimi giorni, si offra occasione favorevole, fra le varie questioni interessanti i due Paesi ·che verranno esaminate col signor Nindch, di parlare anche dell'Albania (2).

Peraltro, quando nel giugno scorso fu qui presa l'iniziativa della nota intesa colla Jugoslavia (3), per il non intervento negli avvenimenti allora in corso in Albania, -iniziativa che sembra essere stata di assai scarso e breve ammaestramento per l'attuale Governo-si ottenne per opera nostra, in sostanza l'apertura di un vasto credito alla nuova Albania.

Le condizioni di codesto paese risultano peraltro, all'ora attuale, secondo Ella riferisce, notevolmente peggiorate e ta<li da rendere per lo meno ardua una nostra azione nello stesso senso, se dovessimo valerci unicamente degli stessi argomenti.

È opportuno, quindi, che in previsione di tali contatti con Belgrado, la !!lituazione nostra nei riguardi dell'ALbania venga previamente ed attentamente riesaminata.

Attendo, all'uopo, che la S. V. mi precisi, col:la .maggior possibile urgenza, tl suo pensiero a tale riguardo.

(l) -Cfr. nn. 579 e 580. (2) -Non pubblicato.
610

L'AMBASCIATORE A BERLINO, DE BOSDARI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 1469/445. Berlino, 11 dicembre 1924, ore 7,25 (per. ore 21,20).

Decifri Ella stessa. Mi sono state comunicate bozze tre nuovi volumi dei documenti diplomatici pubbHcati a cura di questo ministero degli affari esteri. Si riferiscono agli anni 1904-1905 e specialmente nel capitolo relativo visita del presidente Loubet a Roma (4) ·Contengono gravi accuse ed anche insolenze all'indirizzo di S. M. il nostro sovrano e di ·eminenti politici italiani tuttora viventi quali Giolitti, Lruzzatti, Tittoni ecc. V. E. vedrà 1se è il ·caso che io esprima sia pure in forma ufficiosa e •privata a questo Governo timore che simili pubblicazioni non possono giovare agli attuali rapporti fra l'Italia e la Germania.

(l) -Non pubblicato. (2) -Cfr. il comunicato diramato. in proposito dalla agenzia Stefani il 13 dicembre: nelle conversazioni Nincié-Mussolini è stata esaminata la situazione in Albania e sono stati pienamente confermati gli intendimenti dei due Governi di agire in completo accordo, impegnandosi a non porre intralci allo sviluppo di una Albania indipendente e quindi a considerare come un affare puramente interno albanese qualsiasi avvenimento che si svolga fra i partiti dell'Albania. (3) -Cfr. nn. 236, 240, 242, 244, 247. (4) -Cfr. Die Grosse Politik der Europilischen Kabinette 1871-1914, XX, parte l, Berlin, 1925, p. 35 sgg. Cfr. in proposito anche la lettera di Tommaso Tittoni nella c Nuova Antologia •, sesta serie, vol. 240 (1925), pp. 104-108.
611

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, ALL'INCARICATO D'AFFARI A BERNA, GAZZERA

T. GAB. (P. R.) 160. Roma, 11 dicembre 1924, ore 17.

Decifri da sè.

Mi viene riferito che agenti opposiZIOne stanno cercando documenti presso autorità elvetiche sul mio conto e su avvenimenti del periodo 902-03-04. Per :}Uanto ritenga tali fatiche perfettamente inutili e ridicole prego V. S. discretamente indagare presso locali autorità politiche ed informarmi (1).

612

IL MINISTRO A BUCAREST, ALOISI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. PER CORRIERE 1494/454. Bucarest, 12 dicembre 1924 (per. il 23).

Mio telegramma n. 449 (2).

Sig. Duca mi ha detto confidenzialmente ed amichevolmente che ha preferito di rinunzia!'e di recarsi a Roma per deferenza a V. E. affinchè Ella non credesse che la di lui presenza fosse dovuta a desiderio di fare delle pre,ssioni per la nota intesa per la Bessarabia.

613

L'AMBASCIATORE A COSTANTINOPOLI, MONTAGNA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. PER CORRIERE 7424/11099/1732. CostantinopoLi, 12 dicembre 1924 (per. il 24).

Mio telegramma per corriere n. 1663 del 2 conente (3).

La stampa turca continua a mostrare il più vivo interesse per i colloqui

che il signor Chamberlain ha avuto a Parigi ed a Roma con i dirigenti la poli

tica della Francia e dell'Italia. I giornali fanno le più svariate induzioni circa

la portata degli accordi ·che potrebbero derivare da tali col1oqui, sopratutto per

quel che riguarda il Mediterraneo e l'Oriente.

Attraverso i commenti di tutti i periodki s'intravede una certa preoccu

pazione e la tendenza a ritenere ·che i risultati delle ·conversazioni anglo-italo

francesi possano segnare l'inizio di una nuova fase della politica di quelle tre potenze in Oriente e recar pregiudizio agli interessi ed alle aspirazioni della nuova Turchia.

Un giomal!e kernalista, tl Giumuriet, registrando la notizia che lo scambio di vedute tra il signor Chamberlain ed i presidenti del ~consiglio francese ed italiano avrebbe dato buoni risultati, dichiara che «dò che è soddisfacente per L'Inghilterra, la Francia •e l'Italia potrebbe essere diversamente interpretato dalla Turchia».

Particolare attenzione si presta alle conversazioni del signor Chamberlain con il capo del Governo italiano ·che, secondo le impressioni turche, avrebbero raggLunto risultati più tangibili di quelle con il signor Herriot. Pare·cchi fogli non dubitano che il primo ministro italiano abbia ·Chiesto al ministro inglese dei compensi nell'Africa settentrionale. In qualche articolo non si manca di rievocare il solito fantasma delle ambizioni territoriali italiane nel Mediterraneo e nel Levante e si insinua che la Francia non avrebbe alcun interesse al rafforzamento della potenza italiana in quel mare. La nota che ritorna poi, in quasi tutti i commenti della stampa è •che di fronte alla possibilità di una rinnovata attività della rpolittca delle grandi potenze, la Turchia deve stare vigile e preparata.

(l) -La minuta è di pugno di Mussolini. (2) -Te!. n. 7100/449, trasmesso il 4 dicembre alle ore 17,30 e pervenuto alle 20,15 dello stesso giorno, non pubblicato, relativo all'intenzione di Duca di recarsi a Roma per la riunione del Consiglio della Società delle Nazioni. (3) -Tel. per corriere n. 7161/10726/1663, spedito il 2 dicembre e pervenuto 1'8, non pubblicato, relativo ai commenti della stampa turca sul prossimo viaggio di Chamberlain a Roma.
614

IL MINISTRO AD ADDIS ABEBA, COLLI DI FELIZZANO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. S. 1475/134. Addis Abeba, 13 dicembre 1924 (1).

Telegramma di V. E. n. 488 (2) e mio telegramma n. 129 (3).

Come avevo preveduto e preavvisato V. E ..giunto Addis Abeba governatore Gibuti ·con incarico discutere con il Govemo etiopico possibilità e modalità cessione all'Abissinia di una zona franca prossima Gibuti da congiungere con ferrovia Gibuti-Addis Abeba. ln una con.versazione privata che ho avuto con

Ras Tafari ho C!'eduto opportuno interpellarlo sulle sue intenzioni proseguire conversazioni iniziate con V. E. a Roma sulla eventuale cessione da parte nostra di una loca:lità vera e propria metà adibibile a porto per l'Abissinia; ed egli si è riservato risponderrrii in merito dicendomi che contratto è stato ..... (4) al riguardo dopo il suo ritomo in Abissinia mese scorso. Ho ricevuto l'impressione •che Ras Tafari si rLservi effettivamente riprendere con noi trattative qualora fallissero quelle in ·corso col Govemo francese e che sono essenzialmente spinte da quest'ultimo.

(l) -Il tel. fu trasmesso dall'Asmara il giorno 14 alle 19 e pervenne a Roma il giorno 15 alle 15. (2) -Cfr. n. 598. (3) -Cfr. n. 590. (4) -Gruppo indecifrato.
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IL CAPO DI STATO MAGGIORE DELLA MARINA, DUCCI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

N. 30298. Roma, 14 dicembre 1924.

Una copia delle informazioni N. 29147 (S.M.) e XVII (1), giunte a questo Ufficio di Stato Maggiore, sulla situazione politica in Jugoslavia, che si ha il pregio di trasmettere per opportuna notizia dell'E. V.

ALLEGATO

Le nuove elezioni sono indette per 1'8 febbraio 1925 ed il paese non mancherà di essere teatro di sanguinose violenze.

II partito più potente è indubbiamente quello di Radic che in atto di sfida presenta candidati in tutti i collegi compresi quelli della vecchia Serbia. Esso spera di ottenere più di 100 seggi.

Pasic, dal canto suo, userà tutti i mezzi, governativi e di partito, per contrastare l'elezione dei candidati di Radic.

Ma non bisogna dimenticare che dietro quest'ultimo c'è la Russia che pare non stia lesinando aiuti come promise durante il lungo soggiorno di Radic a Mosca. Ciò posto, consideriamo la politica italiana nei confronti della presente e,

specialmente futura, situazione jugoslava.

Il nostro ambasciatore generale Bodrero per la viva e salda amicizia che lo lega fin dal tempo della guerra al re di Serbia, ottiene da lui, e dal partito che è al potere (Pasic) tutto ciò che vuole.

Ma questa influenza si limita alla stretta cerchia della Serbia, per i croati noi non siamo niente altro che dei nemici.

Ora, a che ci giova l'amicizia della Serbia quando la Croazia, a noi così v1cma con le insenature della Dalmazia, con le asperità delle Dinariche e con le anse della Liburnia, ci si dimostra avversa?

L'odio croato verso l'Italia è cosa non d'oggi, ma d'eredità austriaca; però c'è stato un periodo in cui si stava maturando un ravvicinamento tra le due razze, e ciò avvenne quando mercè gli aiuti da noi dati, emissari croati si recarono in America per sostenere la tesi dell'indipendenza croata; se non che il naufragio della questione del Montenegro, travolse anche l'altra ad essa legata ed, insieme, l'illusione di una Croazia amica dell'Italia.

Sarebbe stata un'amicizia • sui generis • ma che comunque avrebbe servito a stabilire sulla opposta sponda uno stato d'animo che si sarebbe in definitiva tradotto in un vantaggio per noi.

Ma a quel che è stato perduto il1 passato è ancora oggi possibile rimediare, su ciò è doveroso richiamare tutta l'attenzione delle supreme autorità. La questione croata finirà per affermarsi dato che il movimento separatista ottiene ogni giorno maggior numero di consensi in ogni ceto della popolazione.

Contro il • radicalismo serbo di Pasic • stanno tutti i croati, gli sloveni, i mussulmani e gli stessi contadini serbi, vale a dire la maggioranza del regno e che soltanto la forza delle armi (che è serba) tiene ancora a freno.

Le sette in Croazia crescono a vista d'occhio, le adunate segrete vengono convocate di continuo, ed ogni persona, nell'imminenza delle elezioni prende il proprio posto di battaglia.

Forse questo è il momento psicologico favorevole per dare leva alle speranze.

Va da sè che la nostra azione dovrebbe essere cauta e discreta, ma, allo stesso tempo intensa e decisa. Con pochi mezzi, ma con persone di tutta fiducia si possono ottenere dei buoni risultati.

Quindi, pur mantenendo i buoni rapporti col Governo di Belgrado, si dovrebbe iniziare trattative serie e concrete con gli esponenti del partito croato, appoggiarne ed aiutarne le aspirazioni. Solo così il nostro paese potrà evitare sorprese sui prossimi, attendibili, cambiamenti di scena del teatro balcanico.

Quel che è più strano, è che anche la Francia segue, nei suoi rapporti con Belgrado, una politica identica a quella a cui noi presentemente ci atteniamo.

(l) La prima delle due informazioni non è pubblicata. L'informazione XVII è pubblicatain allegato.

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IL SEGRETARIO DI STATO AGLI ESTERI INGLESE, CHAMBERLAIN, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

L. P. Londra, 14 dicembre 1924.

Au lendemain de mon retour je désire vous renouveler mes remerciments pour tout ce que vous avez fait pour moi à Rome. Je garderai toujours le meilleur souvenir de votre accueil et j'ose espérer que la conversation que j'ai eu l'honneur d'avoir avec V. E. portera fruit dans une meilleure compréhension de part et d'autre de nos deux points de vue et nous aidera à poursuivre une politique d'étroite amitié puisque nos deux pays sont liés par tant d'intérèts communs et par des sympathies qui sont devenues historiques.

Mon Jils ainé vient me demander l'autographe que V. E. m'a donné. Je vous prie dane de vouloir bien le remplacer en m'envoyant votre photographie autographiée en souvenir de notre réunion.

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IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, AL MINISTRO A STOCCOLMA, NANI MOCENIGO

T. GAB. (P. R.) RR. 163. Roma, 16 dicembre 1924, ore 22.

Questo ministro di Svezia è venuto oggi a rappresentarmi nel modo più deferente vivo desiderio del suo governo che allo scopo eliminare ogni traccia dell'incidente delineatosi in occasione recente venuta Roma ministro Hunden

V. S. fosse autorizzata iritirare brevi manu nota (l) di cui al suo telegramma

n. 69.

Data maniera pienamente soddisfacente per noi con cui fu chiarita esaurientemente la cosa e considerato che è nell'interesse comune dei due paesi ch8 della passeggiera lieve divergenza non resti effettivamente più traccia, non ho difficoltà autorizzarla ritirare nota suddetta (2).

• Si annuncia ufficiosamente che il ministro. degli esteri Unden, rappresentante della Svezia al Consiglio della Società delle Nazioni, ha intenzione di porre a nome del sig. Brantinged a nome suo personale una corona sulla tomba dell'an. Matteotti, ma soltanto nel caso di pieno accordo col Governo italiano>. Cfr. A. SALANDRA, Memorie politiche, Milano, 1951, p. 124.

(l) Di protesta. A chiarimento dell'incidente, si pubblica la seguente notizia Stefani, pubblicata dal Corriere d~Ua Sera del 7 dicembre 1924:

(2) Con t. gab. 505, trasmesso il 20 dicembre, Mussolini chiariva che il ritiro della nota era subordinato all'impegno di Unden di non sfruttare il ritiro stesso per fini di politica interna e di far mantenere dalla stampa e dalle autorità svedesi un atteggiamento corretto verso l'Italia.

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L'AMBASCIATORE A PARIGI, ROMANO AVEZZANA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. PER CORRIERE 7329/2041/156. Parigi, 16 dicembre 1924 (per. il 18).

Ho avuto domenica una lunga conversazione con Barthou, ·col quale ho fatto colazione. Avendo parlato di tutti gli argomenti che uniscono o dividono la Francia e l'Italia, il discorso è caduto naturalmente anche .sulla questione di Tunisi.

Ho detto all'antico presidente consiglio ·che era assai difficile costruire suHe sabbie mobili, e che su di esse riposavano le relazioni franco-italiane fino a quando la questione tunisina poteva essere riaperta da una denunzia definitiva delle convenzioni del 1896, che si rinnovavano di tre mesi in tre mesi. Gli spiegai pure i motivi per i quali l'Italia non poteva ri!nunziare alla situazione concordata nelle ·convenzioni stesse, che costituivano il massimo delle concessioni ·che essa iPOteva fare.

Barthou mi ha detto di essere legato da amicizia .con Herriot, il quale gli doveva una certa riconoscenza per :l'appoggio datogli a Londra e !Che era in generale portato ad ascoltare il suo consiglio. Si offriva rperciò, qualora lo credessi opportuno, di parlargli in proposito e mi chiese di parlo, in tal ·caso, al corrente dei precedenti della questione e della sua fase attuale. Gli ho perciò rimesso, a titolo confidenziale, una memoria riassuntiva dei nostri ar•gomenti e mi riservo di informare V. E. su quello che Barthou, dopo di averne preso conoscenza, ·crederà di fare e gli effetti del suo passo.

Dopo l'invio della mia lettera particolare ad Herriot, di cui ho trasmesso copia col mio rappOtrto n. 5231/1731 del 29 novembre scorso (l) ho avuto occasione di discorrere spesso con uomini politici e giornalisti influenti e non ho mancato di esprimere in termini molto precisi la necessità che la Francia ceda alla richiesta italiana di rinnovare gli accordi nella loro forma attuale. La malattia di Herriot ha impedito che io potessi parlargli per conoscere il suo pensiero dopo 1a lettera da me scrittagli. Mi risulta che questa è stata passata agli uffici,. i quali stanno elaborando gli elementi per le solite risposte di carattere polemico e dilatorio.

Avevo invitato a pranzo il presidente del consiglio appunto per poter nuo

vamente p!'emurarlo a prendere una decisione conforme ai nostri desideri, ma

egli è stato impedito di venirvi dalla sua malattia.

Il presidente della repubblica che invece ha potuto intervenire al mio pranzo ed al quale ne ho accennato, non ha potuto, per la sua carica, espri-' mersi in modo esplicito; mi ha però assicurato delle migliori disposizioni sua e del suo Governo; affidamento che se non ha valore sulla •conclusione delle trattative in ·corso, deve intendersi nel senso che il signor Doumergue sarebbe contrario a qualsiasi risoluzione !brusca da parte della Francia.

Se V. E. ha parlato della questione tunisina con Briand (1), mi ,sarebbe utile conoscere il pensiero da lui manifestato d.n proposito come -pure rse V. E. gli ha prospettato la questione nei termini da me posti ad Herriot.

(l) Non pubblicato. La lettera a Herriot, del 27 novembre, riassumeva la storia della questione tunisina nei rapporti franco-italiani dal protocollo del 1884 e chiedeva il rinnovo delle convenzioni del 1896 almeno per cinque anni. Cfr. n. 572, p. 343.

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IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, ALL'INCARICATO D'AFFARI A MADRID, MACARIO

r. GAB. 500. Roma, 17 dicembre 1924, ore 0,30.

Allo scopo di mettere la E. V. anche meglio in grado di valorizzare opportunamente costà amkhevole atteggiamento ·che in ogni ·Circostanza R. Governo segue v·erso Spagna, informola •che essendo stato pochi giorni or sono interessato da questo ambasciatore di Spagna a non permettere vendita e diffusione in Italia del libello di Blasco lbanez «Alfonso XIII ·smascherato» recentemente pubblicato a Parigi, ministro dell'interno ha a mia richiesta immediatamente disposto pel desiderato divieto.

620

L'INCARICATO D'AFFARI A MADRID, MACARIO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

r. GAB. 1479/314/121. Madrid, 17 dicembre 1924, ore 20 (per. ore 0,45 del18).

Questo presidente interim direttorio che ho avuto occasione di vedere oggi mi ha pregato in via confidenziale di fargli possibilmente ·conoscere quale fondatezza e portata abbiano notizie stampa .secondo cui questione nord-africana (evidentemente egli voleva alludere al Marocco) sarebbe •stata trattata costì tra

V. E. Chamberlain e Briand (2) senza partecipazione Spagna.

621

L'AMBASCIATORE A PARIGI, ROMANO AVEZZANA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. R. PER CORRIERE 1482/2043/157. Parigi, 17 dicembre 1924.

Nincich, che ho visto og.gi, mi ha manifestato la sua soddisfazione per i risultati della sua visita a Roma (3) e per l'accordo completo che ne era derivato fra i due Governi sulle questioni pend~nti e più ancora per l'intesa avvenuta nei riguardi della situazione albanese. Circa quest'rultima, egli mi ha detto di essere preoccupato dell'attività ·che il rappresentante del Governo dei soviets a Tirana andava spiegando per fomentare sempre più il disordine in un terreno che vi era naturalmente predisposto.

Avendogli chiesto se intendeva, durante il suo soggiorno a Parigi, mettere le basi di una alleanza con la Francia, cosi come era stato riferito da alcuni giornali, Nindch mi ha risposto che il Governo francese ne era desideroso ma

che la sua visita a Parigi aveva semplicemente per scopo di compiere verso la Francia un atto di cortesia e di prendere contatto con gli uomini politici francesi che egli aveva avuto poche occasioni di conoscere.

Egli mi ha domandato se il Governo francese mi avesse fatto premure per addivenire a quel patto a !tre di cui fu parlato quando venne concluso il trattato fra l'Italia e la Jugoslavia. Gli ho risposto che Millerand e Poincaré me ne avevano accennato in quell'epoca ma che l'opinione pubblica italiana non era ancora preparata per la estensione dell'accordo dell'Italia con la Jugoslavia anche alla Francia (1). Ho accompagnato queste dichiarazioni con le più amichevoli espressioni drca le disposizioni del Governo italiano verso quello francese (2).

(l) -Cfr. n. 635. (2) -Cfr. nn. 605 e 635. (3) -Cfr. p. 369 nota 2.
622

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO ALBANESE, FANNOLI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 1480. Tirana, 18 dicembre 1924, ore 20,30 (per. ore 22,02).

Depuis quelque temps Gouvernement albanah! ayant été informé de préparations de bandes en territoire serbe avec desseins hostiles contre Albarrie s'était permis plusieurs reprises attirer attention du Cabinet de Belgrade sur ces faits de nature troubler bonnes relations entre deux pays. Mais ces organisations au lieu d'etre interdites par contre furent encouragées et armées. En effet depuis une dizaine de jours ces bandes tentèrent sur différents points frontière albanaise incursions lesquelles furent précédées par violentes attaques des troupes régulières .serbes avec usage canons mitrailleurs et bombes. Après ces attaques les bandes procédèrent envahissement territoire albanais où dès que elles subissent des revers se refugient de nouveau Serbie et reviennent renforcée.s en territoire albanais. Sur plusieurs points frontière les opérations de ces bandes sont dirigées officiers serbes. Du còté de fronti:ère Dibra un officier serbe enjoignit commandant militaire albanais de laisser passer librement en territoire albanais une bande de cinq cent personnes armées. Brièvement autorités militaires serbes ,continuent ,commettre une série faits de guerre qui sont en entiè1:e contradiction avec déclaration officielle du Gouvernement de Belgrade. Pour parer au danger d'une invasion étrangère qui menace Albanie le long de toute :flrontière albano-serbe gouvernement albanais fut obligé décréter mobilisation générale et proclamer état de siège dans toutes préfectures menacées. Les combats entre troupes albanaises et bandes. organisées en Serbie continuent. Si cet état de chose se prolonge de graves complications pourraient en résulter. A fin d'épargner au peuple albanais les horreurs d'une invasion étrangère j'ai l'honneur faire appel à V. E. de vouloir bien intervenir auprès du gouvernement serbe pour mettre un terme à cet état de choses qui menace gravement la paix dans les Balkans (3).

Segreteria riservata di Mussolini).

(l) -Cfr. serie 7•. II, n. 592. (2) -Il telegramma fu trasmesso in data 20 dicembre a Belgrado con tel. gab. n. 507. (3) -Cfr. anche quanto telegrafava da Gardone Riviera il commissario di P. S. Rizzo al capo della polizia, il 22 dicembre: «Da Tirana vengono fatti approcci presso D'Annunzio contro il Governo Jugoslavo che è accusato di alimentare guerra civile in Albania • (ACS,
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IL MINISTRO A DURAZZO, DURAZZO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. 7344/188. Durazzo, 18 dicembre 1924, ore 21 (per. ore 0,30 del19).

Avant'jeri presidente del consiglio mi fece pregare, per mezzo del prefetto di Durazzo, di recarmi appena possibile a Tirana, dovendo parlarmi d'urgenza. Recatomi a Tirana, ebbi con lui, alla presenza dei ministri della giustizia e delle finanze, una lunga conversazione che riassumo in ~breve: Fan Noli mi disse che era anche troppo persuaso che il R. Govemo, come ,già nel giugno scorso, manterrà attitudine di stretta neutralità, ma che quanto >Sta succedendo è troppo in ~contraddizione ·COn le ~assicurazioni recentemente confermate e gli impegni presi, anche di fronte al Governo italiano, da Nincich a Roma (l) perchè Albania

-o ~chiunque altro ~che non voglia ·chiudere gli occhi alla realtà possa crederli seri e sinceri. Mi portò prove e indizi numerosi dell'attiva prerparazione e dell'attuale partecipazione jugoslava nella presente invasione di bande dai confini. Nella rivoluzione del giugno scorso essersi veramente trattato di lotta interna. Oggi trattasi nè più nè meno di preordinato e violento tentativo di un vicino, che ha scelto a suo strumento Ahmed bey Zogolli, per turbare il libero sviluppo interno dell'Albania, alla vigilia delle elezioni che dovevano definitivamente consolidare il regime attuale, e ciò a tutto profitto personale dello stesso Ahmed bey Zogolli e ad esclusivo vantaggio politico dello stato vicino. Armonia esistente in Albania ed immediata unione di tutti i partiti contro gli aggressori dimostrano la verità di tali affermazioni. Per Albania trattasi di vera guerra in cui essa è costretta ad impegnare tutte le sue poche risorse disponibili di uomini e di danaro. Che 1se, di fronte a simile situazione l'Itali:a resta im>passibile o indifferente, gli albanesi saranno indotti a disperare della loro causa, e che se Albania è destinata a diventare provincia jugoslava preferiscono saperlo subito. Risposi che il recente comunicato è riprova della lealtà e fermezza degli intendimenti della politica italiana nei riguardi dell'Albania; che comunkato Stefani costituisce ad ogni modo pubblico e solenne impegno salvaguardante Albania; che informazioni di cui Governo albanese dispone sono probabilmente esagerate; che non si può negare ad attuale lotta carattere anche partigiano, visto che numerosi ed anche influenti partigiani di Ahmed bey Zogolli trovansi in esilio e sono solidali con lui nel volere riacquistare posizione perduta e difendere i loro interessi, anche privati, minacciati da condanne e confische; attuale Govemo albanese ha purtroppo contribuito con akuni suoi gravi errori o deficienze a creare presente situazione; che infine queste continue Lotte a morte tra persone e partiti in Albania scoraggiano e neutralizzano i suoi migliori amici (2).
(l) -Cfr. p. 369 nota 2. (2) -Lo stesso giorno 18 dicembre fu fatto presente a voce a Bodrero, che si trovava a Milano, l'opportunità di agire su Nincié per impedire polemiche giornalistiche con l'Italia a proposito dell'Albania.
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IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, ALL'INCARICATO D'AFFARI A BELGRADO, SOLA

T. GAB. 501. Roma, 19 dicembre 1924, ore l.

Questa legazione d'Albania mi ha comunicato le seguenti notizie che· le sono

state telegrafate dal suo Governo:

«L'attacco ·Contro la frontiera albanese dalla parte di Cossovo per opera

delle bande organizzate in Jugoslavia continua da una settimana.

In parecchi punti hanno partecipato agli scontri in aiuto alle bande anche

le truppe regolari del Regno S.H.S.

Sul confine, dopo un violentissimo combattimento le bande, con l'aiuto delle

truppe jugoslave, sono riuscite ad occupare i villaggi di Kukes e di Bikai.

Nella provincia di Dibra, malgmdo siano state impiegate artiglierie e mi

tragliatrici dell'esercito jugoslavo, le notizie risultano in nostro favore.

Dopo violentissimo bombardamento di preparazione, le bande insorte attac

carono nostri posti, ma furono nettamente respinte fuori del territorio albanese.

Nostre truippe le inseguirono e si fermarono soltanto di fronte alle truppe rego

lari jugoslave sopraggiunte di rinforzo.

Il Governo albanese ha decretato oggi la mobilitazione generale».

La S. V. richiami nel modo rpiù efficace tutta l'attenzione di codesto Governo

e particolarmente del signor Nincich sulle assai gravi •conseguenze che dalle

circostanze segnalate possono derivare in quanto risulterebbe la connivenza del

Governo jugoslavo in una azione per lo meno d'intromissione negli affari interni

dell'Albania che assume un carattere quasi belHco. Debbo amichevolmente far

rilevare che codesto Governo si viene a creare una situazione molto difficile

nei riguardi di tutte le potenze che nell'interesse genera•le della pace seguono

con la più viva attenzione le sorti dell'Albania.

È superfluo poi che io insista sulle deplorevolissime ripercussioni che no

tizie di tal natura provocano in ogni caso nell'opinione pubblica anche con rife

rimento alle recenti pubbliche dichiarazioni fatte a Roma dal signor Nincich (1).

È pertanto indispensabile che codesto Governo provveda con ogni urgenza ed efficacia a porre riparo alla situazione, prima che diventi irrimediabile. La S. V. mi ragguagli telegraficamente sul risultato dei Suoi passi (2).

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IL SEGRETARIO GENERALE DELLA «ASSOCIAZIONE NAZIONALE DALMAZIA», RONCAGLI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

L. P. s. Roma, 19 d·icembre 1924.

Il governo albanese ha urgentissimo bisogno di munizioni (cartucce per fucili modello austriaco) per rintuzz·are l'aggressione jugoslava. Le munizioni sono pronte a Bologna. Tutte le pratiche col ministero della guerra, con quello

gab. n. 503.

dell'interno sono state fatte, ad i.ndziativa di due ·capitani albanesi che hanno trattato l'acquisto con un privato commel'ciante (cav. De Ca.stro). Sino da questa mattina il ministero della guerra ha telefonato agli esteri ·chiedendo ill. nulla osta per la consegna per inoltro in Albania. La situaZJione in Albania è piuttosto grave; ogni ritardo potrebbe essere fatale. Io non dubito che l'E. V., dati i gravi interessi italiani che sono in gioco, non voglia dare ordline affinchè questi soccorsi giungano a destino con la massima rapidità (1).

(l) -Cfr. p. 369 nota 2, e p. 377 nota 2. (2) -Il telegramma fu trasmesso in pari data anche a Parigi, Londra e Durazzo con tel.
626

IL CONSOLE REGGENTE A JANINA, LIVERANI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. R. 1484/253. Janina, 20 dicembre 1924, ore 13,30 (per. ore 16).

Notizie giornali odierni affermano situazione Albania meridionale siasi aggravata in seguito rivoliuzione Ahmed bey Zogolli. Mi risulta che Mufid bey e altr:i ufficiali albanesi, ·che da alcuni giorni si trovano a Delvinak, preparano entrata Albania meridionale. Intervento autorità militare ellenica scandaloso, avendo fornito suddetti albanesi tutti i mezzi necessari comprese armi e bombe a mano e automobili. Non è da e.scludecre aggravandosi situazione anche intervento truppe greche regolari. Occorre intervento energico presso Governo greco per suo appoggio ribelli albanesi per evitare maggiori complli.cazioni. Comunicato Atene.

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L'INCARICATO D'AFFARI A BERNA, GAZZERA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. (P. R.) 616/32.8. Berna, 20 dicembre 1924, ore 15,15 (per. ore 17).

Decifri Ella stessa.

Mi riferisco al telegramma di V. E. Gab. n. 160 (2).

Da informazioni assunte buona fonte ma non ancora potute finora esattamente controllare risulterebbe che alcuni connazionali (uno dei quali già identificato) corrispondono continuamente coi dirigenti dell'« Italia libera» da cui riceverebbero fondi per la campagna dell'opposizione all'estero. Vengono pure scambiate lettexe direttamente con Peppino Garibaldi.

Proseguono ricerche per accertare possibilmente l'azione di cui al telegramma di V. E. suddetto (3).

(p. r.) 2 e 3 del 2 e 3 gennaio; le risposte negative da Berna e Zurigo, tell. gab. (p. r.) 19/8 e 21/271 dell'8 e 9 gennaio. Cfi'. anche n. 669.

(l) -Nota marginale di pugno. di Mussolini: • Mettere agli Atti questa lettera che contiene una richiesta inaccettabile ed impossibile. Mussolini ». (2) -Cfr. n. 611. (3) -Cfr. sullo stesso argomento i tell. a Berna, a Zurigo (autografi di Mussolini) gab.
628

L'INCARICATO D'AFFARI A BELGRADO, SOLA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 1487/609. Belgrado, 20 dicembre 1924, ore 16 (per. ore 21).

Telegramma di V. E. Gab. n. 501 (1).

In assenza di Nindch, che arriverà da Parigi solo domani sera, ho compiuto presso vice presidente del consiglio dei ministri e ministro ad interim per gli affari esteri, signor Trifkovic, il passo prescrittomi da V. E., in tono altrettanto amichevole quanto fermo. Alla risposta evasiva del vice presidente che mi assicurava avrebbe assunto informazioni presso organi competenti, ho replicato che non era più il caso di cercare notizie bensì di impartire precise istruzioni alle autorità politiche e militari di frontiera affinchè osservassero d'ora innanzi un contegno assolutamente neutrale di fronte agli avvenimenti albanesi e cioè in armonia con gli impegni verso l'Italia assunti dal governo jugoslavo per bocca del suo ministro affari esteri nel recente convegno di Roma. Il signor Trifkovic mi ha assicurato forma'lmente che istruzioni severissime saranno impartite entro oggi.

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IL MINISTRO A BELGRADO, BODRERO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 1491/612. Belgrado, 21 dicembre 1924, ore 22 (per. ore 3,45 del 22).

Telegrammi di V. E. nn. 501 (1), 504 e 508 (2).

Giunto a Belgrado ho chiesto di conferire col presidente Pasich ,che mi ha immediatamente ricevuto. Gli ho prospettato quale vivo e giustificato allarme abbiano prodotto nell'opinione pubblica .italiana le notizie giunte dall'Albania circa l'attiva parte presa dalla Jugoslavia nella preparazione degli attacchi sferrati dalle bande irregolari di Ahmet bey Zogolli e come tale fatto fosse in contraddizione con i solenni impegni presi da Nincich a Roma. Pasich mi ha risposto negando in modo assoluto che truppe jugoslave abbiano passato il confine e che comunque questo governo abbia sostenuto l'azione di ZogolH. Mi ha poi assicurato che ordini perentori sono stati impartiti alle autorità locali onde osservino la più scrupolosa neutralità. Gli ho osservato che concomitanza delle notizie pervenute da molteplici fonti mostra come almeno da parte delle autorità dipendenti non siano ,state osservate le impartite istruzioni e la neutralità; e che quindi si imponga una energica azione onde accertare il ·contegno da esse tenuto per eventualmente colpire i trasgressori. Non ho mancato dd. aggiungere che sarebbe anzi opportuno diramare in tal senso un comunicato ufficiale. Pasich è

entrato in questo ordine di idee ed ha fatto redigere me presente uno schema di comunicato in cui si accenna all'inchiesta che il governo jugoslavo ordinerà. Tale comunicato verrà definitivamente approvato stanotte dopo l'arrivo di Nincic e quindi diramato alla stampa. Mi riservo quindi comunicarne il testo definitivo (1).

(l) -Cfr. n. 624. (2) -Tel. gab. n. 504 e tel. gab. n. 508 del 20 dicembre, non pubblicati, relativi ai disordini sulla frontiera jugoslavo-albanese provocati dalla presenza di truppe serbe.
630

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, ALL'AMBASCIATORE A BERLINO, DE BOSDARI

T. GAB. PER CORRIERE 512. Roma, 22 dicembre 192,4, ore 8.

Suo telegramma n. 448 riservato (2).

Nel ringraziare l'E. V. delle notizie interessanti che mi fornisce circa presente fase controllo militare, desidero chiarire in particolare punto suo telegramma che si riferisce tendenze italiane. Le quali 'continuano naturalmente ad essere quelle che abbiamo sempre seguito in questa matevia e che V. E. conosce dai miei ripetuti telegrammi e codesto Governo ha mostrato di apprezzare ripetutamente. Nella fase attuale d dovremmo trovare essenzialmente di fronte a questioni di ,:IJatto, ove i di,spareri dovrebbero aver meno ragione di esistere, o quanto meno di non appianarsi [sic]. Ad ogni modo mi richiamo .e confe,rmo nei riguardi della condotta del nostro delegato neHa Commissione di controllo istruzioni già impartite (da ultimo mio telegramma Gab. n. 464) (3). Le quali non escludono naturalmente, ove in qualche punto parere di Calcagno dovesse differenziarsi da quello dei suoi colleghi, che egli richiami opportunamente loro attenzione nell'interesse dei fini di pace, che è essenziale e di comune tornaconto di seguire, senza tuttavia discostarsi in nessun caso da questa linea di condotta di modeflazione e di equilibrio a cui si ispirano le direttive impartite e che è fondamentaie per la nostra politica.

631

IL MINISTRO A BELGRADO, BODRERO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 14;96/614. Belgrado, 22 dicembre 1924, ore 23,50 (per. ore 3 deL 23).

Mio telegramma Gab. n. 612 (4).

Comunico il testo del comunkato che ,sarà pubblicato domani: «Su proposta del ministro affari esteri il Governo r·eale a seguito della situazione verificatasi ,in Albania ha ordinato che la :frontiera serba venso l'Albania venga immediatamente chiusa. Nel tempo stesso ha dato ofldine a tutte le autorità e guardi·e di ,frontiera perchè tutte le persone a qualunque partito appartengano,

qualora tentino di passare la frontiera in entrambe le direzioni vengano immedli.atamente diSarmate e internate». Mi risulta ,che tali ordini sono stati impartiti al comandante dt:!l corpo della gendarmeria, alle guardie di frontiera ed ai prefetti interessati fin da ieri dopo il mio colloquio con Pasich.

(l) -Cfr. n. 631. (2) -Tel. per corriere 7285/448, trasmesso il 12 dicembre e pervenuto il 15, non pubblicato, relativo alle prossime conclusioni della Commissione di Controllo sulle inadempienze tedesche e all'atteggiamento franco-inglese nei confronti della Germania. (3) -Tel. gab. u. rr. 464 del 25 ottobre, non pubblicato, contenente istruzioni di Mussolini per l'atteggiamento conforme a quello inglese da tenersi in seno alla Commissione di Controllo. (4) -Cfr. n. 629.
632

L'AMBASCIATORE D'INGHILTERRA A ROMA, GRAHAM, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

L. P. Roma, 22 dicembre 1924. Mr. Chamberlain has just learnt from the Governor-General of Khartoum that notes were exchanged with the Govemor of Erytrea on December '14th, settling in a satisfactory manner the question of the Gash River. The negociations were of the most fr1endly character and served to emphasize the cordiality of the relations existing between the two Governments. Mr. Chamberlain has asked me to convey to Your Excellency a personal message ,expressing the sincere pleasure with which he has received this confir

mation of the happy solution of a difficult question as foreshadowed by Your Excellency in your conversation with him.

633

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA

T. 4211. Roma, 23 dicembre 1924, ore 1,3Q.

R. ministro Cairo telegrafa avergli Ziver pascià rinnovato desiderio definire tutte questioni pendenti itala-egiziane. In relazione delle conversazioni avute con Chamberlain e di cui Ella ha conoscenza mi sembrerebbe conveniente che V. E. lo informi subito di quanto precede e del nostro intendimento di tenerlo al corrente delle nostre ,conversazioni con il Governo egiziano affinchè egLi possa rendersi conto del nostro sincero desiderio di procedere in via amichevole nei riguardi dell'Egitto, nella piena fiducia ,che il Governo britannico vorrà da parte sua spiegare ogni più efficace azione per la pratica realizzazione di quanto è stato convenuto cir,ca la modifica del confine libico-egiziano.

634

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, AL MINISTRO A BELGRADO, BODRERO

T. GAB. RR. 517. Roma, 23 dicembre 1924, ore 19. Decifri Ella stessa.

Le notizie che giungono dall'Albania lasciano supporre che la situazione possa risolversi decisamente in favore di Ahmed Zogu. Stimo opportuno che la

S. V. prevenga Pasich e Nincich che qualora tale eventualità sii verificasse, la condotta di codesto Governo verrebbe severamente giudicata dall'opinione pubblica italiana e darebbe luogo ad amare considerazioni in quanto è innegabile, checchè si voglJia d:ire, che l'azione di Zogolli venne preparata. in territorio jugoslavo con la ·connivenza e gli aiuti delle autorità jugoslave. Sarebbe difficile in queste condizioni persuadere che la politica di codesto Governo s'inspiri ai pdncipi di non intervento e di non ingerenza nelle fac.cende interne albanesi e si creerebbe una situazione delicata della quale è certo che il Governa italiano non ha al·cuna responsabilità. Per evitare le gravi .conseguenze che ne deriverebbero sarebbe indispensabtle offrire all'opinione pubblica itaLiana qualche elemento di fatto tangibile ·che !Permettesse di constatare come gli avvenimenti :svoltisi in Jugoslavia ed Albania non fossero diretti contl'lo la posizione politica dell'Italia in Albania.

635

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, ALL'AMBASCIATORE A PARIGI, ROMANO AVEZZANA

T. 4216. Roma, 23 dicembre 1924, ore 22,50.

Suo telegramma n. 2041/156 (1).

Nelle conversazioni avute con Briand, dato il vivo interessamento da lui dimostrato per eliminare ogni qualsiasi difficoltà politka che possa intralciare il consolidamento delle amichevOli relazioni fra i due paesi, è stato specialmente accennato a tre questioni, per le quali è estrema lia sensi:bilità dell'opinione pubblica italiana, la cui soddisfacente soluzione eviterebbe ia formazione di una atmosfera ostile alla Froncia determinata dalila persuasione che questa voglia usarci un trattamento poco amichevole.

l) Accordi metallurgici franco-tedeschi. È stato detto a Briand essere assolutamente necessario che Governo francese si regoli in modo da non escludere da tali accordi la metallurgica italiana o in modo almeno da non danneggiarla.

2) Tangeri. È 'stato fatto presente che, a parte ogni controversa discussione giuridica o diplomatica, trattasi per l'Italia. di una questione superiore di ordine etico-politico, poichè noi non possiamo assolutamente ammettere che venga in qualsia1si modo lesa la nostra posizione mediterranea. Occorre inoltre aver presente la situazione determinatasi in seguito alla guerra e la considerazione in

cui abbiamo diritto di veder tenuti i sacrifici fatti per la vittoria comune. L'Italia si è dimostrata e si dimostra modesta nelle sue dchieste per l'adattamento de:lla convenzione di Tangeri alle sue esi,genze, ma sarebbe assurdo non riconoscere il pieno fondamento della tesi italiana quando essa è ·Contenuta nei limiti della realtà geografica. L'Italia infatti, appunto per tali ragioni, non può essere considerata alla stregua di tutte le aitre potenze firmatarie dell'atto di Alge·S!iras, ed ha diritto a differenziarsi da esse, e ad avere una ·situazione speciale dopo quella delle tre potenz·e ·che hanno stipulato particolari acco'l"di. Riservomi a questo p'l"oposito di mettere V. E., con successivo telegramma per corriere (2), al corrente di ·conversazioni confidenziali avute con Barrère prima della sua par

25 -Documenti diplomatici · Sene VII · Vol. Jll.

tenza. Non l'avevo fatto prima di ora, perchè questi aveva lasciato intendere che probabilmente non ne avrebbe dato notizia costi mentre ora Besnard ha detto che Barrère ne ha riferito al Quai d'Orsay.

3) Tunisi. Briand ha mostrato chiaramente di comprendere che questa è la più delicata e Ja più sostanziale di tutte le questioni pendenti tra l'Italia e la Francia. Gli è stato fatto presente in base agli argomenti che V. E. conosce e di .cui ella stessa si serve costi, che nella situazione in cui ci troviamo e dato che le opinioni pubbliche dei due paesi critieherebbero qualsiasi nuovo accordo, sia miglior consiglio stabilire un lungo periodo di rinvio de.illa questione lasciando in vigore le convenzioni del 1896. Briand si è mostrato favorevole a questa soluzione dichiarando che se egli fosse stato al Governo non avrebbe esitato ad attuarla. Avendo spontaneamente aggiunto che appena di ritorno a Parigi avrebbe visto Herriot per interessarlo a queste tre questioni, gli fu detto che sarebbe stato utile che egli avesse avuto in proposito una conversazione anche con V. E.

Di questi tre argomenti è stata pure tenuta parola a Besnard il quale ha dichiarato che da parte sua avrebbe fatto il possibile per giungere ad una tale soluzione.

Circa gli accordi metallurgici ritengo infine opportuno informarla che, avendo avuto ieri occasione di vedere Besnard, questi ha riferito che, per il modo come venivano a svolgersi le conversazioni commerciali franco-tedesche, la questione della metallur:gica sembrava dovesse venire connessa a tali trattative, ed assumeva quindi un carattere .particolare. Il Governo francese si riprometteva però di informare a tempo opportuno i due alleati dei possibili ac·cordi perchè essi non assumessero il carattere di un'azione politica separata.

(l) -Cfr. n. 618. (2) -Cfr. n. 641.
636

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, AL SEGRETARIO DI STATO AGLI ESTERI INGLESE, CHAMBERLAIN

L. P. Roma, 23 dicembre 1924.

Je suis vraiment touché de l'aimable lettre (l) que Vous avez bien voulu m'adresser aussitòt rentré à Londres.

La visite de V. E. à Rome a laissé en moi le plus agréable souvenir, car elle m'a donné l'occasion d'apprécier personnellement les qualités éminentes que Vous apportez dans la direction de la polit1que étrangère de Votre Pays, et les sentiments, traditionnels d'ailleurs dans votre cfamille, dont Vous etes inspiré à l'égard de l'Italie.

Je suis sur que les relations personnelles que nous avons pu établir entre nous, auront la plus heureuse influence sur l'action politique de nos deux Pays, et ·contribueront désormais à la solution de bien de questions, dans un esprit de confiance mutuel:le et de compréhension réciproque.

Notre amicale ·conversation nous a fait comprendre qu'il est réellement possible et utile ·pour nos deux Gouvernements de poursuivre une ligne de conduite politique ayant pour but de remplir, par la sauvegarde des intérèts

respectifs, le devoir, que j'ose appeler historique, de collaborer à rendre toujours plus étroite l'amitié sincère et traditionnelle de nos deux Pays.

Je m'ernpresse de Vous envoyer la photographie que Vous me demandez si aimablement; et je me permets de Vous prier à mon tour de bien vouloir me donner un témoignage de sympathie en me faisant parveni:r la Votre (1).

(l) Cfr. n. 616

637

IL MINISTRO AL CAIRO, CACCIA DOMINIONI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. R. 1510/350. Il Cairo, 24 dicembre 1924, ore 19,05

(per. ore 3,15 del 25). Riferimento telegramma di Gab. n. 491 (2). Emiro Gemi! Na:ser (mio rapporto 577 del 4 corr.) (3) col quale R. Legazione

continua mantenere contatti, tramite connazionale cav. Suares, ha ieri dato lettura cav. Coek e Ornar lettera a me indirizzata da Said Idris. Emiro Gemi! non ha consegnato lettera. Pare desideri subordinare consegna a compenso per disturbo presosi. Segue testo: «A varie riprese ho espreSISo a V. E. il mio vivo dispiacere per iJl prolungarsi del malinteso fra Governo italiano ed il paese, per cui da oltre un anno scorre del sangue umano in Cirenaica ed in tutto il paese. Ed anche ultimamente animato dal sincero desiderio di porre definitivamente fine ad uno stato di cose che impoverisce il paese di vite umane e di risorse materiali, ho eSiPresso a V. E. per tl'amite del mio rappresentante Emiro Gemi! Naser questi miei sentimenti, dichiarando nello stesso tempo essere disposto collaborare 'Col Governo italiano per il ritorno della tranquillità nel paese. Ripeto ora a V. E. quanto ho già avuto occooione di farle sapere ed aggiungo che sono desideroso coocludere una pace permanente e duratura a condizione che siano tenuti in ,considerazione il mio prestigio e la mia posizione materiale e quella della mia famiglia. Fino da ora io sono d~osto a studiare ed esaminare attentamente quei provvedimenti utili alla Cirenaica e a tutto il paese, d'accordo col Governo italiano. Terminando prego V. E. gradire i miei distinti satluti ~. Emiro Gemil conferma serii proponimenti Said Idris, opinione che io condivido pur accertando (4) debita parte influenza persone animate intendimenti utilitari come il Gemil stesso. Da accenni provenienti dall'c entourage » deduco che Said Idris tenterà avanzare come base discussione trattato

~regime.

Sembra anche non abbia ancora abbandonato idea emirato Libia. Said Idris avrebbe voluto abboccarsi immediatamente con me, ma ho creduto opportuno temporeggiare in attesa istruzioni V. E.

Emiro Gemi! ripete ilntendimento Said ildxis fare partecipare firma eventuale accordo tutti gli elementi responsabili Senussia e Cirenaica; è disposto inviare fiduciari a Roma se R. Governo tl.o ritiene 0\Pportuno.

Resto in attesa istruzioni di V. E. anche per quanto concerne Emiro Gemil che, parmi, non convenga scontentare.

(l) -Chamberlain rispondeva il 10 gennaio 1925, in inglese, ringraziando della lettera e della fotografia ed inviando a ·SUa volta il proprio ritratto. (2) -Cfr. n. 600. (3) -Non pubblicato. (4) -Ovvero c accettando •?
638

IL MINISTRO A BELGRADO, BODRERO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. RR. 1503/600. Belgrado, 24 dicembre 1924, ore 23 (per. ore 3,15 del 25).

Telegramma V. E. n. 517 (1).

Avevo già avuto lungo 'colloquio ieri con Nincich sugli affari d'Albania. Sono ritornato da lui .stamane dopo ricevuto il telegramma di V. E. Nincich mi ha pregato di assicurare V. E. ~he nell'eventualità che situaziorrte in Albania possa risolvel'!si a favore di Ahmed Zogolli, come pare, il Governo jugoslavo dichiara nettamente che la sua azione politica rispetto al Governo albanese verrà regolata e diretta solamente e incondizionatamente d'accordo con Italia e che non è ,comunque disposto ad appoggiare alcun Governo ,che non facda in precedenza esplicita dichiarazione di pieno aocordo con Italia. Nella politica albanese come in quella generale questo Governo intende procedere parallelamente all'Italia e gli avvenimenti attuali hanno, egli }}a soggiunto, rafforzato il desiderio e la necessità di tale unità di intenti della quale egli \fu interprete nei suoi colloqui di Roma con V. E. e con S. E. Contarini.

lo non mi sono di ciò accontentato ma ho chiesto che, a calmare l'opinione pubbUca italiana, giustamente allarmata, venisse comunicata aille legazioni

S.H.S. ed alla stampa una dichiarazione esplicita di Nincich; ciò che sarà fatto in giornata (2).

Per un personale riguardo verso l'E. V. Ni!ll:ei:ch desidera che tale dichiarazione venga portata a cono~nza del Governo italiano prima che a qualunque altro. Ta1chè non sarà diramata che domani alla stampa mentre potrò telegra:farua a V. E. stasera tardi.

639

IL MINISTRO A BELGRADO, BODRERO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 1507/622. Belgrado, 24 dicembre 1924, ore 23 (per. ore 4 del 25).

Trasmetto testo dichiarazione Ninchtch: «Seguito recenti avvenimenti Albania ministro affari esteri ha tenuto fare seguente dichiarazione: attitudine Governo jugoslavo nella questione albanese è nettamente fissata nelle dichiarazioni a più riprese fatte sia dal Governo reale che dal Governo italiano. Scopo della nostra politica verso Albania è di contribuire allo sviluppo de'llo stato indipendente albanese e noi consideriamo gli attuali avvenimenti ,come affare puramente interno albanese. Quantunque regime attuale abbia mostrato con notizie tendenziose lanciate contro nostro Regno uno spirito di provocazione verso di noi, pure la nostra attitudine è rimasta e resterà quella di uno spettatore disinteressato e ciò malgrado le incursioni di bande dei Katchaks sul nostro territorio e le relazioni dei loro aderenti con la Terza Internazionale. I nostri rapporti con l'Italia e la evoluzione tanto favorevole nelle relazioni tra i due Paesi da

quando abbiamo firmato a Roma il nostro patto di amicizia ci hanno permesso di seguire questa politica che è ugualmente quella del Governo italiano. Il patto di amicizia fornendo la solida base per i rapporti fra i nostri due Paesi ha creato un'atmosfera che permette ora di risolvere senza difficoltà, di comune accordo, le questioni che, non molto tempo addietro, avrebbero potuto provocare serie complicazioni. È perciò che il nostro Governo nella sua politica albanese, continuerà ad ispirarsi a quelle stesse direttive che ci hanno condotto al patto di amicizia fra i nostri due paesi e si sforzerà di risolvere qualsiasi difficoltà che possa sorgere, di comune accordo col Governo italiano, in modo tale che gli interessi di entrambi i nostri paesi, amici e alleati, mai debbano essere lesi. Questa politica che ha per iscopo di favorire il libero sviluppo di una Albania indipendente avrà certamente l'approvazione di tutte le Potenze».

(l) -Cfr. n. 634. (2) -Cfr. n. seguente.
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IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, AL MINISTRO A STOCCOLMA, MARTIN-FRANKLIN

T. GAB. R. 523. Roma, 24 dicembre 1924.

Con riferimento al telegramma odierno [sic] n. 506 Gab. (l) partecipo a V. S. che il Governo italiano, favorevole in massima a qualsiasi injziativa che possa favorire il consol'1damento della pace, ha accolto con simpatia il progetto della Società delle Nazioni suaccennato e sarebbe disposto a firmarlo, qruand? ciò sia ·generalmente deciso dagli altri Stati, accompagnando però la firma con una dkhiarazione generica redatta approssimativamente nei seguenti termini:

«Il R. Governo ha accolto con simpatia la proposta della Società delle Nazioni di addivenire ad accordi per il pacifico regolamento delle controversie internazionali ed è disposto a contribuire nei limiti del possi:bHe al buon successo della iniziativa. Date le gravissime difficoltà di varia indole che esso comporta, e che rendono molto difficile giungere in tale argomento ad un'opera completa, rende volentiei1i omaggio al sapiente lavoro 'compiuto dai giuristi che hanno preparato il progetto il quale segna indubbiamente un notevole passo avanti nell'avviamento della ardua questione.

Ciò premesso, pur riconoscendo .che col sistema adottato si regolano in via giuridica le questioni che sono suscettibili per lo~o natura di una decisione giudiziaria o arbitrale, secondo il diritto internazionale attuale e la presente situazione degli Stati, deve però ri:l'evare che gravissime questioni, di natura non giuridica, relative ad elementi fondamentali della vita delle nazioni,· e che ragioni di equità renderebbero necessario di considerare adeguatamente, sfuggono al regolamento stesso.

Ed in conseguenza giudica che per raggiungere con la esecuzione del protocollo gli alti fini propostisi, sia indispensabile dare in esso giusto soddisfaci~ mento alle suaccennate esigenze di ordine superiore.

Il Governo italiano non ha avuto perciò occasione di sottoporre ad un approfondito esame le clausole particolaTi del p'l"otocollo di Ginevra, ritenendo che esso

possa proficuamente farsi posteriormente, dopo cioè che si sia deciso di finnarlo, ma non si nasconde ·che con esso si .cerca di stabilire un nuovo aSISetto giuridico internazionale iJl quale, essendo stato elaborato senza il solido concorso della esperienza, oltrepassa forse i limiti di una immediata realizzazione, realizzazione che si sarebbe più agevolmente conseguita procedendo per gradi.

Non avendo preso ancora al·cuna determinazione di dettaglio, il R. Governo ha perciò ritenuto utile aderire al desiderio di codesto governo per avere uno scambio di vedute cir·ca la (pOssibilità di conco:rldare tra i due paesi nn atteggiamento comune o similare. Tornerebbe perciò gradito conoscere in proposito il punto di vista di codesto governo».

Le comunico quanto sopra perchè possa valerle di norma, quando da codesto governo vengano riprese ·le conversazioni in proposito e delle quali V. S. vorrà subito informarmi.

(l) Tel. gab. n. 506 del 20 dicembre, non pubblicato: conversazione, avvenuta a Roma tra Mussolinì e il ministro Unden, sul protocollo di Ginevra.

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IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, ALL'AMBASCIATORE A PARIGI, ROMANO AVEZZANA

T. GAB. PER CORRIERE 520. Roma, 24 dicembre 1924. Riiferendomi al mio telegramma n. 4216 (l) comunico a V. E. per sua personale conoscenza e norma che nelle conversazioni qui avute col signor Barrère negli ultimi giorni della sua permanenza a Roma, si accennò alla possibilità di trovare amichevolmente una via di accordo nella questione di Tangeri. Pur affermando ila sua intransigenza circa il buon fondamento della tesi francese relativamente alla portata degli accordi del 1912 di reciproco disinteressaanento per la Libia ed il Marocco che, secondo lui, comprendono la zona di Tangeri ed escludono che l'Italia possa dare una base legale alle sue richieste, il signor Barrère ripetette a titolo personale quanto del resto aveva già fatto comprendere al momento in cui si svolsero le discussioni per la nostra partecipazione alla Conferenza di Paxigi di riconoscere doè l'opportunità da un superiore punto di vista politico e di dare all'Italia una certa ·soddisfazione per la sua situazione di grande !potenza mediterranea -che la differenzia dalle altre potenze lfìrmatarie dell'Atto di Algesiras -e per i vincoli che la guerra ha oreato fra gli alleati. Al signor Barrère fu accennata la possibilità di trovare una formula che dando una soddisfa<cente soluzione alla questione di massima di carattere eticopolitico, d permettesse di contenere le nostre richieste ·di dettaglio per la tutela dei nostri interessi in misura tale da non apportare radicali mutamenti alla convenzione 18 d1cembre 1923. Egli mostrò il desiderio di essere di ciò informato per .potere dare al suo Governo utili informazioni circa !La possibilità di una soluzione amichevole. Naturalmente queste conversazioni di carattel'e personale col signor Barrère non ebbero alcun carattere di trattativa sia pure uffi

ciosa e dovevano servire soltanto per sua norma personale di linguaggio. Taài idee caso mai aw-ebbero dovuto essere riferite al Governo francese come sug

gerimenti dati dal signor Barrère e non come provenienti da que.sto ministero.

In seguito a ciò fu fatto conoscere verbalmente al signor Barrère che si

sarebbe potuto escogitare come soluzione uno scambio di note con il Governo

italiano nelle quali fossero riconosciuti due punti fondamentali; e cioè:

l) Che la qualità di grande potenza essenzialmente mediterranea confe

risce all'Italia il diritto ad una speciale considerazione, tanto nei riguardi della

sistemazione dal punto di vista internazionale della zona tangerina del Marocco,

quanto nei riguardi dell'amministrazione della zona stessa.

2) Che l'Italia per il contributo portato alla vittoria comune degli alleati, la quale solo ha reso possibile l'attuale sistemazione de!lla zona tangerina, ha ·acquistato un altro giusto titolo alla predetta speciale considerazione dei suoi interessi mediterranei, tanto generali, quanto particolari nella zona di Tangeri. 3) Nello stesso scambio di note, le tre potenze avrebbero dato alil.'Italia una serie di assicurazioni, di cui le trasmetto qui accluso l'elenco (1), che avreb

bero permesso la nostra adesione allo Statuto di Tangeri.

Nel formulare tali assicurazioni, di ·cui fu data lettura al signor Barrère

si fece tutto il possibile per ridurre al minimo ile nostre esigenze, pur non per

dendo di vista i punti fonrlamentali segnati dal ColliSiglio del Contenzioso Diplo

matico, nel parere emesso circa la Convenzione di Parigi del dicembre 1923, e

tenendo presente il punto di vista che il Governo spagnuolo manifestò in seguito

a richiesta fattane dal Governo britannico, dopo ill passo confidenziale e perso

nale da me compiuto presso il signor Mac Donald (vedi telespresso 217426/315

del 15 novembre scorso) (2). Si tennero pure presenti cilrca la questione della no

stra partecipazione ai Tribunali misti, le notizie qui giunte di concessioni fatte agli

Stati Uniti di America nel senso di ammettere la partecipazione di un giudice

americano ne1le cause interessanti sudditi americani. È bene però avvertire che

tutte queste proposte non sono state ancora esaminate dal Consiglio del Con

tenzioso Diplomatico.

Nel corso delle conversazioni, il signor Barrère fece comprendere che due

punti prindpali preoccUIPavano il Governo francese:

l) La necessità di non dare all'Italia dei privilegi che avessero potuto poi

essere reclamati da altri Stati firmatari dell'Atto di Algesiras;

2) La necegsità di non far nulla che potesse compromettere e tanto meno

infirmare il valore dell'accordo del 1912 Libia-Marocco, nè l'interpretazione che

il Governo francese dà a tale accordo, come comprendente la zona di Tang&i.

Gli fu fatto presente circa il primo punto, che il riconoscere come base

la situazione geografica mediterranea dell'Italia ed i diritti conferitile dalla

vittoria comune, serviva appunto a differenziare !l'Italia dalle altre potenze finna

tarie dell'atto di Algesiras, ed autorizzava i Governi firmatari della Convenzione

di Parigi, a dare a noi, delle ·concessioni ·che non avrebbero potuto essere recla

mate dalle suddette potenze che non avevano titoli analoghi su cui fondare le

loro eventuali pretese.

Circa il secondo punto, fu riservata una risposta in seguito all'esame delia

questione.

Il signor Barrère sembrò ·persuaso della convenienza di trovare una soluzione su queste basi. Senonchè più tardi espresse il dubbio che la sopravvenuta presentazione delle sue lettere di richiamo gli avesse tolta qualsiasi qualità per intrattenere il suo Governo della questione e fece quindi comprendere ·che molto probabilmente non .se ne sarebbe più occupato.

Invece, a quanto è stato ora detto dal signor Besnard, sembra che Barrère abbia informato il Quai d'Or.say cilrca le sopradette conversazioni.

(l) Cfr. n. 635.

(l) -Non pubblicato. (2) -Non pubblicato. Per il passo confidenziale presso Mac Donald, cfr, nn. 396, 403, 410, 433, 445, 501, 516.
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IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA

T. GAB. u. 530. Roma, 27 dicembre 1924, ore L

Suo telegramma n. 1044 (1).

Non mi è ancora pervenuta nota riassunta col telegramma 1044 surriferito; e questo ultimo essendo stato inviato per corriere ho appreso soltanto ieri sera esistenza di essa della quale avrei potuto utilmente tener conto nelle mie comunicazioni costì e a Parigi, da dove vengono espressi circa l'atteggiamento .inglese a nostro riguardo, alcuni dubbi come V. E. avrà rilevato dal mio telegramma odierno (2).

Sebbene io non possa ritenere fondati tali dubbi assolutamente in contrasto con le d1chiarazioni fattemi qui da Chamberlain, debbo tuttavia richiamare su di essi l'attenzione di V. E. perchè potrebbero trovar credito nella pubblica opinione. E ciò tanto più <che l'atteggiamento dei governo francese è chiaro e aderisce alla lettera e allo spirito del trattato, mentre le proposte del governo britannico non rispondenti alle disposizioni del trattato stesso appariscono non favorevoli al mantenimento della posizione generale dell'Italia neLla politica europea (3). Occorrerebbe perciò chiarire quali siano 'i motivi che isp'kano il governo inglese in queste sue proposte. É superfluo considerare come dal punto di vi

a Della Torretta sul problema della evacuazione di Colonia.

- 531, del 26 dicembre, ore 23,30.

sta etico e di prestigio non potrebbe trovar .giustificazione che l'Italia, sia pure per questioni di procedura, venisse a trovarsi nelle identiche condizioni del Giappone, in un problema !fondamentale della poliUca dell'Europa Centrale.

Per siffatte considerazioni l'Italia non potrebbe non associarsi alla tesi francese a meno che opportune dichiarazioni del governo ·britannico non dimostrino che le sue proposte non riescano di vantaggio per la pacificazione generale.

(l) T. gab. per corriere 1511/1044 del 22 dicembre, non pubblicato: nota di Chamberlairt

(2) -T. gab. 528 del 26 dicembre, che ritrasmetteva due tell. spediti da Parigi il 25 dicembre. In uno di questi (t. gab. 1514/2063) Romano Avezzana diceva: • Mi sembra risultare che Inghilterra miri a disinteressarsi questioni Romane, ciò che deve considerarsi un piano prestabilito se ci riportiamo alle proposte fatte all'Italia da Bonar Law nel gennaio 1923 in occasione della Conferenza di Parigi. Anche allora Inghilterra tendeva ad escluderci da ogniingerenza nelle questioni della G€rmania nonchè dell'Europa Centrale.·Non è meno significativol'atteggiamento inglese per eliminare il nostro rappresentante, sotto qualsiasi forma, a Coblenza..... . (3) -Analogo concetto trasmesso a Romano Avezzana, con t. gab. precedenza assoluta
643

L'AMBASCIATORE A PARIGI, ROMANO AVEZZANA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 1519/2065. Parigi, 27 dicembre 1924, ore 21,15 (per. ore 1 deL 28). Stamane ha avuto luogo ConferelllZa degli Ambasciatori ed in vista dell'accordo intervenuto fra ,gli altri rappresentanti per non aggiornare discussione sulla nota da inviare alla Germania, non mi è stato posstbile chiederne il rinvio. Debbo ringraziare V. E. delle direttive impartitemi col telegramma Gab. 531 (l) sulle quali mi sono fondato per fare, nel corso della discussione, alcune dichiarazioni di principio. Relativamente alla procedura suggerita dal governo inglese, mi sono sostanzialmente espresso nei termini seguenti; «Sono obbligato a chiedere degli schiarimenti sul significato di questa procedura poichè sembra risultarne una situazione in differenti categorie fra le principali nazioni relativamente alla esecuzione del trattato di Versailles per quanto concerne evacuazione delle zone. Credo di interpretare il pensiero del mio Governo dichiarando che esso si considera direttamente interessato alla esecuzione del trattato di Versailles in tutte le sue parti e che esso non può fare a meno di intervenire in questo caso particolare come in qualsiasi altra questione che si riferisca alla pacificazione aell'Europa, allo stesso titolo delle altre principali potenze che partecipano alla Conferenza degli Ambasciatori, alla Commissione .delle Riparazioni e al Comitato Militare àlleàto ·di Versailles ~. Ambasciatore del Giappone, col quale mi ero previamente concertato, ha anch'e.gli dichiarato di ritenere che, occupazione essendo stata fatta a nome di tutti i principali alleati, anche il Giappone doveva intervenire nella decisione e nella comunkazione delle note. I delegati della Francia e del Belgio, avendo anche essi appoggiato il mio punto di vista, ambasciatore Inghilterra ha dichiarato che egli non si opponeva più alla partecipazione dell'Italia e del Giappone sullo stesso piede delle potenze occupanti. Relativamente alla questione delle riparazioni ho .fatto la dichiarazione seguente: « Lo !Scambio di vedute che ha avuto luogo tra le cancellerie britan~ nica e francese mi sembra che tocchi anche la questione delle riparazioni nel 'senso che il Governo britannico ·chiede che le riparazioni non entrino più nella

'considerazione della questione della evacuazione delle zone. Mi sarebbe grato anche a questo riguardo avere dei chiarimenti per sapere se nel pensiero del

governo britannico l'accettazione del piano Dawes ed il principio di esecuzione che esso ha av:uto, sono considerati suffi·cienti per separare definitivamente nell'avvenire la questione delle riparazioni dalle altre parti del trattato. Il Governo italiano ritiene, ed in ciò credo sia d'accol"do coi governi inglese e francese, che il piano Dawes, lealmente applicato, possa essere considerato sufficiente per permettere dal punto di vista delle riparazioni l'evacuazione della prima zona. Credo che il Governo italiano debba mantenere il principio che la questione delle rLparazioni resti sempre solidale con tutte le altre parti del trattato. Ritengo che l'Italia potrebbe difficilmente dipartirsene in quanto che le riparazioni tedesche sono per essa di un interesse vitale anche per il fatto della sua situazione di potenza debitrice dell'Inghilterra e dell'America e per essere stata virtualmente frustrata dalle riparazioni austriache >.

Anche su questo punto ambasciatore d'Inghilterra mi ha dato, in una eonversazione privata, ragione, mentre nella discussione ufficiale egli non ha fatto alouna eccezione al consenso che gli altri intervenuti hanno dato alla mia tesi.

Per ciò che riguarda il contenuto della dichiarazione da farsi alla Germania, ho espresso il parere che essa dovesse essere formulata in modo che ne risultasse l'intendimento preciso degli alleati di evacuare Colonia non appena la Germania avesse eseguito i punti ancora in sospeso e ciò perchè opinione pubblica tedesca non fosse portata ad interpretare la comunicazione come un pretesto a prolungare indefinitamente l'occupazione. Questo ha dato luogo ad assicurazioni in tal senso da parte della delegazione francese e all'approvazione dell'ambasciatore d'Inghilterra. La Conferenza ha incaricato i •Consiglieri delle ambasciate coi rispettivi rappresentanti al Comitato militare alleato di Versailles di redigere un progetto di nota collettiva alla Germania, da eonsegnarsi a Berlino. Tale nota non sarebbe che una comunicazione provvisoria relativa soltanto alla data del 10 gennaio, dovendosi la questione dell'evacuazione esaminare a fondo dopo i rapporti definitivi della Commissione di Controllo. L'attuale progetto di nota, che invio per corriere questa sera stessa, sarà esaminato dalla Conferenza mercoledì prossimo per dar tempo ai governi di farvi le loro osservazioni (1).

(l) Cfr. p. 390 nota 3.

644

IL CAPO DELL'UFFICIO STAMPA DEL MINISTERO DEGLI ESTERI, ARONE, AI RAPPRESENTANTI DIPLOMATICI ALL'ESTERO

T. GAB. (P. R.) 166. Roma, 27 dicembre 1924, ore 22. Giornale Mondo pubblica preteso memorandum Rossi secondo il quale questi per scagionarsi gravissima accusa omicidio Matteotti cerca far risalire maggiori esponenti Governo partito responsabilità aggressioni Amendola Forni Misuri ecc. Opinione pubblica accoglie con diffidenza scetticismo presunte rivelazioni e in ogni caso escludono qualsiasi responsabilità Governo per affare Mat

teotti. Fare intendere che si tratta di rivelazioni di un detenuto che pretendeva essere sottratto alla Giustizia. Reagire nei .giornali amici.

(l) Il telegramma fu ritrasmesso a Londra in data 28 dicembre con tel. gab. n. 533.

645

IL COMMISSARIO DI P. S., RIZZO, AL CAPO DELLA POLIZIA, CRISPO MONCADA (ACS, Segreteria particolare del Duce)

T. P. 41508. Gardone Riviera, 28 dicembre 1924, ore 0,15 (per. ore 5). Maggiore Vagliasindi deve considerarsi come emissario Bazzi e Peppino

Garibaldi i quali lavorano in Francia contro il Governo Nazionale. Vagliasindi farebbe parte organizzazione bande armate. Martedl mattina sarò costà.

646

L'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. (P. R.) 631/1053. Londra, 29 dicembre 1924, ore 22,35 (per. ore 3 àel 30). Telegramma dell'Ufficio Stampa 166 (1). Principali giornali pubblicano telegrammi dei propri corrispondenti riassumenti memorandum Rossi. Morning Post mette in rilievo che nessuna informazione di valore viene aggiunta circa responsabilità per delitto Matteotti e qualifica rivelazioni Rossi come caratteristica manovra di difesa personale. Stesso giornale pubblica contemporaneamente lungo articolo editoriale nel quale viene messo in rilievo tutto il bene .fatto dal fascismo e benemerenze capo governo, e viene notato essere sorprendente come nel movimento fuscista siano state cosi poche pecore cattive e cosi generale solidarietà di tutta nazione. Corrispondente Roma del Times commentando memoriale Rossi osserva che accuse sono troppo gravi per paSISarvi leggermente sopra. Riproduce nello stesso tempo quanto viene detto dalla stampa vicina al governo e specialmente quanto pubblica Popolo d'Italia nella sua edizione di Roma. Daily Mail pubblica riassunto memoriale Rossi sotto il titolo « Ricatto ad un Primo Ministro > aggiungendo che dalla maggioranza si pensa che Rossi abbia scritto il memorandum nella speranza di fare un ricatto a Mussolini perchè ordini la sua messa in libertà. Aggiunge che stampa moderata di tutti i partiti è d'accordo nel ritenere molto tenue il valore del memoriale come una accusa a Mussolini. Manchester Guardiane Westminster

Gazette non hanno fatto commento alcuno. Continuo ad agire nel senso indicatomi.

647

L'INCARICATO D'AFFARI A PRAGA, BARBARO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. (P. R.) 636/554. Praga, 31 dicembre 1924, ore 13,45 (per. ore 16,45). Telegramma V. E. 166 (1).

Per quanti sforzi fatti per influire su questa stampa che evidentemente obbedisce a parola d'ordine, giornali si scagliano oggi con rinnovata violenza contro

capo del Governo italiano e suoi collaboratori. Disgraziatamente essendo stato rotto vecchio legame con La Tribuna miei articoli difensivi non trovarono ospitalità nemmeno giornaLi czechi meno ostili (1).

(l) Cfr. n. 644.

648

IL COMMISSARIO DI P. S., RIZZO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

(ACS, Segreteria particolare del Duce)

T. P. 41862. Gardone Riviera, 31 dicembre 1924, ore 19,15 (per. ore 1,30 del l gennaio· 1925).

Stamane sono stato a ·Colazione dal Comandante in compagnia di Manzutto. Comandante mi ha dichiarato che la sua linea di condotta è già tracciata e che i tentativi che l'opposizione sistematicamente fa presso il Vittoriale non lo riguardano. «È e sarà sempre suo amico :1>. Mi ha espresso la sua gioia per la comunicazione di V. E . .riguardante il decreto con cui il Vittoriale viene dichiarato Monumento Nazionale. Comprende tutto il lavoro e la battaglia che V. E. sta per impegnare. L'attende qui nel momento in cui V. E. crederà, per consegnarle «il più grande monumento d'italianità rimasto finora sconosciuto a tùtti :1>. Circa V. [ag1iasindi] mi ha detto che questi ha cercato di fargli esaminare memoriale e documenti, natu;ralmente senza risultato. Circa operazione polizia eseguita stanotte nei riguardi di detto individuo, il Comandante mi ha fatto capire che si disinteressa. Desidera solo che il suo nome non sia mescolato in tale affare. Ho comunicato quest'ultima parte al Prefetto di Brescia (2).

649

L'INCARICATO D'AFFARI A MADRID, MACARIO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. PER CORRIERE RR. 13/320/123. Madrid, 31 dicembre 1924

(per. il 6 gennaio 1925).

Un personaggio del partito conservatore, in un suo ·confidenziale colloquio, avuto con me iersera, mi faceva rilevare come l'opinione pubblica spagnuola «non quella del Direttorio che di essa non può essere fedele interprete per la sua incompetenza politica :1> vedrebbe con molta soddisfazione un attivo intervento dell'Italia nella questione marocchina e specialmente in quella di Tangeri. Da tale intervento la Spagna spererebbe una modificazione dello Statuto di Tangeri in suo favore ·che le potesse assicurare il predominio dell'amministrazione della città e nei 74 •chilometri quadrati del suo hinterland. Potrebbe così

Vagliasindi era stato arrestato e fu trattenuto per alcuni giorni.

esercitare una più facile azione di polizia e impedire il contrabbando d'armi per la propria zona d'influenza. Il mio interlocutor·e aggiungeva che l'Inghilterra esitava ad appoggiare H desiderio della Spagna, non avendo fiducia nella sua efficienza militare, nè nella sua carpadtà organizzatrtce; ma che si opporrebbe alle mire della Francia sulla baia di Albucomas, che potrebbe costituire un porto di primo ordine nel Mediterraneo, anche dal punto di vista strategico. Egli non mi nascondeva le gravi difficoltà in ·cui si dibatte il suo paese per risolvere il grave problema marocchino che gli ha costato tanto sangue e danaro. «Gli spagnuoli non hanno finora dimostrato di essere un popolo colonizzatore e l'impresa afr1cana è impopolare». Con tali parole il mio interlocutore concludeva mestamente il suo colloquio per quanto mi manifesta.s.se un certo ottimismo sull'esito delle operazioni militari personalmente condotte dal presidente del Direttorio.

(l) -Nota marginale di pugno. di Mussolini: • richiamare attenzione Benes ». Ciò fu fatto con tel. gab. senza numero trasmesso il 3 gennaio 1925 alle ore 0,30. (2) -Cfr. anche quanto il Rizzo scriveva a Mussolini, il 2 gennaio 1925, sullo stesso tema: • Per fortuna, fra i documenti trovati a Vagliasindi, si è trovato tin biglietto da visita del sedicente capitano Magri cosi concepito: "capitano Mario Magri aiutante di campodi D'Annunzio". Ciò lo ha irritato molto ed ha avuto parole feroci per detto. individuo e pel compagno di lui, Vagliasindi, nonchè per i rifugiati in Francia! Si disinteressa d'essi •.
650

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, AL CONSOLE GENERALE A LUGANO, CHIOVENDA

T.GAB. RR. (P. R.) l. Roma, 2 gennaio 1925, ore 19,10.

Circola voce che senatore Al'bertini avrebbe predisposto pubblicazione suo giornale costì. Voglia indagare con circospeziJone e diligenza e riferire (1).

651

L'INCARICATO D'AFFARI A PRAGA, BARBARO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. s. (P. R.) 6 (2). Praga, 3 gennaio 1925, ore 20,20 (per. ore 23,50).

Decifri Ella stessa.

Mio telegramma 3 (3).

Durante conversazione accademica che seguì con Benès compresi .che questi è convinto ·che V. E. desidera spontaneamente ritirarsi.

Alle mie obiezioni basate anche su quanto riportava Popolo d'Italia del 1° corrente egli ob1ettava cile se non .sarà oggi lo ISarà quando V. E. vedrà giunto momento opportuno per ricondurre Paese alla normalizzazione.

A·c·cennò a ministero Giolitti o Salandra.

Sono quindi persuaso che in queste sfere ufficiali oramai si crede imminente ritiro di V. E. ciò ·che nuoce prestigio nostra politica e pregiudica azione di questa legazione. Non dubito si tratti informazione soltanto attinta a fonte opposizione quantunque Benès ·Conti amici, mi disse, anche nelle file fasciste.

Occonre non si sappia che ho riferito quanto sopra a V. E. poichè egli mi

parlava in stretta intimità ed io promisi che non avrei ripetuto quanto mi confidò.

Ma sarebbe forse opportuno <!he V. E. facesse qualche dichiarazione confi

denziale a codesto ministro cecoslovacco, oppure ricorresse altro mezzo per

dimostrarsi contrario a questi signori che fissi nella idea che il fascismo non

abbia vita duratura da due anni stanno... (l) ritiro di V. E.

(l) -La minuta del telegramma è di pugno di Mussolini. Con t. gab. (p. r.) 16/69 dell'8 gennaio Chiovenda rispondeva comunicando che le indagini da lui fatte avevano dato esito negativo. (2) -Manca il numero di protocollo particolare. (3) -Tel. gab. (p. r.) n. 3, trasmesso il 3 gennaio alle ore 20,30 e pervenuto alle 23,35 dello stesso giorno, non pubblicato, relativo a un passo. compiuto presso Bene~ per far cessare la campagna antifascista della stampa cecoslovacca.
652

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, AI RAPPRESENTANTI DIPLOMATICI ALL'ESTERO

T. GAB. PRECEDENZA ASSOLUTA 6. Roma, 3 genna.io 1925, ore 22.

Ordine pubblico non è turbato ed è solo per aver considerato stato eccitamento nel quale violenta campagna giornali opposizione potrebbe tra·scinare opinione pubblica ·Che R. Governo è obbligato adottare convenienti misure. Esse saranno rigidamente contenute nei limiti della legge. R. Governo intende che legalità e ordine siano rispettati da tutti partiti o fascisti o antifascisti con la stessa disciplina e sue misure tendono in maniera esclusiva ed assoluta a questo fine. Camera è stata aggiornata e sarà ricofivocata tra breve. Tanto per informazione E. V. (S. V.) e sua norma di linguaggio.

653

L'AMBASCIATORE A BERLINO, DE BOSDARI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

R. 5/1. Berlino, 3 gennaio 1925.

Ho l'onore di trasmettere qui unito a V. E. la copia di un rapporto indi.rizzato dal generale Calcagno allo Stato Maggiore centrale ed a me relativamente alle missione militare interalleata di controllo. Detto rapporto deve considerarsi, a quanto mi pare, come un riassunto di quello che sottoposto alla Conferenza degli Ambasciatori di Parigi condusse questa a proporre ed i Governi alleati ad accettare la nota (2) al Governo germanico di cui questa mane mi è giunta copia per il tramite della R. ambasciata a Parigi e che V. E. con suo telegramma

n. 10 (3) mi ha ordinato d'i presentare unitamente ai colleghi alleati. A V. E. spetta il giudizio se i motivi addotti dalla Commissione militare di controllo e di cui il Generale Calcagno si fa interprete nell'accluso rapporto, sieno tali da giustificare la notificazione che siamo in procinto di fare al Governo germanico che l'evacuazione di Colonia è ritardata sine die, con tutte le conseguenze morali e politiche che tale notificazione reca seco, e ·colla parte di responsabilità che in tutto ciò viene ad assumere il Governo di S. M.: o per meglio dire debbo ritenere che tale giudizio sia stato già pronunciato dall'E. V. visto che, contrariamente alle

voci sparsesi ed accolte con molta soddisfazione da qualche giornale tedesco, Ella ha disposto che il rappresentante del R. Governo debba unirsi ai propri colleghi in questo passo.

A me basti in questo momento che considero molto grave il ripetere quanto già detto molte volte nella mia corrispondenza, che il controllo militare <:ome oggi si esercita non ha altro illltento nè ottiene aJ.tro risultato ·che di assecondare la politica francese di mantenimento delle occupazioni territoriali della Germania sulla sponda sini-stra del Reno, coll'intento finale di stabilire definitivamente colà il confine della Francia.

ALLEGATO

CALCAGNO A DE BOSDARI (l)

Berlino, 2 gennaio 1925.

R. 10623 P.

In questi giorni la stampa europea, ed in ispecie quella tedesca, si occupano con molto calore della questione dello sgombro di Colonia, mettendola in relazione coll'esito dell'ispezione generale sullo stato degli armamenti tedeschi.

Stresemann, Marx, Gessler ed altri gridano all'illegalità di un mantenimento dell'occupazione, dato che la Commissione in 1800 visite eseguite senza incidenti, non ha potuto che scoprire qua e là qualche insignificante deposito di armi o di materiali bellici di nessun pericolo per la pace europea. Herriot, Nollet, dalla parte opposta e con essi la stampa francese di quasi tutti i partiti, agitano lo spauracchio del pericolo germanico essendosi trovato qua un deposito di 30.000 canne da fucili, là un altro deposito di 25.000 pistole ecc.

Fra questo battagliare, l'opinione pubblica, e con ragione, si domanda se veramente la scoperta di tali materiali possa costituire un grave pericolo alleato, ed il sorriso ironico e di compatimento che per lo più accompagna tali domande, sta a significare che purtroppo di tali esagerazioni la colpa è tutta dei militari costituenti gli alti consessi alleati, incapaci per la loro natura alle larghe vedute ed ipnotizzantisi attorno ad un mucchio di armi o di altro materiale da guerra.

Ora, quando si discute solo sull'esistenza di qualche deposito di armi, costituitosi colla consapevolezza o meno delle autorità militari tedesche, si tocca un campo assai limitato del problema del disarmo, e non certo il più importante. Tale limitazione, intenzionale certo da parte tedesca, è stata adottata anche da parte alleata, specialmente francese e disgraziatamente assurta a nocciolo della discussione.

Dico disgraziatamente, ed infatti che cosa può significare la scoperta di qualche migliaio di mitragliatrici, o di qualche diecina di migliaia di pistole e fucili in più del prescritto? Tutti noi sappiamo che probabilmente assai maggiore è la quantità di materiali nascosti, sappiamo anche meglio che dato lo sviluppo dell'industria tedesca, e l'attuale stato delle fabbriche capaci di produrre materiale bellico la Germania potrebbe in tempo relativamente breve (un paio d'anni ad esempio) fabbricare tutti i materiali necessari ad un grande esercito.

A mio parere l'Ispezione Generale ha messo in vista inadempienze di ben altra importanza di quella sopra accennata; esse sono già state da me riportate in succinto nella chiusa dello studio trasmesso allo Stato Maggiore col foglio 10592 P. del 22 dicembre u. s. ed avrebbero dovuto. cop più ragione essere rilevate nella recente polemica.

Esse toccano più particolarmente all'organizzazione dell'esercito tedesco, a quella organizzazione che se fosse realmente ridotta nel quadro delle clausole militari del Trattato di Pace, metterebbe la Germania veramente nelle condizioni

di non potere per lungo lasso di tempo disporre di un esercito capace di turbare i sonni dei vicini.

Dissi anni fa in un mio rapporto che la Germania avrebbe dato soddisfazione alle richieste della Commissione fino a quando queste non minacciassero di intaccare lo scheletro, l'intelaiatura del suo esercito. E ciò è avvenuto. Noi abbiamo constatato nell'Ispezione Generale l'esistenza di un alto comando, la creazione di numerosi ufficiali di Stato Maggiore, quadri numerosi in soprannumero, incorporazione ed istruzione di personale con brevi ferme, rifiorire di organizzazioni con scopi militari a fianco della Reichswehr, corsi di ufficiali di riserva, esistenza di servizi sproporzionati ad un esercito di 100.000 uomini ecc.

Ed accanto a ciò, la non trasformazione delle più importanti officine, il carattere militare della polizia, la resistenza passiva all'adozione di misure legali tendenti a mettere la legislazione tedesca in armonia colle clausole del Trattato ecc.

Queste sono questioni veramente essenziali, rispetto alle quali la scoperta di qualche diecina di migliaia di armi o di parti di armi non ha che importanza trascurabile, e certo saranno queste le questioni che essenzialmente la prossima nota della C.A. metterà in luce.

(l) -Gruppo indecifrato. (2) -Non pubblicata. (3) -Tel. n. 10 del 3 gennaio, non pubblicato, relativo alia presentazione delia nota alleata al Governo tedesco.

(l) n rapporto fu trasmesso anche al ministero della guerra.

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IL MINISTRO A DURAZZO, DURAZZO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

R. u. R. 7/l. Durazzo, 3 gennaio 1925.

Ieri, per la prima volta dopo l'entrata di Ahmet bey Zogu a Tirana, ho avuto con lui un lungo ·Colloquio che ho l'onore di brevemente riassumere qui appresso.

Ho cominciato col dire che non intendevo pélil'lare del passato ma piuttosto dell'avvenire. Di questa mia dichiarazione iniziale, egli subito mi ringraziò ed anche approfittò con evidente sollievo e piacere. Non mi fece infatti il minimo cenno durante tutto il colloquio della sua recente intrapresa, visto che egli non avrebbe potuto decentemente sostenere, davanti a me, di averla preparata ed attuata con forze, danari, direttive puramente albanesi.

Continuai ·col dire che l'Italia ha tenuto, così nel giugno ultimo come testé, l'identica attitudine perfettamente corretta, leale e neutrale.

Non ha dato nè all'una nè all'altra delle due parti in causa, nè allora nè ora, nè un centesimo nè uno spiLlo. L'ha detto e l'ha fatto. E l'ha potuto fa're perchè, anche in seguito alle spiegazioni ed intese avute ·con Belgrado, ha potuto considerave queste due ultime rivoluzioni come episodi puramente interni dell'assestamento albanese. Ma ciò non vuole dire che l'Italia possa o voglia menomamente disinteressarsi dell'Albania. Se il Governo di Ahmet Zogu o che sarà da lui instaurato mostrasse di non tenere nel dovuto ·conto i nostri interessi politici ed economici in Albania o li pregiudicasse mostrando un troppo marcato favore verso terzi interessati, l'Italia ora ·come sempr~ avrebbe ragione di seriamente preoccuparsene. A lui stesso interessa ora di allontanare in ogni modo possibile e di smentire coi fatti i g.ravi sospetti .che sono stati sollevati da molte parti sull'origine e sul ·carattere della sua impresa. Se così non facesse, egli finirebb-e col dover scontare, soprattutto di fronte ai suoi stessi compatrioti, la ma·cchia originaria. Già in quest'ultima crisi albanese l'opinione pubblica italiana ha dato segni evidenti di nervosismo che il R. Governo ha fatto del suo meglio per sedare ed è infatti riuscito a tenere in freno. Ma ciò dimostra chiaramente come l'Albania non cessi di essere un punto molto sensibile per l'Italia.

Nel periodo ·che si ini~ia, l'Italia seguirà con occhio vigile la nuova situa~ zione e intanto si augura che Ahmet bey Zogu possa finalmente inauguraTe l'epoca del definitivo assestamento albanese.

Ho finito col ricordare ad Ahmet Zogu gli ottimi rapporti anche personali che ho già intrattenuto con lui durante due anni (dal giugno '22 al giugno '24), rapporti che io intendevo riprendere immutati; e col felicitarlo per l'inizio, cosi pieno di saggia moderazione, della sua riassunzione dei poteri.

Ahmet bey Zogu éhe mi aveva accolto con molta, almeno apparente, deferenza e cordialità, seguì tali mie dichiarazioni senza il minimo segno di contrarietà o di dissenso, ed anzi, spesso, consentendo, ed infine ringraziando.

Nel rispondere, egli cominciò col ricordarmi le ultime .fasi che precedettero la rivoluzione di giugno: la necessità in cui si era allora trovato di ritirarsi quasi senza combattere, per gli odi che si erano accesi contro la sua .persona; i gravi errori e deficienze del Governo di Fan Noli, non riconosciuto dalle Potenze, complice di oscure trame bolsceviche, e eompletamente neutralizzato in tutta la sua azione cosi all'estero come all'interno. Tale situazione giustificava pienamente il suo nuovo intervento per restaurare in Albania un· regime normale e legale.

Nei riguardi nostri, Ahmet Zogu mi fece naturalmente le più ampie dichiarazioni nel senso di riconoscere come utile anzi indispensabile per l'Albania di dare agli interessi italiani soprattutto economici il prJsto prevalente che loro spetta. Ricordò la nostra antica collaborazione, a tale scopo, dicendosi fiducioso che l'iniziativa italiana vorrà mostrarsi più animosa e fattiva che per lo innanzi.

Mi a·ccennò ad alcune sue idee di radicale riforma, che egli intenderebbe mettere o ·fare mettere subito in atto; primiStSima fra le altre l'abolizione dell'esercito, .insufficiente a difendere efficacemente il Paèse contro minacce esterne, rovinoso per l'erario, origine e sostegno di tutte le rivoluzioni, riducendo le forze armate del Paese ad un corpo bene istruito e disctplinato di gendarmeria, di circa 3500 uomini.

Mi parlò infine delle sue intenzioni circa il riordinamento dei poteri governativi e la costituzione di un nuovo Governo, chiedendomi consiglio ed esaminando meco tutte le possibili eventualità. Su ciò ho riferito sommariamente con mio telegramma odierno n. 2 (l) e ni.i riservo di riferire su quello che sarà il prossimo esito delle consultazioni che hanno luogo attualmente a Tirana.

Chi conosce Ahmet Zogu, come io lo conosco, sa che non si può prestare troppa fede alle sue promesse. Amme•sso anche ehe i suoi propositi, cosi nei nostri riguardi come nei riguardi del riassestamento di questo Stato, fossero sinceri, resta a vedere fino a ·che punto gli sarà permesso di metterli in atto in una situazione che rimane molto precaria, non fosse che dal plllnto di vista finanziario.

Ahmet Zogu è persona molto abile e intelligente e farà certo di tutto, almeno in un prirrno tempo, per allontanare da sè il fondato sospetto di gravi

· 26 -Documenti diplomatici · Serie VII · Vol. III.

compromissioni con ·Belgrado. Ma· ciò non toglie che la situazione meriti di essere da noi attentàmente vigilata.

Ad ogni modo è giusto riconoscere che Ahmet Zogu sembra avere molto approfittato delle sue ultime esperienze: che i propositi da lui manifestati sono buoni: che la savia moderazione da lui dimostrata, daochè egli rientrò a Tirana, varrà a facilitargli il compito, sopratutto se riuscirà ad imporre la stessa attitudine ai suoi collaboratori soprattutto a Mufid bey Libohovo che, nell'Albania Meridionale, ha invece ispirato nei rpassati giorni la sua condotta ad impulsi sommail"i ed estremisti di rappresaglia e di vendette personali.

(l) Tel. n. 33/2, trasmesso il 3 gennaio alle ore 17,30 e pervenuto alle 20,30 dello stesso giorno, non pubblicato.

655

L'AMBASCIATORE A COSTANTINOPOLI, MONTAGNA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 7/2. Costantinopoli, 4 gennaio 1925, ore 20,30 (per. ore 0,55 del 5).

Decifri Ella stessa.

Negli ultimi giorni stamrpa turca ha sferrato una ostinata sistematica vio-. lenta campagna denigratrice a base volgari ingiurie all'indirizzo di V. E. e del Governo nazionale rappresentando situazione in Italia come catastrofica.

Tale campagna si alimenta dalle pubblicazioni stesse di noti giornali italiani e sarebbe incoraggiata dai soliti maneggi stranieri.

Non avevo mancato di prendere consuete disposizioni per infrenarlà, ma di tanto in tanto essa assunto, per tono e generalità, carattere e proporzioni odiose; ieri sera formulai a Nusret bey energica e sdegnosa protesta richiamando in termini roventi Governo turco al senso della responsabilità in cui esso incorre con la ·sua colposa acquiescenza o tolleranza di fronte simile scandalosa e dispregevole offensiva contro il Governo di uno Stato amico. Aggiunsi che tutto ciò era intollerabile e ·che se non cessasse subito poteva avere ripercussioni sui rapporti tra i due Paesi. Invitai il mio interlocutore di riferire fedelmente ad Angora circa il mio passo. Nusret bey visibilmente impressionato dal mio linguaggio fermo ed incalzante mi corrispose affidamento che si sarebbe provveduto (1).

656

L'AMBASCIATORE A BRUXELLES, ORSINI BARONI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. R. U. PER CORRIERE 41/6. Bruxelles, 4 gennaio 1925.

Con le dovute cautele ho avuto una ami·chevole conversazione col mio col

lega d'Inghiltenra su quanto forma oggetto del mio telegramma filo n. 299 (2).

Dalle parole di Sir Georges Graham risulterebbe che l'attitudine del Governo inglese nella questione del ritardo nell'evacuazione di Colonia è determinata in realtà da motivi ben differenti da quelli serviti al pubblico da certa stampa in Francia, nel Belgio ed in Germania. Il ritardo, che nel pensiero inglese ha carattere assolutamente provvisorio, deve anzitutto evitare che truppe franco

belghe, .sotto un pretesto qualunque, entrino in Colonia a sostituire le inglesi, ed in secondo luogo, a preparoo-e un abbinamento tra l'evacuazione di Colonia con quella della Ruhr, allo scopo di affrettare la liberazione di questa regione. Nonostante le disquisizioni del sig. Hymans sulla differenza del titolo giustificativo delle due occupazioni, a Londra se ne ha assai e dell'una e dell'altra. Chamberlain pensa su questo punto alla stessa maniera di Mac Donald.

Quanto alla questione della sicurezza, Sir Georges Graham è ben !ungi dall'ammirare la condotta del Governo belga che con ogni mezzo ed in ogni momento cerca di eser·citare pressione sul Governo di Londra per averne la firma sotto uno speciaJ.e patto di garanzia.

In seguito alla mia osservazione che questo patto di garanzia è qui da molti desiderato per poter ritornare ad una politica di neutralità, per tirar fuori il Belgio dal campo della grande politica continentale e dedicare tutte le forze unicamente allo sviluppo economico, commerciale del Paese, il mio collega inglese definiva tutto ciò come una< blague >.Il sig. Hymans, come il sig. Jaspar e tanti altri, considerano questo eventuale patto di sicurezza come l'anello per legare il Belgio alla Francia e all'Inghilterra in un'alleanza vera e propria militare politica, come il primo passo per costituire il blocco occidentale. L'accordo esistente tra la Francia ed il Belgio non è forse un'alleanza militare, difensiva, e se a Parigi si desidera anche offensiva? Ora a Londra ripugna di far rivivere

-alleanze militari politiche; per evitare le quali, era stata appunto ideata e fondata la Lega delle Nazioni. La creazione di un blocco occidentale provocherebbe, a scadenza più o meno 'breve, il sorgere di gruppi contrarii per assicurare l'equiltbrio sul continente; e l'Italia in quale situazione verrebbe a trovarsi di fronte all'Inghilterra? Questo è uno dei quesiti cui a Londra si porta oggi più intensa l'attenzione, e non è certo per soddisfare le insistenze del Governo belga sul continente che a Londra si trascurerebbe la sicurezza e ila salvaguardia degli interessi britannici nel Mediterraneo quale viene garantita da una intima cordiale amicizia con l'Italia. Il sig. Hymans, aggiungeva Sir Georges Graham, crede

o fa sembiante di credere che l'Italia non mancherebbe di tenersi (se non in modo formalmente dichiarato) vicina e simpatizzante a quel blocco. Ma: l'opinione del sig. Hymans, sebbene apprezzata e tenuta in considerazione, non costituisce una garanzia.

Questo è il sunto della conversazione, il cui interesse è arumentato dal fatto che Sir Georges è qui ormai da cinque anni, e che gode tanto a Londra quanto qui di un meritato prestigio.

Certo, l'affermazione del mio collega che il Governo belga desidera il patto di garanzia con l'Inghilterra come primo passo per la costituzione di run'alleanza occidentale, non può essere accolta senz'altro, per lo meno senza la riserva dellle circostanze favorevolmente concomitanti. Senza voler dare valore di assioma alla dichiarazione fatta a me dal sig. Hymans che cioè il' Governo belga desidera quel patto di sicurezza con l'Inghilterra per poter ricondurre il Belgio sulla comoda e fruttifera via della neutralità, occorre tener presente che è la popolazione stessa che reclama questo ritorno alla politica dell'anteguerra. La popolazione belga ne ha fin sopra la testa e dell servizio militare obbligatorio e dei pesi fiscali che le impone la grande politica; eirca i risultati per mezzo della quale finora conseguiti, qui regna un grande scetticismo presso molti. Occorre tener presente che il partito ·socialista è contrario a nuove alleanze politicomilitari, che iil partito ·cattolico, nell:a sua maggioranza, tende ad individualizzare il Belgio per quanto è materialmente possibile di fronte alla vicina Francia e certo non aspira a correre l'alea di nuove guerre, e che la politica belga, qualunque sia il partito al potere, non può oramai più ignorare le aspirazioni e le tendenze dei fiamminghi.

Quindi le conclusioni del mio collega, sebbene rappresentino specie per noi italiani un importante oggetto di riflessione, non vanno accolte incondizionatamente.

Del resto, se molti sintomi e le ultime notizie che si hanno da Londra non sono fallaci, nè la speranza di questo ministro degli esteri nè l:a preoccupazione del mio collega inglese di vedere cioè un patto di garanzia segnato tra Londra e Brusselle non saranno ben presto realtà. Stando a quel che autorevolmente si dice, Chamberlain si andrebbe accostando ad una soluzione media, <Cioè ad una dichiarazione da parte inglese al Belgio e forse anche all'Olanda di assistenza nel caso di aggressione non provocata.

(l) -Con t. gab. 11 del 6 gennaio, ore 24 (minuta autografa) MussoJini annunciava l'intenzione di fare analoga protesta presso l'ambasciatore turco. a Roma. (2) -Non rinvenuto. Ma trattasi forse del t. gab. 1518/297, trasmesso a firma Daneo, il 26 dicembre 1924 alle 19,50 e per. alle 0,15 del 27, non pubblicato, relativo alla questio.ne della evacuazione di Colonia.
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L'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. R. 15/12. Lcmdra, 6 gennaio 1925, ore 1,35 (per. ore 6,30). Telegramma di V. E. n. 6 (1). Prindpali giornali riportano largo sunto discorso di V. E. pronunciato alla Camera dei deputati il 3 corrente e notizie sulle misure prese da R. Governo per mantenimento ordine. Commenti risentono naturalmente indirizzo politico giornali. Morning Post pubblica lungo articolo di fondo estremamente favorevole per persona di V. E. e per suo atteggiamento politico nell'attuale situazione. Articolo qualifica discorso come «riassunto del suo coraggio, della sua sa,gacità, della sua saggezza, del suo intenso patriottismo e della sua onestà d'animo». Daily Telegraph e Times tengono atteggiamento piuttosto riservato. Manchester Guardian e stampa radicale hanno preso posizione decisamente contraria. Altri giornali come Daily Chronicle riportano commenti sfavorevoli tratti dai giornali francesi. Cerco agire sulla stampa tenendo linguaggio ispirato ai concetti contenuti nel precitato telegramma di V. E. Debbo riferire che, mentre dopo la pubblicazione in ItaiJ.ia del memoriale Rossi ho trovato rappresentanti stampa disposti a tener conto dei miei chiarimenti perchè essi consideravano

accuse Rossi come questione ordine interno, incontro oggi maggior difficoltà presso stessi rappresentanti sovrattutto per quanto riguarda misure prese dal

R. Governo drca stampa. Viene obiettato che queste ultime vengono a fare mancare il modo di presentare al pubblico inglese varie correnti d'opinione pubblica di un grande paese alleato come l'Italia, e tale mancanza supera il fatto interno italiano e tocca indirettamente anche interessi inglesi. Continuo con ogni impegno a agire, chiarire e spiegare vero spirito che informa misure che R. Governo è obbligato a prendere.

(l) Cfr. n. 652.

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L'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. R. 22/16. Londra, 6 gennaio 1925, ore 9,35 (per. ore 23,40). Odierna stampa circa situazione interna italiana, tiene contegno quasi identico a quello da me ieri segnalato col tel. Gab. n. 12 (1). Segnalo articolo di fondo del Daily Mail estremamente favorevole. Ih esso, dopo aver lamentato che alcuni giornali britannici si son lasciati pigliare dall'insistente e maliziosa propaganda contro Mussolini ed il Governo fascista è detto: il popolo italiano ed il suo grande capo 1;)0S:SOno essere sicuri che la grande maggioranza del popolo britannico non approva simili tentativi di oscurare l'assolvimento di tanto grande compito facendo così il giuoco dei comunisti. Lloyd George pronunciò ieri sera alla Federazione Liberale discorso contenente aspre critiche concludendo che il liberalismo è ormai la sola speranza d'Italia. Contemporaneamente Lloyd George criticò fortemente Poincaré. Morning Post reagisce violentemente attaccando Lloyd George. Nell'articolo di fondo dice: l'attitudine di Lloyd George per trattare gli affari esteri non è mai stata cospicua non possedendo egli nè la conoscenza nè il temperamento per trattare di quelle cose che toccano gli interessi e la sensibilità delle altre nazioni. È imperdonabile cosi il tono offensivo verso Poincaré e Mussolini e non è una scusa il conoscere che Lloyd Geol'ge non sa che cosa si faccia. Anche Evening Standard attacca v-ivamente Lloyd George-per aver l'ex primo ministro

criticato primo ministro di una grande nazione colla quale l'Inghilterra è cosi intimamente legata.

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L'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 20/14. Londra, 6 gennaio 1925, ore 21,35 .(per. ore 0,25 deL 7 ). Odierno Times nel pubblicare riassunto del memorandum Rossi desunto dal Corriere deZZ.a Sera del 28 dicembre scorso, lo fa precedere dalle seguenti considerazioni: autenticità del memoriale appare indiscussa ma, tenuto conto che il Rossi è sotto processo, un documentò simile, non confermato da interrogatorio e prove, con:llessante la complicità del suo autore in molti seri delitti, e chiaramente ispirato da un odio violento e da un desiderio di vendetta, deve essere considerato con la massima riserva. Fino a che memoriale non è sorretto da serie prove, le accuse in esso contenute sono quasi trascurabili. Times dopo riassunto memorandum conclude: memoriale s'interrompe d'un tratto, senza alcuna particolareggiata dichiarazione circa il delitto Matteotti, quello per 'cui il sig. Rossi è stato arrestato. Così com'è oggi il documento

non reca alcuna prova ·contro alcuno e non una confessione di ·COilpa da parte del sig. Rossi medesimo. Ma l'estrema gravità delle accuse, il ·carattere preciso

(lJ Cfr. n. precedente.

e circostanziato con cui esse vengono fatte, e l'alta posizione dell'accusatore (l) nell'organizzazione fascista, spiegano a sufficienza la forte impressione da esso provocata in Italia.

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IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, AL MINISTRO A DURAZZO, DURAZZO

T. GAB. S. PRECEDENZA ASSOLUTA 13. Roma, 7 gennaio 1925, ore 19,30.

Decifri Ella stessa.

Suo telegramma Gab. n. 4 (2).

Debbo osservare che dai suoi ultimi telegrammi non riesco a ricavare akun positivo elemento informativo sulla situazione interna dell'Albania. Le notizie da Lei inviate prima dell'avanzata di Ahmed Zogu lasciavano intendere che questi avrebbe almeno incontrato una seria resistenza per impadronirsi del Govemo. Il modo invece e la rapidità con cui si sono svolti gli avvenimen~i dimostrano all contrario che il Govemo di Fan Noli e compagni non aveva nessuna rad1ce profonda sia pure sentimentale nella popolazione albanese.

Se R. Governo in base anche alle solleqitudini della S. V. si fosse deciso a legare in certo modo i suoi interessi ai partigiani di Fan Noli fomendo loro aiuti, armi e munizioni, si troverebbe oggi in una condizione di assoluta compromissione, di fronte all'Europa, sia verso la Jugoslavia, sia verso ['attuale Govemo albanese e dovrebbe quindi subire il danno e i pericoli di tale situazione. Il Governo però, basandosi sui patti ed impegni internazionali esistenti, ha accortamente ritenuto miglior partito di condursi scrupolosamente in modo che essi non venissero infirrnati da qualsiasi atteggiamento inconsulto e di nessuna efficacia pratica data 1a inconsistenza dei vari partiti e fazioni albanesi.

TaJe atteggiamento è stato preso e mantenuto a ragion veduta acciocchè potesse essere utilizzato lealmente ai fini di difesa. degli interessi italiani, qualunque fosse lo svolgersi degli avvenimenti intemi dell'Albania.

Mi sorprende dunque come la S. V. aocenni ora al riconoscimento da parte dell'Italia della nuova situazione albanese in termini analoghi a quelli che si userebbero ove si trattasse di un mutamento politico di governo in uno Stato qualsiasi in cui l'Italia non avesse una speciale posizione di prevalenza per interessi vitali da salvaguardare. Ella i1llfatti esprime l'avviso che la questione del riconoscimento non dovrebbe da noi nemmeno essere sollevata per discutibili ragioni d'ordine costituzionale e si preoccupa soltanto del timore che possiamo essere preceduti da qualche altra potenza sull'entrata in relazioni ufficiali con il Govemo di Ahmed Zogu.

Le circostanze particolrurissime in cui si è verificato il ritorno di Ahmed Bey in Albania . e al potere, secondo quanto la S. V. stessa ha ripetutamente segnalato, hanno creato nell'opinione pubblica la convinzione che esso si sia effettuato con gli aiuti da lui procuratisi oltre frontiera nelle sfere più o meno

ufficiali-serbe o albanesi-jugoslave. Ciò lascia anzi ritenere che egli possa co~ munque essere legato da impegni che non rendendolo totalmente indipendente da Belgrado potrebbero obbligarlo a favorire una posizione di preva,lente }ngerenza serba in Albania.

Epperò è chiaro-che al di sopra di ogni questione di carattere ,gfuridieo, noi non potremmo procedere al riconoscimento della nll.lova situazione in Alba'n1a se Ahmed Zogu non si regdli in modo da distruggere da un lato l'impressione formatasi nella publbHca opinione e non d dia dall'altro prove tangibili èhe egli possa e voglia mantenere tale indipendenza di governo da garantire lea'lmente la posizione spettante all'Italia ed ai suoi interessi in Albania, riconosciuta del resto anohe dagli atti internazionali.

Su questo punto il Governo italiano non ;può assolutamente transigere ed è deciso_ ad esplicare qualsiasi azione ;pur di raggiungere come garanzia dei propri interessi, la completa sicurezza che l'effettiva indipendenza albanese venga salva,guardata.

A raggiungere tale scopo è indispensabile che la S. V. intant.o si astenga da qualunque atto che possa comunque !formalmente compromettere tale nostra linea di condotta di :fronte allla situazione maturatasi in Albania per riservarci piena libertà di decisione finchè non saremo si,curi degli intendimenti di Ahmed Zogu.

Dal suo telegramma n. 2 (l) non appare che questi abbia approfittato del colloquio con la S. V. per chiarirli a meno· che Ella non abbi:a di ciò riferito nel rapporto preannunziatomi (2) e del quale rimango in attesa.

(l) -• Dell'accusato • testo del Ministero. (2) -Tel. gab. n. 9/4. trasmesso il l gennaio alle ore 11,40 e pervenuto alle 16,20 dello stesso giorno, non pubblicato, relativo al riconoscimento del nuovo governo albanese.
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L'AMBASC!ATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. 81/17. Londra, 7 gennaio 1925, ore 22,15 (per. ore 5 dell'B).

Telegramma di V. E. n. 4211 (3). Ho avuto oggi coUoquio col sig. Chamberlain circa Egitto. Dopo aver accen~ nato alle conversazioni che ebbero luogo a Roma in proposito fra lui stesso é

V. E. gli ho riferito il desiderio espresso da Ziver pa.scià al Conte Caccia di definire le questioni pendenti fra l'It~ia e l'Egitto. Gli ho comunicato-l'intendimento di V. E. di tenerlo al corrente delle nostre conversazioni col Governo egiziano, del suo desiderio di procedere in via ·amichevorre nei l!"i.guardi dell'Egitto e della ferma fiducia del R. Governo ,che Governo britannico vorrà da parte sua spiegare efficace azione per la pratica soluzione delle varie questioni e soprattutto quella che riguarda il confine cirenaìco-egiziano.

Sig. Chamberlain ha accolto con manifesto compiacimento mia comunicazione ed ha espresso suoi vivi ringraziamenti. Mi ha detto che aveva già a suo tempo informato lord Allenby dello scambio di idee avuto a Roma con V. E.,

e che ora in seguito aUa mia comunicazione avrebbe telegrafato al Cairo perchè venisse adoperata tutta l'influenza britannica per la soluzione soddisfacente delle questioni pendenti .fra Italia e Egitto e soprattutto per la questione dei confini.

Sig. Chamber'lain si è mostrato assai lieto di apprendere che il primo passo per la soluzione delle questioni italo-egiziane era stato fatto dallo stesso Ziver pascià, interpretando ciò come conciliative disposizioni e volontà di giungere ad un accordo (1).

(l) -Cfr. p, 399 nota l (2) -Cfr. n. 654. (3) -Cfr. n. 633.
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IL MINISTRO DELLE FINANZE, DE STEFANI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. P. (P. R.) 15/11. Parigi, 7 gennaio 1925, ore 23,45 (per. ore 3 dell'B).

Nel colloquio che ho avuto oggi con Churchill e a cui si riferisce il mio telegramma, quest'ultimo ha voluto esprimermi la sua simpatia per V. E. e la sua considerazione per l'opera energica da V. E. svolta per la repressione del bolscevismo.

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IL VICEDIRETTORE DELLA AGENZIA STEFANI, NESTI, AL COMM. CAPPELLETTO

T. GAB. 13 (2). Parigi, s· gennaio 1925, ore 13,20 (per. ore 17,20).

Giornali continuano occuparsi · cose· italiane ma più con pubblicazioni

·ti'f notizieite poco simpatiche che con commenti e tale condotta è spiegabile perchè non possono improvvisamente tacere dopo aver affermato che l'Italia era alla vigilia della guerra civile; però indubbiamente esiste un miglioramento giudizio a nostro riguardo. Fanno eccezione sei sette giornali estremisti sempre feroci e sempre incitati da sovversivi italiani residenti in Francia. Un inconveniente grave è quello dei corrispondenti americani che da Parigi raccolgono tutte le esagerazioni invenzioni ampliandole ritrasmettendole in America. Ritengo indispensabile intensificare notizie vere ben fatte da Roma per Nord Sud America. Ieri sera passai varie ore diplomatici esteri. Trovai americani prevenuti non bene informati alquanto ostili. Inglesi da prima alquanto preoccupati dubbiosi nostra vera situazione interna ma poi fiduciosi Italia superi diffi·coltà presenti mostrando viva simpatia per noi mostrano generalmente alto animo verso Mussolini.

Tanto americani come inglesi criticano rigori contro stampa. Trovai francesi molto prudenti ma non ostili. Credo sia stata data parola d'ordine ufficiale usare riguardo cautela per non urtare suscettibilità italiana.

(l) -Il telegramma fu trasmesso anche al ministero delle colonie. (2) -Il tel. è stato trasmesso tramite l'ambasciata a Parigi e il Ministero.
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IL VICEDIRETTORE DELL'AGENZIA STEFANI, NESTI, AL COMM. CAPPELLETTO

T. GAB. 27 (1). Parigi, 9 gennaio 1925, ore 17,15 (per. ore 20).

Segnalo gravissimo tentativo bOtrsistico evidentemente contro lira italiana. Oggi nell'ora di borsa a Londra, Nuova York -e Parigi diffusa notizia da Berlino assassinio Mussolini. Rappresentante Associated Press venne da me e si rivolse nostro ambasciatore. Ho subito smentito energicamente e feci pubblicare vivace smentita Agenzia Havas. Ho dichiara·to che pomeriggio oggi abbiamo parlato pe!r telefono da Hotel Mauri•ce con Mussolini. Urge provvedere reclamando subito soddisfazione da Berlino (2).

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IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, AL MINISTRO A DURAZZO, DURAZZO

T. GAB. 21. Roma, 10 gennaio 1925, ore 13.

Decifri Ella stessa.

Suoi telegrammi Gab. n. 6, 7, 9 e 11 (3) e suo rapporto n. 7 (4).

Col mio telegramma Gab. n. 13 (5) ho chiaramente indicato a V. E. quale sia pensiero e quali siano propositi del Governo italiano di fronte 'alia presente situazione albanese ed agli ulteriori sviluppi che essa potrà avere. In particolare le ho detto come non rpotremmo in alcun modo transigere per quanto riguarda l'effettiva garanzia delia posizione dell'Italia e dei suoi interessi.

Le dichiarazioni generiche fattele da Ahmed Zogu (suo rapporto n. 7) non possono appagare il R. Governo nè soddisfare l'opinione pubblica italiana il cui nervosismo è stato calmato da un'azione moderatrice esercitata non senza difficoltà specialmente nella stampa ma soprattutto rper la sensazione data che Governo avrebbe agito, se necessario, con ogni ener.gia.

Constato d;altra parte che la composizione del gabinetto formato da Ahmed Zogu, soprattutto per la designazione di monsignor Koleci agli affari esteri. le intenzioni attribuite al nuovo Governo di affidare la riorganizzàzione della gendarmeria ad ufficiali jugoslavi, inducono a ritenere che il nuovo ·regime non si renda conto dell'assoluta necessità di agire in modo da offrire all'Italia le indispensabili garanzie. E però riterrei opportuno che la S. V., pur senza pregiudicare in alcun modo il nostro atteggiamento, trovasse modo di far convenientemente intendere ad Ahmed Zogu che egli si esporrebbe a pericolose conseguenze assumendo gravi responsabilità, qualora ·la sua azione non fosse liberamente ispirata a quella riguardosa considerazione politica dei legittimi interessi italiani, che solo ci permetterebbe di non assumere un atteggiamento di assoluta ostilità e di mantenere invece con lui quei rapporti amichevoli contro i quali d'altronde non ·avremmo alcun preconcetto di carattere personale.

(l) -Cfr. p. 406 nota 2. (2) -Nota marginale di pugno di Mussolini: • telegrafare per indagini a Vienna-Berlino. M.•. (3) -I primi tre, non pubblicati e trasmessi il 6 e 7 gennaio, si riferiscono alla formazione del ministero albanese e alla questione del suo riconoscimento. Il t. gab. 31/11 del giorno 8, non pubblicato, si riferisce al progetto di Zogu di affidare ad ufficiali jugoslavi la rio~ganizzazione della gendarmeria albanese. (4) -Cfr. n. 654. (5) -Cfr. n. 660.
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IL MINISTRO A DURAZZO, DURAZZO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 46/13. Durazzo, 10 gennaio 1925, ore 17,30 (per. ore 20,35). Seguito mio telegramma Gab. n. 11 (1). È confermato che Zogu intende affidare a ufficiale nazionalità estera organiz

zazione e istruzione nuova gendarmeria ma egli ha abbandonato, a quanto si assicura, suo primo proposito di scegliere a'll'uopo ufficiali jugoslavi. Crredo che a ciò abbia contribuito questo ministro inglese che si è recato avanti ieri a Tirana.

Infatti la sera .dello stesso giorno Ahmed 'bey Zogolli espresse al colonnello inglese Stirling, che sta concretando progetto per organizzazione gendarmeria, suo desiderio di chiamare a tale uopo ufficiali inglesi, aggiungendo che per evitare difficoltà politiche egli intendeva escludere ufficiali degli stati vicini, comprendendo fra gli stati vicini anche Italia. Stirling ·si riservò dicendomi che possibilità attuare tale idea dipende in gran parte da condizioni, non solo finanziarie, che verrebbero fatte a detti ufficiaii.

Incaricato d'affari francese che fu negli scorsi giorni a Tirana, insistette da partte sua ,perchè -fossero scelti uffidali francesi. · Prego telegrafarmi se V. E. desidera che fin da ora io sollevi nostre riserve od eccezioni in vista dell'una o dell'altra eventualità.

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IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, AGLI AMBASCIATORI A WASHINGTON, CAETANI, A PARIGI, ROMANO AVEZZANA, AI MINISTRI A VIENNA, CHIARAMONTE BORDONARO, E A BUDAPEST, DURINI DI MONZA

T. GAB. RR. 23. Roma, 10 gennaio 1925, ore 24.

La graviltà della manovra borsistica tentata con propalazione attentato contro mia persona merita che ogni indagine non resti intentata per ceroare di scoprirne origini. Mentre eguali indagini vengono COl'Il!Piute in Italia essendo possibile che manovra sia partita da qui reputo necessario che anche codesto Ufficio svolga rapida oculata azione iPCr accertare quali siano stati gli agenti giornalisti-ci o bol1Sistici che si siano prestàti a questo piano.

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IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, ALL'AMBASCIATORE D'INGHILTERRA A ROMA, GRAHAM

L. P. 88. Roma, 10 gennaio 1925.

C'est avec le plus grand plaisir que j'ai reçu la Jettre (2) par laquelle Vous avez bien voulu me transmettre le message personnel de S. E.. M. Austen Chamberlain, au sujet de la satisfaisante solution de la question du Gash

L'arrangement qui vient d'etre conclu est une preuve nouvelle de l'esprit sincèrement amicai qui régit les relations entre nos deux pays: esprit dont les négociations entre le Gouverneur Général de Kartum et le Gouverneur de l'Erythrée ont été animées, et que je suis heureux de pouvoir encore une fois constater.

Je vous prie de vouloir bien renouveler à M. Chamberlain l'expression de mes sentiments personnels d'amitié et de lui faire parvenir mes remerciments sincères et coroiaux.

(l) -Cfr. p. 407 no.ta 3. (2) -Cfr. n. 632.
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IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, AL CONSOLE GENERALE A GINEVRA, SENNI

T. GAB. UU. S. P. PRECEDENZA ASSOLUTA S. N. Roma, 11 gennaio 1925, ore 1,30.

Decifri da Sè.

Per sfatare ridicole quanto infami dicerie circoli opposizione prego urgentemente V. S. prendere visione nonchè copie autentiche dossier concernente mia espulsione cotesto cantone avvenuta aprile 1904. Pregola inoltre mandarmi commenti giornali Peuple Réveil e altri dell'epoca che protestarono contro misura polizia ginevrina e pubblicarono resoconto discussione avvenuta gran consiglio su protesta deputato socialista Jean Digg. Raccomando1e discrezione e massima sollecitudine. Mandi subito funzionario portarmi incarto. Gradirò frattanto che V. S. mi mandi teUegrarfi.camente testo ordinanza espulsione (1).

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IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, AL MINISTRO A DURAZZO, DURAZZO

T. GAB. RR. 28. Roma, 12 gennaio 1925, ore 21.

Decifri Ella stessa.

Suo telegramma Gab. n. 13 (2).

Credo nello stesso interesse di Ahmed Zogu ch'egli consideri con molta considerazione inconvenienti cui darebbe 'luogo !',affidare organizzazio:ne gendarmeria albanese ad ufficiali stranieri. È fuor ili dubbio che l'Italia non potrebbe ammettere che tali ufficiali fossero jugoslavi e d'altra parte l'opinione pubblica italiana non sarebbe certo soddisfatta qualora questi ufficiali appartenessero ad altra o altre grandi potenze con esclusione dell'Italia. Sarà bene che Ahmed Zogu rifletta quanto sia pericoloso procedere per questa via dal:la quale egli non potrebbe più ritirarsi quando dovesse trov;arsi di fronte alle complicazioni intemazionali che sono inevitabili.

(l) -La minuta è di pugno di Mussolini. L'espulsione era stata motivata perchè sul passaporto scaduto di Mussolini la data del rilascio era stata illegalmente modificata da 1903 in 1905. (2) -Cfr. n. 666.
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L'AMBASCIATORE A PARIGI, ROMANO AVEZZANA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. PER CORRIERE 78/27/7. Parigi, 13 gennaio 1925 (per. U 16).

Durante il soggiorno del re dei Serbi-Croati-Sloveni a Parigi, S. M., col qualle ebbi occasione di incontrarmi ad una colazione offertagli da'l suo ministro a Parigi, mi espresse il desiderio che io gli facessi viJSita.

Ebbi così col sovrano, una conversazione nella quale Egli espresse apprezzamenti e fece dichiarazioni che credo opportuno riferire ail'E. V.

S. M. chiese la mia opinione sulla situazione interna della Francia, sp€cialmente nei riguavdi del comunismo, dicendo di non avere molta simpatia per il presente gabinetto Herriot, che considerava debole a!ll'interno e «disfattista~· per il morale dell'esercito francese.

Gli risposi che infatti la propaganda comunista aveva fatto reali progressi profittando dell'arrendevolezza a cui il Governo di Herriot era obbligato dalla importante fazione socialista della sua maggioranza. L'allarme destato da alcune recenti manifestazioni aveva indotto il Governo francese a prendere alcuni provvedimenti che erano stati diretti specialmente contro l'elemento straniero. Tali provvedimenti, 'Come pure la campagna fatta .dalla stampa di destra contro l'ingerenza dell'Internazionale di Mosca per mezzo dell'ambasciata soviettista di Parigi, sembravano di aver prodotto un certo effetto. Essi però, non erano che apparenti in quanto che da informazioni confidenziali mi risultava che lo stesso partito comunista, non ritenendosi pronto ad una azione e considerando pericoloso per i propri fini di affrettare la caduta del gabinetto Herriot, aveva dato disposizioni affinchè il movimento si proseguisse si1enzi01samente nell'ombra senza pubblici spie.gamenti di forza che potessero impaurire intempestivamente i partiti borghesi.

Ciò premesso, era pure da osservare che le condizioni della Francia fossero poco propizie, perchè il comunismo vi prendesse salde radici, per ,cui poteva considerarsi anche che vi fosse della esagerazione nei timori espressi dalla stampa conservatrice a questo riguardo. Essa se ne serviva indubbiamente anche come arma di opposizione al Governo. Inoltre 'la tattica adottata dal partito comunista, con la creazione delle cellule in un ambiente poco favorevole, era a mio parere sbagliata, non adattandosi al temperamento francese. Questi piccoli gruppi isolati mancavano di disciplina ed il partito comunista correva rischio, con la dispersione delle sue forze, di perdere anzichè aumentare ii numero dei suoi aderenti, sottraendo le masse all'azione degli organizzatori.

Il re mi intrattenne a lungo sulle questioni di San Naum e del Vermosch, dicendomi che l'opinione pubblica della Jugoslavia era molto eccitata a tale riguardo. Gli risposi che ciò dipendeva probabilmente dal fatto che la stampa del suo Paese aveva male ,presentato ai propri lettori i vantaggi ottenuti con le decisioni adottate daUa Conferenza degli Ambasciatori, decisioni che col mio appoggio e in conformità delle istruzioni di V. E. avevano tenuto nella maggiore considerazione possibile i desideri della Serbia. Così per quanto riguardava San Naum, sebbene, in seguito al giudizio .della Corte dell'Aja e della Società delle Nazioni, il convento, ,strettamente parlando fosse stato mantenuto a,H'Albania,

il resto del territorio in contestazion€ era stato attribuito alla Jugoslavia, mediante una linea di confine, in verità poco logica, appunto per non <lbbligare le truppe serb€ ad evacuare una zona che già occupavano. Questa linea strategicamente dava alla Serbia delle posizioni estremamente vantaggiose. Cosi ;pure per il Vermosch, quantunque la Commissione di delimitazione fosse stata unanime nel trovar€ ingiustificata la richiesta serba, si era venuti ad una nuova linea che assegnàva alla Jugoslavia l'intera vallata, dando all'Albania dei compensi illusori.

Mi era ben noto che all'ultimo momento !la Francia, per fargli cosa grata, specialmente durante la sua perman€nza a Parigi, aveva fatto le sue riserve per la comunicazione di tale decisione cosi al suo Governo che al Governo albanere, per abbinare le due qu€stioni, quasi che l'attdbuzione del convento di San Naum all'Albania desse diritto alla Jugoslavia di nuovi compensi nel Vermosch, mentre l'a Commissione di delimiltazione aveva espresso il parer€ che la soluzione conseguita per San Naum contenesse in se stessa un sufficiente compénso per la Jugoslavia. Io non mi ero opposto (contrariamente all'opinione dell'ambasciatore britannico), a che tale comunicazione !fosse rinviata. Ptr€gavo però S. M. di considerare bene che €ra assai difficile ottenere nuove conc€ssioni da· parte del!l.a Gran Bretagna, anche perchè a Londra prevaleva l'opinione che i recenti rivolgimenti albanesi fossero stati fomentati dalla Jugoslavia. Non vedevo poi quale speciale interesre p<>tesse rappresentare rper Ia Jugoslavia l'acquisto di altri pochi chilometri 1di territorio in zona monta·gnosa di nessun valore economico o militare.

Il re mi disse di convenire in questi apprezzamenti, ma che doveva tenere conto, per quanto riguardava il Vermòsch, dei sentimenti delle popo!laziooi montenegrine che vi attribuiscono grande importanza.

S. M. mi espresse l'opinione che l'Albania dimostrasse rempre più la sua impossibilità a costituirsi in uno Stato vitale ed ordinato e mi fece un discreto accenno all'eventualità del!la sua spartizione, anche perchè la vallata del Drin, naturale via di penetrazione dall'Adriatico nei Balcani, interessava in sommo grado la Jugoslavia nella ricerca di uno sbocco nell'Adriatico, come la vallata del Vardar e Salonicco rappresentavano lo sbocco necessario nell'Egeo.

Gli ri5\I)osi che si trattava di una questione grave, la quale iforse avrebbe dovuto essere presa in considerazione neN'avvenire dai due Governi la cui politica 'deve fermamente rimanere nella linea assunta di non prendere in Al:bania nessuna decisione che non sia previamente prestabilita in comune. Per il momento avevo l'impressione che era meglio astenersi da qualsiasi discussione sull'argomento e che occorreva di non incoraggiare l'opinione pubblica jugoslava in tale direzione, giacchè avevo ragione di ritenere, da discorsi avuti con questo ambasciatore inglese, che 'la Gran Bretagna era decisamente contraria a qualsiasi mutamento dello statu quo in Albania e che tenesse a questo riguardo gli occhi bene aperti per sventare quaisia~si tentativo di tal genere.

Il Re mi parlò anche della rottura del Trattato di alleanza con la Grecia, considerando questa nazione senza alcuna forza, almeno per mdlti anni, per cui un'alleanza rappresentava un impegno esclusivamente unilaterale. Si mostrò pure irdtato verso la Grecia per il suo p<lCO soddisfacente atteggiamento nei riguardi di Salonicco.

. 411

Avendo chiesto a S. M. se aveva concluso, durante il suo .soggiorno, qualche accordo con la Francia e se gli fossero state rfatte [pressioni per un trattato di alleanza, egli mi assicurò che non aveva neppure parlato di questo argomento e che Herriot gliene aveva soltanto fatto un accenno moLto fugace.

Il re mi disse, a questo proposito, che egli teneva soprattutto all'alleanza con l'Italia. Gli dissi che infatti l'accordo fra Jugoslavia e Italia doveva divenire un dogma nella politica dei due Stati. S. M. mi disse che tale era pure il suo pensiero e mi chiese se una tale politica era (popolare in Italia. Avendolo assicurato che il popolo italiano, dotato di cosi fine sentimento politko era ormai entrato definitivamente .in questo ordine di idee, il re mi espresse ripetutamente la \SUa soddisfazione per questa mia dichiarazione, dicendomi di considerarla come fondamentale per la politica della Serbia.

Infine, S. M. mi accennò al suo desiderio di contrarre un prestito in Ita[ia per la costruzione delle ferrovie e mi chiese se il R. Governo era ben disposto su questo argomento. Gli risposi che certamèllte le intenzioni del .governo italiano erano favorevoli e che si trattava soltanto di esaminare la possibi:li1là della esportazione di capitali dall'Itailia all'estero per le sue ripercussioni sul cambio.

Questi sono stati i punti salienti della conversazione.

In occasione poi della venuta del ministro De Stefani a Parigi, gli ho fatto menzione di questa parte del discorso del re Alessandro. S. E. De Stelfani non si mostrò contrario, in principio, ma eccepì la stessa osservazione dell'effetto che potrebbe avere sU'lla valuta la esportazione di capttali; aggiunse però che parte di questa difficoltà poteva essere sormontata qualora il prestito, in tutto

o in gran parte fosse impiegato per l'acquisto di materiale costruito in Italia.

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IL MINISTRO BODRERO AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

R. RR. P. 153 G. Venezia, 13 gennaio 1925. li re Alessandro, di ritorno da Parigi, si è intrattenuto a Venezia alcuni giorni insieme ·con S. M. la regina. Nelle lunghe conversazioni scambiate con Lui, ho avuto l'opportunità di conoscere l'impressione riportata dai colloqui che S. M. ha avuto colà con varie personaflità politiche. S. M. non ha potuto vedere Herriot, costretto in camera, malgrado che il primo ministro francese avesse manifestato il desiderio di intrattenersi col sovrano. Portavoce del presidente francese fu il maresciallo Foch il quale ha rtpetuto al re le rimostranze già fatte ·a Nincich da Herriot a proposito di quello che i francesi chiamano «cambiamento della politica serba verso la Francia, fedele alleata, a profitto dell'Italia». Il re ha definito «apprensione» lo stato d'animo della Francia a tale riguardo. Non v'ha dubbio che la suscettibilità della Francia è vivamente sensibile a questo stato di cose, se per ben due volte re Alessandro è to.rnato su questo argomento «Et bien; je veux Vous dire tout »: ha soggiunto i[ re.

E mi ha detto che già nel colloquio avuto con Nincich Herriot aveva espresso in modo abbastanza vivace il risentimento francese e non aveva mancato di

accennare che l'Italia aveva ottenuto « il più grande successo politico » ·con Fiume e l'alleanza jugoslava. Nincic cosi attaccato (è l'espressione del sovrano) si difese dicendo che nessun mutamento era avvenuto ne1la politica jugoslava verso la Francia, che anzi ·la Francia, alleata dell'Italia, avrebbe dovuto mostrarsi soddisfatta del nuovo indirizzo di politica tra l'Italia e la Jugoslavia. L'alleanza « sempre più intima » tra i due paesi sarebbe guarentigia sicura della pace dei Balcani e il mondo non avrebbe che a c01rnpiacersi pel tfatto che un motivo di complicazioni fosse effettivamente scomparso.

S. M. rinnovò al maresciallo Foch le stesse considerazioni tfatte da Nincic. La Francia (preoccupata della sua situazione interna non sembrò cosi sensibile a proposito degli avvenimenti in Albania; ma il sovrano potè constatare che non così era per l'Inghilterra. Infatti, da un colloquio da lui avuto con l'ambasciatore d'Inghilterra a Parigi, lord Crewe, questi dopo essersi intrattenuto sulla politica generale, gli chiese ad un tratto «che cosa fute in Albania? Sappiate che l'Inghilterra e 1'America hanno colà interessi che non possono essere misconosciuti e che esse non permetterebbero un mutamento dello statu quo in quel paese che ha diritto di esisteii'e come ogni altro stato balcanico (sic) ».

Su di che S. M. dichiarò a lord Crewe che le inquietudini dell'Inghilterra non avevano ragione di essere perchè la Jugoslavia nelle questioni albanesi è nella più perfetta intesa con l'Italia e non persegue alcun obbiettivo che !POSsa costituire una minaccia agli interessi di quei paesi e che l'Italia e la Jugosl'avia desiderano una Albania indilpendente, ma con un governo stabile in modo da non essere causa di possibili complicazioni.

Il re mi ha espresso la sua viva soddisfazione per il lungo colloquio che ebbe a Parigi col barone Romano Avezzana, verso il quale si è espresso con me in termini di grande ammirazione e !simpatia.

Nella conversazione, durata oltre un'ora e mezza, S. M. ebbe modo di scambiare col nostro ambasciatore le impressioni sulla situazione interna francese «che il barone Romano gli aveva molto chiaramente esposto » e che tl Re aveva potuto constatare «incerta e pericolosa » sopra tutto a causa della debolezza di Herriot che si lascia «prendere troppo la mano» dagli estremisti di sinistra. Il re Alessandro mi ICitava, come sintomo della malferma situazione, la indffidpltina degli equipaggi della marina rfrancese. Egli mi ha raccontato di aver saputo che i marinai sulle navi repubblicane passavano fumando con aria spavalda davanti agli ufficiali e agli stessi ammiragli. « E, mi ha detto, voi sapete che i marinai sono i primi nelle rivoluzioni».

Veneilldo a parlare più davvi:cino delle questioni che ICi interessano, il re mi ha nuovamente ripetuto quali siano i •capisaldi sui quali è fondata ormai Ila politica estera del Regno S.C.S., riassumendoli in questi termini:

l) intima reciproca intesa con l'Italia; 2) •tendere verso l'Egeo. Su questo punto il sovrano è stato anche più esplicito di Nincic; egli accennò, sorridendo e senz'altro, a Salonicco;

3) di mostrare all'Europa e specialmente alle potenze che hanno veduto con un certo senso di rammarico questo nuovo orientamento, e cogliendo ogni occasione, anche di poca entità, la nostra unione politica, mantenendo, a mezzo di frequenti contatti e scambi fra i governanti dei due paesi, intatte le direttive risolvendo di mutuo a-ccordo tutte le questioni che potessero sorgere.

Ho subito accennato alla questione albanese. Il sovrano ha convenuto che il contegno dell'Italia è stato veramente amichevole e mi ha assicurato che insisterà (presso Nincic perchè dei suoi intendimenti tsiano rese bene edotte non solo la legazione jugoslava a Tirana ma altresì le altre autorità consolari. Egli mi ha [però accennato al fatto che dobbiamo attenderci che Ahmed Zogolli si rivolga, quando già non lo abbia fatto, ad altre potenze, ed ha più specialmente accennato all'Inghilterra.

Ad ogni modo, sia per il rkonosciment~ del nuovo Governo che nell'eventualità che siano chiesti od impiegati ufficiali per la gendarmeria, egli spontaneamente (perchè io avevo istruzioni di non entrare in dettagli) mi ha dichiarato:

l) per quanto riguanda il riconoscimento avrelbbe risposto che Belgrado doveva intendersi prima con Roma; 2) quanto agli ufficiali della gendarmeria (qualora le due potenze fossero concordi nello assecondare tale domanda) il re, ad evitare che vi siano destinati ufficiali di altre nazionalità, proporrebbe che si ripartissero equamente fra i nostri due paesi.

Ho riportato l'impressione che, sia sul sovrano che sopra Nincic, vennero effettivamente fatte gravi pressioni nel senso di consigliarl'i a rallentare i vincoli che la Jugoslavia ha contratti con l'Italia e nulla si è lasciato ìdi intentato. Su questo punto le informazioni di codesto ministero opportunamente e riser:. vatamente segnalatemi, erano perfette.

Ho però anche la convinzione che tali tentativi siano rimasti senza successo. L'ultimo discorso del presidente (1), la nuova fase degli avvenimenti in Italia, tsui quali il re ha mostrato di essere molto al corrente e di averne apprezzata la portata, lo hanno scosso. Egli ritorna in Jugoslavia entusiasta del nostro paese e -non posso tacerlo -molto preoccupato dell'andamento degli affari in Francia.

In fondo questo suo viaggio ci ha giovato.

Egli si è ·espresso in termini calorosi verso il presidente del consiglio e mi ha confessato che a Parigi avevano trovato modo di rappresentargli la nostra situazione interna a colori molto foschi, awunto per farlo deviare dalla linea che egli si è imposta, e che vuole sia confermata a V. E. personalmente assicurandola interamente sulle sue intenzioni e su quelle del suo governo.

Circa i lavori della conferenza di Venezia, mi ha promesso di interessarsi presso Nindc (che vedrà a Bled dove lo ha 'chiamato e dove S. M. si tratterrà qualche giorno) perchè non si ritorni sul già fatto (cosa che, come ho già detto in altra mia comunicazione, è improbabile malgrado gli ostacoli che i ministri tecnici vorrebbero frapporre) e perchè si ricominci al più presto (ho citato la data del 20 datami da Rybarz) con spirito assolutamente conciliativo e con animo di dare all'Italia la prova «palpabile » di quelle intenzioni di risolvere le questioni di comune accordo, alle quali egli ha !Più volte nei suoi discwsi accennato. Dettagli di tutto •quanto [precede darò a voce al mio arrivo a Roma.

V. -E. sa quale sia la influenza che il sovrano esercita in tutte le questioni di poHtica estera e ·comprenderà •quale importanza e quale pe:so abbiano le dichiarazioni che egli mi ha fatto e che ha voluto io riportassi il più fedelmente possibile all'E. V.
(l) -Il discorso di Mussolini del 3 gennaio.
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IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA

T. 408. Roma, 14 gennaio 1925, ore 2,15.

Campagna denigratoria della stampa straniera tende influire dannos,amente sull'economia del paese. Anche il movimento forestieri risulta in notevole decrescenza malgll'ado anno Santo. Prego V. E. volere smentire o rettificare le notizie palesemente false che apparissero in codesta stampa e valersi opportunamente dei rapporti colla stampa stessa per frenare la diffusione di esse. Vita del paese assolutamente normale e forestieri che vengono visitare l'Italia godono della più ampia libertà e tranquillità (1).

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IL MINISTRO A DURAZZO, DURAZZO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T.GAB. 72/22. Durazzo, 15 gennaio 1925, ore 0,15 (per. ore 12,15).

Ahmed bey Zogolli mi aveva fatto ieri sapere per mezzo Prefetto Durazzo suo desiderio rendermi visita che mi ha fatto oggi a Tirana. Ebbi ·con lui lungo colloquio al quale assistette anche Sola e sul quale !riferirò dettagliatamente con rapporto che presenterò io stesso a Roma. Da tutte le dichiarazioni di Ahmed bey Zogolli apparve 1sua preoccupazione 1per nostra attitudine di riserva e suo vivo desiderio venell'ci incontro con ogni mezzo per attenuare mediocremente [sic]

-o eliminarla. Egli ha mostrato di comprendere che il farlo è nel suo precipuo inte~ resse. A parte conferma sua dichiarazione ma esplicita [sic] circa sua ferma intenzione di mantenere •con noi rapporti leali e amichevoli e di volere dare di ciò la migliore prova occorrendo fatti, merita di essere posto in rilievo: l) che egli ha detto riconoscere nostra prevalenza interesse economico in Albania e favorirlo; 2) 'come prima prova concreta di tale sua attitudine, egli 1Si id~chiaJ."a pronto intendersi 1subito <Circa la ratLfica del trattato di •commercio italo-alhanese. Egli desidera però ottenere prima adeguati ·chiarimenti <Circa portata art. 10 che, secondo quanto siamo rimasti d'intesa, Sola gli ,fornirà quanto prima sulla base elementi inviati a suo tempo da codesto ministero a questa legazione; 3) che egli ha detto di non aver preso ancora alcuna decisione circa ufficiali esteri da chiamare per riorganizzazione gendarmeria e che in ogni caso prima di farlo egli si ·consulterà con noi.

Il testo di entrambi i tell., non rinvenuti nell'archivio del ministero, è quello conservato nell'archivio dell'ambasciata di Londra.

27 -Doc11menti diplomatici . Serie VII · :Vol. III.

(l) -Analogo t. 521 (trasmesso da Roma il 17 gennaio alle 14,30) con istruzioni di smentire eventuali nuove notizie catastrofiche sulla situazione italiana.
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IL CONSOLE GENERALE A NIZZA, LEBRECHT, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. (P. R.) 35/299/8. Nizza, 15 gennaio 1925, ore 14 (per. ore 17,45).

Secondo le apparenze ed una diceria movimento ,garibaldino, dietro istruzioni giunte Roma in seguito restrizioni rigorose R. Governo, segnerebbe attualmente un momento di sosta. Non di meno secondo confidenze di singoli interessati il Colonnello Ricciotti avrebbe invece impartito ordini diversi suoi adffi"enti «tenersi pronti con i passaporti in regola», a partire a piccoli gruppi da un momento all'altro. Comunico ambasciata Parigi. Seguirà rapporto (1).

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IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, AL CONSOLE GENERALE A NEW YORK, AXERIO

T. GAB. (P. R.) 11. Roma, 16 gennaio 1925, ore 12,30.

Ricevo notizie ,che taluni ,giornali locali pubblicano articoli Nitti e Ferrero contenenti notizie e apprezzamenti catastrofici. Voglia ,cablarmi testo suddetti articoli (2).

677

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, AL CONSOLE GENERALE A ZURIGO, MILAZZO

T. GAB. (P. R.) 12. Roma, 16 gennOJio 1925, ore 13,30.

Ministro Interno invierà costì a:bile funzionario P. S. per sorvegliare mosse Nitti. Sembra che Zurigo e entourage Nitti costituiscano centro campagna disfattista. Prego dare tutte agevolazioni possibili (2).

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L'AMBASCIATORE DELL'U.R.S.S. A ROMA, JURENEV, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

L. P. Roma, 19 1f1ennaio 1925.

Mi permetto, giovando [sic] dell'atmosfera di amicizia nella quale si sono stabiliti e si svolgono i ,rapporti fra l'Italia e l'Unione R.S.S., di volgere la Sua attenzione su d'un fatto che impressionò vivamente la pubblica opinione del mio paese e che -lo dirò con tutta franchezza -rattristò il mio Governo.

Nel Suo discorso parlamentare del 3 corrente Ella s'era degnata di dire: «Veramente c'è stata una Ceka. in Rus'Sia che ha giustiziato senza pro•cesso. dalle 150 alle 160 mila persone».

M'è lontano ogni 1pensiero d'intravedere in queste Sue parole il !Sintomo di cambiamento dei rapporti fra l'Ita'lia e l'U.R.S.S.; sono piuttosto incline di vedervi il risultato di quet 1sistema d'informazioni storpiate che i nostri avversari forniscono continuamente all'Europa. Però mi sia !Permesso ~erare che Ella vorrà ammettere che nella medesima misura in cui l'opinione italiana tiene a salvaguardare il buon nome dell'Italia all'estero, così anche nel paese mio sono molto sensibili alle dichiarazioni autorevoli di S. E., soprattutto quando esse esprimono un apprezzamento delle nostre istituzioni.

Nell'ambito di reciproca benevolenza nel quale si svolgono i rapporti fra l'Italia e l'U.R.S.S. mi permetto di sperare che Ella vorrà giustamente apprezzare le alte considerazioni che mi hanno suggerito questa mia.

(l) -Non pubblicato. Ma cfr. le lettere in data Parigi 4 e 5 maggio 1925 inviate dal conte Renzo Pellati, delegato italiano per i Fasci in Francia, a Roma, a Bastianì.tii SegretarioGenerale dei Fasci all'estero (e trasmesse in copia dallo stesso Pellati a Paulucci' de' Calboli ~rone), con notizie di progettato tentativo insurrezionale in Italia. E cfr. anche, già prima. il rapporto riservato 302 di Lebrecht in data 5 dicembre 1924'. (2) -La minuta è di pugno di Mussolini.
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IL REGGENTE LA LEGAZIONE A DURAZZO, SOLA (1), AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLlNI

T. GAB. 94/25. Durazzo, 20 gennaio 1925, ore 21 (per. ore 24).

Ahmed bey Zogolli mi ha chiesto esplicitamente .se dopo il voto di fiducia accordatagli dal ..... (2) il R. Governo si sarebbe mostrato disposto a riconoscere ufficialmente il nuovo ordine di ·cose in Al!bania. Gli ho riS!Posto che non avevo istruzioni in merito. Egli ha insistito dicendomi che sarebbe stato a·ssai sensibile al nostro riconoscimento uftì:ciale augurandosi anche che esso avesse potuto precedere quello degli altri paesi. Mi sono limitato a rispondere che avrei riferito a V. E. le sue parole. È mia impressione che Ahmed bey Zogolli farà subito comunicare a tutte le rappresentanze estere in Albania la formazione del nuovo governo. Ad ogni buon fine richiamo l'attenzione di V. E. sull'eventuale significato che in ordine al riconoscimento avrebbe lo scambio di note circa i chiarimenti al n. 10 del trattato di commerdo.

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L'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. RR. (P. R.) 58/57. Londra, 22 gennaio 1925, ore 1,50 (per. ore 7,45).

Telegrammi di V. E. 408 e 521 (3).

Dalla pil'ecedente corrispondenza V. E. avrà rilevato come R. Ambasciata s:ia in continuo contatto coi circoli competenti per smentire notizie false e convincere circa tranquillità paese e solidità Governo Nazionale. Ella avrà anche potuto constatare come attività della R. Ambasciata non sia restata senza ri

sultato. Stampa liberale e radicale benchè non si dimostri favorevole per nota pregi:udiziale di partito, pure ha accolto rettifica ed ha tenuto conto dei dati di fatto fornitile. Così lo stesso Manchester Guardian ha rettificato notizia circa disordini in diverse Provincie d'Italia e ha affermato che paese è tranquillo.

Daily .Mail e Morni.ng Post con articoli editoriali fanno una vera e propria campagna .in favore dell'Italia e del suo governo. Hanno protestato vivacemente per apprezzamenti a noi sfavorevoli fatti da uomini politici e da giornali e non lasciano sfuggire occasione per ristabilire verità. Ultimamente hanno efficacemente insistito sulla tranquiHità che regna in Italia incoraggiando inglesi a recarsi a Roma anche in vista Anno Santo.

Morning Post ha fatto anche una difesa ad olbranza del progetto di legge italiano circa società segrete spiegando dettagliatamente profonda differenza che corre fra massoneria italiana e inglese. Ciò è stato di estrema utilità perchè qui moltissimi sono gli iscritti alla Massoneria le cui cariche più elevate sono tenute da membri della Famiglia Reale. Contemporaneamente non ho mancato agire anche presso circoli finanziari servendomi anche degli Istituti di Credito italiani che hanno qui loro sedi. Di questa mia azione ho fatto cenno con mio telegr. 40 (1). Tuttavia debbo segnalare che sebbene stamane nella City e nei circoli giornalistici e politici non sia consa nessuna voce allarmistic.a sulla situazione italiana, pure nostro cambio si è di nuovo inasprito. Secondo informazioni dei nostri Istituti bancari, inasprimento sarebbe dovuto questa volta a gruppi di speculatori che è difficile individuare sia pure rispetto suo centro di azione. Per giudicare però con esattezza quanto accade alla borsa bisogna considerare questo inasprimento che appare assai elevato e sottrarre quella parte assai considerevole che va attribuita al miglioramento sterlina che aumenta ogni giorno di valore per sua propria virtù tendendo a raggiungere valore oro. Superfluo aggiungere che continuo adoperarmi con tutti i mezzi di cui dispongo per agire secondo indicazioni di V. E.

(l) -Sola fu incaricato di reggere la Legazione a Durazzo dal 16 gennaio al 25 febbraio 1925. (2) -Gruppo indecifrato: • L'Assemblea costituente?. (3) -Cfr. n. 673. Il tel. 521, tnasmesso il 17 gennaio. e non pubblicato, dava istruzione di smentire le notizie pessimistiche sulla situazione interna italiana.
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IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI AD INTERIM ALBANESE, AHMED ZOGU, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 101. Tirana, 22 gennaio 1925, ore 11,15 (per. ore 17,20).

Je remp'lis un des premiers devoirs en portant à la connaissance de V. E. que le Gouvernement auquel j'ai l'honneur de présider s'est présenté devant l'Assemblée constituante et a obtenu à l'unanimité le vote de confiance. D'autre part l'Assemblée constituante vient d'adopter pour l'état albanais ·comme régime définitif la république dont la forme sera ultérieurement déterminée. En assumant la direction des affaires publiques de la Albanie un de mes principaux soucis est d'établir dans le pays une administration capable de satisfaire aux besoins des temps modernes et d'y inaugurer une période de durable stabilité

politique. Pour parvenir à ces buts qui surement constituent de solides éléments pour la paix dans les Balcans je me permettrai de compte·r sur les sentiments de bienveillance et l'assistance morale du Gouvernemerrt italien qui a si efficacement contribué à l'acquisition de l'indépendence albanaise. Je me fais un très vif plaisir de signaler à V. E. que je m'emploirai par tous les moyens à raffermir davantage les relations d'amitié avec les puissances et à ·cultiver ces rapports de bon voisinage avec les états limitrophes.

Je m'empresse de saisir cette première occasion, etc.

(l) Del 17 gennaio, con cui Della Torretta dava notizia della azione da lui svolta pressogli ambienti finanziari e giornalistici londinesi in favore del cambio italiano.

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L'AMBASCIATORE A PARIGI, ROMANO AVEZZANA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. 271/46. Parigi, 23 gennaio 1925, ore 15 (per. ore 3 del 24). Parlando con Herriot dello sgombero della zona di Colonia gli ho domandato quali fossero le reali intenzioni del Governo francese a questo riguardo. Contrariamente all'opinione espressa da Cambon, Herriot mi ha detto che mentre egli intendeva lasciare la Ruhr considerando la sua occupazione come una causa di debolezza militare per la Francia, era ben deciso invece a mantenere l'occupazione di Colonia. Il mancato disarmo della Germania, lo spirito di rivincita che si andava in essa rafforzando, la mancata garanzia dell'Inghilterra e dell'America ed il probabile rigetto del protocollo di Ginevra da parte dell'Inghilterra, obbligavano la Francia a premunirsi da sola contro la eventualità di un ritorno offensivo tedesco. Egli era perciò fermo nella risoluzione di mantenere l'occupazione avendo la responsabilità della sicurezza della Francia e qualora la sua maggioranza non lo avesse seguito era pronto a rassegnare le sue dimissioni dal Governo. Avendogli io chiesto quale era l'atteggiamento dell'Inghilterra al riguardo, Herriot mi ha risposto sperare di convincerla. Questo ambasciatore del Belgio mi ha detto che probabilmente anche il suo Governo si sarebbe pronunciato in favore del mantenimento dell'occupazione. Nel corso della conversazione su questo argomento, facendomi il quadro del pericolo che si addensava dalla parte della Germania e per provarmi che l'Italia non poteva rimanervi indifferente, Herriot mi ha detto che secondo le sue informazioni si andava preparando una ·crisi che avrebbe posto a breve scadenza la questione dell'annessione dell'Austria alla Germania, annessione che a suo giudizio gli pareva inevitabile. A questo proposito informo V. E. che parlando tempo fa con Briand, questi mi disse che la Germania aveva fatto dei sondaggi per av·ere mani lilbere verso l'Austria e per la rettifica della sua frontiera originale [sic] verso Polonia. Briand ne traeva come ·conseguenza la necessità di costituire un fronte unico tra Inghilterra, Francia ed Italia per riconoscere •come frontiera comune così

quella francese che quella italiana. Era •questo il conc·etto da lui .svolto a Cannes, ma in quell'epoca Lloyd George non aveva voluto impegnarsi che per la fron

tiera francese, ritenendo che una estensione dei suoi impegni lo avrebbe obbligato a garantire anche la frontiera polacca, ciò che non era disposto a fare. Briand riteneva che forse l'attuale Governo inglese sarebbe stato più jproclive a prendere in considerazione anche la frontiera italiana.

683

IL REGGENTE LA LEGAZIONE A DURAZZO, SOLA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 108/34. Durazzo, 24 gennaio 1925, ore 13 (per. ore 17,30).

Miei telegrammi nn. 29 e 32 (1).

Incaricato d'affari jugoslavo mi ha fatto intendere aver ricevuto istruzioni da Belgrado di sospendere invio risposta nota con ·cui Ahmed bey Zogolli ha partedpato sua assunzione Governo, e cioè sino a che R. Governo non abbia preso una decisione in merito. Detto incaricato d'affari ha creduto tuttavia esprimermi sua speranza che risposta italiana e jugoslava non siano troppo lungamente procrastinate.

684

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, ALL'INCARICATO D'AFFARI, A BELGRADO, BARBARICH

T. GAB. 42. Roma, 24 gennaio 1925, ore 24.

Ahmed bey Zogu mi ha diretto un telegramma (2) per parteciparmi ultime deliberazioni assemblea costituente albanese.

Le invio a parte testo suddetto telegramma, nonchè testo della rispo,s.ta (3) che spedirò lunedì sera. Prego daa-subito comunicazione di tali documenti a Nincic aggiungendogli che mi riservo ogni definitiva decisione in base atteggiamento che verrà preso da Ahmed Zogu. Fo ritornare costì Bodrero perchè egli possa dettagliatamente informare Nincich del mio pensiero sulla situazione albanese nei riguardi dei rapporti tra l'Italia e la Jugoslavia ( 4).

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L'AMBASCIATORE A PARIGI, ROMANO AVEZZANA, AL PRESIDENTE DEL CONSlGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. PER CORRIERE 313/50/l3D. Parigi, 24 gennaio 1925 (per. il 26).

Questo ambasciatore di Germania, parlandomi della questione di Colonia e del prossimo invio del rapporto definitivo della Commissione di controllo militare alla Conferenza degli Ambasciatori, mi ha detto che il suo Governo teneva

specialmente a che il detto rapporto fosse pubblicato integralmente. Il Governo tedesco riteneva infatti, trovandosi nella posizione di un accusato sottoposto a giudizio, che l'qpinione pubblica mondiale potesse apprezzare imparzialmente tutto quanto era stato eseguito dalla Germania in materia di disarmo, ed in tal modo evitare che fossero poste in luce soltanto le sue manchevolezze dettate sovente da ragioni superiori alla volontà del Governo tedesco.

Riferendomi al mio telegramma n. 46 (l) coi quale informavo V. E. di quanto mi aveva detto Herriot sui suoi intendimenti nei dguardi dell'evacuazione di Colonia, è da attendersi che il presidente del consiglio francese ne faccia oggetto di dichiarazioni al Parlamento durante l'importante dibattito sulla politica estera che si sta svolgendo alla Camera e precisamente quando verrà sul tappeto (forse lunedì prossimo) la questione della sicurezza.

Riguardo a questa stessa questione di Colonia, secondo quanto mi ha detto Cambon, l'Inghilterra si preparava a fare una proposta sulla quale sperava di poter ,raggiungere l'accordo con la Francia. Egli teneva questa notizia da Lord Crewe il quale però non gli aveva specificato in che cosa potesse consistere la proposta inglese.

Questa questione di Colonia è destinata, mi ,sembra, a ricondurre all'attualità tutta la questione della sicurezza così da parte inglese che da parte tedesca", ·come traspare anche dalle intenzioni che si attribuiscono dalla stampa al gabinetto Luther.

Mi permetto attirare nuovamente l'attenzione di V. E. Sl\llle allusioni che così Briand che Herriot mi hanno fatto nei riguardi dell'Austria. L'insieme della situaz-:.one potrebbe prestarsi a comlbinazioni dalle quali potremmo essere esclusi e di cui potrebbe far le spese la questione austriaca.

(l) -Tel. gab. n. 99/29, trasmesso il 21 gennaio alle ore 21,30 e pervenuto alle 24 dello stesso giorno, e tel. n. 107/32, trasmesso il 23 gennaio alle ore 22,30 e pervenuto alle 0,30 del 24, non pubblicati. ambedue relativi alla formazione da parte di Ahmed Zogu del nuovo Governo albanese e all'atteggiamento da assumere nei confronti di esso. (2) -Cfr. n. 681. (3) -Cfr. n. 687. (4) -Il telegramma fu trasmesso anche a Durazzo in pari data con tel. gab. 43.
686

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, AL REGGENTE LA LEGAZIONE A DURAZZO, SOLA

T. GAB. 46. Roma, 25 gennaio 1925, ore 1.

Suoi telegrammi Gab. n. 25 (2) e 29 (3). Conviene ohe V. S. continui per il momento a mantenere atte,ggiamento di riserva nei riguardi del Governo di Ahmed Zogu.

AvvertoLa ·per altro per sua riservata norma ·che Ekrem Bey Libohova in seguito largo scambio d'idee avuto questi giorni col segretario generale di questo ministero circa attuale situazione albanese nei riguardi dell'Italia, ha potuto rendersi conto dei nostri fermi intendimenti.

Egli si reca subito costà allo scopo di esplicare per mezzo del fratello Mufid

Bey, un'azione tendente ad ottenere che il Governo albanese mantenga, con

prove immediate e tangibili, favorevoli dichiarazioni fatte da Ahmed Zogu al

marchese Durazzo specialmente in ordine al riconoscimento dei nostri prevalenti

interessi economici in Albania. Sarà bene che intanto V. S. trovi modo opportuno

di prevenire confidenzialmente Mufid Bey che suo fratello giungerà costà ventisette co11rente, latore di importanti comunicazioni.

Elia è autorizzata a trasmettere a questo ministero le comunicazioni telegrafiche che Ekrem Bey avl!'à presumibilmente necessità di farmi durante la sua permanenza in Albania e di fornirgli, ove V. S. :ne fosse dchiesta, sulla base degli elementi risultanti, presso la R. legazione, tutti quei chiarimenti in merito a questioni di ordine economico che potessero essergli utili per il miglior esito delle conversazioni che Ekrem Bey avrà a Tirana anche su tali argomenti.

(l) -Cfr. n. 682. (2) -Cfr. n. 679. (3) -Cfr. p. 420 nota l.
687

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI AD INTERIM ALBANESE, AHMED ZOGU

T. GAB. 51. Roma, 26 gennaio 1925, ore 23.

Ho l'onore di accusare ricevuta del telegramma (l) col quale V. E. si compiace di portare a mia conoscenza le deliberazioni prese da codesta onorevole assemblea costituente.

Nel prendere atto delle dichiarazioni fatte da V. E. e degli intendimenti manifestati, mi auguro sinceramente che l'azione di governo di V. E. possa assicurarle l'amichevole assistenza dell'Italia, la quale intende continuare a spiegare ogni possibile efficace azione per un proficuo consolidamento dell'indipendenza albanese nell'interesse dei due paesi.

Colgo l'opportunità per esprimerle i sentimenti della mia più alta considerazione (2).

688

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGU ESTERI, MUSSOUNI, ALL'AMBASCIATORE A PARIGI, ROMANO AVEZZANA

T. PRECEDENZA ASSOLUTA 243. Roma, 26 gennaio 1925.

Col Suo telegramma n. 45 (3) del 22 gennaio corrente, V. E. mi informava che il sig. Herriot aveva espresso il desiderio di rimandare Ia trattazione della nostra questione nei riguardi di Tangeri a dopo il voto del bilancio degli esteri aggiungendo di non annettervi per suo conto grande importanza. Ma già nel frattempo il 17 gennaio le ambasciate di F,rancia, Spagna e Inghilterra avevano con le note verbali (4) identiche sollecitato nuovamente la nostra adesione alla Convenzione del 18 dicembre (5).

Ieri poi -25 gennaio -questa ambasciata di Francia inviava d'urgenza altra nota verbale (6), in cui, riferendosi alla precedente del 17 gennaio, infor

mava che i consoli di F·rancia, Inghilter•ra, Spagna, Belgio e Olanda a Tangeri hanno fissato per il 27 gennaio la prima riunione del Comitato di Controllo istituito dalla Convenzione suddetta per procedere alla designazione del Presidente e del Contabile del Comitato stesso, ed entrare in rap!Porto con gli amministratori designati dai Governi francese, britannico e .spagnuolo. La nota aggiunge che il Governo francese sarebbe particola•rmente lieto se il R. Governo desse la sua adesione alla Convenzione di Parigi, allo scopo di permettere al rappresentante dell'Italia di partecipare alla suddetta riunione.

Data la conversazione di V. E. con Herriot devo dare a questa nota soltanto un valore di comunicazione formale non essendo poss~bile che costì si abbia l'illusione che noi potremmo compromettere la nostra attuale situazione giurid~ca e diplomatica di fronte al nuovo Statuto di Tangeri partecipando in qualsiasi forma alla riunione del Comitato di Controllo.

Prego V. E. intrattenere con la massima urgenza Herriot di quanto precede, eSfPonendogli che queste continue sollecitazioni che ci vengono rivolte, ci costringono ad affrettare una conclusione cir·ca la possibilità o meno di una soluzione amichevole della questione. V. E. vorrà fargli presente che noi non abbiamo finora dato alcuna risposta alle varie notificazioni dei tre Governi per non complicare con un nostro preciso rifiuto, -il quale allo stato delle cose è la logica e necessaria conseguenza della posizione da noi assunta -, la situazione \fiplomatica della questione ·che desidereremmo tuttora risolvere amichevolmente.

Qualora ciò dovesse essere escluso. è bene che costi si sappia fin d'ora che noi dovremmo confermare formalmente, che data la nostra esclusione dalla Conferenza di Parigi, non possiamo aderire al nuovo Statuto di Tangeri e dovremmo rispondere ufficialmente in tal senso ai tre Govern.i, mettendo in chiaro il nostro punto di vista e i fondati motivi che lo 1giustificano (1).

(l) -Cfr. n. 681. (2) -Il telegramma fu trasmesso anche a Belgrado con tel. gab. n. 45 e a Durazzo con tel. gab. n. 49. (3) -Tel n. 272/45, trasmesso U 22 gennaio alle ore 23,15, non pubblicato. Analogo puntodi vista sostenne Herric.t anche per la questione tunisina (t. gab. 103/44, da Parigi in pari data). Mussolini aveva sollecitato la ripresa delle trattative a Parigi con t. gab. rr. p. 37, del 18 gennaio, ore 0,30. (4) -Non pubblicate. (5) -Dell'anno 1923. (6) -Non pubblicata.
689

L'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 118/64. Londra, 27 gennaio 1925, ore 2,35 (per. ore 5).

Radicale Daily News ha pubblicato stamani articolo sulla situazione interna italiana. Articolo non è firmato ma è preceduto dalla indicazione di essere dovuto ad inglese di ritorno dall'Italia e profondo conoscitore delle ·COse italiane.

Articolo reca solite affermazioni sulle limitazioni di libertà ecc.; e fa alcuni accenni sull'atteggiamento della Corona nei riguardi del Governo nazionale attri

« Noi non abbiamo infatti risposto finora alle varie notificazioni ufficiali dei tre Governi per sollecitare la nostra adesione allo Statuto di Tangeri, perché le conversazioni qui avute con Barrère, Briand ed il sig. Besnard lasciavano sperare nella possibilità di una soluzione amichevole della questione, ciò che pareva confermato dalle ultime comunicazioni del R. Ambasciatore a Parigi circa i suoi colloqui col sig. Herriot. In tali condizioni ci saremmo messi dal lato del torto complicando con un nostro formale rifiuto (il quale allo stato delle cose è la logica e necessaria conseguenza della posizione da noi assunta) la situazione diplomatica della questione che desidereremmo tuttora di risolvere amichevolmente».

L'appunto reca la nota marginale di pugno di Mussolini: • Non se n'é parlato con Besnard. M. ».

buendo opposte direzioni e simrpatie politiche al nostro sovrano ed al principe ereditario.

Ho subito fatto venire all'ambasciata redattore giornale cui ho vibratamente fatto rilevare grave scorrettezza commessa suo giornale nel pubblicare accenni ed apprezzamenti sulla nostra casa regnante innestandoli in un quadro partigiano ed errato di tutta la nostra situazione interna.

Nella viva discussione redattore ha cercato sostenere fondamento notizie pubbiLcate circa situazione interna affermando esattezza informazioni ricevute. Mie contrarie e vivaci asserzioni non hanno valso a modificare suo apprezzamento dovuto soprattutto a pregiudiziali di partito. Invece egli ha riconosciuto tutto il valore delle mie proteste per quanto riguarda accenni alla Corona facendo ripetute dichiarazioni di rincrescimento.

Agisco presso Foreign Office.

(l) Cfr. sullo stesso problema e con gli stessi argomenti, un appunto in pari data dell'ufficio V della Direzione Generale Europa Levante. Nell'appunto è detto anche:

690

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, DELLA TORRETTA, E A PARIGI, ROMANO AVEZZANA

T. 256. Roma, 27 gennaio 1925, ore L'i. Poichè codesto Governo concorda ormai nella tesi sempre da noi sostenuta circa la convenienza di dare alle rappresentanze dirplomatiche alleate in Turchia rango di ambasciata e sede a Costantinopoli, e sono risultate infondate le voci del richiamo da Costantinopoli del rappresentante del ministero esteri turco, sembra che non possa esservi pii! alcuna difficoltà ad un regolamento della questione. Riuscirebbe ormai incomprensibile il differire ancora il ripristino di rela

zioni diplomatiche completamente normali colla Turchia, per noi specialmente utili in considerazione delle nostre numerose colonie.

V. E. vorrà pertanto informare codesto Governo ,che il R. Governo giudica conveniente non tardare rpiù oltre a comunicare al Governo turco il prorprio intendimento di conferire al réliPPresentante italiano in Tur,chia qualità e rango di ambasciatore, accettando analoga qualità e rango del rappresentante turco in Italia.

Il R. Governo si propone di comunicare al contempo al Governo turco che intende far rimanere a Costantinopoli la sede della R. Ambasciata la quale provvederà ,coll'invio ad Angora di !funzionari da essa direttamente dipendenti ad assicurare il necessario collegamento colle amministrazioni della capitale turca.

Nel portare quanto precede a conoscenza di ,codesto Governo V. E. vorrà però assicurarlo formalmente che nel caso la Turchia pretendesse il trasferimento ad Angora dei rappresentanti alleati, il R. Governo si regolerà nello stesso modo che il Governo:

(per Parigi) francese; (per Londra) britannico.

(l) Cfr. n. 684.

691

L'INCARICATO D'AFFARI A BELGRADO, BARBARICH, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 121120. Belgrado, 27 gennaio 1925, ore 17,20 (per. m·e 20,40).

Telegramma V. E. n. 42 (1).

Ieri in assenza Nincich ho dato comunicazione ministro aggiunto Marcovich telegramma Ahmed bey Zogolli e testo ris(posta di V. E. Stamane Marcovich mi ha iruformato di avere consegnato documento a Nindch che fece ritorno ieri sera a Belgrado dal suo collegio elettorale. Ministro degli affari esteri ringrazia sentitamente V. E. della cortese attenzione usatagli «novella prova della cordiale intesa italo-jugloslava nei riguardi degli affari al:banesi ».

Ho appreso dal ministro aggiunto che uguale comunicazione fu fatta, da Ahmed bey Zogolli: a questo Governo che ha risposto in termini analoghi a quelli di V. E.

692

L'AMBASCIATORE A PARIGI, ROMANO AVEZZANA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 1'22/57. Parigi, 27 gennaio 1925, ore ;20 (per. ore 21,55).

In assenza di Herriot ho avuto conversazione con Laroche e funzionari addetti a questioni Africa. Dopo scambio di vedute messe in relazione con assicurazioni datemi da Herriot sono autorizzato a informare V. E. che nota ambasciata di Francia del 25 corrente (2) ha come la ,precedente carattere di cortesia e solamente diretta fai!." conoscere al R. Governo in Roma [decisione?] dei tre Governi firmatari della convenzione di Parigi di procedere all'esecuzione della convenzione stessa e dare occasione all'Italia eventualità di aderirvi. Governo francese è peraltro disposto a dconoscere la situazione dell'Italia, come grande potenza mediterranea e la opportunità di riconoscerle nell'amministrazione della zona una partecipazione in certo modo distinta e privilegiata sulle altre nazioni. Governo franc·ese è !Pronto ad iniziare a questo riguardo la conversazione e non ritiene che la conversazione stessa sia da considerare esclusa per il fatto della comunicazione della nota .sopra menzionata. Non sembra perciò necessario che l'Italia si premunisca per la affermazione del suo punto di vista con una nota di risposta note verbali identiche delle tre Potenze in data 17 gennaio. Ho ringraziato il signor Laroche per queste assicurazioni che gli ho detto avrei comunicato subito a V. E. Riguardo all'inizio o meglio continuazione delle conversazioni per Tangeri, ho espresso l'opinione che forse sarebbe più opportuno ne fosse incaricato Besnard a Roma, avendo noi (gli ho detto) « sufficienti soggetti di litigio a Parigi per la questione di Tunisi ». Laroche mi ha risposto che ne avrebbe parlato con Herriot. Nei riguardi della Francia un componimento dell'affare di Tangeri sembra su buona strada, se il R. Governo, che non vi ha vitale interesse, restringerà le sue richieste, considerando che il punto fondamentale della sua richiesta sta nel riconoscimento del suo diritto come grande !POtenza mediterranea ad una posizione privilegiata, più che nel numero di tali privilegi (3).

(l) -Cfr. n. 684. (2) -Cfr. n. 688. (3) -Nota marginale di pugno di Mussolini: • D'accordo sulle conclusioni. M. •.
693

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA

T. 832 (1). Roma, 27 gennaio 1925, ore 22.

Calma perfetta ovunque manifesto partito popolare (2) può essere considerato come inizio sfaldamento opposizione Aventino.

694

IL MINISTRO A BELGRADO, BODRERO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. S. 124/24. Belgrado, 28 gennaio 1925, ore 14 (per. ore 18,40).

Ieri sera appena giunto a Bel,grado ho potuto vedere Nincich.

Gli ho fatto rilevare che il Governo jugoslavo aveva potuto constatare come il Governo italiano avesse già dimostrato di uniformare strettamente il suo atteggiamento, nei riguardi degli affari di Albania, allo spirito del patto di Roma e si attendeva pertanto una eguale franca attitudine da parte di Belgrado. Al Governo S.H.S. si offre l'occasione di darne una prova, non solo nell'accordo in tutti gli atti concernenti il nuOIVo Governo albanese, ma anche nell'appoggiare le giuste richieste dell'Italia nel campo economico e nelle concessioni che possono interessarla.

Nincich mi ha risposto di essere perfettamente in questo ordine di idee. Egli mi ha assicurato di avere già dato istruzioni telegrafiche ad Antonievitch perchè parlasse in tal senso a Roma e di aver impartito identiche istruzioni all'incaricato d'affari S.H.S. a Tirana. Mi ha aggiunto constargli che quest'ultimo si era già inteso con Sola per procedere d'accordo in ogni questione.

Mi riservo di intrattenere più a lungo Nincich sull'argomento profittando dei colloqui che dovrò avere con lui a proposito della conferenza di Venezia (3):

Nincich non ha mancato di insistere su quanto mi di·sse già altre volte circa la necessità che la questione albanese formi oggetto di un accordo nel quale siano consacrate le intese fra i due Governi.

695

IL MINISTRO A BELGRADO, BODRERO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. s. 126/25. Belgrado, 28 gennaio 1925, ore 17 (per. ore 20,30).

Ieri sera in un ricevimento nel quale intervenne il sovrano avevo potuto osservare una conversazione piuttosto animata tra S. M. e ministro d'Inghilterra. Subito dopo S. M. mi chiamò presso di sè e riferendosi al colloquio avuto riservatamente a Venezia (vedere mio rapporto n. 153 del 13 gennaio) (4) mi ha detto:

braio con te!. gab. s. 58.

« Pensate che il ministro d'Inghilterra mi ha chiesto or ora se fosse vero che tra l'Italia e la Jugoslavia, in occasione del patto di Roma o dopo si era ventilata la possibilità della spartizione dell'Albania. Ho risposto che ero sorpreso da tale asserzione quando è evidente il perfetto accordo tra Jugoslavia e l'Italia per mantenere la indipendenza e la integrità dell'ALbania e che tale intesa, come pure il patto di Roma sono la più sicura guarentigia di 1pace nei Bakani. Il ministro d'Inghilterra, ha soggiunto il sovrano, mi ha risposto che il suo Governo avrebbe accolto con soddisfazione questa dichiarazione».

S. M. ha poi osservato che il ministro inglese non aveva fatto che ripetergli press'a poco quanto Ioi'd Crewe gli disse a Parigi (vedi mio rapporto succitato) ma aveva aggiunto che il Governo inglese non avrebbe appoggiato la sistemazione di un prestito alla .Jugoslavia in ,Inghilterra qualora non avesse avuto assicurazione sulla questione albanese.

Essendo tale accenno troppo importante non ho creduto lasciarlo cadere ed ho chiesto subito al sovrano di quale prestito si trattasse. Al che egli mi ha risposto francamente ·che oltre prestito Blair il Governo jugoslavo tentava avere un prestito presso banchieri inglesi che avrebbe conglobato il prestito Blair.

A questo punto il re avendo scorto il ministro inglese gli fece cenno di avvicinarsi e tenendomi sotto il braccio (riferisco questo dettaglio perchè mi sembra particolarmente significativo e perchè fu rilevato dai colleghi del corpo diplomatico ·presenti per quanto distanti) gli disse testualmente: «vedrete che Bodrero può assicurarvi anche lui che non abbiamo concluso alcun patto per spartirei l'Albania ma .che siamo anzi perfettamente d'accordo per il mantenimento dell'indipendenza albanese». Il ministro inglese rimase evidentemente interdetto. Il re che mi è sembrato molto seccato della uscita del ministro d'Inghilterra ha voluto certamente con il suo gesto dargli la immediata sensazione della verità di quanto aveva detto prima e non ha mancato di farmi rilevare che alleanza italo-jugoslava «comincerà a destare delle invidie». Ho creduto opportuno riferire subito a Nincich che del resto era presente, anche per non urtarne la suscettibilità, di questa conversazione col sovrano ed egli mi ha ringraziato soggiungendo che il ministro d'Inghilterra poteva risparmia11si di parlare. Circa il prestito ritengo ·che il Governo jugoslavo non avendo trovato modo di piazzare in Italia deve avere incaricato il ministro delle :finanze Stojadinovich mentre era a Parigi di parlarne ·con banchieri inglesi, e data la situazione economica, ripeto economica, interna della Jugoslavia, penso abbia avuto seri affidamenti.

(l) -Il telegramma non è stato rinvenuto nell'archivio del ministero; il testo. pubblicatoè quello conservato nell'archivio dell'ambasciata di Londra. (2) -Pubblicato il 25 gennaio. (3) -Il telegramma, fino alla parola • Venezia», fu ritrasmesso a Durazzo in data 1 feb

(4) Cfr. n. 672.

696

IL MINISTRO A BELGRADO, BODRERO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 129/27. Belgrado, 28 gennaio 1925, ore 21,50 (per. ore 0,40 del 29). Parlandomi dei documenti trovati addosso a Radich, ai quali egli mi ha dichiarato non dare importanza, il ministro Nincich mi ha detto che oltre quelli

pubblicati fino ad ora, molti altri ne sono caduti nelle mani della polizia. In essi si fa cenno ad accordi che Radich pretende di aver trattato ·con la Francia, l'Inghilterra, la Cecoslovacchia, l'Ungheria e Austria. In un documento -ha soggiunto Nincich -si accenna a trattative ·che Radich avrebbe svolto col nostro paese e vi è detto persino che il presidente Mussolini avrebbe pensato di potersi incontrare segretamente con lui a Vienna (1).

Nincich a questo proposito ha insistito sulla nessuna serietà che egli ed il Governo S.H.S. attribuiscono a tale documento e mi ha assicurato che non saranno pubblicati quei documenti che ci riguardano. Invece speciale importanza si annette a quelli scambiati da Radich e dai suoi seguaci con i Soviet. Ind'atti stamane sono state pubblicate come nuovi elementi di accusa contro Radich e Kosutich una lettera del segretario della Internazionale dei contadini Krassin in data sei ottobre 1924 ed una del segretario della legazione bolscevica a Vienna Lodanoski in data 22 ottobre 1924, le quali confermerebbero le relazioni di Radich e Kosutich con Mosca.

697

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA

T. GAB. 54. Roma, 29 gennaio 1925, ore 18,45.

Il R. ambasciatore a Parigi telegrafa quanto segue: (riprodurre telegramma da Parigi n. 46, di coll. n. 271, dalle parole «nel corso della conversazione su questo argomento » ... fino in fondo) (2).

In data 24 il R. ambasciatore predetto telegrafa ulteriormente quanto segue:

(riprodurre tel. in arrivo n. 50 da Parigi di coll. n. 313) (3).

In seguito alle esplicite e tassative dichiarazioni fatte qui dal sig. Chamberlain di mettere come base della sua politica <;;ontinentale J.e conversazioni a tre fra gli alleati, sono sicuro che l'Italia ~sarà preventivamente informata di qualsiasi trattativa del genere, cui si accenna nel telegramma predetto, che dovesse svolgersi tra Londra e Parigi. Ritengo ad ogni modo utile che V. E. trovi sollecita occasione di intrattenere in proposito Chamberlain.

Dacchè inoltre V. E. ha avuto occasione di occuparsi personalmente della questione del patto di garanzia per aver partecipato alla Conferenza di Cannes, la prego anche di manifestarmi il suo pensiero al riguardo tenendo conto degli accenni del barone Romano al problema austriaco.

698

L'AMBASCIATORE A PARIGI, ROMANO AVEZZANA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. 137/62. Parigi, 30 gennaio 1925, ore 21,10 (per. ore 24).

Mio telegramma n. 57 (4).

Herriot mi ha informato di aver date istruzioni al suo ambasciatore per aprire conversazioni con V. E. sulla questione Tangeri (5).

(l) -Cfr. serie 7•, II, nn. 499 e 516. (2) -Cfr. n. 682. (3) -Cfr. n. 685. (4) -Cfr. n. 692. (5) -Nota marginale di pugno di Mussolini: • importante •.
699

L'AMBASCIATORE A PARIGI, ROMANO AVEZZANA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. PER CORRIERE 145/61/18. Parigi, 30 gennaio 1925 (per. il 1 febbraio).

Telegramma di V. E. n. 279 (1).

Come fac•evo prevedere coi miei telegrammi nn. 46 e 50 (2), nel suo discorso di ieri sulla politica estera Herriot, in conformità di quanto mi aveva detto, ha risollevato tutta la questione della sicurezza.

Egli ha rifatto la storia delle trattative che presiedettero al trattato di Versailles per dimostrare come la Francia accedesse al desiderio di Wilson e di Lloyd George di non trasportare la frontiera francese sulla riva sinistra del Reno contro il formale impegno di un trattato di garanzia col quale Inghilterra ed America s'impegnavano ad intervenire con tutte le loro forze nel caso di un ritorno offensivo della Germania.

Essendo venute meno quelle nazioni all'impegno preso, la Francia deve· provvedere, da sola, alla propria sicurezza ed esigere più che mai l'integrale applicazione del trattato.

Herriot si è quindi dilungato a dimostrare come la Germania abbia eluso le clausole relative al disarmo traendone come conseguenza l'impossibilità di procedere ad una attenuazione delle misure precauzionali prese al suo riguardo.

S.i è pure verificato quanto lo stesso Herriot implicitamente temeva dicendomi che avrebbe rassegnato le sue dimissioni qualora non avesse avuto consenziente in questo suo atteggiamento la propria maggioranza, nel senso che il suo discorso, accolto trionfalmente da tutta la camera comprese le opposizioni (eccettuato naturalmente i comunisti), ha provocato tuttavia una certa emozione nel gruppo socialista, in seguito alla quale Herriot dovrà fare nuove dichiarazioni per differenziare il suo discorso dal significato che volevano attribuirvi i suoi avversari.

L'effetto di tale discorso è stato immediato ed ho potuto raccoglierne Je prove ieri sera stessa in occasione del ricevimento dato dal presidente deJ.la repubblica, dove mi sono incontrato con vari uomini politici e con i principali miei colleghi.

Le conversazioni che ho avuto al riguardo sembrano le più adatte a lumeggiare la situazione che avevo accennato nei telegrammi sopra indicati e sulla quale V. E. mi ha fatto l'onore di chiedere maggiori schiarimenti.

In primo luogo, lo stesso Herriot mi ha chiesto quale fosse la mia impres·sione sul suo discorso, ripetendomi che egli era stato costretto a prendere una posizione netta per il convincimento che si era dovuto formare che effettivamente la Germania rappresentava tuttora un gravissimo pericolo, così per l'organizzazione militare che larvatamente andava ricostruendo e per la possibilità delle sue officine industriali a trasformarsi rapidamente in arsenali guerreschi,

cht> per lo spirito di rivincita apertamente predicato dagli uomini più responsabili della nazione, alcuni dei quali membri del presente Governo.

Riferendosi a quella parte del discorso in cui accennava al pericolo che l'atteggiamento della Germania rappresentava anche per l'Italia, mi ha detto che ne aveva parlato a ragioni vedute, ritenendo che noi non potremmo essere indifferenti alla minacciata unione dell'Austria e della Germania, di cui aveva fatto anche menzione. Ha aggiunto che avrei fatto bene a richiamare l'attenzione del Governo sulla situazione della Baviera, dove si andava preparando, secondo le sue informazioni, un tentativo di restaurazione monarchica con serie probabilità di riuscita. Dal canto suo l'ambasciatore di Germania mi ha lungamente intrattenuto sul discorso di Herriot, dicendomi che era assai duro per la Germania, e mi ha chiesto quale fosse il mio modo di vedere sullo svolgimento di una situazione che andava divenendo sempre più grave.

Gli ho risposto francamente parermi difficile che chiunque fosse al Go,.. verno della Francia potesse astenersi di fronte all'opinione :pubblica, ancora sotto l'incubo della guerra, dall'esigere la più minuziosa esecuzione del trattato di Versailles allo scopo di mantenere le posizioni occupate sul Reno fino a1 quando non si trovasse una formula, o meglio, non si costituisse un accordo europeo sufficiente a calmare preoccupazioni che lo stesso Governo tedesco doveva considerare in certo modo fondate se si fosse messo al posto della Francia. Von Hoesch ha risposto che se ne rendeva conto e che era questo il motivo per il quale già altra volta, sotto il cancelliere Cuno, si era ventilata l'opportunità di un patto reciproco di non aggressione colla Francia. Lo stesso concetto tornava ora a farsi strada. La questione accennata da alcuni organi della stampa tedesca era effettivamente esaminata dal suo Governo, per cui non doveva escludersi che un passo in tale senso potesse essere deciso dall'attuale gabinetto, che, per il fatto ·stesso di rappresentare gli elementi nazionalisti della Germania, aveva forse maggiore autorità e possibilità di farlo.

Gli ho risposto che se si trattava di una proposta diretta esclusivamente alla Francia, essa non sarebbe stata mai àccettata. Due erano le condizioni indispensabili alla riuscita di un simile progetto: la prima, che la formula di non aggressione non riproducesse quanto era già stabilito dal trattato di Versailles, ma rappresentasse un accordo nuovo indipendente da esso, se pur parallelo; la seconda, che si trattasse di un accordo di carattere generale includente le altre nazioni e sopratutto l'Inghilterra e l'Italia.

L'ambasciatore di Germania mi ha chiesto se reputavo opportuno che egli consigliasse il suo Governo a sondare senz'altro il Governo francese sopra queste eventuali disposizioni del Governo tedesco.

Gli ho detto che forse avrebbe fatto meglio di sentire, a titolo personale, quali fossero gli umori del Quai d'Orsay, pregandolo, nel caso si decidess·e a farlo, di tenermene informato.

Lord Crewe, poi, ha avuto con me una lunghissima conversazione sempre sulla questione della sièurezza e mi ha detto che egli era molto preoccupato della piega che prendevano gli avvenimenti.

Era difficile dar torto alla Francia quando esigeva, in seguito ai mancati trattati di garanzia, l'assoluta esecuzione del disarmo della Germania, cercando ogni pretesto per non evacuare Colonia. Anche il Belgio era molto impressionato per questa probabile evacuazione che lo lasciava completamente scoperto.

Il maresc-iallo Foch lo aveva intrattenuto a lungo su tale argomento.

D'altra parte occorreva trovare una via d'uscita, la quale non poteva più ,consistere nel patto di garanzia che la Francia chiedeva all'Inghilterra di sottoscrivere e ciò per il fatto che l'opinione pubblica inglese era decisamente contraria alla conclusione di trattati suscettibili di ricostituire la situazione di anteguerra quando l'Europa era divisa in due campi ostili.

Egli non vedeva altra soluzione che quella adombrata recentemente dalla stampa tedesca. Dalla Germania doveva partire l'offerta di un accordo generale al quale avrebbero potuto aderire l'Inghilterra e l'Italia.

Lord Abernon a Berlino, ne aveva a più riprese discorso con il Governo tedesco e le ultime sue conversazioni, che rimontavano a pochi giorni or sono, avevano aggiunto un elemento favorevole alla possibilità di riuscita di un tale piano, in quanto che il Governo tedesco, il quale così nel primitivo progetto del cancelliere Cuno, come in tutte le altre manifestazioni succedutesi di poi, si era sempre rifiutato a qualunque impegno riguardante la frontiera orientale della Polonia, aveva finito per ammettere l'inclusione anche del rispetto di tale frontiera negli obblighi da assumere.

Lord Crewe, recandosi per qualche giorno in Inghilterra, si proponeva poi di discorrere con Chamberlain sulla questione della sicurezza, giacchè le discussioni bizantine a cui era ormai ridotta la conferenza degli ambasciatori su tale argomento, non facevano che protrarre una situazione sempre più pericolosa.

Lo stesso presidente della repubblica, mi ha parlato a lungo della medesima questione. Non riferisco tutte le parti del colloquio, ma, in complesso, Doumergue mi disse che la Francia non sarebbe stata aliena dall'accogliere una proposta tedesca se fosse implicitamente garantita dalle altre potenze, mentre avrebbe respinto qualsiasi offerta di patto esclusivamente franco-tedesco per la completa sfiduC'ia che aveva sulle promesse della Germania.

Il presidente mi assicurò che l'Italia sarebbe stata in ogni caso tenuta

presente.

Da quanto sopra ho esposto, V. E. rileverà come si vada sempre più facendo vivo nei tre Governi di Francia, Germania e Inghilterra, il sentimento della necessità di un accordo generale, come il solo che possa dissipare la minaccia di una nuova conflagrazione che l'attuale situazione, se protratta, a scadenza più o meno lunga, non mancherebbe di provocare. Così pure sono da tener presenti i sondaggi già fatti, fin dal tempo del ministero Poincaré, dalla Germania (di cui riferii allora) per conoscere se eliminando l'Alsazia e Lorena

dagli scopi storici della Germania, la Francia avrebbe consentito a darle mano

libera per ottenere una modificazione della frontiera polacca e del corridoio

di Danzica.

È probabile che a quell'epoca -quantunque Poincaré non me ne facesse

menzione -l'ambasciatore tedesco cercasse di ottenere un'eguale libertà di

manovra per un compenso forse di più agevole esecuzione consistente nell'annes

28 -Documenti diplomatici · Serie VII · Vol. III.

sione dell'Austria. Ad ogni modo è sintomatico, che secondo quanto mi ha detto !"ambasciatore inglese, le conversazioni di Lord Abernon a Berlino si siano portate soprattutto sulle frontiere polacche tacendo dell'Austria.

Non era perciò senza fondamento la mia preoccupazione che potessero i tre stati condurre trattative per un accordo di cui le spese potrebbero essere fatte da Vienna, date anche le condizioni di crisi permanente in cui essa si trova.

Per parte mia, come V. E. avrà rilevato nei miei telegrammi, non ho mancato di intervenire attivamente nella discussione del problema della sicurezza, spesso anche provocandola, appunto per riaffermare 'il nostro diritto ed il nostro interesse uguale a quello delle altre potenze nella questione della sicurezza europea.

Giorni or sono, parlando con Laroche, e riferendogli quanto mi aveva detto Herriot sulla inevitabilità dell'unione dell'Austria alla Germania, gli chiesi di dirmi chiaramente quale fosse il pensiero del Governo francese a questo riguardo, trattandosi di un fatto che poteva avere la p'iù grande influenza nel determinare la politica dell'Italia.

Laroche mi rispose francamente che il Quai d'Orsay ed egli stesso erano stati favorevoli a tale unione quando avevano sperato di poter sottrarre alla Germania le provincie del Reno. Ad una Germania così diminuita, la Franc-ia aveva pensato di poter concedere senza suo pericolo, una estensione sul Danubio ma, dopo il fallimento del progetto renano, il Governo francese era contrario ad un ingrandimento della Germania sul territorio austriaco, tanto più che esso avrebbe allarmato la Cecoslovacchia e compromesso l'equilibrio dell'Italia. A prova di ciò Laroche m'informava che il primo passo del signor Beaumarchais, nuovo ministro di Francia a Vienna, era stato quello di una protesta al Governo austriaco per il progetto di unione con la Germania, attribuito ai noti pangermanisti austriaci (l) come ~copo del loro viaggio a Berlino.

Riassumendo: la questione della sicurezza che è al fondo del malessere dell'Europa è riportata in piena luce dalla questione di Colonia. II discorso di Herriot che ha ricevuto attraverso alcune schermaglie di partito, il consenso ed il voto unanime della camera, pone nettamente il problema così all'Inghilterra che alla Germania. Vi saranno pertanto altri negoziati di un alto interesse politico nel quale noi siamo coinvolti.

Verranno essi ad una conclusione?

Le difficoltà che vi si oppongono sono grandi. Occorrerebbe che la Germania avesse un uomo di Governo di tale genialità da comprendere che il .suo paese allenandosi per una rivincita a breve scadenza, corre il rischio (checchè ne pensino altri) di un secondo e forse irrimediabile disastro. Questo ambasciatore di Germania mi dice che a Berlino se ne rendono conto, per cui si vada formando nei circoli dirigenti l'atmosfera che sola renderebbe possibile un gesto di tale ampiezza da porre le basi degli Stati Uniti dell'Europa occidentale nei quali la Germania riprenderebbe la posizione che le spetta, non più per forza di armi, ma per le virtù del suo popolo. Non sono in grado di giudicare fino a quale punto gli apprezzamenti di Hoesch .siano fondati e, forse anche, sinceri.

Comunque si prepara un grande sforzo per una soluzione internazionale, appoggiata nominalmente alla Società delle Nazioni, ma che in verità dovrebbe essere fondata sulla reciproca garanzia delle grandi potenze, rper un r.iavvicinamento pacHìco dell'Europa. L'Inghilterra vi è interessata vitalmente anche per i problemi asiatici. Essa è preoccupata, più che non mostri, della possibilità di un riavvicinamento della Germania alla Russia, dopo che questa ha ripreso la sua politica imperiale verso l'estremo oriente e porrà ogni impegno per indurre la Germania ad una politica di solidarietà con l'occidente.

Il rn:io modo di vedere, rpoichè l'E. V. si è compiaciuta di richiederlo, è che occorre tenere gli occhi bene aperti perchè in questo lavoro di mediazione che la Gran Bretagna va facendo, non ne vadano di mezzo i nostri interessi per quanto riguarda l'Austria.

Da quanto ho riferito e dalle dichiarazioni di Herriot, riguardanti l'ex monarchia, dichiarazioni alle quali non è estranea la mia opera, V. E. rileverà che nei riguardi della Francia è possibile una intesa per constatare l'identità dei nostri interessi. Ciò è naturale, attesochè la Francia debba tenere conto dei sentimenti. della Piccola Intesa che, in quest'occasione, sono identici ai nostri. Ma la Gran Bretagna dovendo condurre una politica più vasta di carattere mondiale, può essere disposta a passarvi oltre. Per cui, qualora noi non riscontrassimo a Londra le stesse disposizioni e non potessimo averne le stesse assicurazioni che la Francia è disposta a darci, ci converrebbe ravvicinarci anche maggiormente a quest'ultima per fare blocco con essa ed obbligare l'Inghilterra a considerare lo statu quo dell'Europa centrale e la nostra frontiera orientale come termine fisso dei negoziati.

Questa mi sembra essere, allo stato embrionale delle trattative, l'azione da svolgere. Se, come non è da escludere, i negoziati fallissero, l'Europa dovrà considerare l'eventualità di una nuova guerra. A quel momento l'Italia dovrà scegliere la sua strada, ed abbandonare probabilmente quella politica autonoma che, in certa qual misura, ha seguito finora (1).

(l) -Tel. 279 del 29 gennaio, non pubblicato. col quale Mussolini chiedeva chiarimenti sulle questioni di cui ai nn. 682 e 685, in relazione al problema austriaco. (2) -Cfr. nn. 682 e 685.

(l) Frank e Dinghofer.

700

L'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETIA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. P. R. PER CORRIERE 148/77. Londra, 30 gennaio 1925 (per. U 2 febbraio). Onorevole Cippico tornato recentemente dall'Italia ha detto a diverse persone di mia assoluta fiducia di aver adoperato ·tutta la sua influenza presso questa direzione del Times, onde far richiamare il corrispondente romano del predetto giOtrnale, da lui .giudicato decisamente avverso al Governo nazionale e strumento delle opposizioni. Per quanto io non abbia prestato fede alla !SUddetta affermazione, pure ero

stato assai sfavorevolmente impressionato dai giudizi sopra esposti, risultandomi in modo preciso che le informazioni favorevoli atte a controbattere quelle nu

merose che pervengono al Times da diverse fonti sulla situazione interna italiana erano appunto quelle inviate dal proprio corrispondente romano.

Quasi contemporaneamente è giunta a Londra la notizia che l'On. Amendola sl era rivolto a un ~unzionario della ambasciata britannica per lamentarsi dell'atteggiamento dello stesso corrispondente del Times, giudicato troppo favorevole al Governo nazionale, ·e troppo severo nei riguardi dell'opposizione. In seguito a dò era qui corsa voce che al richiamo del corrispondente romano non era estranea l'influenza dell'On. Amendola.

Ciò stante ho creduto dover promuovere delle indagini per precisare i fatti, e mi è risultato in modo indiscutibile:

l) l'affermazione Cippico assolutamente destituita di ogni fondamento;

2) l'incidente Amendola estraneo completamente al richiamo del corrispondente in parola;

3) il richiamo di quest'ultimo è dovuto esclusivamente alla seguente ragione: la direzione del Times è per tradizione assai severa sulla vita privata dei suoi COll'rispondenti all'estero; ed ha trovato che la situazione familiare del suo corrispondente a Roma non era tale da conferirgli il prestigio e la dignità necessaria per rappresentare il giornale.

La direzione del Times avendo poi bisogno di un corrispondente parlamentaJre a Londra, e non potendo tenere più all'estero per le ragioni su esposte il corrispondente da Roma, ha pensato di utili:zzarlo qui appunto come corrispondente parlamentare, in considerazione delle sue conoscenze nell'ambiente politico, visto che per un certo tempo fu membro del Parlamento (1).

(l) Nota marginale di pugno di Mussolini: • Importante. M. •·

701

IL REGGENTE LA LEGAZIONE A DURAZZO, SOLA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

R. RR. 152/27. Durazzo, .11 gennaio 1925.

Con il ritorno di Ahmet bey Zogu al potere la questione delle concessioni petrolifere in Albania ritorna all'ordine del giorno. La parvenza di legalità di cui Ahmet si è c'ircondato, riconvocando subito la vecchia Assemblea costituente e facendosi accordare da essa un voto di fiducia (legalità che quasi tutte

• I termini di cordialità e di fiducia in cui si svolgono i rapporti fra i nostri due Governi, ed il ricordo molto simpatico del nostro incontro a Roma, che rimarrà fra le cose più gradite della mia vita politica, mi fanno lecito di confidare sopra l'amicizia di V. E. per manifestarLe, in via del tutto personale, una situazione alquanto incresciosa per ambedue le parti.

Si tratta precisamente di richiamare l'attenzione di V. E. sopra l'atteggiamento del

consigliere dell'ambasciata di S. M. Britannica a Roma, signo~ Kennard, il quale risulta

essere compromesso a favore dei partiti interni italiani che formano l'attuale opposizione al

Governo nazionale.

I rapporti che il signor Kennard mantiene con i capi di quei partiti, essendo divenuti

ormai notori, minacciano di costituire oggetto di qualche attacco alla persona di lui in una

parte della stampa; cosa che ho finora potuto impedire e che cercherò di impedire ancora.

Ma temendo che ciò possa disgraziatamente avvenire ad onta delle cautele del Governo, ho

dovuto pormi il quesito se non fosse preferibile manifestare lealmente a V. E. una situazione

a cui Ella potrebbe riparare facilmente, :llorse con un provvedimento che dia, per esempio,

al signor Kennard qualche altra destinazione egualmente degna della sua posizione di carriera.

Di ciò V. E., a cui so che stanno a cuore in sommo grado i buoni rapporti con l'Italia, sarà

l'unico e migliore giudice; ed a tale giudizio naturalmente mi rimetto con intera confidenza,

sicuro che V. E. deciderà per il meglio con quello spirito di serenità che Le è particolare •.

Il Kennard fu poi destinato, in qualità di ministro, a Belgrado.

le potenze con alla testa l'Inghilterra, rimorchiata pare dall'opera personalistica del suo ra,ppresentante qui, hanno creduto opportuno non infirmare) invita i vari concorrenti alle ricchezze petrolifere dell'Albania a tentare di aggiudicarsi una concessione che, munita del viatico del Parlamento, costituirebbe senza dubbio un titolo definitivo. Non vedo infatti come esso potrebbe essere smontato. È da credere inoltre che il Governo interessato interverrebbe con tutto il peso della sua azione politica, qualora un successivo Governo albanese si peritasse di volerne impugnare la validità.

In questo momento adunque si combatte in Albania una battaglia decisiva per la questione :petrolifera, onde è bene io richiami tutta l'attenzione di V. E. su tale argomento riassumendone qualche aspetto sebbene esistano agli atti di questo ufficio e di codesto dicastero voluminosi incartamenti in proposito.

È noto che una compagnia inglese, l'Anglo-Persian, si è costituito una spec-ie di diritto di prelazione sulle ricerche. petrolifere in Albania e sulla conseguente concessione di sfruttamento, e ciò a mezzo di un accordo firmato in Tirana il 25 marzo 1921. Tale accordo non è stato finora portato all'approvazione parlamentare, in seguito all'intervento di altre compagnie interessate e delle rappresentanze d'America, Italia e Francia, la cui azione è valsa a diffondere nelle sfere dirigenti albanesi la convinzione che l'accordo con l'Anglo-Persian, se mantenuto sulle basi dell'accordo del 25 marzo 1921, sarebbe gravemente lesivo degli interessi di questo :paese.

In seguito a tale intervento i vari Governi albanesi, che da allora si sono succeduti al potere, e soprattutto quello di Ahmet bey Zogu, precedente alla rivoluzione del giugno, mentre hanno tentato di ridurre in clausole meno iugulatorie l'accordo con l'Anglo-Persian, hanno d'altro lato consentito ad esaminare le proposte assai più convenienti di numerose altre compagnie e segnatamente della Società italiana «Selenizza » (per una piccola concessione), di un sindacato franco-albanese, della Sinclair, della Standard Oil, del signor Rushton e delle nostre Ferrovie dello Stato.

Senonchè mentre l'Anglo-Persian faceva le mostre di non volere decampare dalle posizioni assicuratesi, la legazione inglese con accorta azione riusciva ad ottenere il 16 gennaio 1922 una nota ufficiale con cui il Governo albanese prendeva il solenne impegno di comunicare all'Anglo-Persian quelle condizioni più vantaggiose che fossero state :presentate da altre compagnie, « affinchè l'Anglo-Persian potesse riconsiderare le sue offerte».

Finalmente nell'agosto 1923 l'Anglo-Persian, in seguito al verificarsi della clausola negoziata dalla legazione inglese, acconsentiva a ridurre alquanto le sue pretese producendo un nuovo schema di convenzione, che, sebbene in maniera più coperta, assicurerebbe però egualmente alla detta Compagnia l'assoluta priorità e l'assoluto monopolio su tutte le risorse petrolifere albanesi.

Da quanto precede risulta in maniera assai evidente che l'attività della

legazione inglese ha sorpassato quel massimo di tutela che una rappresentanza

diplomatica deve dare in paese estero ad una ditta nazionale. Essendo tale

legazione entràta ufficialmente in veste di negoziatrice fra lo stato albanese e

l'Anglo-Persian, ho creduto dover scorgere in tale sua azione qualche cosa più

che la semplice tutela di interessi economici. In base a discrete indagini che ho

compiuto presso uno degli uomini attualmente al Governo, dovrei concludere

che verso la fine del 1920 il ministro inglese, signor Eyres, sulla contropartita dei petroli avrebbe negoziato con il gabinetto di Ilias Vrioni l'appoggio delInghilterra all'Albania sui seguenti punti:

l) voto favorevole all'ammissione dell'Albania alla Società delle Nazioni.

Nota: II Governo inglese che da principio non sembrava ben animato circa l'ammissione dell'Albania alla Società delle Nazioni, se ne fece invece paladino dinanzi all'Assemblea di Ginevra nella seduta del 17 dicembre 1920.

2) Azione contraria alle pretese greche sui distretti di Argirocastro e Coritza, che il Governo di Atene si preparava a sostenere davanti al Consiglio della Società delle Nazioni e davanti alla Conferenza degli Ambasciatori.

Nota: L'Inghilterra che dal 1915 al gennaio 1920 aveva appoggiato le rivendicazioni greche (:patto di Londra, e trattative con Wilson) sostenne invece dinanzi alla Conferenza degli Ambasciatori (giugno-novembre 1921) la tesi albanese.

3) Azione favorevole allo sgombro da :parte dell'Italia dell'isola di Saseno.

Nota: Accenni del Governo inglese alla Consulta nell'agosto 1921 durante le trattative in seno alla Conferenza degli Ambasciatori. (Sullo stesso argomento questo ministro d'Inghilterra intrattenne il comm. Castaldi che gl'i rispose bruscamente).

Sono in grado di informare, in ogni modo, che in seguito ad affidamenti più o meno espliciti sui detti punti il signor Ilias Vrioni nella sua qualità di presidente del consiglio dei ministri rilasciò nel novembre o dicembre 1920 una lettera al signor Eyres, ministro di Gran Bretagna a Durazzo, assicurando all'Inghilterra la «priorità» sulle concessioni petrolifere in Albania nei con:fironti di Jgni altro paese.

Ci si potrebbe domandare se 'il signor Eyres agì sulla base di precise istruzioni da Londra ovvero se egli, a giorno dell'attitudine che l'Inghilterra si proponeva tenere nei confronti delle tre questioni predette, non abbia creduto di approfittare della favorevole circostanza per accaparrarsi un impegno preciso su una questione che gli stava da tempo, «particolarmente a cuore». Per quanto la questione dei petroli sia importante, repugno a credere che l'Inghilterra abbia potuto impegnare una linea di politica estera densa di cosi forti ripercussioni, specialmente nei confronti della Grecia, sulla base di un ipotetico sfruttamento petrolifero in una zona che non è escluso possa anche riservare per tutti qualche spiacevole sorpresa. D'altra parte però è da osservare che 'il signor Eyres ci ha abituato ad audaci colpi di mano, che fanno parte dei suoi metodi di attuazione politica.

Comunque lascio per ora impregiudicata la risposta al quesito. Mi basta in questa oc·casione sottolineare che nella lotta per le concessioni petrolifere si deve contare anche su questo elemento finora ignorato (cioè l'impegno assunto dal gabinetto Vrioni con una lettera alla legazione inglese), oltre che con il noto compromesso contrattuale.

Circa la legalità di un simile impegno c'è senza dubbio molto da discutere. È probabile anzi che il suo valore risieda in questo soltanto: che il signor Eyres con successivi e non meno audaci colpi di mano è riuscito a legarsi a doppio filo con Ahmet bey Zogu verso il quale egli ha sempre assunto l'aria del « papà protettore» riuscendo del resto qualche volta a tirarlo d'imbarazzo in momenti davvero critici. Vale nuovo prestigio al detto rappresentante inglese anche l'attitudine di ostentata intransigenza mantenuta in occasione del riconoscimento del gabinetto Fan Noli, e quella invece di altrettanto ostentata cordialità nel tenere a battesimo il nuovo Governo facendogli superare la questione del riconoscimento. Non è infondato ammettere che anche dn queSJta. evenienza il signor Eyres abbia forzato o superato le istruzioni del suo Governo: si confrontino a tal fine il telegramma del marchese Durazzo in data 6 gennaio n. 7 (1), il telegramma di codesto dicastero in data 14 gennaio n. 139 (2) ed il m:io telegramma del 20 gennaio n. 26 (3).

È in ogni modo indiscutibile che la situazione circa i petroli è nei nostri riguardi assai pregiudicata.

È anzitutto impossibile che le varie concessioni possano essere conciliate fra loro, nel senso di una divisione dei territori petroliferi. La vera zona interessante ammonta al massimo a trentamila (4) ettari e ctascuno dei concorrenti (tranne la Selenizza e la Franco-albanese) mirano ad ottenere tutta la zona sfruttabile.

Dato quanto precede quale è l'azione che ci conviene qui spiegare?

Io non vedo che una sola linea di condotta che riassumo come segue:

l) Ottenere l'immediata ratifica del trattato di commercio, possibilmente completato della forma interpretativa dell'art. 10 da me trasmessa con telegramma n. 43 del 28 gennaio (5);

2) basandoci sull'affermazione di principio della «porta aperta», e della· «libera concorrenza», contenuta in detta formula, sostenere la implicita decadenza di ogni concessione in materia economica fatta senza ratifica parlamentare da precedenti .gabinetti, in contra,s•to con i principi sanciti dal nostro trattato;

3) in stretta armonia con la legazione d'America, assai impegnata in maferia, sostenere che le concessioni petrolifere debbono essere date solo sulla base di una libera asta e concorso pubblico;

4) Ottenuta la vittoria sui punti precedenti, occorrerà rivedere le nostre offerte e presentare condizioni di assoluta concorrenza che mettano nettamente fuori gara le altre concorrenti.

Il principio qui sostenuto può sembrare di natura antieconomica ma non lo è. Occorre infatti osservare:

a) le concessioni petrolifere in Albania se hanno per l'Anglo-Persian e le altre compagnie americane un'importanza economica valutabile con il coefficiente 10, hanno invece per noi un'importanza economica e politica valutabile con un coefficente 100. Noi quindi siamo in ogni caso in grado di offrire condizioni migliori, contentandoci cioè di un minor utile commerciaLe;

b) il contratto di concessione preliminare, sebbene comprenda anche le condizioni di sfruttamento, in realtà non è definitivo. Infatti solo dopo il periodo di studi e di ricerche, si fa luogo alla «concessione definitiva » la quale avverrebbe quindi non più in sede di concorrenza, che sarebbe stata già eliminata, ma in sede di trattativa privata fra concessionario e Stato. In questa occasione dovremmo avere cura di eliminare, attenuare e meglio inter:pretare, quelle condizioni eventualmente troppo onerose, che in un primo momento si fossero offerte collo scopo precipuo di «allontanare ogni altro concorrente». In tutte le trattative, è inutile farci illusioni, si dovranno impiegare i metodi cui ho fatto cenno con il mio telegramma n. 38 del 26 gennaio (l) corr. diretto a gab. segreto.

Non vedo altra linea di condotta! Ed anche questa non so se riusciremo in tempo a metterla in atto!

Vengo ·informato infatti che il signor Eyres, in base a nuovi miraggi, fra l'altro quello che l'Inghilterra si farebbe patrocinatrice in seno alla Società delle Nazioni di un prestito all'Albania di tre milioni di sterline (!) sta adescando il presidente Ahmet bey Zogu per ·indurlo a presentare all'Assemblea Costituente, prima del suo aggiornamento, la concessione alla Anglo-Persian.

II signor Ekrem Bey Libohova mi assicura in questo momento che avendo insistito senza favorevoli .risultati, sulla concessione chiesta dalle Ferrovie dello Stato, ha ripiegato sulla minore concessione a favore della « Selenizza ».

Tale tmnsazione comprometterebbe tdefinitivamente la questione petrolifera.

Mi reco quindi subito a Tirana con il programma di conseguire l'aggiornamento di ogni decisione. Ove io consegua che l'Assemblea chiuda i suoi lavori ratificando il Trattato di commercio e senza apporre la sua ratifica all'accordo con l'Anglo-Persian, avremo dinanzi a noi un paio di mesi di tempo e si potrà quindi tentare l'attuazione del piano che ho sopra suggerito.

Un'ultima considerazione. Tutti gli indizi geologici lasciano ritenere che l'Albania sia ricca di oli minerali. Le più potenti e sperimentate compagnie del mondo (Anglo-Persian, Standard Oil, Sinclair) sono di questo avviso e si battono per strappare la concessione. Tuttavia non può escludersi che tutte siano vittime di miraggi, di false apparenze scientifiche. Ebbene, anche considerata tale eventualità, a noi conviene non lesinare qualche milione nelle ricerche. Tale spesa va considerata come una «contro assicurazione » al pericolo economicamente grave, politicamente gravissimo, che l'Inghilterra vinca questa colossale lotteria, ove la posta è relativamente minima, il premio enorme.

Sta però al R. Governo, investendosi dell'estrema gravità del problema, mettere gli organi competenti in grado di condurre questa aspra battaglia, ove l'interesse economico e quello politico sono così indissolubilmente legati (2l.

(l) Cfr. la seguente bozza di lettera di Mussolini a Chamber'lain, s. d. ma probabilmentedel gennaio 1925:

(l) -Cfr. p. 407 nota 3. Il tel. diceva: • Colleghi francese ed inglese nonchè jugoslavo e greco mi hanno espresso opinione conforme nel senso non esserci motivi per sollevare questione riconoscimento • del governo Ahmed Zogu. (2) -Tel. n. 139 del 14 gennaio, non pubblicato, col quale Mussolini ritrasmetteva un telegramma pervenutogli da Londra relativo alla decisione inglese di non procedere più al formale riconoscimento del governo albanese, dato il rapido succedersi di governi a Tirana. (3) -Tel. gab. n. 96/26, trasmesso il 20 gennaio alle ore 21 e pervenuto alle 2 del 21, non pubblicato, relativo ad accordi presi col ministro inglese per il riconoscimento del nuovo governo albanese. (4) -Annotazione marginale di pugno di Sola: • 30-50.000 •. (5) -Tel. n. 356/43 trasmesso il 28 gennaio alle ore 23 e pervenuto alle 2 del 29, non pubblicato, contenente il testo rettificato del progetto di nota per il trattato di commercio italo-albanese. (l) -Tel. gab. n. 119/38, trasmesso il 26 gennaio alle ore 21,30 e pervenuto alle 23,25, non pubblicato, relativo a un cordiale colloquio con Mufid bey sui rapporti itala-albanesi. Mufid bey aveva detto a Sola che c se noi desideriamo conseguire una larga penetrazione economica in Albania dobbiamo balcanizzare un poco i nostri metodi di azione •. Questa frase, a detta di Sola, • va seriamente considerata >. (2) -Nota marginale di pugno di Contarini: c Ho conosciuto l'esistenza di questo rapportola sera del 16 febbraio alle ore 22. Contarini •. Altra annotazione di pugno di Mussolini su un foglietto allegato al documento: c Attività inglese per monopolizzare le concessioni petrolifere, e proposte di Sola per neutrhlizzarla •.
702

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA

T. GAB. RR. 61. Roma, 1 febbraio 1925, ore 21,30. Decifri Ella stessa. Telegramma di V. E. n. 82 (1). Reputo opportuno V. E. prevenga confidenzialmente Chamberlain che mi

sarebbe impossibile intervenire eventuale conferenza dei ministri esteri: l) perchè non credo utilità obiettiva detta conferenza e non la ritengo opportuna in questo momento ai fini stessi della pacificazione europea; 2) che discussione legge elettorale e ordinamento esercito al senato -essendo leggi straordinarie ed importanti-reclamano mia presenza Roma. Gradirò notizie (2).

703

L'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. RR. 154/85. Londra, 2 febbmio 1925, ore 21,55 (per. ore 0,45 deL 3).

Questo telegramma fa seguito al mio telegramma col n. precedente (3).

Ho avuto oggi lunga ed esauriente conversazione con Chamberlain. Colloquio mentre ha valso a confermarmi interamente quanto ho per ultimo riassunto a V. E. col mio telegramma Gab. n. 84, mi ha fornito d'altra parte elementi atti a chiarire situazione circa evacuazione Colonia, problema della sicurezza, e relative trattative franco-britanniche.

Chamberlain mi ha detto che da precise recenti informazioni gli risultava che ultimo discorso di Herriot, il quale aveva destato preoccupazioni in Inghilterra, era uno di quei discorsi ad uso interno e parlamentare sui quali i Governi esteri non devono trarne conseguenz.e in merito delle loro rispettive linee di condotta.

Segretario di Stato sapeva che Herriot si era espresso con alcuni diplomatici accreditati a Parigi nello stesso senso del suo discorso alla Camera dei Deputati, e mi ha rilevato a tale riguardo che ciò andava considerato come una manovra. Risultavagli infatti che il .pensiero del capo del Governo francese era rimasto in realtà del tutto immutato.

Avendo io chiesto quale sarebbe stato l'atteggiamento britannico nel caso in cui il Governo francese effettivamente volesse comportarsi nella questione di Colonia nel senso in cui erano state interpretate le ultime dichiarazioni di Herriot, segretario di Stato mi ha risposto che la politica britannica sarebbe rimasta in ogni caso immutata. Basandosi sull'assoluto rispetto dei trattati pensiero britannico è infatti che occorre anzitutto esaminare il rapporto della commissione militare di controllo; procedere alla constatazione delle inadempienze tedesche; dichiararsi pronti alla evacuazione di Colonia non appena la Germania abbia adempiuto alle clausole militari del trattato.

Chamberlain mi ha aggiunto che siccome l'esame riguardante il rapporto della commissione militare di controllo .potrebbe dar luogo a discussioni di questioni squisitamente politiche egli si era dichiarato favorevole ad una riunione di ministri degli esteri. In ogni caso tale riunione dovrebbe aver luogo solo dopo che rispettivi esperti militari avessero studiato rapporto e riferito in merito ai propri Governi. Segretario di Stato ha tenuto a precisarmi che non appena fra Parigi e Londra è stata ventilata l'idea della riunione di una conferenza egli ha immediatamente fatto conoscere a Parigi che alla riunione dovevano partecipare anche Italia e Giappone.

Per quanto riguarda la sicurezza riassumo nei seguenti punti essenziali le cose dettemi da Chamberlain:

l) che governo britannico sta studiando formula che valga a dare alla Francia quel senso di sicurezza .che è indispensabile e che la Francia possa considerare equamente i suoi rapporti con la Germania contribuendo così ad avviare in Europa il ristabilimento di una situazione veramente normale.

2) Tale formula una volta trovata dovrà essere sottoposta all'esame ed all'approvazione dei Domini; approvazione ed esame che non potranno essere tanto solleciti avendo i domini stessi rifiutato come ho già riferito a V. E. di riunirsi in una conferenza imperiale.

3) Ciononostante Chamberlain spera che nella riunione di marzo del Consiglio della Società delle Nazioni Governo britannico potrà essere in grado almeno di enunziare le direttive generali del suo pensiero circa il miglior modo di dare alla Francia la sicurezza.

4) Allorchè si 'sarà rassicurata la Francia e creata una migliore atmosfera generale la Germania dovrà essere invitata a contribuire essa stessa alla sicurezza della Francia e conseguentemente alla reale s'icurezza europea.

Da tutto quanto precede parmi risultare che nessuna trattativa esiste per il momento fra Londra e Parigi dalla quale l'Italia è o possa rimanere esclusa, e che nessuna trattativa anglo-francese che si svolge circa evacuazione Colonia e sicurezza della Francia dà luogo a combinazioni politiche a danno dell'Italia.

Aggiungo ad ogni buon fine che in seguito a mia recisa richiesta Chamberlain mi ha dichiarato che dacchè occupa il posto di Segretario di Stato per gli affari esteri non si è occupato in alcun modo dell'Austria nè per quello che riguarda la questione austriaca in se stessa nè in quanto quel paese possa comunque formare oggetto di politica generale.

(l) -Tel. gab. s. 141/82, trasmesso il 31 gennaio alle ore 10,30 e pervenuto alle 14,10, non pubblicato, relativo al progetto (di origine francese) di una riunione dei ministri degliesteri alleati per discutervi il disarmo tedesco e l'evacuazione di Colonia. (2) -Il telegramma fu trasmesso in data 2 febbraio anche a Parigi e Bruxelles con tel. gab. rr. 63. (3) -Tel gab. 147/84, trasmesso il 2 febbraio e pervenuto alle 7 dello stesso giorno, non pubblicato, relativo al punto di vista inglese circa la politica continentale.
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L'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. RR.P. 156/92. Londra, 3 febbraio 1925, ore 21,39 (per. ore 1,20 del4). Decifri Ella stessa. Telegramma di V. E. n. 61 (1).

Nel ·Colloquio avuto ieri sera con Chamberlain allorchè segretario di Stato mi rappresentò l'opportunità di riunire una conferenza internazionale, non

mancai di esporgli confidenzialmente il contenuto del telegramma di V. E. a cui mi riferisco.

Chamberlain mi ha fatto rilevare le ragioni che lo avevano determinato a convenire la conferenza e delle quali ho già dato notizia a V. E. con i miei precedenti telegrammi.

Chamberlain ha continuato col dirmi che ciò che lo rammaricava vivamente era l'eventualità prospettata da V. E. di non poter essere in grado di partecipare alla conferenza. Ha detto che egli da vecchio parlamentare si rendeva conto della necessità in cui trovasi V. E. di non poter lasciare Roma mentre al Senato si discutono importantissime leggi come quelle da me ricordate, ma che egli tuttavia sperava vivamente e confidava che V. E. possa finir col trovare 'il modo di conciliare le esigenze parlamentari con una breve assenza per recarsi a Londra e collaborare coi colleghi alleati.

Chamberlain ha tenuto anche a dirmi che il Primo Ministro è assai desideroso di rinnovare con V. E. la conoscenza già fatta al tempo del gabinetto Bonar Law.

Chamberlain ha concluso che l'attuale situazione richiedeva che la conferenza si riunisse al più presto ma che tuttavia, a suo avviso, essa non avrebbe potuto iniziare i suoi lavori che verso la fine del corrente mese. Questa probabile proroga alla data dapprima ventilata (cioè metà febbraio) contribuiva a dargli maggiore speranza nell'intervento di V. E.

(l) Cfr. n. 702.

705

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, AL REGGENTE LA LEGAZIONE A DURAZZO, SOLA

T. GAB. 64. Roma, 3 febbraio 1925, ore 24. Suo telegramma n. 53 (1). Ekrem Be:y, qui giunto, ha confermato che Ahmed Zogu si .propone di fare approvare dall'assemblea costituente concessione petrolifera per Anglo-Persian ed escluderebbe possibilità accogliere richiesta concessione petroli alle ferrovie dello stato. Pregola di far sapere subito a Zogu che tale questione è ritenuta di capitale importanza dal governo italiano in quanto il diniego a dar corso alla concessione ital:iana per favorire la .possente società monopolistica AngloPersian calpesterebbe gli interessi italiani, menomerebbe il principio dell'indipendenza economica dell'Albania e contrasterebbe al princ·ipio della porta aperta. Qualora Zogu intendesse perseverare in questi propositi il Governo italiano sarebbe costretto per salvaguardare i suoi interessi, strettamente connessi al principio dell'indipendenza economica e politica dell'Albania, ad avversare H Governo di Ahmed Zogu denunziando i motivi della sua ostilità. Ritengo pertanto che egli nel suo stesso interesse e in quello del suo paese dovrebbe ben ponderare

prima di pregiudicare con pubbliche.. deliberazioni una questione cosi importante e delicata.

(l) T. gab. 150/53 del 2 febbraio, non pubblicato.

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L'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. S. PER CORRIERE 174/102. Londra, 4 febbraio 1925.

Personalità inglese cattolica che gode di molta simpatia e deferenza al Vaticano e che ha anche qui una eminente situazione politica, ha fatto ora ritorno a Londra venendo da Roma ove si era recato per l'anno santo.

Detta personalità ha riferito in diversi circoli londinesi impressione e giudizi prevalenti nelle sfere vaticane circa politica interna del Governo nazionale. Ha anzi riassunto tutto quello che ha visto ed inteso in proposito ripetendo una frase dettagli da un cardinale suo amico : «Non possiamo approvare la politica interna dell'on. Mussolini ma siamo assai contenti della politica che mette in atto».

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L'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. R. 163/89. Londra, 5 febbraio 1925, ore 21,55 (per. ore 4,35 P,el 6).

Questo telegramma fa seguito a quello n. 85 (1).

Dalle considerazioni telegrafate a V. E. prima del colloquio avuto con Chamberlain (mio tel. gab. n. 84) (2) e da quanto ho riferito circa colloquio stesso (mio tel. gab. n. 85) V. E. ha già tutti gli elementi per giudicare se nelle trattative intercorse fino ad oggi fra Parigi e Londra circa la politica continentale (e precisamente nelle questioni del disarmo della Germania, evacuazione di Colonia, patto di sicurezza, questione austriaca) il gabinetto di Londra abbia mancato di tenerne lealmente al corrente quello di Roma.

Quanto ai concetti esposti da Briand al R. ambasciatore a Parigi (3) circa la necessità di costituire un fronte unico fra Inghilterra Francia e Italia per riconoscere come frontiera comune tanto quella francese, quanto quella italiana, e le allusioni fatte dall'ex presidente del Consiglio francese alla conferenza di Cannes, alla quale io presi parte come ministro degli affari esteri, debbo osservare: È inesatto che Briand abbia desiderato allora la partecipazione dell'Italia al patto di sicurezza e che tale desiderio abbia trovato unico ostacolo nell'atteg_ giamento di Lloyd George. Mi risultò invece che il Governo francese teneva soprattutto in quel momento alla Jugoslavia, da esso ritenuta allora antitedesca e anti-italiana. II sig. Briand non volle in nessun modo, con un accordo implicante reciproca garanzia, garantire da parte sua all'Italia la sicurezza delle sue frontiere orientali.

Lloyd George, da parte sua, lasciava intendere che mentre egli confidava di poter fare accettare all'opinione pubblica inglese un accordo anglo-franco

belga per la sicurezza con l'annunziarlo unitamente alla prossima riunione della conferenza di Genova (che avrebbe diminuita di tanto la responsabilità britannica nei riguardi della sicurezza francese) non avrebbe potuto fare accogliere alla stessa opinione pubblica una partecipazione italiana giacchè la frontiera italiana non costituiva nè poteva essere rappresentata come un pericolo per la sicurezza inglese.

Alla mia opposizione rivolta specialmente al primo ministro inglese che si potesse creare nel seno dell'intesa ed 'in quel delicato periodo dei nostri rapporti colla Jugoslavia uno speciale aggruppamento di potenze dal quale rimanesse assolutamente estranea l'Italia, Lloyd George compì ogni sforzo presso di me onde persuadermi a non sollevare difficoltà affermando che l'Italia non aveva nessuna ragione di preoccuparsi se restava fuori della combinazione anglo-francobelga per la sicurezza. Egli mi dichiarava infatti nel modo più categorico che questa combinazione avrebbe avuto il solo valore di condurre la Francia alla conferenza di Genova, nella quale il suindicato trattato di garanzia a tre era destinato ad essere assorbito e sostituito da un trattato generale per cui ogni paese di Europa (Russia, Germania e Jugoslavia comprese) avrebbe dovuto sottoporsi ad un obbligo per il quale «il vicino non doveva aggredire il vicino ».

Dal telegramma di V. E. Gab. n. 54 (l) rilevo che in Francia si sarebbe ora cambiato opinione e si desidererebbe la partecipazione italiana nel problema della sicurezza.

Sarebbe intanto interessante sapere perchè ora Briand ritiene che l'attuale Governo britannico potrebbe essere proclive a prendere in considerazione nel desiderato patto di garanzia anche la frontiera italiana.

A quanto in oggi mi risulta il Governo britannico, pur disposto a dare alla Francia quel senso di sicurezza ritenuto necessario ad una reale sistemazione europea, non pensa tuttavia pel momento ad un impegno del genere di quello richiesto da Briand a Cannes.

L'attuale pensiero britannico è che la ,garanzia debba risultare essenzialmente da un limitato adattamento del Protocollo di Ginevra, e che in ogni caso l'impegno di garanzia debba sempre restare nell'orbita dell'istituto di Ginevra. Ora qualora non risultasse possibile di trovare la formula che è allo studio, o non risultasse di gradimento alla Francia anche nei riguardi delle sue pretese di garanzia per i paesi ad oriente della Germania, si determinerebbe naturalmente una nuova situazione. Su questa nuova situazione non è il caso di fare delle ipotesi. Tuttavia fin da ora occorre da parte nostra tener presente che la Gran Bretagna si sforzerà sempre ad impegnarsi il meno possibile; che i suoi eventuali impegn:i in una ,combinazione particolare non andrebbero al di là della frontiera del Reno, giacchè l'opinione pubblica inglese e dei Domini è oggi come prima solo disposta ad ammettere un cointeresse britannico esclusivamente nella suddetta frontiera; che in ogni caso Gran Bretagna compirebbe ogni sforzo perchè la Germania divenisse prima o dopo un fattore della stessa sicurezza fu:ancese (2).

(l) -Cfr. n. 703. (2) -Cfr. p. 439 nota 3. (3) -Cfr. nn. 682 e 697. (l) -Cfr. n. 697. (2) -Con successivo t. gab. s. 170/108, trasmesso il 6 febbraio alle 21,30 e per. alle 2,50 del 7 Della Torretta riferiva sull'azione di Chamberlain per indurre la Germania ad entrare a far' parte della Società delle Nazioni.
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IL MINISTRO AD ATENE, BRAMBILLA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 179/2. Atene, 7 febbraio 1925, ore 15,10 (per. ore 17,15).

Presidente del consiglio mi ha espresso speranza che attuale incidente grecoturco (l) possa offrire occasione per qualche manifes<tazione che, toccando popolo greco nei suoi sentimenti così profondamente offesi, faciliterebbe l'azione che con sincera convinzione egli si propone di svolgere per ripristinare con vantaggio reciproco fra l'Italia e la Grecia la tradizionale amicizia di un tempo. La Grecia, colpevole di avere vagheggiato subito dopo la guerra sogni di esagerata grandezza e poi duramente richiamata al senso della realtà, intende fare una politica di raccoglimento nella quale l'amicizia dell'Italia eserciterebbe un efficace contrappeso alla influenza inglese e francese. Economicamente l'intesa è facHe fra la Grecia, paese eminentemente agricolo, e l'Italia ansiosa di trovare nuovi sbocchi per le sue fiorenti industrie. Politicamente, l'elemento greco è stato così completamente sradicato dall'Asia minore da escludere ogni possibilità di ritorno. Da quella parte la Grecia non può più dare ombra all'Italia. Non rimane dunque che la questione del Dodecanneso circa la quale egli si riserva di parlarmi in un momento di maggiore tranquillità (2). Sentimentalmente i due paesi sono troppo vicini l'uno all'altro per non potere intendersi. L'incidente di Corfù ha però ferito profondamente il sentimento del popolo greco e, per quanto seguace di V. E. nel ritenere che i rapporti internazionali debbano ispirarsi princ'ipalmente ad una valutazione realistica dei reciproci interessi, la sua azione conciliatrice si trova intralciata da tale ricordo. Presidente del consiglio si augura perciò, approfittando dell'imbarazzo del signor Herriot a prendere troppo apertamente posizione in una questione a sfondo religioso, il R. Governo trovi il modo, anzichè associarsi semplicemente alla Francia e all'Inghilterra, di prendere qualche iniziativa che, appoggiata dal prestigio personale di V. E. avrebbe le probabilità di riuscita e troverebbe in questo momento vivo responso in tutta la nazione greca. Accennò all'atteggiamento tenuto a Losanna ed a Costantinopoli dal R. ambasciatore Montagna, atteggiamento che il Governo ellenico aveva apprezzato in tutto il suo valore (3).

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IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, AGLI AMBASCIATORI A PARIGI, ROMANO AVEZZANA, E A LONDRA, DELLA TORRETTA

T. s. 423. Roma, 9 febbraio 1925, ore 15.

Il Governo italiano, riconoscendo che l'attuale incidente greco-turco connesso alla questione del Patriarcato Ecumenico a Costantinopoli è estremamente

difficile e delicato pei suoi riguardi religiosi oltre che per quelli giuridici e politici, giudica che occorre affrontarlo con la massima ponderazione ed imparzialità tentando di ricondurre la questione nei suoi veri termini, persuaso che solo una serena ed obiettiva valutazione può riuscire a fare accettalre da tutti una soluzione equa evitando gravi complicazioni.

Date le gravi ripercussioni di carattere religioso che ha la questione nel mondo ovtodosso e le altre non meno gravi di carattere prevalentemente politico che JSuscita negli ambienti tua"chi, al R. Governo sembra anzitutto indispensabile tentare di calmare gli animi ora sovraeccitati da una parte e dall'altra e creare una atmosfera più serena in cui si possano studiare direttamente le modalità di una soluzione.

Per raggiungere questo scopo occorre procedere con la massima prudenza evitando di precipitare gli avvenimenti e adoperandosi prima di ogni altra cosa a distruggere gli effetti delle aspre comunicazioni scambiatesi recentemente tra i Governi greco e tua'co e ad impedire che altre discussioni sullo stesso tono possano maggiormente inve1enire la situazione.

A nostro giudizio dovrebbero evitarsi dei passi che abbiano in qualunque modo carattere di diffida e di intimazione o di intervento e che possano essere interpretati come favorevoli all'una piuttosto che all'altra delle due tesi in contrasto. Riteniamo invece che occonra anzitutto esporre nella forma più cordiale tanto ad Angora quanto ad Atene i concetti suindicati e gli amichevoli intendimenti da cui sono ispirati, pregando quei Governi di aJs,tenersi da ogni precipitata decisione prima che i termini della questione non vengano interamente chiariti, aggiungendo ad Angora la preghiera di non procedere p€ir il momento ad ulteriori espulsioni di membri del Santo Sinodo per non provocare maggiori e più violente reazioni in Grecia che renderebbero assai più difficile il chiarimento. Quando queste conversazioni con Atene ed Angora siano iniziate i tre Governi alleati rimanendo in istretto contatto potranno insieme trovare il modo di suggerire alle due pa1rti in contesa quei temperamenti o proposte che permetteranno forse il giun,gere ad una via di uscita per tutti soddisfacente. Nella fiducia che i Governi alleati concordino in tale punto di vista del R. Governo i R. Rappresentanti a Costantinopoli ed Atene hanno ricevuto istruzioni in tale senso per un'azione concorde coi colleghi alleati.

(l) -Caùsato dalla espulsione dalla Turchia del patriarca Costantino. (2) -A margine di questa frase, un punto esclamativo e un punto interrogativo di pugnodi Mussolini. (3) -Cfr. ciò che scriveva Montagna a Mussolini a proposito dell'incidente greco-turco, con t. per corriere 612/67 del 9 febbmio, per. il 14: • Si può essere matematicamente sicuri che se -contrariamente a quanto sospettano i turchi nell'immaginare che l'Inghilterra ritorni al noto vecchio giuoco -la Grecia ha la chiara sensazione di non poter contare sull'appoggio neppure morale -di nessuna delle grandi potenze alleate, si guarderà bene dal commettere atti inconsulti o dall'impegnarsi in avventure>.
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IL REGGENTE LA LEGAZIONE A DURAZZO, SOLA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 191/63. Durazzo, 9 febbraio 1925, ore 20 (per. ore 0,35 deL 10).

Decifri Ella stessa.

Questo ministro d'Inghilterra ha avuto iersera un abboccamento con Ahmed bey Zogolli. Gli ha dichiarato che il Foreign Office ha impartite precise istruzioni all'ambasciatore a Roma di compiere entro oggi un passo presso R. Governo

(l} Il tel. fu inviato per corriere il giorno 11 a tutte le ambasciate e legazioni in Europa, alla legazione al Cairo, al governatore di Rodi e a Attolico, a Ginevra.

tendente ad allontanare la pressione che qui stiamo esercitando per impedire la presentazione all'Assemblea Costituente del contratto con Anglo-Persian.

Di seguito a questo nuovo int~rvento del signor Eyres, il Governo albanese egualmente sentendosi così appoggiato (mio telegr. n. 58) (l) ha assunto un atteggiamento più fermo. Stamane è stato redatto uno schema di nota verbale da indirizzare a questa R. legazione. Sono riuscito a prenderne visione. In essa il Governo albanese premesso che aveva conseguito dall'Anglo-Persian lo stralcio a favore della Selenizza della piccola concessione chiesta da detta società italiana, convinto quindi che non potevasi :più parlare di infrazione del principio della porta aperta confidava che il R. Governo si sarebbe dichiarato soddisfatto, avvertendo che ogni nostra ulteriore insistenza avrebbe assunto il carattere di violazione della sovranità di questo paese e della sua libertà di autodeterminazione.

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IL REGGENTE LA LEGAZIONE A DURAZZO, SOLA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 191/64. Durazzo, 9 febbraio 1925, o1·e 20 (per. ore 0,35 del 10).

Decifri Ella stessa.

Mi sono affrettato a significare a Mufid bey che tale nota se inviata avrebbe costituito un atto di ostilità anzi di provocazione. Egli si è turbato assicurandomi che tale non essendo la sua intenzione si sarebbe astenuto dal mandarmela. Ha aggiunto che questo Governo aveva accolto con soddisfazione la notizia dei contatti che l'Inghilterra si proponeva stabilire con Roma, perchè un accordo diretto tra l'Italia e l'Inghilterra avrebbe... [manca] il Governo albanese all'attuale penosa situazione. Gli ho risposto che se tali ·erano disposizioni del Governo albanese non si dovevano compiere atti inconsulti che avrebbero compromesso irreparabilmente la situazione anche se altrove si stesse nel frattempo cercando un terreno di accordo. Mufid bey sembra davvero ben animato e desideroso di una conciliazione, purtroppo Ahmed bey Zogolli è completamente nel gioco dell'Anglo-Persian spalleggiata decisamente da questa legazione d'Inghilterra.

Prego V. E. telegrafarmi d'urgenza se ed in quale senso l'ambasciatore d'Inghilterra è costi intervenuto, onde io possa controbattere l'azione del signor Eyres. Sembra a me opportuno che anche a Ekrem bey Libohova sia chiai-ita la portata del passo inglese, invitandolo ad informarne il Governo di. Tirana.

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IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA

T. 414. Roma, 11 febbraio 1925, ore l.

Giornali pubblicano Gevad bey ha presentato credenziali ambasciatore presidente repubblica francese e riproducono discorsi scambiati. Prego telegrafarmi come tale atto del Governo francese sia accolto al Foreign Office dopo

il « senso di costernazione » che suscitò in Orowe notizia nostra progettata comunicazione al Governo turco (l) e se quanto è successo in Francia non rappresenti una rottura del fronte un:ico alleato nella questione delle rappresentanze diplomatiche alleate in Turchia e turche presso Alleati. Aggiungo d'altra parte che questo ambasciatore di Francia ha ricevuto informazione che Herriot « si sta ocientando » verso soluzione da noi sempre proposta per rappresentanze alleate in Turchia, cioè rango ambasciate sede Costantinopoli e segretario distaccato Angora. Dopo avere intrattenuto di quanto precede Foreign Office spero che V. E. potrà darmi qualche ·chiarimento circa il contegno di codesto Governo che non riesco a spiegarmi. Troverei oramai assolutamente scortese di non permettere di presentare le credenziali a Suad bey che attende qui da molti mesi.

(l) Tel. gab. s. 169/58, trasmesso il 6 febbraio alle ore 15,30 e pervenuto alle .18 dello stesso giorno, non pubblicato.

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L'AMBASCIATORE A PARIGI, ROMANO AVEZZANA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. (P. R.) PER CORRIERE R. 79/83/23. Parigi, 11 febbraio 1925 (per. ore 14,20 del 13).

Herriot mi ha detto essere stato informato che il gruppo dei realisti francesi che fa capo a Daudet intendeva prendere contatt~ col fascismo italiano, inviando suoi rappresentanti 'in Italia.

Presidente del consiglio ha espresso il parere che ciò non sia desiderabile nè per il Governo francese nè per quello italiano.

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L'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. 586/128. Londra, 12 febbraio 1925, ore 1,25 (per. ore 7,30).

Telegramma di V. E. n. 414 (2).

Crowe ha avuto un vero scatto d'ira e di sorpresa nell'apprendere da me notizia presentazione lettere credenziali da parte rappresentante turco a Parigi. Notizia gli è giunta improvvisa nuova ed inattesa. Crowe mi ha subito affermato nel modo più categorico che nessun accenno a cosi definitive decisioni francesi, tranne la mia comunicazione fattagli ieri sera, era giunta al Foreign Office in proposito; e nessun sospetto era stato mai nutrito ed accennato da parte dell'ambasciata britannica a Parigi. Crowe ha continuato che egli già mi aveva detto nelle altre nostre conversazioni quanto era passato fra i gabinetti di Parigi e di Londra circa questione delle rappresentanze alleate in Turchia e della nomina di Franklin Bouillon. Ieri sera ancora Chamberlain in seguito alla mia

29 -Doct1menti diplomatici • Serie VII -Vol. III.

conversazione con lui (Crowe) aveva dato istruzione all'ambasciatore britannico a Parigi di esporre ad Herriot la necessità di affrettare le sue decisioni ed informare di esse tempestivamente i governi alleati, nonchè cogliere tale occasione per confermargli l'intesa avvenuta e cioè che le notificazioni opportune dei tre governi al Governo di Angora fossero fatte simultaneamente dai tre rappresentanti a Costantinopoli ed in quei termini che fossero stati da essi medesimi concertati specie a riguardo dello stabilimento della sede. Crowe ha aggiunto che era stato telegrafato anche a Graham di procedere ad un'opportuna comunicazione .a V. E.

In tali condizioni Crowe non sapeva assolutamente spiegarsi il procedimento francese.

Sottosegretario di. stato mi ha detto poi che a pensarci meglio, siccome io riferivo notizie tratte dalla stampa e non pubblicate sui giornali inglesi, st poteva dubitare della autenticità di esse. Che pertanto prima di ogni altro occorreva accertare la verità telegrafando a Parigi immediatamente. Ha soggiunto che se la notizia segnalatagli fosse risultata corrispondente a verità essa era di tale na.tura da far venire meno ogni programma di comune atteggiamento interalleato.

Ho replicato a Crowe che non mi pareva di potersi dubitare della notizia anche pel fatto che secondo quanto mi aveva telegrafato V. E. i giornali avevano riprodotto il testo dei discorsi d'uso pronunziati al momento della presentazione delle credenziali.

Crowe ha ribattuto che più vi rifletteva e maggiormente la notizia gli appariva inverosimile. Mi ha rifatto tutta la storia delle comunicazioni intervenute con Parigi su quella materia e delle diverse informazioni di l&rd Crewe concludendo essere assolutamente necessario prima di esprimere un giudizio su quello che appariva inqualificabile atteggiamento francese di procurarsi €satte informazioni e conferma a Parigi.

Crowe restava pertanto nell'attesa di quanto gli avrebbe comunicato ambasciatore britannico a Parigi al riguardo e di quanto Graham gli avrebbe comunicato in seguito alle istruzioni precedentemente inviategli e da me preannunziate a V. E.

Da tutta la conversazione avuta con Crowe ho avuto conferma che il Foreign Office si è costantemente adoperato tanto a Parigi che a Roma per il mantenimento del fronte unico alleato verso la Turchia nella questione delle rappresentanze diplomatiche. Posso assicurare infine V. E. che la notizia da me oggi comunicata della presentazione delle lettere credenziali del rappresentante turco a Parigi, benchè ancora non ritenuta da lui come sicura, ha prodotto in Crowe un'assai maggiore costernazione di quella a noi manifestata in seguito alla comunicazione da me fattagli per ordine di V. E.

(l) -Cfr. n. 690. Il • senso di costernazione • di Crowe era stato riferito da Della Torretta con tel. del 31 gennaio, non pubblicato. (2) -Cfr. n. 712.
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IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, AL REGGENTE LA LEGAZIONE A DURAZZO, SOLA

T. GAB. 77. Roma, 12 febbTaio 1925, ore 24.

Suoi telegrammi Gab. nn. 63 (1), 65 e 66 (2).

Effettivamente sono in corso con il Governo britannico amichevoli conversazioni che dopo reciproche spiegazioni e chiarimento punto di vista ineccepibile del Governo italiano confido possano condurre rapidamente ad accordi soddisfacenti. Mi sorprende carattere costì attribuito a tali conversazioni.

Sarà bene che V. E. faccia insistere presso Ahmed Zogu sulla sua assoluta convenienza di non precipitare gli eventi con una affrettata ratifica della concessione Anglo-Persian, ciò che obbligherebbe il Governo italiano ad un atteggiamento d'intransigenza assoluta che non riuscirebbe utile nemmeno agli interessi dell'Anglo-Persian.

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L'AMBASCIATORE A COSTANTINOPOLI, MONTAGNA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

R. 1209/160. CostantinopoLi, 12 febbraio 1925.

Questo R. addetto navale, nel riferirmi una conversazione da lui avuta con questo ministro di Bulgaria, mi ha comunicato tra l'altro le seguenti osservazioni fatte dal sig. Radeff in merito alla situazione della Turchia ed i rapporti tra questa ed il nostro paese:

c Il Radeff, vecchio conoscitore della Turchia (ha fatto i suoi studi a Costantinopoli), ritiene che l'attuale situazione della repubblica turca non possa essere duratura. Secondo lui, o questioni interne o questioni esterne, provocheranno, entro un lasso di tempo non molto lungo, l'intervento delle Potenze in Turchia, intervento di cui non è possibile misurare le conseguenze. Il Radeff mi ha soggiunto che ebbe opportunità di constatare che i dirigenti della repubblica turca guardano ora con palese diffidenza e con apprensione l'accrescersi della influenza italiana nel Mediterraneo orientale, e che, questo fenomeno, unito all'altro del prodigioso sviluppo demografico italiano, e della notevole attività industriale e commerciale del nostro Paese, è inevitabilmente destinato a costituire la chiave di volta della futura sistemazione della Turchia. Secondo il Radeff l'Italia agirà, in questa occasione, in stretto accordo colla Russia, e, probabilmente, col consenso delle altre Potenze mediterranee:),

Le osservazioni del sig. Radeff sono degne di nota, trattandosi di persona ponderata e che conosce bene l'Oriente. Senza volerle quì commentare, va rilevato che esse confermano quanto ho avuto l'onore di segnalare all'E. V. a varie riprese, ossia la diffidenza -più o meno giustificata -che i dirigenti della repubblica turca nutrono per il sicuro e graduale aumento della nostra posizione nel Medi

terraneo, e per il nostro sviluppo demografico e commerciale rispetto a quest'ultimo punto è noto per esempio che qui, ed in altri paesi del Levante, l'Italia si trova ora al primo 'posto per quanto concerne il movimento delle importazioni ed esportazioni (1).

(l) -Cfr. n. 710. (2) -Tell. gab. s. 198/65 e 201/66, trasmessi 1'11 e il 12 febbraio: pressioni inglesi sul governo albanese in favore della convenzione con l'Anglo-Persian.
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IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA

T. GAB. (P. R.) RR. 21. Roma, 13 febbraio 1925, ore 13.

Decifri Ella stessa.

Da notizie giornalistiche ho impressione che stiasi inscenando costi un movimento parlamentare e giornalistico contro Governo fascista. A ciò non è forse estranea attività prete Sturzo. Voglia informarmi (2).

718

L'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. (P. R.) 82 (3). Londra, 14 febbraio 1925, ore 2,10 (per. OTe 21,15).

Decifri Ella stessa.

Mi riferisco al mio telegramma Gab. 131 (4). Benchè non mi sia ancoca possibile accertrure se attività nota persona, e di cui ho riferito con lettera particolare, si estenda anche ad una recentissima organizzazione anti-fascista, tuttavia devo rsegnalare senz'altro che mio informatore stamane non mi ha escluso possibilità predetta compartecipazione. Continuo indagini.

Organizzazione anti-fascista di cui è sopra parola fa capo al deputato laburista Colonnello Wedgwood membro del Governo Mac Donald ed a noto socialista Wills. Ad essa parteciperebbero alcuni deputati e ex deputati laburisti. Mi adopero per raccogliere ogni dato su altri componenti inglesi e sugli elementi italiani aderenti. Finora non mi è .giunta alcuna notizia circa eventuale partecipazione deputato Rondani. Pel momento non posso escludere che detta organizzazione non intenda pure combattere, attraverso fascismo italiano, attuale governo ed il .già ocganizzato fascismo britannico. Tali elementi mi sono indispensabili per decidere se e in qual forma io possa procedere presso Chamberlain.

719

L'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA, AL SEGRETARIO GENERALE AGLI ESTERI, CONTARINI

T. P. s. N. (5). Londra, 14 febbraio 1925.

Decifri Ella stessa. Giovedì ti inviai lettera confidenziale circa cosa assai delicata affidandola corriere. Ieri mi pervenne telegramma riservatissimo del Presidente Gab. n. 21 (6)

che si riferiva all'argomento della predetta mia lettera. Risposi al Presidente (l) di averti scritto già della questione pregandoti di comunicargli mia lettera confidenziale (2). Te ne avverto perchè «tu apra sollecitamente la lettera».

(l) -Il rapporto fu trasmesso per conoscenza anche al governo delle isole dell'Egeo. (2) -La minuta è di pugno di Mussolini. (3) -Manca il numero di protocollo particolare. (4) -Cfr. p. 451 nota l. (5) -Il telegramma è stato rinvenuto nell'archivio dell'ambasciata di Londra. (6) -Cfr. n. 717.
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IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA

T. GAB. S. UU. RR. P. PRECEDENZA ASSOLUTA 85. Roma, 15 febbraio 1925, ore 1,10.

Le ho spedito per corriere documenti (3) per mettere a corrente V. E. in modo esatto dell'attuale divergenza con codesto Governo per la questione dei petroli in Albania e delle conversazioni avute in proposito con Graham. Riassumo qui i termini sostanziali. Governo italiano aveva chiesto una concessione petrolifera di trentamila ettari di carattere non monopolistico, pur non opponendosi fosse dato corso ad una concessione molto più vasta all'Anglo-Persian. Ma Governo albanese dichiara non potere dare corso alla nostra concessione per mantenere impegno verso Anglo-Persian che per ta1e motivo ed anche per il giudizio dei tecnici ha assoluto carattere di monopolio perchè assorbe infatti tutta l'area utile allo sfruttamento petrolifero. Ministro inglese intensifica, malgrado nostre proteste, pressioni di ogni genere presso Governo albanese per una immediata ratifica della loro concessione da parte dell'assemblea, tentando di metterei di fronte al fatto compiuto. Italia chiede rinvio per tentare accordo amichevole.

Poichè questione rappresenta per noi interesse vitale pregola interessare d'urgenza mio nome Chamberlain acciocchè voglia personalmente occuparsi della questione per tentare di giungere ad un amichevole componimento ed evitare che si crei con la definitiva ratifica della concessione Anglo-Persian una irrimediabile situazione di assoluta divergenza fra interessi italiani ed inglesi in Albania.

V. E. sa per personale esperienza quanto l'opinione pubblica italiana sia suscettibile nei riguardi dell'Albania e quale importanza ha per l'economia nazionale la questione petrolifera. Il governo italiano dovrebbe perciò prendere un'attitudine di assoluta intransigenza nella questione avversando la creazione di un monopolio petrolifero inglese in Albania facendosi sostenitore del principio della porta aperta. Aggiungo che la Gran Bretagna non farebbe nemmeno i suoi interessi ad impiantare tale questione, in quanto avrebbe contro di sè l'opinione pubblica mondiale a cominciare dall'americana e sarebbe quindi minor male per l'industria mineraria inglese di venire ad equi accordi con noi.

(l) -Con r. gab. (p. r.) rr. p. 80/131, trasmesso il 14 febbraio alle 1,35, per. alle 5. (2) -Non rinvenuta. (3) -Non pubblicati.
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L'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. (P. R.) RR. P. 83/141. Londra, 16 febbraio 1925, ore 21,10 (per. ore 1,30 del17).

Telegramma di V. E. n. 21 (1).

Don Sturzo si è recato da qualche giorno a Dublino. Egli è colà in stretto

contatto con membri del Governo ed è fatto segno a particolari manifestazioni

di deferenza. Don Sturzo si propone recarsi in altre città dell'Irlanda.

722

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA

T. GAB. s. 95. Roma, 17 febbraio 1925, ore 16.

Mio telegramma Gab. segreto n. 88 (2).

Iersera mi giunse un telegramma (3) del R. incaricato d'affari in Albania col

quale mi informava che malgrado la promessa formalmente datagli da quel

ministro degli affari esteri a nome di Ahmed Zogu di rinviare ratifica della

concessione inglese fino a mercoledi presidente della repubblica fece ieri pre

sentare al parlamento e approvare convenzione petroli. R. incaricato d'affari

aggiunge constargli che improvvisa decisione del presidente della repubblica

fu provocata da prec'ise istruzioni pervenute da Londra.

La prego di informare subito Chamberlain che sono molto dolente del modo

poco amichevole con cui il Governo britannico ha voluto regolarsi in questa

circostanza giacchè mentre avevo fatto ricordare a mezzo di Graham la deli

catezza della questione e :la vitale importanza che essa rivestiva per l'Italia,

il Governo inglese non soltanto non accoglieva la mia domanda di temporeggiare

nella ratifica finchè non fosse chiarita la possibilità di un'equa armonica coesi

stenza degli interessi italiani ed inglesi, ma faceva al contrario affrettare la

decisione per metterei di fronte ad una situazione di diritto e di fatto in cui gli

interessi italiani ed 'inglesi sono in antagonismo e nella quale il riconoscimento

degli interessi ineccepibili italiani dipenderebbe dal beneplacito del governo

britannico.

Avevo fatto amichevolmente prevenire il Foreign Office da Graham come in

questa questione l'Italia non poteva transigere e come io avessi l'assoluto dovere di difendere gli interessi vitali del mio paese pur essendo disposto e desideroso alla massima moderazione. Il Governo inglese con il suo atteggiamento mi costringe a seguirlo nella via del contrasto e sarò quindi costretto a fare quanto . sarà necessario perchè gli equi diritti italiani sui petroli albanesi non vengano

frustrati.

(l) -Cfr. n. 717. (2) -Del 15 febbraio, non pubblicato: questione della concessione all'Anglo-Persian. (3) -T. gab. s. 232/72, trasmesso alle 18,25 e pen. alle 21,10 del 16, non pubblicato.
723

L'AMBASCIATORE A BUENOS AYRES, ALDROVANDI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. (P. R.) 85/16. Buenos Ayres, 17 febbraio 1925, ore 20,25 (per. ore 6,30 del 18).

Questi giornali pubblicano che Padre Semeria conferenza Milano avrebbe dichiarato Sonnino precipitò eventi e firmò patto di Londra malgrado Cadorna si fosse dichiarato contrario entrare campagna epoca preveduta patto. Ciò, come risulta documenti presso codesto Ministero, è falso. Per il caso R. Governo non credesse smentire altrimenti diffamazione contro Sonnino, prego V. E. autorizzarmi farlo... (l) il mio nome.

724

L'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. S. 237/143. Londra, 17 febbraio 1925, ore 21,40 (per. ore 4,15 del 18).

Telegramma di V. E. Gab. n. 88 (2), giunto ieri sera.

Ho avuto oggi con Chamberlain colloquio circa Albania. Dopo avergli esposto termini della questione ho cercato mettere nel maggiore rilievo sensibilità dell'opinione pubbli.ca italiana nei riguardi Albania nonchè tutta l'importanza che ha per l'Italia questione petroli. Gli ho detto quindi che V. E. si rivolgeva direttamente a lui perchè venisse evitata ratifica legislativa della concessione alla Anglo-Persiane perchè si cercasse di comune accordo amichevole componimento della questione.

Chamberlain che mi aveva ascoltato con grande attenzione mi ha innanzi tutto fatto osservare che egli era rimasto non bene impressionato dall'atteggiamento tenuto dalla R. legazione a Durazzo che egli anzi giudicava non corrispondente ai cordiali trapporti esistenti fra i due paesi e rafforzati di recente con la sua visita a Roma. Segretario di Stato ha tenuto quindi a rilevarmi che egli si rende perfetto conto delle suscettibilità italiane in tutto quanto riguarda Albania e che di ciò credeva di aver dato sufficienti prove nella questione relativa all'organizzazione della gendarmeria albanese. Egli credeva di aver trattato tale questione coi maggiori riguardi verso di noi e anzi doveva confidarmi che il fatto di avere sottoposto previamente a V. E. lo schema della lettera al colonnello Stirling (3) aveva suscitato delle critiche da parte di qualcuno dei suoi colleghi di gabinetto. Chamberlain ha continuato col dirmi che egli intendeva trattare con stesso spirito di amicizia la questione dei petroli e che pertanto aveva fatto chiedere a V. E. per tramite di Graham le maggiori precisazioni sui desiderata del R. Governo (sopratutto ubicazione ed estensione delle zone da

noi richieste). Ho replicato a Chamberlain che prendevo atto delle sue amichevoli dichiarazioni ma che intanto dovevo insistere presso di lui per il sollecito invio di opportune istruzioni a Durazzo onde evitare che un voto assembleare albanese, atteso secondo le mie informazioni per domani mercoledì, non venisse a frapporsi ai nostri reciproci sforzi per un componimento. Segretario stato affari esteri mi ha fatto osservare che voto assemblea albanese, secondo informazioni di cui era in possesso, aveva avuto già luogo ieri. Alle mie rimostranze ed ai miei rilievi in merito alle pressioni esercitate dal ministro di Inghilterra a Durazzo per ottenere una così rapida ratifica, Chamberlain dopo aver difeso operato funzionario britannico mi ha dichiarato che il voto assemblea albanese non modificava per nulla le sue intenzioni di trattare con governo italiano per trovare una formula conciliativa. Ha anzi soggiunto che nella trattazione della questione egli si propone comportarsi allo stesso modo di come si sarebbe comportato se ratifica non avesse avuto luogo ancora. Segretario di stato ha concluso che sulla base delle informazioni che riceverà da Graham egli vedrà se desiderata intesa col governo italiano potrà essere raggiunta più facilmente con trattative tra governo e governo o con trattative dirette fra gli enti interessati. Rispondendo infine ad ulteriori mie insistenze segretario di stato mi ha risposto che R. Governo poteva essere sicuro che egli metterà la maggiore buona volontà nella ricerca di un accordo, fiducioso di trovare un corrispondente sentimento in V. E .. Chamberlain infine si è detto sicuro che V. E. allo stesso modo di lui vorrà cercare di calmare apprensioni dell'opinione pubblica col far conoscere che tanto a Londra quanto a Roma si svolgono amichevoli trattative fra i due Governi per giungere ad un componimento che tenga dovuto conto dei

rispettivi interessi.

(l) -Gruppo indecifrato. (2) -Cfr. p. 452 nota 2. (3) -Sull'attività dello Stirling, cittadino inglese al servizio del governo albanese per conto del quale organizzava la gendarmeria, cfr. t. 574/124, trasmesso 1'11 febbraio da Della Torretta, non pubblicato.
725

L'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. RR. 238/147. Londra, 18 febbraio 1925, ore 2,45 (per. ore 8,15). In un colloquio avuto oggi con Chamberlain questi di sua iniziativa mi ha parlato delle trattative italo-egiziane per Giarabub. Segretario di stato mi ha detto che conforme alle intese intervenute a Roma con V. E. subito dopo annunzio da me datogli dell'inizio quelle trattative al Cairo egli aveva dato le opportune istruzioni a Lord Allenby affinchè seguisse ed appoggiasse trattative in corso sulla base accordo Milner-Scialoja. Chamberlain · era stato recentemente informato che un accordo soddisfacente era stato raggiunto col riconoscimento dell'appartenenza di Giarabub all'Italia contro insignificanti rettifiche di frontiera verso Sollum. Se non che segretario di stato aveva appreso che da parte nostra si chiedeva ora al Governo egiziano dichiarazioni formali in proposito. Chamberlain mi ha fatto amichevolmente rilevare che stante la situazione interna egiziana e il comune interesse anglo-italiano di rafforzare parlamentarmente e di consolidare attuale Governo non sembrava

opportuno insistere per ottenimento delle predette dichiarazioni le quali sarebbero state sfruttate opportunamente dagli avversari politici dell'attuale Governo egiziano nel senso di una rinunzia a parte del territorio nazionale. Cham~rlain mi ha pregato di portare queste sue considerazioni alla conoscenza di V. E. perchè ella potesse vagliarle ed esaminare opportunità di eliminare ogni causa atta ad indebolire Governo di Ziver Pascià col quale la soluzione delle questioni riguardanti sia l'Italia che l'Inghilterra appare essere più facilmente raggiungibile che con altre eventuali amministrazioni.

726

L'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. (P. R.) S. PER CORRIERE 96/163. Londra, 18 febbraio 1925

(per. ore 14 deL 22).

Dalle notizie finora raccolte risulterebbe che la nuova associazione c Amici della libertà italiana» di cui ho fatto cenno a V. E. nel mio telegramma di Gab. a:iservato, del 14 corrente (1), è formata di massima parte di deputati laburisti estremisti, e cioè di quel gruppo che ormai può chiamarsi socialista ed internazionalista (mio telespr. n. 153 di oggi) (2). Autorevoli personalità politiche da me intrattenute opportunamente circa cotale nuova associazione, sono state concordi nel rilevare che essa, formata com'è di socialisti, sfugge a qualsiasi controllo del Governo e dello stesso ;partito laburista ufficiale.

Trattereb~si di estremisti pronti ad approfittare di ogni occasione per avvalersi della libertà loro consentita dalla legge ed inscenare movimenti e manifestazioni, sempre del resto risultati di nessuna serietà e consistenza reale.

Nel caso in questione poi la persona del Presidente, sig. Wedgwood, ritenuto carattere impulsivo saltuario e di poco equilibrio politico, deporrebbe maggiormente per la poca serietà del movimento del quale le stesse persone con le quali mi sono intrattenuto avevano scarsissima o nessuna notizia.

Ho potuto sapere che dell'associazione fanno ;parte pochi italiani di tendenze anarcoidi ed in massima parte operai e camerieri.

Continuo ad indagare per conoscere se vi appartengono eventualmente altri elementi di rango più elevato, ed a qual nostro connazionale faccia essenzialmente capo il movimento fra gli italiani in Inghilterra. Pel momento esso sembra diretto da uno de'i due segretari dell'associazione, sig. Bagnari, statomi descritto come professante idee anarchiste.

Segnalo infine a V. E. che nelle mie conversazioni con questo fiduciario del Partito Fascista ho rilevato che anche· egli condivide i su riferiti giudizi dell'associazione degli «Amici della Libertà d'Italia», confermandomi pure le informazioni relative all'elemento italiano che fino ad oggi vi prende parte.

(l) -Cfr. n. 718. (2) -T. per corriere 703/153, per. il 22 febbraio, non pubblicato, relativo al manifestarsi nel partito laburista di due tendenze, una moderata -riformista e una estremista -socialista.
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IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA

T. GAB. PRECEDENZA ASSOLUTA 99. Roma, 19 febbraio 1925, ore 1,20.

Suo telegramma n. 148 (1).

Sono dolente che il passo prescrittole col mio telegramma n. 95 (2) non abbia avuto quell'immediato corso che la gravità e l'urgenza della questione richiedeva, giacchè sarebbe sommamente utile che Chamberlain si rendesse conto di tale gravità prima di inviare a Graham la risposta di cui al mio telegramma

n. -97 (3). V. -E. che conosce la sensibilità del pubblico italiano per le questioni albanesi, deve fare in modo che il Governo britannico sappia senz'altro indugio ed in modo inequivocabile, prima di darci una definitiva risposta, dell'atteggiamento di assoluta intransigenza che l'Italia sarebbe costretta ad assumere, a causa dell'imposta precipitosa ratifica della concessione Anglo-Persian, qualora non si giungesse subito ad un equo accordo.

Ciò è bene sia preventivamente chiarito, affinchè ciascuno assuma le proprie responsabilità.

Telegramma n. 143 (4) dell'E. V. non ha aggiunto nulla di nuovo a quanto mi era stato qui comunicato a nome di Chamberlain e solo mi ha recato non gradevole sorpresa la sua insistenza sulle critiche contro l'atteggiamento della R. legazione a Durazzo, che è stato corretto in confronto all'azione sopraffattrice svolta da quel ministro britannico.

Sta in fatto che il Governo inglese non ha voluto accogliere la nostra preghiera di breve rinvio della ratifica, chiesto al solo scopo di giungere all'accordo prima di creare una formale situazione pubblica di contrasto e non ha dimostrato di usare molti riguardi verso di noi pur di raggiungere il suo scopo.

Ed è bene perciò prevenire francamente che qualora non si giungesse al desiderato accordo il Governo italiano sarebbe costretto e certo non per colpa sua, a contestare per legittima difesa la legalità degli avvenimenti recentemente svoltisi in Albania e conseguentemente la validità e indipendenza degli atti del nuovo Governo.

728

L'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 2.52/164. Londra, 20 febbraio 1925, ore 3,50 (per. ore 11).

Telegramma di V. E. Gab. n. 99 (5). Avevo giudicato dover soprassedere di ventiquattro ore al passo di cui al telegramma di V. E. n. 95 (2) perchè nella mia conversazione con Chamberlain

avevo già esaurientemente toccato tutti i punti della questione e perchè allo stato delle cose ed in considerazione delle intenzioni manifestatemi da Chamberlain il ritardo di un giorno, mentre non poteva nuocere ai nostri fini, mi dava d'altm parte opportunità di adempiere al mio dovere di non turbare inizio delle trattative con una comunicazione che non poteva essere stata vagliata da V. E. alla luce delle dichiarazioni fattemi da Chamberlain e che io in allora ignoravo se fossero già state riferite in parte da Graham (telegramma V. E. 96) (1). Ciò premesso informo che ricevuto stamane atteso telegramma di V. E. ho subito proceduto alla comunicazione prescrittami. Non avendo potuto vedere Chamberlain impegnato ai Comuni, <X>nforme agli ordini di V. E. di non .perdere tempo mi sono intrattenuto senz'altro col capo dell'ufficio competente cui è deferita trattazione della questione.

Dopo aver premesso che la comunicazione che stavo per fare doveva essere al più presto riferita negli stessi precisi miei termini al segretario di stato, gli ho comunicato nel modo più chiaramente esplicito ed esteso, contenuto dei telegrammi di V. E. 95-96 e 99. Mio interlocutore impressionato inaspettato contenuto delle mie dichiarazioni ha cercato contestare le principali mie asserzioni e cioè: l) le pressioni britanniche per affrettare ratifica; 2) rifiuto di Chamberlain alla richiesta italiana per un differimento; 3) intenzione di metterei di fronte ad un fatto compiuto; 4) la perfetta legalità della ratifica.

Ho sviluppato diffusamente tutto il pensiero di V. E. circa atteggiamento britannico da lei ritenuto poco amichevole e mi sono soffermato specialmente sull'avvertimento che chiudeva il telegramma di V. E. pervenutomi solo stamane e cioè che il R. Governo qualora non si giungesse al desiderato accordo sarebbe stato costretto a contestare per la legittima difesa dei suoi interessi la legalità di tutto quanto si è andato svolgendo in Albania a .proposito della concessione all'Anglo-Persian sotto la coercizione della legazione inglese. Ho concluso ripetendo che tutte le mie dichiarazioni dovevano essere al più presto riferite a Chamberlain. Mio interlocutore dopo aver rilevato serio tono del contenuto della mia comunicazione ha rinnovato le sue proteste per l'assenza di ogni pressione del Governo britannico a Durazzo facendo anche vagamente intendere che l'atteggiamento da noi preso poteva influire non favorevolmente al raggiungimento di quell'amichevole accordo che pur restava ,sempre nelle intenzioni del Governo britannico. Ha poi messo in rilievo necessità di adoperarsi per agevolare anzichè turbare le tra.ttative che dovevano condurre al desiderato equo componimento. Ho risposto che per la buona riuscita delle trattative occorreva che il Governo britannico tenesse presenti sopratutto dichiarazioni da me fatte. Dalla conversazione che ne è seguita ho potuto sapere che questa sera verranno concretate e possibilmente inviate a Graham le istruzioni in replica alla comunicazione di V. E. di cui al suo telegramma 97 (2). Mio interlocutore a tale proposito rilevava insistentemente necessità di conoscere il più precisamente possibile i desiderata italiani onde mettere la questione su un terreno pratico e tale da facilitare raggiungimento di un amichevole accordo. Aggiungo ad ogni buon fine ed a titolo

di informazione che questi ambienti americani interessati alle cose petrolifere sono assai sconcertati della concessione accaparrata dalla Anglo-Persian.

(l) -Tel. gab. n. 240/148, trasmesso il 18 febbraio alle ore 15,51 e pervenuto alle 19,45 dello stesso giorno, non pubblicato, col quale Della Torretta richiedeva istruzioni relative alla questione dei petroli albanesi. (2) -Cfr. n. 722. , (3) -Del 18 febbraio, non pubblicato, relativo alla delimitazione delle zone d'influenza italiana e inglese sui petroli albanesi. (4) -Cfr. n. 724. (5) -Cfr. n. 727. (l) -Trasmesso il 17 febbraio 1925 alle ore 24, non pubblicato, relativo alla questione dei petroli albanesi. (2) -T. gab. 97, del 18 febbraio, non pubblicato.
729

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA

T. CAB. RR. 109. Roma, 20 febbraio 1925, ore 24. Decifri Ella stessa. Suo telegramma n. 164 (1). Graham è venuto stamane a farmi comunicazione da V. E. preannunziatami. Premesso che nostra proposta circa fiume Skumpi (mio telegramma n. 97) (2)

aveva trovato sfavorevolissima accoglienza a Londra ha insistito perchè determinassimo le aree desiderate per la concessione alle Ferrovie Italiane. Gli ho osservato che la nostra proposta di carattere molto generico era stata fatta in seguito alle sue insistenze e senza alcuna idea di esSere definitiva. Gli ho confermato che ritenevo difficile giungere rapidamente all'accordo per corrispondenza telegrafica attraverso corpi non competenti. Ma tuttavia per non avere l'aria di non accogliere la proposta ho consegnato a Graham un piano con esatte indicazioni delle zone da noi desiderate. Confido che Governo britannico cosciente della situazione delicata da lui creata vorrà in seguito a questi nuovi chiarimenti trovare rapidamente un'amichevole soluzione.

Nel parlare con Graham ho fatto cenno del telegramma di V. E. e ho creduto utile confermargli il nostro punto di vista e cioè che contrariamente ai nostri più amichevoli intendimenti, il Governo britannico facendo ratificare la concessione all'Angìo-Persian prima di aver chiarito le reciproche situazioni aveva trasportato in pubblico una discussione di divergenti interessi, nella quale noi non potremmo non prendere un atteggiamento di assoluta opposizione qualora non si giungesse all'accordo. Non intendevamo con ciò minacciare, ma lealmente prevenire dell'atteggiamento che saremmo costretti a prendere contro nostra volontà acciocchè ognuno assumesse la responsabilità del proprio operato.

Dai documenti inviatile (3) V. E. avrà potuto rilevare l'inesattezza delle contestazioni fattele dal suo interlocutore e specialmente per quanto riguarda il rifiuto di accogliere il nostro suggerimento di un breve rinvio della ratifica che espresso vaa.-ie volte verbalmente è contenuto in modo formale nella chiusa del memorandum rimesso a Graham il 12 corrente.

730

L'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. CAB. RR. 255/167. Londra, 21 febbraio 1925, ore 3,30 (per. ore 10). Decifri Ella stessa. Mio telegramma Gab. n. 164 (4). Crowe mi ha fatto oggi pregare di andarlo a trovare al Foreign Office per

parlargli d'urgenza. Chamberlain in seguito alla mia comunicazione di ieri

l'aveva incaricato di farmi conoscere quanto segue: segretario di stato era rimasto profondamente impressionato del contenuto della comunicazione. Giudicava comunicaziooe stessa come offensiva per la Gran Bretagna (poichè il

R. Governo senza fornire alcuna prova aveva accusato Inghilterra: l) di aver agito con doppiezza nei riguardi dell'Italia rifiutando di chiedere al Governo albanese rinvio della concessione petrolifera all'Anglo-Persian allo scopo di mettere l'Italia davanti ad un fatto compiuto; 2) di aver anzi esercitato indebitamente pressione sul governo albanese allo scopo di affrettare ratifica della concessione predetta. Chamberlain doveva inoltre rilevare che mentre governo britannico aveva offerto amichevoli trattative pel raggiungimento di un accordo circa petroli, governo italiano, colla minaccia di contestare la legalità e la validità delle concessioni, aveva preso un atteggiamento che rendeva impossibile continuare conversazioni. Stando cosi le cose segretario per gli affari esteri si vedeva nella necessità di dichiarare di non poter ricevere la nostra comunicazione e che pertanto ne domandava formalmente il ritiro. Ho replicato da parte mia spiegando ancora una volta la suscettibilità dell'opinione pubblica italiana nei riguardi dell'Albania, l'interesse nazionale per la questione petrolio e mi sono soffermato particolarmente sulle ragioni che avevano eccitato risentimento del R. Governo.

Protestai vivacemente contro ogni interpretazione di offesa data dal Governo britannico alla nostra comunicazione spiegando ancora una volta che V. E. aveva inteso parlare bensi chiaramente ma sempre amichevolmente ed allo scopo risolvere questione rapidamente ed equamente. Ciò non di meno Crowe che aveva avuto precise istruzioni da Chamberlain mi ha ripetuto tutto quanto mi aveva già detto precedentemente compreso la domanda del ritiro della nostra comunicazione di ieri. Ho dichiarato allora che se Foreign Office credeva di dover effettivamente insistere sul ritiro della comunicazione italiana, tale richiesta doveva essere eventualmente fatta dall'ambasciatore d'Inghilterra a Roma e che io non credevo poter trasmettere a V. E. una simile domanda. Crowe sconcertato da questa mia risposta mi ha allora· chiesto di rifare al Foreign Office per iscritto comunicazioni fatte ieri verbalmente perchè Foreign Office potesse dare risposta scritta ed adeguata. Al che ho risposto che avendo avuto istruzioni di comunicare verbalmente pensiero di V. E. non mi trovavo in grado aderire a quest'altra sua preghiera. Da tutta la lunga conversazione mi è risultato che governo britannico si sente profondamente offeso e che se odierno incidente non sarà sollecitamente liquidato, è indubbio che i rapporti itala-britannici entreranno in una fase di estrema difficoltà. E su ciò credo mio dovere attirare speciale attenzione di V. E. perchè in questo momento gravi questioni internazionali sono o stanno per entrare in discussione. In tali condizioni mi permetto di esprimere avviso che se V. E. ritiene conveniente evitare maggior! complicazioni una sollecita sua conversazione con Graham, con opportune adeguate dichiarazioni, corrispondenti ai punti della nostra comunicazione dai quali questo Governo mostra essere maggiormente colpito potrebbe forse valere a calmare attuale eccitazione del Foreign Office ed avviare incidente ad una soluzione.

Tale conversazione dovrebbe avere luogo al più presto e cioè prima che giun-gano a Graham precise istruzioni da Londra. Non sono naturalmente in grado conoscere quali istruzioni saranno date a Graham in seguito alle comunicazioni fattemi fare oggi da Chamberlain ed in seguito al mio rifiuto di trasmettere a

V. E. domanda del ritiro della nostra comunicazione del 19 febbraio. Ho però ragione di ritenere che tali istruzioni non giungeranno a Roma immediatamente. Ciò potrebbe pertanto fornire opportunità per tempestivo chiarimento di codesto ministero a Graham in modo chiudere incidente ed iniziare trattative per risolvere questione petroli.

(l) -Cfr. n. precedente. (2) -Cfr. p, 457 nota 2. (3) -Cfr. n. 720. (4) -Cfr. n. 728.
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IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA

T. GAB. S. 112. Roma, 22 febbraio 1925, ore l. Sono molto sorpreso del contenuto del suo telegramma Gab. n. 164 (l) e non riesco a rendermi esatta ragione di quanto è costi accaduto. Giova premettere che attuale discussione non può riguardare gli atti e gli intendimenti del Governo italiano che sono stati c finora :1> i più amichevoli, ma si riferisce al giudizio che sarebbe stato da noi espresso sugli atti e gli intendimenti del Governo britannico a proposito della concessione petrolifera in Albania. Giova anche chiarire che V. E. aveva incarico di non fare una comunicazione c: formale :1> al Governo inglese ma di attirare a sostegno delle dichiarazioni qui fatte a Graham l'attenzione « personale :1> preventiva di Chamberlain sulla gravità della pubblica situazione che venivasi creando, e non per fatto nostro; situazione che, quando non si giungesse ad un equo accordo, avrebbe costretto l'Italia, per la difesa dei suoi interessi, a prendere contrariamente ai suoi desideri un'attitudine di opposizione alla concessione petrolifera inglese. Questa e non altra la portata e

lo scopo delle comunicazioni di cui venne V. E. incaricata. Il carattere della comunicazione potè essere svisato per il fatto forse che

V. E. abbia dovuto farla pervenire a Chamberlain attraverso il capo dell'ufficio competente del Foreign Office.

Comunque, dopo quanto ho premesso, non appariscono bene appropriati i termini delle dichiarazioni fattele da Crowe a proposito di ritiro o meno della «comunicazione italiana :1>, mentre al massimo potrebbe parlarsi di chiarimento del punto di vista italiano, del resto da noi ripetutamente enunciato.

Stimo solo utile osservare che l'accusa di doppiezza non è mai stata formulata dal R. Governo, nè nelle conversazioni con Graham, nè nei telegrammi a Lei spediti.

Nè il carattere dei chiarimenti che ho dato incarico a V. E. di formulare a Chamberlain, avrebbero potuto comportare l'accusa di doppiezza dal momento che lo scopo che cogli stessi mi prefiggevo era appunto quello di richiamare la sua personale ed amichevole attenzione preventiva sulla situazione che si veniva a creare tra Italia e Inghilterra.

Da parte nostra si è detto che il Governo inglese non ha voluto accogliere la richiesta, colla quale conclude il nostro memorandum del 12 corrente, di un breve rinvio della ratifica della concessione all'Anglo-Persian per raggiun

gere un sollecito accordo sulla questione dei petroli prima di dar luogo ad una <pubblica discussione che non lo avrebbe certamente facilitato. Si è aggiunto che ·contrariamente all'impegno con noi preso di far discutere dall'assemblea la concessione inglese soltanto il 18 corrente, Ahmed Zogu faceva improvvisamente approvare la concessione il giorno 16, a quanto ci è stato riferito, per pressioni venute da Londra.

Non ho mancato secondo il suo suggerimento di chiamare subito Graham e dopo averlo opportunamente messo al corrente del colloquio da lei avuto con Crowe gli ho espresso mia penosa meraviglia per l'interpretazione data costi al tenore delle comunicazioni che formavano oggetto dei miei telegrammi n. 95 e 99 (1). Gli ho chiarito ancora una volta (mio telegramma n. 109) (2) quale sia stato il mio punto di vista sin dall'inizio e durante tutto lo svolgersi dell'attuale discussione: punto di vista alieno da qualsiasi proposito men che amichevole ed anzi ispirato soltanto alla preoccupazione di non turbare gli amichevoli rapporti esistenti fra i due <paesi con l'azione necessaria per imprescindibile difesa di un nostro grande interesse nazionale. Ed ho ripetuto che a questa difesa il

R. Governo non potrebbe in alcun modo sottrarsi anche per non provocare una clamorosa ma giustificata reazione dell'opinione pubblica con conseguenze dannose per quello spirito di sincera amicizia e collaborazione che gli attuali scambi di idee ·secondo le mie ferme intenzioni, avrebbero soprattutto per iscopo di mantenere inalterato.

Confido che quando Chamberlain si sarà potuto rendere pienamente conto di come si sono svolte le cose non potrà disconoscere come i chiarimenti che per mezzo di V. E. ho voluto fargli personalmente pervenire, nel momento delicato al quale erano giunte le trattative, era la miglior prova che io potessi dargli dell'altissimo interesse che annetto al mantenimento degli amichevoli reciproci rapporti dei quali abbiamo avuto occasione d'intrattenerci durante il suo recente soggiorno a Roma.

Rimango intanto in attesa di conoscere il seguito che verrà dato alla comunicazione da me fatta iersera, su sua domanda, a Graham circa le aree petrolifere albanesi da noi desiderate.

(l) Cfr. n. 728. Ma cfr. anche n. 730.

732

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, AL REGGENTE LA LEGAZIONE A DURAZZO, SOLA

T. GAB. s. 115. Roma, 22 febbraio 1925, ore 23. Suoi telegrammi n. 79 (3) e seguenti (4). Per dare prova dei miei sinceri sentimenti di amicizia verso l'Albania e del

mio vivo desiderio di aiutare, per quanto mi è possibile, lo stabilirsi di rapporti di efficace collaborazione tra i due paesi, ho deciso -tenendo conto delle preoc

cupazioni finanziarie accennatele confidenzialmente da Mufid Bey -d'iniziare subito le trattative sulle basi da lui stesso propostele in modo da procedere immediatamente al versamento del primo prestito di un milione franchi oro in modo da assicurare ad Ahmed Zogu quella indipendenza che gli è indispensabile per provvedere serenamente alla sistemazione degli affari del suo paese.

Parte intanto stasera marchese Durazzo latore delle mie istruzioni per inizio trattative.

Aggiungo per sua opportuna norma che qualora bisogni fossero molto impellenti sarei anche disposto ad un immediato anticipo da conteggiarsi nel primo prestito contro formale consegna dello schema proposto da Mufid Bey (1).

(l) -Cfr. nn. 722 e 727. (2) -Cfr. n. 729. (3) -Tel. gab. n. 264/79, trasmesso il 21 febbraio alle ore 23,30 e pervenuto alle 3,40 del 22 non pubblicato, relativo a un colloquio avuto con Mufid bey sull'istituzione, collegata a un pr~stito da fare al governo albanese, di una banca italiana in Albania. (4) -Tell. gab. 264/80, 265/81, 266/82, 267/s. n., 270/83, trasmessi il 21 e 22 febbraio, non pubblicati, relativi alle trattative con Mufid bey per l'istituzione della banca e le concessioni petrolifere.
733

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, DELLA TORRETTA, A PARIGI, ROMANO AVEZZANA, E A BERLINO, DE BOSDARI

T. GAB. R. 116. Roma, 23 febbraio 1925, are 24. Questo ambasciatore di Francia ha rimesso a titolo assolutamente confidenzirue seguente memorandum: c L'Ambassade de France a reçu l'instruction de porter ce qui suit à la connaissance du Gouvernement royal, à titre tout-à-fait confidentiel: S. E. M. Herriot a reçu des mains de l'ambassadeur d'Allemagne à Paris un mémocandum exposant que le Gouvernement du Reich, dans le but de favoriser le règlement de la question de sécurité, serait pret à adhérer à un pacte comprenant les puissances intéressées au Rhin, notamment la France, l'Italie, l'Angleterre et l'Allemagne, avec l'engagement, pour une période prolongée, de ne pas se faire la guerre. Un pacte entre les Etats intéressés au Rhin et comportant la ,garantie formelle, conjointe et individuelle du statu quo territorial actuel serait également considéré comme acceptable par l'Allemagne. Les Etats contractants qui garantiraient le statu quo en Rhénanie pourraient garantir dans ce pacte l'exécution de l'obligation contractée par l'Allemagne dans les articles 42 et 43 du Traité de Versailles de démilitariser les territoires rhénans. D'autre pa!Tt, le Gouvernement allemand pourrait conclure un traité d'arbitrage avec la France et avec les autres puissances. Pour les frontières de l'Est, l'Allemagne envisagerait également un traité d'arbitrage obligatoire avec la Tchéco-Slovaquie et la PoIogne. Les frontières orientales ne seraient pas garanties comme celles de l'Ouest, a ajouté verbalement M. von Hoesch, mais toute idée de solution par la fovce serait écartée. On pourrait procéder par exemple par voie de référence à l'article 19 du pacte de la Société des Nations. Le Gouvernement allemand estime enfin que le pacte de sécurité pourrait

etre établi de telle façon qu'il préparerait une convention mondiale, dans le genre du Protocole de Genève, comprenant tous les Etats.

Après avoir mis le Conseil des Mintstres au courant de la démarche allemande, S. E. M. Herriot a répondu à M. von Hoesch que le Gouvemement français avait examiné ces propositions avec intérèt et avec la volonté de ne !I"ien négliger de ce qui peut contribuer à la paix de l'Europe, mais que leur examen ne pouvait etre poursuivi sans que la France en ait saisi ses Alliés et se soit mtse d'accord avec eux sur les bas-es du régime de sécurité qui pourrait ètre établi dans le cadre du Traité de Versailles :..

Il presente telegramma continua con quello che porta il numero immediatamente seguente.

(l) Lo schema era stato trasmesso da Sola col t. gab. 264/80, di cui alla nota precedente.

734

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, DELLA TORRETTA, A PARIGI, ROMANO AVEZZANA, E A BERLINO, DE BOSDARI

T. GAB. R. 117. Roma, 23 febbraio 1925. Il presente telegramma fa seguito a quello col numero immediatamente precedente. Il segretario generale ha detto all'ambasciatore di Francia che mi avrebbe subito !I"iferito il contenuto del memorandum e che certamente il R. Governo si sarebbe subito messo in rapporto al riguardo colle Cancellerie alleate. Che intanto egli esprimeva l'augurio che l'iniziativa tedesca potesse riuscire di

giovamento nei riguardi della situazione generale e nelle imminenti discussioni sul dtsarmo in Germania e l'evacuazione di Colonia.

735

IL REGGENTE LA LEGAZIONE A DURAZZO, SOLA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. ss. 276/84. Durazzo, 24 febbraio 1925, ore 2,30 (per. ore 3). Decifri Ella stessa. Telegramma V. E. Gab. n. 115 (1). Il marchese Durazzo potrà giungere soltanto mercoledi mattina a causà ritardo del piroscafo. Egli quindi resterà tutta la giornata di domani a Bari. Mi sono recato a Tirana per comunicare la risposta di V. E. a MUJfid bey. Sebbene egli come di intesa non si fosse impegnato con il gruppo inglese tuttavia i negoziati erano virtualmente conclusi avendo detto gruppo limitato le sue richieste di monopolio di fatto ai porti strade ponti tramvie e ferrovie. Il Governo albanese

aveva accettato tali condizioni. In simili frangenti ho creduto assumermi la subordinata responsabilità di negoziare e di concludere, fatta salva l'approvazione del

R. Governo, la ·seguente intesa: l) il Governo albanese rompe subito ì suoi rapporti con il gruppo inglese; 2) l'Italia versa ·immediatamente ad Ahmed bey Zo-' golli 500.000 franchi oro senza ritirare ricevuta, dico senza ritirare ricevuta; 3) contemporaneamente Governo albanese ci rilascia la lettera di cui al mio tele

30 - Documenti diplomatiri • Serie VII . --'<:>1. IIJ.

gramma 80 (l) modLficata però a nostro favore in senso più 'impegnativo; 4) il Governo albanese trasferisce a noi tutte le clausole del contratto concordato con il gruppo inglese, il cui testo spedisco con corriere in arriVIO mercoledì a Roma. Esso costituisce una vera e propria ipoteca su tutta l'economia albanese, sorpassando ogni migliore e possibile nostra aspettativa; 5) entro il 15 marzo il R. Governo verserà altri franchi oro 50Q.OOO allo stesso titolo di cui al punto secondo; 6) alla firma della convenzione verserebbe un milione di franchi oro dietro ricevuta interesse sette e mezzo per cento e ipoteca sulle dogane di Durazzo; 7) ho ottenuto che 'il prestito di due milioni di sterline sia scalato in 5 anni con limitazione a 300.000 stel'line il primo anno scalate a 'loro volta in 3 rate quadrimestrali. Dalle clausole del contratto risulta del resto che possiamo rescindere la parte concernente il prestito in ogni momento che a noi pia.ccia.

(l) Cfr. n. 732.

736

L'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. (P. R.) P. 101 (2). Londra, 25 febbraio 1925, ore 22,40 (per. ore 6,55 del 26). Decifri Ella stessa.

Come a V. E. è noto Sig. Stead dopo avere lasciato direzione del Times .è divenuto direttore della Rivista deLle Riviste. In tali pubblicazioni ~ono apparsi da tempo articoli contro il fascismo ed il Governo Nazionale sia firmati dallo Stead che da un «osservatore italiano:.. Ora sono informato di rapporti di certa intimità interceduti fra Stead, Don Sturzo e questo corrispondente del Corriere della Sera. Infatti mi è stato riferito che le tre persone si trovavano ieri l'altro riunite a colazione in casa deLllo stesso Stead.

737

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA

'f. GAB. R. 132. Roma, 25 febbraio 1925, ore 23,25.

Graham è venuto a fare una comunicazione circa il malinteso sorto nelle conversazioni con il Foreign Office per le concessioni petrolifere in Albania. Ha detto che suo telegramma al suo Governo per riferire ultima nostra con~ versazione era colà giunto in buon punto in quanto aveva fermato invio a lui istruzioni nel senso preannunciatomi dal telegramma di V. E. n. 12 (3).

Egli ha Ietto il testo del telegramma da lui inviato per accertare se esso rifletteva esattamente il punto di vista italiano. Il telegramma precisava in modo assolutamente esatto le dichiarazioni qui fatte a Graham e nell'ultimo colloquio e nei precedenti tanto per ciò che si riferiva alla parte amichevole quanto alla parte dei lamenti da noi avanzati, e nei termini e nella tonalità. Terminata la

lettura il segretario generale ha dovuto ringraziare l'ambasciatore di avere cosi esattamente «fotografato» le dichiarazioni qui fattegli e gli ha aggiunto che ai fini del giudizio sulla precisa veridicità di esse preferiva anzi che questo rapporto fosse stato redatto da lui anzichè dal R. ministero.

Potuta cosi accertare l'esattezza del suo rapporto Graham mi ha aggiunto che Chamberlain considerando il suo telegramma come la risposta data dal~ Governo italiano 'in seguito alia conversazione di V. E. con Crowe considerava l'incidente ·come chiuso, il malinteso dissipato e riprendeva con spirito amiche~ vole le conversazioni per giungere all'accordo nella questione delle concessioni petrolifere in Albania.

(l) -Cfr. p, 462 nota l. (2) -Manca il numero di protocollo particolare. (3) -Numero er11ato. Allude probabilmente al tel. pubblicato al n. 730.
738

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, AL MINISTRO AL CAIRO, CACCIA DOMINIONI (l)

T. 548. Roma, 26 febbraio 1925, ore 20,50. L'Agenzia Stefani ha ricevuto ieri un telegramma Reuter dal Cairo che comunica essersi annunziato uffici3ilmente che il Governo italiano ha adedto al punto di vista egiziano circa il procrastinamento della discussione della questione di Giarabub. Ho richiamato subito la più seria attenzione di questo ministro d'Egitto su tale tendenziosa notizia che si qualifica ufficiale e che non corrisponde affatto a verità. Ho fatto presente a quest'ultimo tutto il danno chel deriva da tali pubblicazioni le quali possono avere le più incresciose ripercussioni sull'opinione pubblica dei due paesi e che, dandoci diritto ad una recisa smentita, ci potrebbero anche costringere ad abbandonare quello spirito amichevole col quale abbiamo finora condotto le trattative. Troppo spesso si sono negli ultimi tempi verificati costì inconvenienti del genere ed è da ritenere che il Governo egiziano non siasi ancOTa convinto non essere suo interesse di eccitare l'opinione pU:bblica sulla delicata questione. Ai tempi di Zaglul Pascià ciò era comprensibile, ma era da sperare che il governo di Ziver avesse cambiato metodo. Il ministro di Egitto, pur affermando di essere ignaro della cosa, ha deplorato l'equivoca pubblicazione ed ha promesso di telegrafare subiito al suo Governo per rappresentargli essere suo precipuo interesse smentire subito la notizia, ristabilendo la verità dei fatti, cioè che le conversazioni continuano amichevolmente. È infatti preferibile che la smentita venga dal Cairo e la S. V. vorrà anche da parte sua agire efficacemente in questo senso, poichè in caso

contrario saremmo costretti a farlo noi ed in forma tale da mettere le cose a posto.

739

L'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. s. 307/189. Londra, 28 febbraio 1925, ore 2,45 (per. ore 8). Da riservate informazioni assunte al Foreign Office risulta:

l) Le richieste italiane per le zone petrolifere in Albania hanno prodotto una non sfavorevole impressione;

2) Foreign Office è però preoccupato dell'atteggiamento ora assunto dall'America del nord (1).

Questo rappresentante americano ha infatti chiesto al Foreign Office quali conseguenze avesse prodotto azione italiana presso Governo britannico circa concessione albanese all'Anglo-Persian e ciò allo scopo di richiedere eventualmente che analogo trattamento venisse riservato all'America;

3) Foreign Office avrebbe risposto al rappresentante americano che per antichi impegni esistenti fra un gruppo italiano e la Anglo-Perstan, questi due gruppi in seguito alla concessione ottenuta ora dall'Anglo-Persian si disponevano addivenire ad un accordo in conformità degli impegni predetti;

4) in conseguenza dell'intervento americano, al Foreign Office prevarrebbe concetto che compromesso anglo-italiano non possa effettuarsi mediante trattative tra Governo e Gov·erno, ma che ad esso debba invece giungersi mediante trattative fra i rappresentanti dell'Anglo-Persian e rappresentanti interessi italiani. Solo mercè quest'ultima procedura si pensa che possa essere evitata inframmettenza del Governo americano con richiesta di sua partecipazione;

5) rappresentanti dell'Anglo-Persian dovrebbero pertanto recarsi fra breve a Roma.

(l) Il telegramma fu trasmesso, per corriere, anche a Londra.

740

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, ALL'AMBASCIATORE D'INGHILTERRA A ROMA, GRAHAM

L. P. 715. Roma, 28 febbraio 1925.

Ho ricevuto le gradite lettere del 19 e del 27 corrente, con cui V. E. mi riferisce le comuni·cazioni che il signor Chamberlain lo aveva incaricato di farmi personalmente (2). Mi rincresce che la mia indisposizione non mi permetta ancora di avere con Lei un colloquio al riguardo.

La prego anzitutto di voler far pervenire al signor Chamberlain i miei ringraziamenti per lo spirito amichevole che ispira tali sue comunicazioni. Egli conosce quanto fondati siano i diritti dell'Italia nella questione dei confini tra la Cirenaica e l'Egitto; ma non è forse completamente al corrente delle ragioni per cui il Governo italiano ha necessità di definire il più rapidamente possibile tale questione col possesso dei territori riconosciuti all'Italia dall'accordo Milner-Scialoja.

Il R. Governo sta perseguendo, con ingenti sacrifici, un'opera padficatrice nella Cirenaica, cercando di fiaccare definitivamente le resistenze delle popolazioni ribelli per ridare a quelle regioni la prosperità e la tranquillità di cui da molti anni sono prive. È questa non soltanto un'alta opera di civiltà che il Governo britannico, meglio di ogni altro, è in grado di apprezzare ed incoraggiare, ma rappresenta anche un'opera di comune difesa per tutte le potenze aventi interessi islamici contro i pericoli sempre più gravi del movimento pan

islamico, che specialmente in Cirenaica, a causa dell'azione senussita, trova alimento e sviluppo quanto mai pericoloso. L'occupazione di Giarabub che, come è noto, costituisce uno dei maggiori centri per la Senussia, sarebbe quindi destinata a portare benefici risultati non soltanto nei riguardi della nostra colonia cirenaica ma in quelli generali del mondo islamico.

Il Governo italiano non ha esitato ad affrontare a questo scopo gravi sacrifici militari e finanziari, ma non può non constatare che ogni giorno di ritardo nella definizione della questione confinaria aumenta considerevolmente tali sacrifici, e può dar luogo a maggiori imprevedibili complicazioni.

D'altra parte debbo anche far presente al signor Chamberlain come io mi trovi di fronte all'opinione pubblica italiana che è sempre più preoccupata dei pericoli che possono sorgere da tali ritardi, non riesce a comprendere per quale ragione u·R. Governo non si decida ad agire con quella prontezza ed energia che la situazione richiede.

Ma poichè il signor Chamberlain attira la mia attenzione sulle difficoltà in cui trovasi il Governo egiziano per le imminenti elezioni con una opposizione che serba ogni arma per combatterlo e mi fa presente il considerevole interesse che il risultato delle elezioni stesse ha per il Governo britannico, sono disposto ad influire anche presso le altre amministrazioni interessate acciocchè continuino ad affrontare per qualche tempo i gravi inconvenienti derivanti dal prolungarsi dell'attuale stato di cose ed attendendo come è desiderio del signor Chamberlain che abbiano luogo le elezioni in Egitto.

Nell'informarla di ciò la prego di voler far presente che in questo amichevole atteggiamento del Governo italiano egli deve vedere una prova delle mie amichevoli disposizioni verso il Governo britannico ed anche verso la persona del signor Chamberlain e del mio costante interessamento ad evitare ogni possibilità di complicazioni che possano avere anche indirette ripercussioni sulla cordialità delle relazioni itallo-inglesi che conviene che siano sta·bilite su basi di reciproca fiducia ed amicizia.

Sono convinto che il signor Chamberlain ormai consapevole di tutti i motivi per cui l'Italia dev·e necessariamente tenere ad una pronta soluzione della questione vorrà adoperarsi in modo che essa con reciproca soddisfazione non venga ulteriormente ritardata.

Nel pregarla, infine, di far pervenire al Signor Chamberlain l'espressione dei sensi della mia cordiale ,simpatia ed amicizia, ecc. (1).

(l) -Sull'interessamento e la preoccupazione degli Stati Uniti per la penetrazione della Anglo-Persian in Albania, cfr. il colloquio fra Della Torretta e l'incaricato d'affari americano a Londra (tell. gab. r. 269/171 e 268/172, trasmessi il 22 febbraio alle 21,40). (2) -Chamberlain chiedeva che, date le imminenti elezioni in Egitto e dato il considerevole interesse che queste avevano per l'Inghilterra, l'Italia sospendesse la sua azione verso l'Egitto a dopo le elezioni stesse. Per allora Chamberlain prometteva il suo più forte appoggio all'Italia nella questione.
741

IL MINISTRO A BELGRADO, BODRERO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 319/89. Belgrado, 2 marzo 1925, ore 15,30 (per. ore 17,30).

Mio telegramma n. 77 (2). Governo albanese avrebbe concluso con banchieri inglesi prestito di 250 mila sterline per una banca d'emissione. Tale notizia è accolta qui con vivissimo

disappunto ed è ritenuta come prova di segreti precedenti accordi dell'Inghilterra con Ahmed Zogu per assicurarsi egemonia finanziaria in Albania ad esclusione dell'Italia e della Jugoslavia. Dicesi inoltre che il ministro degli Stati Uniti in Albania che avrebbe presentato sue rimostranze per questione petroli abbia lasciato Tirana affidando la reggenza ad un segretario.

(l) -11 testo di questa e delle lettere di Graham fu inviato a Della Torretta. (2) -Tel. gab. rr. 281/77, trasmesso il 24 febbraio alle ore 15 e pervenuto alle 17,35 dello stesso giorno, non pubblicato, relativo a una proposta giunta a Bodrero di far partecipare l'Italia alla Banca serbo-albanese.
742

L'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. RR. P. 331/200. Lcmdra, 4 marzo 1925, ore 4,35 (per. ore 10,10). Decifri Ella stessa. Telegramma di V. E. Gab. n. 132 (1). Chamberlain si è oggi mostrato assai lieto del chiarimento avvenuto dichiarandomi che dopo le spiegazioni intercorse, il recente incidente rimaneva definitivamente chiuso. Segretario di stato ha tenuto a ringraziarmi pel modo con cui io avevo eontribuito alla soluzione dell'incidente stesso evitando ogni maggiore frizione fra i due governi. Ha quindi soggiunto che il Governo britannico intende riassumere conversazioni circa concessioni petrolifere con spirito di amicizia e sincera volontà di giungere ad un accordo. Prova ne era anche il fatto che egli aveva voluto intrattenere personalmente della questione il signor Cadman che si reca in Italia per trattare col gruppo italiano, e che poteva anzi dirmi che le disposizioni del Direttore generale dell'Anglo-Persian erano tali da assicurare il buon esito del negoziato. Chamberlain conta naturalmente che anche da parte nostra si sia animati da eguale spirito di intesa. Segretario di stato mi ha poi accennato alle sue preoccupazioni per intervento dell'America, ribadendo necessità di evitarlo coi riattaccare il nostro negoziato cogli antichi rapporti dell'Anglo-Persian col gruppo italiano, insistendo perciò sulla necessità che le conversazioni anglo-italiane si svolgano fra i tecnici all'infuori dei Governi. Ho risposto che mentre mi risultava che tale procedura era anche accetta a V. E. purtuttavia io desideravo ancora una volta attirare la sua attenzione sulla speciale situazione del'l'Italia in Albania, sulla suscettibilità deill'opinione pubblica italiana al riguardo, circostanze queste che richiedevano una vigilanza dei due Govemi sulle future trattative in guisa che queste potessero essere opportunamente fiancheggiate da essi Governi qualora ne sorgesse la necessità. Chamberlain ha replicato che egli si era reso sempre conto di quella nostra

situazione e che non poteva non ripetermi la sua ferma fiducia nella riuscita delle prossime conversazioni in Roma.

(l) Cfr. n. 737.

743

L'AMBASCIATORE A PARIGI, ROMANO AVEZZANA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. PER CORRIERE 849/132/38. Parigi, 4 marzo 1925 (per. il 6). Il Governo francese dopo la partecipazione data a V. E. del memorandum tedesco (l) relativo al patto di sicurezza, non ha fatto, per quanto mi consti, nessuna precisa dichiarazione che vada oltre le comunicazioni già note, e cioè che la Francia, pur dando il dovuto peso all'iniziativa germanica, prima di aprire qualsiasi negoziato, doveva esaminare tutte le conseguenze e conoscere il modo di vedere degli alleati. Ho visto in questi giorni solo fugacemente Herriot, ma ho discorso a lungo sulla portata della proposta tedesca così con Laroche che con il senatore Hubert, presidente della commissione degli affari esteri del senato e, ieri sera, col presidente della repubblka. Ho riscontrato in tutti una grande perplessità, poichè gli uomini politici più autorevoli di qualsiasi partito si rendono conto, da un lato del pe~ricolo che rappresenta 'l'inclusione di una forte Germania nel cuore di un'Europa priva di mezzi di coercizione forniti tuttora dal trattato, e dall'altro della responsabilità in cui incorrerebbero trascurando l'occasione di venire ad un componimento pacifico, di cui sarebbe mallevadore l'impero britannico. Sicchè, si può prevedere ·Che, per gradi, la Francia possa, 'in ultima analisi, avvicinarsi al punto di vista inglese, ed entrare in un negoziato per un patto di garanzia generale o parziale europeo. Ciò tanto più perchè non vi ha dubbio che i risultati della inchiesta militare hanno prodotto profonda impressione in Inghilterra, essendo apparso chia~ ramente che la Germania è in possesso di uno stato maggiore e di quadri per la mpida ricostituzione di un esercito che troverebbe nelle sue industrie adeguato armamento. L'Inghilterra pertanto sembra disposta [?] nel ·collaborare ad un accordo che riconduca la Germania nel concerto delle nazioni europee, a tenere sufficientemente conto deNe più gravi preoccupazioni francesi, preoccupazioni alle quali partecipa in considerazione della sua stessa sicurezza. Se si approfondisce la proposta tedesca, vi si scorge, attraverso la forma innocua e pacifica, il piano della futura politica germanica. La Germania, avendo acquistato la convinzione che ormai, ove avesse insistito nella sua minaccia delle frontiere francesi, avrebbe nuovamente incontrato la coalizione franco-inglese, e probabilmente anche l'intervento americano, con la sua offerta volta decisamente le spalle all'occidente per riprendere la marcia interrotta verso l'oriente. La discussione che si svolgerà intorno al patto, dimostrerà se questa interpretazione sia o non giusta. È quindi da domandarsi .se la Frapcia e l'Inghilterra, nel caso, avrebbero forza ed interesse immediato per precludere alla massa.

tedesca uno sfogo che alleggerisse, almeno in un primo tempo, la sua pressione sulle loro frontiere.

La Gran Bretagna, che ha consuetudine di esaminare le questioni contingenti lasciando da parte i problemi del domani, inclina verso questa soluzione. La Francia, invece, sia come nazione continentale, sia per gli impegni assunti con la Polonia e la Cecoslovacchia, ed anche per il suo abito mentale di considerare le .conseguenze più lontane e generali, è tutt'ora esitante: ma già hà Inteso più di uno manifestare la propria insofferenza per le pretese della Polonia che esigerebbe dalla Francia -a qualunque costo -la difesa integrale della sua frontiera~

Più esitante ancora è la Francia nei riguardi di una eventuale annessione dell'Austria alla Germania.

II presidente Doumergue me ne parlava per far risultare l'identità degli interessi della Francia e dell'Italia, considerando come una frontiera unica la linea che va dal Reno all'Adriatico.

Egli mi diceva che qualora la Germania raggiungesse il suo scopo di annettere l'Austria, e forse anche l'Ungheria, non sarebbe stato più possibile arrestarla nella realizzazione dei suoi progetti ambiziosi.

Per queste ragioni egli riteneva che, pur esaminando in tutta la sua portata la proposta tedesca, bisognava discuterla molto pacatamente e senza fretta, per armonizzarla con gli interessi delle altre nazioni europee, fra le quali egli metteva in prima linea l'Italia.

A questo proposito, mi sarebbe assai utile conoscere a suo tempo l'apprezzamento che V. E. fa della situazione che si va maturando.

Poichè se si ammette l'ipotesi che quanto si svolge attualmente preluda a un riconoscimento tacito della politica orientale della Germania, ne può venire come conseguenza l'opportunità per l'Italia di definire e precisare le sue direttive politiche, cosi verso la Francia che verso l'Austria e gli stati balcanici (Jugoslavia e Romania) per predisporre un piano organico di difesa dei nostri interessi.

Invero l'accordo vagheggiato dalla Germania e patrocinato dall'Inghilterra, se realizzato secondo le linee generali che lo informano, allontanerebbe il pericolo tedesco dalle frontiere francesi per dirigerlo verso le nostre e quelle degli stati successori dell'Austria. L'Italia, di cui cosi poco si discorre, non è la meno interessata ai negoziati in corso, e quella che potrebbe riscuoterne 'i maggiori danni.

(l) Cfr. n. 733.

744

L'AMBASCIATORE A MOSCA, MANZONI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. s. 844/45. Mosca, 5 marzo 1925, ore 21,22 (per. ore 3 del 6). Aggiornando il 4 corrente la sessione a Tiflis, Cicerin ha parlato deUe relazioni italo-russe. Egli ha rilevato l'importanza assunta dall'Italia nella politica

d'espansione nel Mediterraneo, nei Balcani e nel Levante, ha confermato le buone relazioni russo-italiane ed ha espresso la speranza che l'Italia non ratifi

cherà il trattato per la Bessarabia (1), osservando che la ·ratifica è invocata dalla stampa d'opposizione.

Cicerin ha parlato specificatamente delle relazioni della Russia con l'Inghilterra, con gli Stati Uniti d'America del Nord, Francia, Germania e stati asiatici.

Invio traduzione per posta (2).

745

L'AMBASCIATORE A PARIGI, ROMANO AVEZZANA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. S. RR. P. 358/139. Parigi, 5 marzo 1925, ore 21,35 (per. ore 23,50).

Decifri Ella stessa.

È stato riferito a Pellati da fonte che pretende essere assai bene informata quanto segue: «Colpo di stato di cui si parla da qualche tempo sarebbe fissato per sabato 7 corrente sotto la direzione Peppino Garibaldi e con organizzazione Italia Libera. Forze disponibili in Francia 12 mila uomini. Meschi segretario Peppino fece sabato domenica sforzi definitivi per appoggio comunisti ma senza risultato. Decisione affrettata sotto la pressione dell'Italia Libera minacciante ribellarsi Peppino se continuano :ritardi.

Attitudine Mosca riservato. Progetto comporta parecchie immediate uccisioni fra cui Mussolini e impadronirsi Roma. Elementi importanti e numerosi della organizzazione 'in Francia stanno partendo per l'Italia.».

746

L'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. R. 348/208. Londra, 5 marzo 1925, ore 22,35 (per. ore 3,45 del 6).

È risùltato ufficialmente al R. addetto aeronautico che questo Ministro dell'Aria sarebbe assai lieto incontrarsi con V. E. a Roma nel suo viaggio di ritorno dall'Oriente ove si reca a compiere delle 'ispezioni. Per tradurre in atto tale suo desiderio egli aspetterebbe però di conoscere se sua visita che potrebbe effettuarsi fra il 26 e 27 marzo (3), riesca gradita a V. E.

Credo opportuno segnalare che sir Samuel Hoare è anche una influente personalità del partito conservatore. Ciò stante segnalo a V. E. opportunità d'i soddisfare desiderio di sir Samuel Hoare telegrafandomene in modo che io possa subito tnvitarlo a nome dell'E. V.

(l) -Della questione della Bessarabia pare scrivesse anche D'Annunzio a Mussolini in una lettera della fine di febbraio-primi di marzo, non rinvenuta. (2) -Il tel. fu ritrasmesso per corriere il 6 marzo a tutte le ambasciate e legazioni in Europa, al Cairo, a Rodi e a Attolico a Ginevra. (3) -In realtà, aprile. Cfr. n. 750 e nota 2.
747

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, ALL'AMBASCIATORE A MOSCA, MANZONI

T. GAB. 168. Roma, 6 marzo 1925, ore 18,30.

Suoi telegrammi nn. 33 (l) e 40 (2).

Popolo d'Italia non ha in tempi recenti pubblicato niente che possa considerarsi come ostile alla Russia. Esso non può certo fare elogio regime bolscevico, ma in suoi articoli Russia è considerata come paese straniero verso quale Italia non nutre sentimenti ostilità e del quale anzi desidera rapida rinascita. Trasmetto in ·chiaro articolo editoriale odierno.

Popolo d'Italia ha tenuto •inoltre atteggiamento assai corretto verso Russia durante recenti polemiche per ratifica trattato Bessarabia.

Ho comunque richiamato attenzione su quanto E. V. mi teleg,rafa e richiamerò attenzione Jureneff su errata valutazione che egli ha dato pubblicazioni giornale.

748

L'AMBASCIATORE A PARIGI, ROMANO AVEZZANA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. PER CORRIERE 899/140/42. Pa.rigi, 6 marzo 1925 (per. 1/8).

In questi ultimi giorni ho rimesso il discorso sulla questione di Tunisi e sulla opportunità di risolverla, a due riprese. Una volta col presidente della repubblica, il quale mi ha detto che avrebbe rkhiamato su di essa l'attenzione del Governo. Le sue buone disposizioni a riguardo dell'Italia, ha aggiunto, non potevano prendere che forma di consiglio. Secondo il suo pensiero la questione era stata esagerata n~lla sua importanza così in Francia che in Italia. Occorreva perciò risolverla silenziosamente senza che le opinioni pubbliche dei due paesi quasi se ne avvedessero. Gli ho risposto che a questo stesso criterio si informava la nostra proposta diretta a stabilizzare lo statu quo con un rinnovamento della convenzione denunziata, per il quale non accorreranno nè speciali negoziati nè la approvazione della camera. Ad Herriot, che ho visto ieri, ho chiesto se era finalmente disposto ad avere un primo discorso sulla questione di Tunisi. Egli mi ha risposto pregandomi di non insistere per il momento. Il presidente ha aggiunto che prima di trattare con l'Italia voleva mettere l'ordine in casa, e non mi ha nascosto la sua poca soddisfazione per i dirigenti dell'amministrazione francese in Tunisia, alla cui mancanza di abilità e tatto attribuisce così la ·cattiva situazione interna della reggenza che l'inasprimento delle relazioni italo-tunisine.

Herriot trova, infatti, il più grande ostacolo ad intendersi con noi negli uffici del Quai d'Orsay e nel signor Saint. Credo che Herriot abbia intenzione

di sbarazzarsi di quest'ultimo. Egli infatti, parlandomi della nomina di Albert Sarraut ad ambasciatore in Turchia, mi ha confidato che se Franklin Bouillon avesse accettato quella missione, come pareva volesse fare ad un certo momento, Albert Sarraut sarebbe stato da lui nominato residente in Tunisia. Gli ho detto che, conoscendo la larghezza di vedute di Sarraut, mi rincresceva molto che il primitivo progetto non avesse potuto aver seguito.

(l) -Tel. gab. n. 212/33, trasmesso il 13 febbraio alle ore 21,50 e pervenuto alle 3 del 14 non pubblicato, relativo alle proteste sovietiche per la presunta campagna del Popo!~ d'Italia e alla necessità di chiarimenti in proposito. (2) -Numero evidentemente errato.
749

IL CAPO DI GABINEITO DEL MINISTRO DEGLI ESTERI, PAULUCCI DE' CALBOLI BARONE, AI RAPPRESENTANTI DIPLOMATICI ALL'ESTERO

T. 638. Roma, 7 marzo 1925, ore 2.

S. E. De Stefani ricevendo rappresentanti Federazione agenti cambio ha dichiarato necessario Italia 'riprenda dominio sua valuta e si è rivolto patriottismo convenuti invitandoli sopportare necessari transitori sacrLfici aggiungendo che Governo combatterà ogni speculazione ·Contraria restaurazione monetaria. Ha annunciato collocamento un miliardo buoni tesoro novennali avvenuto 48 ore e riduzione circolazione bancaria cartacea di 860 milioni.

Prego divu:l.gare suddette notizie anche per dissipare eventuali dubbi circa nostra situazione politica e finanziaria.

750

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA

T. ·GAB. 172. Roma, 7 marzo 1925, ore 16.

Suo telegramma Gab. 208 (l) indica come epoca progettata visita Roma codesto Ministro dell'Aria 26 o 27 marzo (dico marzo) mentre telegramma codesto R. Addetto aereonautico a S. E. Bonzani menziona 26 o 27 aprile (dico aprile). Mentre pregola significare a Sir Samuel Hoare che mi riescirà graditissima sua · visita voglia telegrafarmi esatta data della medesima che debbo ritenere avverrebbe eff·ettivamente in aprile se ispezione Ministro Aria medio oriente dovrà durare circa sei settimane (.2).

751

L'AMBASCIATORE A PARIGI, ROMANO AVEZZANA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. 897/142. Parigi, 7 marzo 1925, ore 22 (per. ore 3,30 dell'B).

Per quanto mi consta finora, nella prima conversazione occorsa ieri sera fra Chamberlain ed Herriot (3), questo ultimo relativamente al patto di sicurezza ha richiesto che intervenisse prima un patto di garanzia fra l'Inghilterra t1a

sera del 7.

Francia ed il Belgio che avrebbe potuto essere est·eso anche all'Italia se questa avesse voluto partectparvi. In un secondo tempo la Germania vi sarebbe ammessa a condizioni da stabilirsi. Chamberlain ha risposto che egli aveva prospettato questo punto di vista nel Consiglio dei ministri inglese, ma che era stato messo in minoranza essendo prevalsa la tesi di Churchill, che occorreva assolutamente evitare un ritorno ad aggruppamenti di nazioni e che alla conclusione del patto dovevano contemporaneamente collaborare tutti i principali interessati compresa la Germania. Herriot e Chamberlain continueranno questa ... (l) la discussione, ma non potrò conoscerne i risultati prima di lunedl. Non credo che in ogni modo ,g.i andrà oltre ad uno scambio generale di vedute. Chamberlain col quale ho discorso alla colazione offertagli da Herriot, mi ha detto che la proposta tedesca (2) era molto interessante e non bisognava lascia~rla cadere. Ha aggiunto che per il momento essa doveva essere esaminata dai vari governi i quali avrebbero dovuto far conoscere la 'loro opinione al riguardo, nonchè le modificazioni che ritenevano dovessero essere apportate. L'insieme di queste modificazioni avrebbe dovuto poi essere discusso dagli alleati per far conoscere alla Germania la loro opinione. Avendogli chiesto le sue impres~ sioni circa le conseguenze di questo patto nei riguardi della frontiera meridionale della Germania che rappresenta il punto di minore resistenza di una rinnovata espansione tedesca, Chamberlain mi ha detto che l'impegno generale della Germania di non provocare una guerra avrebbe implicitamente garantito anche le frontiere austriache. Ho domandato anche a Chamberlain se non riteneva del più grande interesse che la Germania entrasse nella Società delle Nazioni aderendo soprattutto all'art. l del Patto, parendo che ciò avrebbe semplificato le

trattative per il patto generale. Chamberlain mi ha risposto che anche se la Germania ora esitasse, queste condizioni potevano essere richieste quando Governi alleati avrebbero fatto conoscere la loro risposta alla sua offerta (3).

(l) -Cfr. n. 746. (2) -Hoare, nel ringraziare e nel precisare che sarebbe arrivato il 26 o 27 aprile, chiedeva se anche il ministro delle colonie, sir Amery, avrebbe potuto visitare Mussolini (t. gab. 379/ 221 dell'll marzo, da Londra). Mussolini rispose affermativamente (t. 2197 del 12 marzo). (3) -Chamberlain arrivò a Parigi nel pomeriggio del 6 marzo e riparti per Ginevra la
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IL MINISTRO A DURAZZO, DURAZZO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB, ss. 371/114. Durazzo, 10 marzo 1925, ore 0,20 (per. ore 3,25).

Decifri Ella stessa. Miei telegrammi 111 e 112 (4).

V. E. si sarà giustamente meravigliato di vedere protratto sino stasera. emanazione dei decreti concernenti nostre concessioni petrolifere dopo precisi impegni scritti presi dal Governo albanese di dare seguito a tali provvedimenti entro prima settimana del corrente mese. Ma molto maggiore della meraviglia è stata ed è la mia indignazione dopo che ho dovuto lottare in queste ultime 48 ore con una mala fede una spudoratezza che passano ogni limite del credibile. Nel pomeriggio del 7 corrente dopo Consiglio dei ministri Mufid bey invece

di annunziarmi come egli ed Ahmed pey Zogolli mi avevano replicatamente ed esplicitamente assicurato, che ·i decreti legge sarebbero stati emanati entro stesso giorno, venne ad intavolare meco artificiosa discussione che troncai richiamandolo all'osservanza degli impegni presi con sua lettera del 25 febbraio scorso (1). Mi recai quelLa stessa sera da Ahmed bey Zogoll:i che di fronte a mie rimo-. stranze promise che avrebbe fatto tenere per mezzo di [sic] del giorno succes;. sivo insieme con i decreti legge un messaggio che egli si proponeva dirigere a

V. E. giurando di firmare decreti legge 'in questione. Ma contemporaneamente Mufid bey faceva chiaramente intendere a Gobbi che motivo unico e vero delle tergiversazioni era dubbio che noi, dopo avere ottenuto concessioni petrolifere avremmo potuto negare o ritardare seconda rata del noto versamento. A nulla valse far comprendere quanto tale dubbio fosse offensivo ed 'ingiustificato. Tutta la mattina seguente trascorse in vane sollecitazioni fatte dal Gobbi presso Mufid bey. Era ormai chiaJra l'intenzione irrevocabile protrarre l'emanazione dei decreti legge lfinchè secondo versamento fosse eseguito. Il presente telegramma continua col numero jsuccessivo.

(l) -Gruppo indecifnato: • Sera •? (2) -Cfr. n. 733. (3) -II te!. fu ritrasmesso a Londra (t. 677 pari data). (4) -Tell. gab. 366/111 e 370/112, del 9 marzo, non pubblicati: concessioni petrolifere da parte del governo albanese, contro pagamento di una somma da parte dell'Italia.
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IL MINISTRO A DURAZZO, DURAZZO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. s. 372/115. Durazzo, 10 marzo 1925, ore 1 (per. ore 3,30).

Seguito precedente telegramma.

Decifri Ella stessa.

A mezzogiorno mandai da Ahmed bey Zogolli Danisca che gli lesse una

mia dichiarazione colla quale constatavo inadempienza e mi riservavo riferire subito al R. Governo. Ed avrei senz'altro rotto gli indugi se considerazione dei grandi interessi nazionali in giuoco non fosse prevalsa in uno al ·senso di disgusto e di dignità offesa. A:hmed bey Zogolli mi fece in risposta pregare di procrastinare ancora mia partenza da Tirana di alcune ore entro le quali tutto. sarebbe stato definito. Verso sera Mufid bey mi fece chiedere un pegno scritto assicurante che noto versamento sarebbe fatto entro 13 corrente (arrivo del prossimo piroscafo). Non mi parve prudente nè degno di accettare. Risposto che mia parola doveva bastare. Dopo ciò ostruzionismo andò diminuendo ma passò ancora tutta la giornata odierna nella preparazione materiale dei decreti delle traduzioni dei membri controllo.

Ora risultato che noi volevamo è ottenuto; ma ho stimato necessario informare V. E. di dò che precede non tanto a mia giustificazione quanto per gli interessi non solo retrospettivi che episodio presenta. Per concretare ed attuare vasto programma di iniziative economiche e finanziarie in Albania è innanzi tutto necessario farsi una chiara idea con chi abbiamo ed avremo da fare.

Rimango in attesa dell'assicurazione telegrafica chiesta con mio telegramma 111 (2).

(l) -Non pubblicata. La lettera, annessa con altri documenti analoghi al telespr. gab. s. 326/254143, fu recapitata da Sola, partito da Durazzo il 27 febbraio e giunto a Roma il 29. (2) -Cfr. p, 474 nota 4.
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L'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 373/218. Londra, 10 marzo 1925, ore 3,20 (per. ore 10,45).

Come V. E. avrà rilevato, discorso di Chamberlain ai Comuni (l) circa sicurezza 'Corrisponde alle informazioni già da me raccolte Foreign Office, e a quanto segretario di stato mi espose nella nostra ultima conversazione (2). Discorso ha determinato in questi circoli politici la formazione di alcuni concetti che, avendo ,già trovato largo conseruso in questa opinione pubblica, sembrano dover ormai costituire la base per il futuro svolgimento della questione della sicurezza.

Riassumo tali prevalenti concetti: l) Gran Bretagna deve trovare nelle ultime proposte tedesche una soluzione del problema della sicurezza da darsi alla Francia; 2) Gran Bretagna dovrà evitare di aderire ad un patto di sicurezza in cui la Germania stessa non fosse partecipe e corresponsabile; 3) Gran Bretagna sente che il momento è maturo per chiedere alla Polonia di piegarsi alla superiore necessità della pace europea, non ostacolando l'attuale avviamento alla sicurezza dato spontaneamente dalla Germania. E ciò perchè una sicurezza quale adesso si delinea offre al consolidamento della Polonia maggiori garanzie di quelle insite in una sua gelosa ed intransigente difesa dell'attua,le corridoio di Danzica e delle presenti frontiere dell'Alta Slesia; 4) Governo britannico avendo ormai manifestato al Governo francese la disposizione di entrare al suaccennato patto di garanzia può adesso chiedere alla Francia di abbandonare quella pericolosa base di garanzia da essa cercata in accmdi con i piccoli alleati allorquando vi fu spinta dalla mancata gru-anzia pattuita a Versail'les; 5) Governo britannico deve insistere a Parigi perchè Governo francese induca la Polonia ad entrare nell'ordine di idee in esame, basandosi sul fatto che in definitiva le proposte tedesche sono mantenute nel quadro del Trattato di Versailles.

Con tali premesse l'opinione pubblica britannica tende a concentrarsi nell'idea di un sistema di sicurezza da convenirsi fra Germania, Gran Bretagna e Francia.

Quasi tutti i ,giornali tacciono dell'Italia. Uno solo ha accennato per la prima volta che col patto di garanzia proposto dalla Germania anche la frontiera italiana dell'Alto Adige resterebbe assicurata. Ma tale accenno non è sviluppato nei riguardi del maggior contr1buto che la partecipazione dell'Italia quale grande potenza porterebbe alla pace ed alla sicurezza dell'Europa. Tale omissione nei riguardi dell'Italia ha tre cause: l) l'opinione pubblica inglese, come ho già segnalato a V. E., comprende solamente la necessità di garantire la frontiera renana, e teme che un maggior allargamento nei partecipanti al patto di garanzia potrebbe coinvolgere l'Inghilterra in responsabilità non neces

sarie; 2) il testo del memorandum tedesco (l) in cui è fatta pTecisa menzione dell'Italia non è stato qui pubblicato per intero e le frammentarie notizie che su di esso sono apparse nel:la stampa presentano la proposta di Berlino come intercedente solo fra due fattori: frontiera orientale e frontiera occidentale della Germania stessa; 3) la circostanza che non è ancora giunta in Inghilterra l'eco di una discussione in proposito fatta dalla stampa italiana nè alcuna notizia dell'accoglienza fatta dal R. Governo al memorandum tedesco.

Non è possibile pel momento intravedere a quali risultati condurrà la recente mossa tedesca e l'attività che va spiegando Chamberlain in proposito a Parigi ed a Ginevra con i suoi colloqui con i vari ministri degli esteri. Appare però che di fronte all'attività delle altre potenze interessate la valorizzazione politica dell'Italia vada trovandosi ormai condizionata al grado della nostra determinazione di entrare .cogli altri tre gabinetti in una approfondita discussione sulle linee fondamentali di un nuovo assestamento europeo che partendo dalla proposta tedesca riesca effettivamente ad eliminare tutti i pericoli oggi esistenti sulle diverse frontiere continentali. Per ciò che più strettamente ci riguarda desidero per ultimo sottomettere a V. E. che il memorandum tedesco considera l'Italia come interessata alla frontiera renana e quindi comprende l'Italia fra i paesi per cui lo stato territoriale attuale deve essere garantito. Ciò appare della massima importanza: tenuto conto della incerta vita dell'Austria, delli1 nota costante indifferenza dell'Inghilterra sulla sorte futura dell'Austria stessa, e soprattutto in considerazione del nuovo ordine· di idee che parrebbe prevalere ora in Francia circa l'unione dell'Austria alla Germania quale segnalato a V. E. dal R. ambasciatore a Parigi (2).

(l) -Tenuto il 5 marzo. (2) -Avvenuta il 3 marzo. La parte :relativa al problema del memorandum tedesco e della sicurezza era stata riferita da Della Torretta con t. gab. rr. p. 332/201, trasmesso il 4 marzo alle 4,35 e per. alle 14,30, non pubblicato.
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IL SEGRETARIO PARTICOLARE DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, CHIAVOLINI, AL COMMISSARIO DI P. S., RIZZO, A GARDONE

(ACS, Segreteria particolare del Duce)

T. 5404. Roma, 10 marzo 1925, ore 20,30.

Il corrispondente milanese del Giornale d'Italia vanta essere in possesso di una lettera scritta dal Comandànte nella quale si parla di una possibile spedizione in Dalmazia a Spalato. Lettera sarebbe datata ultimi giorni febbraio e direbbe che avvenimento dovrebbe avvenire a breve scadenza. S. E. Ptresidente gradirebbe possibilmente riservate informazioni in merito (3).

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L'AMBASCIATORE A PARIGI, ROMANO AVEZZANA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. R. PER CORRIERE 380/151/46. Parigi, 10 marzo 1925 (per. il12).

Hymans ha visto ieri al giorno il Presidente del Consiglio, il quale gli ha ·riferito le conversazioni avute con Chamberlain, nei seguenti termin'i:

Chamberlain gli avrebbe manifestato H suo rincrescimento per la impossibilità dell'Inghilterra di ratificare il protocollo di Ginevra soprattutto per l'opposizione dei Dominions, ed anche di gran parte dell'opinione pubblica britannica, ad impegnare la flotta inglese a disposizione della Società deUe Nazioni. Si era andato però facendo strada il concetto che la Gran Bretagna doveva in qualche modo garantiTe la sicurezza della Francia. Il Gabinetto era perciò disposto ad esaminare una qualche forma di garanzia della frontiera francese, garanzia alla quale si sarebbe stati t1ieti di vedere associata l'Italia. (A questo punto Hymans non ha ben ,capito se Chamberlain abbia parlato di esten'dere la garanzia alle frontiere italiane).

Nel concetto di Chamberlain doveva trattarsi di una garanzia individuale e congiunta delle cinque Potenze per le frontiere quali sono fissate dai Trattati .coll'obbligo di _prendere le armi se qualcuno intendesse violarle. L'inclusione della Germania nel Patto era indispensabile, atteso che il Labour Party, ed anche una parte della maggioranza parlamentare, ritenevano che qualsiasi alleanza che dividesse nuovamente l'Europa in due gruppi avversi, orienterebbe definitivamente la Germania verso la Russia.

Chamberlain, ,parlando poi della questione del disarmo e del rapporto che trovasi pure in esame presso la Conferenza degli Ambasciatori, ha espresso il parere che il rapporto stesso dovrebbe essere integralmente pubblicato.

Herriot, invece, ha detto propenderebbe per una pubblicazione parziale del rapporto in quanto che molte delle 'importanti notizie che vi sono contenute, vengono da in:formatori confidenziali che sarebbero esposti a gravi rappresa,glie.

Chamberlain, sempre in sede di disarmo e di evacuazione di Colonia, è tornato sul concetto, già a più riprese affermato anche per mezzo di questo ambasciatore d'Inghilterra, di riunire una Conferenza dei ministri degli affari esteri, compreso quello di Germania, ritenendo questo sistema, che aveva dato cosi buoni risultati a Londra per la applicazione del Piano Dawes, preferibile ad una notificazione scritta che non avrebbe mancato di irritare la Germania. Herriot è rimasto fermo nella sua preferenza di non invitare in un primo tempo la Germania. Nessuna conclusione si sarebbe raggiunta su questo punto.

Chamberla"in avrebbe pure insistito perchè la questione dell'evacuazione di Colonia rimanesse disgiunta da quella della sicurezza.

Passando a discutere sull'esercizio del diritto di investigazione sugli armamenti tedeschi, la cui esecuzione forma uno degli oggetti in tliscussione al Consiglio della Lega delle Nazioni, Chamberlain si è dichiarato per un diritto di visita da esercitarsi periodicamente o su denunzia di una delle parti interessate, mentre Herriot ha insistito per 'la costituzione di un organo permanente cui sarebbe devoluta ia funzione di assicurare !l'adempimento delle clausole del disarmo.

Neppure su 'questo punto sarebbe stato raggiunto un accortlo.

Riguardo a Danzica, Herriot si sarebbe fatto interprete della emozione prodotta in Polonia dai piccoli incidenti che si sono verificati, come indizio della tendenza, da parte del consiglio della città, ad attenuarvi sempre più, coll'appoggio del commissario inglese, la sovranità polacca.

Herriot, r.iJspondendo a Chamberlain circa il rifiuto dell'Inghilterra a ratificare il Protocollo di Ginevra, ha dichiarato che malgrado questo rifiuto il Protocollo restava alla base della politica francese e che quando si parla alla Francia di disarmo, essa deve porre le questioni della sicurezza e di arbitraggio che vi sono connesse. Cosi se la Francia fosse invitata ad una Conferenza per il disarmo senza che prima le altre questioni fossero risolte, essa non si farebbe rappresentare.

Circa la proposta tedesca di un patto generale di garanzia, Herriot ha detto di trovarla meritevole della massima considerazione ma ha aggiunto che la Francia non potrebbe accettare senz'altro un trattato di garanzia con la partecipazione della Germania, nel quale vi fossero clausole che rappresentassero una infedeltà della Francia ai suoi alleati. (A questo punto Chamberlain avrebbe chiesto se 11a Francia aveva intenzione di sacrificarsi per le frontiere della! Polonia).

Herriot, continuando, avrebbe prQIPosto un negoziato in due tempi, e cioè, prima uno studio a quattro -compresa J.'Ita:lia -della proposta tedesca, per poter poi insieme sottoporre alla Germania le condizioni del Patto.

Ritornando sulla questione della frontiera polacca, Herriot ha detto che non era da escludersi completamente una qualche modificazione e che la Polonia era eccessivamente eccitata su questo argomento, avendo essa aderito al Patto della Lega delle Nazioni e per conseguenza all'art. 19, col quale è previsto un riadattamento -del Trattato quando sorgano situazioni gravi di conflitti armati. Egli, anzi, riteneva che la Polonia fosse interessata ad un componimento per evitare il .pericolo di una guerra ineguale. Ma la Francia essendo fedele alle pro.prie alleanze, occorreva negoziare con la Polonia ed egli esprimeva la speranza che essa potesse essere indotta a consentire.

A questo proposito debbo osservare che così questo ambasciatore che il

ministro degli esteri di Polonia, si sono espressi violentemente in senso nega

tivo, dichiarando che qualsiasi modificazione sarebbe stata considerata come

causa di •guerra e facendo finanche intravedere un mutamento radicale della

politica polacca nel senso •di un accordo con la Germania.

Riporto questo concetto senza averlo potuto approfondire.

Ritornando al discorso di Herriot sul patto di sicurezza proposto dalla Ger

mania, il presidente del consLglio francese ha aggiunto che il Patto di garanzia

generale non avrebbe dovuto in nessun modo modificare i diritti derivanti alla

Francia dagli articoli 428, 42.9 (l) relativi alla occupazione del Reno.

Herriot, riprendendo .poi la questione dell'occupazione di Colonia, ha dichia

rato che sebbene essa non apparisse dal testo degli art. 428 e 429, come connessa

alla questione della sicurezza, vi era però intimamente legata dalle motivazioni

che avevano condotto alla formulazione di quegli articoli per cui le due que

stioni della sicurezza e deìla evacuazione della ·più importante testa di ponte

che oggi protegge la Francia, debbono essere trattate se non congiuntamente

almeno parallelamente.

Chamberlain avrebbe risposto a quest'ultima osservazione che egli non com

prendeva l'importanza data alla evacuazione di Colonia in quanto che, anche

dopo che questa fosse avvenuta, le tru;ppe inglesi sarebbero rimaste sul Reno,

31 -Documenti diplomftlici • Serie VII · Vol. III.

per cui qualunque atto ostile 1della Germania avrebbe portato ad un < casus belli» anche per l'Inghilterra. Nessun accordo, come ho detto più sopra, è stato raggiunto su tale punto.

Hymans, che è stato sopratutto ad ascoltare la esposizione del presidente francese, si è dichiarato solìdale con Herriot sulla necessità di opporsi all'evacuazione della prima zona, ritenendo la permanenza dell'occupazione come un efficace mezzo di pressione per indurre la Gran Bretagna ad un ;patto di garanzia col Belgio e la Francia.

Si è andato in questi giorni, in seguito alla diffusione che la stampa ha dato alle conversazioni tra Chamberlain ed Herr~ot, formantlo un'opinione ostile alla offerta tedesca, opposizione che ha i suoi più forti sostenitori in uomini come Poincaré, Barthou, Loucheur ed altri, senza contare Io Stato Ma·ggiore dell'Esercito. Tutti costoro ritengono la Germania in mala fede e che essa voglia rafforzarsi verso l'Oriente ed annettere l'Austria, per proceùere poi ad un ritorno offensivo contro la Francia e contro la stessa Inghilterra dopo aver formato un blocco di oltre 80 milioni, al quale avrebbero :ger necessità aderito la Cecosl~ vacchia e l'Ungheria. Per essi ·la sicurezza consiste nella esecuzione integrale del Trattato di Versailles e nel mantenimento delle forze armate della Francia in piena efficienza.

(l) -Cìr. n. 733. (2) -Cfr. n. 743. (3) -Cfr. quanto scriveva riservatamente R'izzo a Mussolini, il 12 marzo, smentendo la voce: c Tutte le notizie del genere sono da considerar\si infondate. Voleva compiere il gestoall'epoca dello sbarco a Corfù. Attualmente si limita a scrivere parlando del suo sogno, delle sue idee per la redenzione della Dalmazia... Di concreto però nulla, almeno per ora •.

(l) Del trattato di Versailles.

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L'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. s. 375/220. Londra, 11 marzo 1925, ore 3,15 (per. ore 11,30). Chamberlain ha fatto pervenire stamane al Foreign Office un dettagliato rapporto circa i colloqui da lui avuti a Parigi con Herriot. Crowe ha tenuto darmi oggi stesso seguente informazione tratta ·dal rapporto stesso: Chamberlain ha riferito avere avuto a Parigi due ·colloqui con presidente del consiglio dei ministri francese, Nel primo colloquio ministro degli affari esteri britannico informò Herriot che egli avrebbe letto giovedì prossimo al Consiglio della Società delle Nazioni una dichiarazione contenente ·i motivi per cui Governo britannico non credeva di poter in alcun modo aderire al protocoilo Ginevra contro il quale si era pronunciata in modo indubbio opinione pubblica britannica e dei domini. Rimasto fuori discussione protocollo Ginevra Herriot chiese a Chamberlain 'in qual mddo intendeva ora considerare questione sicurezza. Chamberlain comunicò allora al Presidente del Consiglio francese che governo britannico dopo maturo esame aveva riconosciuto in modo assoluto impossibilità addivenire ad un patto garanzia anglo-franco-belga. Ministro degli affari esteri britannico mise in rilievo che un patto di tale natura avrebbe suscitato la più fiera opposizione dei partiti liberale e laburista. Aggiunse che in una questione ·di tale importanza governo britannico, mentre vuole rispettare così ferma opinione dei partiti di opposizione, ritiene che non sarebbe pratico concludere oggi un patto destinato essere certamente denunziato dall'opposizione quando giun

gesse al potere per l'inevitabile alternativa delle vicende dei partiti. Herriot che a quanto pare nutriva ancora delle illusioni in .proposito ricevette tale annunzio

con grande SOI"Presa dimostrandosi profondamente turbato e angosciato. Parlò con emozione della necessità sicurezza per il suo paese ripetendo noti argomenti francesi in proposito. Chamberlain cominciò allora a parlare del recente passo tedesco come di una pratica proposta per risolvere problema sicurezza. Herriot replicò non poter condividere tale maniera di vedere e oppose quasi rifiuto a discutere affermando essere proposta tedesca inaccettabile per la Francia. Chamberlain lo invitò allora seriamente a riflettere attirando sua attenzione sopratutto sulla ·circostanza che la proposta tedesca forniva ormai alla Francia unico mezzo per assicurare partecipazione dell'Inghilterra alla garanzia continentale. Primo colloquio ebbe termine senza si fosse rinvenuto alcun punto di accordo. Ne'l secondo colloquio Herriot pur non mostrando prendere in considerazione proposta tedesca volle tuttavia formulare al ministro degli affari esteri britannico una serie di obbiezioni. Egli disse che occorreva anzitutto tenere presente solita malafede germanica ed il fatto che il Reich non era animato da sentimenti padfici come cercava fare apparire. Ne era prova rifiuto opposto alla condusione del Trattato di A11bitrato con la Svizzera. (Tale rilievo, osservò Crowe, non è esatto giacchè quel Trattato esiste da circa due anni. Probabilmente Herriot faceva confusione con le trattative, del resto tuttora in corso, fra Germania e Svezia per conèlusione di Trattato del genere).

Herriot rilevò poscia particolarmente: l) che memorandum tedesco mirava innanzi tutto ottenere col sistema di sicurezza proposto immediata evacuazione di tutta la Renania. Chamberlain replicò che ciò non era detto affatto nel memorandum tedesco e che egli anzi aveva ragioni di ritenere che Germania non pensava a raggiungere tale scopo; 2) che nel memorandum tedesco non è fatta menzione della frontiera belga. Chamberlain osservò che se pure ciò era esatto doveva tuttavia ritenersi Belgio compreso implicitamente nel:la proposta; 3) che in ogni caso occorrerà far entrare Olanda nel proposto sistema di reciproca garanzia. Chamberlain replicò essere noto a tutti che Olanda intende mantenersi libera da ogni impegno del genere e quindi inutile ogni tentativo; 4) che Germania non ha rinunziato all'annessione deU'Austria e alla rivendicazione del Tirolo italiano. Chamberlain replicò che in proposito occorreva innanzi tutto conoscere (pensiero Governo italiano; ma che comunque egli pensava che Germania sebbene non abbia rinunziato alla annessione dell'Austria non ha tuttavia mire sul Tirolo italiano.

(A titolo considerazione personale Crowe ha aggiunto che se anche memorandum tedesco non risulta esplicito a questo riguardo non dovrebbe essere difficile all'Italia ottenere dalla Germania adeguata assicurazione per quanto riguarda la frontiera meridionale); 5) che non era possibile per la Francia abbandonare Polonia o trascurare problema sicurezza frontiera di quest'ultima, problema per il quale Governo polacco si sarebbe battuto con ogni mezzo a sua disposizione. Chamberlain replicò col suo noto punto di vista e che cioè Germania aveva dichiarato nelle sue proposte essere pronta impegnarsi a non volere modificazione delle frontiere polacche (per mezzo violenza e che d'altra parte bisognava riconoscere che accenni del memorandum alle frontiere orientali tedesche trovavano la 'loro base nello stesso Trattato di Versailles. Presidente del Consiglio francese ha accennato poi alla procedura da seguire eventualmente per completare le idee in discussione. A tale riguardo egli ha rilevato che di

fronte alle difficoltà di coll'durre negoziati cosi complessi in modo simultaneo tra le varie potenze egli intravedeva opportunità procedere a mezzo di trattati speciali e particolari tra potenza e potenza da riunire poscia tutti insieme in un vincolo generale. Chamberlain replicò che se Herriot pensava con tale sua proposta di facilitare esclusivamente procedura dell'eventuale negoziato si sarebbe potuto esaminare questione e scegliere via più pratica. Ma se invece Governo :francese vi includesse anche idea di raggiungere con tale metodo conclusione di veri e propri trattati speciali egli doveva ripetergli quanto già aveva dichiarato nel primo colloquio circa impossibilità britannica assumere impegni del genere. A tale riguardo Crowe ha fatto qualche vago commento personale. Ho potuto comunque comprendere che egli non condivideva risposta Chamberlain parendogli che nella proposta di Herriot potesse trovatrsi un mezzo più adatto per corrispondere alla disposizione fondamentale di questa opinione pubblica e a circoscrivere il più possibile le responsabilità britanniche. Mi è parso cioè che Crowe intravedesse possibilità di raggiungere un sistema di intese particolari collegate fra loro e dal quale non risultasse un impegno assoluto e per tutti i casi a carico dell'Inghilterra. Herriot si è poi dilungato a parlare dei problemi immediati e cioè de'i pericoli insiti negli armamenti tedeschi, delle decisioni da prendere in seguito al rapporto commissione di controllo, delle necessità di non procedere sollecitamente alla evacuazione di Colonia. Chamberlain ha risposto ribadendo noto punto di vista governo britannico in proposito. Non essendo i due colloqui risultati conclusivi Herriot espresse a Chamberlain desiderio di riprendere conversazioni con lui nel suo viaggio di ritorno. Chamberlain rispose che avrebbe volentieri aderito a tale desiderio, occorreva però

vedere se tempo di cui poteva disporre glielo avrebbe consentito.

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L'INCARICATO D'AFFARI A BELGRADO, SCAMMACCA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. 945/101. Belgrado, 11 marzo 1925, ore 22 (per. ore 24).

A telega-amma della R. legazione n. 92 (1). L'attesa delle prossime decisioni della Conferenza degli Ambasciatori circa la questione di San Naum è vivissima e non scevra di inquietudine.

Spalaicovic di passaggio da Belgrado ha fatto nuove diffuse dichiarazioni riconfermando in modo particolare la fiducia del Governo S.H.S. nell'amicizia dell'Italia dalla quale si attende appoggio nella soluzione di questa questione che tocca profondamente l'amor proprio ed i sentimenti nazionali del popolo jugoslavo.

(l) T. 806/92, trasmesso da Bodrero il 2 marzo alle 18 e per. alle 20,25, non pubblicato,relativo alla questione di San Naum.

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IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, AL MINISTRO A DURAZZO, DURAZZO

T. GAB. 191. Roma, 13 marzo 1925, ore 20,30. Decifri Ella stessa. La R. legazione a Belgrado telegrafa quanto segue: « (riprodurre telegramma di collezione n. 945) » (1). Ho già trasmesso a V. S. copia della documentata nota rimessami da questo ministro jugoslavo circa San Naum e Vermosh, ritenendo molto opportuno che V. S. fosse informata, per eventuale norma di linguaggio, dei termini esatti nei quali le due questioni vengono poste da parte della Jugoslavia. Dato che il Governo di Belgrado e l'opinione pubblica jugoslava si dimostrano più che mai sensibili alle due questioni e de.cisi, specialmente per San Naum, a non recedere dal loro punto di vista, non sfuggirà alla S. V. la delicatezza della situazione che potrebbe crearsi nei rapporti jugoslavo-albanesi nel momento in cui noi, tentando 'di affermare la nostra posizione in Albania, dobbiamo essere mo'lto cauti nei riguardi della Jugoslavia. La vertenza non ci tocca direttamente rper le questioni che ne sono oggetto, ma non bisogna dimenticare che sarebbe per noi molto dannoso infirmare 'il rpatto di amicizia colla Jugoslavia di cui abbiamo sperimentato i buoni ed efficaci frutti nella politica .generale ed anche nei riguardi della stessa Albania. Data questa condizione di cose sarebbe indubbiamente per noi preferibi!le che la questione venisse al più presto definita direttamente tra i due Governi interessati, il che ci toglierebbe da una delicata situazione ed eliminerebbe possibilità di pericolose inframmettenze estranee che la sfrutterebbero a nostro danno. Quanto sopra ho creduto dover far presente a V. S. affinchè Ella possa ispirare un suo prudente atteggiamento nella questione con esatta valutazione dei nostri interessi, togliendo eventualmente l'impressione che l'atteggiamento favorevole di Ahmed Zogu nella questione stessa possa essergli da noi addebitato come prova della sua remissività verso la Jugoslavia. Aggiungo per sua norma che commissione delimitazione frontiere Albania

è convocata a Parigi da conferenza ambasciatori per il 15 corrente per la risoluzione ·delle questioni ancora pendenti del confine jugoslavo-albanese.

760

L'INCARICATO D'AFFARI A BUCAREST, SAVONA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. S. 388/80. Bucarest, 14 '17Wrzo 1925, ore 22 (per. ore 1,50 deL 15). Decifri Ella stessa. Questo segretario degli affari esteri mi ha chiesto se avessi notizia su recenti

dichiarazioni Cicerin riprodotte dalla stampa romena circa attitudine ufficiale Governo italiano di non ratificare Convenzione Bessarabia. Ho risposto al signor

Filodor che ignoravo dichiarazione ufficiale Cicerin su questo come su altri argomenti. A mio avviso Governo romeno doveva essere informato in materia dal signor Lahovary. Questo segretario generale affari esteri ammise pertanto in seguito che una conversazione aveva avuto luogo tra S. E. Contarini e questo ultimo il cui risultato non aveva rasserenato governo rumeno dal modo come Filodor me ne chiedeva. Stampa romena che per il passato ha parlato di ritardo ratifica comincia da diversi giorni a manid'estare dubbi circa volontà del Governo italiano ad accordarla. A tale proposito oggi giornale Romania pubblica che se tale è il parere definitivo del governo italiano, sarebbe interessante sapere come si è arrivati a ciò: ministro Duca resta obbligato a tranquillizzare opinione pubblica romena ed è venuto il momento che egli esca dal vago 'delle dichiarazioni fino.ra fatte in Parlamento (1).

(l) Cfr. n. 758.

761

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA

T. GAB. s. 194. Roma, 14 marzo 1925, ore 23.

Ho ricevuto il suo interessantissimo telegramma Gab. segreto n. 220 (2).

La prego di ringraziare il sig. Crowe della comunicazione fattale che ci permette di essere utilmente al corrente delle conversazioni attualmente in corso tra Chamberlain e Herriot per poter rapidamente intervenire per suffragare tesi inglese, al momento in cui apparisse possibilità di venire ad una conclusione.

Non ho bisogno di dilungarmi a spiegare le ragioni per cui, data la nostra posizione in Europa, punto di vista italiano di fronte proposta tedesca, sia analogo e parallelo a quello di codesto Governo, anche in considerazione della nostra opinione pubblica, che, come V. E. sa, a simiglianza di quella di codesto paese, non è in ·gran parte favorevole a ·legarsi ciecamente con impegni preventivi e non bene definiti in materie di cosi vasta portata.

Diversamente si presenta invece per noi l'idea di un patto o di un sistema di patti a ,s.copo di pacificazione che comprendano alleati e Germania, e mirino ad attenuare le scissioni create dalla guerra e lo stato d'incertezza e diffidenza esistente. D'altronde la dichiarazione già fatta da Chamberlain ad Herriot che la proposta tedesca rappresentava ormai l'unico mezzo per assicurare alla Francia la ]partecipazione dell'Inghilterra alla garanzia, toglie ogni possibilità di dilemma e porta a dover considerare la pratica attuabilità della proposta tedesca.

Nell'esprimersi in tal senso con Crowe, V. E. osserverà che d'altronde i lavori di Ginevra portando utili chiarimenti e nuovi sistemi di giudizio, sarà fra poco possibile di tornare in modo utile sull'argomento per concordare la via pratica da seguire.

c Il Menkes parlando, non con me, ma con altri, avrebbe detto che, secondo l'opinione russa, la sola Potenza, che, nella situazione politica odierna, sarebbe in grado di mettere in corso l'affare, sarebbe l'Italia, ma che anche per essa sarebbe difficile agire, giacchè il successo d'un intervento sarebbe molto poco probabile •.

A proposito di Ginevra sarà conveniente che V. E. faccia rilevare a Crowe, come Chamberlain stesso del resto avrà potuto constatare, che il delegato italiano aveva istruzioni di prendere un atteggiamento analogo a quello inglese.

Aggiungo ad ogni buon fine che per quanto riguarda particolarmente le nostre frontiere con l'Austria, noi intendiamo attenerci a quanto è stato solennemente e chiaramente stabilito e riconosciuto dai trattati di pace. Ci preoccuperemmo soltanto che ulteriori accordi particolari, sia pure indirettamente, e per il semplice fatto della loro esistenza, potessero, anzichè accrescere, togliere efficacia ai trattati stessi Noi non contestiamo che la Francia possa avere speciali motivi per esigere nuove garanzie di sicurezza, ma in quanto particolarmente ci riguarda, a noi pare sufficiente la garanzia solenne costituita dalle stipulazioni dei trattati a cui sono impegnati tutti gli stati firmatari, a meno che non dovesse per nuovi atti risultare ·che quanto è stabilito nei trattati stessi, non possa ulteriormente considerarsi sufficiente.

(l) Cfr. d'altra parte ciò che scriveva Tamaro a Mussolini in data Vienna 9 marzo 1925, riferendo un colloquio dell'agente bolscevico a Vienna, Menkes:

(2) Cfr. n. 757.

762

L'AMBASCIATORE A PARIGI, ROMANO AVEZZANA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. PER CORRIERE 1022/161/49. Parigi, 14 marzo 1925 (per. it 16).

Seydoux parlandomi oggi della situazione dell'Austria e delle tendenze che si vanno accentuando così nel Reich che nella ex Monarchia per una graduale fusione dei due Stati, mi ha detto che egli si proponeva di riunire il Comitato che tratta degli affari austriaci per esaminare la questione.

Mi ha pure informato di aver scritto all'ambasciatore di Francia a Roma perchè tenesse parola a V. E. dei provvedimenti da prendersi, diretti soprattutto a risanare definitivamente la situazione economica austriaca in modo da togliere ogni pretesto alla meditata annessione. Occorreva, secondo il suo parere, che qualcuno prendesse l'iniziativa di porre la questione austriaca sul terreno pratico. Poteva essere opportuno riunire una conferenza sul tipo di quella di Porto Rose, ovvero, per il momento, limitarsi a provocare, da parte della Società delle N azioni, una inchiesta .per stabilire lo stato attuale dell'Austria e le misure da prendersi per completarne il risanamento e renderla uno stato vitale. Poichè tali suggerimenti contengono elementi utili ma anche eventualità pericolose, sarei grato a V. E. di farmi conoscere il suo pensiero in proposito e la risposta data a Besnard, per mia norma di linguaggio (1).

763

IL MINISTRO A DURAZZO, DURAZZO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. s. 395/125. Durazzo, 16 marzo 1925, ore 11,35 (per. ore 14,25).

Seguito mio telegramma Gab. n. 124 (2). Convenzione bancaria e tutti gli atti esecutivi e lettera impegnativa (in tutto dodici documenti) preparati da Alberti e che accrescono, precisano, assi

curano vantaggi a noi derivanti da convenzione stessa, sono stati firmati ieri sera da Alberti e da competente ministro albanese. È stato in tale modo già emanato ieri sera stessa decreto legge che approva convenzione, previa consultazione conMensinger che diede parere per iscritto nel senso che decreto legge costituisce oggi la massima garanzia costituzionale di validità e legalità che si potesse desiderare ed ottenere. Seconda rata del noto pagamento è stata versata stanotte, decreto legge per convenzione bancaria come pure i decreti legge precedenti per convenzione petrolifera e trattato dovranno essere pubblicati con relativi annessi in un prossimo numero di questa Gazzetta Ufficiale. Alberti sarà di ritorno a Roma 18 corrente mattina. Grazie alla sicura visione ed alle rapide decisioni di V. E. è 1stato cosi possibile assicurarsi in sole tre settimane tutta una serie importantissima di titoli fondamentali per affermazione di una nostra situazione di decisa :prevalenza nella vita economica e quindi anche politica di questo paese. Permetta V. E. che io sia tra i primi a felicitarmene.

(l) -Cfr., sul problema, nn. 777 e 778. (2) -Non pubblicato.
764

IL MINISTRO A BELGRADO, BODRERO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. s. 404/112. Belgrado, 16 m.arzo 1925, ore 23 (per. ore 3,10 deL 17). Riferisco testualmente quanto mi ha detto Nincich nel colloquio avuto con lui oggi, in relazione alle istruzioni di V. E. Egli ha telegrafato ad Antonievich riconfermandogli istruzioni circa necessità di una comune azione anche economica in Albania. Mi ha fatto intendere come da parte della Grecia gli sia stato fatto accenno per conoscere fino a che punto giunga la cordiale collaborazione italo-jugoslava in Albania. Nincich ha creduto di lasciare cadere senza risposta tale accenno e mi ha pregato di riferirne a V. E. Ha soggiunto che riconosce di essere stato fino ad ora troppo ottimista, ma che si è convinto che un Governo stabile non può ottenersi in Albania senza l'accordo assoluto fra l'Italia

e la Jugoslavia. «Il progetto di fondare una banca di emissione mi sembra il primo atto dello sforzo comune per una stabile situazione in Albania». Regno

S. C. S., secondo suo convincimento, non avrebbe mai potuto bastare a ciò da solo. Per questo appunto egli ha evitato di stringere impegni speciali con Ahmed bey Zogolli. «Nessun malinteso deve sorgere tra l'Italia e Jugoslavia a questo proposito». Si è detto a Parigi che Ahmed bey Zogolli aveva giocato la Jugoslavia. Non vi è stato inganno perchè nessun accordo pre1stabilito vi fu e Nincich non volle assumere impegni senza prima essersi consultato con noi. Ha aggiunto testualmente: «l'atteggiamento assunto da altre Potenze, specialmente da Inghilterra, nella questione albanese, ha obbligato i nostri due paesi ad interessarsi ancora più strettamente negli affari d'Albania. Non so fin dove noi possiamo andare, ma non ho alcun timore fino a quando noi siamo d'accordo». Egli mi ha infine affermato che, .per maggior riserva e pel miglior andamento degli affari, non ha creduto parlarne con altri rappresentanti esteri, alle cui richieste non ha risposto che dando notizie senza entrare in apprezzamenti.

765

IL CONSOLE GENERALE A INNSBRUCK, PROVANA DEL SABBIONE, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI (l)

T. PER POSTA 307-24 A. 64. Innsbruck, 16 marzo 1925.

Telespresso di V. E. in data 9 corr., n. 208991-13 E-L-3 (2).

La notizia data a Parigi dal New York Herald che il ministro Chamberlain avrebbe proposto di estendere il patto di garanzia sui confini politici quali determinati dai trattati di pace, anche ai confini d'Italia ha sollevato il clamore della !Stampa tirolese la quale non riesce a convincersi che la cosiddetta questione del Siidtirol è passata ormai fra le cose ,giudicate, tanto che il sospetto che la Germania abbia ad aderire al patto induce il Tiroler Anzeiger, giornale ufficioso del governo, ad intitolare i suoi commenti: Tradimento verso il Siidtirol, e si domanda se è possibile che l'Impero tedesco per affrettare la liberazione della Renania, abbia a permettere anzi a garantire la eterna schiavitù dei tedeschi d'oltre Brennero. L'attività della Germania in questa contingenza indicherà al Tirolo quale affidamento esso possa fare nel futuro sul rimanente della famiglia tedesca.

E l'Innsbrucker Nachrichten per parte sua interpreta la notizia, ritenuta conferma pura e semplice della ingiustizia commessa a San Germano, come dovuta a l'una o a l'altra delle seguenti cause: o perchè esiste un trattato italo-francese di mutua garanzia o perchè l'Inghilterra comprende che l'annessione dell'Austria alla Germania essendo inevitabile, verrà anche con l'Italia a !Stabilirsi una comunanza di confini. Ma il giornale non crede che l'Impero voglia aderire al patto; troppi indici vi sono, e ne cita alcuno, che in Germania la questione dell'Alto Adige è presa a cuore, e controbatte ancora una volta le asserzioni dell'Hitler e dei suoi seguaci nazional-socialisti, essere cioè l'importanza della amicizia italo-tedesca tale da non potersi permettere che essa venga pregiudicata dalla sorte dei pochi tedeschi del Sud. Secondo n giornale preme più all'Italia l'amicizia della Germania, che non a questa l'amicizia di quella e se ootacoli esistono ad una perfetta intesa fra i due rpaesi, provveda l'Italia non la Germania a dirimerli.

Ho ritenuto tali articoli degni di rilievo in quanto risentono del nervosismo di questi ambienti di fronte alla questione dell'annessione dell'Austria alla Germania. I pangermanisti accusano apertamente i cristiano-sociali di essere contrari alla annessione perchè influenzati dai legittimisti i quali propendono piuttosto a favore di una confederazione danubiana, unica speranza di restaurazione monarchica, e l'allarme gettato dal Tiroler Anzeiger sarebbe una semplice manovra per sventare la propaganda annessionista.

Io ebbi già occasione con il mio rapporto 3665-94 dell'8 novembre 1923 (2) di illustrare l'attitudine dei vari partiti politici di fronte alla questione e ritengo che da quell'epoca la situazione non si sia modificata, all'infuori di una maggiore

influenza presa sul partito cristiano-sociale dal clero legittimista e di una conseguente maggiore reazione da parte dei pangermanisti.

Peculiare poi al Tirolo è il coordinamento della questione con il principio irredentista; il miraggio prospettato dai pangermanisti locali di tutta una Germania compatta a premere sul confine del Brennero non ha per gli irredentisti l'importanza che pur sembra dovrebbe avere, anzi è nocivo in quanto aliena al Tirolo il favore di quella opinione pubblica che i tirolesi si illudono di avere nelle loro aspirazioni nazionali: non si tratterebbe più 'in fatti della lotta di un popolo che rivendica il suo territorio, ma di tutto il germanesimo, che, ricacciato con la guerra, entro i suoi ·confini geografici, vuole riprendere la marcia verso

il sud e il Tirolo, assorbito dalla Baviera, sparirebbe oltre che quale entità politica, anche quale entità etnografica (1).

(l) -Il telegramma fu trasmesso anche a Vienna. (2) -Non pubblicato.
766

L'AMBASCIATORE A PARIGI, ROMANO AVEZZANA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. PER CORRIERE 413/166. Parigi, 17 rrnlrzo 1925 (per. il 19). È venuto oggi a vedermi il signor Lucien Saint, residente francese in Tunisia. Gli ho esposto a lungo le ragioni per le quali dtenevo che avrebbe com" messo un grave errore se, ispirandosi a considerazioni locali, avesse fatto pesare la sua autorità per rinviare la stahilizzazione da noi richiesta dei rapporti franco-italiani in Tunisia mediante una rinnovazione delle Convenzioni esistenti. Il signor Saint mi ha risposto che egli non aveva competenza per entrare nella discussione dei motivi di politica generale che avrebbero potuto indurre il Governo francese a rinnovare gli accordi. Ciò gli pareva difficile per l'atteggiamento dell'opinione pubblica francese sulla questione. Si rendeva conto della portata delle mie osservazioni per cui considerava probabilmente miglior partito lasciar le cose nello stato attuale fino a quando non si costituisse una situazione favorevole per la conclusione di una nuova convenzione. Nel suo concetto l'Italia doveva éiiiilmettere che lo sforzo fatto dalla Francia per mettere in valore la reggenza, giustificava il suo desiderio di assidere la propria sovranità su basi più salde, ciò che era ritardato dalla preponderanza dell'elemento italiano su quello francese. Una nuova convenzione avrebbe dovuto avere per base il riconoscimento della legge francese del 1923 sulla nazionalità, con ,poche modificazioni, ma escludendo la retroattività della legge. In cambio la Francia avrebbe potuto fare concessioni di carattere economico (pesca, cabotaggio, materie prime, ecc.) non soltanto per la Tunisia ma anche per le altre possessioni africane francesi. Gli ho risposto che la suscettibilità dell'Italia in materia di nazionalità non permetteva di prendere in considerazione tali soluzioni, tanto più che egli mi alludeva a concessioni, alcune delle quali erano incluse nelle convenzioni denunziate, o erano state ingiustamente soppresse.

Gli ho rinnovato l'espressione del mio rincrescimento che la precarietà delle convenzioni vigenti, malgrado le assicurazioni che non sarebbero toccate

se non di comune accordo, pesasse cosi gravemente sui rapporti generali tra la Francia e l'Italia. Ci siamo separati senza che egli facesse alcuna dichiarazione da !fare presumere una modificazione delle sue opinioni.

(l) Nota marginale: c Informare Buti. Comunicare Berlino, Monaco., Parigi, Londra •.

767

L'AMBASCIATORE A PARIGI, ROMANO AVEZZANA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. PER CORRIERE 1065/168/53. Parigi, 18 marzo 1925 (per. n 20). Il colloquio ·Che ha avuto luogo fra Herriot e Chamberlain (1), non ha avuto risultati definitivi. Vi è stato raggiunto soltanto l'accordo su alcuni punti, sui quali potrebbero svolgersi utilmente i negoziati per un patto di garanzia, sul genere di quello in linea ·generale proposto dalla Germania e patrocinato dall'Inghilterra. I due ministri hanno nuovamente affermato che l'offerta tedesca era meritevole di considerazione. Perchè essa potesse prendere forma concreta, è stato ritenuto desiderabile che da una parte la Germania apporti al suo piano maggiori precisioni, e dall'altra che i Governi alleati facciano conoscere le loro vedute per il tramite delle rispettive rappresentanze diplomatiche. Condizione di una eventuale conclusione del patto è l'ingresso della Germania senza condizioni nella Lega delle Nazioni. L'adesione incondizionata della Germania al Patto, è stata ritenuta come sufficiente a soddisfare le preoccupazioni della Polonia e della Cecoslovacchia, nonchè quelle della Francia per il mantenimento dei suoi impegni verso quelle due nazioni, atteso che tutti gli Stati partecipanti alla Lega sono obbligati a prevedere l'eventuale funzionamento dell'art. 19. La questione di Colonia è stata lasciata insoluta, in attesa che la Conferenza degli Ambasciatori esprima il suo parere a riguardo delle comunicazioni da farsi alla Germania in seguito al rapporto generale della Commissione di controllo. È da prevedere che la Conferenza agirà ~entamente per permettere un parallelo ulteriore !Svolgimento dei negoziati per il patto generale di sicurezza. La Conferenza dei primi ministri, per il disarmo, che doveva aver luogo a Bruxelles, è stata per il momento rimandata «sine die ». Benès, poi, venuto a vedermi questa mattina, mi ha riferito la conversazione che egli ha •avuto con Herriot e col Presidente della Repubblica. Benès ha dichiarato che egli non vedeva inconvenienti alla conclusione di un patto di garanzia con la Germania .per le frontiere occidentali, p.urc:hè non vi si facesse alcuna menzione delle frontiere orientali e meridionali del Reich, lasciando funzionare a loro riguardo il patto della Lega, con l'adesione incondizionata della Germania alla Società delle Nazioni. Egli considerava che il patto rappresentasse una garanzia sufficiente, e vedeva l'avvenire con una certa calma, poichè anche la Germania aveva bisogno di pace.

Maggiori preoccupazioni gli destava la questione austriaca. Egli aveva fatto notare che se una revisione della frontiera polacca poteva essere limitata nelle

sue conseguenze e considerata come un fatto d'interesse loca:le, l'annessione dell'Austria alla Germania avrebbe spostato completamente l'equilibrio europeo e sarebbe stata una causa di guerra.

Mi ha riferito i discorsi avuti a questo riguardo a Ginevra con l'On. Scialoja e mi ha confermato la sua intenzione di procedere d'accordo con l'Italia. Mi ha detto essere pura fantasia tutto quanto è stato pubblicato in questi giornali su di un suo progetto di aggruppamento degli Stati centrali ed orientali dell'Europa, che avrebbe fatto da contrappeso al gruppo occidentale.

Aveva fatto pubblicare su tali voci una smentita nel giornale Excelsior.

Ritornando il discorso sulla linea 'da seguire per arginare la tendenza della Germania e dell'Austria ad unirsi, mi ha detto che occorreva gli Sta:ti interessati si concertassero per una politica austriaca e mi ha parlato dei progetti di inchiesta della Società delle Nazioni sulla situazione dell'Austria, detl.la riunione di una conferenza tipo Porto Rose, chiedendomi il mio parere al riguardo.

Gli ho riiSposto che non conoscevo il pensiero del mio Governo, ma che, personalmente, entrambe le proposte, specialmente la seconda, mi parevano non scevre di pericoli. Non bisognava nascondersi che l'intesa fra gli Stati interessati doveva condurre alla costituzione di una situazione artificiale dell'Austria, la quale, per lo svolgimento naturale degli eventi, finirebbe altrimenti per essere assorbita dalla Germania.

Temevo che l'inchiesta della Società delle Nazioni, organo ·imparziale e qualche volta apolitico, indicando i rimedi avrebbe :potuto mettere anche mag. giormente in luce la soluzione logica delle difficoltà austriache. Quanto alla Conferenza, per la pubblicità dei suoi dibattiti, per la difficoltà di armonizzare le divergenti istruzioni con le quali vi sarebbero venuti i plenipotenzari dei vari Governi, mi pareva la formula meno adatta per giungere ad accordi di carattere eminentemente politico e confidenziale.

Bènes ha convenuto con me sulla inopportunità di indire una conferenza. Fra l'altro, egli ignorava le vedute della Jugoslavia e della Romania. Ma, per quanto riguardava l'inchiesta della Società delle Nazioni, egli ne era partigiano, essendo il comitato composto in modo che i Governi interessati, essendo d'accordo, potevano fissarne le linee e !imitarne la portata.

Mi ha pregato di portare quanto ho riferito a conoscenza di V. E. che avrebbe potuto fargli pervenire in Praga le sue osservazioni e suggerimenti.

(l) Nel pomeriggio del 16 marzo.

768

L'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. s. 415/242. Londra, 19 marzo 1925, ore 22,35 (per. ore 4 de'l 20). Decifri Ella stessa. Le dichiarazioni di Chambell"lain fatte a Ginevra (l) circa il protocollo di sicu

rezza, malgrado il consenso dell'opinione pubblica e della stampa sulla necessità del rigetto, hanno nel fatto prodotto un generale atteggiamento di riserva

nei riguardi della motivazione datane al Consiglio della Società dal ministro degli esteri. Questo atteggiamento se può chiamarsi di riserva negli ambienti conservatori, è ostile in quelli liberali, ed ostilissimo in quelli laburisti.

Da mie riservatissime informazioni risulta che nel consiglio dei ministri di ieri, in seguito alla .particolareggiata relazione fatta da Chamberlain sulla attività da lui recentemente spiegata all'estero alcuni ministri espressero assai vivaci critiche e profonde riserve all'azione del Segretario di Stato sia a Ginevra che a Parigi.

Circa le dichiarazioni di Ginevra è stato rilevato che se esse erano destinate a significare le ragioni del rifiuto britannico all'adozione del protocollo, non dovevano invece assolutamente lasciare fosse pure solo l'impressione d'una svalutazione britannica dell'istituto di Ginevra, circa il quale U Consiglio dei ministri ha tenuto a constatare l'assoluto interesse dell'Impero a conservarne ed aumentarne il prestigio.

La ,discussione si svolse in tono assai aspro e Churchill si dimostrò il maggiore esponente delle critiche sopra accennate. Mi è stato anzi riferito che l'atteggiamento del Cancelliere dello Scacchiere è stato di netto antagonismo al Segretario di Stato per gli esteri, confermando cosi l'impressione che il primo intenda prendere o rafforzare il suo sopravvento sul secondo.

Circa i colloqui di Parigi, nello stesso consiglio dei ministri si è manifestata l'impressione che Chamberlain non abbia mantenuto nel suo ultimo colloquio di Parigi adeguatamente fermo il noto punto di vista inglese circa l'assoluta separazione del problema del disarmo tedesco da quello della evacuazione di Colonia e della sicurezza.

Consiglio dei Ministri avrebbe quindi riconfermato la necessità di tale 'ferma direttiva contro le rinnovate vive insistenze in senso contrario del Governo francese. Anche su questo punto Churchill si sarebbe dimostrato il critico più severo di Chamberlain.

Gabinetto è rimasto infine d'accordo che ai Comuni sia riservata la seduta

di martedì rprOISsimo !per una -diffusa discussione su tutte le questioni dianzi

accennate con relative dichiarazioni di Chamberlain.

(l) Il 12 marzo.

769

L'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. s. 418/243. Londra, 20 marzo 1925, ore 23,50 (per. ore 12,40 de~ 21). Essendo Chamberlain ammalato, ho avuto oggi una conversazione con Crowe circa questione sicurezza. Sottosegretario di Stato mi ha riferito che ultimo colloquio svoltosi a Parigi fra Chamberlain ed Herriot aveva portato ad un sensibile miglioramento nella situazione. Infatti Herriot, pur continuando a lamentare il rifiuto opposto dal Governo britannico ad un patto franco-anglo-belga, aveva mostrato tuttavia

di essere entrato nel concetto di un patto di sicurezza con partecipazione della Germania sulla base della recente proposta di Berlino.

Herriot aveva cominciato col prospettare a Chamberla:in l'assoluta necessità che la Gennania procedesse innanzitutto ad una incondizionata partecipazione alla Società delle Nazioni, e ciò come una base indispensabile per l'ulteriore

negoziato.

Chamberlain oppose non essere possibile .pretendere dalla Germania l'adozione di una simile procedura; ma che inve,ce potevasi domandarle che l'entrata del Reich nell'istituto di Ginevra avvenisse contemporaneamente alla conclusione del patto di sicurezza. Dopo una lunga ed animata discussione presidente del Consiglio francese finì coll'aderire alla tesi del Govemo britannico.

Anche per la questione della frontiera orientale della Germania Herriot si era mostrato più cedevole che nei precedenti colloqui. Ragione del mutamento trovasi nel fatto che la Germania ha recentemente fomito adeguati chiarimenti in proposito.

Govemo tedesco infatti pur tenendo ferma la nota distinzione fra la frontiera del Reno e quella della Polonia, conservando così impregiudicata per il futuro la questione della sua frontiera orientale, ha dichiarato ora che esso non intendeva in alcun modo sollevare la questione del corridoio di Danzica ed Alta Siesia avvalendosi dell'articolo 19 del patto della Società delle Nazioni.

Secondo informazioni di Chamberlain vi sarebbero stati anche diretti contatti e chiarimenti in tal senso fra governo tedesco e govemo polacco. Segretario di Stato ascrive anzi a ciò il reale cambiamento avvenuto nell'atteggiamento del ministro degli esteri polacco. A tale proposito Crowe mi ha detto che Chamberlain aveva avuto una assai sfavorevole impressione del ministro polacco nella loro prima interv1sta e ciò sia per il tono da lui preso che per i concetti da lui espressi.

Crowe mi ha detto poi che la risposta formulata dal Consiglio della Società delle Nazioni al Govemo tedesco circa l'entrata del Reich all'istituto di Ginevra aveva trovato a Berlino buona accoglienza, sicchè Chamberlain trovava ormai motivo di ritenere che Governo tedesco al momento opportuno si sarebbe deciso a chiedere la sua ammissione alla Lega ritirando le sue note condizioni e riserve.

Sottosegretario di Stato mi ha riferito in seguito che Chamberlain 1si era mantenuto a Ginevra in continuo contatto con Briand, traendone convinzione che quest'ultimo si dispone ad appoggiare con ogni mezzo la realizzazione di un patto di sicurezza sulla base della recente proposta tedesca. Chamberlain anzi ritiene che Briand è condotto a quest'atteggiamento non solo per la sua intima convinzione politica, ma anche per ragioni di personale convenienza, e cioè nel senso di non essere obbligato a portare di fronte all'opinione pubblica francese la diretta responsabilità di un patto di sicurezza di tal genere nel caso egli venisse chiamato a succedere a Herriot.

Da tutto quanto precede Chamberlain trae motivo ad ottimismo ed è portato a guardare con fiducia l'ulteriore svolgimento della situazione.

Govemo britannico si preoccupa adesso di trovare il modo di procedere innanzi nella via delle trattative. Crowe pensa che poichè gabinetto di Berlino ha già fatto il primo passo esponendo delle idee concrete, starebbe ora alla Francia a far conoscere a Berlino il suo pensiero, onde giungere direttamente a qualcosa di positivo e di pratico. Secondo Crowe tale procedura troverebbe

la sua base reale nel fatto che le maggiori difficoltà da superare risiedono a Parigi e a Berlino, e che di conseguenza solo quando quei due Governi si troveranno d'accordo e formeranno così un primo nucleo, Inghilterra e ItaHa potrebbero utilmente intervenire.

Crowe mi ha confidato di avere esposto tale pensiero a mio collega di 'Francia il quale però ne aveva dissentito, osservando sovratutto che la Francia non avrebbe potuto fare proprio essa un primo passo verso Berlino. Crowe aggiungeva che ciò non pertanto ambasciatore di Francia era partito oggi per Parigi onde riferire al Quai d'Orsay.

Nella conversazione ho avuto cura di esprimermi col Sottosegretario di Stato nel senso indicato da V. E. col suo telegramma gab. n. 194 (l); mettendo specialmente in evidenza che V. E. 'desiderava essere tenuto al corrente delle trattative in corso per potere opportunamente intervenire onde suffragare la tesi inglese sulla sicurezza al momento in cui apparisse possibile venire ad una intesa.

Crowe ha appreso con compiacimento quanto gli dicevo, esprimendo l'avviso che sarebbe assai opportuno da parte nostra si parlasse fin d'ora a Parigi e a Berlino (2).

770

IL MINISTRO A DURAZZO, DURAZZO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. s. 422/135. Durazzo, 22 marzo 1925, ore 12 (per. ore 14).

Decifri Ella stessa.

Partecipo a V. E. in via strettamente confidenziale che questa legazione di S.C.S. ha dimostrato un forte malumore per nostre concessioni bancarie. Nuovo ministro Lazarevich, che ha intrattenuto già a più l'iprese su questo argomento, tanto Mufid bey, che Ahmed bey Zogolli, ha detto a quest'ultimo che dopo ciò egli Zogu non avrebbe più dovuto contare sulla sua amicizia personale. Lazarevich ha pure osservato che in ogni caso Governo albanese avrebbe dovuto richiedere una certa compartecipazione al capitale jugoslavo anche per «non lasciare che gli italiani agiscano senza controllo». A ciò fu risposto che Consiglio d'amministrazione sarà composto di due italiani e due albanesi. Sarebbe sommamente utile ottenere da Belgrado assicurazione che autorità jugoslave in Albania conformandosi allo ·spirito del patto d'amicizia seguano senza diffidenza svolgimento nostro nuovo programma economico e si astengano quindi dall'ostacolarlo.

771

IL MINISTRO A VIENNA, CHIARAMONTE BORDONARO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. 1102/93. Vienna, 23 marzo 1925, ore 21 (per. ore 24).

Cancellìere federale ha chiesto oggi di vedermi e mi ha ricevuto poco fa. Mi ha detto Governo austriaco essere molto grato all'Italia per atteggiamento

senatore Scialoja a Ginevra durante ultima trattazione questione austriaca e mi ha domandato con molto interesse quali 'impressioni avessi riportato da Roma sulle disposizioni del R. Governo nei riguardi dell'Austria per l'avvenire. Gli ho risposto che il R. Governo continua ad essere animato dalle migliori disposizioni al riguardo ed è desideroso di dimostrarlo. Gli ho parlato del colloquio con Mataja a Roma, aggiungendo però che a mio avviso sarebbe stato molto diffic'ile ottenere investimenti di capitali italiani in Austria, sia perchè non abbondano in Italia capitali disponibili, sia perchè è scossa fiducia ambienti finanziari. Ramek ha replicato che Austria ha effettivamente bisogno di capitali esteri per suo risanamento economico e li cerca dovunque, ma più che aiuti finanziari, chiede in questo momento all'Italia assicurarle suo appoggio nella discussione che avrà luogo prossimamente a Ginevra quando problema austriaco sarà rimesso sul tappeto e dovranno essere giudicati oltre la normalità del bilancio, i risultati fin qui ottenuti applicazione protocollo del 1922. Cancelliere si è amaramente lamentato dell'atteggiamento di persistente ostilità all'Austria dell'alta banca londinese contro il quale si infrangono anche tutte le trattative che si fanno per ottenere prestito dall'America. Ha fiducia però che tale atteggiamento potrà essere in breve tempo modificato dall'evidenza dei fatti. Grave crisi dell'anno scor:so che ha generato grande sfiducia in Inghilterra ed in tutto il mondo, può dirsi ormai superata e con forze proprie. Movimento annessionista alla Germania che è stato tanto gonfiato dalla stampa, non è cosa seria nè attuale ed è combattuto dal Governo, mentre non è condiviso dalla mag

gioranza della popolazione.

Dal colloquio ho tratto l'impressione che il Governo austriaco si renda. conto necessità di appoggiarsi all'Italia; momento è favorevole ripresa nostro ascendente in questo stato. Ho già detto a Ramek che avrei proposto a V. E. inviare qui prima di giugno apposito funzionario per approfondire riservati studi sulle condizioni finanziarie ed economiche attuali in rapporto all'opera di risanamento svolta in questi due anni, per potere con sicura conoscenza d'l causa essere preparato alla discussione di Ginevra. Ho aggiunto che avrei desiderato tuttavia essere preventivamente informato eventuali proposte che il governo austriaco ·intenderà di fare al Consiglio della Società delle Nazioni. Credo gioverebbe anche alla nostra situazione un nostro discreto passo a Londra per cercare di modificare eccessiva sfiducia di quegli ambienti finanziari.

Seipel ha chiesto venirmi vedere domani.

(l) -Cfr. n. 761. (2) -n telegramma, fino alle parole c onde riferire al Quai l'Orsay •, fu ritrasmesso a Parigi in data 24 marzo con tel. gab. r. per cort-iere 213.
772

L'AMBASCIATORE A BERLINO, DE BOSDARI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 431/89. Berlino, 24 marzo 1925, ore 14,40 (per. ore 19). Decifri Ella stessa. Questo ambasciatore d'Inghilterra è venuto a vedermi e mi ha chiesto che cosa il R. Governo avrebbe pensato di una annessione dell'Austria alla Gel'L.

mania. Gli ho risposto evasivamente ma non tanto da non comprendere da altre parole ulteriormente da lui dettemi che, o per propria iniziativa, o per incarico

del proprio Governo, egli aveva parlato a questo Ministro affari esteri di tale eventualità come di un possibile compenso per le concessioni che la Germania :fosse chiamata a far parte del patto di garanzia (1).

Quanto precede non è venuto che a .confermare sospetti che mi erano già da vari indizi nati nello spirito che questa questione dell'annessione dell'Austria :alla Germania si voglia fare oggi risorgere non senza connivenza dell'Inghilterra -e forse per quanto paradossale, anche della Francia, la quale se costretta a fare delle concessioni sembrerebbe piuttosto disposta a quella che non ad altre concernenti la Polonia sua alleata politica e militare.

Ignoro assolutamente se nel corso degli ·scambi di idee che suppongo V. E. deve aver avuto in questi giorni con gli altri Gabinetti circa patto di garanzia, vi sia chi a V. E. abbia insinuato anzi'detta eventualità del congiungimento dell'Austria al Reich ed ignoro egualmente quali possano essere le idee di V. E. al riguardo. Per conto mio mi permetto esporre che presentata la cosa come mi sembra essere stata presentata qui, non dovrebbe essere per noi accettabile inquantochè dovendosi fare alla Germania delle concessioni non si comprende perchè ·si farebbero appunto quelle che concernono la nostra frontiera. Non è il caso qui per me, nei limiti di un telegramma, trattare a fondo la questione ma potrò farlo nella eventualità [sic]. Mi permetto soltanto in linea preventiva far presente all'E. V. che entrata l'Austria a far parte del Reich l'assicurazione da me più volte ottenuta che questo Governo in nessun caso farebbe una questione politica irredentismo austriaco dell'Alto Adige, cadrebbe di per se stessa e detto irredentismo sarebbe non solo da un punto di vista culturale, ma anche politico, sostenuto da quasi 70 milioni di tedeschi tutti uniti sotto un solo governo centrale. E la colonna del germanesimo graverebbe compatta e non interrotta sul nostro paese dalle Alpi al Baltico. Ma V. E. potrà meglio di me valutare quali sarebbero gli inconvenienti di un tale mutamento politico cui non posso che fugacemente accennare. A me basti avere espresso sospetti che della cosa si è dovuto trattare non so bene se con noi o senza di noi e di pregare V. E. di notifìcarmi se Ella desidera che io ne parli esplicitamente con Stresemann che fino ad ora non mi ha fatto nessun accenno della cosa. V. E. avrà notato nel mio telegramma in chiaro 20 corrente (2) come candidato alla presidenza Helpach, credo primo fra rgli uomini di stato tedeschi, abbia chiaramente indicato che la questione austriaca si imponga ormai e che condizioni attuali non possono essere mantenute. In generale nel colloquio di ieri ambasciator·e d'Inghilterra mi si è mostrato assai premuroso di giungere a<d una conclusione del patto di garanzia e mi pare che visto (come ho già riierito a V. E.) che il Governo tedesco non s"" la sente di presentare uno schema rpreciso e positivo, egli voglia indurre proprio governo farlo per conto suo. Egli dice che al momento presente ritiene ancora possibile ottenere per il patto di garanzia voto nazionale ma che fra poco sarà troppo tardi. A quanto odo dell'attitudine nazionalisti in

32 -Documenti diplomatici · Serie VII • Vol. III.

seno gabinetto, assai accentuatasi fra ieri e oggi, credo che mio collega sia al solito troppo ottimista e che sia già troppo tardi. Mi ha poi molto interrogato sulle idee del R. Governo circa detto patto ma io non mi sono trovato in grado di dire nulla che uscisse dalle solite idee generali {1).

(l) -Il testo ha evidentemente una lacuna. (2) -T. 1069/s. n., trasmesso alle 3,10 e per. alle 16,10, non pubblicato.
773

IL MINISTRO A VIENNA, CHIARAMONTE BORDONARO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. 1134/97. Vienna, 25 marzo 1925, ore 19 (per. ore 22).

Seipel è venuto a ve'dermi ieri e mi ha intrattenuto sulla situazione interessandosi a quanto ho potuto dirgli sulle disposizioni Governo italiano verso l'Austria. Nell'odierna inquietudine generale per la ricerca di un nuovo assetto europeo Seipel vede per l'Austria un interesse ben maggiore di quello della sua ricostruzione finanziaria ed economica. La sua politica è stata sempre quella di tenere Austria lontana da ogni combinazione internazionale finchè non fosse finanziariamente ed economicamente risanata ma è evidente che qualsiasi Governo dovrebbe preoccuparsi se con patti di garanzia o altro .si arrivasse a dei raggruppamenti di Stati da cui l'Austria rimanesse esclusa. L'Austria tSecondo Sei:pel non potrebbe aippartenere che al gruppo di cui farebbe parte l'Italia. Secondo le notizie qui giunte FranC'ia lavorerebbe per una Conferenza Stati successori antica monarchia che dovrebbe conchiudere con un riavvicinamento tra Pra.ga e Vienna; d'altra parte Inghilterra, favorevole ad una qualsiasi forma di Confederazione Danubiana, solleciterebbe tanto per cominciare unione tra Ungheria ed Austria.

Seipel è convinto che tale manovra fallirà ma si rende conto che Governo austriaco non può mostrarsi a priori avverso a qualsiasi soluzione che avvan~ taggiasse risanamento economico Paese. Mi ha chiesto se avessi conoscenza di un rpasso francese per nuovo esame problema austriaco e riunione Conferenza Stati Successori. Ho risposto che nulla mi risulta ufficialmente ma che a Roma avevo avuto conoscenza di una conversazione in proposito piuttosto vaga tra il

R. ambasciatore a Parigi e Seydoux (2) in cui non mi sembrava fosse stato fatto cenno di una conferenza tra gli Stati successori e che a mio modo di ve1dere se una Conferenza dovesse essere convocata tra gli Stati interessati e garanti essa non potrebbe avere di mira che la sola Austria. Venendo quindi a parlare delle agevolazioni economiche che una tale Conferenza potrebbe praticamente discutere, Seipel ha accennato tariffe ferroviarie e postali e non ha escluso, malgrado evidente difficoltà, possibilità di un tentativo di estensione a tutti gli Stati successori compresa Italia disposizione articolo 222 Trattato di S. Germain mai applicato e non applicabile sua forma attuale.

Interessante conversazione si è svolta in forma assolutamente e esplicitamente confidenziale. Seipel mi ha detto che conta partire per Roma 19 maggio per soli pochi giorni e che suo viaggio avrà carattere puramente religioso. Non mi ha accennato ad un eventuale incontro con V. E. o con S. E. Contarini.

(l) -II telegramma fu ritrasmesso a Londra, in pari data, con tel. gab. 215, con la seguente aggiunta: c Ho voluto subito trasmetterle questo telegramma perchè V. E. possa indagare con il dovuto tatto ma con la possibile urgenza sulle induzioni e sui sospetti del conte Bosdari, aggiungendo le sue personali osservazioni sull'argomento •· (2) -Cfr. n. 762.
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IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, ALL'AMBASCIATORE A PARIGI, ROMANO AVEZZANA

T. GAB. PER CORRIERE 217. Roma, 26 marzo 1925, ore 18.

V. E. conosce dai telegrammi del R. ambasciatore a Londra pensiero del Governo inglese sui vari aspetti del problema della sicurezza, e sa anche come Chamberlain abbia dichiarato· a Herriot che la proposta tedesca rappresentava ormai l'unico mezzo per assicurare alla Francia la partecipazione dell'Inghilterra alla garanzia. Dacchè non sarebbe evidentemente possibile di considerare il problema della sicurezza di fronte alla Germania lasciando da parte l'Inghilterra, la dichiarazione del signor Chamberlain vuol dire che non è ormai possibile di prescindere dalla proposta tedesca nella valutazione di questo problema e nella ricerca del suo assetto. Partendo da questa inderogabile premessa, Governo italiano ritiene essere assolutamente indispensabile che alleati, qualunque sia la forma di trattativa che si ravvisa idonea allo scopo, si trovino concordi nel determinare il preciso contenuto e modalità del patto di garanzia proposto dalla Germania. In questo intento siamo pronti ad associarci a ciò che di comune accordo si verrà stabilendo ed a cooperare per quanto sta in noi al conseguimento dell'accordo stesso.

Siamo lieti perciò che codesto Governo sembra trovar modo di non irrig:i.dirsi nelle precedenti posizioni, e di entrare nell'ordine di idee del gabinetto di Londra e non ,possiamo che incoraggiare tale atteggiamento. Attenuate le divergenze per inadempienze economiche della Germania, la discussione verte ora principalmente sul terreno nettamente politico delle inadempienze militari, e diventa più che mai importante che la buona volontà della Francia e di tutti i governi aiuti nel conseguimento di una soluzione soddisfacente. I chiarimenti emersi dal secondo colloquio Chamberlain-Herriot (suo tel. n. 168/53 [l] e mio tel. n. 213 [2]) sembrerebbero utili a questo intento.

Quanto all'Austria, aggiungo per Sua norma che noi intendiamo attenerci a quanto è solennemente stabilito dai trattati di pace. Dovremmo preoccuparci soltanto se contrariamente ai fini che si vogliono raggiungere, ulteriori accordi particolari per il semplice fatto della loro esistenza, potessero, anzichè accrescere, togliere efficacia ai trattati stessi.

(l) -Cfr. n. 767. (2) -Cfr. p. 493 nota 2.
775

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, ALL'AMBASCIATORE A PARIGI, ROMANO AVEZZANA

T. 855. Roma, 26 marzo 1925, ore 23.

In attesa di risposta al mio telegramma n. 2604 (1).

Informo V. E. che stamane ambaseiatore di Francia mi ha fatto verbalmente conoscere che suo Governo gli ha comunicato essere disposto ad accettare « per dar prova <dei suoi sentimenti amichevoli verso Italia » tre delle nostre domande, e cioè:

l) istituzione a Tangeri di un Consolato Generale italiano;

2) nomina come titolare di un funzionario diplomatico;

3) destinazione presso il detto consolato di un nostro ufficiale incaricato di informare il R. Governo circa l'osservanza degli impegni relativi alla neutralità della zona di Tangeri (vedi art. 3 della Convenzione di Parigi).

Il sig. Besnard ha aggiunto che si sarebbe astenuto dal fare una comunicazione scritta di quanto precede perchè sarebbe stato più opportuno attendere che si fosse prima raggiunta una intesa completa fra i due Governi.

In realtà le nostre domande accettate dalla Francia si ridurrebbero a due perchè la prima e la seconda non ne formano che una sola e sarebbero di ben scarsa importanza di fronte alle altre che avevamo formulate.

Attendo sue informazioni (2) prima di avere una conversazione formale con questo ambasciatore di Francia.

776

L'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. S. PER CORRIERE 1182/253 A-18. Londra, 26 marzo 1925 (per. il 30).

La discussione avvenuta ieri l'altro ai Lords ed ai Comuni può valere a chiarire vieppiù il modo di vedere di questo Governo e dei diversi partiti politici britannici nei riguardi della posizione della Società delle Nazioni rispetto ai patti integrativi, come il Protocollo, od ai patti addizionali, del genere di quello insito nell'ultima proposta tedesca.

In succinto, sembra prevalere il concetto che la sistemazione europea, la

quale è strettamente dipendente dallo stato dei rapporti intercedenti fra vin

citori e vinti, non sarà efficace e reale finchè questi medesimi rapporti non

saranno regolati da dirette intese consensuali tra le due parti.

Riassumo 'i 'principali concetti svolti sia dal Governo, a mezzo del Lord

Cancelliere e del signor Chamberlain, che dai partiti di opposizione:

l) La ragione per la quale il Governo britannico credè dover opporsi al

Protocollo è che esso introduceva il principio generale dell'arbitrato obbliga

torio quale che fosse la natura della disputa internazionale. Infatti la Gran Bretagna e gli Stati Uniti, pur favorevoli alla dottrina dell'arbitrato, si sono sempre dimostrati ostili all'estensione della dottrina stessa in un renso universale ed assoluto e ciò perchè vi sono questioni, pel fatto di colpire l'onore e l'esistenza stessa di una nazione, che non possono essere sottoposte, da nessuna grande potenza, salvo casi eccezionali, al lodo arbitrale.

D'altra parte, il protocollo moltiplicava le cause di dispute, e quindi l'uso delle decretate sanzioni. Queste ultime, a loro volta, sono atte a moltiplicare ed a inasprire 'i conflitti. Il protocollo pertanto appare più un istrumento provocatore di conflitti, che assicuratore di pace.

Occorre infine osservare che, nel caso fosse stato adottato, il protocollo sarebbe stato sottoscritto con concetti ed intendimenti opposti da parte di vari firmatari: 'infatti, mentre la Francia lo avrebbe stipulato nell'intento di mantenere od aumentare, all'ombra di esso, speciali e particolari alleanze, la Gran Bretagna lo avrebbe firmato per uno scopo diametralmente opposto.

Conseguentemente la Francia avrebbe di certo cominciato col chiedere subito dopo allo stesso Governo britannico altre garanzie di carattere particolare, malgrado ed oltre quelle contenute nel protocollo.

Ora, la Gran Bretagna, quale firmataria del patto !della Società delle Nazioni, intende adempiere fedelmente agli obblighi derivanti dal patto stesso. Senonchè, mentre tali obblighi sono di generale applicazione, vi sono per la Gran Bretagna alcuni obblighi di natura parziale e locale. La Gran Bretagna ha infatti uno speciale interesse sulla frontiera orientale franco-belga alla cui difesa essa è pertanto più strettamente impegnata di quanto non sia dspetto agli obblighi spettantile come firmataria del patto e come membro della Società delle N azioni.

Non solo Lloyd George (Conferenza di Cannes) e Mac Donald (sua pubblica lettera a Poincarè) riconobbero tale particolare interesse ed obbligo, ma anche tutta la storia inglese sta a dimostrare l'importanza ,speciale, per il Regno Unito, delle frontiere orientali della Francia.

Tutte le grandi guerre inglesi infatti furono combattute allo scopo di

impedire che una grande potenza continentale « potesse dominare l'Europa

ed allo stesso tempo dominare le coste della Manica ed i porti dei Paesi Bassi».

Donde la necessità di uno speciale patto per la garanzia della frontiera renana.

Senonchè, giusta le stesse parole del signor Chamberlain, « è evidente che

gli obblighi della Gran Bretagna non potrebbero essere ugualmente estesi in

rispetto di ogni altra frontiera». Questa fu appunto la ragione, la principale

ragione, per la quale la Gran Bretagna rigettò il protocollo. Questo documento

avrebbe infatti prodotto una pericolosissima, universale estensione degli obbli

ghi britannici. Ma ciò che non si potè fare nei riguardi generali, si può legit

timamente fare in queUa speciale sfera nella quale la Gran Bretagna è più

strettamente connessa.

Tuttavia, nel puntellare il patto della Società delle Nazioni e nello stabi

lizzare la pace nell'occidente, la Gran Bretagna non intende legittimare azioni

violente sulle altre frontiere nè incoraggiare i vinti di ieri a tentare di riaprire

discussioni sull'assetto «conclusions » raggiunto sugli altri campi.

Del resto, la stabilizzazione della pace in Occidente non potrà non dare

una garanzia addizionale alle frontiere orientali tedesche.

Nessun paese 'infatti, più che la Polonia, ha un maggior interesse a promuovere buone relazioni col « suo grande vicino » e dall'altra parte non può non riconoscersi che la Germania non si procurerebbe alcuna nuova garanzi,a od alcun reale vantaggio con l'attaccare la Polonia. Inoltre, occorre tener presente che il tempo, la forza dei vincoli economici, ecc. disporranno naturalmente le due Nazioni a mantenere ed a sviluppare buoni rapporti.

2) Il punto di vista labourista è il seguente:

Il protocollo era il complemento del rpatto della società delle Nazioni, risultato deficiente sotto molteplici aspetti. Esso non implicava nuovi principii, giacchè nel trasformare la teoria dell'arbitrato parziale in quella di arbitrato obbligatorio generale, non si creava di fatto alcunchè di nuovo. Nè il protot,. collo aggiungeva nuovi obblighi, giacchè, se l'arbitrato fosse diventato la regola generale, non vi sarebbe stata l'occasione di aprplicare le nuove sanzioni.

E nè il protocollo avrebbe condotto all'assoluta rigidità delle attuali frontiere, poichè il patto della Società delle Nazioni consente il diritto di modificare i trattati divenuti inapplicabili. Ciò che invece il Protocollo avrebbe di certo prodotto, sarebbe stato il disarmo. Misura questa che non potrà essere prodotta da nessun patto particolare, come quello «delle cinque potenze » attualmente in discussione. Ed è questo arppunto Jl motivo per il quale il labourismo intende opporsi al rpatto stesso.

Questo patto rproposto dalla Germania, avrebbe hardly touch a cause of war in Europe. Esso avrebbe solo dato un temporaneo senso di sicurezza alla Francia, ma sarebbe di certo degenerato in un nuovo sistema del tipo di quello della vecchia bilancia delle potenze.

3) Il punto di vista liberale fu espresso in senso alquanto confuso. Secondo il signor Lloyd George 'il protocollo era una vera traprpola per la Gran Bretagna. Dall'altra parte, esso appariva come una farsa, giacchè nessuna potenza avrebbe mai sottoposto all'arbitrato una reale grave questione, come ad esempio quella della Alsazia-Lorena, o come quelle esistenti nell'oriente europeo, dovendosi tener presente che nella sola Polonia si trovano cinque Alsazie-Lorene; e cioè la Galizia Orientale, la Russia Bianca, Wilna, Danzica e la Slesia.

Ora il patto suggerito dalla Germania non appariva contrastante al principio di un generale patto di arbitrato, poichè accordi fra gruppi di Nazioni al fine di stabilizzare le loro rispettive frontiere erano atti a rendere la Società delle Nazioni un ben più effettivo istrumento. I liberali vedrebbero quindi volentie!\i il Governo adoperarsi per la conclusione d'un trattato generale d'arbitrato. Ma in ogni caso questo dovrebbe avere due caratteristiche: l) Dovrebbe includere tutte le questioni atte a produrre una guerra europea; 2) dovrebbe contemplare un adeguato e sicuro tribunale, stante che la Società delle Nazioni, dopo la sua decisione circa l'Alta Slesia, non riscuote più l'universale fiducia.

(l) -Non pubblicato. (2) -Trasmesse da Summonte con t. 1146/200, spedito il 27 alle 15 e per. alle 19: il governo francese ammetteva la presenza di un funzionario del ruolo diplomatico italiano con patente di console generale e la presenza di un ufficiale in qualità di osservatore.
777

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, ALL'INCARICATO D'AFFARI A PARIGI, SUMMONTE

T. GAB. 219. Roma, 27 marzo 1925, ore 17.

Telegramma di V. E. 161/49 (1).

Besnard tornato a Roma dopo una breve assenza, è venuto a fare una comunicazione da parte del suo Governo circa il Patto di sicurezza esponendo i[ punto di vista francese anche nei riguardi della procedura da seguire nelle ulteriori conversazioni fra i Governi interessati. Egli ha formulato diversi quesiti per conoscere a loro riguardo l'opinione del Governo italiano. Naturalmente uno dei quesiti si riferisce all'Austria per la quale il Governo francese conr ferma il noto punto di vista dell'assoluto rispetto dei trattati. Il Segretario Generale ha messo in rilievo l'importanza della comunicazione ed ha quindi pregato l'ambasciatore di fargli avere al più presto una nota in termini predsi sull'argomento acciocchè egli potesse sottoporla al mio esame e fargli avere con la possibile premura una precisa risposta scritta. Trasmetterò a V. E. la comunicazione del sig. Besnail'd (2) e la rtsposta che sarà data: intanto ho voluto darLe notizia di quanto precede perchè Ella ne fosse subito opportunamente informata.

778

L'AMBASCIATORE DI FRANCIA A ROMA, BESNARD, AL SEGRETARIO GENERALE AGLI ESTERI, CONTARINI

L. P. Roma, 28 marzo 1925.

Conformément à ce qui avait été convenu entre nous, lors de notre conversation d'avant-hier, je viens vous résumer ci-dessous les vues du Gouvernement français au regard des propositions du Gouvernement allemand, concernant ie pacte de sécurité.

Le Gouvernement français, qui est avant tout désireux de ne rien négliger de ce qui peut contribuer à la paix de l'Europe, examine avec un sérieux intérèt 1es propositions allemandes. Mais il lui semble indispensable, pour un grand nombre de raisons, qu'il est inutile de vous énumérer, car vous les connaissez, que des précisions soient apportées sur un certain nombre de points par lie Gouvernement allemand.

Et d'abord, le Gouvernement français estime que la conclusion d'un accord ne doit ·comporter aucun abandon des droits que nous tenons du Traité de· Versailles: celui-ci constitue la loi supreme, il n'a pas besoin d'une nouvelle confirmation de la part de l'Allemagne, qui l'a signé et ratifié, pour conserver sa valeur.

La conséquence en est, qu'après comme avant le pacte, s'il est conclu, les articles 42, 43 et 44 du Traité relatifs à la démilitarisation, les articles 428 et s.uivants relatifs à l'occupation rhénane et qui ga·rantissent l'exécution de toutes

les clauses du Traité, doivent etre scrupuleusement observés. De meme, les

clauses territoriales du Traité doivent rester intactes et nous devons prendre

de grandes précautions pour que l'accord à intervenir ne puisse etre considéré,

à l'aide d'un argument a contrario qui pointe déjà à l'horizon, comme une accep

tation implicite de remaniements à effectuer sur les frontières orientales.

Le meme raisonnement s'applique à la question autrichienne. Il faut se

garder contre des prétentions possibles de l'Allemagne d'amener, meme par

des moyens padfìques, une revision des clauses territoriales du Traité con,.;

cernant l'Europe centrale dont l'équilibre serait en péril si l'Allemagne avait

la possibilité, en se rattachant le bloc des Allemands d'Autriche, de menacer

l'Italie et, par le territoire autrichien, d'entrer en communications avec la

Hongrie.

Comme vous me l'avez fort bien dit l'autre jour, mon cher Ambassadeur,

laisser à l'Autriche la possibilité d'un rattachement à l'Allemagne, ce serait

consentir à perdre les fruits de notre victoire. Ainsi, ce n'est que dans le cadre

et dans le respect du Traité de Versailles qu'un pacte de sécurité peut etre

envisagé.

Le Gouvernement français pense qu'aucun accord concernant les frontières

ocddentales ne saurait etre conclu sans que la Belgique, notre vaillante alliée,

y fut incluse. Il semblerait utile également d'y associer, sous une forme quel

conque, la Hollande afin d'éviter la violation du Limburg Hollandais qui mettrait

en périlla defense de la Belgique et, par suite, la nòtre.

Enfin, le Gouvernement français estime que la conclusion d'un pacte avec

l'Allemagne doit etre subordonnée à l'entrée, sans condition, de celle-ci dans

la Société des Nations.

En un mot, si désireux qu'il soit d'arriver à un accord qui aboutisse à une amélioration des relations franco-allemandes et qui contribue à assurer la paix de l'Europe, le Gouvernement français ne saurait, en aucun cas, admettre que cet accord put avoir comme contrepartie, une méconnaissance des engagements pris par la France, un abandon de ses alliés, des droits des neutres ou des intérets généraux de l'Europe.

Quant à la procédure à suivre, le Gouvernement français estime que la négociation avec l'Allemagne, quand elle s'engagera, ne doit pas etre menée par chacun des Alliés séparément et que toute négociation doit etre précédée d'une entente préalable entre eux. Dès à présent, il conviendrait que ceux-ci étudient en commun les ,problèmes soulevés par la proposition allemande, qu'ils l'approfondissent et qu'ils posent en commun les questions nécessaires afìn d'amener le Gouvernement Allemand à préciser ses propositions et ses suggestions.

Mon Gouvernement attacherait le ,plus grand prix à connaitre, sous la forme que vous jugerez bonne, le sentiment du Gouvernement italien sur les observations que parait devoir appeler le memorandum allemand, ainsi que sur la procédure qu'il suggère, en ce qui concerne l'accueil à lui réserver et la suite à lui donner.

Si S. E. M. Mussolini, auquel vous voudr,ez bien présenter mes vceux pour le parfait achèvement de sa convalescence, jugeait utile de m'entretenir de cette question, je serais heureux de répondre à son appel.

(l) -Cfr. n. 762. (2) -Cfr. n. 778.
779

L'ONOREVOLE GIUNTA AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI (ACS, Segreteria particolare dP.l Duce)

L. P. Roma, 28 marzo 1925.

Quanto ti hanno riferito (l) corrisponde in parte a verità. Avevo effettivamente intenzione di fare una critica coraggiosa al Bilancio degli Esteri, ma poi il pensiero che sl potesse ritenere tale cosa come un attacco al Ministro mi ha trattenuto e così gli antifascisti e i disfattisti di Palazzo Chigi -che già faxneticavano di sostituirvi [sic] con l'energ.etico (!) Di Scalea -ava-anno gioito. Ma non si tratta, credi, solo del tuo Minist·ero; si tratta di risolvere il problema centrale del Fascismo.

Ti avranno anche detto che ieri i vecchi capi fascisti si sono riuniti, ma non per fare della «fronda», bensì per formulrure un memoriale che ti verrà sottomesso lealmente 'in settimana.

Parto stanotte e non potrò tornare prima di martedi. Mi riservo di darti i chiarimenti richiestimi quando verrò a presentarti con i miei colleghi il memoriale. Intanto farai bene a mandare un Console a Tolosa. E che non sia possibilmente antifascista.

Con gli auguri più fervidi per la tua salute, ecc. (2).

780

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, ALL'AMBASCIATORE A BERLINO, DE BOSDARI

T. GAB. P. 230. Roma, 29 marzo 1925, ore l.

Mentre mi riservo di rispondere compiutamente al Suo telegramma n. 89 (3) col quale Ella mi riferisce la strana domanda rivoltale da codesto ambasciatore inglese circa pensiero italiano intorno ad una possibilità di annessione dell'Austria alla Germania, trovo conveniente informarla subito che naturalmente tale eventualità non poteva essere oggetto di comunicazioni con il Governo italiano. Devo escludere in modo preciso una tale possibilità a meno che non si riaprano prima tutte le questioni risolte dai trattati di pace per assetto europeo.

Crowe avendo riferito ultimamente al R. ambasciatore a Londra come nel corso di una conversazione tra Chamberlain e Herriot quest'ultimo avesse accennato a proposito della proposta tedesca per un patto di garanzia, che la Germania non aveva rinunziato all'annessione dell'Austria, io telegrafai subito a Torretta quanto segue: «Per quanto riguarda particolarmente le nostre frontiere con l'Austria noi intendiamo attenerci a quanto è solennemente stabilito

nei trattati di pace. Dovremo preoccuparci soltanto se, contrariamente ai fini che si vogliono raggiungere, ulteriori accordi particolari, per il semplice fatto della loro esistenza potessero, anzichè accrescere, togliere efficacia ai Trattati stessi » (1), ·

Con telegramma per corriere le invio l'intero testo del telegramma (2) del R. ambasciatore a Londra dove è riferita la conversazione tra Chamberlain ed Herriot, richiamando la sua attenzione sulle conversazioni di Chamberlain e Herriot ivi riprodotte sul punto di vista in questione.

Nei riguardi della proposta tedesca per un patto di garanzia questo ambasciatore tedesco ha già riferito co,stì accoglienza favorevole fatta da Governo italiano. Sembrerebbe infatti che l'iniziativa tedesca dovrebbe potere tenere conto da un lato delle insistenze francesi circa la sicurezza, e dall'altro delle limitazioni che pare esistono all'azione inglese al riguardo, offrendo ad un tempo utili possibilità ai fini della partecipazione tedesca nell'opera di pacificazione e di ricostruzione dell'Europa. Noi incoraggeremo quindi in questa circostanza e con questi intenti la riuscita di questo tentativo, improntando nello spirito più amichevole il nostro atteggiamento analogamente a quello che con vantaggio facemmo nell'interesse della riuscita della Conferenza di Londra dell'anno scorso.

(l) -Cfr. la lettera che Filippo Pennavaria inviava a Mussolini in data 26, con la notizia del progetto di Giunta di muovere accuse, alla Camera, nei confronti di Contarini e Paulucci de' Calboli Barone. (2) -Mussolini rispondeva il 29 marzo, dicendo fra l'altro, con implicita critica all'intenzione di Giunta: c Ti rinnovo l'invito di specificare le accuse contro. i funzionari del miò Ministero o di altri Ministeri. Io debbo sapere se il Senatore Contarini, il Marchese Paulucci (che pure non si sbandò dopo il giugno!) il Capitano Lojacono sono dei traditori o dei bricconi da licenziare •. Già il giorno 28 Mussolini aveva scritto in modo analogo, con implicita smentita, a Giunta. (3) -Cfr. n. 772.
781

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA, E ALL'INCARICATO D'AFFARI A PARIGI, SUMMONTE

T. GAB. uu. 235. Roma, 29 marzo 1925, ore 16.

Perchè a V. E. siano più chiare le norme e le direttive per quanto coneerne i problemi posti sul tappeto dalla decadenza del protocollo di Ginevra, stimo utile qui riassumere e determinare per alcuni riguardi il punto di vista del

R. Governo.

l) Il R. Governo che non firmò il protocollo di Ginevra, non ne rimpiange l'immatura fine. Anzi il R. Governo ama credere che non si parli più di protocollo, doppione inutile delle note clausole del Covenant. Il R. Governo sarebbe perciò contrario ad una riassunzione del protocollo anche in altre spoglie camuffato.

2) Il R. Governo è favorevole all'entrata -sine conditione -della Ger~ mania nella Lega delle Nazioni ed è favorevole ad accordarle un posto nel consiglio permanente.

3) Il R. Governo è favorevole ad una intesa preliminare a quattro degli lilleati di occidente da raggiungersi possibilmente fra le cancellerie, più -in secondo tempo -una conferenza alla quale intervenisse anche la Germania per garantire lo statu quo ad occidente.

4) Il R. Governo pur non ritenendo possibile di ammettere in principio modifiche alle frontiere tedesco-polacche, ritiene utile che venga sollecitamente

chiarito il differente valore delle proposte tedesche per la frontiera occidentale e per quella orientale allo scopo di vedere se non vi sia possibilità di indurre la Germania ad aderire, intanto, al patto a cinque che potrebbe garantire per un notevole periodo di tempo la pace ad occidente.

5) Il R. Governo ritiene assurda ed inammissibile l'idea di una annessione dell'Austria alla Germania, quasi a indennizzare quest'ultima deHo statu quo di altre frontiere. D'altronde l'accrescimento territoriale e demografico della Germania costituirebbe un pericolo non solo sul Brennero, ma anche sul Reno

o sulla Vistola. 6) Il R. Governo è favorevole a che il patto a cinque sia registrato e posto sotto l'egida della Società delle Nazioni. 7) Il R. Governo vedrebbe volentieri completato il protocollo di garanzia occidentrue con clausole di natura economica fra le nazioni contraenti.

8) Il R. Governo pensa che previa una intesa fra gli alleati realizzata attraverso i normali contatti diplomatici, non sarebbe inopportuna la convocazione di una Conferenza dei capi di governo che potrebbe aver luogo nel maggio in una località dei laghi dell'Alta ItaJia.

Ho voluto espol"1e concisamente ma in modo determinato punto di vista del governo italiano, acciocchè V. E. possa servirsene con le necessarie discrezioni e cautele in conversazioni con codesto governo. A conversazione avvenuta prego telegrafare (1).

(l) -Cfr. n. 761. (2) -Cfr. n. 757.
782

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, ALL'INCARICATO D'AFFARI A PARIGI, SUMMONTE

T. GAB. PER CORRIERE 252 (2). Roma, 29 marzo 1925.

Vengo informato che « Comité des Etudes Economiques et Sociales:. costà ha invHato per corso conferenze Nitti, Sturzo e Ciccotti Scoz:llese. È facile prevedere che corso predette conferenze si risolverà in azione denigratrice Governo nazionale e nostro Paese. Sarebbe pertanto opportuno cercare impedire che esse abbiano luogo.

Ignoro se Comitato in parola abbia o meno carattere ufficialità e lascio pertanto V. E. decidere se e come possa esplicarsi azione allo scopo indicato. Gradirò infol"ffiazioni.

783

L'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. s. 459/262. Londra, 31 marzo 1925, ore l (per. ore 6,50).

Telegramma di V. E. Gab. n. 214 (3).

Allusioni fatte da R. ambasciatore d'Inghilterra al R. ambasciatore a Berlino circa Austria non sono in armonia con le informazioni da me finora raccolte al Foreign Office ed a V. E. comunicate.

sos·

Benchè possa sorgere il dubbio che Lord d'Abernon, pel fatto di trovarsi ormai personalmente impegnato a fondo per la riuscita della proposta tedesca ed anche per la circostanza che egli di sovente agisce con iniziative personali, abbia potuto parlare a Berlino all'insaputa del suo Governo, pure mi riservo di rinnovare le più accurate indagini non appena Chamberlain sarà di ritorno in città. Telegraferò a V. E. (1).

Intanto sulla questione dell'Austria e circa il pensiero britannico al riguardo credo necessario ricordare: Inghilterra, come ho già avuto occasione di segna.. lare a V. E. non ha fiducia nella vitalità dell'Austria così come è stata creata dai trattati di pace. I vari governi britannici che si sono seguiti dall'armistizio in poi hanno infatti sempre contribuito di malavoglia e senza persuasione alla attività interalleata per mantenere in piedi l'Austria. D'altra parte l'opinione pubblica inglese non ha .mai dato segno di inquietudine o di allarme tutte le volte che si è parlato di annessione dell'Austria alla Germania.

La situazione politica territoriale dell'Austria è regolata dagli articoli 88 del trattato di S. Germano e 80 del trattato di Versailles.

Ora mentre sarebbe da suppors'i come difficile che il Governo britannico si sia accinto, in contraddizione ai trattati, a fare dell'Austria un oggetto di uno speciale negoziato con la Germania, a danno degli alleati grandi e piccoli, pure date le suesposte disposizioni inglesi, non è da escludersi che realizzandosi le condizioni previste dagli articoli summenzionati, Governo britannico voglia in tale eventualità opporsi all'unione dell'Austria alla Germania. È anche da tenere :presente che mentre da una parte memorandum tedesco non fa alcuna allusione alle frontiere meridionali del Reich, Governo britannico ha ormai formalmente dichiarato di considerare in modo diverso le sue responsabilità derivanti dai trattati a seconda le diverse frontiere, limitando alle frontiere del Reno la sua assoluta garanzia allo statu quo territoriale (mio rapporto del 25 marzo n. 275 (?) e mio telespresso 26 marzo n. 253) (2).

Ciò stante la salvaguardia dei vitali interessi italiani circa Austria nei riguardi dell'Inghilterra trovasi esclusivamente nella sua assicurazione alla stretta osservanza dei trattati in vigore.

Bisogna però costantemente tenere presente che i trattati stessi ammettono sotto certe condizioni l'annessione alla Germania.

Da tutto quanto precede risulta che nei riguardi dell'Austria la nostra attività diplomatica deve essere rivolta in una solidarietà con la Francia e con i paesi della Piccola Intesa e sovrattutto al contribuire efficacemente alla vita dell'Austria per non far sentire alla nostra viclina la necessità di un cambiamento e non dare alla Germania il pretesto amene pangermaniste.

(l) -Cfr. n. 787. (2) -Il tel. parti col numero 2722. (3) -Sic! anzichè 215. Cfr. p. 496 nota l. (l) -Il telegramma fu ritrasmesso fin qui a De Bosdari in data 12 aprile con tel. gab. s. per corriere n. 278. (2) -Cfr. n. 776.
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L'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. s. 463/265. Londra, 31 marzo 1925, ore 23,30 (per. ore 5,15 del l aprilej.

Telegramma di V. E. n. 221 (1).

Questo ambasciatore di Francia ha oggi presentato al Foreign Office memorandum col quale viene chiesta opinione del Governo britannico su diversi quesiti formulati da Herriot in relazione al memorandum tedesco per la sicurezza.

Dalle informazioni da me raccolte in proposito, ho ;potuto convincermi che l'odierno passo del mio collega di Francia corrisponde alle comunicazioni di Besnard a V. E. (2) quali accennate nel suo telegramma su riferito.

Essendomi intrattenuto sull'argomento col mio collega di Francia questi, riferendosi alle conversazioni da lui avute con Herriot recentemente a Parigi, mi ha confidenzialmente fornito le seguenti informazioni circa lo svolgimento che con ogni probabilità suo governo sta per dare alle trattative circa sicurezza.

l) Governo francese, non appena a conoscenza del pensiero dei governi alleati sui quesiti accennati, formulerà una risposta al gabinetto di Berlino. In essa oltre ad esporre il suo proprio punto di vista, Governo di Parigi accennerà al pensiero degli alleati, nella fiducia che attuali scambi di vedute conducano ad una uniformità di pensiero.

2) Risposta francese affermerà assoluto rispetto ai trattati di pace esistenti e sarà impostata in modo da escludere qualsiasi impressione che patto di sicurezza in esame possa significare modifica o conferma alle disposizioni contenute nei trattati di pace stessi. Anzi risposta cercherà di chiarire che trattasi sovrattutto di un contributo alla migliore mallliera di esecuzione delle disposizioni del tmttato.

3) Risposta francese si limiterà strettamente al contenuto del memorandum tedesco. Cioè essa tratterà esclusivamente della frontiera occidentale tedesca non facendo parola della frontiera orientale, la quale non era contemplata nel memorandum tedesco.

Mio collega mi ha altresì detto esservi stati contatti fra Parigi e Berlino circa frontiera polacca e che Governo tedesco ha dichiarato non avere intenzione alcuna di sollevare questione riguardante tale frontiera. Al mio collega non risultava invece che in tali approcci si fosse parlato dell'Austria.

Ambasciatore di Francia mi ha detto infine che, tenuto conto di quanto precede e della situazione generale, suo governo è d'avviso che non dovrà ormai discutere con la Germania alcuna altra questione che non sia strettamente connessa colla frontiera del Reno, lasciando così immutata la situazione rper quanto riguarda le altre frontiere del Reich. Cosicchè, mio collega osserva, qualora la Germania sollevi in avvenire questioni di tal genere, gli alleati si troveranno di fronte ad una situazione impregiudicata e potranno allora concertarsi in merito alle eventuali richieste tedesche sulla base dei trattati.

Avrò domani colloquio con Chamberlain al quale esporrò i concetti di V. E.

(l) -Trasmesso il 28 marzo alìe 9, non pubblicato, relativo alla questione austriaca. (2) -Cfr. n. 777.
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IL MINISTRO A BUCAREST, ALOISI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. S. PER CORRIERE 1,247/91. Bucarest, 31 marzo 1925 (per. il 4 aprile).

Signor Duca, che sono andato oggi a salutare dopo il mio ritorno dal congedo, mi è apparso molto preoccupato della questione delle trattative che si svolgono tra le potenze occidentali per la conclusione di un patto di garanzia sul Reno, che lascia, secondo la sua espressione, la metà dell'Europa scoperta.

Egli mi ha detto che non si era affrettato a ratificare il patto di Ginevra poichè esso conteneva delle garanzie illusorie: queste tuttavia rientravano in principi generali i quali potevano poi essere accettati dalla Romania come un pio (l) aller per la sua sicurezza: col nuovo patto invece la situazione romena era gravemente peggiorata perchè lasciata di fronte alle difficoltà in sola compagnia alla Polonia.

Ho chiesto al signor Duca se il suo collega signor Skrinsky aveva potuto ottenere a Londra ed a Parigi qualche assicurazione; mi ha risposto vagamente dicendomi che il ministro polacco aveva fatto tutto il possibile. Senza dubbio il signor Duca non deve aver ricevuto delle notizie rassicuranti da Londra e Parigi.

Ha continuato poi a parlarmi della situazione in Jugoslavia e Bulgaria, del bolscevismo, della mia visita a Roma, con l'ev·idente proposito di indurmi a parlare della Russia, ciò che ho creduto di evitare, poichè mi è sembrato che tutto il pessimismo che mi ha spiegato nella situazione estera romena, altro non era che una preparazione per parlarmi della Bessarabia.

Ed infatti congedatomi mi ha annunziato che tra qualche giorno mi pregherà di passare da lui per discutere meglio il complesso delle questioni. Preferisco che io venga richiesto per meglio fronteggiare la situazione secondo le istruzioni datemi da S. E. Contarini.

Il segretario generale del ministero mi ha pure annunziato una sua visita.

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L'INCARICATO D'AFFARI A PARIGI, SUMMONTE, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. PER CORRIERE 483/1283/416. Parigi, l aprile 1925 (per. il 3).

Telegramma di V. E. per corriere n. 2722 (2). Con telegramma-stampa in data 25 marzo questa ambasciata ha informato

V. E. della conferenza che doveva tenere e che ha tenuto qui Don Sturzo (3). Con successivo telegramma-stampa in data di ieri è stato inviato un resoconto sommarlio di tale conferenza che ha avuto luogo innanzi un ristretto pubblico di invitati.

Anche l'on. Nitti, sempre ad iniziativa del «Comité des Etudes Economiques et sociales » doveva tenere tempo addietro una conferenza. Avendo però S. E. l'ambasciatore fatto sapere al Comitato promotore che il R. Governo avrebbe

potuto considerare quale atto poco amichevole tale iniziativa, la conferenza andò a monte. Nulla mi risulta finora circa la conferenza che dovrebbe tenere CiccottiScozzese.

In quanto a Don Sturzo, essendo stato annunziato che egli parlerebbe anche domani, questa volta in pubblico, ho creduto opportuno attirare l'attenzione di questo Governo sull'attività che spiega in questo momento a Parigi l'ex-segretario del partito popolare italiano. Laroche mi ha promesso che ne avrebbe fatto parola al ministro dell'interno. Ha soggiunto, però, che in una città come Parigi; dove tutti i giorni si tengono centina'ia di conferenze con oratori di tutte le nazionalità, tali malllifestazioni rimangono senza effetto e senza eco e non sono rilevate nemmeno dalla stampa.

Sempre a proposito di Don Sturzo, ho saputo che questi si è recato a visitare il Nunzio Apostolico e che monsignor Ceretti, per un riguardo facilmente comprensibile verso di noi, si è astenuto dall'invitarlo a colazione come suole praticare quando si recano a visitarlo prelati italiailli. Ho cercato di sapere dal Nunzio-senza però far vedere che attribuivo soverchia importanza alla cosase Don Sturzo avesse con lui fatto degli accenni alla presente situazione poEtica italiana. Monsignor Ceretti mi ha detto di aver trovato l'ex segretario del partito popolare molto sereno e assai obbiettivo nell'esame della situazione italiana. Don Sturzo ritiene che l'uscita di alcuni deputati e senatori dal Partito popolare ha rafforzato quest'ultimo, dato che tali elementi non avevano seguito di masse. Per alcuDJi degli usciti, Don Sturzo arriverebbe persino a comprendere il loro passaggio in un campo diverso da quello dove essi hanno militato nel passato.

Secondo il Nunzio, la ragione dell'attuale serenità del sacerdote di Caltagirone, va posta nella certezza -che quest'ultimo ha di riportare una grande vittoria nelle prossime elezioni. _

Se -avrebbe dichiarato Don Sturzo -con una legge elettorale fatta appositamente per procurare una maggioranza al Governo siamo andati alla Camera in circa 40, reputo che nelle elezioni future non meno di 80 seggi saranno conquistati dal partito popolare. Un tale numero di deputati -sempre a detta di Don Sturzo -permetterebbe di non far prevalere, nell'eventuale accordo tra partito popolare e gruppi di sinistra, quella politica anticlericale a cui forse potrebbero essere condotti i partiti di sinistra se lasciati a se stessi. L'unità di sforzi -avrebbe detto Don Sturzo al Nunzio -di fronte alla situazione politica italiana attuale, non significa confusione di programmi: queshl ultimi sono e debbono sempre rimanere ben distinti.

(l) Sic! anziehè pis.

(2) -Cfr. n. 782. (3) -Fu tenuta il giorno 30. Cfr. L. STURZO, Il partito popolare italiano, lll, (1923-1926).Bologna, 1957, pp. 173-208.
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L'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. s. 480/267. Londra, 2 aprile 1925, ore 8,50 (per. oq-e 15).

Mi sono oggi (l) intrattenuto lungamente con Chamberlain circa sicurezza, tenendo presente telegramma di V. E. Gab. n. 235 (2).

Ho cercato 'innanzi tutto rendermi conto del pensiero di Chamberlain circa Austria ed accertare se nello svolgimento delle discussioni relative al patto di sicurezza questione austriaca avesse eventualmente formato oggetto di negoziati. Segretario di stato mi ha dichiarato che dell'Austria aveva parlato una sola volta e cioè a Parigi nel suo pnimo colloquio con Herriot ed in replica a quesito posto da quest'ultimo. A tale riguardo segretario di stato mi ha ripetuto quanto ho già riferito a V. E. col mio telegramma n. 220 (1).

Avendo io poi insistito per conoscere se nei suoi ulteriori contatti con Berlino si fosse trattato dell'Austria, Chamberlain lo ha escluso categoricamente. Egli ha anzi soggiunto che nel discutere con Berlino questione inerente alle diverse frontiere del Reich aveva espressamente evitato parlare delle frontiere meridionali perchè non avendo la Germania nessun diritto sull'Austria, il solo discuterne avrebbe potuto indebolire impegno della Germania quale risulta dall'art. 88 del Trattato di Versa.Ules.

Segretario di stato mi ha parlato di tutto ciò in tono così reciso da escludere ogni supposizione in contrario. Ho avuto cura prendere atto di tale dichiarazione, aggiungendo che trattandosi di questioni di cosi par:ticolare interesse italiano le avrei trasmesse nel modo più preciso a V. E.

Riferendomi poscia al suo ultimo dtscorso ai Comuni ('2) e differenza da lui fatta tra la frontiera del Reno e le altre frontiere ho creduto dovere provocare dal segretario di stato esplieito chiarimento. Gli ho chiesto infatti in che modo egli intende debba intel"ipretarsi la portata degli obblighi di garanzia britannica quali risultano dai trattati di pace in rapporto alle frontiere ed alle questioni comprese nel nuovo Patto di garanzia in discussione.

Chamberlain mi ha spiegato che giusta concetto del Governo britannico tutti gli obblighi derivanti alla Gran Bretagna dai trattati di pace nei riguardi di tutte le frontiere permangono intatti mentre per la frontiera del Reno ove esiste un vitale interesse britannico quegli obblighi venivano integrati dal trattato di sicurezza in discorso (3).

Ho fatto allora rilevare al segretario di stato che mentre l'adesione dell'Italia all'eventuale patto di sicurezza col contributo alla realizzazione della vera pace europea veniva nello stesso tempo a garantire speciale interesse inglese sul Reno da lui stesso segnalato, altrettanto non poteva dirsi nei riguardi dell'Inghilterra rispetto a qualche interesse speciale italiano, giacchè il nostro paese non confinava nè con l'Inghilterra nè colla Germania. Ciò stante, egli non poteva non riconoscere formalmente che alcun ulteriore accordo particolare potesse in qualche modo ed anche pel semp1ice fatto della sua esistenza, venire a diminuire efficacia dei trattati di pace e degli impegni assunti dagli alleati.

Chamberlain che aveva seguito attentamente mio pensiero mi ha rtpetuto dichiarazione che il Governo britannico intendeva conciliare (4) a questa ,guisa mantenimento degli obblighi derivanti dai trattati nella situazione che si stava creando. Venuto in seguito a parlare dello svolgimento delle trattative in corso

per corriere n. 278.

per la neutralizzazione della proposta tedesca, segretario di stato mi ha detto che dopo le conversazioni avute personalmente con Herriot si era fatta molta strada. Ha aggiunto che dalle ultime informaziond. avute proprio ieri sera da questo ambasciatore di Francia ritornato recentemente da Parigi risulta che ormai almeno nei punti fondamentali non vi è disaccordo tra Governo britannnico e Governo francese.

Il presente telegramma continua col numero di protocollo successivo.

(l) -Cioè il l aprile. (2) -Cfr. n. 781. (l) -Cfr. n. 757. (2) -Cfr. n. 776. (3) -Il telegramma fu fin qui ritrasmesso a De Bosdari in data 12 aprile con tel. gab. s.

(4) • Esattamente • testo della Ambasciata di Lonqra.

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L'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. s. 482/268. Londra, 2 aprile 1925, ore 22,30 (per. ore 6/50 del 3).

Il presente telegramma fa se,guito a quello Gab. n. 267 (1).

Chamberlain ha soggiunto che Herriot si <propone rispondere al Governo tedesco col chiedere pl'ecisazioni in merito ad alcuni punti del memorandum ritenuti poco chiari. Mi ha poi detto risultargli che Herriot avrebbe intenzione comunicare preventivamente testo sua risposta ai Governi alleati.

Segretario di stato mi ha poi fatto cenno delle direttive che il Governo francese intende seguire per l'ulteriore svolgimento del negoziato. Tali direttive corrispondono a quelle confidatemi già dal mio collega Francia e riassunte a

V. E. col mio telegramma Gab. n. 265 (2). Chamberlain mi ha altresì informato che in via di massima egli condivide direttive stesse.

Venuti di nuovo a parlare del memorandum tedesco mio interlocutore mi ha confermato che dopo informazioni fornite dal Governo tedesco circa reali suoi intendimenti per frontiere orientali, proposte tedesche per sicurezza possono essere considerate favorevolmente dai Governi francese e polacco. Secondo pensiero di Chamberlain la conclusione del patto di sicurezza per la frontiera occidentale finirà con l'influire grandemente sulla stabilizzazione della pace anche sulla frontiera orientale tedesca. Nel corso della conversazione ho avuto naturalmente cura di svolger·e colla dovuta discrezione e cautela vari punti contenuti nel telegramma di V. E. Gab. n. 235 (3). Riassumo pensiero del segretario di stato a tale proposito.

l) Pensiero di V. E. circa protocollo Ginevra gli era perfettamente noto. Nell'ultima viunione di Ginevra egli aveva constatato identità atteggiamento italiano e britannico.

2) Egli si compiacque delle favorevoli disposizioni di V. E. alla entrata incondizionata deUa Germania nella Società delle Nazioni con posto permanente al Consiglio.

3) Condivide pensiero di V. E. circa opportunità ài un'intesa preliminare tra le quattro cance~lerie alleate constatando che gli scambi di idee in corso tendono appunto a formare intesa in parola. Pensa anche che appena raggiunta questa intesa bisognerà entrare in conversazioni con Germania per concreta

;33 -Documenti diplomatici . Serie VII . Vol. III.

mento finale del negoziato. Chamberlain non è contrario in principio alla riunione di una conferenza. Ritiene però prematura ogni discussione in proposito ed in tale senso si era espresso poco prima del nostro colloquio rispondendo ad una 'interrogazione ai Comuni.

4) Segretario di stato condivide anche in massima pensiero di V. E. che patto dopo di essere stato registrato a Ginevra sia posto sotto egida della Società delle Nazioni. Ha osservato che bisognerà tuttavia esaminare il modo con cui dovrà attuarsi tale procedura. Pel momento egli non aveva alcuna idea in proposito.

5) Specie in questo momento in cui si acuisce da per tutto principio protezionismo economico, Chamberlain ritiene essere difficile se non impossibile che le nazioni contraenti il nuovo patto possano trovar:si una formula economica di interesse comune. Egli notava che del resto gli Stati predetti potranno con azione indipendente provvedere ai loro rispettivi interessi e contribuire così indirettamente al rafforzamento della situazione economica con tutti i vantaggi politici che ad essa sono connessi.

Lunghissima conversazione su riassunta portò infine alla constatazione che fra i nostri due rispettivi governi esisteva ormai una concordanza di idee sui punti principali inerenti alla situazione sorta in seguito proposta tedesca. Del che Chamberlain tenne anzi ad esprimermi suo compiacimento.

Segretario di stato mi ha espresso in ultimo sue felicitazioni per ristabilimento salute di V. E.

(l) -Cfr. n. precedente. (2) -Cfr. n. 784. (3) -Cfr: n. 781.
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IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, AL MINISTRO DELLA MARINA, THAON DI REVEL

TELESPR. RR. 212855/191. Roma, 2 aprile 1925. Ho preso in attento esame le considerazioni contenute nel foglio di codesto ministero dell'li febbraio scorso u. B. 625 relative all'opportunità che il Comandante della base navale di Portolago sia anche il rappresentante del governo nell'isola di Lero. Pur rendendomi conto dei vantaggi che dal punto di vista tecnico militare presenterebbe questa soluzione, non posso però non far rilevare a V. E. che essa potrebbe dar luogo ad inconvenienti che occorre tener presenti nella valutazione della questione. Infatti, da un .punto di vista politico-generale, sembra opportuno evitare di dare l'impressione che 11 R. Governo ha fatto di Lero una vera e propria piazzaforte marittima tale da dover essere retta ed amministrata esclusivamente dall'autorità navale. Ciò potrebbe provocare dei sospetti circa le nostre intenzioni politiche e farci attribuire propositi che andrebbero oltre la difesa delle isole. Ma anche a prescindere da queste osservazioni generali, sta in fatto che i delegati delle isole Egee minori sono i più delicati strumenti della politica del governatore verso le popolazioni locali ed attualmente è egli solo che sotto la sua personale responsabilità li sceglie, li nomina e li revoca. Mi sembra peri

coloso, nelle attuali condizioni politiche delle isole, limitare questa facoltà del governatore; tanto più che il comandante della base navale dovrebbe avert! oltre le attitudini tecniche necessarie per il suo ufficio, anche quelle indispenl" sabili per le sue funzioni di natura politica. La sua scelta dovrebbe quindi farsi d'accordo fra codesto ministero e il governatore, ed anche -eventualmente la sua rimozione da tale carica; ciò che potrebbe dar luogo a discussioni, malin

tesi, dispersione di responsabilità, o per lo meno a indugi di decisioni.

Per questo complesso di ragioni sono spiacente di non poter almeno per il momento aderire alla proposta di V. E. e ritengo •preferibile che in tempo di pace la base navale di Lero conservi il suo esclusivo carattere di ente autonomo militare e che non si atribuisca al comandante di essa un cumulo di mansioni militari e politiche che potrebbe ;riuscire nocivo al buon espletamento delle une e delle altre.

Se però l'E. V. credesse che il fatto che un maggiore del R. Esercito esercita attualmente le funzioni di delegato del governatore a Lero rpossa dar luogo ad inconvenienti per i suoi rarpporti col comandante la base navale, non avrei difficoltà a dare istruzioni al governatore di scegliere quale suo delegato un funzionario civile.

790

L'INCARICATO D'AFFARI A PARIGI, SUMMONTE, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 487/219. Parigi, 3 aprile 1925, ore 12,10 (per. ore 16,20).

Questo Governo aderendo desiderio espresso da R. ambasciata, ha proib'ito la conferenza Don Sturzo che doveva avere luogo ieri.

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IL MINISTRO A BELGRADO, BODRERO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. RR. P. 513/143. Belgrado, aprile (l) 1925.

Decifri Ella stessa.

Mi risulta Paolo Radic nei suoi colloqui con S. M. ha fatto rivelazioni circa pretese stipulazioni con noi avvenute a Vienna prima dell'andata di Stefano Radic a Mosca e dopo Patto di Roma. S. M. ha tenuto la rivelazione assoluta~ mente segreta non comunicandola nè a Nincich, nè a Pasich ma dolendosene fortemente con Spalajkovich. Prego V. E. voler considerare questa notizia come segretissima. Non è improbabile però che Spalajkovich ne intrattenga Romano Avezzana che sarebbe quindi utile ne fosse prevenuto.

(l) Manca il giorno. Si inserisce sotto la data del 5 o del 6 aprile, tenendo conto della numerazione dei telegrammi spediti da Belgrado.

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IL CAPO GABINETTO DEL MINISTRO DEGLI ESTERI, PAULUCCI DE' CALBOLI BARONE, AI RAPPRESENTANTI DIPLOMATICI ALL'ESTERO

T. s. 928. Roma, 7 aprile 1925, ore 3.

Attuale pensiero ministro finanze e parlamento può riassumersi così:

l) rispetto alla produzione ed al risparmio che l'alimenta;

2) continuazione politica di .perequazione ed universalità tributi tendendo però ad elevare gradualmente limiti esenzione; 3) continuazione duplice inscindibile programma di mitigazione delle aliquote e di veridicità tributar.ia; 4) massima prudenza nelle spese ed attuazione di una politica diretta a una nuova maggiore efficienza organica dello stato; 5) politica di elasticità monetaria e di duttile ma sistematico alleggerimento volume della circolazione; 6) politica di paziente e sistematico aumento delle riserve a contrappeso crescente di una circolazione decrescente.

793

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, AL MINISTRO A BELGRADO, BODRERO

T. GAB. s. 272. Roma, 8 aprile 1925, ore 2.

Decifri Ella .stessa.

Suo telegramma personale n. 143 (1).

È assolutamente faiso che R. Governo abbia comunque intavolato trattative nel senso indicato. Sarà opportuno che V. E. trovi modo di smentire nel modo più categorico le pretese rivelazioni riferitemi.

794

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, AL MINISTRO AL CAIRO, CACCIA DOMINIONI

T. s. 943. Roma, 8 aprile 1925, ore 2.

Suo telegramma Gab n. 69 (2).

Questo ambasciatore d'Inghilterra mi ha fatto anche egli conoscere da parte di Chamberlain che Lord Allenby ha informato V. E. che se il R. Governo si rivolg·esse ora al Governo egiziano per la questione di Giarabub, lo troverebbe pronto a negoziare senza ulteriore ritardo ed anche, secondo le speranze dello .stesso Lord Allenby, con ragionevoli disposizioni.

Appena quindi sarà tornato costì Ziver Pascià, ella vorrà adoperarsi efficacemente con lui perchè si giunga subito soluzione questione delimitazione confini cirenaici.

(l) -Cfr. n. 791. (2) -Tel. gab. r. 481/69, trasmesso il 2 aprile alle ore 21,40 e pervenuto alle 2,30 del 3, non pubblicato.
795

IL MINISTRO A BELGRADO, BODRERO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. (P. R.) s. 161/149. Belgrado, 11 aprile 1925, ore 0,15 (per. ore 3,20).

Mio telegramma n. 147 (1).

Anche Nincich, sebbene più cautamente di Spalaicovitch ha fatto allusioni alla opportunità di stringere maggiormente i vincoli politici con noi. Egli ritiene che il primo passo potrebbe essere costituito dalla conclusione di un trattato di arbitrato sul tipo di quello da noi stipulato con Svizzera. Egli però ha tenuto a farmi rilevare che il trattato con la Jugoslavia assumerebbe una importanza politica assai maggiore dato che la Svizzera è un paese neutrale con :il quale Italia non ha tante interferenze di rapporti economici e politici come con la Jugoslavia. Ha soggiunto che ha già fatto mettere allo studio uno schema di progetto ed è desideroso di sapere se V. E. è disposto a fare altrettanto.

Ho l'impressione che in questo momento si sta esercitando da varie parti sulla Jugoslavia una pressione sistematica per spingerla a legarsi più intima;.. mente con le potenze della Piccola Intesa, cui potrebbero accedere la Grecia e la Polonia. Dietro questo piano non è difficile scorgere la influenza e la spinta francese. La Jugoslavia però rilutta istintivamente dinnanzi alla prospettiva di sposare oscuri e gravi problemi politici (Germania e Russia) che non la concernono direttamente e agisce, come già nel dicembre 1913 e gennaio (?) 1914 mostrandosi propensa alla alleanza con l'Italia da cui si aspetta libertà di manovra nei Balcani. Mi sono naturalmente limitato a prestare orecchio a Spalaico~ vitch come a Nincich e non mi sbilancerò senza ricevere precise direttive da parte di V. E.

796

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA

T. GAB. PER CORRIERE 277. Roma, 11 aprile 192.5, ore 9.

Suoi telegrammi Gab. nn. 267 e 268 (2).

Nel ringraziare a mio nome il signor Chamberlain delle felicitazioni pel ristabilimento della mia salute, ella potrà assicurarlo che divido pienamente suoi sentimenti per concordanza idee nostri due Governi sui punti princ1pali inerenti alla situazione sorta in seguito proposta tedesca, aggiungendo anche, pur non avendo mai pensato che potesse essere altrimenti, ho 'preso atto con compiacimento dichiarazioni fattele che nelle conversazioni con Berlino non è stato mai trattato dell'Austria, e che nel concetto del Governo britannico tutti gl'i obblighi derivanti alla Gran Bretagna dai trattati nei riguardi di tutte le frontiere permangono naturalmente intatti.

Le informazioni della R. Ambasciata a Parigi sembrano confermare l'intendimento di Herriot di comunicare preventivamente ai Governi alleati testo risposta memorandum tedesco. Resto quindi in attesa di tale comunicazione.

(l) -Tel. gab. s. 523/147, trasmesso 1'8 aprile alle ore 15 e pervenuto alle 18 dello stesso giorno, non pubblicato: avvenuta smentita da parte di Spalaikovié dei pretesi accordi contratti dal governo italiano con Radié; desiderio di Re Alessandro di stipulare un nuovo patto con l'Italia, ancor più stretto dell'attuale, con speciale riguardo ai Balcani. (2) -Cfr. nn. 787 e 788.
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IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, AL SEGRETARIO GENERALE DEL PARTITO NAZIONALE FASCISTA, FARINACCI

L. 1098. Roma, 11 aprile 1925. Ulteriori notizie che mi pervengono circa la campagna contro il dott. Calebich, uno degli esperti zaratini alla conferenza itala-jugoslava di Firenze, in contrapposto alla vivace difesa del Calebich svolta dal giornale di Zara Il Littorio Dalmatico, ~mi inducono a ritornare su quanto ebbe a scriverti, per mio incaruco, il mio capo di gabinetto, il 9 marzo u. s. (1). L'argomento, infatti, mi fornisce l'occasione per attirare la tua più seria attenzione su un inconveniente che troppo spesso si verifica e che deve assolutamente essere eliminato, potendo esso ·condurre, attraverso una consuetudine di indisciplina, ad un grave danno pel fascismo e la sua azione di governo. Il caso Calebich si presenta -in ordine alla questione generale -nei seguenti termini che giova ricordare. Per riguardo alla delicatezza degli argomenti in di-scussione a quella conferenza internazionale, credetti utile, in una concezione fascista, di disporre che fossero aggregate alla delegazione italiana attive personalità di Fiume, Spalato e Zara, quali esponenti diretti degli interessi locali, acciocchè la loro tutela venisse più efficacemente assicurata. Per far ciò, dovetti anche assumere la responsabilità di una maggiore spesa per la delegazione, mentre per essere sicuro che queste persone venissero scelte nel miglior modo, diedi disposizioni perchè esse fossero designate, attraverso il Prefetto, dalla Federazione provinciale fascista. Senonchè, dopo alcuni mesi, ecco scatenarsi, ad opera di gruppi fascisti ed affini, una campagna tendenziosa e personale contro uno di tali fiduciari, giusta l'ordine del giorno che tu stesso hai segnalato al Ministero degli Esteri col tuo foglio n. 38/90 del 3 marzo u. s. (1). E la polemica dilaga, con soddisfazione delle opposizioni che non tarderanno a sfruttarla, con grave pregiudizio al prestigio del fascismo, ed infine con esautoramento di fronte ad una delegazione straniera dei nostri delegati cui è affidata la tutela degli interessi nazionali. Ora accade spesso ·che circoli fascisti facciano adottare provvedimenti al Governo e che poi i .provvedimenti stessi vengano attaccati da altri elementi fascisti. Tutto ciò indebolisce 11 fascismo col frazionamento delle sue tendenze e crea una confusione nell'azione del Governo che, specialmente nel delicato campo della politica estera, non è possibile lasciare continuare. Occorre che le beghe e i personalismi locali, rimangano circoscritti alla vita

politica .provinciale e non risalgano, con una sproporzione inammissibile, ad insidiare il prestigio del fascismo e la sua opera di Governo.

Quando, invece, le manifestazioni del pensiero fascista sono di tale impor. tanza da dover venir accettate e fatte ·proprie dal Governo, tale funzione non può essere lasciata a gruppi non autorizzati ed agl:i atteggiamenti più o meno notevoli [sicj; ma deve essere affidata ad organi responsabili.

Sarà, quindi, utile e necessario che tu intensifichi la tua azione perchè l'autorità degli organi responsabili del fascismo venga sempre più affermandosi e precisandosi attraverso la tua funzione di Segretario Generale del Partito, in modo che non si abbiano a verificare 'questi deplorevoli casi di contrasti di tendenze irresponsabili, che scuotono la compagine e l'autorità del fascismo stesso.

In quanto al caso Calebich, di fronte alla delicatezza dell'argomento, mentre il Prefetto di Zara mi riferisce della costituzione colà di un giurì d'onore fascista, -è urgente che tu assuma personalmente il compito di chiarire la situazione in modo che il pensiero e l'aspirazione del fascismo, sui quali deve basarsi l'azione del Governo, sia definitiva ed unanime senza che si vada più incontro a scissioni e contraddizioni che esautorano la delegazione italiana a Firenze ed intralcia [no], pertanto, quei negoziati internazionali.

Attendo una tua sollecita risposta sui provvedimenti che avrai adottato ad un cenno di assicurazione sulla questione medesima.

(l) Non pubblicato.

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IL MINISTRO A BUCAREST, ALOISI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. S. PER CORRIERE 560/107. Bucarest, 13 aprile 1925 (per. H 19). Riferimento mio telegramma per corriere n. 91 (l) del 31 marzo u. s. Espongo stato esatto questa opinione pubblica, stampa e Governo nei riguardi ~uestione bessarabica. Da conversazioni avute dopo il mio ritorno da Roma, da inchieste fatte eseguire opportunamente, ritraggo impressione che massa opinione pubblica sia lungi dall'essere intaccata dall'ostilità del Governo rumeno verso l'Italia. Ciò dipende in parte dallo stato d'ignoranza della questione in cui essa è tenuta: ma certo potrebbe essere al momento opportuno fortemente influenzata in senso a noi contrario. Tra i parlamentari, che ho potuto finora avvicinare, nell'esercito e nella marina non si perde di mira che l'appoggio dell'Italia è indispensabile rper la Romania, e che pertanto non è sopra una questione di ritardata ratifica che si debba compromettere le relazioni con l'Italia; che per conseguenza, salvaguardando il principio generale della appartenenza della Bessarabia alla Romania, tutto dovrà essere fatto per riprendere con noi le ordinarie relazioni. Tal:i sentimenti si sono specialmente manifestati in occasione della partenza avvenuta

in questi giorni della missione parlamentare romena che si reca a Roma rper assistere alla Conferenza Internazionale Interparlamentare del Commercio.

Per contro altri parlamentari, per politica ed intrigo personale intorno al Governo, sono sempre influenzati dalle lamentele dei governanti e persistono a credere in un sistematico mal volere dell'Italia: e siccome essi sono «magna pars » nelle questioni di 'finanza, nelle concessioni, nei ministeri, ecc., è appunto contro questi elementi che concentro il mio lavoro di persuasione.

Nella stampa noto invece, ad eccezione dei soliti organi ebreo-finanziari a noi sistematicamente contrari, quantunque ora in minor misura, delle disposizioni più concilianti che vanno fino in certi organi importanti come l'Uni.,;ersuZ all'apologia del fascismo di V. E.

La stampa pur non conoscendo esattamente i termini della questione, ne ha intuito, anche per le indiscrezioni avvenute, tutta la portata, ed a simiglianza della nota questione dei Buoni del Tesoro, ha compreso perfettamente il silenzio del Governo, il suo imbarazzo e la falsa strada che esso batte.

Sulla corte non potrei, a causa della malattia del Re, ora in via di guarigione ma che per molto tempo lo terrà allontanato dall'occuparsi attivamente degli affari, dare informazioni sicure: so soltanto che S. M. è rimasto molto gradevolmente impressionato dall'interesse portato dalla Corte ital'iana (che è stata l'unica) durante la sua malattia.

Il Governo invece, e dicendo ciò parlo del presidente del consiglio, del signor Vintila Bratianu, del signor Duca, del signor Costantinesco ha avuto 'il torto di cercare di creare intorno ailla nostra ritardata ratifica della Bessarabia, una questione morale e pertanto di influenzare in senso contrario i nostri interessi in Romania. Ecco la ragione per cui ho creduto, cedendo alle di lui insistenze, di parlare in modo cordiale, ma estremamente chiaro e preciso al signor Duca

(v. mio telegramma-corriere n. 106 in data odierna) (1).

La tendenza governativa è stata quella di rovesciare ad ogni buon fine sull'Italia la responsabilità della situazione politica che si è creata non certo per nostra colpa intorno alJa questione della Bessarabia e siccome per probabili erronee informazioni pervenutegli da Roma ai primi dell'anno questo Governo ha fortemente dubitato fino a poco tempo fa sulla solidità del Governo di V. E .• cosi ha creduto di poter forzare la situazione. Di ciò stampa ed elementi parlamentari d'opposizione potranno profittarne per domandarne conto al Governo.

Così stando le cose, mi impiego con tutti i mezzi a mia disposizione per sventare la manovra e con un lavoro di persuasione e pressione di riportare se possibile le relazioni alla normalità.

Non mi sembra il caso per il momento di fare dimostrazioni speciali, ma pur tenendo fermi i principi della nostra politica nei riguardi bessarabici, troverei opportuno appena chiarita la situazione che in qualche altro campo si potesse fare qualcosa di favorevole per la Romania. E ciò specialmente nei riguardi della massa dell'opinione pubblica romena che nel suo intimo non può ammettere una seria ragione di dissidio per l'Italia.

(l) Cfr. n. 785.

(l) Tel. gab. s. per corriere n. 559/106, trasmesso il 13 aprile e pervenuto il 19, non pubblicato, relativo a una conversazione con Duca sulle relazioni itala-romene.

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IL MINISTRO A VIENNA, CHIARAMONTE BORDONARO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

R. 959-Al/525. Vienna, 13 aprile 1925. Malgrado le dichiarazioni ufficiose del Cancelliere (mio tel. n. 93 del 23 marzo u. s.) (1), malgrado le asskurazioni che si fanno d.ll'colare negli ambienti politici e governativi, è innegabile che l'idea di una possibile annessione dell'Austria alla Germania appassiona qui di nuovo gli animi come un problema di attualità, se pure non di prossima soluzione. II viaggio a Berlino dei due deputati pangermanisti Dinghoffer e Frank, che ha suscitato tanti echi di commenti, è forse realmente avvenuto, come si afferma, all'insaputa del governo. Ma non deve essere stato discaro al Governo il rumore da esso suscitato. Non bisogna dimenticare l'abile mossa di Seipel nell'estate 1922, che condusse poi ai protocolli di Ginevra. Seipel si recò allora anche a Berlino e dall'urto delle suscitate reciproche diffidenze venne fuori il prestito internazionale garantito. Ora, in un altro delicato momento della vita politica ed economica del~ l'Austria non può dispiacere al Governo federale che la questione dell'Anschluss sia rimessa sul tappeto e che se ne parli e che gli Stati interessati, ad impedirne la realizzazione, corrano ai ripari. L'Austria non potrà trarne che dei vantaggi. È il Governo in buona fede quando dice che non pensa all'annessione alla Germania'? Io credo di si, se si considera alla maggioranza degli elementi cristiano-sociali che lo compongono e che non sono favorevoli all'Anschluss che come « extrema ratio ». Ma del Governo fanno anche parte due pangermanisti, ed uno di questi, il vice cancelliere Waber, ha parlato chiaramente ad una cerimonia che si è svolta a Graz in onore di Bismarck. Egli ha detto tra altro: «L'antica Austria non è stata distrutta perchè fosse poco tempo dopo ricostruita dalla Cecoslovacchia sotto condotta ceca. Se la forza degli Absburgo accresciuta da una tradizione secolare non ha potuto tenere unito questo conglomerato di popoli, tanto meno questo territorio economi.co potrebbe essere guidato come un'unità di cechi. Si tratta qui di una lotta di cechi contro Vienna. Vienna deve essere eliminata dal commercio mondiale. Ora noi abbiamo bisogno di annetterci ad un grande territorio economico. Dobbiamo forse unirei alla «forte Cecoslovacchia», alla «forte Jugoslavia», alla «forte Romania», alla « forte Polonia »? No. N o i austriaci non troveremmo lì alcun aiuto, ma mal celata 'inimicizia. Tutto ciò che si è detto della Confederazione Danubiana è soltanto sciocchezza, ma deve invece diffondersi la convinzione che non vi è che una soluzione per la questione austriaca: l'annessione alla grande patria tedesca». A questo discorso hanno fatto eco le chiare allusioni all'Anschluss di alcuni candidati nazionalisti germanici durante la campagna elettorale per la presidenza del Reich ed i commenti della stampa viennese alle frasi dell'ultimo

discorso di Benès, che ha affermato l'unione dell'Austria alla Germania non poter avvenire che con lo scatenarsi di una guerra.

Ora anche i solcialdemocrat\ici si \schierano ap~tamente a :favore dell'Anschluss e lo dichiarano in un articolo di fondo del lol'o organo Arbeiter Zeitung intitolato: « L'Anschluss: una necessità europea», e di cui, per la sua importanza, trasmetto il testo. Il partito socialdemocratico è fortissimo, soprattutto a Vienna e riuscirà accresciuto anche parlamentarmente alle nuove el·ezioni.

Io non so quanto in Germania l'idea dell'Anschluss (qui veramente vorrebbero che si dicesse Zusammenschluss) sia presa sul serio. Sino a pochi mesi fa qualcheduno per dimostrarmi quanto fosse lontana ogni attuazione di unione mi diceva che i tedeschi avevano adottata all'inverso la formula dei francesi per l'Alsazia Lorena dopo il '70. E cioè: parlarne sempre, non pensarvi mai. La situazione però è forse oggi cambiata e non solo se ne parla, ma anche vi si pensa. Per cui non credo completamente ·infondata la preoccupazione della Francia nè del tutto ingiustificato il nervosismo del suo rappresentante a Vienna. E credo che non bisogna trascurare di seguire quei «déplacements d'impondérables » cui alludeva Wladimir d'Ormesson nel suo interessante articolo sulla questione pubblicato nel numero del Temps del 27 marzo u. s.

Oggi, delle due soluzioni più in vista del problema austriaco, confederazione danubiana o annessione alla Germania, la prima è qui decisamente impopolare, la seconda acquista sempre maggiori simpatie. Ve ne sarebbe una terza, della quale pochi parlano: l'annessione all'Italia, cui una parte dei cristiano sociali e qualche grande industriale sarebbe favorevole mentre la respingerebbero i pangermanisti per la questione dell'Alto Adige e i socialdemocratici per via del regime fascista.

In alcuni circoli pangermanisti viennesi si è propensi a credere che l'Italia non sarebbe contraria all'annessione dell'Austria alla Germania, come vedrebbe con favore Hindenburg alla presidenza del RJeich (1).

(l) Cfr. n. 771.

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IL MINISTRO AL CAIRO, CACCIA DOMINIONI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. s. 1358/75. n Cairo, 15 aprile 1925, ore .19,50 (per. ore 22).

Mia verbale cortese comunicazione a Ziver Pascià per sollecitare definitiva questione confine è stata propalata tendenziosamente dallo stesso Governo quasi

«Le condizioni dell'Austria pongono i suoi cittadini dinanzi al problema del loro stato e della sua posizione nell'Europa centrale. La mia convinzione è che fra gli Austriaci sono aumentate le avversioni contro una soluzione medieuropea di quel problema. Minimo quantitativamente quasi irrilevante, qualitativamente un po' più notevole -è il numero di coloro che stimano non doversi mutare l'attuale indipendenza. Sono avversarie di questa idea e d'ogni soluzione germanica le frazioni monarchiche. Se anche Griinberger sfoggia a Ginevra la croce della Legion d'onore e l'ufficio stampa della Presidenza del consiglio fa propaganda antiannessionistica, è certo che l'idea dell'annessione alla Germania fa grandiprogressi nelle masse e penetra profondamente anche nel partito dominante. Il viaggio di Frank e Dinghofer a Berlino fu una manovra compiuta d'accordo col governo stesso per allarmare l'opinione internazionale. Ma, fuori di questi intrighi puerilmente machiavellici, vi è una sincera convinzione pro unione alla Germania e questa si estende sempre più, sia perchè il fallimento della • Sanirungswerk • risolleva le incognite dell'avvenire, sia perchè la vita indipendente differenzia sempre più gli Austriaci dai popoli con cui furono statualmente legati,sia perchè le condizioni economiche della Germania suscitano infinite speranze, sia, infine, perchè Vienna, tagliate tutte le arterie, per le quali confluivano in essa le influenze miste dei vari popoli conglomerati nell'Impero, ridotta alle sue sole energie, si germanizza di giorno in giorno più profondamente. Poichè si crede provato dai fatti che lo Stato, cosi com'è, non è vitale (nel 1925 esso ha avuto 1052 milioni corone oro di sbilancio commerciale) la quistione dell'Austria diventa angosciosa, pericolosa e estremamente difficile •·

sotto :forma di minaccioso ultimatum. Di qui articoli impressionanti stampa locale e telegrammi analoghi estero. In pari tempo questo ministero degli affari esteri mi rimette lunga nota alquanto in contrasto con cordiali rapporti nostri, impugnante valore accordi da noi invocati. ed esprimente sorpresa per mio passo. Anche tale nota :fu subito comunicata alla stampa. Mi reco subito da Ziver Pascià per deplorare tale scorretto procedere che sembra voler :far rimontare Governo italiano responsabilità di una presunta brusca azione e compromettere inìzio negoziati che Governo egiziano persiste evidentemente voler eludere (1). Residente inglese con cui mantengo contatti conferma pieno appoggio.

(l) Cfr. anche ciò che scriveva Tamaro a Mussolini in data Vienna 9 marzo 1925:

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IL MINISTRO A VIENNA, CHIARAMONTE BORDONARO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. (P. R.) RR. 174/124. Vienna, 16 aprile 1925, ore 1,35 (per. ore 11,05).

Sono stato ricevuto stamane da Mataja, Grilnberger e Schilller. Mataja, arrivato da poche ore, mi ha espresso sua vivissima soddisfazione per accoglienze ricevute Roma e per interessanti conversazioni avute con V. E. e con S. E. Contarini e mi ha detto che avrebbe avuto bisogno di rivedermi forse domani per importanti comunicazioni dopo odierna riun:ione commissione parlamentare principale. Grilnberger, che ho visto subito dopo, mi ha spiegato che, in seguito a tale riunione, Governo federale desidera rivolgersi alla Società delle Nazioni per pregarla includere all'ordine del giorno della prossima riunione consiglio questione risanamento economico Austria e suggerendo che prima di giugno sia qui inviata commissione esperti pw-necessari lavori preparatori ad una utile discussione. Governo attribuisce a questa decisione capitale importanza e conta molto sull'Italia. Se volete, mi ha detto Grilnberger, è questo il momento di agire. Assai più esplicito mostratosi poco dopo SchUller il quale francamente mi ha detto che da questa nuova azione, cui è soprattutto spinto dalle pressioni della Francia, Governo austriaco non si ripromette risultato pratico e benefico che nel solo caso che l'Italia ne approfitti per proporre sua unione doganal<e ed economica con l'Austria. Egli ha studiato a fondo questione e non me ne1 aveva parlato sino ad ora perchè aspettava ritorno Mataja per essere sicuro nostre buone disposizioni di massima. Avendolo Mataja assicurato oggi in tal senso in seguito colloquio avuto con S. E. Contarini non esitava espormi apertamente suo piano. Il quale consisterebbe dopo constatazione insufficienza o :inefficacia ogni altro rimedio nel fare dichiarare dal Governo federale che Austria offre unione doganale con uno o più degli stati successori. Italia dovrebbe essere pronta ad accettare offerta. Opposiz:ioni e difficoltà sorgeranno evidentemente a riguardo Benès e forse dalla Francia, quantunque questa ultima dovrebbe finire per accettare soluzione che diminuirebbe pericolo annessione ahla Germania. Quanto Cecoslovacchia potrebbe essere disarmata dal fatto che offerta non viene rivolta soltanto all'Italia ma a tutti gli stati successori e nessuno le vieterebbe di accettarla. Clausola protocollo Ginevra a garanzia indipendenza Austria non potrebbe sotto questa forma essere invocata tanto più che unione doga

naie e economica non vincolerebbe sovranità e indipendenza dei due paesi. Nè !'ergerebbe nel caso unione doganale, difficoltà ·clausola nazione più favorita con altri stati, difficoltà che si presenterebbe invece nel caso di concessione facilitazioni parziali. Schiiller mi ha detto anche che opposizione nostri industriali potl·ebbe essere vinta da un sistema di preventivi accordi con industriali austriaci. Ha anche aggiunto ·Confidenzialmente che sarebbe persino disposto ad accettare tale quale tariffa doganale italiana. Ma prima di andare avanti su questa strada egli e il Governo federale hanno assoluto bisogno di sapere con sicurezza che il Governo italiano è fermamente deciso a seguirlo e a concludere serbando naturalmente la più assoluta segretezza e discrezione nelle trattative perchè loro esito non sia compromesso. Quantunque profano in materia credo che proposta debba essere anche economicamente vantaggiosa per l'Italia. Sui vantaggi di carattere politico non ho bisogno di insistere tanto più che quello che non era possibile nell'anno 1922 lo è oggi che l'Austria si è finanziariamente sollevata e che l'Italia ha un Governo forte che sa imporsi. Decisione di mas·sima è però urgente e bisogna evitare una volta presa decisione favorevole trattative si arrestino o falliscano, se non vogliamo perdere per sempre nostro prestigio in questo paese. Attendo istruzioni (1).

(l) Dopo il colloquio con Ziver pascià fu emanato un comunicato ufficiale che smentiva la notizia di ultimatum intimato dall'Italia all'Egitto (cfr. t. s. 1397/78 del 18 aprile, dal Cairo).

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IL MINISTRO A SOFIA, RINELLA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. s. 1382/68. Sofia, 17 aprile 1925, ore 19 (per. ore 5,30 del 18).

Ministro degli affari esteri è venuto esporre gravità situazione come appresso: attentati al Re e alla cattedrale (2) rivelano piano elaborato sopprimere casa reale e rovinare organi Stato. Si ha ragione di ritenere programma inaugurato contro Bulgaria preparato Belgrado con metodo simile a quello esperimentato in Albania per sottoporre questo paese al controllo Jugoslavia. Pasich diede 132 milioni alla organizzazione agrari bulgari e un mese fa 50 milionJ furono concessi da aUra parte. Da testimonianze raccolte e da constatazioni fatte direttamente da S. M. risulta che aggressori non apparivano di aspetto volgare ma erano ben equipaggiati con travestimento identico a quello usato dagli autori incursione alla frontiera. Sono state scoperte armi e munizioni ed esplosivi alto potenziale anche sui treni. Continua col numero successivo (3).

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L'AGENTE DIPLOMATICO A TANGERI, BORGHETTI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. s. 1402/21. Tangeri, 18 aprile 1925, ore 17 (per. ore 24).

Mio telegramma n. 20 (3). In una convetrsazione lunga avuta con dottor Malmusi, Abel Krim, il quale mostrossi as,sai al corrente delle questioni europee ed in particolar modo delle

cose nostre, tenne a tosto manifestare al mede&imo grande simpatia sua per nostro paese. Vivissima ·sua ammirazione per V. E. sopratutto per politica mediterranea che Ella va svolgendo con netta e dec1sa opposizione alla minacciata snaturalizzazione degli italiani in Tunisia ed anche con la ferma opposizione nostra allo statuto di Tangeri. Abel Krim chiaramente dichiarò a Malmusi che assai gradirebbe Governo italiano si facesse intermediario fra H Governo spagnuolo e lui stesso per giungere ad un accomodamento il quale, se è desiderato dai riilegni, è non meno, fo11se anche più, sospirato dalla Nazione spagnuola e sopratutto dal Direttorio. Condizioni di pace sarebbero sostanzialmente racchiuse nel mio rapporto del 3 corrente n. 56 (l) coll'importante modificazione però dell'assoluta indipendenza del Capo ·rifegno dal Sultano ovvero dalla Spa.gna. Abel aggiunse di vivamente desiderare mediazione nostra non volendo che nè Francia da lui odiata assai più della Spagna e contro la quale egli intende prepararsi a strenua lotta fra qualche anno nè Gran Bretagna estremamente rapace e di cui tempo fà neppure volle rtcevere emissario colà giunto sotto la veste di più o meno cittadino [sic] intervengano tra Spagna e lui forse dettandogli condizioni che egli dovrebbe rifiutare. Capo rifegno dichiarassi dispostissimo a concederci, una volta raggiunta la indipendenza in seguito alla mediazione nostra, una base mediterranea per sottomarini, sfruttamento miniere di cui rifegni abbondano, nonchè ad impiegare tecnici nostri (ingegneri, architetti, dottori ecc.) per organizzare il paese. Dottor Malmusi limitassi rispondere che non aviTebbe mancato di rendere noto l'espressogli desiderio al R. Ministro a Tangeri il quale indubbiamente avrebbe avuto cura di tosto farlo conoscere a

V. E. Abel Krim assicurò Malmusi che attuale sua situazione militare è ottima, egli .conta di attaccare tra non molto Tetuan mostrandosi talmente certo di impadronirsene da avere dato appuntamento a Malmusi stesso nella futura sua residenza in quella città (vedi mio rapporto del 26 febbraio scorso n. 37) (1). Dottor Malmusi constatò egli stesso ottima organizzazione militare nelle schiere rifegne le quali abbondano di materiale da guerra ma sono piuttosto scarse di vestiario e di viveri (vedi mio rapporto n. 190 del 26 dicembre scorso) (1). Contrarr-iamente al ·comunicato spagnuolo egli non notò alcuno scoraggiamento tra tribù sopratutto tra g.li Angera di cui ·SpagnuoH quotid•ianamente annunziano numerose sottomissioni; tutti attendono promesso attacco contro Tetuan un poco per fanatismo religioso un poco per viva speranza di copioso bottino che però Abel è fermamente deciso ad impedire. Anche dalle conversazioni avute coi capi minori, Malmusi raccolse espil'essioni di viva simpatia per l'Ital•ia a cagione del fermo atteggiamento nostro contro Statuto di Tangeri.

(l) -Cfr. p. 524 nota 5. (2) -L'attentato al Re Boris avvenne il 14 aprile. L'esplosione di un ordigno nella chiesa cattedrale di Sofia avvenne il 16 aprile. (3) -Non pubblicato.
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IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA, E ALL'INCARICATO D'AFFARI A PARIGI, SUMMONTE

T. GAB. s. 287. Roma, 18 aprile 1925, ore 23.

Ministro Bulgaria Roma signor Radeff è venuto da me per prospettarm~ tragica situazione suo paese che sembra piombato caos terrore. Egli mi ha

chiesto anzi scongiurato di sollecitare possibilità arruolamento almeno provvisorio di diecimila uomini necessari a ristabilire ordin.e pubblico (1). Di fronte a tale situazione io sono favorevole all'accoglimento immediato di questa richiesta e prego V. E. agire in tal senso presso Governi locali presso i quali sarà fatto passo analogo. Aggiungo che orribile strage cattedrale Sofia ha suscitato grande emozione opin:ione pubblica italiana e che non accoglimento equa richiesta bulgara sarebbe interpretata come un incoraggiamento gesta bolsceviche e azione terza internazionale. Gradirò notizie telegrafiche (2).

(l) Non pubblicato.

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IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, AL MINISTRO A BELGRADO, BODRERO

T. GAB. S. 289. Roma, 18 aprile 1925, ore 23,30. Comunicazioni giuntemi da Sofia (3) e affermazioni orali ministro bulgaro Roma farebbero credere che agenti sevbi non sarebbero estranei ripresa terrorista comunisti-agrari culminata orribile strage cattedrale Sofia. Ministro bulgaro ha anche soggiunto che Serbia avrebbe mobilitato una divisione di frontiera e che Nisch sarebbe centro azione terroristica. Pur accogliendo con dovute riserve affermazioni fonte bulgara ho impressione condivisa da opinione pubblica italiana che atteggiamento Jugoslavia potrebbe prestarsi ad interpretazioni incerte. Comunque faccia sapere se del ·caso che Governo jugoslavo farà bene non opporre difficoltà ad urgente richiesta Governo bulgaro per autoriz_ zazione reclutare corpo provvisorio diecimila uomini necessari ristabilimento ordine pubblico. Bisogna inoltre tener presente che ogni intervento Jugoslavia

situazione bulgara dovrebbe essere considerato da parte itaHana come una modificazione dello statu qua balcanico. Gradirò notizie telegrafiche (2).

806

IL MINISTRO A VIENNA, CHIARAMONTE BORDONARO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. (P. R.) RR. PER CORRIERE 177/120. -Vienna, 18 aprile 1925 (per. ore 18 del 20 ). Telegramma di V. E. Gab. n. 57

Ho trovato oggi Mataja pieno di dubbi sulla possibilità attuazione noto progetto (5). Suo principale timore è resistenza che troverà nel partito social-democratico contro accordo così ·importante con l'Italia. Si preoccupa anche complicazioni internazionali per opposizione sopratutto Praga Parigi che dovrebbe

però essere esclusivamente Italia ad appianare. Ho cercato di convincerlo che, di fronte a enorme vantaggio economico per il paese, non dovrebbe essere difficile vincere resistenza social-democratici, che si basa esclusivamente su pregiudizi di partito contro fascismo e V. E. Anche le difficoltà di ordine internazionale potranno essere sormontate, agendo con tatto prudenza e discrezione assoluta. Che in ogni modo prima di affrontare problema degli ostacoli da sormontare, bisognava precisare se due Governi sono in massima disposti iniziare conversazioni sull'argomento e prima di esaminare questione dal punto di vista politico bisognava esaminarla dal punto di vista tecnico per evitare di vedere fallire le trattative quando fossero bene incamminate, per mancanza di accordo sulla pratica attuazione del progetto. Perciò il R. Governo, disposto in massima a prendere la proposta nella più benevola considerazione e ad iniziare conversazioni in modo assolutamente segreto, desidererebbe anzitutto che Schiiller potesse recarsi subito a Roma per conferire ed avere i primi utili contatti preparatori.

Mataja mi ha promesso di ripensarci e che studierà il modo migliore di mandare SchUller a Roma senza che la sua visita susciti commenti.

Ho avuto l'impressione che Mataja, più che al progetto di unione doganale, tenga al progetto elaborato da Castiglioni della fondazione di una soc:ietà italiana di crediti all'industria austriaca, progetto di cui mi ha detto aver parlato a S. E. Contarini, il quale avrebbe promesso di interessare Stringher. Mataja si è anzi lamentato che Castiglioni, che dovrebbe essere mediatore nell'affare ritardasse ancora suo ritorno a Vienna.

Dopo conversazione con Mataja, che è durata più di un'ora ho visto Schiiller, al quale ho comunicato desiderio di V. E.

Schiiller è disposto venire subito a Roma e cercherà di convincere in tal senso cancelliere e ministro degli esteri per necessaria autorizzazione. Crede che sua visita potrà rimanere segreta o essere coperta da qualche plausibile pretesto. Egli trova esagerate preoccupazioni Mataja nei riguardi opposizione social democratica e si adopererà per attenuarla.

Tanto con Mataja che con Schiiller siamo rimasti perfettamente d'accordo sulla assoluta necessità evitare ogni pubbl:ica discussione sull'argomento e fare anzi opera perchè stampa venga piuttosto orientata in senso diametralmente opposto.

(4). (l) -Per pressioni analoghe del ministro degli esteri bulgaro su Rinella, cfr. il t. s. 1383/69, trasmesso da Sofia il giorno 17 alle 19 e per. alle 4 del 18, non pubblicato. (2) -La minuta è di pugno di Mussolini. (3) -Cfr. n. 802. (4) -Tel. gab. (p. r.) rr. 57 del 17 aprile, non pubblicato, relativo all'opportunità di una visita di Schtiller a Roma per discutere le questioni di cui al n. 801. (5) -Cfr. n. 801.
807

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, ALL'AGENTE DIPLOMATICO A TANGERI, BORGHETTI

T. GAB. s. 290. Roma, 19 aprile 1925, ore 19,30.

La :notizia (l) che Abdel Krim gradirebbe mediazione Governo italiano per concludere pace colla Spagna mi ha molto interessato. Ma prima di dare qualsiasi corso alla cosa, desidero ulteriori precisazioni e qualche cosa di concreto che mi auto['izzi fare passo presso direttorio spagnolo (2).

(l) -Cfr. n. 803. (2) -La minuta è di pugno di Mussolini.
808

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, AL GOVERNATORE DI RODI, LAGO

T. GAB. (P. R.) 58. Roma, 19 aprile 1925, ore 19,30.

Prego V. E. mandarmi testo definitivo statuti isole Egeo da promulgare 7 giugno. Dopo recenti discussioni Camera greca è opportuno -compiere qualche atto di ordine interno che tolga a tutti superstiti illusioni (1).

809

L'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 574/301. Londra, 20 aprile 1925, ore 10,14 (per. ore 2,05 del 21).

Telegramma di V. E. Gab. 287 riservato (2).

Chamberlain e Crowe partiti per feste pasquali trovansi ancora in campagna. In tale circostanza mi sono giorni fa espresso col funzionario in ufficio al Foreign Office nel senso prescrittoml. da V. E. insistendo vivamente per adesione inglese alla richiesta bulgara. Mio passo (U cui contenuto è già contemplato in un telegramma inviato da Graham), sarà immediatamente riferito per telefono a Chamberlain. Foreign Office ha intanto comunicato stamane al segrE:tario di stato per gli affari esteri tanto il summenzionato telegramma di Graham quanto notizie pervenute da Sofia circa i due passi fatti dal ministro degli affari esteri bulgaro sia presso locale commissione militare che presso ministro d'Inghilterra a Sofia (telegramma di V. E. 1021) (3). Circa opinione espressa al riguardo da questo diplomatico mi è stato detto confidenzialmente: l) che egli si è mostrato sempre non perfettamente convinto che locale situazione fosse realmente quale descritta dal Governo di Sofia; 2) che in tal senso si pronunciò pure in occasione dell'ultima richiesta bulgara per arruolamento di a-ltri tremila uomini; 3) che circa recente richiesta altri diecimila uomini quel rappresentante britannico avrebbe riferito nel senso che di fronte al favorevole atteggiamento assunto dai suoi colleghi itaUano e francese egli non intendeva opporsi alla richiesta stessa

lasciando tuttavia intendere che egli propendeva sempre per la sua antica opinione e cioè che pericolo bolscevico non sia così imminente e grave quale appare alle locali autorità. Ciò nonostante ho tratto impressione che Foreign Office 'in vista atteggiamento di V. E. e favorevoli disposizioni francesi suggerirà stasera a Chamberlain di aderire richiesta bulgara e che segretario di stato darà con ogni probabilità suo consenso. Riservomi telegrafare decisione Chamberlain appena possibile.

(l) -La minuta è di pugno di Mussolini. (2) -Cfr. n. 804. (3) -Del 19 aprile, non pubblicato.
810

IL MINISTRO A SOFIA, RINELLA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 572/74. Sofia, 20 aprile 1925, ore 12,30 (per. ore 20).

Presidente del Consiglio tuttora sofferente per ferita e ministro affari esteri mi hanno parlato co~ accento sincero commosso pregandomi comunicare a

V. E. sentimenti gratitudine personale e del Governo per vivo e sollecito inteTessamento dell'Italia alle tragiche vicende bulgare. Hanno aggiunto che V. E. rendendosi conto grave situazione di questo paese ha reso servizio indimenticabile alla causa della..... (l) ·e della civiltà. Sono annunziate altre azioni terroristiche a breve scadenza mentre quelle attuate dimostrano direzione e piano. Invio per corriere dettagliati comunicati in proposito. Mi hanno informato poi che rappresentante jugoslavo ha dichiarato recentemente suo Governo non potere prendere a carico dei detti fuorusciti alcun provvedimento sicchè sono liberi complottare contro Bulgaria e tale convincimento è ormai talmente qui diffuso che opinione pubblica ne è fortemente scossa ed irritata. Hanno concluso Governo bulgaro intende denunziare tale situazione intollerabile al mondo civile per sapere se Bulgaria che pure fa onore agli obblighi del trattato abbia diritto vivere e riorganizzarsi o debba perire per l'implacabile odio serbo. Continue vessazioni ed umiliazioni ·inflitte dalla Serbia alla Bulgaria sono innegabili ed esigono maggior controllo da parte potenze per eliminare ingiustifìcate cause inquietudine e disordine. Si deve anche tenere conto dei sacrifici di questo paese per neutralizzare propaganda sovversiva.

811

IL MINISTRO A BELGRADO, BODRERO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. s. 573/163. Belgrado, 20 aprile 1925, ore 23 (per. ore 5 del 21).

Mio telegramma n. 162 (2).

Il ministro degli affari esteri aggiunto, sig. Marcovich, assicura in base alle notizie pervenute che gl:i atti di terrorismo sarebbero opera di comunisti e non già del partito agrario. Il capo di quest'ultimo partito, sig. Teodorof, da lungo tempo qui stabilito, gli avrebbe fatto visita sabato per respingere ogni responsabilità degl:i ultimi avvenimenti del :suo paese. Ho ·preso lo spunto da tale

.. dichiarazione per dirgli che se Governo jugoslavo è sinceramente animato dal desiderio di permettere al Governo di Zankoff di far fronte alla minaccia comunista dovrebbe vedere favorevolmente l'aumento del contingente militare bulgaro. Marcovich sottolineò che egli parlava a titolo personale data l'assenza dei membri responsabili del Governo, si è dichiarato favorevole a tale aumento, che dovrebbe però formare oggetto di uno scambio di idee tra la Jugoslavia e

34 -Documenti diplomatici · Serie VII . Vol. III.

gl:i altri membri della Piccola Intesa. Ho mostrato a Marcovich tutti gli inconvenienti cui dà luogo l'attività dei rifugiati bulgari in Jugoslavia e i sospetti cui si presta in presenza di grossi nuclei di fuorusciti alla frontiera, nonostante gli affidamenti più volte dati per il loro allontanamento. Il Ministro aggiunto mi ha dichiarato:

l) che i rifugiati trovavansi ad ovest di... (l);

2) che sono state da tempo proibite le loro riunioni, conferenze ecc.;

3) che ove risultasse provata la loro partecipazione agli avvenimenti di Sofia la Jugoslavia non esiterebbe a farli consegnare al confine alle autorità bulgare. Nincich arriverà dopodomani e mi riservo intrattenerlo più a lungo. anche in base a quei nuovi elementi che saranno in mio possesso. Mi risulta che finora ministro d'Inghilterra non ha ricevuto alcuna istruzione dal suo Governo (2). Da notizie qui pervenute sembra che il Governo bulgaro padroneggi la situazione.

(l) -Gruppo indecifrato. (2) -Tel. gab. s. 569/162, trasmesso il 19 aprile alle ore 17,30 e pervenuto alle 19,15 dello stesso giorno, con una prima risposta al tel. Mussolini qui pubblicato al n. 805.
812

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, ALL'AMBASCIATORE A MADRID, PAULUCCI DE' CALBOLI

T. GAB. S. RR. P. 296. Roma, 21 aprile 1925, ore 9.

R. agente diplomatico a Tangeri ha riferito (3) che in una conversazione avuta con dottor Malmusi Abdel Krim avrebbe dichiarato che assai gradirebbe Governo italiano si facesse intermediario fra Governo spagnuolo e lui stesso per giungere ad un accomodamento il quale, avrebbe il medesimo Abdel Krim soggiunto, se è desiderato dai rifegni è no:q. meno forse anche più desiderato dalla nazione spagnuola e sopratutto dail Direttorio. Condizioni pace da Abdel Krim rese note al dottor Malmusi sarebbero: l) Confini del nuovo stato; quelli della zona non occupata dagli spagnuoli prima del 1912, compresi Alcazar e Lara Melilla; 2) Riconoscimento dello Stato del Riff da parte del:ila Spagna; 3) Annullamento del Trattato del 1904 tra Spagna, Francia, Inghilterra; 4) Indennità di guerra; 5) Scambio di prigionieri senza compensi in denaro o altrimenti; 6) Libertà di commercio di residenza ecc. nel Riff, ma secondo le regole di diritto internazionale. Abel Krim avrebbe detto di desiderare mediazione nostra, volendo anzi escludere eventuale mediazione Francia o Gran Bretagna. Quali compensi per eventuale nostra mediazione Abel Krim sarebbesi dichiarato disposto offrire. una volta raggiunta indipendenza, base mediterranea per sottomarini, sfruttamento miniere, nonchè ·impiegare nostri tecnici per organizzare paese. Abel Krim assicurò Malmusi essere ottima attuale sua situazione militare e che egli conta attaccare tra non molto Tetuan mostrandosi sicuro riuscire a impa·· dronirsene.

Quanto precede per riservata notizia di V. E. riservandomi ulteriori comunicazioni.

(l) -Gruppo indecifrato. (2) -Con t. gab. s. 595!72 del 23 aprile, Bodrero comunicava che il ministro di Francia a Belgrado, Grenard, • farà oggi un passo presso Nincich per dichiarare che la Francia è d'accordo con l'Italia e l'Inghilterra sull'opportunità di concedere l'aumento del contingentebulgaro •· (3) -Cfr. n. 803.
813

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA, E AL MINISTRO AL CAIRO, CACCIA DOMINIONI

T. GAB. S. RR. P. 2'29 (1). Roma, 21 aprile 1925, ore 20.

Questo ambasciatore d'Inghilterra è venuto a vedermi l'altro giorno per incarico del signor Chamberlain e mi ha detto che questi assai preoccupato per la tensione determinatasi fra l'Italia ed Egitto a proposito della questione di Giarabub, esprimeva il desiderio di essere preventivamente informato in caso di ultimatum o di occupazione militare dell'oasi di Giarabub per parte nostra. Ciò allo scopo di dare tempo al Governo inglese di liberarsi, nei riguaroi di tale questione, degl:i impegni presi con la dichiarazione del marzo 1922, circa la garanzia dell'integrità territoriale dell'Egitto.

Ho risposto a Graham che l'Italia non poteva transigere sulla questione, ma che tuttavia nella nostra azione non vi era precipitazione. Che io non intendevo drammatizzare anzitempo la situazione perchè non rinunciavo alla speranza di vedere il Governo egiziano ridursi alla ragione e che in caso di ultimatum o di occupazione militare, io avrei preavvisato riservatamente il Governo ·inglese in tempo utile per fargli riprendere la sua libertà d'azione nei riguardi dell'Egitto.

814

IL MINISTRO A BUDAPEST, DURINI DI MONZA, AL SEGRETARIO GENERALI AGLI ESTERI, CONTARINI

L. P. Bu.dapest, 21 aprile 1925.

Vidi stamane il Conte Bethlen testè rientrato da un breve congedo. Gli accennai del tuo desiderio d'incontrarti con lui alla prima propizia occasione. Se ne mostrò assai soddisfatto e mi rammentò, che del resto, fino dallo scorso anno sperava egli pure di poter avere tale intervista. Mi fu facile rispondergli come solo a causa del ben noto tuo assorbente lavoro non ti era stato possibile allontanarti da Roma. Circa l'epoca mi disse che, secondo ogni probabilità, egli dovrà recarsi nuovamente a Ginevra ai primi di giugno e che in quell'occasione gli sarebbe facile fare eventualmente una corsa nell'Italia Settentrionale, sui laghi od in altra località lontana da Roma. Rimane in attesa di conoscere se la sua proposta sarà da te approvata.

Non mancai naturalmente di dichiarare francamente al Conte Bethlen come la mancata nomina di Boni Boncompagni (2) avesse assai sgradevolmente sorpreso 'il R. Governo e me pure, dopo le sue promesse di efficace intervento e dopo quanto era stato da noi fatto in favore dell'Ungheria ed, ancora ultimamente, per la buona riuscita del prestito. Avevamo quindi ormai diritto di attenderci non solo buone parole, ma fatti concreti. Visibilmente imbarazzato, affacciò le numerose difficoltà incontrate nei circoli interessati bancari, industriali, agrari

ecc. che secondo gli statuti della Banca avevano diritto ad un determinato numero di rappresentanti, ai quali riuscì impossibile farli rinunciare: ed ebbe buon giuoco infine di lamentare il fatto che solo pochissimi giorni prima dell'assemblea e mentre egli si trovava assente, era stato qui fatto conoscere il nome del nostro candidato. Ed a questo proposito mi permetterai di ricordare che fino dallo scorso autunno a parecchie riprese insistei nei miei rapporti e telegrammi perchè mi venisse comunicato in tempo utile il nome del candidato stesso, prevedendo che non sarebbe stato facile farlo accettare e per aver quindi la possibilità di preparare convenientemente l'ambiente. Ad ogni modo insistetti presso il Presidente perchè ciò che non si ottenne giorni or sono -e cioè un suo energico personale intervento -lo si abbia ad ottenere alla prossima occasione. Gli feci rilevare ancora che l'opera sua era facilitata dal fatto che Boncompagni era anche in parte figlio di Ungheria, che ne parla la lingua e che vi è pure grande proprietario terriero. Si rimase quindi d'accordo che fin d'ora ne avrebbe in proposito conferito col Presidente dell'associazione dei proprietari di terra per indurlo ad accettare il norrie di Boncompagni fra i rappresentanti nella Banca riservati all'agricoltura, di modo che la sua nomina potesse effettuarsi alla prima vacanza in quel gruppo. Dai risultati dei passi del Conte Bethlen trarrò norma per l'ulteriore linea di condotta in questo affare.

La situazione quì è quale la lasciai: il Conte Bethlen è sempre fortissimo e l'unica persona che per il momento può guidare la barca dello Stato. Le prossime elezioni amministrative nella capitale, che hanno grande importanza, non mi pare che si presentino però troppo favorevolmente per il partito governativo; i giornali non fanno ancora pronostici. Non mi meraviglierebbe affatto tuttavia che i partiti di sinistra ed i socialisti ottenessero il sopravvento, con una forte minoranza di estrema destra antigovernativa.

Le condizioni finanziarie del bilancio sono buone: quelle dell'economia privata assai meno. La crisi si è acutizzata in queste ultime settimane: i fallimenti sono stati numerosissimi. Banche e ditte crollano rumorosamente. Crisi acuta che era fatale e che è forse salutare nell'linteresse stesso del paese. Il mercato si ripulisce degli elementi deboli e poco sani, che debbono abbandonare il campo ai forti.

« Si parla » della nomina a ministro degli esteri del Conte Teleki, mio buon amico, testè di ritorno in Europa dalla Mesopotamia. Come ricorderai fu uno dei tre delegati nominato dalla Società delle Nazioni per risolvere le difficoltà di frontiera turco-britanniche per l'Irak. Pare debba arrivare a Pest a giorni: non vorrei fosse giunto da laggiù troppo anglofilo. Già qualche voce corre in questo senso.

(l) -Il telegramma fu inviato per corniere a Londra e trasmesso per filo al Cairo. (2) -Mussolini aveva pensato l'anno precedente di offrire all'on. Cavazzoni la carica di delegato italiano -e quindi probabilmente di presidente -nel costituendo comitato internazionale di controllo finanziario sull'Ungheria. Cfr. t. gab. (p. r.) 108, trasmesso il 5 luglio 1924 da Paulucci de' Calboli Barone al prefetto di Milano, con l'incarico di sondare l'on. Cavazzoni.
815

IL MINISTRO A DURAZZO, DURAZZO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. S. 588/195. Durazzo, 22 aprile 1925, ore 18,45 (per. ore 20,45). Decifri Ella stessa.

Tanto Ahmed bey Zogolli che Mufid bey mi hanno parlato negli scorsi giorni con preoccupazione delle trattative che, come sembra, sarebbero quanto prima favorevolmente concluse per rinnovamento alleanza greco-jugoslava. Essi temono che tale accordo possa includere almeno implicitamente intese a danno dell'Albania. Mi hanno fatto presente imposs1bilità in cui si trovano di procurarsi informazioni sicure in merito ed hanno vivamente insistito perchè io preghi in loro nome V. E. di fare loro possibilmente .conoscere, in via riservatissima, quanto rcisulta o potrà risultare al II'iguardo al R. Governo. Aggiunsero che considererebbero ciò come una segnalata prova della nostra amicizia.

816

IL MINISTRO A BUDAPEST, DURINI DI MONZA, AL SEGRETARIO GENERALE AGLI ESTERI, CONTARINI

L. P. Budapest, 22 apriLe 1925.

Voglio riferirti una piccola notizia che non ti apprenderà nulla eli nuovo, ma che può essere una buona riprova -data la sorgente -del vento che spira al Marocco nelle sfere militari francesi nei riguardi della Spagna ed anche nostri.

Il Conte Welczeck, mio vecchio amico ed attualmente qui ministro di Germania mi raccontò che tempo fa si trovava a Parigi a pranzo da sua zia la Contessa di Castellane (fino a tre settimane or sono ancora a Roma). Fra i convitati era il figlio del Maresciallo Lyautey, di ritorno dal Marocco. Non potendo egli supporre che in una casa francese vi fosse un tedesco, raccontò candidamente di tutti gli aiuti materiali e morali dati dalle autorità francesi ai riffani, aggiungendo che si prevedeva assai probabile la completa vittoria degli insorti, nel qual caso i francesi avrebbero trovato il modo o la scusa per occupare il territorio sgombrato dagli spagnoli accettando eventualmente la collaborazione britannica, ma in nessun caso quella dell'Italia, per quanti sforzi questa potesse fare per dire la sua parola circa il definitivo assestamento di quei territori.

Relata, refero.

817

L'AMBASCIATORE A PARIGI, ROMANO AVEZZANA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. S. PER CORRIERE 613/294/89. Parigi, 23 aprile 1925 (per. iL 25).

V. E. è stata già informata dei vari giudizi coi quali è stata accolta in Francia ed all'estero, la soluzione data alla crisi provocata dalla caduta del gabinetto Herriot.

La dichiarazione ministeriale, letta alle due Camere dal nuovo presidente del consiglio (1), ha rappresentato una vittoria della campagna condotta dalle opposizioni della Camera bassa e da gran parte del Senato, contro alcuni dei prin

cipali punti del programma del «cartello», avendo il nuovo gabinetto rinunciato ad insistere suna soppressione della rappresentanza presso il Vaticano, sulla abrogazione dello Statuto speciale vigente in Alsazia e Lorena e sopratutto sull'imposta sul patrimonio, il cui annunzio aveva destato una così viva emozione nei circoli finanziari e in ogni categru-ia di grandi e piccoli proprietari.

Per contro, l'inclusione di Caillaux nel gabinetto ha destato un senso di viva irritazione in quella falange, ancora numerosa, che nutre contro di lui una certa avversione così per le vicende private e pubbliche di quest'uomo politico, ·che per la intensa propaganda fatta contro di lui dalla stampa nazionalista durante e dopo la guerra.

Nel mio teleg.ramma del 14 febbraio (1), rias:SUmendo le difficoltà finanziarie, ognora crescenti, in cui si andava ingolfando il gabinetto Herriot e le reazioni che la sua politica provocava nel paese, accennai alla probabilità che ad un certo momento si vertficassero le condizioni per un ritorno al potere di Caillaux. Forse esso è avvenuto prematuramente. Infatti, nella seduta del 21 corrente, in oc·casione della dichiarazione ministeriale, il nuovo ministro delle finanze è stato fatto segno ad attacchi di una violenza inaudita da parte della destra e del centro, sicchè gli occorrerà, per riprendere quella posizione di indiscussa autorità su tutti i partiti cui egli aspira, maggior fatica che se una maturazione della situazione gH avesse dato occasione di ottenere anche da parte dei conservatori un riconoscimento della necessità di affidargli la direzione della cosa pubblica.

Non è però da escludere che· anche nelle presenti circostanze egli possa riuscirvi e se ne ebbe un indizio quando salendo la tribuna egli potè fare una breve esposizione dei concetti informatori della sua politica finanziaria, senza che da nessuna parte della Camera lo si interrompesse. Ad ogni modo, le destre, qualora persistessero nell'atteggiamento di intransigente ostilità che hanno assunto in questo primo incontro, commetterebbero un gravissimo errore, poichè respingerebbero Caillaux verso le parti estreme della Camera mentre egli, per indole e per programma, aveva in più occasioni mostrato una tendenza ad evolvere verso i partiti dell'ordine.

L'avvenire di questo gabinetto apparirà meglio definito dopo che avranno avuto luogo le elezioni municipali del 3 e 10 maggio prossimo. Poichè qualora esse dimostrassero una permanente tendenza verso sinistra, anche la vita del ministero ne sarebbe rafforzata, mentre un diverso risultato incoraggerebbe le opposizioni a non dargli tregua.

La ·combinazione poi che ha portato a sedere nello stesso gabinetto, accanto alla incerta figura del presidente del consiglio, due personalità come Briand e Caillaux, contiene in sè elementi di debolezza in quanto che è da prevedere non lontano il momento nel quale l'una o l'altra di queste due personalità vorrà prendere il sopravvento.

Nei riguardi dell'Italia il nuovo Governo potrebbe dare affidamento non solo di continuare la politica amichevole che nei riguardi dei rapporti puramente diplomatici ·e politici ha tenuto il gabinetto di Herriot, ma forse di accentuarla.

Sono note a questo riguardo le tendenze di Painlevé e di Briand e lo stesso Caillaux, che da alcuni si considera come nostro avversario, mi consta, per contatti che ho già indirettamente preso con lui e che mi propongo di intensificare prossimamente sia anzi disposto a dimostrare come egli si rende conto della necessità di stabilizzare sopra una base di amicizia le relazioni fra i due paesi.

Era già questa la mia opinione formulata nel mio telegramma sopra menzionato del 14 febbraio. Senonchè il ritorno di Berthelot al Quai d'Orsay, dove egli si dispone a riprendere le funzioni di segretario generale, potrebbe neutralizzare queste tendenze, essendo ben noto l'ascendente che egli ha sul nuovo ministro degli affari esteri, e costituire anzi un serio pericolo.

Questo alto funzionario di grande ingegno e di indiscutibile competenza, ha sempre lavorato per assidere la potenza della Francia sopra combinazioni dalle quali l'Italia era esclusa e non sarei sorpreso se egli riprendesse la sU:a attività sia per costituire una Confederazione danubiana chè per dare alla questione austriaca una soluzione contraria ai nostri interessi.

Mi riserbo pertanto di riferire le _mie impressioni dopo che avrò conferito con lui e dopo aver potuto constatare il grado di influenza col quale egli è tornato al potere e le modifìcazioni che nel suo spirito hanno potuto apportare i nuovi _elementi della presente situazione politica.

(l) Painlevé. La dichiarazione fu letta il 21 aprile. Negative le prime reazioni a Londra alla parte relativa al problema della sicurezza (cfr. t. gab. per corriere 618/306, spedito da Londra il 22 aprile e per. il 25).

(l) T. per corriere 628/89/29-B/28, per. il 16 febbraio, non pubblicato.

818

IL MINISTRO A DURAZZO, DURAZZO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 608/203. Durazzo, 24 aprile 1925, ore 12 (per. ore 24).

Seguito mio telegramma n. 133 (1).

Già a due riprese tanto presidente della repubblica quanto questo Ministro affari esteri mi hanno espresso loro vivo rincrescimento per ritardo nostra risposta per ciò che riguarda così gradimento nuovo ministro albanese a Roma come invio missione speciale albanese (mio telespresso 84 del 20 marzo se.) (2). Mufìd bey mi ha detto che saremo così tra gli ultimi a riconoscere nuovo governo giacchè Governi francese ed ·inglese hanno già concesso in forma premurosa gradimento per nuovi ministri albanesi a Londra e a Parigi (Ilias bey Vrioni); nuovi ministri jugoslavo e rumeno a Tirana hanno presentato in forma solenne al presidente della repubblica loro lettere credenziali. Mufìd bey aggiunse che secondo lui riconoscimento nuovo Gabinetto e regime albanese da parte nostra è necessario nel nostro stesso interesse avuto riguardo anche a tutti i recenti accordi fra i due Governi i 'quali altrimenti potrebbero essere infìciati di nullità. Ahmed bey Zogolli mi ripetette anc-ora avant'ieri che dopo felice conclusione accordi per petroli, banca (3) e-sostanzialmente-anche trattato di com

mercio, nostro ritardo lo meravigliava e addolorava. Mi risulta poi indirettamente

che vi è chi si vale di questo nostro ritardo per insinuare sospetti n~ll'animo

del presidente.

Ho risposto che ritardo non dipendeva certamente da intenzioni malevole

ed ostili ma che io avrei assai più efficacemente potuto insistere in tale senso

presso V. E. qualora certe questioni ancora pendenti venissero prontamente e

favorevolmente risolte.

Ritengo tuttavia converrebbe in modo assoluto di non tardare ulteriormente

a dare una risposta almeno per quanto riguarda gradimento per nomina di

Ekrem bey Libohova a ministro albanese a Roma. Ciò equivarrebbe intanto ad

Implicito riconoscimento.

(l) -T. gab. 412/133, trasmesso il 18 marzo alle 12,35 e per. alle 17,30, non pubblicato, relativo al riconoscimento del governo Ahmed Zogu, al gradimento come ministro albanese a Roma di Ekrem bey Libohova e al progettato invio di una missione speciale !!lbanese a Roma, Parigi e Londra. (2) -Non pubblicaìo. (3) -Cfr. n. 763.
819

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, ALL'AMBASCIATORE A MADRID, PAULUCCI DE' CALBOLI

T. GAB. RR. P. PER CORRIERE 310. Roma, 24 aprile 1925, ore 17.

Mio telegramma Gab. n. 296 (l) e suo rapporto n. 253 del 16 aprile corrente (2). Sono in attesa di ricevere dalla R. Agenzia a Tangeri lettere autografe dirette da Abel Krim a S. M. ed a me, ma fin d'ora mi sembra opportuno che

V. E. trovi il modo più opportuno per sondare con ogni prudenza e tatto se Direttorio spagnuolo sarebbe eventualmente disposto ad accogliere in via generale una mediazione ed in particolare queiia del R. Governo. Ciò naturalmente senza far menomamente nascere costì il dubbio che iniziativa delle trattative

· provenga da Abel Krim. In seguito ai risultati di questi preliminari passi di

V. E. si potrà giudicare della convenienza o meno di far conoscere al Direttorio in linea generale le pretese di Abel Krim. Per sua norma informo infine che

R. agente diplomatico Tangeri fa rilevare che per viaggio alla residenza di Abel Krim si impiegano da 15 a 20 giorni fra andata e ritorno e presenta non poche e serie difficoltà. Egli ritiene opportuno accelerare inizio trattative sopra. tutto in considerazione pericolo di attacco a Teheran (3) e ulteriori eventuali scambi [sic] ,spagnuo1i.

820

IL MINISTRO A BELGRADO, BODRERO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. S. 619/180. Belgrado, 26 aprile 1925, ore l (per. ore 2,50).

In seguito telegramma di V. E. n. 8ll (4) ho aderito a notificare a questo Governo collettivamente con i miei colleghi di Francia ed Inghilterra la deliberazione della Conferenza degli ambasciatori circa l'aumento del contingente bulgaro.

Il signor Ninchieh non ha sollevato sostanziali obiezioni: il Ministro della Guerra si è mostrato soddisfatto che il nuovo contingente riguardi soltanto «militari volontari». Ha però tenuto a dichiarare che egli si augura vivamente che il termine del 31 maggio non soffrirà alcuna dilazione. Ha commentato ultimo periodo della notificazione dichiarando « che Bulgaria ha il diritto di aspettarsi tutto l'àppoggio morale della Serbia ». Ci ha poi richiesto di interessare nostri rispettivi Governi a voler compiere un efficace passo a Sofia per ottenere che il ministro Russoff ritratti sue note dichiarazioni (1). Tanto io che miei colleghi di Francia e di Inghilterra abbiamo assicurato il signor Nincich che ci saremmo fatti tramite presso nostri Governi della sua richiesta.

(l) -Cfr. n. 812. (2) -Non pubblicato. (3) -Sic! evidentemente per Tetuan. (4) -Numero errato. Si tratta del t. gab. 311, trasmesso il 24 aprile alle 21,30 a Belgrado. Atene e Bucarest. . "
821

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, AL MINISTRO A DURAZZO, DURAZZO

T. GAB. (P. R.) 69. Roma, 27 aprile 1925, ore 22.

Suo telegramma n. 195 (2).

R. legazioni Belgrado Atene hanno avuto istruzione seguire massima attenzione questa questione perchè ha anche somma importanza per nostro paese. Ella può assicurare codesto Governo che sono molto sensibile all'appello di amicizia rivoltomi.

Questa occasione sarà propizia perchè V. S. traendo motivo dalle giuste preoccupazioni del Governo albanese e senza cercare di diminuirle faccia comprendere come sia vitale interesse dei due paesi di procedere affiatati soprattutto nelle grandi questioni politiche che costituiscono poi i veri problemi fondamentali per la sicurezza dell'Albania.

822

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, AL MINISTRO A BELGRADO, BODRERO

T. GAB. (P. R.) 70. Roma, 27 aprile 1925, ore 22.

Si fanno più insistenti le voci della formazione di un blocco balcanico cui concorrerebbe soprattutto conclusione alleanza greco-jugoslava.

Dato sommo interesse nostro a tale situazione faccio assegnamento sulla maggiore intensificazione possibile che V. S. vorrà dare anzitutto alla parte informativa già da Lei curata finora con tanta diligenza per dare al R. Governo tutti gli elementi possibili. È superfluo che io le raccomandi di procedere sempre su questo terreno con massima prudenza e avvedutezza.

(l) Cfr., per es., Il Corriere della Sera, 24 aprile 1925.

(2) Cfr. n. 815.

823

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, AL MINISTRO A SOFIA, RINELLA

'f. GAB. S. 324 bis. Roma, 27 aprile 1925, ore 24.

Mio telegramma n. 313 (1). Il R. ministro a Belgrado telegrafa in data 26 corrente quanto segue: (riprodurre· telegramma di Gab. in aarivo n. 619/180) (2).

V. S. si renderà indubbiamente esatto conto della situazione dell'Italia nella questione, specialmente avuto riguardo alla sua particolare posizione di fronte alla Jugoslavia, e come quindi, nel precipuo interesse della stessa Bulgaria, noi non possiamo non aSsodarci ad un passo che venga costà compiuto p·er contribuire ad eliminare pericolosi attriti fra Belgrado e Sofia e le rispettive opinioni pubbliche. Qualora quindi i suoi colleghi di Inghilterra e di Francia rice-. vessero dai Governi rispettivi istruzioni di agire nel senso indicato nel telegramma di Bodrero converrà che Ella vi si associ, facendone, dal canto suo, confi.denzialmente comprendere a codesto Governo i motivi.

824

L'AMBASCIATORE A BERLINO, DE BOSDARI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 639/124. Berlino, 28 aprile 1925, ore 16 (per. ore 18).

Decifri Ella stessa.

Dacchè si è conosciuta elezione Hindenburg noto che questo ambasciatore di Francia si dà un gran da fare presso colleghi e soprattutto quelli che rappresentano paesi in intime relazioni politiche colla Francia per persuaderli della gravità del fatto e effettiva importanza che potrà avere sull'attitudine della Francia. Ne ha parlato anche a me e io non ho potuto astenermi dal rispondergli che la Francia aveva già sollevati tanti sospetti contro la Germania di Ebert che non vedevo cosa avrebbe potuto fare di p'iù contro la Germania di Hindenburg. Stampa stamane cerca evidentemente abbassare tono troppo elevato negli ultimi giorni lotta elettorale. I giornali di opposizione svolgono soprattutto argomento ·che elezione Hindenburg è stata conseguenza fatale della politica dell'Intesa contro la Germania. I giornali blocco governativo procurano mettere in luce qualità personali Hindenburg che gli permetteranno essere veramente imparziale ed elevarsi sopra i partiti.

(l) -Tel. gab. s. 313 del 25 aprile, ore 3, non pubblicato: istruzione ai ministri a Belgrado, Atene e Bucarest di agire d'accordo coi colleghi francesi e inglesi nella questionedella richiesta bulgara di aumentare il proprio contingente armato. (2) -Cfr. n. 820. Il telegramma fu ritrasmesso anche a Londra.
825

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, Al RAPPRESENTANTI DIPLOMATICI ALL'ESTERO E AL CONSOLE GENERALE A MONACO DI BAVIERA, CORA

T. GAB. R. 334. Roma, 28 aprile 1925, ore 18. Decifri da sè. Come norma di condotta e di linguaggio di V. E. (V. S.) stimo opportuno comunicarle punto di vista Governo italiano di fronte elezione Hindenburg. Governo e popolo italiano avendo previsto trionfo Hindenburg, non sono rimasti eccessivamente sorpresi risultati votazione. Solo ambienti democratici e di sinistra che puntavano su trionfo Marx appaiono alquanto disorientati specie per le loro posizioni polemiche di fronte Governo fascista e fascismo. R. Governo e popolo italiano pur valutando la grande signHicazione storica dell'avvenimento non sono nè sgomenti nè depressi come pare accada altrove, nè si abbandonano a previsioni catastrofiche. Governo italiano pensa che si debba -specie dai Governi che battono bandiera di sinistra -rispettare la volontà del popolo tedesco che si è espressa nella maniera più regolare e democratica, cioè col suffragio universale. Governo italiano è quindi contrario ad ogni pressione anche di semplice natura morale -che tendesse ad infirmare il responso elettorale delle urne anche perchè questa eventuale pressione sarebbe inutile e non farebbe ,che aumentare n numero già imponente dei partigiani di Hindenburg. Per quanto concerne i rapporti internazionali, il Governo italiano pensa che sarà più fachle ad un Governo di destra, con la presidenza del Reich affidata ad Hindenburg, di realizzare una politica di transazione e di collaborazione. È evidente che Hindenburg non vorrà debuttare in modo da gettare allarmi e panico nel mondo, specie in quello anglo-sassone. Governo italiano crede tuttavia necessario, mentre devesi rispettare n responso del popolo tedesco, di prendere senza indugio le opportune precauzioni onde impedire che moyennant la presidenza di Hindenburg si spiani la via alla restaurazione degli Hohenzollern. Finalmente Governo italiano ritiene che tutto ciò è il risultato fatale della politica contradittoria seguita dagli alleati, contradittoria politicamente economicamente e moralmente com'è documentato dal fatto che dopo sei anni appena da Versailles, il primo dei generali giudicabili per delitti contro l'umanità è chiamato alla presidenza del Reich. Riassumendo, opinione Governo italiano è

che si debbano tenere nervi a posto, pur seguendo colla massima attenzione svolgimento avvenimenti in Germania.

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L'AMBASCIATORE A PARIGI, ROMANO AVEZZANA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. PER CORRIERE 647/303/93. Parigi, 28 aprile (l) 1925 (per. ore 18 del 30).

È venuto ieri sera a vedermi il signor Painlevé. Ho chiesto al nuovo presidente del consiglio quali fossero le sue impressioni per la elezione di Hinden

burg. Painlevé non mi ha nascosto che questo avvenimento rappresentava un sensibile colpo per la maggwranza parlamentare che appoggiava il suo Governo. Anche se il mutamento risultante dall'elezione presidenziale non modificasse la politica iniziata dalla Germania concretata nell'offerta di un patto di garanzia, la vittoria dei partiti nazionalisti del Reich avrebbe dato buon gioco agli avversari per dichiarare il fallimento della politica di conciliazione facente parte del programma del cartello, là dove affermava che una maggiore arrendevolezza della Francia avrebbe rafforzato gli elementi democratici e pacifisti della nazione nemica.

Il signor Pa:inlevé non ha creduto di poter far previsioni circa lo svolgi,.. mento dei negoziati avviati.dal precedente gabinetto, prima di aver conosciuto gli apprezzamenti del Governo britannico sulla elezione di Hindenburg e sulle sue conseguenze.

Qualunque sieno poi le dichiarazioni del nuovo presidente tedesco è da prevedere una riacutizzazione di quel profondo malessere che travaglia il popolo francese per la perplessità in cui si trova di definire la sua politica estera verso la Germania.

La Francia, dissanguata dalla guerra, è unanime nel desiderio di evitarne il ritorno. In ogni famiglia prevale l'orrore al pensiero di dover ,sacrificare gli ultimi figli rimasti. Ma qual'è il mezzo per premunirei dal flagello?

Far fiducia al tradizionale nemico ed aprirgli la porta facilitando una nuova e definitiva invasione, se esso non è sincero; ovvero rimanere sul Reno per mantenere la superiorità strategica della posizione militare, e stringere la rete delle alleanze con gli Stati nati dalla guerra minacciati anch'essi dal rinascente pericolo tedesco? È sufficiente a risolvere tale alternativa una assicurazione britannica di carattere vago? Dubbio assillante di fronte al quale si arrestano esitanti tutti gli uomini politici di qualsiasi colore quando assumono la responsabilità del potere.

L'elezione tedesca è destinata forse a portare una notevole modificazione nell'atteggiamento politico di tutti gli Stati d'Europa poichè si ritiene che, data la natura del popolo tedesco, il suo spirito di disciplina e l'innato ossequio per l'autorità, sia poco probabile che la massa considerevole dei voti riportati nella elezione dai partiti democratici si manterrà compatta e che questi ultimi cerchino di riprendere iJ. sopravvento.

È da prevedere una ripresa di attività politica e di riaggiustamenti di rapporti ai quali l'Italia non potrà rimanere estranea.

(l) Il testo ha erroneamente 22 aprile.

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IL MINISTRO A VIENNA, CHIARAMONTE BORDONARO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. PER CORRIERE 671/153. Vienna, 29 aprile 1925 (per. ore 10 del 3 maggio). Mentre negli ambienti governativi austriaci elezione di Hindenburg non è

stata male accolta, i primi commenti della stampa, ad eccezione naturalmente di quella pangermanista sono stati di biasimo e di smarrimento. Neue Freie

Presse ha defin-ito avvenimento un salto nel buio. Il Neues 8 Uhr Abendblatt ha detto che l'elezione significava «la fine del riavvicinamento franco-germanico> e l'inadempienza dei trattati. Il N eue Wiener Tageblatt deplorato il poco senso politico dei tedeschi che si sono lasciati trascinare da sentimentalismi, la Reichspost ha scritto che ha vinto la popolarità sulla politica, l'Arbeiterzeitung che il successo di Hindenburg è stato reso possibile dal tradimento dei comunisti, la Stunde si è espressa in modo molto pessimista e ha detto che sembra sentire un nuovo inno di vittoria: Deutschland, Deutschland gegen Alles... il comunista Abend ha precorrizzato una nuova era di militarismo e nuove lotte che il proletariato dovrà sostenere. Solo la Deutsche Oesterreichische Tages Zeitung ha inneggiato al trionfo deLl'idea nazionale e morale contro ogni internazionale, contro la democrazia disonesta, il giudaismo e la corruzione.

Questi 'i primi commenti che si sono poi andati attenuando di giorno in giorno cedendo il posto a più calme e positive considerazioni e constatazioni. In generale però opinione pubblica è irritata e scontenta ed è raro incontrare un viennese che non dica che 'i tedeschi hanno ·commesso per lo meno una bestialità. Il movimento in favore dell'Anschluss sembra essersi intiepidito in questi giorni e gli annessionisti dicono «se l'Austria fosse stata unita alla Germania, Hindenburg non sarebbe stato eletto; almeno questo vantaggio la Francia dovrebbe riconoscer!o ».

Si era detto che pangermanisti avrebbero presentata una mozione percl).è il Parlamento mandasse suoi rallegramenti a Hindenburg. L'idea però è stata per ovvie ragioni abbandonata. Hanno mandato invece telegrammi di felicitazioni partito parlamentare pangermanista e partito popolare conservatore (volkisch) e varie associazioni private. Per 1'8 maggio partito pangermanista prepara una festa in onore di Hindenburg.

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IL CONSOLE GENERALE A GINEVRA, SENNI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. s. 1520/53. Ginevra, 30 aprile 1925, ore 12,25 (per. ore 15). Da Attolico. Seguito mio telegramma n. 52 (1). Drummond ritornato oggi informato idea R. Governo proposito questione austriaca, conviene anche egli conveniente evitare qualunque azione precipitata. Inchiesta (2) era voluta da Niemeyer e spec'ialmente dal Seydoux. Drummond conferma notizia da me data telegramma n. 51 (3) circa messaggio Marx ma aggiunge

che trattasi di un semplice espediente elettorale. Governo inglese è al pari della Francia e dell'Italia fermamente contrario unione Austria-Germania.

(l) -Tel. s. 1506/52, tl'lasmesso il 29 aprile alle ore 9,50 e pervenuto alle 13,25 dello stesso giorno, non pubblicato, relativo all'opinione di Bene§ sulla questione austriaca. (2) -Cfr. n. 830. · (2) -Tel. s. n. 1498/51, trasmesso il 28 aprile alle ore 20,20 e pervenuto alle 23 dello stesso giorno, non pubblicato, relativo al punto di vista di Marx favorevole all'unione dell'Austria alla Germania.
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L'AMBASCIATORE A PARIGI, ROMANO AVEZZANA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. PER CORRIERE 665/308/97. Parigi, 30 aprile 1925 (per. il l maggio). Nella conversazione con Painlevé, di cui aJ mio telegramma n. 303/93 del 28 eorr. (1), il discorso •Ei è portato naturalmente anche sulle relazioni franco-italiane. Ho espresso al presidente del consiglio la speranza che col governo da lui diretto possano essere finalmente definite le due principali questioni pendenti fra i due Paesi, e cioè la stabilizzazione delle eonvenzioni tunisine mediante la loro proroga e il riconoscimento della nostra speeiale situazione a Tangeri, come grande potenza mediterranea. Gli ho esposte le ragioni ben note che motivano la nostra domanda, e la convenienza per il Governo francese di accoglierle .se teneva a creare presso di noi un ambiente favorevole ed un ulteriore sviluppo dei rapporti politici fra la Francia e l'Italia. Il signor Painlevé si è dimostrato pienamente convinto di questa convenienza lamentandosi che vi fossero ancora persone abbastanza miopi per non vededa, e mi ha assicurato del suo più volenteroso concorso. Le dJsposiz.ioni di Painlevé a nost.ro riguardo, sono infatti veramente amichevoli, e ne ho già riferito a V. E. in occasione dell'ascesa al potere di Herriot, accompagnata daUa candidatura di Painlevé prima alla Presidenza della Repubblica e susseguentemente alla Presidenza della Camera. Tuttavia per la stessa larghezza di vedute che camtterizza questa personalità eminente più dal punto di vista scientifico che da quello politico, le sue assicurazioni hanno un valore relativo. I suoi colleghi al governo non nascondono la loro preoccupazione per la facilità dell'attuale presidente del co·nsig1io ad annuire alle richieste e proposte che gli sono fatte. Il suo consenso nelle due questioni sopra menzionate non affida nel senso che egH possa prendere l'iniziativa di una decisione in tal senso e condurla a termine; ma non è neppure sprovvista di valore in quanto che non è certo da Painlevé che ci verranno create serie obiezioni quando verrà l'opportunità di riprendere i negoziati relativi. Painlevé, continuando il discorso, mi ha chiesto se quando io avevo sia pur vagamente accennato alla possibilità di un ulteriore sviluppo dei rapporti politici fra i nostri due paesi, io avevo inteso che fosse base sufficiente per rendere eventualmente attuabile la definizione della questione di Tunisi e di Tangeri, perchè, parlando in linea amichevole e personale, gli pareva che esse rappresentavano piuttosto l'eliminazione di questioni di prestigio e di amor proprio, ma di valore intrinseco relativo, anche per il fatto che in Tunisia non vi erano più terre da coltivare e che il problema italiano era soprattutto un problema di espansione demografica. Gli ho risposto che infatti il problema italiano non era racchiuso nei termini ristretti delle convenzioni tunisine e dello

statuto di Tangeri. Perchè l'Italia potesse collaborare alla dcostituzione pacifica dell'Europa le occorreva di poter assicurare alla sua crescente popolazione con

venienti sbocchi e rifornimenti di materie prime. La funzione che l'America aveva esercitata fin qui nei riguardi dell'Italia, si andava esaurendo, e, d'altra parte, il popolo italiano diveniva sempre più insofferente dell'obbligo di condizionare alla perdita della nazionalità la possibilità di svolgere altrove la propria attività. Era perciò indispensabile di prendere nella necessaria considerazione le nostre aspirazioni per un dominio co}oniale in Africa suscettibile di popolamento e di sviluppo economico.

Painlevé mi ha chiesto quali fossero le mie idee al riguardo. Gl'i ho risposto, parlando sempre a titolo personale, che la soluzione mi pareva doversi ricercare in una revisione dei mandati coloniali, ed in un diritto di preferenza sulle colonie del Portogallo, colonie che andavano decadendo per la irrimediabile debolezza della metropoli. Gli ho pure accennato all'opportunità di regolare i rapporti dell'Italia con i territori coloniali della Francia, facendo osservare che l'occupazione di tutta l'Africa da parte dell'Inghilterra e della Francia stessa, non poteva mantenere il carattere di dominio esclusivo senza provocare presto

o tardi delle reazioni.

Painlevé mi dette ragione in tutto e mostrò speciale interessamento per la parte del mio discorso che riguardava il diritto di preferenza sulle colonie portoghesi. A questo riguardo, così come preparazione a tale eventuale successione che come precedente·da servire da esemplificazione e per rapporti che potrebbero essere instaurati fra l'Italia e le colonie africane in genere, mi riferisco alla conversazione avuta con S. E. il senatore Contarini, per esaminare se sia possibile concludere con il Portogallo un trattato tipo, sul quale basare le nostre domande verso la Francia o per lo meno presso la Società delle Nazioni per quanto riguarda i mandati.

Come ho detto più sopra, non bisogna attribuire all'opinione favorevole di Painlevé una soverchia importanza ma nemmeno ritenerla senza peso. Ad ogni modo, nei prossimi colloqui con Briand, con Caillaux e con Berthelot, trattando delle questioni di Tunisi e Tangeri, porrò sempre la questione coloniale, affinchè se la situazione europea si disegni in modo da valorizzare l'Italia, si sappia ciò che essa attende in questo ordine di interessi.

(l) Cfr. n. 826.

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L'AMBASCIATORE A PARIGI, ROMANO AVEZZANA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. S. PER CORRIERE 15•64/311/98. Parigi, l maggio 1925 (per. il 3). Il marchese Cusani e Stoppani mi hanno messo al corrente così delle istruzioni ricevute da V. E. che della conversazione avuta con Seydoux. Mi sono poi intrattenuto a lungo con quest'ultimo, al quale ho detto che il R. Governo intendeva procedere nei riguardi della questione austriaca con preventivo accordo con la Cecoslovacchia e con la Francia, atteso l'interesse comune di prendere in tempo i provvedimenti opportuni per sventare i tentativi che si andavano intensificando per far apparire come indispensabile l'unione

dell'Austria alla Germania, unione alla quale l'Italia si opponeva recisamente quanto la Francia stessa. La proposta di accogliere la domanda diretta dall'Au

stria alla Società delle Nazioni con la nomina di una commissione d'inchiesta composta di un delegato inglese, di un delegato francese e di un segretario italiano, ho aggiunto, era pervenuta improvvisa al R. Governo il quale non rpoteva far conoscere il suo parere senza prima esaminarla.

Seydoux si è dichiarato molto soddisfatto della mia prima dichiarazione per quanto riguardava l'identità di vedute dei due Governi, e mi ha assicurato che 'il Governo ,francese avrebbe tenuto nel debito conto l'interesse preponde. rante dell'Italia. Si è scusato (ma non ha dato sufficienti motivi) della mancata preventiva notifica della proposta relativa alla costituzione deUa commissione d'inchiesta. Ha vivamente insistito sulla necessità di una decisione urgente, per dimostrare all'Austria che le potenze si preoccupavano della sua situazione e tagliar corto agli intrighi sempre più attivi dei pangermanisti. ·(Su questa fretta di Seydoux ha influito molto ,la notizia del Genevois del 30 aprile, che qui unisco [1], circa la costituzione a Vienna di un grande comitato austriaco per preparare la riunione dell'Austria alla Germania).

Mi ha pregato di far presente a V. E. la necessità di varare senza più tardare la costituzione della commissione d'inchiesta, la cui composizione aveva avuto per scopo di evitare che ;La Cecoslovacchia e la Jugoslavia vi volessero anche partecipare, ciò che le avrebbe dato un carattere politico che per l'opinione pubblica generale era meglio evitare.

Gli ho risposto che ne avrei riferito a V. E. Qualunque fosse stata la decisione del R. Governo e nell'eventualità ch'essa fosse favorevole, doveva essere ben inteso che la commissione doveva avere istruzioni confidenziali ma precise di studiare il problema nei termini della situazione politica derivante dai trattati; vale a dire che le sue ricerche e le sue constatazioni indicassero rimedi da ricercarsi nei paesi confinanti dell'Austria, principalmente l'Italia e la Cecoslovacchia.

Seydoux si è dichiarato d'accordo, assicurandomi che il delegato francese, qualora la proposta fatta fosse gradita all'Italia, avrebbe ricevuto istruzioni tassative in tal senso.

Circa la costituzione della commissione d'inchiesta, Stoppani, che sarebbe probabilmente designato come segretario, reputa che sarebbe meglio non vi fosse un segretario italiano per avere maggiore libertà d'azione nell'apprezzamento dei risultati dell'inchiesta.

V. E. giudicherà il peso di questa considerazione, e se la maggiore libertà d'azione che verrebbe da questa astensione compensi l'opportunità di seguire l'inchiesta e !imitarla e canalizzarla ai nostri fini. Poichè se Stoppani fosse incluso nella commissione, io metterei bene in chiaro che malgrado la sua qualifica di segretario gli sia riconosciuta nel seno della commissione autorità uguale ai delegati.

Ho parlato con Seydoux dell'eventuale conferenza e gli ho detto, che senza pregiudicare menomamente le decisioni di V. E., mentre in un primo tempo io avevo espresso qualche dubbio in proposito, ero ora invece indotto a considerarla come inevitabile. L'inchiesta, se essa era accettata, non poteva che sta

bilire un programma al quale avrebbero potuto seguire conversazioni dirette ira i Governi interessati. Ma, raggiunto l'accordo fra di essi, appariva infatti indispensabile una conferenza che autorizzasse il regime preferenziale che gli stati vicini potessero accordare all'Austria, senza che fosse esteso alle nazioni lontane.

Unisco uno tschema di istruzioni (l) affrettatamente ~redatto, che potrebbe essere la base delle istruzioni palesi da dare alla ·commiJssione d'inchiesta per !imitarne la portata e lasciare libertà di trattazione agli stati direttamente interessati.

(l) Non pubblicato.

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L'AMBASCIATORE A BERLINO, DE BOSDARI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. PER CORRIERE 680/131. BerLino, I maggio 1925 (per. il 6).

Ho visto Schubert per la prima volta dopo le elezioni di Hindenburg essendo Stresemann malato. Mi ha detto che le notizie che gli giungono da Parigi e da Londra sono relativamente rassicuranti circa l'effetto prodotto in quelle capitali dalla elezione di Hindenburg. Alle 'intemperanze della stampa soprattutto francese egli non dà importanza soverchia. Spera che l'attitudine di Hindenburg cosi corretta e riservata fin dall'inizio varrà a dissipare ogni sospetto, ed è sicuro che Hindenburg si terrà strettamente nel terreno costituzionale e non scoprirà la propria responsabilità nello svolgimento degli affari politici soprattutto per ciò che riguarda l'estero. Gli ho accennato discretamente alle considerazioni svolte da V. E. nel telegil'. n. 334 (2). Schubert si è dimostrato soddisfatto e riconoscente del modo adottato dal R. Governo nel considerare la situazione, e ritiene che esso R. Governo non avrà motivo di pentirsi della preventiva fiducia accordata al nuovo Presidente della Repubblica germanica.

Quanto alla politica interna mi ha confermato l'impressione che crisi ministeriali non avverranno necessariamente fin d'ora. Ad ogni modo se se ne producessero esse sarebbero dovute alla situazione parlamentare e non direttamente al fatto della elezione di Hindenburg.

Ma Schubert non si è astenuto dal ripetermi con più insistenza ed energia delle altre volte che la mancanza continuata di ogni risposta in merito alle questioni pendenti del patto di sicurezza, dell'evacuazione di Colonia e del disarmo, pongono in un serio imbarazzo il Governo di Luther.

Nel discorso di ieri (mio telegramma 127) (3) il cancelliere ha cercato di presentare la questione nei termini più moderati che sia possibile, ma non passeranno otto giorni che egli o Stresemann saranno costretti a spiegarsi nuovamente davanti alla commissione parlamentare degli affari esteri o davanti al Reichstag stesso. Essi si troveranno di nuovo nella dolorosa necessità di dover dichiarare che non sanno nulla e che nulla è stato ancora loro detto o risposto. Schubert

35 -Documenti diplomatici • Serie VII • Vol. III.

mi ha quindi chiesto formalmente di interessare l'E. V. ad intervenire a Londra

o a Parigi pe11chè una risposta sia finalmente data al Governo germanico, specialmente per ciò che concerne le accuse di infrazioni militari tolte a pretesto per il ritardo dell'evacuazione di Colonia.

Ho detto a Schubert che non avrei mancato di far presente all'E. V. questo suo desiderio, che .già più di una volta avevo fatto oggetto di mie comunicazioni al R. Governo. Personalmente ritenevo che il R. Governo desiderasse di tenersi in seconda linea nelle questioni concernenti le occupazioni militari sul Reno ed il patto di sicurezza per quella frontiera. Mi sembrava intendimento del R. Governo di conservare a quelle questioni il carattere limitato che il Governo germanico stesso aveva loro dato nelle sue proposte. Uno zelo eccessivo del Governo italiano nell'intervenire avrebbe potuto dare luogo a sollevare questioni delicate concernenti altre frontiere tedesche, che mi sembrava opportuno evitare per il momento. Ad ogni modo non dubitavo che V. E. avrebbe tenuto conto delle ripetute insistenze che egli von Schubert mi era venuto facendo su tale argomento.

Alla fine della conversazione von Schubert mi ha ripetuto ciò che alcuni giorni or sono anche Stresemann mi aveva detto incidentalmente: che cioè, almeno per ora, il Governo germanico non aveva preoccupazioni di sorta circa la futura evacuazione della Ruhr avendo questo ambasciatore di Francia più volte ripetuto che il Governo francese non intendeva affatto mischiare questa questione alle altre, e che nel prossimo agosto avrebbe adempiuto agli impegni assunti nella conferenza di Londra.

(l) -Non pubblicato. (2) -Cfr. n. 825. (3) -Deve trattarsi del tel. s. 1514, privo di n. di protocollo particolare, trasmesso il 29 aprile alle ore 10 e pervenuto alle 22,45 dello stesso giorno, non pubblicato, relativo a '<l.ichiarazioni dì Luther sulla questione dell'evacuazione di ColQnia.
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L'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. S. 662/319. Londra, 2 maggio 1925, ore 5,10 (per. ore 11,15). Ho avuto oggi colloquio con Chamberlain circa elezione maresciallo Hindenburg ispirando mio linguaggio ai concetti contenuti nel telegramma di V. E. gab. n. 334 (1). Chamberlain mi ha detto che ambasciatore di Germania si era recato da lui per dargli assicurazione esplicita e categorica che nessun cambiamento si sarebbe verificato nella politica estera del Reich. Ambasciatore di Germania gli aveva precisàto che attuale Governo tedesco rafforzato dal risultato delle elezioni presidenziali avrebbe potuto più agevolmente lavorare per il patto di sicurezza alla ·CUi attuazione Governo stesso intende fortemente dedicarsi. Ambasciatore di Germania aveva rilevato inoltre che stessa alta esperienza militare di Hindenburg era del resto una garanzia per il mantenimento della pace poichè ne,ssuno più del ve·c·chio maresciallo poteva rendersi adeguato conto delle

formidabili esigenze d'una guerra moderna a confronto dell'assoluta attuale impotenza militare tedesca. Chamberlain mi ha poi detto che sia le dichiara

zioni del rappresentante tedesco che le informazioni inviate dall'ambasciatore d'Inghilterra a Berlino erano valse a rimuovere nel Governo britannico quel senso di diffidenza e di incertezza prodottosi in seguito all'annunzio della vittoria di Hindenburg.

Chamberlain non crede al pericolo di una restaurazione monarchica in Germania a breve scadenza e non crede perciò doversene per ora preoccupare. Del resto egli non saprebbe a quali mezzi si potrebbe oggi ricorrere per impedirla. D'altra parte secondo informazioni pervenute al Foreign Office anche Governo francese non nutrirebbe più le stesse diffidenze risentite subito dopo elezioni presidenziali tedesche. Chamberlain mi ha infatti detto che Briand gli aveva fatto ora sapere che nonostante maggiori difficoltà da superar~ per l'eccitazione sopravvenuta nell'opinione pubblica francese, egli restava ferm'o nel volere portare innanzi trattative iniziate dal suo predecessore per il patto di reciproca sicurezza.

Segretario di stato ha anzi soggiunto che questo ambasciatore di Francia io aveva ind:ormato che fra tre o quattro giorni Briand proponeva comunLcare al Fore.ign Office schema di nota responsiva alla proposta tedesca (1). Chamberlain che aveva di recente dubitato della pers1stenza delle disposizioni france-Si circa patto di si.cwrezza si dimootrava oggi assru lieto di questa comunicazione e fiducioso per l'avvenire. Segretario di stato mi ha poi parlato del disarmo tedesco e dell'evacuazione di Colonia. Dalle cose dettemi ho tratto precisa impressione che il Governo britannico abbia modificato il suo primitivo punto di vista. Pur mantenendo separate le questioni del disarmo e della evacuazione di Colonia e della sicurezza, Foreign Office ammette ora che le tre questioni vengano trattate parallelamente e simultaneamente. Chamberlain spera intanto che la conferenza degli ambasciatori possa giungere mercoledì prossimo ad una soddisfacente definizione della questione del disarmo in modo da rendere non necessaria la riunione della conferenza dei ministri degli affari esteri della quale si era a suo tempo parlato. Chamberlain mi ha infine smentito la voce corsa di una prossima venuta di Briand a Londra per questione sicurezza. Segretario di stato mi ha detto che Briand potrebbe venire invece a Londra al momento della effettiva ,conclusione del patto di sicurezza (2).

c Suoi telegrammi gab. nn. 319 e 320.

Questo ambasciatore di Germania mi ha rimesso a titolo riservatissimo e personale il seguente appunto :

' La questione dell'entrata della Germania nella Società delle Nazioni a causa dell'andrunento politico dopo l'invio della nota tedesca del 12 dicembre u.s. non può più essere considerata come problema isolato da risolversi indipendentemente da altri. Il problema è

strettissimamente connesso colla situazione politica generale, sicchè sarà difficile tenerne separato l'ulteriore trattamento dal futuro sviluppo di quella situazione generale. Basta rammentare, che la Francia vuole far dipendere la stipulazione del patto di sicurezza colla Germania dal disarmo di questa e l'evacuazione della zona di Colonia dalla soluzione della questione di sicurezza. La Germania non può approvare tale tesi francese. Peraltro il far dipendere l'evacuazione della zona di Colonia dalla conclusione del patto di sicurezza è in contrasto col punto di vista del governo inglese.

D'altro lato per la Germania una definitiva tisoluzione a riguardo dell'entrata nella Società delle Nazioni non è possibile prima che sia garantito lo sgombro della zona di Colonia

(l) Cfr. n. 825.

(l) -Cfr, n, 733, (2) -Con riferimento alle conversazioni Torretta-Chrunberlain (sulle quali il Della Torretta riferiva anche col tel. 320, non pubblicato), Mussolini disponeva, in data imprecisata, per la trasmissione allo stesso Della Torretta e a Romano Avezzana del seguente telegramma,che non risulta peraltro sia partito:
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IL MINISTRO A DURAZZO, DURAZZO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. s. 666/214. Durazzo, 2 maggio 1925, ore 17,50 (per. ore 22).

Decifri Ella stessa.

Seguito mio telegramma n. 207 (1).

In colloquio che ho avuto ieri prima con Mufid bey e poi con Ahmed bey Zogolli mi espressi conformemente alle istruzioni impartitemi da V. E. con telegramma 69 (2) sviluppando tutte le considerazioni atte a mettere in rilievo come anche in questa occasione interessi vitali dei nostri due paesi coincidano in questioni politiche fondamentali. Tanto ministro degli affari esteri che presidente della Repubblica mostrarono apprezzare tali mie considerazioni in tutto il loro valore e manifestarono loro grande soddisfazione per benevolenza colla quale V. E. accolse loro appello.

Ahmed bey Zogolli mi parlò poi lungamente delle possibili conseguenze della politica di egemonia balcanica che a suo avviso viene tenacemente seguita dalla Jugoslavia, appoggiata dalla Francia e, secondo lui, non contrariata dall'Inghilterra. Azione, egli mi disse, che Jugoslavia sta svolgendo oggi nei riguardi della Bulgaria accogliendo profughi politici nel suo territorio e servendosene ai fini di 'indebolimento della Bulgaria per forzarla entrare nella sua orbita e a servire ai suoi disegni dovrebbe essere lezione per tutti come lo è per noi. A questo proposito egli aggiunse di avere manifestato recentemente a questo ministro di Jugoslavia sue preoccupazioni per azione che il Governo di Belgrado sta svolgendo nei riguardi dei profughi politici albanesi, ed anche per attive mene di accaparramento politico del clero cattolico di Scutari. Lazzarevich dopo qualche giorno gli fece in nome di Pasich dichiarazioni tranquillanti assicurando ·che tale azione era soltanto ispirata a proposito impedire che detti profughi diventino strumento di propaganda bolscevica o comunque mirante a rovesciamento attuale stato delle cose in Albania e in generale nei Balcani;

e che sia deciso a suo favore il problema. procrastinato dal Consiglio della Società delle Nazioni. della costituzione di • elementi stabili • nella Renania.

Si può concedere, che tali questioni di per sè e formalmente non hanno attinenza alla questione della nostra entrata nella Società delle Nazioni. Però ognuno deve comprendere che l'entrata nostra non sarebbe possibile, se quelle due pretese non trovassero una soluzione

a noi favorevole'.

Mentre divido punto di vista inglese che non sarebbe possibile partecipare patto di sicurezza senza che la Germania entri contemporaneamente e incondizionatamente nella Legadelle Nazioni (suo telegramma n. 320), trovo fondato ed opportuno il concetto di addivenire ad una pronta soluzione soddisfacente della questione del disarmo e di Colonia. All'uopo l'idea di Chamberlain di trattare parallelamente e simultaneamente, pur mantenendole separate, le tre questioni del disarmo, di Colonia e della sicurezza (suo telegramma n. 319) potrebbe forse rappresentare un'utile procedura.

Per la questione degli c elementi stabili • come codesto Governo sa nella sessione di marzo del Consiglio della Lega, i rappresentanti inglesi e italiani si trovarono concordi nel mettere in evidenza che tutta la questione delle investigazioni e della procedura da adottarsi a proposito degli articoli 213 e 44 del Trattato di Versailles (in cui quella degli elementi stabili rientra) trova già la sua soluzione negli articoli del Patto da 12 a 16. Fu in base a queste considerazioni che, consenziente il delegato francese, ogni deliberazione in proposito fu rinviata a tempo indeterminato. (Le invio con telegramma a parte la relativa comunicazione a suo tempo fattami dal nostro delegato nel Consiglio della Lega, on. Scialoja).

Questa analogia dei punti di vista italiano e inglese fa ritenere che ulteriore atteg:giamento dei due governi potrà continuare ad essere conforme, com'è mio desiderio •.

ma, aggiunse Ahmed Zogu, ritengo che tale ri:sposta non conteneva che una parte di verità. Infine Ahmed Zogu mi 'confermò sua persuasione che tra pressioni di eventuale blocco balcanico 'che tenderebbe a inghiottire Albania e interesse che l'Italia avrebbe per se stessa di salvaguardarne esistenza e sicurezza, scelta non J;?Otrebbe essere dubbia per Albania. Mi fece però comprendere, accennando a scambio di idee già recentemente avuto sull'argomento tanto con me che ·con on. Lessona, ,che nel fare tale scelta Albania dovrebbe avere assoluta sicurezza che appoggio da parte nostra sarebbe dato in modo concreto, efficace e soprattutto continuativo e tale da garantirla da possibili sorpre:>e. Soltanto con tale sicurezza egli e suo Governo potrebbero vincolarsi e corrispondere pienamente ai nostri desideri in eventualità di gravi perturbamenti.

Ringraziai Ahmed Zogu di tali dichiarazioni che, a mio avviso, erano degne di essere tenute in grande ,conto. Dissi che argomento meritava di essere considerato con grande ponderazione e che V. E. non avrebbe certamente mancato di farlo. Aggiunsi infine che qualora R. Governo entrasse 'in tale ordine di idee, ulteriore graduale sviluppo avrebbe richiesto massima precauzione anche per impedire ripercussioni pericolose alla stessa Albania. Ahmed Zogu che ieri era ancora a letto e sofferente verrà probabilmente oggi a Durazzo ove risiederà una diecina di giorni sperando trarre giovamento da cambiamento aria. Avrei così facilmente occasione di vederlo più frequentemente e tornare con lui sull'argomento qualora V. E. ne preavvisasse opportunità e mi indicasse ulteriore contegno che io dovrò tenere di fronte consimili aperture.

(l) -Tel. gab. s. (p.r.) n. 196/207, trasmesso il 28 aprile alle ore 22,30 e pervenuto alle ore l del 29, non pubblicato, relativo alla questione della sicurezza albanese. (2) -Cfr. n. 821.
834

L'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. s. 1545/322. Londra, 2 maggio 1925, ore 21,45 (per. ore 4 del 3).

Telegramma di V. E. n. 1066 (1).

Ho avuto colloquio con Chamberlain circa Giarabub durante il quale ho esposto al segretario di stato i tentativi fatti dal Governo egiziano per svisare verità dei fatti onde infirmare validità e efficacia dell'accordo Milner-Scialoja. Ho anche fatto cenno alla nota (2) diretta dal Governo egiziano al conte Caccia e ho chiesto infine a Chamberlain di inviare ad Allenby istruzioni di prendere accordi col R. ministro Cairo allo scopo di indurre Ziver Pascià a rettificare sue errate inammissibili osservazioni. Segretario di stato che aveva già perfetta conoscenza di quanto gli esponevo mi ha confermato che in linea di massima Allenby aveva già avuto istruzioni da tempo di tenere contatti con Caccia e cooperare efficacemente con lui perchè questione Giarabub venisse risolta nel senso da noi desiderato. Ha aggiunto che gli risultava avere Allenby sempre seguito tale direttiva; ma che tuttavia egli avrebbe telegrafato ancora una volta nello stesso senso. Quanto poi alla mia domanda di speciali istruzioni ad Allenby nel senso desiderato da V. E. mi ha detto che ormai gli risultava che obiezioni del Governo

egiziano circa efficienza accordo Milner-Scialoja non erano già dirette contro Italia ma invece proprio contro stessa Inghilterra e ciò per ragioni di principio inerenti alla speciale situazione egiziana verso Inghilterra. Infatti egli era informato ·che Governo egiziano era ormai convinto di non potersi sottrarre alla cessione di Giarabub all'Italia ma che esso intendeva giungere a questa cessione solo a seguito di negoziati coll'Italia e senza riferimento alcuno all'antico accordo anglo-italiano. Chamberlain ha aggiunto che da parte sua non aveva mancato dichiarare replicatamente al Governo egiziano che Governo britannico non solo riconosce validità accordo Milner-Scialoja, ma che si considera anche completamente legato verso Italia dall'accocdo stesso. In tale 'situazione a Chamberlain non pareva dunque fosse il caso di procedere presso Governo di Cairo quella azione solidale di cui gli avevo fatto parola. Segretario di stato ha insistito che tale azione sai~ebbe riuscita più che altro pregiudizievole mentre egli aveva ragione di ritenere che da negoziati italo-egiziani che non avessero diretto riferimento all'accordo anglo-italiano sarebbe certamente derivata attuazione pratica della linea Milner-Scialoja. Alla mia replica che tutto ciò non avrebbe non .potuto indebolire tesi italiana, giacchè cessione dell'oasi sarebbe rimasta legata in definitiva al risultato di aleatorie trattative, Chamberlain mi ha ripetuto sue osservazioni e la sua convinzione che dai negoziati in parola per le ragioni dettemi, sarebbe certamente derivata cessione dell'oasi. Segretario di stato mi ha poi di nuovo dichiarato che il Governo britannico si sente e si sarebbe sempre inteso legato dall'accordo Milner-Scialoja e che quanto al Governo egiziano si sarebbe potuto, se mai, fare da parte italiana una riserva di principio nell'iniziare i negoziati.

Chamberlain mi ha ripetuto infine essere convinto che tale procedura che al postutto è intesa a soddisfare solo apparentemente esigenze egiziane, mentre non avrebbe in alcun modo scosso nostra posizione, sarebbe certamente valsa a farci raggiungere lo scopo desiderato. Chamberlain mi ha pregato infine prospettare a V. E. tale suo modo di vedere e di informarla altresì che egli avrebbe telegrafato di nuovo ad Allenby di continuare sua collaborazione per la definizione della questione pendente.

(l) -Tel. s. 1066 del 26 aprile, non pubblicato, relativo alla delimitazione del confine cirenaica-egiziano e alla questione di Giarabub. (2) -Cfr. n. 800.
835

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, AL MINISTRO A SOFIA, RINELLA

T. GAB. S. RR. 359. Roma, 3 maggio 1925, ore 24.

Mio telegramma n. 356 (1).

Dato atteggiamento Inghilterra e situazione migliorata è necessario che Governo Bulgaria stia nei termini che gli furono fissati dalla conferenza degli ambasciatori circa la data di congedo dei contingenti provvisori. Governo bulgaro ha quattro settimane di tempo durante le quali può soffocare definitivamente ogni focolare sovversivo. Poichè nota jugoslava insiste su possibilità di

una più appropriata utilizzazione dei 17 battaglioni di gendarmi credo che Governo bulgaro non debba respingere questa soluzione che da una parte disarmerebbe opposizioni •coalizzate e dall'altra gli permetterebbe di mantenere .Qrdine pubblico. Prospetti governo bulgaro necessità di chiudere rapidamente fase repressiva onde non fornire ulteriori pretesti di speculazione a governi e partiti di sinistra. Comunque faccia comprendere che Governo italiano non po

trebbe appoggiare una domanda di proroga passato il 31 maggio perchè ciò potrebbe creare ovvie difficoltà di ordine generale (1).

(l) Tel. gab. s. 356 del 3 maggio, ore 20,30, non pubblicato, relativo alla questionedell'aumento del contingente militare bulgaro.

836

L'AMBASCIATORE A PARIGI, ROMANO AVEZZANA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. (P. R.) PER CORRIERE 221 (2). Parigi, 4 maggio 1925 (per. il 7).

Questo ministro di Serbia è venuto a vedermi giorni or sono per intrattenermi della situazione .generale, quale si disegnava ·specialmente dopo la vittoria dei partiti nazionali nelle recenti elezioni presidenziali in Germania.

Gli ho manifestato apprezzamenti conformi a quello che V. E. si è com-piaciuta comunicarmi col suo telegramma riservato del 28 aprile n. 334 (3), apprezzamenti nei quali il signor Spalaikovitch ha naturalmente convenuto. Ma, riferendosi alla significazione che la ricostituzione della Germania nei suoi lineamenti storici rappresenta per le relazioni fra gli stati dell'Europa, egli ha attirato specialmente la mia attenzione sull'identità dei pericol:i cui sarebbero esposte Italia e Jugoslavia per l'attrazione che la crescente potenza tedesca avrebbe esercitato sull'Austria.

Spalaikovitch ne traeva come conseguenza la necessità di una più stretta unione fra i due paesi, mediante un accordo più esteso e preciso di quello che attualmente lega i due Stati.

L'interesse della ·conversazione avuta ·con ~l ministro consiste principalmente in questo che mentre egli finora è stato costantemente fautore di una politica jugoslava facente capo alla Francia, sia pure con la partecipazione dell'Italia, nei discorsi cui mi riferisco non mi ha nascosto la sfiducia che ormai prevaleva nel suo spirito per lla esitante politica del cartello, per cui era venuto nel concetto che l'Ita'lia e la Jugoslavia dovessero insieme provvedere ai loro casi, definendo gli scopi della loro politica ed i modi di farla prevalere, indipendentemente dalla Francia e dall'Inghilterra, pur mantenendo con queste nazioni alleate i più amichevoli contatti.

Il signor Spalaikovitch, com'è noto a V. E., esercita negli ambienti politici

del suo paese una certa influenza e mantiene con essi una costante corri

spondenza.

Ho perciò creduto opportuno di informarla di questa sua evoluzione.

È pure da notare che la stampa francese negli ultimi tempi, parlando delle

alleanze sulle quali la Francia può contare, tace della Jugoslavia.

(l) -Il telegramma fu trasmesso anche a Londra. (2) -Manca il numero di protocollo particolare. (3) -Cfr. n. 825.
837

lL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, AL MINISTRO A BELGRADO, BODRERO

T. GAB. s. 361. Roma, 5 maggio 1925, ore 20.

V. S. avrà ricevuto a mezzo Antonievich testo scambio di lettere su questione contingente eccezionale bulgaro. Prima della sua partenza Antonievich, che aveva molto confidenzialmente a·ccennato al segretario generale al desiderio di Nincic di conferire con lui prima di partire per Bucarest (l), è stato da me intrattenuto a cordiale colloquio.

In tale occasione gli ho chiarito il mio punto di vista circa i rapporti col regno S. C. S. anche in relazione agli ultimi avvenimenti bulgari e cioè: l) È mio intendimento rimanere fedele alla politica di amicizia col regno S. C. S. e anzi, se possibile, rafforzarla. 2) Avendomi Antonievkh accennato a talune «punture» dell'opinione pubblica italiana che possono essere evitate per non alterare i rapporti di amicizia tra i due paesi gli ho risposto che esse erano effetto di una minore vigilanza e •Controllo sulle manifestazioni politiche dipendenti dalla mfa recente indisposizione. 3) Quanto alla Bulgaria ho dichiarato che ero stato favorevole all'aumento provvisorio delle milizie perchè non avevo trovato pericoloso il numero o soprattutto la durata.

Antonievich si è mostrato molto soddisfatto delle mie dichiarazioni che avrebbe riferito a Nincich.

Ho voluto informarla di quanto precede perchè ritengo utile che V. S. abbia con Nincich prima della sua partenza una conversazione nella quale possa col dovuto tatto abilmente valersi delle mie dichiarazioni per predisporle [sic] in senso conforme ai nostri interessi nell'imminente convegno di Bucarest.

838

IL MINISTRO A SOFIA, RINELLA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. s. 682/100. Sofia, 5 maggio 1925, ore 23,45 (per. ore 0,30 del 6).

Telegrammi di V. E. nn. 356 e 359 (2).

Dai precedenti telegrammi V. E. avrà constatato che non ho mancato di dare consigli di calma prudenza moderazione. Continuo adoprarmi nello stesso senso coi miei colleghi Francia, Inghilterra ·coi quali mi trovo in completa uniformità di vedute. Stiamo prendendo opportuni accordi con questo organo militare di controllo affinchè contingente straordinario venga liquidato gradatamente man mano ne diminuisca necessità in modo che al 31 maggio sia completamente sciolto. Col ministro degli affari esteri mi sono espresso nei termini indicati dall'E. V. dimostrandogli essere precipuo interesse Bulgaria evitare ogni causa discussione e tensione per applicarsi invece per appianare situazione

non sollevando obiezione alcuna riguardo alla data 31 maggio che non potrà avere dilazioni.

Ministro degli affari esteri mi ha !l'ingraziato ... (l) consigli ass,icurandomi che Govemo bulgaro farà ogni sforzo per padficare animi e ... (l) animosità e prevenzioni ed ha perciò applicato rigorosa censura alla stampa nella circostanza delicato processo per attentati discusso a porte chiuse per impedire diffusione notizie allarmanti. Mi ha informato che ogni decisione... (l) egli parte stasera per Parigi, Londra e Roma allo scopo ... (1). Si fe!rmerà prima a Belgrado appunto per non suscitare sospetti e provare sincere intenzioni grandi potenze. Prega quindi V. E. concedergli colloquio personale riservandosi far conoscere giorno arrivo a Roma.

(l) -Dove ebbe luogo una riunione dei ministri degli esteri degli stati della Piccola Intesa.. (2) -Per il primo cfr. p. 548 nota l; per il secondo cfr. n. 835.
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L'AMBASCIATORE A MADRID, PAULUCCI DE' CALBOLI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. (P. R.) PER CORRIERE RR. P. 220/43. Madrid, .... (per. il 7 maggio 1925).

Rispondo ai telegrammi riservatissimi personali nn. 296 e 310 (2) del 21 e 24 aprile scorso.

Il giorno ·stesso in cui mi pervennero, ebbi occasione d'incontrare il presidente interino del Direttorio e, parlando delle cose d'Africa, trovai modo di sondare il terreno.

Perchè, chiesi al marchese di Magaz, H Governo spagnuolo per giungere ad una più rapida soluzione del problema marocchino, non. accoglierebbe, in tesi generale, la medi~zione di una potenza? E non potrebbe questa essere l'Italia? Il nostro Govemo, ed io sottomettevo a lui tale proposta, intenderebbe dare in tal guisa aJ.la Spagna e al Direttorio una prova novella della sua simpatia. Il mio interlocutore mi rispose col ringraziarmi, ma aggiunse francamente non credere egli che il momento attuale fosse il più propizio, perchè in questo periodo la situazione della Spagna appare ottima sotto ogni riguardo, mentre sarebbe invece pessima quella del nemico, obbligato (ed egli me lo diceva confidenzialmente) a chiedere la pace. Ma l'importanza del nostro passo amichevole era tale che egli avrebbe mandato a Siviglia una persona di fiducia (credo uno dei generali del Direttorio) per parlarne col presidente. Egli non gli telegrafava e pregava me pure di astenermi dal farlo •con V. E., perchè tutte le chiavi dei cifrari sono più o meno note, e perchè i telegrammi per quanto siano personali e riservati sono letti prima che dai destinatari, dai decifratori. Egli mi avrebbe poi telefonato per chiamarmi e farmi conoscere il tenore della risposta presidenziale che io avrei potuto trasmettere a V. E. per corriere.

La risposta, comunicatami oggi, verbalmente, è la seguente: l) Il generale Primo De Rivera ringrazia il R. Governo per la nuova testimonianza di amicizia di cui questo passo è prova manifesta. 2) Essendovi trattative già in corso, "il presidente pensa che la mediazione di un terzo riuscirebbe dannosa alla Spagna in questo momento.

3) Che se le trattative attuali non giungessero invece in porto, il Diret. torio si riserverebbe di riesaminare la proposta italiana, nella certezza che il

R. Governo esporrebbe, in tal caso, al Governo spagnuolo su quali speranze di riuscita esso si fondi nell'offrire la sua mediazione.

4) In tale evenienza, il Governo italiano potrebbe informare di questo suo passo le Cancellerie di Londra e di Parigi perchè non vi fossero equivoci e complicazioni da quelle parti.

Il marchese di Magaz mi ha nuovamente raccomandato di non telegrafare nulla di ciò che si riferisce a questo delicato argomento, insistendo a più r1prese sulla necessità del più rigoroso segreto.

Una indiscrezione sulla eventuale mediazione di una potenza negli affari marocchini potrebbe, egli ha ·soggiunto, produrre pessima impressione negli ambienti spagnuoli.

Non posso tacere che così nel primo come nel secondo colloquio il presidente interino mi ha ripetutamente interrogato se questo passo del nostro Governo non sarebbe stato provocato dal viaggio del dott. Ma·lmusi che, a cono· scenza delle autorità spagnuole era stato poche settimane fa da Ab-el Krim. Ho risposto evasivamente che conoscevo personalmente il Malmusi, ma che ignoravo che egli fosse stato recentemente nel Riff.

(l) -Gruppo indecifrato. (2) -Cfr. nn. 812 e 819.
840

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, AL MINISTRO A BERNA, GARBASSO

T. GAB. (P. R.) S. 93. Roma, 7 maggio 1925, ore 20,30. Decifri Ella ,stessa. Prego V. S. vedere subito ministro degli affari esteri bulgaro Kalkoff che deve trovarsi attualmente costà per attendervi decisioni Governi alleati circa suo progettato viaggio Londra, Parigi Roma e fargli comprendere confidenzialmente essere assolutamente indispensabile, ad ev.itare possibili sospetti e 'diffidenze, che, qualora viaggio abbia luogo itinerario primitivamente stabilito non venga alterato per modo che v1sita Roma avvenga in ogni caso dopo Londra e Parigi. Ho dato stamane ampi dettagli a questo ministro di Bulgaria sul modo in

cui stanno svolgendosi comunicazioni in proposito con Governi alleati e Radeff informa direttamente suo ministro costà.

841

IL MINISTRO A SOFIA, RINELLA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. s. 690/107. Sofia, 7 maggio 1925, ore 21,30 (per. ore 5 delL'B). Mio telegramma Gab. 100 (1).

Presidente del consiglio è venuto a vedermi per mostrarmi telegramma giuntogli oggi da Belgrado dal suo ministro degli affari esteri il quale riferisce

averlo quel ministro d'Inghilterra consigliato d'ordine del suo Governo rinunziare suo viaggio Roma, Parigi, Londra che sarebbe sfavorevolmente veduto dalle potenze alleate supponendo che egli voglia chiedere modificazione trattato di Neuilly.

Presidente del consiglio mi ha dichiarato nel modo più categorico doversi assolutamente escludere intenzioni di tale genere, mentre scopo del viaggio del signor Kalfov era chiarire situazione bulgara: rinunzia al viaggio progettato sembrava infliggere dura umiliazione al Governo bulgaro e incoraggiare partiti sovversivi con conseguenze incalcolabili per la nazione.

Mi ha pregato vivamente prospettare eccezionale gravità delle circostanze presenti a V. E. che nei momenti più difficili non negò aiuto e conforto a questo povero paese e fin da ora confida nelle nobili tradizioni dell'Italia alla quale Bulgaria deve sua migliore riconoscenza.

(l) Cfr. n. 838.

842

L'AMBASCIATORE A PARIGI, ROMANO AVEZZANA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. PER CORRIERE 705/327/106. Parigi, 7 maggio 1925 (per. ore 9 dellO). Ieri conversando con Briand, gli ho detto essere stato incaricato da V. E. di rinnovargli le felicitazioni per la sua assunzione al ministero degli affari esteri di Francia e di esprimergli la speranza che avrebbe al Governo attuato gli amichevoli propositi manifestati verbalmente a Roma in occasione della riunione del consiglio della Lega (1). Briand mi ha pregato di ringraziare V. E. del Suo messaggio e di assicurarla dei suoi sentimenti :p'iù cordiali per J.a di Lei persona e per l'Italia. Essendosi poi venuti a parlare di Tangeri e di Tunisi, mi ha detto che aveva date istruzioni agli uffici di :porlo al corrente dello stato di queste due questioni e di presentargli delle soluzioni che potessero riuscire accette all'ItaJ.ia; ed accennò come esempio (riguardo a Tunisi) ad un programma di nazionalizzazione eseguibile per piani, a lunga scadenza. Gli ho risposto che mentre per Tangeri si poteva venire ad una intesa in quanto che si trattava di un problema circoscritto, la questione tunisina presentava difficoltà ben maggiori. Qualunque proposta francese avrebbe mirato ad una restrizione, sia pure temperata, della situazione cfatta·ci dalle Convenzioni vigenti. Ciò non sarebbe stato accettato dalla nostra opinione pubblica che non si sarebbe spiegata come mai, dopo una guerra combattuta insieme, non solo non era stato dato all'Italia un compenso coloniale, ma le si toglievano i pochi privilegi di cui gode in Tunisia e dei quali si esagera in Francia l'importanza e la portata. La que

stione tunisina avrebbe forse potuto essere risolta durante la Conferenza della pace, accordando all'Italia un dominio coloniale proporzionato ai suoi bisogni.

Il non averlo fatto aveva posposto ma non soppresso il problema dell'espansione coloniale italiana.

Briand disse che se egli aveva ben compreso, la questione tunisina doveva, secondo me, fare oggetto di una trattazione d'insieme in cui fosse tenuto conto dei desideri e delle necessità dell'Italia, e mi pregò di dirgli francamente tutto il mio pensiero.

Gli risposi che l'Italia aveva un duplice ordine di interessi che potevano regolare la sua orientazione e la sua politica.

L'uno coincideva con la politica della Francia per la comune necessità di mantenere la Germania nei limiti deHe frontiere definite dal trattato di Versailles, specialmente per quanto riguardava la frontiera occidentale e la frontiera austriaca.

D'altra parte, esisteva una similitudine di situazione della Germania e dell"Italia, in quanto che, mentre avevano una popolazione in continuo aumento, ed una crescente forza di espans'ione, si trovavano entrambe accerchiate e compresse nel loro sviluppo.

Perchè in Italia prevalesse il primo punto di v'ista occorreva risolvere il secondo.

Se egli, Briand, avesse veramente voluto fare nel vero interesse della Francia, una politica di lunga portata, quale quella di Delcassé quando concluse l'accordo per Tripoli, avrebbe dovuto far presente al Governo di cui faceva parte che ad un certo momento occorrerebbe pure esaminare tl modo col quale ovviare agli errori commessi a Versailles.

Senza escludere altre soluzioni di cui la Francia prendesse l'iniziativa, le lacune del Trattato potevano, a titolo d'esempio, essere colmate da una revisione dei mandati e da un diritto preferenziale sulle colonie portoghesi. Inoltre, nel mio concetto, le relazioni fra l'Italia e i possedimenti degli stati colon'iali dovevano essere improntate a principi assai più liberali di quelli che ora prevalevano.

Nel quadro di questi accordi poteva trovar posto soltanto una conveniente soluzione della questione tunisina. Fino a quel momento non poteva che rimanere intatta la situazione risultante dagli accordi in vigore, togliendola però dalla precarietà in cui era stata ridotta dalla denunzia delle Convenzioni e dalla loro rinnovazione trimestrale.

Questa netta impostazione della questione •coloniale è stata a•ccolta da

Briand con molta deferenza, trovandola conforme alla l'ealtà della situazione

dell'Italia e della sua forza di espansione.

Anche se le mie dichiarazioni non siano destinate a portare immediati frutti, ho creduto che il momento fosse propizio per far conoscere il nostro pensiero in proposito. Oltre che a Painlevé (mio tel. n. 308/97) (l) e a Briand, ne ho parlato anche a Caillaux e a De Menzie, come rife.rirò ulteriormente (2), perchè delle nostre future esigenze non fosse solo troppo discreto confidente il gabinetto del ministero degli esteri.

(l) Cfr. n. 635.

(l) -Cfr. n. 829. (2) -Cfr. n. 845.
843

L'AMBASCIATORE A BERLINO, DE BOSDARI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

'l'. GAB. 694/136. Berlino, 8 maggio 1925, ore 14,10 (per. ore 15,30).

Berliner Tageblatt stamane riassume sotto forma corrispondenza da Londra articolo Daily Herald sulla unione Austria al Reich che conclude che l'unica soluzione pratica problema austriaco sarebbe precisamente tale unione; dice che in Francia si è ormai prodotto modificazione alla assoluta opposizione contro ciò e che ormai la sola opposizione seria è da aspettarsi... (l) dalla Cecoslovacchia e probabilmente Polonia. Ricordo a V. E. che nel mio telegr. n. 84 (2) accennai possibilità che la Francia possa in certe circostanze, insistendo, accettare idea unione. A questa corrispondenza Berliner Tageblatt ne fa seguire una da Roma in cui si criticano corrispondenze di Magrini al Corriere della Sera (3), per modo con cui egli ha presentato condizioni... (l) del problema unione Austria al Reich e dell'irredenttsmo tedeschi alto Adige. Invio peti" corriere dette corrispondenze (4).

844

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, AL MINISTRO A BERNA, GARBASSO (5)

T. GAB. (P. R.) s. 98. Roma, 8 maggio 1925, ore 23.

Decifri Ella stessa.

Mio telegramma Gab. n. 93 (6).

Con nota verbale consegnatami in questo momento ambasciatore d'InghHterra comunica ,che Governo britannico ha dato istruzioni a codesto ministro britannico di vedere il ministro bulgaro degli affari esteri e di dissuaderlo in termini energici dal dar seguito al suo progettato viaggio a Londra Parigi Roma. A quanto risulta al sig. Chamberlain, scopo dichiarato della visita di Kalkoff sarebbe di fornire prove della complicità serba negli avvenimenti bulgari e scopo recondito quello di ottenere aumenti forze militari bulgare oltre 'i limiti previsti dal trattato di Neuilly. Ciò tornerebbe da un lato a danno della stessa Bulgaria in quanto avvalorerebbe sospetti della Jugoslavia; e daH'altra parte sarebbe assai pericoloso in quanto incoragg,erebbe aspirazioni analoghe altri Stati ex nemici. Nota aggiunge che Governo francese dava istruzioni ai propri rappresentanti di esprimersi in termini analoghi per dissuadere Kalkoff dalla visita a Parigi e termina esprimendo ferma speranza che Governo italiano agirebbe nello stesso senso.

Essendo assolutamente inopportuno nelle attuali circostanze una nostra linea di condotta divergente da quella dei Governi alleati, prego V. S. di prender

contatto col suo collega inglese (ed eventualmente con quello francese) per agire opportunamente d'accordo presso Kalkoff.

Le confermo per ogni evenienza mie istruzioni di ieri affinchè Ella faccia comprendere in modo chiaro al sig. Kalkoff che in nessun caso sua venuta a Roma potrebbe aver luogo prima di essersi eventualmente recato a Londra e Parigi.

(l) -Gruppo indecifrato. (2) -Numero errato. Si tratta evidentemente del t. 89, pubblicato al n. 772. (3) -Cfr. per es., Il Corriere de!!a Sera del 6 maggio 1925. (4) -Nota di pugno di Mussolini, apposta vicino alla firma Bosdari: • che esagera! Mus.•. (5) -Il telegramma fu trasmesso anche a Londra in data 9 maggio con tel. gab. 99. (6) -Cfr. n. 840.
845

L'AMBASCIATORE A PARIGI, ROMANO AVEZZANA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. PER CORRIERE 712/336/110. Parigi, 8 maggio 1925 (per. o1·e 17 dellO). Ho avuto con Caillaux una lunga conversazione, avendomi il ministro delle finanze chiesto di conoscere, in via amichevole e confidenziale, tutto iJ. mio pensiero sui rapporti :franco-italiani. Ho detto al ministro che le relazioni fra i due Governi e le due nazioni potevano considerarsi come amichevoli, e che in frequenti occasioni il reciproco desiderio di consolidarle si era dimostrato da entrambe le parti nella cordiale trattazione di affari di carattere così politico che economico. Due questioni principali erano però rimaste in sospeso. L'una era quella dello Statuto di Tangeri, di minore importanza intrinseca, ma che interessava il prestigio dell'Italia quale grande potenza mediterranea; l'altra, capitale per la ripercussione che una soluzione affrettata avrebbe avuto in tutti gli strati dell'opinione pubblica italiana, riguardava la Tunisia. Caillaux mi disse che non annetteva grande importanza alla questione di Tangeri, sulla quale reputava potesse farsi, per quanto riguardava la Francia, un accordo, ma che per la Tunisia occorreva pure addivenire da parte dell'Italia al riconoscimento della necessità che i cittadini italiani della reggenza finissero per 'assumere, in un periodo sia pure di lunga durata, la nazionalità francese. Gli ho risposto che anche Herriot ed altri uomini del precedente Governo mi avevano dato affidamenti per Tangeri, ma che questa buona volontà ripetutamente espressa, si era concretizzata nell'accoglienza di una parte minima e senza importanza delle nostre richieste. La soluzione di questa questione non era perciò di molto avanzata. Per ciò che riguardava la questione tunisina le mie idee dissentivano dalla sua in quanto che consideravo che gli Stati detentori di imperi coloniali, fra i quali la Francia, avrebbero dovuto un giorno ammettere principi molto più liberali di quelli che ora prevalevano, anche in materia di nazionalità, verso gli Stati che collaboravano allo sviluppo delle ricchezze dei territori africani. Dopo averlo messo al corrente del fondamento giuridico della nostra situaz'ione in Tunisia, gli dissi che, comunque, una decisione di carattere stabile per modificare lo statu quo in Tunisia, non poteva aver luogo che quando intervenissero altri fattori ed altri accordi, senza di che pareva impossibile trovare una formula che fosse accettata come definitiva dalle rispettive opinioni pubbliche. Delle difficoltà di una soluzione si erano sempre resi conto i vari Gabi

netti succedutisi in Francia, tanto che gli accordi tun:isini denunziati nel 1918, erano stati dal 1919 ad oggi rinnovati di tre mesi in tre mesi. Era questo il

motivo per cui il Governo aveva chiesto che fossero riconfermati per un determinato numero di anni, nella previsione che potessero presentarsi condizioni favorevoli ad una intesa stabile.

Avendomi Cai11aux richiesto 'in che modo io vedevo disegnarsi la possibilità di una soluzione di insieme, quale gli avevo prospettata, gli dissi che essa consisteva nell'assegnazione all'Italia tdi un dominio coloniale proporzionato ai suoi bisogni d'espansione. Dopo che gli Stati Uniti av·evano chiuso la porta alla nostra emigrazione, e considerata la ristretta capacità di assorbimento deH'America Meridionale, la ·crescente popoiazione dell'Italia esigeva la costituzione di sbocchi su territori sottoposti alla sua sovranità. L'ItaJ'ia, inoltre, non poteva disinteressarsi del :liuturo sviluppo del continente africano, così per ragioni politiche che economiche. Oggi l'Italia trovavasi compressa nelle sue frontiere e questa situazione non poteva prolungarsi senza provocare corrispondenti reazioni.

Caillaux mi rispose che il quadro da me fattogli corrispondeva alla realtà e che, evidentemente, doveva provvedersi non solo a dare maggiore aria all'Italia, ma a prendere in considerazione la stessa situazione che si presentava per la Germania, se si voleva fare opera di pace duratura.

Riteneva che anche per quest'ultima occorreva prevedere la necessità di restituirle deLle colonie, come pure di provocarre accordi ·economici dal lato della Polonia che avessero attenuato gli errori commessi nel Trattato di Versailles.

Da parte sua, per quanto riguardava l'Italia, avrebbe favorito qualunque soluzione che avesse potuto dare al nostro paese un maggiore respiro. Sebbene si trattasse di questioni non definibili immediatamente ·era in questa direzione che doveva orientarsi, a suo modo di vedere, la politica della Francia.

Una conversazione dello stesso genere ho avuto con de Menzie. Non la riporto per non ripetermi. Ho trovato in quest'uomo politico, attualmente ministro dell'istruzione pubblica, la stessa accoglienza e ne ho avuto gli stessi affidamenti.

846

L'AMBASCIATORE A BERLINO, DE BOSDARI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. PER CORRIERE 723/141. Berlino, 8 maggio 1925 (per. il 12). Mi rifeirisco ai telespressi di V. E. in data 17, 24 aprile (1). Ho richiamato seriamente l'attenzione di Stresemann sul rinnovarsi di episodi che possono farci credere ad una accresciuta attività della società Andreas Hofer e di altre congeneri sparse nella Germania le quali sembrano avere per intento di irritare l'opinione pubblica italiana nei riguardi dell'Alto Adige e gli ho conse.gnato anche un esemplare del cosiddetto decalogo del viaggiatore tedesco in Italia che mi era stato recato da un segretario di questa ambasciata. Ho ricordato a Stresemann che in altri tempi si ottennero promesse formali

dal Governo bavarese che quelle morbose attività sarebbero state sorvegliate e soppresse. Mi sembrava che quelle promesse avessero approdato a ben poco e

temevo che accentuandosi quei movimenti essi avrebbero finito per turbare l'armonia dei rapporti fra i nostri due paesi, cosa ·Che tanto a lui quanto a me sembrava così indispensabile. Stresemann ha procurato di togliere importanza ai fatti che gli esponevo pur promettendomi di occuparsene seriamente e di rinnovare le rimostranze al Governo bavarese ed anche al wi.irtemburghese visto che alcuni dei fatti deplorati avevano avuto luogo a Stoccarda.

Questo discorso ci ha condotti quasi insensibilmente a parlare dell'annessione dell'Austria al Reich. Stresemann mi ha detto che aveva appreso con vivo rincrescimento dai comunicati ufficiosi fatti ai nostri giornali e dai rapporti di Neurath che V. E. aveva preso nettamente posizione •contro quella annessione facendomi intendere 'in modo non troppo velato che l'opposizione non era ugualmente forte da parte delle altre potenze. Secondo lui nonostante una certa opposizione da parte dei centri evangelici che temono l'aumento della popolazione cattolica del Reich, e dei comunisti che per principio sono avversi a tutto, l'opinione pubblica tedesca è unanime a reclamare quella unione. Uguale è lo stato degli animi nell'Austria dove a conoscenza di Stresemann non esistono nuclei importanti di opposizione contro l'unione. Come è noto a tutti, le condizioni dell'Austria sono intollerabili e una so:Luzione si impone. L'Italia non potrà a lungo opporsi ad una soluzione, ed essa avrà soltanto la scelta tra l'unione dell'Austria al Reich o l'adesione di essa ad una confederazione danubiana. Spetta all'Italia il decidere quale soluzione maggiormente le convenga, e se sia opportuno per essa opporsi al desiderio pressochè unanime dei tedeschi del Reich di vedere congiunti al loro stato sette milioni di fratelli.

Ho procurato di esporre del mio meglio a Stresemann il punto di vista di V. E. secondo le direttive contenute nel suo telegramma gab. 230 (l) ma ben mi rendo conto che oramai la decisione del governo germanico è presa di fare ogni sforzo possibile per giungere al più presto alla desiderata unione, e confermo pienamente la mia impressione che cosi agendo il Governo germanico non si sente affatto solo ed abbandonato (2).

(l) Non pubblicati.

847

L'AMBASCIATORE A MOSCA, MANZONI; AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. s. 701/80. Mosca, 9 maggio 1925, ore 15,17 (per. ore 19,10).

Oggi Cicerin mi ha chiesto se sapevo che su iniziativa Inghilterra nostro governo si preparasse passo Mosca per adozione misura di distaccare governo russo dalla Terza Internazionale che equivarrebbe, egli mi disse, chiedere espulsione Terza Internazionale, cosa impossibile giuridicamente, ma sopratutto politicamente perchè governo russo non può adottare provvedimenti su intimazioni e pressioni estere e mi ha pregato informare V. E. Ho risposto che non sapevo nulla e che avrei fatto comunicazione chiesta.

(l) -Cfr. n. 780. (2) -Il telegramma reca la nota marginale di pugno di Mussolini: • Attenzione! Importante. L'atteggiamento De Bosdari è debole! M •.
848

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI, AI MINISTRI A DURAZZO, DURAZZO, E A BELGRADO, BODRERO

T. GAB. PER CORRIERE 373. Roma, 10 maggio 1925, ore 9.

(Per Belgrado). In seguito a segnalazione di questo ministero Guerra (Stato Maggiore) ho telegrafato Durazzo quanto segue:

(Per tutti). Giornale PoLitika di Belgrado dell'H coNente pubblica corrispondenza speciale da Tirana contenente volgari menzogne ed insinuazioni sui rapporti italo-albanesi e grossolane invenzioni su pretese organizzazioni di fuorusciti albanesi a Bari col concorso dell'Italia.

Prego V. S. adoperarsi opportuna smentita ingiuriose pubblicazioni che sono offensive anche per l'Albania, cercando di identificare il corrispondente e far adottare le possibili misure a suo carico. R. Governo provvederebbe analogamente qualora V. S., ottenendo smentita costi, lo ritenesse conveniente. Invio testo articolo per co~rie.re.

(Per Belgrado). V. S. potrà provvedere anche costi a dignitosa smentita generica che non dia adito a polemiche, telegrafando anche a Durazzo quanto le risulti circa corrispondenza da Tirana.

(Per Durazzo). Telegrafato anche a Belgrado.

849

IL MINISTRO A BERNA, GARBASSO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 719/97. Berna, 11 maggio 1925, ore 18 (per. ore 21).

Risposta al telegramma Gab. n. 372 (1).

Miei colleghi francese e inglese informano ministro degli affari esteri che ripettivi Gov·erni non si oppongono al noto viaggio. Faccio a Kalfoff identica .comunicazione.

Questi parte oggi per Parigi e Londra ed al ritorno verrà a Roma (2).

850

IL MINISTRO A VIENNA, CHIARAMONTE BORDONARO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. s. 1673/178. Vienna, 11 maggio 1925, ore 20 (per. ore 24).

... (3) solo fatto che Piccola Intesa si occupa a Bucarest dell'Austria irrita molto questo Governo. Si teme passo collettivo contro annessione che verrebbe molto male accolto come ogni decisione che... (4).

Piccola Intesa vuole iniziare nei riguardi dell'Austria trattamento finora

usato nei riguardi dell'Ungheria. Mataja sempre più preoccupato soluzione mi

-36 -Documenti diplomatici • Serie VII · Vol. III.

ha di nuovo dichiarato che non vede altra soluzione che una intesa con l'Italia e che anche opinione pubblica, dal momento _che annessione alla Germania non è possibile, la accoglierebbe con favore. Anche Cancelliere ·che ho visto stamane mi ha chiesto con interesse se avevo notizie da Roma.

(l) -Del 9 maggio, non pubblicato: istruzione a Garbasso di agire in piena armonia con i colleghi inglese e francese circa il viaggio di Kalfoff. (2) -Il telegramma fu ritrasmesso. con tel. gab. 391, ad Atene e Bucarest e, come risult<· rlall'archivio dell'ambasciata di Londra, a Londra con la seguente aggiunta: • Prego ora V . .t.. tenersi per quanto è possibile al corrente tenore risultati delle conversazioni che Kalkoff .avrà costà •. Pare evidente che il tel. sia stato ritrasmesso anche a Parigi. (3) -Gruppo indecifrato: • Il •? (4) -Gruppo indecifrato.
851

IL MINISTRO A VIENNA, CHIARAMONTE BORDONARO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. R. 718/179. Vienna, 11 maggio 1925, ore 20 (per. ore 24). Parlando stamane con Mataja della situazione ho avuto ·impressione che egli avesse avuto sentore di un progetto di Benès secondo il quale Italia dovrebbe c:-ssere esclusa accordo economico tra stati successori in favore Austria ricevendo in cambio compensi altra natura. Benès intenderebbe chiedere mediazione governo francese per influire su Italia e farle accettare tale mercato. A mia domanda quali secondo lui potrebbero essere pretesi compensi Mataja ha risposto che ·crede si tratterebbe facilitazioni trasporto .carbone e assicurazione incremento traffico porto Trieste. Per quanto inverosimile idea possa apparire, non bisogna dimenticare che Benès ha sempre sostenuto di fronte terzi tesi che l'Italia non debba essere considerata come stato successore Austria. Non sarebbe

forse inopportuno prevenire qualsiasi eventuale passo riconfermando a Parigi e a Praga nostro punto di vista circa problema austriaco.

852

L'AMBASCIATORE A MOSCA, MANZONI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. 720/84. Mosca, 11 maggio 1925, ore 23,15 (per. ore 5,30 del 12). Mi risulta che gli attacchi giornali Regno all'ambasciata di Russia Roma producono viva irritazione. Giornali hanno indubbiamente ecceduto nel mettere in causa stessa persona ambasciatore nuovo arrivato. Mi espongo personalmente. Ciò non mi preoccupa come persona bensì per le conseguenze. Getta incertezza sul nostro atteggiamento politico verso Russia. Se vi sono fatti precisi a carico funzionari russi R. autorità certamente provvede. Interrogazione Garof [alo] al

Senato può essere occasione chiarimenti e giustamente impostare faccenda. Agenzia Stefani potrà diffondere risposta.

853

IL MINISTRO DI POLONIA A ROMA, ZALESKI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

L. 428/25. Roma, 11 maggio 1925. Conformément à notre ·entretien de ·ces jours derniers j'ai l'honneur de

transmettre ci-joint à V. E. un aide-mémoire relatif à l'accord dont nous avons parlé.

Cet aid€-mémoire n'a nullement pour ibut de définir les clauses d'un tel

accord mais simplement d'exprimer mon opinion relativement à la terieur du

document éventuel.

Je serai très reconnaissant à V. E. de bien vouloir me faire connaitre son

opinion au sujet du contenu de l'accord en question et saisis cette occasion pour

lui offrir les assurances renouvelées de ma très haute considération (1) .

.ALLEGATO

STRICTEMENT CONFIDENTIEL.

L'amitié traditionnelle qui unit l'Italie et· la Pologne, l'échange cominercial

toujours plus intense et l'intéret indiscutable que voient les deux Gouverriements

à se concerter sur ·certaines questions politiques les intéressant en commun, ren

dent opportune la conclusion d'un accord qui préciserait la collaboration des deux

Etats.

Il semble qu'un accord pareil devrait contenir les points suivants:

l) Une constatation de l'intérét que portent les deux Gouvernement à sauvegarder la paix et à assurer le respect des Traités en vigueur avec un engagement de se concerter à cet effet sur toutes les questions les intéressant en commun qui viendraient à se présenter en Europe Orientale et Centrale.

2) Un engagement à se consulter au sujet des mesurès en vue d'une collaboration au relèvement économique et financier général et plus spécialement à se preter un mutuel appui dans ceux de ces problèmes qui leur seraient propres et qui pourraient intéresser leurs relations commerciales réciproques.

3) Une constatation de l'intérét tout spécial à assurer, maintenir et faciliter les communications libres entre les deux pays et un engagement d'une collaboration à cet effet. ·

4) Clause arbitrale avec prévision de la conclusion ultérieure d'un traité dè conciliation.

854

IL MINISTRO A BUDAPEST, DURINI DI MONZA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. PER CORRIERE 760/64. Budapest, 11 maggio 1925 (per. il 17).

Conte Bethlen, al quale esponevo accademicamente mio pensiero nei confronti interessi italiani e ungheresi ·circa ventilata unione austro-germanica, mi disse .che lui pure riteneva non fosse da augurarsi tale eventualità per Ungheria, visto che oggi soia porta aperta del suo paese era appunto attraverso Austria data debolezza di quello Stato. In caso unione, Ungheria sarebbe invece stata costretta da necessità di cose, a prendere decisione fra stretto accordo con Piccola Intesa o con Germania.

855

IL VICE SEGRETARIO GENERALE DELLA SOCIETA DELLE NAZIONI, ATTOLICO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

L. R. Ginevra, 11 maggio 1925.

Per quanto la Lega delle Nazioni come tale rimanga ufficialmente estranea alle negoziazioni in corso fra le Cancellerie europee per il patto a cinque

ed accordi connessi proposto dalla Germania, è evidente ch'essa segue le negoziazioni stesse con grandissimo interesse e ciò per le ripercussioni immancabili di un tal patto sia sulla propria attività immediata (Protocollo -Assembl~a settembre 1925) sia sulla sua stessa costituzione (entrata della Germania) sia ancora sulla realizzazione di talun'i dei suoi compiti più essenziali (limitazione degli armamenti). Ritengo quindi, per opportuna conoscenza del R. Governo, riassumere qui appresso il punto di veduta di questi circoli in merito ai diversi aspetti della questione.

Si premette che non si concepisce qui un qualunque patto di garanzia delle frontiere dell'Ovest, anche se completato da un impegno speciale per le frontiere dell'Est, se non preceduto dall'entrata della Germania nella Lega delle Nazioni. Gli elementi del «sistema» sarebbero i seguenti:

l) Base. Entrata della Germania nella Lega. Con ciò la Germania accetterebbe senza riserve ed eccezioni, tutti gli obblighi 'imposti agli altri membri della Società delle Nazioni.

Questo impegno « base » sarebbe completato: a) Per l'Ovest, da un patto con la Francia, l'Inghilterra, l'Italia, ecc. per una garanzia « assoluta » delle frontiere. b) Per l'Est, da un impegno a non ricorrere alla guerra per ottenere eventuali modicficazioni di frontiera.

La Francia, come la Polonia, dovrebbero rendersi maggior conto della importanza «fondamentale», dal punto di vista della sicurezza, dell'entrata della Germania nella Lega. La violazione di uno qualunque degli obblighi assunti dalla Germania con la sua volontaria adesione alla Società delle Nazioni avrebbe indubbiamente per effetto -a parte il valore giuridico delle clausole del Covenant -di assicurare alla Francia e alla Polonia la solidarietà degli altri membri della Lega e, sopratutto, della Gran Bretagna.

Questa la garanzia fondamentale, la quale sarebbe poi integrata con le due garanzie complementari, una per l'Ovest e l'altra per l'Est.

La diffevenza fra queste due garanzie, che pur tanto preoccupa la Francia e la Polonia non appare qui completamente ingiustificata. Al contrario essa trova la sua spiegazione non soltanto in ragioni psicologiche nazionali ma, sopratutto, nella specialità della posizione creata alle frontiere dell'Ovest dagli art. 42-44 del Trattato di Versailles i quali, senza dubbio, riconoscono a quelle frontiere, dal punto di vista della sicurezza, una importanza preponderante. Del resto, la differenza fra le due garanzie consisterebbe soltanto in questo, che, per l'Est, la Germania non rinuncerebbe (come invece fa per l'Ovest) a valersi -eventualmente -dell'art. 19 del Patto della Lega delle Naztioni (revisione dei trattati), obbligandosi sempre, tuttavia, anche a quei fini, a non ricorrere mai alla guerra.

Si riconosce qui che l'accoglienza definitiva riservata alla proposta tedesca

molto dipenderà dalla « forma » che la stessa Germania, la quale finora si è

astenuta da ogni pubblico annuncio in materia, vorrà dare alla proposta stessa.

La distinzione fra le due frontiere andrebbe fatta in modo da evitare anche la

sola apparenza che la Germania intenda comunque seguire una politica impli

cante una qualunque revisione di frontiere. Al contrario essa potrebbe --in

armonia con quella più forte corrente di opinione pubblica la quale riconosce che il pae~ ha bisogno (non fosse altro che per rimettersi in forze) di un lungo periodo di tranquillità e di stabilità -potrebbe, dico, dichiarare che essa riconosce non essere questo il momento per sollevare questioni di frontiera, ciò più che importa ora per l'Europa essendo il ristabilimento della normal'ità e della tranquillità così nell'economia come nelle relazioni politiche.

Il sistema apparirebbe quindi non certo perfetto ma di sicura efficacia, anche nei riguardi della Polonia. Ciò tanto più in quanto la Francia continuerebbe --eventualmente rafforzandola -la sua alleanza difensiva con la Polonia, alleanza tuttavia che dovrebbe essere intesa e ricondotta nel quadro del Patto della Società delle Nazioni e dar quindi ragione di intervento armato solo nel caso di violazione del Patto stesso.

Ove un sistema siffatto fosse per concludersi, ogni necessità di insistere sul «Protocollo di Ginevra» verrebbe meno. Non per questo la Società delle Nazioni dovrebbe rinunciare a tutto il contenuto ideale del Protocollo. Che anzi, essa potrebbe far prevalere ed accettare una serie di principi che, mentre da una parte servirebbero a dare una certa soddisfazione ai zelatori impenitenti del protocollo, potrebbero servire anche a rafforzare più o meno indirettamente il nuovo sistema politico di cui più sopra sono .indicati gli elementi. Il segretariato .sta appunto studiando -anche in vista dell'Assemblea del prossimo settembre -quali questi principi potrebbero eventualmente essere e quale forma potrebbero utilmente assumere.

(l) Nota marginale di pugno di Mussolini: • Da meditare quando sarà il momento •.

856

L'AMBASCIATORE A PARIGI, ROMANO AVEZZANA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T. GAB. PER CORRIERE 737 (1). Parigi, 12 maggio 1925 (per. il 14).

Col mio telegramma per corriere del 23 aprile u. s. n. 294/89 (2) nel pro

spettare la fisionomia del nuovo gabinetto francese nei nostri riguardi, mentre

esprimevo l'opinione ·ch'essa fosse in massima amichevole, facevo le mie ~riserve

per quanto riguardava Berthelot, riassunto all'importantissima carica di segre

gretario generale del ministero degli affari esteri. Non escludevo però che questo

funzionario di eccezionale talento e capacità, potesse rendersi conto della mutata

situazione per cui la Francia doveva specialmente ·curare i rapporti con l'Italia.

Infatti la politica francese è stata in questi ultimi anni ipnotizzata dal

miraggio della garanzia britannica.

Parlando con un mio collega di questa agitazione e nervosismo della Fran

cia per ottenere la firma dell'InghiUerra ad un -trattato di sicurezza, gli ho

detto che sovente mi era avvenuto di ricercare le mie lenti quando le avevo

sul naso, e che tale mi pareva forse il caso della Francia. Quando si presentasse

la minaccia germanica, la Gran Bretagna sarebbe obbligata a combattere con la

Francia, perchè effettivamente la frontiera del Reno era comune ai due Stati.

La Francia aveva già, per questo motivo superiore, la sicurezza dell'alleanza

inglese, nel caso di pericolo; nè avrebbe, per ora, potuto ottenere altro da un

trattato, giacchè la conclusione di un patto preciso non sarebbe stata firmata

dall'Inghilterra che allo avvicinarsi evidente del pericolo stesso.

La Francia sciupava così le sue cartucce e si presentava nella sua agita

zione come uno Stato debole ed aggressivo al tempo stesso. Essa poi trascurava

quasi completamente la politica italiana, mentre era su questa che doveva

portare principalmente la sua attenzione, attesochè senza l'Italia il sistema delle

alleanze continentali non avrebbe avuto che un valore mediocre.

Sebbene io non abbia esposto queste •considerazioni a Berthelot, esse deb

bono essersi presentate spontaneamente al suo spirito, poichè, a meno che non

mi sia in.gannato nelle mie impressioni (e con riserva di quello che apparirà

dall'ulteriore sviluppo dei nostri contatti) l'ho trovato ben mutato nelle sue

concezioni ·e disposto a rendersi conto della necessità di un mutamento delle

direttive della politica francese verso di noi.

Senza che io tedii V. E. con la ripetizione degli a~gomenti di cui mi sono

servito nelle questioni di attuale interesse e che Le sono ad un dipresso noti,

nella rassegna fatta dei vari problemi interessanti la situazione generale del

l'Europa e le nostre relazioni ho trovato Berthelot cosciente della importanza ·del fattol'e «Italia ».

Sicchè quando gli ho parlato delle questioni di Tangeri e di Tunisi, egli

mi ha assicurato che se ne sarebbe interessato e che le avrebbe considerate

nello stesso spfrito del ministro degli affari esteri, Briand, il quale gli aveva

riferito la ·conversazione avuta con lui (mio telegramma n. 327/106 del 7

corrente) (1).

Per precisare:

quanto a Tangeri, Berthelot mi ha detto che avrebbe ripreso a disoo

terne con me;

per Tunisi, ha ammesso che una modificazione delle convenzioni attuali

non poteva aver luogo 'isolatamente senza che fosse risolto il problema coloniale

dell'Italia. Comè :Possibile soluzione (trattandosi di roba altrui) ha trovato con

veniente l'idea di un eventuale acquisto delle Colonie portoghesi che, egli mi

diceva, forse avrebbero potuto essere comprate, ma non ha escluso una revisione

dei mandati.

Egli mi osservò che se si addivenisse ad una tale revisione, avrebbe dovuto

prendersi anche in considerazione la restituzione di qualche ·Colonia alla Ger

mania. Gli ho risposto che tale era anche, personalmente, n mio pensiero. « Si,

mi ha risposto Berthelot, sarebbe forse un gesto liberale che potrebbe calmare

gli animi, quantunque, aggiunse, potrebbe anche avere un effetto contrario,

nel senso che la Germania prenderebbe questa concessione come un punto di

partenza per pretendere altro».

Ritornando a Tunisi, gli ho detto che poichè aveva convenuto che una modificazione dello statu quo non poteva aver luogo che in determinate circostanze, rimaneva da vedere come eliminare gli inconvenienti derivanti dalla precarietà degli accordi che reggevano i rapporti dell'Italia con il protettorato.

Gli ho ricordato che Doumergue mi aveva un giorno molto saggiamente detto .che la questione tunisina doveva essere regolata senza che le due opinioni pubbliche se ne accorgessero e che perciò il presidente della repubblica forse avrebbe potuto essere favorevole ad una rinnovazione delle Convenzioni per un certo periodo di tempo, atteso che per farlo non era necessario l'intervento delle Camere, ma bastava la sua firma.

Berthelot mi osservò .che difficilmente il presidente avrebbe preso la responsabilità di quest'atto, essendo desideroso ·sopratutto di non far nulla che potesse valergli 'l'accusa di seguire una politica personale, ma che egli avrebbe studiato qualche altro mezzo per stabilizzare la situazione.

Circa l'Austria, Berthelot ha ·convenuto nel nostro modo di vedere e nella procedura da seguirsi quale è stata nelle sue linee generali accennata nel mio telegramma n. 311/98 (l) del lo corrente, al quale V. E. ha dato la Sua approvazione col telegramma n. 1170 (2) del 6 corrente.

(l) -Manca il numero di protocollo particolare. (2) -Cfr. n. 817.

(l) Cfr. n. 842.

857

L'AMBASCIATORE A LONDRA, DELLA TORRETTA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI ESTERI, MUSSOLINI

T .. GAB. PER CORRIERE 774/345. Londra, 14 maggio 1925 (per. i! 19).

Telegramma di V. E. n. 4138 (3).

Ho considerato attentamente articolo segnalatomi da V. E., e che mi trovavo anzi ad avere già trasmesso a codesto R. ministero, assieme all'altro del genere della radicale Manchester Guardian.

V. E. ben sa come la R. ambasciata cerchi tenersi nel più stretto contatto con i principali organi di questa stampa, onde controllarne il più possibile l'azione nei riguardi del nostro paese. Questi contatti sono vieppiù seguiti con la redazione del Times, e gpecialmente con i due suoi principali redattori politici. A questi due pubblicisti, sia direttamente che indirettamente, io ho fatto incessantemente rilevare quanto il reale stato delle cose in Italia sia diverso da. quello da essi rappresentato, insistendo particolarmente sulla effettiva importanza che, nel quadro generale politico, hanno i diversi oppositori del governo italiano. Negli rultimi tempi ho sopratutto insistito sulla grave circostanza che gli infondati giudizi espressi da importanti organi stranieri circa le cose italiane sono atti a produrre, coll'andar del tempo, serie e pregiudizievoli conseguenze nelle stesse relazioni tra i due paesi, rilevando quindi l'estrema necessità di misurare ormai queste conseguenze, nonchè gli stretti limiti in cui occorre contenersi allorchè si voglia riferire sull'opera politica di un governo estero, specie se alleato.

Benchè animati da buone intenzioni, pure entrambi i pubblicisti, come del resto altri ancora appartenenti a diversi giornali, hanno apposto la pregiudiziale l) della funzione internazionale della stampa, concetto ed ideale non mai

venuto meno nella tradizione britannica; 2) dell'assoluta necessità che i loro giornali illuminino l'opinione pubblica inglese sulla vita interna di uno dei principali paesi alleati; 3) e della difficoltà in cui essi si trovano di potersi rendere esatto conto della situazione italiana mentre dura il controllo delle RR. autorità sui giornali della penisola. Anzi, la tesi talvolta opposta va anche più lontano. Come infatti già lo prospettavo a V. E. col mio telegramma gab. n. 12 del 5 gennaio scorso (1), questa tesi è che le misure restrittive adottate dal Governo italiano circa la stampa superano il fatto interno, giacchè esse verrebbero a pregiudicare indirettamente lo stesso interesse inglese di conoscere nel modo più ampio e completo tutte 'le varie correnti di idee prevalenti in un paese così importante come l'Italia, e con cui l'impero britannico travasi non solo

ad essere alleato, ma anche in strette ed importanti relazioni politiche ed economiche.

Questo stato d'animo è specialmente accentuato nella redazione del Times. Egli è che in essa prevalgono ,correnti ed influenze opposte nonchè sospette cointeressenze giornalistiche. Questo rilievo è comprovato dal fatto che la maggiore resistenza opposta da quella redazione alla mia opera di chiarimento concerne sopratutto la parte relativa alla nostra politica interna. Difatti, per alcune nostre principali questioni di politica estera (come quella di Giarabub, del Giubaland, di Tangeri ecc.) io ho ottenuto risultati assai favorevoli, ed anzi mi è stata promessa una continuità di appoggio, che finora non è stata mai smentita.

Ho voluto riferire tutto quanto precede a V. E. perchè Ella rpossa con piena cognizione di causa valutare le difficoltà che si frappongono al successo di quell'opera solerte ed assidua che la R. ambasciata compie in questo delicatissimo ed importante campo. Gioverà pure aggiungere che i rapporti fra rappresentanze straniere e la ,stampa devono in questo paese essere governate da grandissimo tatto, prudenza e circospezione; circostanza questa che rende sovente assai difficile, se non impossibile, quel drastico atteggiamento che certi articoli richiederebbero.

V. E. può essere sicuro della mia costante, oculata ma irriducibile azione.

(l) -Cfr. n. 830. (2) -Tel. s. 1170 del 6 maggio, ore 4, non pubblicato. (3) -Trasmesso il 12 maggio alle l, non pubblicato: opportunità di far capire alla direzione del Times il malcontento per un articolo apparso il gio.rno 11.

(l) Cfr. n. 657.

<
APPENDICI

APPENDICE I

AMBASCIATE E LEGAZIONI DEL REGNO D'ITALIA ALL'ESTERO

(Sittwzione al 1° gennaio 1925)

AFGANISTAN

Kabul -CAVICCHIONI Antonio, inviato straordinario e ministro plenipotenzirurio; MILANDRI Giuseppe, interprete.

ALBANIA

Durazzo -DuRAZZo marchese Carlo, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; DANISCA Pietro, interprete; GoBBI Giovanni, con funzioni di segretario.

ARGENTINA

Buenos Ayres -S. E. ALDROVANDI MARESCOTTI Luigi ·conte di Viano, ambasciatore; TOSTI DI VALMINUTA conte Mauro, segretario; QUARONI Pietro, segretairiO.

AUSTRIA

Vienna -CHIARAMONTE BoRDONARo Antonio, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; AuRITI Giacinto, consiglier.e; TALAMO ATENOLFI nob. Giuseppe marchese di Castelnuovo, segretario; PRUNAS nob. don Renato, addetto; FRANCHINI-STAPPO conte Giuseppe, tenente colonnello, addetto militare; DI NoLA Carlo, addetto commerciale; ZANNONI Giacomo, cancelliere.

BELGIO

Bruxelles -S. E. ORSINI BARONI Luca, ambasciatore; DANEO Giulio, consigliere; ROASENDA DI ROASENDA nob. Vittorio, segretario; GABETTI Giovan Battista, capitano di ·corvetta, addetto navale (residente a Parigi); MARTIN-FRANKLIN, tenente colonnello, addetto militaire (residente a Parigi).

BOLIVIA

La Paz -CASTOLDI Fortunato, invi·ato straordinario e ministro plenipotenziario (residente a Lima).

BRASILE

Rio de Janeiro-S. E. BADOGLIO Pietro, amba1sciatore; BoscARELLI nob. Raffaele, consigliere; BERARDIS Vincenzo, segretario.

BULGARIA

Sofia -RINELLA Sabino, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; WEILL ScHOTT Leone, .segretario; SPIGO Umbe·rto, tenente colonnello, addetto militare; FocARILE Angelo, reggente la Delegazione commerciale.

CECOSLOVACCHIA

Praga -PIGNATTI MoRANO DI CusTOZA conte Bonifacio, inviato straordinario e ministr-Q pleq_ipotenziario; AssERETO nob. Tommaso, segretario; LoMBARDI Mario, segretario; BERTINI Francesco, ·colonnello, addetto militare; BENEDETTI G. P., reggente la Delegazione commerciale.

CILE

Santiago -S. E. MARTIN-FRANKLIN conte Al:berto, ambasciatore; DE PEPPO Ottavio, segretario con funzioni di consigliere.

CINA

Pechino -CERRUTI Vittorio, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; ScADUTO Gioacchino, segretario; Ros Giuseppe, interprete; RAMONDINO Ferruccio, interprete (provvisoriamente trasferito al R. Consolato a Shangai).

COLOMBIA

Bogotà -DEPRETIS Agostino, inviato 'straordinario e ministro plenipotenziario.

COSTARICA

S. José de Costarica -AcToN nob. Enrico, inviato straordinario e ministro plenipotenziario.

CUBA Av·ana -VIVALDI Guglielmo, inviato straordinario e ministro plenipotenziario.

DANIMARCA

Copenaghen -DELLA ToRRE DI LAVAGNA conte Giulio, inviato straordinario e ministro plenipotenzirurio; CITTADINI Pier Adolfo, segretario; Luzi Renato, addetto commerciale.

DANZICA

Danzica -BERTANZI Paolo, console generale.

EGITTO

Cairo -CACCIA DoMINION! DI SILLAVENGO conte Carlo, inviato straordinario e mini'Stro plenipotenziario; KocH Ottaviano Armando, segretario; BELLINI Leone Fabiano, interprr-ete; 0MAR Umberto, interprete.

EQUATORE

Quito -FILETI Vincenzo, inviato straordinario e ministro plenipotenziario.

ESTONIA Reval -STRANIERI Augusto, inviato straordinario e ministro plenipotenziario.

ETIOPIA

Addis Abeba -CoLLI DI FELIZZANO conte Giuseppe, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; SAPUPPO Giuseppe, segretario.

FINLANDIA

Helsingfors -PATERNÒ DI MANCHI DI BILICI marchese Gaetano, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; MARIANI Alessandro, segretario; MAURO Piero, segretario.

FRANCIA

Parigi -S. E. RoMANo AVEZZANA barone Camillo, ambasciatore; SuMMONTE Gonsalvo, consigliere; CHIARAMONTE BoRDONARo Gabriele, segreta.rio; CoRTINI Claudio, segretario; Prccw Pier Ruggero, addetto aeronautico; MARTINFRANKLIN, tenente colonnello, addetto militare; GABETTI Giovan Battista, capitano di corvetta, addetto navale; CaLETTI Silvio, addetto per l'emigrazione; BALLERINI Elisio, consigliere commerciale; TEDOLDI Alessandro, cancelliere.

GERMANIA

Berlino-S. E. DE BosDARI conte Alessandro, ambasciatore; GUARNERI Andrea, consigliere; LEQUIO Francesco, segretario; PASET"I'I Vittorio, segretario; CAPRANICA DEL GRILLO marchese Giuliano, segretario; DENTI DI PIRAJNO marchese Salvatore, capitano di vascello, ·addetto navale; RICCIARDI Adelchi, addetto commerciale.

GLAPPONE

Tokio -NANI MocENIGO conte Ludovico, reggente l'ambasciata; DE PROSPERO Alfredo, interprete; CoLUCCI Attilio, interprete.

GRAN BRETAGNA

Londra -S. E. ToMASI DELLA ToRRETTA nob. Pietro dei principi di Lampedusa, senatore del Regno, ambasciatore; PREZIOSI Gabriele, consigliere; BALSAMO Giovanni, :segretario; CAFFARELLI nob. Filippo, segretario; CROLLA Guido, addetto; PALLICCIA Giuseppe, addetto speciale; RAINERI-BISCIA conte Giu· seppe, capitano di vascello, addetto navale; ScARONI S., capitano, addetto aeronautico; CECCATO G. B., consigliere commerciale; DE GRossi Giuseppe, cancelliere; CATANI Ugo, archivista.

GRECIA

Atene -BRAMBILLA Giuseppe, inviato 'straordinario e ministro plenipoten.ziall'io; CosTA SANSEVERINO Francesco principe di Sant'Agata, segretario; MoscA Bernardo, addetto; PERRONE DI SAN MARTINO Fernando, colonnello, addetto militare; DE MARTINO Giuseppe, addetto commerciale; DE SANTO Demetrio, interprete (col titolo di segretario).

GUATEMALA

Guatemala -AcTON nob. Erurico, inviato straordinario e ministro plenipotenziario (residente a S. José di Costarica).

HAITI

Haiti -VIVALDI Guglielmo, inviato straordinario e ministro plenipotenziario (residente all'Avana).

HONDURAS

Tegucigalpa -AcTON nob. Enrico, inviato straordinario e ministro plenipotenziario (residente a S. José di Costarica).

LETTONIA Riga -PIACENTINI Renato, inviato straOII'dinario e ministro plenipotenziario.

LIECHTENSTEIN Vaduz -MILAZZo Silvw, console generale (residente a Zurigo).

LITUANIA

Kaunas -PIACENTJNI Renato, inviato straordinario e ministro plenipotenziario (residente a Riga).

LUSSEMBURGO

Lussemburgo -COMPANS DE BRICHANTEAU CHALLANT marchese Alessandro, inviato straordinario e ministro plenipotenziario.

MAROCCO Tangeri -BoRGHETTI Ricca!I'do, agente diplomatico e console gene:mle.

MESOPOTAMIA (Irak) Bagdad -SPERANZA Vincenzo, console.

MESSICO

Messico -MACCHIORO VIVALBA Gino, inviato straordinario e ministro plenipotenziario.

MONACO (Principato) Monaco -PITTALIS Francesco, console.

NICARAGUA

Managua -AcToN nob. Enrico, inviato straordinario e ministro plenipotenziario (residente a S. José di Costarica):

NORVEGIA Cristiania -CAMBIAGIO Silvio, inviato st;raordinario e ministro plenipotenziario.

PAESI BASSI

L'Aja -MAESTRI MoLINARI marchese Francesco, inviato straordinario e mini'Stro plenipotenziario; ALLIEVI Antonio, segretario.

PALESTINA Gerusalemme -GAUTTIERI Antonio, console generale.

PANAMA

Panama -PAGLIANO conte Emilio, inviato straordinario e ministro plenipotenziario.

PARAGUAY

Assunzione -MEDICI nob. Francesco dei marchesi di Marignano, inviato straordinario e ministro plenipotenziario.

PERSIA

Tefl;eran -GALLI Carlo, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; MoNACO Adriano, segretario; PENNACCHIO Luigi, interprete; DI MoNTEFORTE Giuliano, interprete.

PERU' Lima -CASTOLDI Fortunato, inviato straordinado e ministro plenipotenziario.

POLONIA

Varsavia -MAJONI Giovanni Cesare, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; CAFIERO Ugo, •segretario; RoNCALLI nob. Guido dei conti di Montorio, segr.etario; IvALDI Giuseppe, colonnello, addetto militare; CoRVI Antonio Menotti, addetto commerciale.

PORTOGALLO

Lisbona -BoRGllESE dei principi don Livio, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; PoRTA Mario, segretario.

ROMANIA

Bucarest -ALoisi barone Pompeo, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; SAVONA Giuseppe, segretario; CANTONI MARCA nob. Antonio, segretario; JACOMONI Francesco, addetto: BAFFIGI Enrico, colonnello, addetto militare; MATTEuccx Rino, capitano di corvetta, addetto navale; PALEANI Paolo Augusto, addetto commerciale.

RUSSIA (Unione deHe Repubbliche Soviettiste Socialiste)

Mosca. -S. E. MANZONI dei conti nob. Gaetano, ambasciatore; NEGRI nob. Vittorio, segretario; PERSico Giovanni, segretario; BovA Renato, segretario.

SALVADOR

San Salvador -AcToN nob. Enrico, inv·iato straordinario e ministro plenipotenziario (residente a S. José di Costarica).

SAN DOMINGO

San Domingo -VIVALDI Guglielmo, inviato straordinario e mini1stro plenipotenziario (residente all'Avana).

SAN MARINO

San Marino -GoRI Giuseppe, console.

SERBI CROATI SLOVENI (Regno dei)

BeLgrado -BoDRERO .gen. Alessandro, inviato stra-ordinario e ministro plenipotenziario; SoLA Ugo, segretario; ScAMMACCA Michele, addetto; VrscoNTI PRASCA Sebastiano, tenente colonnel·lo, addetto militare; MATTEUccr Rino, capitano di corvetta, addetto navale (residente a BucaJTest).

SIAM

Bankog -AMADORI Giovanni, incaricato d'affari; Bovo Goffredo, console onorario interprete.

SIRIA

Damasco -N. N., ·console generale.

SPAGNA

Madrid -S. E. PAULUCCI DE' CALBOLI marchese Raniero, 'Senatore del Regno, ambasciatore; MACARIO Nicola, consigliere; VIGNETTI Attilio, cancelliere.

STATI UNITI D'AMERICA

Washington -S. E. CAETANI dei duchi di Sermoneta don Gelasio, ambasciatore; Rosso Augusto, consigliere; RoGERI dei conti di Villanova nob. Delfino, segretario; MARIANI Luigi, segretario; DELLA PoRTA cav. Francesco, addetto; SoMMATI dei conti di Mombello nob. Ettore, capitano di fregata, addetto navale.

SVEZIA

Stoccolma -NANI MocENIGO conte Giovanni Battista, inviato straordtnario e ministlfo plenipotenziario; KELLNER Gino Lodovico, segretario.

SVIZZERA

Berna -GARBAsso Carlo, inviato straordinario e mintstro plenipotenziario; GAZZERA Giuseppe, segretario; DE LIETO Casimiro, segretario; VIVARELLI Giuseppe, cancelliere.

TURCHIA

Costantinopoli -S. E. MoNTAGNA Giulio Cesare, ambasciatore; TALIANI Francesco Maria, consigliere; BERTELÈ Tommaso, se~etario; MENZINGER DI PREUSSENTHAL Enrico, segretario; RuLLI Guglielmo, addetto; GuARNASCHELLI Giov. Battista, console; NEYRONE Luigi, capitano di fregata, addetto navale; MisSIR Oscarre, interprete.

UNGHERIA

Budapest -DURINI DI MoNZA conte Ercole, inviato straordinario e mi.nistro plenipotenziario; DIANO dei marchesi nob. Pasqua,le, segretario; DE AsTIS Giovanni, addetto; MoscATI Riccardo, addetto consolare.

URUGUAY

Montevideo -ALLIATA DI MONTEREALE e DI VILLAFRANCA principe Giovanni, inviato straordinario e ministro plenipotenziario.

VENEZUELA

Caracas -VIGANOTTI GIUSTI conte Gianfranco. inviato straordinario e ministro plenipotenziario.

:3'1 -Documenti diplomatici -Serie VII -Vol. III.

APPENDICE II

UFFICI DEL MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI

(Situazione al l o gennaio 1925)

MINISTRO SEGRETARIO DI STATO

MussoLINI on. Benito, presidente del Consiglio, deputato al Pa!rlamento.

SOTTOSEGRETARIO DI STATO

N. N.

GABINETTO DEL MINISTRO

Affari confidenziali -Ricerche e studi in relazione aZ lavoro del Ministro -Rapporti colla stampa e le Agenzie telegrafiche -Relazioni del Ministro col Parlamento e col Corpo Diplomatico -Udienze Tribuna diplomatica

CAPO DI GABINETTO

PAULUCCI DE CALBOLI BARONE marchese Giacomo, consigliere di legazione di 2• classe.

SEGRETARIO DEL MINISTRO

MAMELI Fù'ancesco Giorgio, 3° segretario di legazion&

SEGRETARIO GENERALE

CoNTARINI S. E. Salvatore, ministro di Stato, ambasciatore, senatore del Regno, consigliere di Stato.

UFFICI ALLA DIRETTA DIPENDENZA DEL SEGRETARIO GENERALE

UFFICIO STAMPA

Rivista della stampa estera e della stampa italiana nei riguardi della politica estera -Informazioni a giornali ed ag.enzie italiane ed estere Traduzioni.

Capo ufficio: ARONE (dei baroni di Valentino) nob. Pietro, consigliere di legazione di l• classe.

UFFICIO TRATTATI E SOCIETA DELLE NAZIONI

Lavori preparatori deLle sessioni deH'Assembl-ea e del Consiglio della Società deUe Nazioni per tutto ciò che concerne l'opera dei delegati italiani: cooperazione e assistenza loro occorrenti -Coordinazione, a questo fine, del lavoro delle varie Amministrazioni del Regno -Collegamento fra gli organi della Società, le Amministrazioni del Regno e i Regi delegati aH' AssembLea ed al Consiglio -Ordinamento e custodia degli atti e documenti relativi alla Società -Congressi conferenze e conv-enzioni coUettive in attinenza coi compiti della Società delle Nazioni -Raccolta e pubblicazione delle convenzioni internazionali -Atti relativi alla loro efficacia: ratifiche, adesioni, denuncie, leggi e decreti di es-ecuzione -Questioni dipendenti dall'applicazione dei trattati di pace in quanto abbiano carattere d'interesse pubblico.

Capo ufficio: SANDICCHI Pasquale. inviato straordinario e ministro plenipotenziario di 211 classe.

UFFICIO COORDINAMENTO ECONOMICO

Segreteria della Commissione Interministeriale per l'azione economicn all'estero -Collegamento in materia economico-commerciale fra le Direzioni Generali Europa e Levante ed Africa, America, Asia ed Australia ed i Ministeri tecnici competenti.

Capo ufficio: CrANCARELLI Bonifacio Francesco, inviato straordinario e ministro plenipotenziario di 211 classe.

DIREZIONE GENERALE AFFARI GENERALI

Dilrettore generale: LOJACONO Vincenzo, inviato straordinario e miniJStro plenlpotenziario di 2a classe.

UFFICIO COORDINAMENTO GENERALE

RaccoUa, coordinamento e valorizzazione sistematica di tutti gli elementi tratti dal carteggio delle Regie Rappresentanze all'estero e da ogni altra fonte -Studi e preparazione di carattere politico ed economico.

Capo ufficio: DE Rossr DEL LroN NERO nob. Pier Filippo, eonsigliere di legazione di 2" classe.

UFFICIO STORICO E DIPLOMATICO

Raccolta e compilazione di materiale storico sopra questioni di politica estera d'interesse pratico contemporaneo a complemento e illustrazione dei documenti ufficiali -Raccolta, ~todia e aggiornamento di collezioni cartografiche e studi geografici -Diario storico del Ministero Classificazione e diramazione degli atti diplomatici -Diramazione di essi per telegrafo o per corriere -Libri verdi.

Capo ufficio: DANEO Giulio, consiglie~re di legazione di 1a classe (temporaneamente ana R. Ambasciata a Bruxelles).

UFFICIO ARCHIVI E CORRISPONDENZA

Organizzazione e sorveglianza degli archivi -Registrazione e sunto della corrispondenza in arrivo e in partenza -Controllo del carteggio degli Uffici in relazione aLLa corrispondenza in .arrivo -Archivi con·enti e archivi in deposito -Spedizione della corrispondenza -Servizio

dei corrieri. Capo ufficio: DE Rossr DEL LION NERO nob. Pier Filippo, consigliere di legazione di 2• classe, reggent-e.

UFFICIO CIFRA

Corrispondenza telegrafica e ordinaria in cifra CompiLazione e distribuzione dei cifrari.

Capo uffi·cio: N. N.

ARCHIVIO STORICO

Conservazione delle collezioni manoscritte del Ministero e dei Regi uffici all'estero -Conservazione degli originali degli atti internazionali Conservazione delle oarte riservate degli archivi del Ministero e dei Reg'i uffici all'estero -Ricerche e studi su materie storiche e questioni internazionali per incarièo del Ministero -Inventari e schedari.

Direttore dell'aii'chivio: FossATI Oreste.

UFFICIO CONTENZIOSO E LEGISLAZIONE

Studi sulle questioni aventi carattere giuridico e risoluzione di quesiti sulla legislazione, attinenti a pratiche del Ministero.

Capo ufficio: N. N.

UFFICIO PUBBLICAZIONI E RACCOLTE AMMINISTRATIVE

Raccolta dei decreti organici -Coordinamento di Leggi e regolamenti Testi unici -Raccolta delle circolari e degli ordini di servizio -Bollettini vari -Annuario diplomatico.

Capo ufficio: ToscANI Angelo, console gen&ale di la classe.

BIBLIOTECA

Conservazione ed incremento delle pubblicazioni; proposte per acquisto di libri e periodici -Scambio di pubblicazioni con altri Ministeri od istituti italiani ed esteri -Raccolta sistematica della legislazione straniera per ciò che può concernere le relazioni internazionali e l'amministrazione degli affari esteri -Forniture di pubblicazioni ufficiali a corredo di Regi uffici diplomatici e consolari -Cataloghi e schedari.

Bibliotecario: PmoNE Raffaele.

TIPOGRAFIA RISERVATA

Stampa e rilegatura degli atti riservati delle Conferenze internazionali Trattati, convenzioni, protocolli e accordi stipulati dall'Italia -Cifrari Annuario diplomatico e delle scuole italiane alL'estero -Atti del consiglio del Contenzioso diplmnatico -BolLettini: amministrativo e del personale -Pubblicazioni ufficiali del ministe·ro -Libri verdi, questionari, atti e documenti diplomatici riservati.

Direttore: N. N.

DIREZIONE GENERALE DEL PERSONALE, DEL CERIMONIALE

E DEGLI AFFARI AMMINISTRATIVI

Direttore generale: NASELLI S. E. conte e nobile di Savona Gerolamo, inviato

straordinall"io e ministro plenipotenziario di la claS>Se.

UFFICIO DEL PERSONALE

Capo Ufficio: CRIVELLAR! Quirino, console generale di 2a classe.

UFFICIO CERIMONIALE

Regole del cerimoniale -Lettere reali -Credenziali -Lettere di richiamo -Pieni poteri -Privilegi ed immunità degli agenti diplomatici e consolari -Franch.igie in materia doganale ai regi agenti alL'estero e agli agenti stranieri in Italia -Massimario -Visite e passaggi di Capi di Stato, Principi e autorità estere -Decorazioni nazionali ed estere Libretti e richieste ferroviarie per il personale.

Capo ufficio: CAVRIANI dei marchesi nob. Giuseppe, console generale di 2a classe.

UFFICIO AMMINISTRATIVO

Capo ufficio: RINVERSI Romolo, capo divisione dei commissari consolari.

UFFICIO LEGALIZZAZIONI E PASSAPORTI

Legalizzazione di atti -Corrispondenza e contabilità relativa -Passaporti diplomatici ed ordinari -Visti consolari per l'entrata di stranieri nel Regno -Accordi internazionali sul regime dei visti.

Capo ufficio: DE STEFANI Pietro, primo segretario di legazione.

DIREZIONE GENERALE AFFARI POLITICI, COMMERCIALI E PRIVATI D'EUROPA E LEVANTE

Direttore gen&ale: ARLOTTA Mario, consigliere di legazione di la classe.

UFFICIO I Belgio-Francia-Germania-Gran Bretagna -Lussemburgo -Monaco -Olancùz -Portogallo -Spagna -Svizzera Capo ufficio: DE MARSANICH nob. Alberto, console generale di 311 classe.

UFFICIO II

Danimarca -N01·vegia -Polonia -Stati Baltici -Svezia -Unio-ne delle Repubbliche Socialiste Soviettiste.

Capo ufficio: TAMBURINI Antonio, console di la cla,sse.

UFFICIO III Austria -Cecoslovacchia -Romania -Ungheria. Capo ufficio: BrANCHERI CHIAPPORI Augusto, consigliere di legazione di 211 classe.

UFFICIO III

Regno dei Serbi, Croati e Sloven·i.

Capo ufficio: Rocco Guido, 1° se~etario di legazione.

UFFICIO IV Albania -Bulgaria -Grecia Capo ufficio: INDELLI Mario, l o segretario di legazione.

UFFICIO V Africa Mediterranea -Hegiaz-Etiopia -Mesopotamia -Palestina -Siria Turchia -Yemen. Capo ufficio: GUARIGLIA Raffaele, consigliere di legazione di 2a classe.

UFFICIO VI

Affari privati nei suddetti Paesi (Rogatorie -Estradizioni -Atti giudiziarii -Atti di stato civile -Pensionati -Ricerche neU'interesse di cittadini italiani -Successioni di cittadini italiani).

Capo ufficio: SILVESTRI Ugo, console generale di 2• classe.

DIREZIONE GENERALE AFFARI POLITICI, COMMERCIALI E PRIVATI DI AFRICA, AMERICA, ASIA E AUSTRALIA Direttore generale: CHIOSTRI Giuseppe, inviato straordinario e ministro plenipotenziario di 2• classe.

UFFICIO I

America del Nord ed Australia

Capo ufficio: SILENZI Guglielmo, console di la cla·sse.

UFFICIO II

America Latina

Capo ufficio: UMILTÀ Carlo, console generale di 311 classe.

UFFICIO III Asia ed Africa (salvo le regioni attribuite alla Direzione generale Europa e Levante). Carpo ufficio : N. N.

UFFICIO IV

Affari privati in America del Nord e in Australia (Rogatorie -Estradizioni -Atti giudiziari -Atti di stato civile -Pensionati -Ricerche nell'interesse di cittadini italiani -Successioni di cittadini italiani).

Capo ufficio: SILVESTRI Uco, console generale di 2• classe. reggente.

UFFICIO V

Affari privati in America latina, Asia e Africa non mediterranea (Rogatorie -Estradizioni -Atti giudiziari -Atti di stato civile -Pensionati Ricerche neU..'interesse di cittadini italiani -Successioni di cittadini italiani).

Capo uffido: N. N.

DIREZIONE GENERALE DELLE SCUOLE ITALIANE ALL'ESTERO

DirettOO'e generale: TRABALZA prof. Ciro, direttore generale del ministero della Pubblica Istruzione.

UFFICIO DIRETTIVO Capo ufficio: SARTORI Francesco, console generale di 1a classe.

RAGIONERIA CENTRALE Direttore capo di ragioneria: FANo Alberto.

COMMISSARIATO GENERALE DELL'EMIGRAZIONE Commissario .generale: DE MicHELIS S. E. Giuseppe, ambasciatore.

APPENDICE III

AMBASCIATE E LEGAZIONI ESTERE IN ITALIA

(Situazione al 15 novembre 1924)

Afganistan: Sirdar AZIMULLAH KHAN, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; YARR Mo:HAMMED KHAN, lo segretario; Mirza ABD-UL-AZIZ KHAN, 2o segretario.

Albania: N. N., inviato straordinario e ministro plenipotenziario; Tefik MBORYA, 1° segretarrio, incaricato d'affari; Tayar ZAVALANI, 2° segretario.

Argentina: Fernando PEREZ, inviato straordinario e ministll'o plenipotenziario; Conrado RoLANDONE, segretario di la classe; Oscar Oneto AsTENGO, 2o segretario; ten. col. Nicolars C. AccAME, addetto militare; cap. di vascello Riccardo UGARIZA, addetto navale; Carlo BREBBIA, addetto commerciale onorario.

Austria: Lotario von EGGER MoELLWALD, inviato straordinario e ministro plentpotenziario; Carlo FREUDENTHAL, consigliere di legazione, lo segretario; Alfredo SCHMID, segretario di legazione, 2° segretali'io; Ivo JoRDA, addetto.

Belgio: S. E. conte Werner van den STEEN DE JEHAY, ambasciatore; Louis LECLERCQ, consigliere; visconte Joseph BERRYER, segretario di la classe.

Brasile: S. E. Oscall' DE TEFFÉ, ambasciatore; Paulo DE NIEUWERVE CoELHO DE ALMEIDA, 1° segretario; Labienno SALGADO DOS SANTOS, 2° segretario; Leopoldo TEIXEIRA LEITE FILHO, 2° segretario; ten. di vascello Alfonso CELSO DE OuRo PRETO, addetto navale; Deoclecio DE CAMPOS, addetto commerciale;

ll!g;.y~

Luigi SPARANO, addetto.

Bulgaria: Giorgio P. RADEFF, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; Stoil C. STOILOFF, consigliere; Dimitri M. DAPHINOFF, segretario; Nicola GELEFF, segretari<>.

Cecoslovacchia: Vlastimil KYBAL, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; Antonio PAPIRNIK, consigliere; Francesco NEUGEBAUER, lo segretario; luogotenente col. Vaclav KuNEs, addetto militare; Miroslav KuNDRAT, addetto commerciale.

Cile: Enrique VILLEGAS, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; Alvaro BAEZA YAVAR, consigliere; Ippolito SERRUYS GANA, 1° segretario; ten. col. don Diego GuiLLEN, addetto militare; Alfredo VIEL CABERIO, consigliere commerciale (residente a Genova).

58i

Cina: TANG TsAI Fou, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; HouANG SHou-KAN, 1° segretario; TcHou YrN, segretario; SHu-ToNsHY, 2° segretario; CHANG-CHIA-YUNG, addetto.

Colombia: N.N., inviato straordinario e ministro plenipotenziario.

Cuba: Carlos DE ARMENTEROS y DE CARDENAS, inviato straordiaTiO e ministro plenipotenziario; Alfonso FoRCADES y JoRRIN, consigliere; Igna!lio RoDRIGUEZ ALEGRE, addetto.

Danimarca: Harald DE ScAVENIUS, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; P. O. DE TRESCHOW, 'S~egretario; A. F. BASSE, segretario onorario.

Egitto: Ahmed ZuLFICAR pascià, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; Ahdel Aznvr RACHED bey, 1° segretaTio; Hussein RAMZY, 3° segretario; Midhat ZrwER bey, addetto ff. segretario.

Equatore: Gen. Delfin B. TREVINO, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; Vietar Ugo EscALA, 1° segretario; magg. Luigi LARREA ALBA, addetto militare.

Estonia: Herman HELLAT, consigliere, incaricato d'affari.

Finlandia: Herman Gregorio GUMMERUS, inviato straotrdinario e ministro plenipotenziario.

Francia: S. E. Camille BARRÈRE, ambasciatore; François CHARLEs-Roux, consigliere; Jean RoGER, 1° segretario; Armand BAROIS, 2° 'Segretario; Jacques TRUELLE, 3° segretario; Enri GuEYRAUD, addetto con funzioni di 3o segretario; ten. col. DETROYAT, addetto militare; cap. George RoLLIN, addetto militare aggiunto; cap. di fregata JouBERT, addetto navale; cap. D'AsTIER DE LA VIGERIE, addetto aeronautico; BONNEFON-CRAPONNE, addetto commerciale; J. SANGUINETTI, addetto commerciale aggiunto.

Germania: S. E. barone Costantino von NEURATH, ambasciatore; von PRITTWITZ und GAFFRON, consigliere di ambas·ciata; Hans Georg von MACKENSEN, consigliere di legazione, lo segretario; Max LoRENZ, consigliere di legazione, 2° segretario; Guenther ALTENBURG, segreta!t"io di legazione; Carl Rudolf von CAMPE, segretario di legazione; Heinrich STROHEKER, consigliere di commercio.

Giappone: S. E. Kentaro 0TcHrAr, ambasciatore; Yasusaburo MoRI, consigliere; Shigenori TASHIRo, segretario di 3a classe; Toshitaka OKUBO, addetto; Akira NAKAMURA, addetto; Seiichi lNoUYE, 2<> segretaD:"io, interprete; luogotenente col. Sadakata ImA, addetto militare; cap. di fregata Nobuto TsuRu, addetto navale.

Gran Bretagna: S. E. Sir Ronald GRAHAM, ambasciatore; H. W. KENNARD, constgliere d'ambasciata; ten. col. W. F. BLAKER, addetto militare; com._ R. T. DowN, addetto navale; com, di ala I. N. FLETCHER, addetto aeronautico; sir Thoma.s ELLIOT, consigliere onorario; E. H. J. LESLIE, 1° segretario;

J. H. HENDERSON, 1° segretario d'ambasciata per gli affruri commerciali;

W. C. MAc CLURE, direttore ufficio stampa, con rango di 1° -segretario onorario; O. C. HARVEY, 2° segretario; Adriano HoLMAN, 2° segretario; H. C. A. CARPENTER, 3° segretario d'ambasciata per gli affari commerciali; H. D. CREEK, addetto onorario; visconte CASTLEREAGH, addetto onorario; magg.

R. J. BRACKEN, addetto commerciale aggiunto.

Grecia: A. C. CARAPANOS, inviato straordinario e ministro pleni;potenziario; Kimon CoLLAS, 1° segretario; magg. Sofocle VENIZELOS, addetto militare provviso.rio (residente a Parigi).

Haiti: Felix VrARD, incaricato d'affari.

Hegiaz: Emiro Habib LoTFALLAH, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; Ayet bey LIBOHOVA, 2<> segretario.

Lettonia: Michael WALTERS, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; Erika WILSON, 2° segretrurio.

Lituania: Petras KLIMAS, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; Adalberto STANEIKA, 1° segretario.

Messico: ing. don Giulio MADERO, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; Leopoldo BLASQUEZ, COIJSigliere; ten. col. Francesco AGUILAR, addetto militrure.

Monaco: conte Henri DE MALEVILLE, inviato straordinario e ministro plenipoten ziario.

Norvegia: Johannes lRGENS, inviato straordinario e ministro pLenipotenziario; Ove L. VANGENSTEN, segretario; consigliere di agricoltura Anders FJELSTAD, addetto alla legazione.

Paesi Ba~Ssi: J. H. van RoYEN, inviato straordinario e ministro plenipotenziario;

A. W. MossELMANS, consigliere.

Panama: Antonio BuRGos, inviato straordinario e ministro pleni;potenziario; Alessandro TAPIA, segretario; Edgardo BURGos, aggiunto ad honorem.

Paraguay: Ettore VELASQUEZ, inviato straordinario e ministro plenipotenziario (~residente a Parigi).

Persia: DJELLAL-us-SULTANEH, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; Mova.faghos SALTANEH NouRY, 1° segretario; Mohsen Khan MEDHAT, segretario; barone Lazzaro DE PoLIAKOFF, addetto commerciale.

Perù : don Germano CxsNERos Y RAYGADA, incaricato d'affari; Adolfo OYAGUE y SoYER, 2° regretario; Luis LANATA CouDY, addetto onorario; Luis BARUA y UGARTE, addetto (assente); cap. di fregata Julio V. GoYc<><:HEA, addetto navale.

Polonia: Augusto ZALESKI, inviat o straordinario e ministro plenipotenziario; Leone GoLDSTAND, consigliere; <:onte Giovanni DROHOJOWSKI, segretario; Leone Ladislao SIEMIRADZKI, segretario; conte Giuseppe MICHALOWSKI, addetto onorario col. Ignazio MATUSZEWSKI, addetto militare, Boleslao MxKULSKI, consigliere commerciale.

Portogallo: Eusebio LEAO, inviato st~raordinario e ministro plenipotenziano; Justino DE MONTALVAO, consigliere; Gustao DE AVELLAR TELLES, 2° segretario; Antonio DE MANTERO BELARD VELARDE, addetto; Waldemar DA FONSECA ARAUJO, addetto.

Romania: Alessandro LAHOVARY, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; Alessandro CRETZIANU, segretario; col. Michele SKELETTI, addetto militare.

Russia (Unione delle Repubbliche Soviettiste Socialiste): S. E. Costantino K. JURENEFF, ambasciat01re; Alessandro MAKAR, consigliere; Sergio GoRTSCHAKOFF, capo della sezione commerciale; Dantele RYDEL, 1° segretario; Valentino TROUDOLJOUBOFF, addetto militare; Simeone WULFON, capo aggiunto della sezione commerciale; Gregorio ELANSKY, 2° segretario; Anton ScHUSTER, 20 segretario; Gregorio KIRDETZOFF, ·capo ufficio stam:pa con rango di addetto; ing. Valerio RoMANOFF, addetto alla -seztone commerciale (residente a Milano).

Salvador: G. Gustavo GuERRERO, inviato straordinario e ministro pl:enipotenziario (residente a Parigi).

San Domingo: N.N., inviato straordinario e ministro plenipotenziario; Pedro Maria RusmosA, segretario, incaricato d'affari (residente a Parigi).

Serbi, Croati e Sloveni: Voislav ANTONIEVITCH, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; Miodrag LAZAREVITCH, l n segretario; Ivan Albert !LLITCH, 2o segretario; Vladimir MILANOVITCH, 2° segretario; Cirillo KoTNIK, addetto; gen. Milan YETCHMENITCH, addetto militare.

Siam: Phya SARBAKICH PRIJÀ, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; Luang Saman MAITRIRAKS, 3° segretario; Luang BAHIDDHA NUKARA, 3a segretario.

Spagna: S. E. don Cipriano MuNoz y MANZANO conte de la Vifiaza, ambasciatore; don Pedro GARCIA CoNDE, consigliere; don Bernardo RoLLAND, segretario; don Mariano CRESPI DE VALLDAURA y CAVERO, barone de Callosa de Ensarria, addetto; don Saverio BERMEJILLO, addetto; don Valentin VIA VENTALLO, addetto; don Antonio VARGAS MACHUCA, addetto; mar·chese della GANDARA y PLAZAOLA, addetto onorario; José Maria SERT, addetto onorario (assente); don Manuel CARRAsco, addetto onorari.o; don Carlos MARTINEZ DE CAMPOS y SERRANO conte de LLOVERA, addetto militare; cap. di fregata Francisco Xavier DE SALAS Y GoNZALEZ, addetto navale.

Stati Uniti d'America: S. E. Henry PRATHER FLETCHER, ambasciatore; George T. SUMMERLIN, consigliere; Norman ARMOUR, 1° segretario; Copley AMORY, 2° segretaJrio; cap. Kenneth G. CASTLEMAN, addetto navale; comandante

J. C. HuNSAKER, addetto navale aggiunto (residente a Londra); comandante Claud A. JoNES, addetto navale aggiunto (residente a Londra); comandante Herbert FAIRFAX LEARY, addetto navale aggiunto (residente a Londra); luogotenente comandante Henry B. CECIL, addetto navale aggiunto; luogotenente col. E. R. WARNER Mc CABE, addetto militare; magg. Martin F. ScANLON, addetto militare aggiunto; cap. Walton W. Cox, addetto militare aggiunto; Henry C. MAc LEAN, addetto commerciale; A. A. OsBORNE, addetto commerciale aggiunto.

Svezia: barone Augustino BECK FRIIS, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; barone Carlo DE BILDT, cons~gliere onorario; Sven Harald PauSETTE, 1° segretario; cap. di cavalleria barone F. BENNET, addetto militare.

Svizzera: Georges WAGNIÈRE, inviato 'StraordLnario e ministro pleni:potenzia:rio; Theoring DE SoNNENBERG, consigliere; Pietro VrELI, segretario; Carlo Edoardo DE BAVIER, ·segretario.

Turchia: S. E. SuAD bey, ambasciator·e (dal 18 aprile 1-925); Server DJEMAL bey, 1° segretario; Moustapha AGHEACH bey, 1° segretario; LouTHFOULLAH bey, 2° segretario; Akil AMROULLAH bey, 2° ·Segretario; Assym ScuRREYA bey, 2° segretario; Mehmed ALY bey, 3° segretario; VAHID bey, 3o segretario; KouRTJÉBE bey, addetto militare.

Ungheria: conte Alberto NEMES DE HmvÉG, inviato straordina:rio e ministro plenipotenziario; Stefano DE HEDRY, consigliere; barone Giorgio BAKACH-BEsSENIEY, 'Segretario di 1a classe; Nicolas DE GHYCZY, segretario.

Uruguay: Manuel BERNARDEZ, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; Federico GRUNWALDT-CUESTAS, 1° segretario; Arturo POZZILLI, addetto; Rafael B. RoDRIGUEZ, addetto onorario; col. Nicola REVELLo, addetto militare; Oscar 0Roczo, addetto commerciale onorario.

Venezuela: Cesare ZuMETA, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; Fernando DIAZ P A UL, l 0 segretario; Ped:ro CENTENO VALLENILLA, addetto.